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Racconti erotici sull'Incesto

Quell’estate con mio fratello… a capitoli…

By 20 Luglio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

eccomi qui per raccontarvi quell’estate di 5 anni fa, tra realtà e fantasia, tra cose davvero successe e altre che sarebbero potute succedere. Ma non vi dirò cosa sia vero e cosa no… godetevi il mio racconto.

Son passati ormai cinque anni da quell’estate in cui i miei genitori pagarono dieci giorni di vacanza in Sardegna a me, mio fratello e la sua ragazza.
Io avrei preferito andare in campeggio con le amiche ma i miei non si fidavano e non volevano preoccupazioni e decisero che sarebbero stati più tranquilli se con me ci fosse stato mio fratello.
All’epoca avevo 22 anni, lui Giuseppe 24 e la sua ragazza Michela 25. E a dirla tutta lei non mi stava molto simpatica ma mi dovetti adeguare.
Con mio fratello c’era stato sempre un rapporto affettuoso in adolescenza ma negli ultimi anni ci eravamo persi un po’ di vista per via degli studi in diverse città e ci si vedeva si e no venti giorni all’anno, ormai da 4 anni.

La prima sera di vacanza, una volta rientrati dal mare e andati a letto dopo la cena, capii subito che pessima idea fosse stata andare in vacanza insieme. Li sentii scopare e fu molto imbarazzante.
per la verità non durò a lungo quel rumore e quei gemiti e al mattino cercai di non pensarci.
La cosa che mi turbava però era che dopo aver sentito scopare mio fratello, cominciai a guardarlo con altri occhi. Aveva in effetti un gran bel fisico. Sin da bambini abbiamo sempre fatto nuoto.
Quel che non avevo mai notato era invece il suo… ehm…. il suo pacco, ecco.
Dal giorno successivo mi scoprii sempre più spesso a guardarlo in mezzo alle gambe al mare con i suoi boxer aderenti o con gli slip. La cosa era oltremodo eccitante perch&egrave quel pacco era davvero notevole e quando usciva dall’acqua potevo vedere nitidamente la forma del suo pene.

Nei giorni successivi, il secondo e terzo giorno, non sentii rumori durante la notte e Michela pareva sempre stanca alla fine delle giornate di mare.
La terza notte mi alzai per andare in bagno nel cuore della notte, assonnatissima mi diressi al bagno nel silenzio totale della casa. Era talmente tardi che non pensai di vestirmi e mi diressi in bagno con le sole mutandine addosso.
Quando aprii la porta però rimasi di sasso! In bagno trovai Giuseppe con le mutande alle caviglie, in piedi davanti al lavandino e con il cazzo in mano. Successo tutto nel giro di 4 o 5 secondi:
aprii e rimasi quasi spaventata, lui era talmente preso che ci mise un paio di secondi ad accorgersi della mia presenza. Si stava masturbando furiosamente il cazzo e nel momento stesso in cui si accorse di me e cerco con le mani di coprire tutto, vidi uscire dal suo pene una sborrata copiosa e improvvisa.
Richiusi subito senza riuscire a dire nulla mentre dietro la porta sentivo mio fratello che farfugliava “Sara… ma che ci fai sveglia? Sara, scusami!”.
Tornai in camera mia e mi rigirai nel letto per almeno un’ora, mi sentivo bruciare e bagnare in mezzo alle gambe. Alla fine mi toccai fino a venire e finalmente presi sonno.
Ma quello fu l’inizio di una settimana pazzesca, perch&egrave vedere Giuseppe godere e toccarmi dopo ripensando al suo cazzo e alla sua schizzata, risvegliarono in me la voglia che mi esplodeva dentro. E decisi che avrei trattato mio fratello come qualsiasi altro ragazzo, cio&egrave avrei fatto di tutto per farlo impazzire!
continua…

