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Racconti erotici sull'Incesto

Quella notte che mio padre…

By 3 Novembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella notte che mio padre’
Avevo 18 anni e ricordo ancora come se fosse adesso la mia prima volta, anche perché fu con mio padre e adesso sono pronta a raccontare come successe.
Era estate e al mare noi si girava mezzo nudi, mio padre aveva quarant’ anni e io vivevo con lui e la sua nuova moglie.
Era divorziato da mia mamma da tre anni e dopo uno si era rimesso con questa nuova, che devo dire era molto bella e molto stronza.
Sopportavo questa situazione in modo nervoso, cercavo di creare un mio mondo e quando dovevo affrontare la realtà di quella realtà a cui non volevo cedere, mi chiudevo sempre a riccio.
Quel sabato prima della perdita della mia verginità, avevo sentito nella camera a fianco alla mia mio padre che faceva l’amore con la sua donna: la mia curiosità di ragazzina mi aveva portato a guardare attraverso uno specchio che rifletteva i loro corpi in un amplesso violento, rubando quelle immagini, mi ero accorta d’essermi eccitata un casino; i loro sospiri e i movimenti che vedevo erano molto provocanti per la mia fantasia.
Per la prima volta vedevo dal vero due persone che facevano all’amore e quello che sentivo crescermi dentro era qualcosa di nuovo, estremamente eccitante.
I racconti tra amiche erano niente confronto alla realtà e mio padre era uno che ci dava dentro di brutto, perlomeno a me sembrava così quella sera.
Nella semi oscurità avevo potuto vedere anche quando fosse enorme il suo sesso quando togliendolo dalla vagina di sua moglie, gli e lo aveva messo in bocca.
Ero allibita e eccitata nello stesso tempo, pensavo a come fosse impossibile che lei avesse avuto dentro quel cazzo e nello stesso tempo avevo cominciato a accarezzarmi tra le cosce: ben presto avevo raggiunto un orgasmo che mi aveva piegato le ginocchia, poi tornando a letto ne avevo avuto altro pensando a loro.
Tutto era finito lì.
Il giorno dopo ero ripartita per tornare dalla mia vera madre per cercare di dimenticare quella travolgente sensazione che avevo provato la sera prima, un senso di vergogna mi aveva attanagliato durante la notte, lasciandomi insonne con i miei rimorsi.
Per tutta la settimana i miei pensieri tornavano continuamente a mio padre che scopava la sua donna e devo dire che mi toccai diverse volte durante le notti raggiungendo numerosi orgasmi.
Il sabato seguente tornai alla villa di mio padre sconfitta dalle mie voglie.
Mi sembrava tutto normale, mio padre era sempre più bello e il fatto che non ci fosse la sua donna quel giorno, non mi preoccupava, non era la prima volta che rimanevamo soli e poi era mio padre.
Verso le diciassette mio padre mi disse che andava a fare una doccia, io nel frattempo mi ero messa un t-shirt senza reggiseno e un paio di mutandine normali, mi piaceva stare comoda e a quel tempo non pensavo alle reazioni che poteva sortire il mio corpo negli uomini.
Dopo pochi minuti mio padre mi chiamò e mi disse se potevo lavargli la schiena che la sentiva sporca e non ci arrivava da solo, io senza un minimo dubbio lo raggiunsi e prendendo il sapone, aprii il vetro trasparente della doccia e cominciai a strofinargli la schiena.
Guardavo il suo sedere sodo e subito sentii il caldo crescere tra le mie cosce, lui mi prese la mano e mi disse;
‘Già che ci sei ,lavami tutto’
E girandosi mi fece vedere il suo sesso duro e teso.
Io non sapevo che fare: ero imbarazzatissima, allora lui mi prese una mano e me la fece appoggiare al suo cazzo e cominciò a farla andare avanti e indietro;
‘Ti ho vista sabato scorso che ci guardavi mentre scopavo’
Quelle parole furono uno schiaffo al mio orgoglio, non avevo parole, non sapevo che fare:guardai il suo cazzo nella mia mano e poi sentii le sue mani che accarezzavano i miei seni e che veloci scendevano sotto i miei slip;
‘Sei bagnata fradicia’
Con quelle parole mi fece entrare nella doccia e si avvinghiò a me, io non ebbi nessuna reazione, avevo sognato il suo sesso per tutta la settimana e quando ebbi la chiara percezione che mi allargava le gambe e me le metteva attorno al suo corpo, capii che da lì a poco non sarei stata più vergine.
La mia unica preoccupazione fu di non sentire male.
