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Racconti erotici sull'Incesto

Quarantanni fa – Ricordi

By 9 Maggio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Quarant’anni fa ‘ Ricordi
Sono nato alla fine dei anni cinquanta dello scorso secolo e quindi alla metà degli anni 70 sempre del secolo scorso stavo per compiere 18 anni.
Mi chiamo Giovanni e sono figlio unico. La mia famiglia all’epoca era composta oltre che dai miei genitori e me anche da una zia, sorella di mio padre, che proprio in quegli anni si era finalmente sposata, aveva 45 anni allora, con un benestante vedovo di oltre dieci anni più anziano di lei. A farli conoscere era stata una conoscente che dal nostro paese del sud era emigrata anni prima in provincia di Modena ed era vicina di casa di quello che da poco era diventato mio zio. Nel breve periodo di ‘fidanzamento’ tra mia zia e mio zio quando lui veniva giù da noi era ospitato in camera mia per cui mi ero reso conto, dalle chiacchierate che avevamo fatto insieme, che era un uomo completamente diverso caratterialmente da mia zia: era un libertino e si vantava con me di tutte le sue avventure galanti avute nel corso degli anni. La cosa eccitava molto la mia fantasia di ragazzo ancora, fortunatamente per poco, inesperto e segaiolo.
Infatti proprio in quel periodo successero, quasi contemporaneamente, tanti avvenimenti che mi aprirono le porte del piacere e del sesso quello vero e non quello sognato e condiviso solo con il mio amico del cuore.
Come tutti i ragazzi adolescenti che in quegli anni non avevano tante possibilità di svagarsi specialmente in un paese del sud, dove le ragazze le vedevi con il cannocchiale, avevo puntato le donne del mio mondo: madre e zia. Mamma era piccolina di statura ma ben proporzionata mentre mia zia era molto più alta della mia genitrice ma sia l’una che l’altra, molto riservate e all’apparenza chiuse e bigotte, non mi accendevano particolari fantasie. La zia poi, non bellissima di viso, mai fidanzata, vergine a 40anni, sempre vestita in modo poco femminile, era proprio l’antitesi della donna dei miei sogni adolescenziali.
Mi confidavo con il mio amico del cuore, Fabio, compagno da sempre di svago ed anche compagno di scuola fin dalle elementari. Anche lui figlio unico che aveva da poco perso il padre in un incidente, la madre sempre al lavoro e quindi noi praticamente sempre insieme a casa mia o a casa sua. Avevamo insieme sfogliato i primi giornaletti per adulti che andavano di moda allora e insieme avevamo iniziato a masturbarci e non solo: le donne le sognavamo ma tra noi i giochi sessuali erano all’ordine del giorno: non eravamo gay ma giocare tra noi ci piaceva e molto. Lui aveva solo un problema: l’eiaculazione precoce; praticamente veniva prima di iniziare e per ritornare attivo doveva essere stimolato molto. Questo nonostante durante le nostre masturbazioni quotidiane ci sforzavamo di durare quanto più possibile.
Eravamo entrambi dotati di un bel cazzo che, anche per la nostra corporatura alta ma minuta, appariva per entrambi più grande e che, comunque non era passato inosservato’. Ma questo lo scoprimmo in seguito.
Da qualche tempo, diciamo pure qualche mese, avevo avuto la fortuna di poter vedere dal vero la mia prima figa: quella di mia madre.
Era successo che un tardo pomeriggio di ritorno da una partita di pallone in piazza, avevo deciso di farmi una veloce doccia. Non avevo chiuso la porta del bagno che dotata di un ampio vetro martellato illuminava il corridoio di casa e rivelava sia dall’interno che dall’esterno la presenza di qualcuno; pensavo che ciò sarebbe bastato ad evitare che qualcuno entrasse. Invece mentre ero sotto la doccia e, come quasi sempre m accadeva, ero anche piuttosto eccitato, improvvisamente entra mia madre per un impellente bisogno: doveva fare pipì. Da un piccolo spiraglio della tenda ho assistito alla scena di mamma che tirate giù le mutandine, che proprio tali non erano, si era seduta a cosce aperte tanto da farmi intravvedere per la prima volta il suo sesso coperto da una peluria piuttosto folta. Solo pochi secondi ma sufficienti ad farmi avere un erezione da favola. Appena finito si alza e, inopinatamente apre la tenda della doccia offrendosi di lavarmi la schiena. Il rossore che subito le accende il viso fa da contrappunto alla finta disinvoltura con la quale, senza mai staccare lo sguardo al mio cazzo, mi lava la schiena. Il mio imbarazzo &egrave totale. Sono confuso perché mi rendo conto che mamma continua a lavarmi la schiena per molto più tempo del necessario, quindi con una mossa che non mi sarei mai capacitato di poter fare, mentre la sua mano con la spugna indugia sui miei glutei, mi giro e quasi vengo per il piacere di sentire il fugace tocco sul mio cazzo. Mamma lascia cadere la spugna e carezzandomi il cazzo con il dorso della mano mi dice di finire presto perché la cena &egrave quasi pronta. Da questo momento tutto cambia.
Già alla sera entra in camera mia, senza preavviso, per darmi la buona notte, si siede addirittura sul letto e mi abbraccia quasi a voler di nuovo toccarmi li. Sono ancora più confuso ed eccitato al punto da dovermi masturbare appena esce.
Ne parlo con il mio amico e anche lui mi confessa non senza un certo imbarazzo che gli piacerebbe molto che la cosa accadesse anche a lui. Mettiamo su un piano per provocare le nostre mamme. Cercheremo di essere più gentili e premurosi nei loro confronti e di provare a far ‘sentire’ loro il nostro affetto. Gli dico che lui &egrave più fortunato essendo solo in casa con lei mentre io ho zia e padre che potrebbero darmi fastidio. Ci ripromettiamo di raccontarci tutto e intanto iniziamo con i complimenti alle nostre madri anche quando siamo insieme a casa dell’uno o dell’altro.
Per alcuni giorni tutto pare tornato nella normalità e anche mia madre sembra non interessarsi più a me poi invece una domenica mattina mamma entra in camera mia per svegliarmi avvertendomi che papà e zia erano dovuti uscire per un impegno in vista delle prossime nozze e che sarebbero tornati solo a tarda sera, mi chiede se ho bisogno del bagno perché lei vuole farsi una doccia con calma e non vuole essere disturbata. Le dico di fare pure con calma tanto non ho impegni per la mattina.
Passati pochi minuti da quando si &egrave chiusa in bagno, mi avvicino alla porta per guardare dal buco della serratura, manco fossi un ragazzino di 13 anni. Mamma &egrave quasi di fronte a me con i capelli bagnati e un grande telo che le la cinge dal seno in giù. Per l’eccitazione non penso che mamma potrebbe facilmente scoprirmi guardando verso il vetro della porta ed infatti cosi accade. Lei si gira verso la porta mentre si asciuga i capelli e si avvede della mia presenza, quasi sorride. Poi, deposto il fon, con naturalezza si toglie il telo per asciugarsi meglio. Eccola nuda davanti a me: la sua terza di seno esplode sul suo fisico minuto, le aureole sono scure rispetto al bianco delle tette e al centro due capezzoli grossi ed irti attirano il mio arrapato sguardo. Mi tiro giù il pantaloncino che indosso e inizio a toccarmi già eccitato da morire. Ma lei fa di più si siede sullo sgabello proprio di fronte a me e come inizia ad asciugarsi le gambe le allarga: il paradiso ce l’ho di fronte!
Seppur distante qualche metro ho la piena visione, per la prima volta, di una figa aperta. Il tutto dura solo qualche secondo perché lei, chiuse le gambe, mi chiama, come a dire: ti ho scoperto porco depravato! Imbarazzato fuggo in camera mia inattesa del rimprovero.
Invece nulla solo di nuovo il rossore sul suo volto quando mi incrocia in corridoio. Passiamo il resto della mattina a casa con lei che sfaccenda con addosso un grembiule piuttosto corto per lei, tre dita sopra il ginocchio ma poco abbottonato sia in basso che in alto per cui le posso vedere tranquillamente sia le gambe, poco depilate per la verità, sia il solco del seno. Poi dopo il pranzo con l’uccello duro che mi ritrovo non posso fare a meno di aiutarla a rigovernare per cercare di strusciarmi un po’ a lei: devo essere ubriaco o impazzito. E ci sono anche riuscito, non ho avuto apprezzamenti ma nemmeno si &egrave sottratta per cui le ho appoggiato sul sedere per tre volte la mia erezione e per tre volte quasi sono venuto per l’eccitazione. Poi prima di uscire per incontrare il mio amico mi sono seduto davanti alla tv a guardare Arbore all’Altra Domenica sul secondo canale. Anche lei si &egrave seduta a fianco a me ed ho trovato anche il coraggio di dirle che si sarebbe dovuta depilare un po’ le gambe perché senza calze si notavano i peli e non era carino per una donna bella come lei. Mi ha ringraziato arrossendo ma promettendomi che avrebbe provveduto.
Ero a mille! Una domenica mattina così eccitante non me la sarei mai immaginata. Avevo di mia madre una percezione completamente diversa: vedevo la donna che non avevo mai visto e soprattutto la desideravo e non me ne vergognavo. Ma più di tutto non sapevo che anche lei mi desiderava ma se ne vergognava.
Uscito mi sono diretto a casa di Fabio il mio amico per confidargli quanto successo e sfogarmi un po’ con lui.
Alla porta mi viene ad aprire sua made con un bel sorriso: lei era un donnone di quasi un metro e settantacinque ed aveva una quarta di seno che sognavo ad occhi aperti di poter toccare poi aveva un sedere che parlava, il tutto su due gambe tipo Kessler. Insomma una donna del sud timorata ma anche una bomba sexy agli occhi di due segaioli poco meno che diciottenni. Anche lei non vestiva in modo appariscente anche forse dovuto al fatto di essere vedova da pochi mesi. La saluto con un piccolo complimento e le chiedo di Fabio. Mi dice che &egrave in bagno e che sarebbe arrivato tra poco e di accomodarmi in salotto. Seduto sul divano mi chiede se gradisco un caff&egrave ringrazio ed accetto. Come per voler essere ospitale si gira e avvicinatasi alla cristalliera si china per prendere il servizio da caff&egrave e cosi facendo mi mette quasi in faccia il suo splendido sedere e la visione di una metà delle sue cosce dato che la gonna si &egrave alzata non poco al suo chinarsi. In pochi attimi &egrave di ritorno e servito il caff&egrave si siede di fronte a me in poltrona. Indossa calze e gonna nere con una camicetta anch’essa scura con i bottoni allacciati male cosi che un seno &egrave in bella vista quasi fino al bordo del reggiseno. Con galanteria glielo faccio notare e lei, con una civetteria che non le facevo, mi ringrazia e inizia a sbottonarsi avanti a me per rimettere a posto la cosa. Cosi facendo mi ha permesso di vedere il suo reggiseno che a mala pena riusciva a contenere il suo florido seno; anzi sono certo di aver potuto ammirare l’inizio della sua aureola destra che saltava fuori dal bordo dell’indumento. Si &egrave vero che sono messo meglio di Fabio ma un comportamento cosi nei miei confronti la signora non lo aveva mai avuto in passato. Buon per me. Intanto arriva Fabio che viene a sedersi accanto a me e mi accorgo essere già duro ed eccitato. La signora, dicendo che sarebbe andata al cimitero, a questo punto si alza e prende il vassoio del caffe dal tavolinetto facendo in modo di darci ancora una bella visione del suo di dietro ed esce di casa. Fabio sorridendo mi fa l’occhiolino e capisco che anche lui ha da raccontare.
Praticamente la sera prima dopo giorni che Fabio la riempiva di complimenti ed affettuosità si erano parlati davanti alla tv con lei che si era distesa sul divano appoggiando la testa sulle gambe del figlio. Lei aveva iniziato ringraziandolo per tutte le attenzioni ricevute sia da lui che da parte mia, sottolineando che non era insensibile alle attenzione di noi ragazzi anzi bei ragazzi e alludendo molto, così almeno aveva capito Fabio, gli aveva detto che aveva notato il nostro essere ben messi, ma che essendo ancora nel suo stato vedovile era molto perplessa e titubante, aveva paura che la cosa si risapesse in paese: lei si sentiva sola e ben volentieri avrebbe accettato un segno di riguardo dal suo Fabio. E a far chiarezza, semmai ce ne fosse stato bisogno aveva iniziato a strusciarsi in modo leggero ma deciso con la testa sul grembo del figlio fino ad apprezzarne la virilità. Virilità che gli fece il solito scherzo facendolo venire immediatamente e bagnando i suoi pantaloni, con enorme imbarazzo del mio amico. La mamma per non ferirlo non si alzò ma iniziò a strusciare la faccia su quella chiazza di piacere e infilatasi una mano nella tuta che indossava, non senza vergogna, ma con tutta la forza d’animo che aveva, iniziò a toccarsi fino a godere. Fabio non fece nulla anche se avrebbe potuto e forse questo &egrave stato un punto a suo favore perché ha permesso a sua madre di capire, comprendere ed accettare una situazione che lei nel suo profondo desiderava ma, com’&egrave naturale, temeva. Al mattino, ripreso il discorso della sera, si erano ulteriormente confidati e Fabio aveva alla madre di cercare di essere carina anche con me, perché ero suo amico e un gentiluomo. E così &egrave stato.