saretta27_27@virgilio.it Quell’episodio creò più imbarazzo in Giuseppe che in me ancor prima che me ne parlasse lui il mattino dopo, ero giunta alla facile conclusione che Michela non fosse una diavolessa a letto e la scopata della prima sera era più un caso che altro. Come lui stesso mi confidò, per scusarsi del suo comportamento notturno, le scopate tra loro dopo ormai cinque anni di fidanzamento, erano bruscamente calate e quando si arrivava a cinque al mese era già un miraolo.
La cosa lo faceva soffrire molto, in tutti i sensi, sia fisicamente che psicologicamente perch&egrave, così mi disse lui, questo lo portava a pensare continuamente al sesso e anche immaginare come poteva essere con qualsaisi donna vedesse per strada e in questi giorni al mare.
Fu a quel punto, dopo aver ascoltato pazientemente e rincuorandolo da brava sorellina, che lo spiazzai chiedendo:
“fai questi pensieri anche su di me allora?”
Scusate, io non mi sono ancora presentata fisicamente ed &egrave giusto che lo faccia ora per farvi meglio capire.. sono alta 1,64, capelli castani lunghi e mossi, ho (e cinque anni fa ancora di più) un fisico asciutto grazie al fatto che faccio nuoto, il culetto ha sempre attirato gli sguardi dei maschietti e di seno ho una seconda abbondante che diventa anche una terza nei giorni di preciclo e ciclo, con mia grande gioia, che avrei sempre voluto un seno ancora più grande. Ma non posso lamentarmi, son sempre piaciuta e ho imparato negli anni quanto avere la faccina da brava ragazza e poi fare la porca sia un mix esplosivo per qualsiasi uomo.
Alla mia domanda Giuseppe arrossì un po’ e dopo qualche tentennamento ammise “si, bh&egrave non mi era mai successo, ma vederti al mare dopo tutti questi anni, devo dire che sei diventata davvero una bella ragazza e anche se non dovrei dirlo, sei molto provocante”.
Bingo!
“Mi lusinga questa cosa Giuseppe… e devo dire che anche io non ti avevo mai visto come un uomo ma in questi giorni ti ho osservato spesso, forse te ne sei accorto, e poi vederti nudo ieri… insomma… si, sei mio fratello… ma da ieri non riesco a non pensare al tuo cazzo durissimo e a come hai schizzato proprio davanti ai miei occhi”.
Giuseppe avvampò e chiese ancora scusa.
“non devi scusarti. se non l’hai capito ti sto dicendo che mi &egrave piaciuto molto quello che ho visto. E sappi che ora che so che quella stronza della tua ragazza ti trascura, non ti darò tregua perch&egrave con quel cazzo che hai e per quanto sei un bel ragazzo, ti meriti molto molto di più. Da questo momento ti tratterò come tratterei qualsiasi altro uomo e conoscerai aspetti di me che forse neanche sospetti”.
Con questa minaccia mattutina lo lasciai lì in soggiorno e andai a cambiarmi, poi tutti insieme andammo in una spiaggia vicino casa, per fortuna non molto affollata.

