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Racconti erotici sull'Incesto

Ricordi di gioventù 2

By 19 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Per comprendere meglio il racconto leggete prima il capitolo 1

https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=16825

Ricordi di gioventù 2

Al mattino si sveglia e si sente con tutte le ossa rotte. I muscoli le fanno male e sedutasi sul letto, ripensa a quello che le era accaduto il giorno prima. Dalla vulva le si dipana per tutto il corpo un calore incredibile e stringe le gambe inconsapevole di darsi nuovo piacere. A causa delle gambe molli, si reca con attenzione in bagno ed espletate le funzioni corporali e si lava lungamente sotto al getto caldo della doccia. Le mani corrono sul corpo e ha l’impressione che siano quelle dei ragazzi mentre la mente torna alle sensazioni provate e a quello che era accaduto.

Davanti allo specchio in camera si osserva. A parte alcuni lividi sul seno, non vede altri segni di quello che era accaduto il giorno prima. Sorride ripensando alle sensazioni che aveva provato e a quello che era accaduto. Si sente tutta formicolare. Osserva i capezzoli duri e come si passa la mano su di essi, trema e ansima di piacere. Le mani scendono lungo il corpo e inizia ad accarezzarsi inconsciamente in mezzo alle gambe.

Piegata in avanti, si appoggia con una mano allo specchio. Si osserva il viso e lo sguardo strafigurato dal piacere e dal godimento provocato dalle sue dita sul clitoride e incapace di fermarsi, prosegue fino a che le forze non la sorreggono più.

Ripresasi, ma ancora ansimante e sudata, si posiziona meglio e allargate le gambe, si osserva la piccola conchiglia riflessa allo specchio. Le dita divaricano delicatamente le labbra vaginali e si osserva con eccitata bramosia il piccolo clitoride umido come tutta la vulva. Ha l’impressione che sia più rossa del normale e sorride pensando che forse era normale. In fin dei conti aveva appena finito di godere come una matta.

Mentre si riveste, si dice fra se che deve chiedere a sua madre di cambiare i reggiseni. I ferretti durante la notte le si sganciano quasi sempre.

Fuori dalla porta, una persona è soddisfatta per la celestiale visione che ha avuto. Non ha idea di quante volte ha goduto mentre si faceva le seghe con l’occhio incollato al buco della serratura. Ora che la vede che si è rivestita, pulisce alla meglio il disastro che ha fatto a terra e poi si rifugia in bagno a lavarsi. Quello che aveva assistito, era cento volte meglio che spiarla di notte dopo averle slacciato il reggiseno. Con paura e trepidazione di essere scoperto, l’osservava dormire in quel modo nella penombra e aveva iniziato ad accarezzarla delicatamente il seno e il capezzolo duro mentre con la mano libera si faceva una sega.

* * *

Dopo due giorni che non la vedevano, i ragazzi iniziavano a preoccuparsi. Mille domande percorrevano le menti, facendoli ancor più preoccupare e angosciare.

Durante un giro senza meta in bici, sempre assieme, è Roberto il primo fortunato che la intravede attraverso la vetrata della panetteria e si fermano per aspettarla.
Come esce e li nota, si blocca sulla porta. Abbassa lo sguardo, il cuore le batte impazzito e il respiro si fa più corto. Mille sensazioni le attraversano il corpo mettendola a disagio.

Fattisi coraggio, i ragazzi l’avvicinano e la fermano per cercare di parlarle. La vedono immusonita, con le braccia incrociate sul petto e il panico si impossessa di loro.
Fra mezze parole e mezze frasi interrotte da continue e ripetute scuse, parlano, si chiariscono e l’accompagnano verso casa.

Chiusa la porta, le gambe le tremano, si sente calda e la figa bagnata. La mente viaggia e ricorda le sensazioni sperimentate insieme a loro e a quelle date dalle proprie dita. Messo il pane in cucina, si rifugia in bagno e seduta sul bidé, si lava e si masturba velocemente. La tensione tanto accumulata, non si attenua con l’orgasmo. Si sente tutta frizzante e vorrebbe continuare all’infinito, ma c’è la madre a poca distanza e non vuole farla insospettire.