Anch’io gli racconto gli ultimi avvenimenti e iniziamo a fantasticare sulle nostre mamme toccandoci e spogliandoci per godere meglio delle nostre fantasie. Per potercela godere meglio gli prendo in mano il cazzo nel mentre con l’altra mano gli stuzzico il sedere: copiosa venuta sul tavolinetto del salotto! Dopo pochi istanti siamo nudi ed abbracciati in un 69 da favola. Dopo esserci dissetati l’uno dell’altro, ancora nudi ci stiamo godendo il riposo sul divano carezzandoci reciprocamente i nostri uccelli. Fabio mi sta dicendo che poi la sera prima nelle confidenze tra madre e figlio anch’io sono stato oggetto del loro dire. Quindi Fabio mi conferma che tutto quello che era successo poco prima era stato concordato e che lui si stava godendo la scena di nascosto. Era un pochino anche guardone.
Sono certo che lui avrà molte più possibilità con sua madre che io con la mia ma sta nascendo tra noi una complicità pregna di tante possibilità.
Intanto con i passare del tempo anche mia madre ha verso di me attenzioni sempre meno materne. Io continuo a non capire, dato che lei ha mio padre che però mi sto accorgendo non la tiene molto in considerazione mentre io sto sempre a gratificarla. E infatti lei adesso &egrave andata dall’estetista per depilarsi, ha cominciato ad indossare per casa capi un po’ più carini e provocanti. Papà pare non accorgersi di questo cambiamento anche di fronte ai complimenti che mamma riceve in sua presenza da conoscenti e non. Durante il breve trambusto per il matrimonio della zia non ho avuto molte occasioni con lei ma appena in casa &egrave tornata la calma anche per la partenza della zia, le cose sono notevolmente cambiate anche se non come io speravo.
So sempre quando mamma va a fasi la doccia e lo spettacolo c’&egrave sempre ma soprattutto mamma viene spesso in camera mia a darmi la buona notte e il buon giorno e qui le cose sono cambiate: le carezze sono più intime, le posso accarezzare il seno e il sedere senza esagerare, lei mette sempre le mani sul mio pacco e la cosa mi fa impazzire. A primavera inizio a dormire scoperto e senza slip.
Una notte mi sveglio sentendomi osservato, non ho il coraggio di guardare ma sento una presenza in camera accanto a me. Alcune notti dopo non ho sonno e sono eccitato, sto per masturbarmi quando avverto la maniglia della porta girare. Faccio finta di dormire ma stavolta sono posizionato in modo tale da poter vedere. La porta si apre ed entra mamma che indossa solo una camicia da notte molto leggera e corta. Si siede sulla poltroncina accanto al letto dove metto gli indumenti e lentamente inizia a tirarsi su la camicia e a toccarsi, guardando la mia eccitazione. Ho a meno di un metro mamma a gambe larghe che si sta toccando mentre con una mano si sta avvicinando al mio uccello. Lo sfiora, leggermente fa scivolare i polpastrelli lungo tutta la mia virilità, poi cerca di stringerlo in mano ma teme che mi possa svegliare. Ritira la mano e dopo un po’, constatato che io continuo a dormire, ricomincia a toccarmi. Intanto si apre le labbra della figa come a mostrarmele e inizia a giocare con il suo clitoride che svetta come un piccolo cazzo: &egrave simile al pisello di un ragazzino di 5/6 anni, mi piacerebbe succhiarglielo, ma devo farmi forza e rimanere immobile. Passano lunghi minuti, lei si alza e avvicina al mio viso la sua figa tenendola aperta come a volere la mia lingua poi si risiede e, continuando a masturbarsi, in un rantolo sommesso gode bagnando le sue dita con gli umori del piacere. Se le porta alla bocca e le lecca, poi silenziosamente si alza e va via. Lascio passare pochi istanti e decido di andare in bagno a scaricare la mia voglia. Esco dalla mia camera senza far rumore e vedo accostata la porta della camera dei miei: voglio rendere la visita a mia madre certo che stia già dormendo. Papà non si sveglia nemmeno a cannonate per cui mi accingo ad entrare. Un sospiro mi ferma sulla porta socchiusa: guardo dentro e vedo mio padre che tenendosi in mano il cazzo mezzo moscio cerca di masturbarsi. Mamma accanto a lui come se volesse fargli un pompino ha le tette fuori poi inizia lei a masturbarlo. Lui la chiama troia e le sta chiedendo cosa ha fatto in camera mia, se mi ha toccato, se si &egrave fatta leccare e toccare da me, se si &egrave fatta fottere da me’.Mamma risponde che ha paura delle mie reazioni: si &egrave masturbata davanti a me, mi ha sfiorato il cazzo, vorrebbe ma non ci riesce. Papà gode sul seno di mamma e le chiede di continuare a provocami perché a lui piace essere cornuto, di suo figlio soprattutto, e vuole che mamma, ora che siamo rimasti in tre a casa, si faccia scopare da giovani ragazzi più vigorosi di lui e in primis a me. Godo davanti alla porta e con molta fatica riesco a pulire le tracce del mio godimento. Adesso so e solo una cosa mi frena: mia madre vuole od &egrave costretta?

Adesso so e solo una cosa mi frena: mia madre vuole od &egrave costretta?
Il dubbio mi assale e non va via dalla mia mente. Quindi tutto quello che mi &egrave successo &egrave successo perché mio padre ha costretto mamma oppure &egrave stata mamma che, dopo aver visto la forza della mia dotazione e accesa da una voglia che forse nemmeno lei sapeva di avere, presa dai sensi di colpa ha raccontato tutto a papà e lui, ormai semi impotente da quello che ho visto, pur di non perderla le ha concesso il permesso? Era indubbio che la cosa lo eccitasse e non poco e di questo ero certo per aver sentito i loro discorsi. Questo dubbio mi tormentava perché in fondo volevo essere io il protagonista di questa storia e non mi piaceva invece sapere di essere l’oggetto di un gioco perverso dei mei. Il fatto era però che volevo mamma e che la volevo come piaceva a me. Per Fabio invece la cosa era diversa, sua madre sentendosi lusingata dalle particolari attenzioni non solo del figlio ma anche mie che ero l’unico frequentatore di quella casa dopo la perdita del genitore, dopo non pochi ripensamenti, sicura che la cosa non sarebbe mai trapelata, aveva forse rimosso gli ultimi ostacoli morali per intraprendere una situazione certamente per lei vantaggiosa e che avrebbe potuto esserlo anche per il mio amico Fabio per curare almeno in parte la sua eiaculazione precoce. Poi c’era da dire che sin da subito Fabio s’era trovato in vantaggio su di me in quanto sua madre si era già masturbata con lui presente anche se non si era denudata.
Già nel giro di qualche giorno i colloqui tra di loro si erano fatti molto intimi ed anche i giochi. Sua madre aveva iniziato a rispondere alle sue richieste e, siccome a lui piaceva molto guardare, già pochi giorni dopo in salotto lei aveva accennato ad uno spogliarello molto lento durante il quale aveva permesso al figlio di guardarla molto da vicino, di toccarla e aveva iniziato ad insegnarli su come accarezzarla e farla godere e anche si era più volte masturbata davanti a lui a gambe oscenamente aperte. Ma soprattutto aveva iniziato a masturbarlo e a fargli dei bellissimi pompini ma senza l’ingoio perché diceva non ne era mai stata capace. Al contrario dopo aver insegnato al figlio a leccarla faceva sempre in modo di venire tenendogli ben stretta la faccia contro la sua figa. E tanto doveva bastargli perché non si sarebbe fatta scopare mai. Le ultime parole famose! Volevo parlargli ma stranamente per una settimana a scuola non era venuto. Mi chiama alcuni giorni dopo per vederci sia per sapere i compiti di scuola sia perché anche lui voleva confidarsi con me. Viene a casa nello stesso pomeriggio di quel giorno e mi dice che in effetti non era stato malato ma che era stato comunque a letto per far recuperare quasi nove mesi di astinenza della madre e a curare la sua eiaculazione precoce che era di molto regredita in quella settimana. La madre aveva improvvisamente ceduto e, mandati a farsi benedire tutti i propositi di non scopare, si era concessa con tutta la sua voglia repressa. Che figlio fortunato!
Fabio aveva promesso alla madre di non dire niente a nessuno ma io non ero nessuno. Ma questa &egrave un’altra storia e se avrò tempo la racconterò.
Quando Fabio andò a casa io ero al massimo dell’eccitazione per quanto mi aveva raccontato e anche per l’invidia che provavo per lui. Anche io dovevo darmi da fare, innanzitutto dovevo capire bene la situazione. Il caso volle che papà dovesse andare per alcuni giorni dalla zia a Modena e quindi solo in casa con mamma avrei potuto indagare. Partito papà ero curioso ed ansioso di vedere come si sarebbe comportata mamma e anche io ero pronto a darle una mano. Infatti già nel pomeriggio mamma era venuta in camera mia vestita in modo molto provocante con una gonna molto corta e una maglietta molto aderente sotto la quale non indossava reggiseno. Per poi gironzolarmi attorno per farsi ammirare e io mi sono complimentato con lei dicendole che ero orgoglioso di avere una mamma cosi carina e seducente. Ma evitava in ogni modo il contatto fisico. Cosi dopo cena in salotto, io sulla poltrona di papà e lei seduta quasi di fronte a me sul divano, dopo aver spento il televisore che quella sera non trasmetteva nulla di bello, abbiamo iniziato a parlare del più e del meno mentre lei si mostrava o cercava di farlo in modo sensuale: era la prima volta che fra noi non c’era la porta del bagno oppure il finto sonno da parte mia. Io non potevo dirle che avevo ascoltato il colloquio a letto tra lei e papà ma volevo portarla a parlare di noi e del suo cambiamento di atteggiamento nei miei confronti.
‘Sai mamma che stasera e tue gambe sono molto belle, si vede che le hai depilate per bene’
‘Ma cosa stai a guardare le mie gambe!’
‘Perché non posso guardarle? Anzi a dire la verità da qualche giorno non faccio altro che ammirarti per un certo tuo cambiamento sia nel vestire che nell’atteggiarti! Improvvisamente sei cambiata e devo essere sincero sei adorabile e molto sensuale!’
‘Non sono queste le parole che un figlio dovrebbe dire a sua madre!’
‘ E cosa c’&egrave di male se ti dico che sei bella e che ‘.. mi ecciti! Tanto lo so che lo sai da quando giorni fa in bagno hai visto con i tuoi occhi ‘.’
‘ Sei un pervertito! Anzi adesso che ci penso sei stato molto maleducato quel giorno ”
‘Maleducato? Ero tutto teso’per te e ho voluto solo dimostrartelo’
‘Avrei dovuto darti due sberle quel giorno in bagno’
‘Ma non l’hai fatto; anzi quando mi sono girato hai fatto cader la spugna ma la mano non l’hai abbassata e per me &egrave stato il paradiso!’
‘Un figlio non dovrebbe comportarsi come hai fatto tu con sua madre!’
‘E una mamma come te perché si fa vedere nuda e a gambe spalancate da suo figlio quando &egrave in bagno? Il vetro smerigliato della porta del bagno non nasconde l’ombra di qualcuno che sta li dietro, quindi tu lo sapevi e lo sai che sono li a guardarti. Potresti mettere un asciugamano sulla maniglia per impedirmi di guardarti ma non lo fai.’
‘Dimmi la verità mamma. Ti senti lusingata o turbata da tutto questo e, per prima cosa, lo hai voluto tu o qualcun altro?’
Mi alzo dalla poltrona e vado sul divano accanto a lei non senza aver messo in mostra tutta la mia eccitazione che gonfia il mio pube, mi tolgo la maglietta e rimango a petto nudo e con addosso solo i pantaloncini tesi dal mio cazzo.
‘E devo anche dirti che l’altra sera ero sveglio quando sei venuta in camera mia ‘.’
‘Oddio che vergogna’ e si copre il volto, ma lascia scoperte abbondantemente le gambe.
‘Dai mamma parliamone’, seduto accanto a lei mi faccio forza e le metto una mano sulla coscia per vedere la sua reazione; sento i muscoli irrigidirsi ma percepisco anche un fremito in lei. Mi accosto ancor di più e le accarezzo il viso e inizio a sbaciucchiarla sulla guancia.
Allora si rilassa e inizia a raccontarmi quanto le &egrave accaduto. Mi aveva sorpreso tempo prima insieme a Fabio mentre intenti a leggere dei giornaletti ci stavamo masturbando ed aveva apprezzato, non rendendosene pienamente conto, quanto fossimo dotati. Il suo lato razionale l’aveva fatta subito andar via mentre quello irrazionale le aveva acceso una eccitazione nuova e mai provata. Per cui aveva iniziato a spiarmi senza che me ne fossi accorto. Le sue visite in camera mia erano state già diverse fino alla sera in cui ero sveglio, ma le coperte invernali avevano impedito di poter guardare bene, mentre ultimamente, da quando dormivo scoperto o solo con il lenzuolo, si era trattenuta più a lungo ma non era mai riuscita a accarezzarmi per timore che mi svegliassi e soprattutto per le remore morali che fino a poco tempo fa l’attanagliavano. Una ulteriore spinta ad una visione diversa della vita e del piacere gliel’aveva data lo zio di Modena quando, nelle sue visite a casa prima del matrimonio con la zia, non aveva mancato, da libertino qual era, di corteggiarla e di provocarla nel suo essere femmina.