Lo lasciai in pace per qualche ora, si parlava del più e del meno, ma non potevo far a meno di notare come Giuseppe, cercando di non farsi notare, guardasse le donne che passavano sulla riva e a volta chiudeva le gambe come a voler nascondere qualcosa.
Nel pomeriggio ci tuffammo per l’ennesimo bagno ristoratore, ma stavolta solo io e mio fratello. Dopo una breve nuotata, ci fermammo poco distanti l’uno dall’altro nell’acqua che a me arrivava quasi al collo.
“Michela oggi &egrave più antipatica del solito” dissi.
“Eh lo so, non ti &egrave mi stata simpatica ma almeno non lo hai mai dato a vedere. Ma &egrave fatta così, non &egrave cattiva” disse lui.
“Intanto tu anche oggi sei costretto a guardare le donne in costume… se fossi la tua ragazza non ti lascerei nemmeno il tempo di pensare certe cose, per quanto di stancherei quel pisellone che hai”.
Lui rise ma non aveva ancora capito quanto facessi sul serio.
Mi avvicino qualche passo, da lontano potevamo solo sembrare due ragazzi, in questo caso fratello e sorella che chiacchierano mentre si godono l’acqua fresca, ma le mie intenzioni erano be altre.
“Hai visto il mio costume nuovo? ti piace”
“Si Sara, &egrave molto… bello”
“&egrave belllo perch&egrave mi evidenzia il culo vero? ma a me piace molto perch&egrave quando faccio il bagno si attacca molto qui davanti e si vede tutto”
e così dicendo mi sollevai sulla punta dei piedi contro il fondale e gli mostra il bikini tiratissimo con i miei capezzoli durissimi in evidenza, lasciai che guardasse le mie tette per qualche secondo con sguardo vorace e tornai giù sotto il pelo dell’acqua.
“ti piace vero?”
“si” disse secco e con lo sguardo ancora arrappato.
“ora scoprirai quanto può essere monella la tua sorellina… tiralo fuori… non temere, nessuno vede niente n&egrave può sospettare, starò qui a distanza da te”
Giuseppe rimase interdetto ma eseguì. Attraverso l’acqua chiara vidi il suo cazzo uscire dal costume e intuì che era già eccitato, non dico durissimo ma quasi.
“e ora?” chiese
“sssssshhhh” risposi “fai finta che stiamo ancora chiacchierando”.
Feci un passo verso di lui e allungai il braccio sott’acqua, stavamo a distanza di un braccio dunque e nessuno dalla spiaggia poteva pensare qualcosa di strano.
Glielo presi in mano e non mi sbagliavo, era duro! e ora che lo sentivo in mano sentivo anche quanto fosse grosso, più di quanto avevao intuito la sera prima in quella fugace visione.
Lo accarezzai e poi lo strinsi, nel giro di dieci secondi lo sentii arrivare alla sua massima durezza.
“Giuseppe, che cazzo che hai! Davvero la tua fidanzatina non muore dalla voglia di mangiartelo ogni secondo?” e sorrisi con fare malizioso.
Lui non era più di molte parole ma sorrise.
Se la situazione era già abbastanza strana per lui, sentite qui:
senza mollare un attimo quel cazzo di marmo e senza smettere di andare su e giù ormai in una vera e propria sega, tirai fuori l’altro braccio da sott’acqua e lo agitai in aria, urlando rivolto verso la spiaggia
“Michelaaaaaa!”
Lei guardò verso di noi come a dire “che c’&egrave?”
ed io “Vieni a fare il bagno daiiiii”
Sentii Giuseppe mugugnare “Tu sei matta!”
Michela fece segno di no con la mano e aggiunse a gran voce “sto bene sotto l’ombrellone”
io continuai divertitissima “daiiii unisciti a noi!! qui si sta da Dioooo”
lei ripet&egrave di no col braccio per aria
“ooooook” dissi io e mi voltai verso il mio fratellone, fermando la mano alla base del suo cazzo e stringendolo. Alla base va detto che era talmente grosso che a malapena le mie dita facevano il giro.
“Se vuoi le dico che ho trovato un bel pescione! che dici?” e scoppiai a ridere.
“Tu sei matta” ridisse lui “Dai usciamo prima che qualcuno si accorga”
“o no no no, io non sono una che lascia le cose a metà” dissi. E ricominciai a segargli il cazzo, ma stavolta molto più veloce e molto più vicino alla cappella, dove sentivo che più lo faceva impazzire.
“Giuseppe, non penso ad altro che a questo cazzo e a quella schizzata che hai fatto stanotte. Ora voglio farti schizzare io, te lo meriti”
Queste parole, con la sega veloce e tutta quella situazione inusuale, dovettero essere troppo per Giuseppe che ebb&egrave un sussulto, diede le spalle alla spiaggia per non rischiare di mostrare le sue smorfie di goduria e comincio a sparare sborra nel mare.
Non so se vi&egrave mai capitato di sborrare sott’acqua (immagino di si, lettori monelli… e anche voi lettrici monelle che lo avete fatto fare)… i fiotti di sperma bianco si aggrovigliano su se stessi in piccoli rivoli ondulati che rimangono a mezz’acqua… qualcuno tende a salire verso su, qualcuno più pesante, forse più carico di sostanza e meno di liquido, tende ad andare verso il basso.
A quella vista la mia voglia di scherzare per un attimo passò
“wow quanta ne avevi Giuse, &egrave stato magnifico”
“stupendo direi… tu sei proprio matta Saretta”
e mentre lo diceva mi guardava cercare di raccogliere lo sperma dall’acqua. Non era facile ma finalmente un bel fiotto denso si incastrò tra le dita e le portai alla bocca.
“Uhmmmm tu sei mio fratellone. Questa vacanza te la devi ricordare per sempre” e così dicendo mi voltai e lo lasciai lì nell’acqua alta che cercava di pulirsi e ricomporsi.
Uscendo dall’acqua, sentivo gli sguardi degli altri turisti addosso, avevo i capezzoli davvero durissimi per l’eccitazione.
Mi stesi nel mio asciugamano e ridendo tra me e me dissi a Michela
“Hai fatto caso che qui l’acqua ha un sapore buonissimo? Adoro questo sapore di sale” e mi leccai la mano dalla quale poco prima avevo assaggiato lo sperma di Giuseppe.
Quella stronzetta di Michela fece un sorrisetto di circostanza senza sapere cosa rispondere e disse
“Giuseppe non esce dall’acqua?”
“Si si certo, ora arriva, aveva solo bisogno di stare ancora un po’ al fresco…”
Mi girai dall’altra parte godendomi il sole e potete giurarci che nonostante il bagno ero molto ma molto accaldata per quello che era successo. Sentivo la patatina in fiamme e mi preparavo mentalmente al prossimo passo di quella sorprendente vacanza
CONTINUA…