Non mi preoccupavo che fosse mio padre, anzi, ero orgogliosa che era il primo, così, quando la sua cappella si appoggiò sulle mie labbra vaginali e cominciò a farsi strada, io dissi che ero ancora vergine e di fare piano.
Lui mi guardò con faccia sorpresa, il momento di dubbio durò il tempo della spinta del suo sesso dentro di me, poi, dimenticò tutti i suoi turbamenti e cominciò a trattarmi come una ragazza qualsiasi da scopare.
Spinse piano il suo membro dentro e io pur essendo bagnata gli dissi che mi faceva male, che era troppo grosso: lui per tutta risposta mi mise le mani sotto le natiche e prendendo bene il mio corpo, mi appoggiò alla parete e cominciò ad aumentare la spinta.
Lo sentivo tutto dentro e mi sembrava che mi mancasse l’aria, ma fu niente a confronto di quando cominciò a scoparmi per davvero.
Sentivo le mie pareti stringerlo e nello stesso tempo allargarsi per fargli spazio e quando il dolore cominciò a calare , sentivo le prime sensazioni di piacere crescere, cercai di seguire il suo ritmo.
Facevo un gran casino e probabilmente sbagliavo tutti i tempi, ma mio padre sapeva cosa fare e presto i miei ritmi migliorano come il mio piacere.
Mi faceva ancora male e un leggero rivolo di sangue era sceso sulle mie cosce aperte, ma quello che comincio a sentire, era ben superiore a tutto quello che mi avevano raccontato e che avevo letto.
Bisognava provarlo per capire cosa voleva dire essere scopate.
Per cinque minuti assaporai tutto di lui e poi finalmente raggiunsi il mio primo orgasmo.
Urlo come una forsennata mentre vengo sbattuta contro quella parete e prego mio padre di non smettere .
Quello che mi stava facendo, etra troppo bello: dimenticai tutto il resto, i legami di parentela sfuggirono alla mia mente, pensai solo a godere e a farlo godere, così quando sentii che mi diceva che stava per venire, non mi preoccupai neanche di farlo uscire.
Per fortuna lui uscì e mi spruzzò i suoi schizzi sul corpo sudato e con una mano continuò a masturbarsi facendone uscire ancora.
Ero estasiata da quello che stava facendo: guardai tutta la scena come se fossimo in un film e aspettai che finisse per vedere cosa avrebbe fatto dopo.
‘la mia piccola ,&egrave diventata grande’
Con quella semplicissima frase, mi accarezzò il viso e il corpo, poi mi mise le mani sulle spalle e spingendomele verso il basso, mi fece mettere in ginocchio, così mi trovai davanti al suo sesso mezzo floscio e quando mi disse di prenderlo in bocca per farglielo diventare di nuovo duro, io ubbidii titubante, ma felice.
In vita mia avevo già fatto dei pompini a due ragazzi, ma erano cose veloci e senza piacere; adesso invece aprii la bocca per cercare di soddisfare le sue richieste e cercai di farlo per dargli il massimo del piacere.
Lui mi guidava e mi dice come muovermi sulla sua carne e poco dopo sentii che era di nuovo rigido.
Mi escì dalla bocca e mi fece rimettere di nuovo le gambe attorno al suo corpo e incredibilmente per me, cominciò di nuovo a martellarmi la fica
Mi faceva ancora male ma evitai di dirglielo e lo lasciai fare, lui dolcemente entrava e usciva a suo piacere e io, dopo qualche minuto ebbi un nuovo orgasmo.
Dopo un tempo che mi sembrò infinito, mi dice;
‘Sto per venire preparati a metterti in ginocchio, voglio venirti in bocca”
Ero ancora lì che pensavo a quelle parole, non feci tempo a decidere, lui uscì e mi fece piegare e subito mi forzò le labbra, io mi lascia penetrare e subito venni riempita da l suo liquido caldo: cercai di tenerlo dentro di me e con fatica ci riuscii, mi vidi nello specchio del bagno mentre un rivolo di sperma scendeva piano dalle mie labbra piene e quello che vedo mi fece avere un ulteriore sensazione di orgoglio, cominciai a capire il potere che noi donne possiamo avere sugli uomini in certi momenti
Per la prima volta da quando avevamo iniziato, guardandolo nello specchio,mi ero ricordata che lui era mio padre e per la prima volta quel giorno mi sentii colpevole.
Finimmo il nostro amplesso.
Sentivo le sue parole d’ apprezzamento, poi, dandomi una pacca sul sedere mi disse;
‘Hai un gran culo,bello come quello di tua madre’
sentii i brividi scorrermi per la schiena e mi venne in mente il sabato prima, ricordai come stesse possedendo la sua nuova moglie, sospirai in silenzio e aspettai di vedere se avevo capito bene il significato di quelle parole’

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