Le chiedo se con lo zio ci fosse stato qualcosa ma lei nega qualsiasi approccio fisico, solo una lunga chiacchierata molto spinta in cui lui l’invitata a togliersi i panni di donna morigerata. Solo dopo ho scoperto che non era così.
Poi quanto accaduto in bagno l’aveva convinta a osare di più. Mi dice che una scossa l’ha percorsa quando ha sentito sul dorso della mano il contatto con il mio ‘pisellone’.
‘Mamma vuoi vederlo e toccarlo il mio pisellone?’ le dico mentre la mia mano scorre su per le sue cosce.
Solo quando arrivo vicino al suo paradiso e il lato esterno del mio dito mignolo sente il setoso suo pelo, mi afferra la mano per allontanarmi.
‘Sei senza mutandine!’ Abbassa lo sguardo come per vergogna, ma io la incalzo ‘Dai mamma facciamo come l’altra sera solo che adesso facciamo guardandoci negli occhi’
Mi metto sul lato del divano e mi tiro giù lentamente i pantaloncini, e lei pure si posizione sull’altro bracciolo. Siamo di fronte e mentre il mio cazzo svetta libero lei poggia una gamba sul divano e l’altra a terra aprendosi al mio sguardo.
‘Mamma togliti la maglietta’ e dopo un attimo i suoi capezzoli duri e lunghi puntano verso di me.
Iniziamo lentamente a masturbarci e lei scosta la sua folta peluria per farmi ammirare la sua figa che, dato il suo corpo minuto sembra più un fiore, grande quando un bocciolo appena aperto di rosa. Con in cima però un clitoride che sembra un cazzo per quanto &egrave grande e duro. La mamma lo prende spesso tra le dita e praticamente si masturba come un ragazzo.
Sono minuti di infinita dolcezza e al tempo stesso di infinita lussuria. Non vuole toccarmi mentre io vorrei. L’accontento, facendo una inaudita violenza a me stesso, sapendo che questo &egrave solo l’inizio.
‘Dimmi quando stai per godere’ dice mentre le sue dita corrono veloci sul suo clitoride; ‘No dimmi tu quando stai godendo che non ho mai visto una donna godere’.
Dopo pochi minuti, comincia a tremare e mi avverte chiedendomi di godere su di lei ma senza toccarla. E mentre lei mugola tutto il suo piacere, mi alzo e mi avvicino inondandola con il mio piacere sul seno e sul ventre. Poi torno ad accasciarmi accanto a lei.
Apre gli occhi dopo un paio di minuti di profondo silenzio, si bagna la mano con il mio piacere spalmandoselo sul seno. Poi si alza di scatto e fuggendo si chiude in camera.
‘Buona notte Mamma!’

Prima di andare a letto ero di nuovo eccitato ma la camera di mia madre era chiusa a chiave: era evidente che non voleva essere disturbata perché forse stava ripensando all’accaduto. Speravo solo che non decidesse di smetterla! A me la cosa era piaciuta molto e non vedevo l’ora di andare avanti.
Al mattino, era un sabato, papà sarebbe rientrato già per pranzo, come prima cosa, appena alzato dopo una notte passata a sognare, ho preparato il caff&egrave e mi accingevo a bussare alla porta per servirglielo a letto. Ma con grande sorpresa la porta che fino a poco prima era ben chiusa, adesso era chiaramente socchiusa. Ero nudo si per il caldo ma anche perché volevo provocare la mamma. Quindi con la tazzina di caff&egrave in una mano ho varcato la soglia della sua camera. Dalle tapparelle appena alzate filtrava poca luce ma abbastanza per vedere immediatamente che lei, ancora mezzo addormentata, era distesa a letto coperta dal solo lenzuolo e, chiaramente, era nuda.
Mi sono avvicinato e, poggiata la tazza del caffe sul comodino, ha fatto con lei quello che lei aveva più volte fatto con me. Prima sono stato qualche istante ad ammirarla così rilassata con le sue forme disegnate dal leggero tessuto che la copriva, poi lentamente ho iniziato a scoprirla facendo attenzione a non svegliarla.
Era supina e la sua terza di seno con i capezzoli scuri grossi e ben eretti hanno attirato la mia attenzione e subito mi sono reso conto che si era addormentata senza farsi una doccia visto che chiaramente, sia sul seno sia sul ventre, erano ancora chiare le tracce della mia copiosa sborrata della sera prima. La cosa mi ha eccitato ancora di più di quanto già non lo fossi. Ho iniziato a masturbarmi lentamente proseguendo a scoprirla tutta. Era a gambe leggermente divaricare per cui la visione era da infarto. Dai folti peli della sua figa si ergeva chiaramente il clitoride e a quel punto non ce l’ho fatta a rimanere fermo con le mani.
Per la prima volta toccavo una figa e, inesperto qual ero, non sapevo come fare ma almeno toccavo. Con due dita ho stretto il suo clitoride per sentirne la consistenza ed era simile a quella del mio cazzo e di quello del mio amico Fabio con cui mi ero fino ad allora dilettato. Ma, forse per aver stretto troppo, mamma, a quel contatto inesperto, si &egrave svegliata di soprassalto. Dopo pochi istanti ripresasi dallo spavento, mi ha redarguito non perché la toccavo ma per averle procurato dolore. Mi sono scusato e ho tolto la mano da quella meraviglia di figa.
‘Buongiorno mamma ti ho preparato il caff&egrave, sono quasi le nove e papà sta per arrivare’
‘Buongiorno piccolo mio, grazie per il caff&egrave, ma credo che questa sia solo una scusa per entrare in camera mia’
‘Beh, forse &egrave una scusa, ma anche tu hai aperto la porta che ieri sera era chiusa a chiave’
‘Sei un porcello!’ mi dice mentre allunga la sua mano sulla mia per riposizionarla sulla sua figa.
‘Mamma non vorrei farti ancora male non so bene come fare ancora’ e poi ieri sera non volevi che tra noi ci fosse contatto fisico’
‘La notte porta consiglio, piccolo mio’ e inizia a masturbarsi aiutandosi con la mia mano: sento il caldo umido delle sue labbra intime e sento che le mie dita vengono coperte sempre più da un caldo liquido scivoloso che ne facilitano lo scorrere.
‘Sono arrivata alla mia età e ho conosciuto poco del piacere, anch’io non ho molta esperienza anche se ho superato la quarantina. Adesso voglio recuperare un po’ del tempo perduto. E lo voglio fare con te. Ma tu devi imparare a trattare con le donne e con me in particolare e devi insegnarmi a essere una brava amante.’
Queste parole mi stupiscono non poco, replico che semmai dovremo imparare insieme, ma lei mi dice che c’&egrave una via migliore.
Per la prima volta la sua mano afferra il mio cazzo e lo stringe come se per lei fosse la prima volta nella sua vita.
‘Mamma sembra che non tu non abbia mai visto un cazzo’
‘E’ così bambino mio, ho 46 anni, sono madre, non sono vergine, ma non sono ancora una donna perché un cazzo come il tuo non l’ho mai visto. Quello di tuo padre non &egrave bello e duro come il tuo. Lui ha sempre finito prima di iniziare e io ho sempre creduto, avendo solo lui, che tutti gli uomini fossero cosi. Almeno fino a qualche mese fa.’
E mentre la mia mano affondava sempre più nella sua figa e la sua correva sul mio cazzo inizia a raccontare di come lo zio Francesco, lo zio di Modena per intenderci, l’avesse corteggiata e una mattina di qualche mese fa, sorprendendola in cucina una mattina presto, mentre tutti noi dormivamo ancora e lei era intenta a preparare la colazione, l’avesse presa di sorpresa e posseduta con un furore a lei sconosciuto. E mentre la possedeva le aveva accennato alla mia dotazione fisica invitandola a controllare meglio il tesoro che aveva in casa invece di quel rammollito di papà. Mi racconta che lo zio era molto ben dotato, ma meno di me, ed era molto convincente con il suo dire. Al punto tale da farsi promettere di passare con lui un po’ di tempo la sera in cui la zia sarebbe uscita con le amiche che aveva per festeggiare ‘l’addio della zitella’ data la sua matura età. Infatti quella sera dopo una lauta cena a casa, io ero uscito per vedere Fabio e papà, quasi ubriaco grazie alle attenzioni dello zio, era sprofondato sulla sua poltrona in un sonno alcolico. Passati in camera da letto, mamma ha voluto che tutto avvenisse a luci spente e, per una buona mezzora cosa impensabile per lei, &egrave stata posseduta dal suo prossimo cognato. Al termine però lo zio le aveva detto che era la prima volta che incontrava una signora cosi poco esperta in fatto di sesso. Ed io non ho potuto che confermare: sapeva toccarsi ma per il resto era come una ragazzina di primo pelo.
Quindi la via migliore, già concordata con lo zio telefonicamente in questi ultimi giorni, &egrave quella di essere suo ospite a Modena, dove avrei trovato un maestro ed un complice che mi avrebbe insegnato e consigliato per diventare un uomo ed un amante coi fiocchi.
‘Mamma fammi entrare dai’
‘No non sono ancora pronta’
‘Allora prendimelo in bocca’
‘Mai, non sono una donnaccia’
‘Allora facciamo come ieri sera e almeno stammi di fronte a cosce spalancate’
‘Ecco bambino mio’
‘Voglio mettere la mia faccia sulla tua figa’
Mi avvicino e per la prima volta il mio cervello riceve il profumo di una donna che sta per godere, inebriato da quell’odore mi avvicino e a pochi centimetri dal suo grosso clitoride, faccio quello che con Fabio &egrave ormai consuetudine: glielo prendo in bocca come se fosse un uccello e inizio a succhiare.
Il suo sapore, dolce ed acre allo stesso momento, mi ubriaca e affondo il mio viso nel suo paradiso.
Lei, impreparata alla cosa, contorcendosi dal piacere sconosciuto che prova per la prima volta gode dimenandosi ma tenendomi con una mano sulla testa ben stretta a lei. Poi’
‘Bambino mio che hai fatto mai, dove hai imparato questa cosa fantastica?’
‘Un giorno te lo dirò mamma e sarà una giornata memorabile per te.’
In casa ormai il profumo di sesso impregnava l’aria. Mamma non poteva più fare a meno delle mie attenzioni e io ero più che mai deciso a diventare uomo nella sua figa. Ero inesperto e lei praticamente digiuna di sesso ma dalla nostra parte c’era sempre più violenta la voglia ed il desiderio. Per cui ogni giorno che passava era una cosa nuova per entrambi. Qualche sera dopo, rientrato presto da un incontro con mio amico Fabio, incontro fugace perché nel frattempo sua madre era diventata, diciamo, gelosa del suo figliolo, entrando in bagno per prepararmi ad andare a dormire, noto sul cestino della biancheria da lavare le sue mutandine di cotone. E’ il segnale convenuto che ci siamo dati per dirci senza farne parola, data la presenza di mio padre, che lei sarebbe venuta in camera mia. Voleva essere leccata per bene, ormai non si toccava più ed io ero diventato la sua mano e il suo strumento di piacere. La cosa piaceva anche a me ma ormai anch’io desideravo la mia parte: scopare no, ma almeno un pompino doveva iniziare a farmelo.
Nemmeno dieci minuti dopo entra e mi trova disteso nudo ed eccitato. Le chiedo se papà già dormisse e lei mi assicura di si. So che, come avviene da qualche giorno, lei mette davanti alla porta della sua camera un vaso che, se papà dovesse uscire improvvisamente, non potrebbe fare a meno di urtare dandoci il tempo di riprendere un certo contegno. Le donne ne pensano sempre una più del diavolo. Appena entrata e vedendomi già nudo ed eccitato si siede sulla sponda del letto e inizia a carezzarmi delicatamente. Le chiedo di togliersi il pigiama che non &egrave per nulla eccitante, ma lei mi dice che stasera vuole provare qualcos’altro.
‘Dai bambino mio, forzami un po’ a fare quello che tu desideri, che da sola non ci riesco.’
‘Io desidero scoparti, mammina bella. Voglio diventare uomo con te.’
‘No, lo sai che questo non &egrave possibile. E già tanto che sono qui.’
‘Tu non vuoi ammetterlo ma sei qui perché vuoi che io ti scopi: &egrave da quando che hai festeggiato con lo zio che non senti dentro di te un cazzo duro. E ne hai voglia’
‘Basta, altrimenti vado via.’
Però mi afferra il cazzo come se proprio non volesse essere staccata da me nemmeno a forza. Le metto una mano dietro la testa e cerco di farla abbassare verso il mio turgido desiderio. Fa resistenza mentre le dico di iniziare a darmi dei bacini leggeri.
Pur costretta dalla mia mano sulla testa, inizia effettivamente a farlo e io le dico di continuare cosi leggermente delicatamente che prima o poi riuscirà a leccarlo un po’ e infine a succhiarlo come una donna innamorata dovrebbe fare.