saretta27_27@virgilio.it
La sera a casa cenammo tutti insieme, niente di speciale, ordinammo tre pizze e mangiammo sulla terrazza al fresco.
Inutile girarci intorno, non pensavo ad altro che al prossimo momento in cui avrei potuto provocare mio fratello.
Ma lui faceva finta di niente e io altrettanto, cercando di fare anche conversazione con quella simpaticona di Michela.
“ragazzi oggi ho preso troppo sole, mi sento di bollire”
era vero, ero un po’ troppo abbronzata per il mio tipo di pelle
“ho fatto bene io a stare sotto l’ombrellone nelle ore più calde” disse Michela che in effetti non si era arrossata per niente ma era bella dorata.
“eh si, hai ragione” disse Giuseppe accondiscendente
“bh&egrave mentre lei stava all’ombra però noi abbiamo fatto quel bel bagno lungo e rilassante. non stavamo mica male no?” aggiunsi io maliziosa, provocando un leggero imbarazzo in mio fratello.

Dopo cena si decise per una passeggiata in paese e un gelato.

Fu quando eravamo seduti al tavolino della gelateria che non mi trattenni più. Ognuno di noi era preso dal cellulare come spesso capita ormai, insieme ma ognuno chino sul proprio telefono, ognuno a farsi i cazzi suoi, chi su facebook, chi con messaggi a chi era rimasto in città. In quel momento mandai un messaggio a Giuseppe

“non ho messo il reggiseno lo sai?”

lui con indifferenza, fingendo fosse un amico rimasto in città rispose: “si vede…”

in effetti avevo i capezzoli ben in vista sotto il tessuto del vestitino estivo, ma non era tutto. Scrissi ancora:

“e neanche le mutandine”.

La faccia di mio fratello nel leggere questo messaggio avvampò e alzò lo sguardo su di me che proprio in quel momento sorridendo diedi una lunga leccata al gelato, accrescendo la libidine che vedevo nel suo sguardo. Michela era stanca e messaggiava con qualcuno a sua volta senza alzare la testa.

“Dimostralo se hai il coraggio”.

Non aspettavo altro, era un modo implicito per dire che mio fratello voleva vedere la mia patatina e la cosa mi fece bruciare in mezzo alle gambe. Risposi “Ora faccio cadere la borsetta, tu fai il gentile e raccogli… e guarda bene…”

Lo feci. Con un gesto urtai la borsetta che dal tavolo cadde per terra aprendosi e sparpagliando un po’ di oggettini, spiccioli, sigarette.

Giuseppe subito, come un perfetto gentiluomo disse “Lascia lascia! Ti aiuto io” e subito si inchinò.

A quel punto aprii le gambe mentre rivolgevo qualche parola a Michela per distrarla “Con chi ti scrivi Miche?”

Non chiedetemi la risposta, non ascoltavo niente, annuivo e pensavo soltanto allo sguardo di Giuseppe tra le mie gambe. La mia fichetta era liscissima, rasata la sera stessa e ora era esposta ai suoi occhi; potevo sentire i suoi occhi su di me, avrei voluto aprirla, avrei voluto farmela leccare, avevo il cervello completamente off mentre sorridevo ed annuivo a Michela.

Una cosa non avevo pensato, il contatto fisico… ad un certo punto, senza preavviso perch&egrave non guardavo Giuseppe sotto il tavolo, sentii la sua mano toccarmi la caviglia e il polpaccio, per due secondi, ma fu come una scossa, fu come se mi avesse toccato all’improvviso proprio sulla fichetta e sul clitoride. A stento trattenni un gemito, chiusi le gambe d’istinto e le strinsi, avevo la sensazione che avrei cominciato a gocciolare da un momento all’altro.

Dio se mi sentivo eccitata in quel momento! Le avrei volute spalancare quelle gambe, altro che chiuderle. Ma conosco la mia amichetta e solo stringendo le gambe riesco a trattenerla.

“Hai finito Giuse? dai che andiamo via” fece Michela, sbirciando sotto il tavolo.

“Si, si, tutto preso” rispose lui e si alzò e mi porse la borsetta. Notai che mentre si sedeva, passò una mano nelle parti basse, come a… sistemare qualcosa.