Vista entrare in casa sorridente, i ragazzi erano visibilmente sollevati.
‘Raga! Vi giuro che solo come lo vista mi è venuto il cazzo duro.’

Tutti ridono sguaiatamente a quella affermazione.
‘Anche io c’è lo duro.’ Ribatte Roberto, il piccolo del gruppo.

‘Chissà se anche oggi ci fa vedere le tette.’ Ribatte il fratello, ottenendo un coro di sghignazzate da parte di tutti.

In mezzo al bosco, i ragazzi erano eccitatissimi. Tutto stava accadendo come la volta precedente. Era a terra immobilizzata e la stavano osservando. Solo il reggipetto era ancora allacciato al suo posto e Gabriele, il cugino, la stava leccando e succhiando la figa. Le tette erano in bella vista ed esposte ancor di più dalle coppe piegate sotto ai seni.

Con difficoltà, Samuele ha insinuato la mano sotto la schiena e ha raggiunto i gancetti che trattenevano il reggiseno per poi gettarlo dove erano le mutandine, insieme ai piccoli pantaloncini e alla maglietta. Amava osservare le belle tette, vederle senza impedimenti lo preferiva di gran lunga. I capezzoli di Michelle erano dritti e di un rosa acceso. Adorava palparle i turgidi seni e giocherellare con i capezzoli facendola ansimare… Sorride nell’osservarla tutta nuda.

Durante la partita di pallone non era concentrata e pensava con ansia ed eccitazione se i ragazzi avessero voluto ripetere la gita nel bosco. Ora non era più tanto sicura di voler continuare, si ripeteva come una cantilena continua nel cervello che era tutto sbagliato. Che non avrebbe dovuto ripetere lo stesso errore. Le sensazioni che stava ricevendo erano forti ed emozionati e le piaceva sperimentare e riviverle nuovamente.

Tutti sapevano che Michelle era vergine, come loro d’altronde, ma Giorgio era stanco di leccare solo la figa. Considerava che lei aveva appena goduto grazie al lavoro fatto dal cugino e la sentiva ancora ansimare e mugolare durante il suo tempo inconsapevole che le avesse dato un altro orgasmo. Aveva la lingua e il collo doloranti pur non avendo ancora terminato i suoi cinque minuti che gli spettavano. Giorgio si è spogliato dei vestiti e tutti hanno potuto vedere il cazzo duro ergersi dritto. Anche Michelle l’ha visto, ma era in estasi e non era in grado di connettere il cervello con il resto del corpo a causa delle forti emozioni che le stavano percorrendo per tutto il corpo.

Giorgio si è messo sopra di lei, e con la mano libera, ha guidato il cazzo stretto nel suo pugno a contatto della calda figa palpitante. Ha spinto leggermente il cazzo e si è stupito del piacere che riceveva e come poteva sentire la figa pulsare. Si è mosso lentamente andando avanti e indietro godendo del caldo e umido contatto. Ha spinto fortemente il cazzo e Michelle ha urlato per il dolore, ma il cazzo di Giorgio era completamente affondato in lei.

Senz’aria ha cercato di dire che era tutto sbagliato. Che avrebbe dovuto fermarsi. Ha cercato di spingerlo via, ma lui era troppo pesante e il dolore incredibile la bloccata lasciandola boccheggiante…

Un altro affondo del cazzo e lei ha urlato ancora.

Imperterrito Giorgio ha iniziato a spingere il cazzo dentro e fuori, sordo dei lamenti dell’amica in una scopata sempre più selvaggia. Il piacere è esploso e gli affondi sono stati più forti e più profondi.

Ogni colpo dato alla cervice, le toglieva il respiro cui aveva smesso di lamentarsi e di porre una qualche resistenza. Michelle tremava e singhiozzava, sconvolta dal calore che percepiva e dai sentimenti contrastanti. Fra se e se continuava a ripetere che era tutto sbagliato. Che non avrebbe dovuto essere li con lui dentro di lei. Che non era questo quello che avrebbe voluto rifare.