Lei alzando la testa mi dice che non &egrave innamorata di me che la sua &egrave solo una voglia, che &egrave innamorata solo di suo marito, mio padre.
‘Certo mamma, ma io intendevo dire che ti sei innamorata del cazzo di tuo figlio. Per cui ti prego fai l’amore con lui. Ormai l’ho capito che tu hai voglia solo di cazzo, del mio cazzo.’
Si abbassa di nuovo e inizia a mettere le sue labbra su per la mia asta e piano piano dopo diversi minuti sento finalmente la sua lingua che inizia a leccare.
‘Va bene cosi?’
‘Se lo fai con desiderio va tutto bene, mamma.’
Pur senza prenderlo in bocca inizia a bocca aperta un su e giù dalla cappella fino alle mie gonfie palle con una abbondante salivazione. Per un paio di volte come si avvicina alla cappella cerco di fargliela abboccare ma, mi rendo conto che proprio non &egrave nelle sue corde, almeno fin’ora.
Dopo pochi minuti però sento che il suo lavoro sta producendo comunque frutto e non posso non avvisarla.
‘Mamma sto per arrivare’
Lei fa per alzare la testa ma io non ce la faccio a non sentire più il caldo delle sue labbra e l’umida sua lingua per cui le afferro a testa e vengo. Lei serra le labbra ma non può evitare che tutta la faccia, il collo e anche i capelli siano inondati dal mio piacere.
Rimane con il viso sul mio grembo fino a quando, lentamente, il mio turgore si affievolisce: non &egrave stato un pompino ma come prima volta può bastare. Quando alza il viso &egrave completamente bagnata e non posso fare a meno di darle dei baci così da assaporare il mio piacere.
Solo allora avverto come una presenza estranea e voltandomi verso la porta mi rendo conto che &egrave socchiusa e mi pare di aver intravisto un’ombra dietro di essa.
Mamma nel frattempo si &egrave messa seduta sul letto e cerca qualcosa per pulirsi il viso. Non parla ma non mi pare che la cosa le sia dispiaciuta più di tanto.
Non trova nulla e inizia a spalmarsi la mia sborra sul viso e sul collo e io inizio a sbottonare la giacca del suo pigiama per toccare le sue tette. Quasi mi ringrazia portando le sue mani umide di sperma sia sul collo che sul busto.
Poi allungandosi ai mie piedi mi dice:
‘Dai bambino adesso, velocemente, fai godere anche me’
Ha il cavallo dei pantaloni del pigiama bagnati da una grossa macchia e impiego meno di un minuto con la mia bocca a farla godere prendendo in bocca il suo splendido clitoride.
Mentre lei &egrave ancora distesa a riprendersi dal piacere sento il bisogno di andare in bagno e uscendo in corridoio mi avvedo che mamma non ha messo il vaso davanti alla porta della sua camera. Allora ho la certezza che papà era venuto a spiarci.
Rientrando in camera le dico del vaso non posizionato e si affretta a dirmi che si &egrave dimenticata forse, ma che era certa che papà dormisse visto che prima di andare a letto gli aveva servito un infuso rilassante a base di camomilla.
Voglio crederle ma sono quasi certo dell’ombra che ho visto dietro la porta e, passati pochi minuti da quando lei &egrave tornata in camera di soppiatto mi avvicino alla porta della camera da letto dei miei, anche questa volta &egrave socchiusa e mi permette di vedere il mio genitore che si tocca annusando il petto a mamma e complimentandosi per essere quasi riuscita a prendermelo in bocca. Le confessa che la cosa lo fa impazzire di piacere e di gelosia al tempo stesso. Ma la prega di continuare, supplicandola quasi dato che mamma fa la ritrosa con lui dicendo che già troppo &egrave andata oltre e che la cosa la fa star male. Quest’ultima affermazione &egrave proprio una grossa bugia.
Vado a letto e inizio a vagare con la mente e mi stupisco di quanto la mia fantasia si sia messa a correre. Quasi mi spavento per tutti i pensieri e le situazioni che riesco ad immaginare possa fare con mia madre e, perché no, con quel cornuto, guardone e mezzo impotente di mio padre. A lui voglio un bene dell’anima ma se per lui questa situazione &egrave ideale e fonte di godimento, perché mai non dovrei approfittarne. Ho solo voglia di scoparmi mamma come penso stia facendo anche adesso il mio amico Fabio.
Penso a mia madre protagonista delle situazioni erotiche lette nei pochi giornaletti spinti di allora, inizio ad immaginarla affamata di sesso ad ogni occasione e con diverse persone, ma in primis me la immagino mentre chiama cornuto papà che ci guarda seduto sulla poltrona mentre io la scopo sul divano accanto.
Dopo qualche giorni di assoluta calma apparente, dovuto anche al ciclo mensile materno, durante i quali Fabio mi aveva messo al corrente di quanto fosse diventata esigente sua madre nei suoi confronti al punto tale che ormai lui era ridotto male e quasi completamente spompato. Per consolarlo gli dico che se vuole io una mano, e non solo quella, posso sempre dargliela. Lui mi confessa che già da giorni mentre scopa con la madre parla a lei anche di me e di come sarebbe carino poter giocare tutti e tre assieme. Lei a queste parole si irrigidisce e gli chiede di smettere di parlare cosi. Mi racconta pure però che non sarà sempre cosi, prima a poi cederà alle sue richieste, per paura che lui possa smettere di chiavarla.
Al rientro a casa trovo mamma seduta sul divano che sfogliava una rivista di moda. Era ora! Mi fa segno di andarle vicino e mostrandomi alcuni capi mi chiede consiglio. Le dico che per me dovrebbe andare in giro nuda visto il suo invidiabile fisico dal splendida 45enne. Mi ringrazia con un bacio sulle labbra che mi trasmette un brivido lungo la schiena.
‘Mamma mi insegni a baciare in bocca?’
‘Non sono cose che si imparano, si fanno’
Allora avvicino ancora il mio viso al suo e le sfioro di nuovo le labbra con le mie, poi ancora e ancora, infine tiro fuori la lingua e inizio a leccarle. Lei rovescia all’indietro la testa e lentamente apre la bocca e iniziamo a baciarci sempre più in profondità. La mia lingua, già capace di leccare una bella figa, ma inesperta quanto a bocca, inizia a vorticare attorno alla sua lingua e il mio cazzo si inalbera immediatamente. Siamo entrambi storditi da questo primo lunghissimo bacio e lei ammette che nemmeno con papà aveva provato sensazioni cosi belle. Non mi lascio scappare l’occasione e inizio ad accarezzarle le gambe salendo velocemente verso la sua figa. I suoi mutandoni frenano la mia irruenza e lei mi avverte che sarà meglio aspettare stasera, quando verrà in camera da me. Cosi ritorniamo a parlare del suo modo di vestire e le chiedo che almeno in casa la si possa ammirare un po’ di più.
‘Ma c’&egrave tuo padre!’
‘Perché pensi che a papà non piacerebbe vederti in giro per casa vestita in modo un pochino più eccitante? Anche lui &egrave un uomo’
‘Ma non dire fesserie che lui ormai non &egrave buono più a nulla!’
‘Beh almeno a spiare &egrave buono e anche ad annusare o leccare sua moglie piena di sborra!’
‘Ma che cosa stai dicendo?!?’
‘La verità mamma e lo sai’
Mamma &egrave costretta a d ammettere e mi racconta di come, da quando lui ha iniziato ad essere impotente la sua fantasia sia diventata ossessiva nel raccontarle storie dove vorrebbe vederla impegnata a fare sesso con altri. Ma la prima fantasia &egrave vederla con me. E da quando mamma gli ha detto di noi non sta più nella pelle. Riesce persino a godere ed eiaculare qualche goccia pur non diventando duro. Ma tanto gli basta.
Appena finito di cenare, decido di andare a letto, sapendo che poi mamma sarebbe venuta da me.
Credevo di dover aspettare più di un ora mentre invece dopo pochi minuti li sento entrambi entra in bagno e poco dopo in camera. Dopo pochi minuti decido io di fare una sorpresa a mamma e mi avvio verso la camera dei miei.
Papà dorme già mentre mamma nuda sta indossando, finalmente, una camicia da notte e non una scafandro. Appena mi vede quasi sobbalza e mi indica di uscire. Non ci penso nemmeno! Mi avvicino a lei e forzandola quanto basta prima la stringo a me facendole sentire sulla figa il mio cazzo poi glielo metto tra le gambe e siccome sono più alto di lei la sollevo da terra facendo perno sul mio uccello che le si posiziona fra le grandi labbra ella figa e tra le chiappe del culo. Sento distintamente il suo clitoride che si sfrega sul mio pube e l’aiuto con le mani sul culo a continuare a sfregarsi per qualche secondo. Arrovescia la testa sule spalle dal piacere che prova. Altro che non vuole! Poi delicatamente la metto seduta sul letto. Da le spalle a papà che dorme e che vorrei si svegliasse.
Seduta sul letto mamma ha il mio cazzo davanti alla faccia ma io stasera voglio provare le sue tette e le avvolgo attorno al mio uccello. Le dico di leccarmi la cappella e di insalivarla. Prontamente lo fa fino a che ho il cazzo bagnato e inizio a farlo scorrere tre le sue tette. Ogni volta che spingo la cappella sbatte sulle sue labbra.
‘Apri la bocca, mammina’ le sussurro e lei dopo diversi colpi tira fuori la lingua e infine lascia che la cappella le entri tra le labbra. Ma la cosa che più me sorprende e che sta godendo come se la stessi scopando o leccando.
Improvvisamente papà si gira su se stesso e rimane con la faccia verso di me. Un attimo di terrore, subito svanito quando lui inizia toccarsi mugolando.
Sono sbalordito e compiaciuto e godo. Alcune gocce entrano in bocca a mamma che non avvisata da me chiude le labbra troppo tardi. Il resto innaffia il suo volto e il suo seno con lei che ansima per l’orgasmo provato in maniera del tutto nuova e sconosciuta. Si accascia accanto a papà.
‘Buona notte mammina’
‘Adesso se vuoi, visto che &egrave ancora calda, puoi leccare papà’
Non faccio nemmeno in tempo ad uscire dalla camera che papà &egrave già sul seno di mamma.
Il mattino dopo esco per andare a scuola, sono gli ultimi giorni e tra poco iniziano gli esami di stato, per cui gli impegni sono tanti e gravosi anche se ho sempre studiato con profitto e quindi sono preparato. E tra pochi giorni festeggerò anche il mio 18 compleanno, sarò maggiorenne si ma sono ancora ‘vergine’ se cosi vogliamo dire. Non ho ancora una ragazza anche se qualcuna mi ronza attorno e, per non dare adito a pensieri strani in paese, con qualcuna saltuariamente esco, ma nessuna finora mi sembra adatta a me. Anche se più emancipate delle loro madri, sempre ragazze di paese sono, e di un paese del sud ancora ben arroccato a certi principi: Non si espongono più le lenzuola della prima notte per dimostrare l’illibatezza della sposa ma la mentalità &egrave quella. Poi, con l’esperienza che ho maturato a casa e con il mio amico Fabio, credo che la tradizione sia più di facciata che reale, quindi prima o poi incontrerò quella che potrà essere la mia donna. Per adesso, oltre agli esami di stato il mio pensiero &egrave uno solo: la figa di mia madre.
Per il mio compleanno la festa era quella di invitare alcuni tra amici e parenti per un frugale taglio della torta e per passare una serata tra giovani a ballare ‘alla luce della radio’, per chi sa cosa voglio intendere, ma sempre sotto il controllo di arcigni genitori e nonni ma almeno in quei momenti potesi sentire tra le braccia il corpo di una ragazza e, se eri sfrontato, farle sentire, durante i balli ‘lenti’, il pacco sul suo ventre. Il massimo della trasgressione! E cosi fu. Penso che in paese alcune delle ragazze con cui ero andato a passeggio e con le quali mi ero appartato, avessero messo in giro voci sul mio pacco, visto che quella sera furono diverse le pretendenti per ballare con me e con il mio amico Fabio. Noi ci guardavamo divertiti da questa situazione ma poco interessati alle ragazze perché avevamo per le mani ben altro!
Fui costretto a ballare un lento anche con una ragazzina del primo anno delle superiori, che in paese nessuno filava dato che era magra come fosse appena uscita da una campo di concentramento nazista, piatta davanti e dietro, con però un mare di capelli biondi lunghi e una bocca che sembrava fatta per i pompini, con labbra pronunciate e carnose. Fui colpito da lei perché, comportandosi come un ragazzo, mi fece sentire il suo pube sulla coscia. Sarà stato per l’eccessiva magrezza del suo fisico, ma sembrava avesse un cazzo li per quanto era pronunciato e la cosa mi sconvolse non poco e mi fece eccitare.
All’ora di cena erano tutti andati via e mamma stava mettendo a posto mentre io mi trattenevo ancora con Fabio scambiandoci opinioni sulle ragazze ma soprattutto su come andavano le cose a casa. Ero ancora vicino allo stereo prestatomi da un mio cugino cosi misi su un lento e invitai mamma a ballare con me mentre Fabio guardava i titoli dei dischi. Afferrai mamma e la strinsi a me; era riluttante per la presenza di Fabio ma io la convinsi a lasciarsi andare un pochino. Erano ormai diversi giorni che per un motivo o per un altro, non avevamo più avuto il tempo di coccolarci. Durante il ballo la stringevo a me e era chiaro che stavamo pomiciando alla grande. Fabio seduto sul divano inizia a carezzarsi guardandoci mentre ballavamo.