Ci guardammo. Non avevo mai visto quello sguardo negli occhi di mio fratello. Era uno sguardo languido, affamato, voglioso e senza più alcun velo di timidezza o di imbarazzo.

Decidemmo di andar via ma prima avevo bisogno di andare al bagno, dovevo assolutamente asciugarmi in mezzo alle gambe. Lo dissi agli altri e anche Giuseppe disse “si, vai che poi vado anche io n bagno e poi andiamo a casa dai” e io mi avviai.

Alle mie spalle sentii la voce di Michela dire “Giuse, perch&egrave devi aspettare che torni Sara? i bagni son separati, vai ora così andiamo subito a casa che son stanca morta”

“Hai ragione amore” disse lui e si alzò. Lo vidi dietro di me. E mi raggiunse proprio davanti all’entrata delle toilette.

Fu un attimo, io aprii la mia porta, era libero, mi voltai, lo acchiappai per un braccio e lo tirai dentro chiudendo la porta alle spalle.

Ci avvinghiammo, per la prima volta baciai mio fratello, le nostre mani sui corpi, cercai subito il suo pacco e slacciai la sua cintura mentre lui mi tirava fuori le tette e me le succhiava.

Non avevamo molto tempo e come un affamata mi inginocchiai e glielo presi in bocca. Lo sentii crescere tra le le labbra, diedi quattro cinque leccate e lo tirai fuori per osservarlo un attimo. la sua cappella era lucida e già gonfissima. Ripresi a succhiarlo quasi furiosamente, tra una succhiata e l’altra gli dissi “Non abbiamo molto tempo Giuse, voglio che vieni subito”.

“Non so se riesco” disse lui mentre mi passava le man tra i capelli spingendosi più in fondo possibile nella mia boccuccia.

“Ci riesco io… ora vedi!” risposi io minacciosa mentre glielo segavo contro la mia guancia.

Lo ripresi in bocca, lo afferrai per le chiappe (sodissime ragazzi! che culetto il mio fratellino!) e cominciai un pompino violento, scopandomi da sola la bocca. Facevo un gran rumore ma non mi fregava niente di niente. Giuro che volevo solo sentirlo venire nella mia bocca e il resto del mondo era distante anni luce.

Giuseppe gemeva sempre più forte, incurante anche lui ormai di essere in un bagno pubblico. Infine disse “spostati Sara che sborro!”

Ma non aveva capito bene le mie intenzioni, io di spostarmi non avevo la minima intenzione. Anche perch&egrave a pensarci bene se mi fosse venuto addosso sarebbe stato un problema be più grande da nascondere dopo agli occhi di Michela.

Alle sue parole risposi tirandomi un po’ indietro fino a tenere solo la cappella ben stretta tra le labbra in modo da passare la lingua proprio sotto e con la mano cominciai a segare il cazzo per tutta la lunghezza.

Stava proprio per esplodere e pochi secondi lo sentii pulsare e sentii gli schizzi di sborra in bocca. Dio se era tanta, e se era calda! Non saprei dire cosa avrebbe combinato se avesse schizzato fuori. Sentivo gli schizzi abbondanti e forti riempirmi la bocca e la gola e intanto sentii anche la mia passerina aprirsi e letteralmente sgocciolare per terra.

Quando alzai lo sguardo su di lui, l ovidi in estasi, con le mani appoggiate al muro, la bocca aperta. Mi guardava completamente svuotato dall’orgasmo. Ingoiai tutto e mi alzai.

“Capisci che non potevo farti uscire dalla mia boccuccia? cosa avresti combinato eh fratellino?” dissi sorridendo e baciandolo dolcemente sulle labbra.

Mentre lui si ricomponeva velocemente, presi della carta igienica e la passai tra le gambe inzuppandola. Giuseppe se ne accorse e mi disse “Voglio la tua fica”. Finalmente era diventato pazzo di me e parlava chiaramente come fossi una ragazza qualsiasi e non sua sorella. Lo sentii in mio potere. O forse ero io in balia del suo cazzo così grosso e duro e dell’idea così eccitante di avere un uomo praticamente difronte alla sua donna.

“Non ora Giuse… stanotte vieni in camera mia quando Michela dorme. Devi sdebitarti no?”

Uscimmo furtivamente dal bagno, prima io per controllare e poi lui quando gli diedi il via libera.

Ormai era tutto troppo chiaro e il prossimo passo… bh&egrave potete immaginare quale sia… era ormai inevitabile per quanto era cresciuta la voglia in noi.

saretta27_27@virgilio.it

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