Mamma dimentica di Fabio si era abbandonata tra le mie braccia e io approfittandone, avevo iniziato a carezzarla sui fianchi sul culo e le strusciavo sulla figa il mio cazzo duro. Poi sussurrandole quanto la desiderassi e quanto avevo voglia di lei la baciai e lei rispose al bacio con passione. La girai per poggiarle il cazzo tra le chiappe e, cosi facendo, le misi le mani sulla figa infilandole attraverso l’apertura del grembiule che indossava. Tutto questo davanti a Fabio. Iniziai a masturbarla seppur da sopra le mutande e, in pochi minuti lei se ne venne gemendo appoggiata a me. La musica era finita ma nessuno di noi tre se ne era accorto. Fabio mi ringraziò per lo spettacolo e abbracciando mamma per salutarla la strinse per farle sentire il suo apprezzamento. Solo quando Fabio fu uscito, mi disse che ero stato un folle. Le risposi dicendole che Fabio con sua madre era già molto più avanti di noi e che il nostro segreto era ben custodito.
Quella sera capii che mostrare la mia donna agli altri mi eccitava e iniziai anche a capire mio padre.
I giorni degli esami passarono con tutto l’impegno di cui erano pregni. Non avevo molto tempo da dedicare a mamma ma pensavo che forse, con il bel voto che mi aspettavo e che venne, fui promosso con un bel 56, mamma alla fine mi avrebbe concesso quello che anche lei voleva.
Invece il mio regalo fù il soggiorno a Modena dagli zii.
‘Mamma guarda che non mi pare proprio un bel regalo, lo zio sarà anche bravo con le donne, ma la zia &egrave un cesso di prima categoria!’
‘Ma ti pare che se fosse cosi un bell’uomo come tuo zio l’avrebbe sposata?’
‘Mamma lo zio l’ha sposata perché aveva bisogno a casa di una brava donna che l’accudisse, che lui, come anche tu sai, le donne le trova dove vuole e crede.’
Niente da fare dovevo andare. In valigia mamma mi ha messo una busta da consegnare alla zia: ‘Stai attento ci sono dei soldi e dei documenti importanti’.
‘Perché dei soldi? Devi pagare il mio soggiorno da loro?’
‘No i soldi ti servono per le spese che dovrai affrontare per alcune commissioni che farai.’
Per arrivare di primo mattino dovevo prendere il treno a notte fonda cosi la sera della partenza per Modena, mentre papà dorme per potermi accompagnare alla stazione mamma dopo aver finito di preparare tutto l’occorrente per me, viene a sedersi vicino a me che, eccitato dalla partenza imminente, non ho intenzione di andare a letto e sto sul divano intento a guardarla. So che mi mancherà nei prossimi giorni e quindi certo di attirare la sua attenzione. Ho appena fatto la doccia e indosso il solo accappatoio e il mio cazzo fa capolino indisturbato. Mamma &egrave entrata in bagno e sento l’acqua scorrere, sto per decidermi ad andare da lei che invece, fatta velocemente una doccia entra in salotto con l’asciugamano sulla testa e completamente nuda. Mi si inginocchia davanti e aperto il mio accappatoio, anche se non ce n’era bisogno da to che il mio cazzo era ben fuori, si prende le tette tra le mani e inizia a strisciarsele una contro l’altra. Avvicina il volto al mio cazzo e inizia prima a leccarlo poi, come non aveva mai fatto prima, lo imbocca. Non &egrave brava come Fabio ma l’impegno &egrave sbalorditivo. Appena la mia verga &egrave ben bagnata, si mette quasi a cavalcioni sulla mia gamba destra e infila il cazzo tra le sue tette. Inizia una lento su e giù che mi manda fuori di testa. La sua lingua lecca e le sue labbra imboccano la mia cappella ogni volta che questa arriva vicino al suo viso. Sento sulla gamba il suo clitoride e l’umore umido e caldo che si spande. Si masturba mentre esegue una spagnola, cosi poi mi ha insegno mio zio si chiama la cosa, superba. Come la volta scorsa in camera da letto, gode non per lo sfregamento sulla mia gamba, ma proprio per il piacere si sentire il cazzo fra le tette. Gode moltissimo e questa volta ben più di uno schizzo lascia che le entri in bocca. Rimaniamo accasciato l’una sull’altro fino a quando costretti dall’ora ci prepariamo per uscire.
Alle due di notte prendo posto sul treno che mi porta a Modena.
Mamma ricordandosi di avere ancora una busta da darmi, entra nello scompartimento, lasciando papà sul marciapiede, e consegnatomi il plico, mi bacia con passione dandomi un’ultima strizzata al cavallo dei pantaloni.
‘Ci vediamo tra dieci giorni. Fai il bravo e comportati bene.’
‘Non far arrabbiare gli zii e mi raccomando fai tutte le commissioni che ho scritto a zia’
‘Si certo non ti preoccupare’.
La mia mano &egrave fra le sue gambe e sento già la nostalgia di casa.
Sono le nove del mattino quando, dopo una notte in treno, scendo alla stazione di Modena, giovane 18enne appena diplomato e prossimo ad iscriversi all’università. Vedo in lontananza lo zio che mi saluta con la mano. Mentre mi avvicino non posso far a meno di notare che vicino a lui staziona una signora di bellissimo aspetto, proprio una gran fica, elegantemente vestita e tutti gli uomini che passano non possono fare a meno di ammirarla. E si &egrave proprio una gran figa: indossa una giacca molto aderente e con una profonda scollatura dalla quale esplode un seno favoloso forse una quarta misura; gonna al ginocchio ma aderente alle affusolate gambe che sorreggono un culo ancor più sporgente grazie a un tacco dodici portato con eleganza. Si muove come se il modo le ruotasse intorno, con eleganza ma anche cosciente dell’effetto che provoca sia a tutti gli uomini ma anche alle donne.
Quando sono vicino riconosco dai lineamenti del volto, truccato come mai avevo visto, la zia ‘cessa’ che era partita dal paese non più tardi di sette mesi fa.
Saluto con calore lo zio che mi abbraccia vigorosamente e, piuttosto imbambolato, la zia che sorride sorniona.
‘Scusa zia il mio imbarazzo, ma sei proprio cambiata’e tanto!!’
‘Grazie nipote mio, ma &egrave tutto merito dello zio’
‘Sarà anche merito dello zio ma il tuo fisico te lo sei portato dietro dal paese ma lì non lo si apprezzava affatto’
‘Dimmi la verità zio, l’hai portata a Lourdes la zia? Perché solo un miracolo può essere stato!’
Di colpo mi rendo conto che questi giorni non saranno una palla come pensavo, ma molto interessanti.
Trascinando la mia valigia arriviamo alla macchina che ci condurrà a casa.
Lo zio alla guida mentre la zia preferisce che io stia davanti mentre lei decide di stare dietro.
Messa la valigia nel bagagliaio, con cortesia apro lo sportello alla zia per farla accomodare. Nell’entrare in auto, la sua gonna, dotata di un profondo spacco posteriore, mette in mostra un paio di gambe fasciate da delle calze nere e trasparenti. La mia eccitazione inizia a farsi sentire nonostante il lungo viaggio notturno.
Dopo un breve tragitto, durante il quale più volte mi sono girato per parlare con la zia godendo della visione delle sue gambe elegantemente accavallate e abbondantemente messe in mostra con evidente godimento mio ma anche con la sua piena consapevolezza, giungiamo finalmente a casa. Un bellissimo appartamento posto all’ultimo piano di un signorile condominio dove ho subito avvertito odore di sesso.
Anche il portiere che si trovava nel giardino antistante il caseggiato era molto più simile ad un porno attore di oggi che al classico portiere di condominio. E il suo saluto alla zia e allo zio la diceva lunga, sono si ancora inesperto ma mica cieco, ma forse le mie sensazioni erano frutto solo della mia ormai perversa fantasia.
Rimango stupito per la bellezza dell’appartamento: cucina abitabile, salone, salottino, tre camere da letto, la più piccola delle quali &egrave stata adattata a studio dello zio, doppi servizi, un ampio terrazzo da cui si apprezza una bella vista.
La zia mi fa vedere la camera destinata a me e dove poggio la mia roba. La finestra da sul balcone che circonda tutto l’appartamento ed oltre al letto da una piazza e mezza c’&egrave una bella scrivania e una libreria che subito attira la mia attenzione. Sugli scaffali ci sono molti libri con titoli che fanno intendere essere testi sul sesso, la sessualità e quanto a questo potesse essere collegato, mentre più in basso una completa collezione di riviste di nudo e porno di provenienza straniera oltre a molte riviste di fotografia, di cui lo zio era un appassionato.
Metto a posto la mia roba, cosi come mamma mi aveva consigliato di fare e prendo la busta da dare alla zia consegnatami prima di partire.
Dopo pranzo, pur volendo apprezzare la compagnia dei miei ospiti, devo per forza andare in camera a stendermi perché sono molto stanco dal viaggio.
Dopo un paio d’ore di riposo si esce per andare in centro a fare una prima visita alla città ma io non ho occhi che per mia zia. Non riesco a capire come in cosi pochi mesi possa essere cosi cambiata, quindi ne parlo con mio zio.
Lui mi dice che qui la zia ha trovato un altro mondo e che ha scelto di seguire i suoi insegnamenti in fatto di vivere bene e con piacere la vita. Mi racconta che la signora che li ha presentati &egrave una coinquilina del condominio, anche lei nativa del mio paese ed anche lei trasferitasi appena sposata qui. Quando si sono incontrati la prima volta ha capito subito che mia zia era vergine immacolata anche nei vizi, quindi &egrave stato facile per lui manipolarla a suo piacimento, come far ubriacare qualcuno che non aveva mai bevuto. Ma in tutta questa manipolazione le aveva sempre lasciato la libertà di accettare. E’ stata poi lei che ha voluto continuare e godersi questa sua piena maturità come a recuperare il tempo perduto. Per questo adesso si godeva qualsiasi situazione godereccia senza pudore alcuno. Almeno fino a quando la sua fisicità gliel’ avesse consentito.
‘Beh zio, a vederla potrà divertirsi e divertirti per almeno altri dieci anni se non quindici.’
‘Mai dare un fine alla speranza nipote!’
Mi ha poi spiegato che le donne vanno sempre rispettate anche nelle situazioni più scabrose. Prima viene il piacere della donna poi quello dell’uomo. Dare della troia ad una donna &egrave un insulto, ma se &egrave lei che si comporta in un certo modo &egrave una gratificazione. Mai usare la violenza, ne verbale, ne fisica, anche se, in certe situazioni la violenza &egrave di casa, ma solo se voluta. Cosi come la vita di coppia se la coppia &egrave d’accordo non ci sono tradimenti in nessuna situazione, se non &egrave d’accordo per tradire basta anche un pensiero.
Sono state due ore di Master sul sesso e sulle donne che ancor oggi mi porto nel cuore e che ho applicato alla mia vita successiva.
Finito di cenare a casa ci siamo messi un po’ in libertà anche per la gradevole temperatura della serata. Noi uomini in maglietta e pantaloncini mentre la zia, su invito del marito, &egrave comparsa in salotto con addosso una vestaglia trasparente lunga al ginocchio, calze velate con reggicalze, uno slip, che io avevo apprezzato solo su certe foto, e un reggiseno che metteva a bella vista il suo seno con i capezzoli a vista, coperti solo dal velo della vestaglia e ai piedi un paio di ciabatte a tacco alto. Apparizione da infarto. Come ho già scritto la zia &egrave una donna alta quasi un metro e settantacinque, con una corporatura giunonica da donna del sud e con una seno di una quarta abbondante, con i tacchi superava gli uno e ottanta. Io avevo invece presente le misure di mia madre alta nemmeno uno e sessanta con un fisico minuto, quasi da ragazzina con un seno da terza.
Viene a sedersi sul divano in mezzo a noi e appoggiandosi verso lo zio e accavallando le gambe mi sono trovato ad ammirare una coscia che sembrava quasi un campo da bocce. Poi con quelle calze e con il reggicalze bene in vista: una visione da svenire. Mi dice che ha letto la lettera della mamma e che insieme dovremo andare per negozi a fare certe spese. Poi girandosi vede il mio stato di eccitazione e sorride. Inizia cosi a palpare lo zio che lentamente si eccita e appena il suo uccello diventa non durissimo ma abbastanza gonfio, infila la mano nell’elastico e, come se nulla fosse, lo tira fuori iniziando a carezzarlo.
Lo zio memore delle confidenze che ci eravamo fatti prima del matrimonio nella mia camera da letto, mi chiede se mi piace il suo uccello. Non posso negare che era proprio un signor cazzo.
‘Sai quante donne ho fatto godere con questo? E anche qualche maschio!’
La zia intanto poggia una gamba sul divano infilando il piede dietro la mia schiena ha di fronte una figa enorme grandiosa seppur coperta dallo slip. Era il doppio di quella di mamma e, meraviglie delle meraviglie, quando con una mano si scosta lo slip appare la sua figa completamente depilata tranne che una sottile striscia che andava dal vertice delle grandi labbra alla fine del suo osso pubico.
‘Le signore si depilano quando vogliono godere bene!’
‘La mamma mi scrive che sei bravo a leccare, fammi vedere e sentire cosa sai fare’
Il profumo che arrivava dal quell’enorme figone mi stordiva e senza pensarci due volte, memore delle parole di zio, mi tuffai su quella accogliente caverna. Il mio viso stava comodamente tra quelle carnose labbra tanto che ero costretto a muovermi molto per arrivare dappertutto. Il clitoride della zia era grosso come quello di mamma ma, date le dimensioni del suo bacino, sembrava essere quasi normale. Mi impegnai a far godere la zia senza fretta e quando poi presi in bocca il suo clitoride e iniziai quasi a farle un pompino toccò il culmine dandomi del frocetto per quanto succhiassi bene. Finito di godere credevo di poter affondare finalmente in una donna. Invece fui quasi preso di peso e portato davanti all’uccello di zio. Non ci fu bisogno di parole e, dopo qualche mese, mi ritrovai a succhiare un bel cazzo.
Stavo pregustando la incipiente sborrata quando la zia volle condividere l’orgasmo di suo marito. Le nostre bocce si unirono accogliendo il suo piacere. Ci baciammo a lungo scambiandoci sulla lingua il seme dolciastro dello zio.
Pensavo fosse il mio turno, quando lo zio mi disse che io dovevo saper attendere il giorno dopo.
La zio il mattino dopo esce per andare a lavoro, sono gli ultimi mesi da dirigente di una grossa società, dato che a fine anno andrà in pensione. Sono già sveglio perché ho il cazzo duro e ho dormito poco, sto scorrendo le riviste di nudo riposte nella mia camera.
Vorrei segarmi, ma voglio rispettare l’invito a non godere della sera prima, anche se in effetti ho goduto molto mentalmente di tutto quanto accaduto il giorno prima.
Sono le otto e mezza quando la zia bussa alla mia porta ed appare con il vassoio della colazione. Mi da il buon giorno e mi dice di far presto che avevamo degli impegni.
Indossa solo una maglietta lunga fino a meta coscia e come si china per poggiare il vassoio dal collo a v posso ammirare le sue grosse tette. Poggiato il vassoio penso si sieda sul mio letto, invece si avvicina e me bacia sulla bocca fugacemente ed esce dicendomi che posso usare il bagno degli ospiti mentre lei va in quello della sua camera da letto. In meno di mezz’ora sono pronto, docciato e profumato. Riporto in cucina il vassoio e passo in salotto tornado a sfogliare nell’attesa un paio di riviste molto esplicite.
Passata una mezzora sento la zia che mi chiama, entro in camera sua dopo aver bussato e la trovo distesa sul letto co addosso solo calze e reggicalze che si sta già accarezzando con le gambe oscenamente spalancate.
‘Non avrai pensato di dover uscire stamattina? Il tuo impegno era quello di soddisfare la zia ‘cessa’ e il mio quello di essere soddisfatta da mio nipote:’
‘Scusa zia ma proprio non sei affatto una ‘cessa’ ma quando eri a casa giù da noi, non puoi negare che eri proprio la negazione della femminilità!’ Intanto inizio a togliermi di dosso i vestiti appena indossati.
‘Si &egrave vero, sono cambiata in meglio e tu sei qui per imparare e io sono il tuo campo d’allenamento se mi vuoi. Ma vedo già con i miei occhi che non ti sono indifferente.’
Avevo di fronte a me una matrona, la miglior ‘nave scuola’ del mondo che un ragazzo possa sognare, che a gambe aperte mi invita a godere con lei e lo sta facendo allargandosi le labbra della sua grossa figa.
La cosa più bella ed oscena, dopo mamma nella stessa posa, che ho mai visto ed apprezzato.
Mi stendo accanto a lei e iniziamo a carezzarci e baciarci ovunque; quando la sua lingua inizia a leccarmi il culo e l’ano quasi svengo da piacere. Mi fa i complimenti per la mia resistenza e per quasi un ora ci carezziamo e lecchiamo a vicenda insegnandomi alcuni trucchetti che a lei piacevano molto e che avrei potuto replicare in futuro con le mie conquiste. Poi mi chiede se voglio scoparla oppure preferisco aspettare che mamma si decida a farlo con me, le rispondo che mamma me la farò tante di quelle volte, ma che adesso la voglio perché sono un depravato e mi piacciono le ‘cesse’ come lei.
Finalmente sento il caldo di una figa sulla punta del mio cazzo. Affondo lentamente in lei per gustarmi ogni attimo e arrivato fino in fondo, il calore rovente che mi avvolge mi fa venire, nemmeno fossi Fabio.
Ci rimango male e soddisfatto allo stesso momento, ma zia mi consola dicendo che non &egrave la prima volta che non solo un ragazzino ma anche uomini navigati, fanno questa fina al primo affondo con lei. Rimaniamo abbracciati fino a quando sento che il mio uccello riprende vigore e allora inizia la mia vera prima scopata. Mi rifaccio della brutta figura di poco prima pompandola per oltre mezzora e facendola godere tre volte. Solo dopo che mi sono ripreso dal mio secondo orgasmo, abbondante pure questo e pure questo all’interno del suo figone, mi viene il dubbio di aver fatto un pasticcio.
La zia arruffandomi i capelli mi tranquillizza dicendomi che, avendo deciso di essere aperta a tutte le esperienze, aveva provveduto, con l’aiuto di un medico amico dello zio, a far in modo dI poter godere senza problemi.
‘Sono una donna di quasi 50anni che ha conosciuto il sesso solo qualche mese fa e adesso me la voglio solo godere, nipotino mio e tu mi hai fatto godere e tanto. Spero tu abbia ancora voglia perché stasera avremo ospiti.’
E’ ora di pranzo ormai e lo zio ci chiama al telefono invitandoci a pranzo fuori. Usciamo poco dopo con zia che fresca come una rosa e vestita da far girare la testa, non sembra affatto una donna che ha appena finito di godere, anzi semmai sprizza voglia di sesso ancora di più.
Glielo dico e lei mi ringrazia per il complimento. Anche il tassista che ci porta in centro si vede bene che &egrave molto affascinato, come tutti quelli che la incrociano quando gira per le vie, mentre cerca di guardare dallo specchietto questo spettacolo di donna.
Arrivati al ristorante lo zio si complimenta subito con me facendomi arrossire poi ci sediamo ad un tavolo appartato rispetto agli altri e mangiamo allegramente. La zia racconta la mattinata al marito eccitato e poco prima del dolce gli chiede se gradisce un po’ del piacere della mattina. Alla sua risposta affermativa con eleganza e non senza il timore di essere vista si tira su la gonna e invita lo zio a prendere il cucchiaio da dessert per assaggiare la crema che lei le ha tenuto in caldo.
‘Scusa caro ma ho dovuto mettere un pannolino per non macchiare il vestito, ma lui ha sborrato così tanto da riempirmi come un bign&egrave, e dire che io ho un bel serbatoio!’
Lo zio da galantuomo prende la posata e se la mette in bocca per pochi secondi così da scaldarla perché la zia non senta il freddo del metallo, poi si china quel tanto da infilarle il cucchiaio nella figa che la zia tiene aperta con ledita e tirarlo fuori pieno della mia sborra e non solo. Se lo porta alla bocca e assapora lentamente. E per altre due volte fa lo stesso, poi bacia la moglie ringraziandola per il gesto carino nei suoi confronti. Ho imparato un altro aspetto del piacere e della trasgressione. A questo punto la zia chiede al cameriere le indicazioni per il bagno così da potersi cambiare l’intimo e sentirsi più a suo agio.
Passiamo il pomeriggio in giro per la città e a fare acquisti e lo zio ordina anche il buffet per la cena che ci apprestiamo a consumare con dei suoi amici.
Alle otto e mezza siamo tutti pronti ed in attesa, io e lo zio freschi di doccia indossiamo pantaloni e camicia elegante mentre la zia ha indossato un abitino nero tutto traforato che le arriva a mezza coscia con le sempre immancabili calze e reggicalze. L’abito la fascia in modo tale da rivelare tutte le sue forme e non mi pare che indossi intimo. Già il mio uccello da segni di risveglio!
Dopo pochi minuti il campanello ci avverte che i nostri ospiti sono arrivati ed infatti poco dopo compaiono sulla porta un signore dell’età più o meno dello zio, anche lui vestito sportivo, una bella faccia gioviale e alto quanto me o poco più, che subito mi saluto con gentilezza, dietro questi ecco sua moglie alta poco meno della zia molto più minuta di lei ma molto carina e con un corpicino niente male; sono colpito dalla bellezza delle sue gambe che spuntano fuori da una minigonna con spacchetto posteriore che lascia scoperta la balza delle bellissime calze fumé indossate con delle belle decolté tacco 12. Con mia sorpresa vedo entrare anche una ragazza un po’ in carne in verità ma vestita come fosse una ragazzina. Tiene gli occhi bassi, forse si vergogna, e si chiama Claudia.
Dopo i convenevoli di rito prendiamo posto a tavola e io mi trovo tra zia e la signora Rita mentre Claudia mi siede di fronte tra suo padre e lo zio che &egrave seduto di fronte a Rita. Consumiamo velocemente la cena e tutto sembra tranquillo anche se sia alla mia destra che alla mia sinistra lo spettacolo non &egrave da poco. Faccio fatica a non allungare la mano sulla coscia della zia ma ho paura di comportarmi maleducatamente, verso la fine del desinare si comincia a parlare di me e mentre la zia mi presenta con eleganti allusioni sulla mia situazione che fanno ridere lo zio e il suo amico, ma che fanno ancor di più arrossire Claudia di fronte a me, credo di capire che dovrei essere il prescelto per la ragazza. La cosa mi mette addosso un po’ di fastidio.
Lo zio ci invita a sederci in salotto per il caff&egrave ed io mi offro di aiutare la zia per servirlo cosi mi alzo seguendola in cucina insieme alla signora Rita.
Mentre la zia prepara il caff&egrave, la signora Rita ascoltando la musica soffusa che viene dl salotto mi chiede di ballare con lei. Mi avvicino e lei mi stringe a se seguendo il lento che proviene dall’altra stanza. Sento le sue tette che premono sul mio petto, ha infatti una bella terza abbondante mentre con una gamba fra le mie inizia a strusciarsi sul mio uccello già in tiro.
Dice alla zia che sono proprio ben messo e in men che non si dica la sua mano prende possesso del mio cazzo. La zia, aspettando che esca il caff&egrave, appoggiata al bancone della cucina inizia a toccarsi le tette alla vista del nostro ballo lascivo. Uscito il caff&egrave ci portiamo tutti in salotto. La musica di sottofondo che ascoltavo dalla cucina ora era più chiara e serviamo il caff&egrave allo zio e al padre di Claudia che &egrave seduta tra loro due sempre con la testa chinata sul petto.
‘Allora?’ chiede la signora Rita ‘Claudia ti hanno fatto capire questi due che non &egrave vero che sei brutta?’
‘Si Rita glielo stiamo dicendo ma lei non vuole sentire ragioni!’ dice lo zio ‘Dai facci vedere quanto sei brava a ballare davanti a noi’
‘No io ballo solo davanti a mamma e papà’
‘Appunto fai finta che qui non ci siano che mamma e papà, noi in fondo siamo come una famiglia e ci vediamo quasi tutte le settimane, poi guarda mio nipote, non sai quanto vorrebbe vederti ballare!’
Credo che la serata stia prendendo una brutta piega, perché a me di vederla ballare non me ne frega proprio niente, mentre avrei voluto vedere ballare sul mio uccello la signora Rita, comunque sto al gioco e la invito a mettersi al centro della stanza.
Chiedo alla madre quanti anni ha la ragazza e lei mi risponde che ne ha ventuno.
‘E perché veste come una ragazzina?’
‘Perché non ancora ti sei accorto che sta recitando, sta giocando, come fa a casa con noi.’
‘E’ lei che ha voluto partecipare a questa serata perché vuole sentirsi ammirata ed al centro dell’attenzioni di quei due maiali di tuo zio e mio marito.’
Infatti, dopo essersi fatta pregare ancora un po’ si alza e comincia lentamente e languidamente a dimenarsi. Capisco subito che vuole eccitare lo zio, che qualche tempo prima aveva visto all’opera con sua madre a casa sua.
A forza di dire che era brutta aveva convinto, appena maggiorenne, prima la madre e poi il padre a guardarla ballare e, sapendo che erano entrambi molto aperti di idee, alla fine aveva ottenuto di vedere, dopo essersi praticamente spogliata, il cazzo duro ed eccitato del genitore. Fino poi a scopare con lui alla presenza della madre ma anche in sua assenza.
Adesso, vista che la mia presenza avrebbe riequilibrato il gioco, eccola qui in famiglia, per godersi lo zio.
E infatti poco dopo rivolgendosi ai due seduti su divano li incita a farle vedere quanto &egrave bella. In un attimo il padre e lo zio tirano fuori i loro uccelli già gonfi mentre lei mugolando inizia a spogliarsi.
In effetti non era una dea fisicamente ma gettato al vento l’ultimo indumento si &egrave messa al centro dei due maturi signori e ha iniziato a carezzarli e a succhiarli con una veemenza che non conoscevo. Una vera ninfomane. Le mie mani sono immediatamente corse ad afferrare le chiappe delle mie due damigelle che ben volentieri hanno iniziato a spogliarsi e a spogliarmi. La zia si &egrave messa seduta in poltrona e ha allargato le sue gambe tra le quali si &egrave fiondata la signora Rita mentre io sono stato invitato prima a leccare e poi a scopare alla pecorina la mamma di Claudia, cosa che ho fatto con sommo piacere. Mentre la trombavo, ricevendo i suoi complimenti, la signore Rita ha iniziato a infilare la sua mano dentro la figa di zia: prima un dito, poi due, poi tre infine tutte le dita e piano piano tutta la mano fino a metà avambraccio. La zia godeva de matti. Girato lo sguardo ammiro quei due maiali che scopano la ragazza davanti e dietro. Ero sbalordito perché per la prima volta assistevo a qualcosa per me impensabile.
Ho trascorso due ore di sesso sfrenato, incestuoso e perverso, ma anche molto appagante per tutti. Un solo rammarico: Claudia non mi ha preso in considerazione perché ero troppo giovane!!
Ma sono stato apprezzato, e molto, da sua madre e mia zia: ero felice ed appagato.
Un paio di giorni dopo, questi ultimi trascorsi a far compere per mamma, mi chiedo se dovrò comprare un’altra valigia per portare tutto a casa, la zia mi sveglia intorno alle 8.30 per informarmi che lei esce per andare dal parrucchiere visto che poi a sera andremo in un locale molto chic. Mi chiede se ho portato giacca e cravatta e alla mia risposta affermativa mi prende il cazzo in mano e me lo sbatacchia per qualche istante. Allungo anch’io la mano sotto la sua corta gonna e la sento nuda:
‘Altro che parrucchiere! Tu vai a fare la troia con qualcuno!’
‘No amore di zia non vado a fare la troia, io sono la troia!’
Sculettando esce ed io, ormai sveglio, mi alzo. Dopo una salutare doccia e colazione, mi metto in terrazzo a prendere il sole portandomi dietro qualche rivista piccante, tanto per non perdere l’eccitazione che zia mi aveva dato.
Pare poco ma sono quasi due giorni che non vedo una bella figa o un bel cazzo e comincio ad avere le palle piene.
Passata circa un’ora sento il campanello di casa suonare. Mi metto un comodo pantaloncino e vado alla porta a sentire chi fosse.
Vedo dallo spioncino il volto della nostra vicina che abita al piano di sotto e che &egrave originaria del mio stesso paese. Una bella donna vicina più ai sessanta che ai cinquanta che conosco di vista per averla incontrata in paese d’estate.
Apro la porta credendo le servisse qualcosa.
‘Buongiorno signora, come va?’
‘Grazie caro di avermi aperto, va tutto bene. Tu come ti trovi qui da noi?
‘Benissimo grazie, non mi posso lamentare gli zii sono molto ospitali’
‘Posso entrare un attimo?’
‘Ma certo si accomodi.’
‘Ti prego diamoci del tu che altrimenti mi sento vecchia.’
Come la signora entra mi avvedo che indossa una canottiera di cotone fatta a mano con una trama a rete tale da far spuntare fuori, all’altezza giusta ed ad ornamento di un seno matronale, due capezzoli grossi come una falange delle mie dita. Indossa una gonna a portafoglio ma, poverina, nella fretta di uscire si &egrave dimenticata dello spillone per lo spacco, cosi che ad ogni passo le sue possenti cosce vengono fuori ben in vista.
‘So che sei solo, tua zia prima di uscire &egrave passata da me un attimo e mi ha chiesto di venire a vedere se avevi bisogno di qualcosa per meglio passare il tempo!’
Cosi dicendo si siede su una delle sedie a sdraio del terrazzo allargando alquanto le gambe.
‘Pensi che possa andare come passatempo per stamattina? O sono troppo vecchia per un ragazzino come te?’
Non faccio in tempo a dar di voce che il mio cazzo parla per me uscendo fuori da un lato del pantaloncino troppo corto per lui.
Dalla mia posizione vedo una figa umida e aperta che mi invita ad avvicinarmi.
‘Di quello che succederà adesso non una parola in paese! Non capirebbero laggiù in Africa!’
‘Sono un gentiluomo io.’
‘ Spero di no almeno adesso perché io ho voglia di un toro.’
‘Dai fammi vedere meglio quanto sei troia! Sto palazzo deve avere un qualcosa di particolare. Tutte le signore che vi abitano o sono troie o zoccole ma tutte di alto livello.’
La signora mi dimostra che nonostante l’età &egrave molto in forma. Ha un corpo giunonico ma il seno sta su come quello di una diciottenne ed e sodo da far invidia. I capezzoli poi sono irti e grossi e ti ci puoi riempire la bocca. Il ventre appena accennato e un culo brasiliano poi un figone da paura da infilarci dentro tutta la testa. Le gambe sono due colonne con un piccolo accenno di smagliature che le rendono ancora più appetibili.
Mi avvicino e le metto in bocca il cazzo invitandola a succhiare. Praticamente riesce ad ingoiarlo tutto e la cosa mi stupisce non poco. Non sapevo cosa si provasse ad infilarlo in gola ed &egrave una sensazione stupenda.
Mentre con una mano si tiene aperta la figa con l’altra mi infila un dito in culo facendomi quasi godere. Ma ormai sono ben allenato. Dopo essermi beato della sua bocca la spingo giù sulla sdraio e mi tuffo nella sua figa. Ha un sapore forte ma inebriante. Lecco per oltre dieci minuti e lei gode due volte allagandomi la faccia. Nel momento che le metto dentro il cazzo in quel mare di lussuria, prende a leccarmi il volto per assaporare il suo piacere umido. Gode di nuovo ringraziando il cielo per i ragazzi dal cazzo duro. Mentre la sbatto le alzo le gambe e me le pongo sulle spalle per affondare tutto in lei. Arrivo al collo del suo utero e con una spinta ulteriore la mia cappella l’oltrepassa facendola godere rumorosamente di nuovo. Poi nel tirarlo fuori per poi riaffondare la cappella esce dalla vagina e senza preavviso le si ficca nel culo. Solo quando sono entrato per oltre la metà mi rendo conto della cosa. Faccio per uscire e chiederle scusa, ma lei guardandomi in cagnesco mi prende per le chiappe e spinge di nuovo fino a farmi affondare nel suo retto accogliente e caldo. Due affondi ancora e l’avverto che sto per riempirla. All’arrivo nel suo intestino della prima bordata di sborra arrovescia gli occhi e dopo un languido si, sviene per rinvenire solo dopo un paio di minuti, per me di terrore.
Ripresasi lei dal piacere e ripresomi io dallo spavento, mi ringrazia. Solo un altro paio di volte nella sua vita aveva goduto cosi profondamente.
Mi racconta che &egrave stata l’amante dello zio sin da prima che morisse la sua prima moglie ed insieme alla quale aveva iniziato la sua vita dissoluta. Poi mi conferma che il condomino &egrave abitato solo da coppie di classe alta e che tutti i condomini sono molto aperti sessualmente. Infatti anche il portiere &egrave stato scelto oltre che per le sue indubbie capacità professionali ma soprattutto per essere un superdotato e sposato con una moglie molto vogliosa ed aperta a tutte le esperienze. Quindi nel palazzo tutti conoscono tutti e nessuno si stupisce se anche all’interno delle famiglie ci si diverte tra familiari. Lei, che una delle donne più mature del palazzo, si prende cura dei giovani rampolli dello stabile ma anche di famiglie nobili della città e del circondario. Aveva consigliato allo zio di sposare mia zia perché, conoscendola, era quasi certa che sarebbe rimasta la sua amante ancora per molto. Non avrebbe mai immaginato che la zia, capita l’antifona, si sarebbe buttata a capofitto nel modo della trasgressione. Cosi lei adesso le doveva chiederle il permesso per farsi una scopata con zio Francesco e spesso doveva mandare su suo figlio per ottenere il via libera.
Quest’angolo di mondo era proprio tutta un’altra cosa.
Passo il resto della mattina a crogiolarmi al sole sul terrazzo per ritemprare le mie forze. La zia rientra verso le 13. Pranziamo poco dopo noi due soli. Lo zio rientrerà verso le 18.00 e poi ci accompagnerà per la serata prevista.
Alle 19.00 sono pronto in abito scuro come si conviene ad un perfetto cavaliere. Mi accomodo in salotto assieme allo zio in attesa che la zia sia pronta e non lo sarà prima delle 21.00; deve ancora entrare in bagno, quindi l’attesa sarà lunga.
Chiedo allo zio perché lui non viene con noi ma ci accompagna solamente. Sorridendo mi spiega che quella di questa sera &egrave una serata molto particolare a cui possono partecipare solo donne mature accompagnate rigorosamente solo da giovani ragazzi appena maggiorenni e per di più parenti stretti delle medesime dame.
‘Hai presente il ballo delle diciottenni che si tiene a Vienna?’
‘Si ma ne ho solo sentito parlare.’
‘Bene questa festa &egrave simile, solo che ci si può partecipare solo se hai in famiglia un ragazzo diciottenne ogiù di li e solo se questi &egrave un tuo parente stretto.’
Tua zia da quando ha conosciuto questa cosa freme per parteciparvi ed ha dovuto scoparsi il fior fiore dei VIP locali per ottenere l’invito. Infatti &egrave una serata riservatissima a cui partecipano solo sceltissime persone di alto rango o di ricca famiglia.’
‘Ma tu non si un nobile e nemmeno un ricco sfondato!’
‘Già ma tua zia &egrave la tra le più desiderate troie che i ragazzi sognano di scopare! E tutto questo in pochi mesi che &egrave qua!’
Ed io che mi aspettavo una festa con decine di invitati! Invece saremo al massimo dieci coppie! E inizio a temere che le dame potrebbero essere anche vecchie bavose con sedicenti nipoti al fianco.
Nulla di tutto ciò. Sono tutte mamme o zie di ragazzi neomaggiorenni e la cosa serve per far capire alle signore e alle rispettive famiglie quanto valgono i giovani presenti in vista di futuri fidanzamenti. Una specie di mostra mercato’.ma molto raffinata!
‘ Ed io che centro con questo mercato dei torelli? Mica mi devo accasare qui?!
‘Proprio perché non tutti sono proprio dei ‘torelli’ la tua presenza &egrave necessaria!’
‘Molte delle signore partecipanti manco hanno rapporti con i loro congiunti, non tutti per la verità, però, sposate a mariti per lo più molto più anziani di loro, hanno una certa voglia di rifarsi la bocca con sottomano carne molto fresca.’
‘Ma cosa mi deve capitare!’
‘Vedrai che ti divertirai molto!’
Appena passate le 21 la zia appare in salotto con un abito lungo con spacco inguinale sulla sinistra e profonda scollatura posteriore fino all’inizio del suo monumentale culo. Roba da infarto. Poi con le scarpe indossate &egrave anche più alta di me: i miei occhi sono all’altezza della sua bocca ben disegnata dal rossetto color rosso. E’ una bocca che ispira solo pensieri peccaminosi.
Dopo quasi trenta minuti di viaggio arriviamo in una grande villa circondata da un bel muro di cinta alto abbastanza da impedire a chiunque si trovi all’esterno di esso, la vista del bel parco illuminato in modo spettacolare. Entrati nel salone sottobraccio siamo fatti segno della calda accoglienza delle otto signore già presenti anch’esse al braccio dei loro cavalieri tutti ragazzi ma non tutti molto carini, alcuni, un paio proprio goffi e bruttini, ma come sempre accade, anche i più ricchi e carichi di palle nobiliari.
Capisco subito quali sono i cavalieri che intrattengono rapporti incestuosi: oltre a me solo altri due che le rispettive dame, mamma o zia, si tengono ben stretti quasi gelose del lavoro già abbondantemente svolto in favore dei loro pargoli. Viene subito servita una leggera cena da due splendide cameriere le cui gambe fuoriescono completamente dalle inguinali gonne indossate attirando gli sguardi di tutti noi ragazzi. Io sono seduto a fianco di due signore molto eleganti nei modi. Quella alla mia destra indossa una gonna sopra al ginocchio e una giacca molto scollata su uno splendido decolté, quella alla mia sinistra invece un abito di pizzo tutto traforato dal quale traspare l’elegante guepiere con reggicalze incorporato ma non mi pare indossi slip o tanga.
Il ragazzo alla sua destra dopo meno di dieci minuti non riesce a distoglierle gli occhi di dosso ma si capisce anche che &egrave solo un piccolo segaiolo, mentre il ragazzo a sinistra, che invece ha già una certa esperienza ha già poggiato la sua mano sul ginocchio della mia vicina.
Durante la breve cena appare evidente che quasi tutte le signore, zia e un altro paio escluse, bevono molto forse per darsi coraggio e dopo qualche minuto l’atmosfera si scioglie tra sorrisini e sospiri.
Sento le mani delle mie vicine che esplorano la mia dotazione mentre la zia mi fa l’occhiolino seduta di fronte a me intenta a mettere fuori uso i due piccoli segaioli che ha di fianco.
Quindi, siamo solo quattro i ragazzi ‘validi’ che nostro malgrado dovremo tenere testa a otto esigenti signore. La competizione non mi spaventa affatto dopo quasi una settimana di ‘università sessuale’ con zia.
La zia, appena terminata la masturbazione dei due segaioli al suo fianco si alza e, avvicinatasi alle due signore che certamente se la facevano con i propri rampolli, propone che dobbiamo essere proprio noi di esempio per iniziare una serata lussuriosa.
Invita le signore a sedersi sull’ampio divano al centro del salotto, dove nel frattempo ci siamo tutti trasferiti.
Prima di sedersi però fa scivolare a terra il suo splendido abito subito imitata dalle altre due signore.
Tre corpi statuari e maturi illuminano la stanza con alle pareti grandi specchi che fanno quasi da riflettori a tanta magnificenza. Si accomodano sull’ampio divano. La zia al centro allarga le sue monumentali gambe mettendo in mostra la sua figona depilata sormontata dal suo eccitato clitoride mentre le altre due poggiano una delle gambe sui comodi braccioli mentre lasciano a terra l’altra gamba in modo tale da mostrarsi anche loro scosciate allo sguardo di tutti i presenti. I loro occhi invece non sono altro che per ognuno di noi: zia mi fissa languida e già in calore e capisco che anche le altre signore fanno lo stesso con i rispettivi cavalieri. Si stanno mostrando solo a noi anche se tutti possono vedere. Scopro allora che i miei fortunati amici sono entrambi figli di cotanti lussuriose madri. Mentre, devotamente ci inginocchiamo tutti e tre davanti alla rispettiva dama e iniziamo a omaggiarle con la nostra golosa bocca e lingua, una delle due cameriere invita le altre cinque coppie a seguire attentamente quanto avviene davanti ai loro occhi.
Vedere contemporaneamente due madri che scopano con i rispettivi figli &egrave uno spettacolo sublime. Godono dolcemente e allo stesso tempo lussuriosamente. Quei seni accoglienti che li hanno nutriti adesso nutrono di lussuria le labbra vogliose dei loro pargoli che assetati succhiano i duri capezzoli irti dal piacere. I figli le chiamano troie e loro più si eccitano e li incitano a scoparle più profondamente. Vedo le loro mani che come quelle di mia zia, afferrano golose i glutei dei loro torelli per spingerli ancora più a fondo in loro stesse. Vedo giovani e nerboruti cazzi affondare in fighe umide, quelle stesse che anni prima li hanno messi al mondo. Niente &egrave più meraviglioso ed appagante dell’amore carnale tra madre e figlio.
Ed io con un moto di nostalgia, penso a mamma che forse adesso si sta toccando pensando a me. Sto tornando e nulla e nessuno mi impedirà di godere alo stesso modo.
Dopo essermi saziato degli umori caldi e dolci di zia mi siedo accanto a lei. Di fronte a me, mani timorose hanno iniziato a sfiorare, a carezzare i corpi delle mamme e zie loro a fianco. Ma le mani e in un caso la bocca delle più esperte genitrici in pochi minuti hanno ridotto a straccetti i loro consanguinei. Rimaniamo in campo dopo nemmeno mezz’ora solo quattro ragazzi e a questo punto ci sentiamo in dovere di darci da fare. Non ci capiterà più di poter scopare tante mamme davanti ai loro figli.
E’ stato quasi doloroso il distacco tra le due madri che con zia avevano dato l’esempio e l’inizio alla perversa serata. Ma si sono subito consolate entrambe con me perché si sono subito avvicinate e mi hanno messo in mezzo strusciando i loro indolenziti capezzoli una sul mio petto, l’altra sulla schiena. Sentire due bocche sul cazzo mi ha mandato in estasi, mentre affondavo le mani dentro accoglienti fighe nobiliari. Le ho scopate da par mio e, per par condicio, le ho anche entrambe inculate profondamente e in un caso anche dolorosamente, almeno all’inizio. Proprio la signora che era la più stretta e vergine di culo &egrave stata la più soddisfatta della mia prestazione. Mi ha dato il suo numero di telefono chiedendomi di chiamarla già il giorno dopo per un ripasso della bella lezione avuta. Non l’avrei chiamata ma ci saremmo rivisti l’anno successivo per un lungo fine settimana a casa sua, presente solo il marito guardone e segaiolo.
Ma la cosa che più mi ha preso &egrave stato vedere zia all’opera: un vulcano di sesso sfrenato, mai sazia e sempre presente si &egrave goduta un po’ tutti i ragazzi presenti che facevano a gara per poterla anche solo leccare. Il piacere di guardarla godere mi &egrave rimasto nelle ossa. Solo dopo sposato ho riprovato lo stesso piacere con mia moglie, anch’essa grande troia. Due dei ragazzi meno dotati si sono dimostrati non solo abili leccatori, ma erano i più assidui ad assaporare tutte le secrezioni copiosamente presenti nelle fighe, ma anche nei culi e nelle bocche, di tutte le signore presenti. Chiamato vicino a me un ragazzo valido e porco quasi quanto me, gli ho chiesto se la sentiva di verificare se quei due fossero un po’ femminucce. Infatti proprio alla fine della serata quando attorno a noi c’era uno spettacolo di fighe spalancate e sazie e ragazzi quasi ubriachi di sesso buttati a terra o sulle poltrone, li abbiamo invitati al centro del salone e abbiamo chiesto loro di succhiarci e ripulirci per bene. Tutte le signore a quella vista hanno iniziato ad accarezzarsi reciprocamente guardando noi che godevamo dei servizi di due bei ragazzini molto effeminati e futuri grandi cornuti.
Rivestiti alla meno peggio e salutati con affetto tutti, comprese le due cameriere anch’esse molto provate, pur non avendo partecipato alla festa, usciamo tutti verso le nostre rispettive auto attesi dai mariti delle signore.
Sulla via del ritorno lo zio si complimenta con noi, svelandoci di aver visto tutto da dietro gli ampi specchi del salone dove, seduto in poltrona, come d’altronde tutti gli altri mariti, ha goduto dello spettacolo offerto sollazzato dalle inappuntabili e, soprattutto zoccole, cameriere.
Arrivati a casa, mentre lo zio apre la porta, io e zia siamo teneramente abbracciati; entrati in casa, quasi cinguettando e sbaciucchiandolo, la zia chiede al marito se per caso volesse, da quel cornuto che era, concedermi l’onore di poter dormire insieme a lei nella camera matrimoniale.
‘Sai lui riparte tra due giorni, fammelo godere un pochino in santa pace e tu fatti un paio di giorni di seghe oppure scendi da quella baldracca del piano di sotto che stamattina si &egrave fatta inculare da Giovannino. Mi pare il caso che anche io debba godere della stesso trattamento! Buona notte cornuto!’
Sono stati due giorni di ‘full immersion’ con mia zia che mi ha deliziato fino a spossarmi con le sue giunoniche forme. Come aveva detto allo zio, ha goduto delle mie prestazioni nel suo accogliente sfintere anale e la notte prima della mia partenza ha coinvolto anche lo zio che, ben lungi dall’andare a farsi consolare dalla vicina di casa, era voluto rimanere in casa come ‘domestico’ ai nostri ordini.
Durante quei due pomeriggi la zia ha voluto darmi dimostrazione anche di come ci si comportava in pubblico e mi sono divertito moltissimo a farle da accompagnatore per le vie di Modena. Ho così potuto notare gli sguardi increduli delle persone che incontravamo nel nostro andare. Mi ha insegnato l’arte femminile della provocazione senza volgarità, ma anche l’essere volgare quando era necessario.
Infatti durante il pomeriggio del mio ultimo giorno di permanenza, mentre passeggiavamo in centro siamo passati davanti ad un cinema che aveva in programma ‘Gola Profonda’. Io il film lo aveva già visto e sapendo che era solo una pallida versione di quello originale, non ero proprio cosi entusiasta di rivederlo.
‘Sciocchino mica entriamo per vedere il film! A quest’ora di pomeriggio dentro ci sono solo segaioli e ragazzini della tua età. Le coppie ci vanno di sera quando, se vogliono, sanno poter trovare di meglio.’
Cosi pago il mio biglietto e subito dopo lei e lo zio fanno ingresso nella sala.
Ci sediamo nelle ultime file e in sala c’erano oltre a noi tre solo altre cinque persone tutte di una certa età.
Il suo ingresso in sala non &egrave passato inosservato e nemmeno il fatto che una volta seduta, un gran bel paio di gambe facevano bella mostra accanto a me che ero seduto tra zia e zio.
Spentesi le luci in sala inizia il film. E non era la prima versione del noto film, ma la seconda, la ‘Vera Gola Profonda’. Dopo pochi minuti infatti la prima scena hard veniva proiettata, la prima cui assistevo, per cui il mio cazzo &egrave schizzato sull’attenti subito afferrato dalla sapiente mano di zia. Cazzo che eccitazione!
E subito dopo quella scena, ecco che iniziano in sala le grandi manovre di avvicinamento ai nostri posti a sedere. In meno di un minuto tutti e cinque gli spettatori di quel, per loro, fortunato pomeriggio al cinema, sono attorno a noi tre nella fila dietro e due in quella davanti, dato che zia aveva appoggiato sulla poltrona libera a fianco a lei soprabito e borsetta.
Mi chiede di aiutarla a togliersi la gonna. Appena le ho sganciato il fermo dell’indumento si alza in piedi e si porta sul corridoio laterale della sala, appoggia un piede sul bracciolo della prima poltroncina e, con le spalle appoggiate la muro, si mostra a tutti i presenti in quella posa oscena. Non indossa mutandine e le calze scure mettono in risalto il bianco del suo ventre depilato.
Uno alla volta i cinque si avvicinano a lei che in pochi secondi li fa sborrare masturbandoli e facendo schizzare il loro seme sulle sue calze.
Dopo pochi minuti ha le gambe e il ventre coperte di schizzi e, soddisfatta, nella stessa posizione di prima si accarezza la figa.
Mi chiede la gonna e la indossa senza asciugarsi dagli schizzi. Alla fine del primo tempo del film, senza aver potuto assistere alla scena madre del pompino cinematografico più famoso, usciamo dal locale per tornare a casa.
Gli sguardi dei passati si soffermano sulle gambe umide di zia, mentre andiamo verso la macchina che ci porta a casa.
‘Adesso che mi sento, e sono, proprio sporca come una puttana, vi prego prendetemi insieme e riempitemi in figa e in culo’ dice appena rientrati.
Il tempo di spogliarci e io le lo zio le siamo addosso. La spogliamo di tuto tranne che delle calze e le scarpe e senza preamboli, come quando vai con una prezzolata, lo zio la prende in figa e io la inculo.
E’ l’inizio dell’ultima notte a Modena.
Per una decina di giorni ho vissuto come un libertino tra libertini; tale mi sento e niente e nessuno mi terrà fuori dalla figa di mamma che, anzi, voglio diventi come zia, spregiudicata e disponibile ad ogni trasgressione.
Provocante come al mio arrivo, la zia attira l’attenzione dei presenti in stazione anche nel momento della mia partenza per il ritorno a casa.
‘Fai di tua madre una troia mi raccomando e farai contento anche tuo padre. Poi, con tutte le belle cose che riporti giù vedrai che ti sarà facile donare a tua madre una seconda giovinezza; se la merita!’
La saluto, e con lei lo zio, con tutto l’affetto che ho nel cuore. E le dico che non vedo l’ora che vengano giù per le ferie, che saranno bollenti!
Il treno parte e io ho il cazzo duro. Grazie zia ‘cessa’!!
Al mio arrivo a casa, dopo che papà era venuto a prendermi in stazione, abbraccio mamma facendole sentire subito quando mi sia mancata.
Lei &egrave eccitata come una bambina in attesa di scartare i regali a Natale.
Arrossisce nel vedere quanti acquisti ho fatto insieme alla zia per lei. Ormai il solco &egrave tracciato e la sera stessa, dopo un pomeriggio passato a farle provare le cose più belle, chiedo a mamma di poter passare la notte con lei.
‘Ho parlato con lo zio al telefono e adesso sono pronta! Se lo vorrai sarò la più dolce e focosa delle amanti e ti seguirò ovunque tu voglia.’
Sono stati anni di trasgressione, mamma, cosi come la zia, ha goduto una maturità piena di sesso grazie al mio amore per lei. Anche lei, come zia, ha cercato di recuperare il tempo perduto. In un paese del sud, chiuso e pettegolo, non &egrave stato facile ma, certamente, &egrave stato più gratificante. Per lungo tempo, fin dopo il mio matrimonio e quello del mio amico Fabio, abbiamo goduto delle nostre rispettive madri come le più focose delle amanti, e anche del calore lussurioso della zia e dello zio. Siamo riuscito a coinvolgere anche mio padre che, seppure non era un toro da monta, ha saputo godere di momenti appaganti.
A loro, che adesso non ci sono più, voglio dedicare questo troppo succinto ricordo.
Grazie Mamma, Grazie Papà, Grazia Zia e Grazie Zio!

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