Aveva gli occhi chiusi, gonfi di lacrime. L’ha sentito sollevarsi sulle braccia e il cazzo uscire dalla sua vergine conchiglia con un rumore di risucchio che la fatta avvampare di vergogna. Finalmente non era più schiacciata dal peso di lui e invece è rimasta senza respiro per qualche attimo e senza forze.

Eccitato per lo spettacolo e con il cazzo già stretto nel suo pugno, Gabriele ha iniziato a segarsi con movimenti della mano sempre più veloci e ha riversato il carico delle palle sulle tette della cugina. Qualcuno dietro di lui si è lamentato, adducendo che ora non potevano più succhiarle i capezzoli, ma oramai, non poteva più fermarsi e ha continuato a segarsi con foga.

Estasiato per lo spettacolo cui aveva visto Benedetto già nudo, si è posizionato fra le gambe di lei. Da quando aveva conosciuto le riviste porno, ne era diventato un estimatore e quello che maggiormente amava, era guardare quando il fortunato di turno poteva infilare il cazzo nel culo. Visto che toccava a lui e ai suoi cinque minuti, ha infilato il cazzo in figa come aveva visto fare dal suo amico. Era impressionato dal piacere intenso che stava scoprendo, ma continuava a pensare alla sua fantasia. Osserva Michelle sotto di lui, con le sue enormi tette ed estrae il cazzo.
‘Ragazzi! Aiutatemi a girarla. Dobbiamo metterla alla pecorina.’

Lei si è lasciata manipolare, pensava che avessero finito e che l’avrebbero aiutata a vestirsi. Ha sentito che veniva presa per i fianchi e tirata indietro come se avessero voluto che si sedesse sui talloni, ma resta sconcertata e senza respiro.

Benedetto si impugna nuovamente il cazzo e vedeva l’antro del suo desiderio. Con un sorriso beffardo e guardando gli altri sbaglia. Senza volerlo s’immerge nuovamente nella figa. Lo estrae contrariato e guida la cappella lungo il taglio delle chiappe fino a raggiungere il vergine buco del sedere.

Senza forze per sorreggersi sulle braccia, ha posato la fronte su di essere e Michelle, con il culo esposto in alto e violato, singhiozzava e piangeva. Aveva sbagliato pensiero e il volere dei ragazzi. Desiderava che si fermassero, ma era incapace di parlare. Gemeva per le sensazioni che percepiva con il cazzo che si faceva largo in lei e che gli procurava piacere per come le si strusciava lungo le pareti vaginali.
Come la cappella ha superato l’anello elastico dello sfintere, ha rantolato un urlo sordo a causa del fatto che era rimasta senza fiato e in apnea.

“FERMO… FAI MALE! è TUTTO… Sbagliato…” Ha urlato come ha trovato un poco di aria nei polmoni. Per tutto il tempo della sodomia, ha continuato a ripetere con una flebile voce che era tutto sbagliato e a piangere per il dolore, ma lui imperterrito ha continuato a spingere il cazzo avanti e indietro, fino a che non ha riversato l’intero carico delle palle nell’intestino.

Michelle è stata costretta a continuare a rimanere nella posizione della pecorina per tutto il tempo che i ragazzi l’hanno scopata. A turno hanno voluto sperimentare i due buchi oramai aperti e lunghi rivoli di bianco sperma fuoriuscivano dagli orifizzi genitali, colando lungo l’interno coscia fino a raggiungere la terra.

Tutti hanno avuto i loro cinque minuti di sesso con Michelle tranne Roberto. Egli ha desiderato ardentemente farsi succhiare il cazzo, come nei filmati video che guardava in casa mentre si masturbava.

‘Michelle… Ti chiedo un piacere. Potresti farmi un pompino? – Preoccupato la guarda, ma non si muove. – Sai… Intendo un lavoro di bocca. Me lo potresti succhiare?’

Singhiozza e trema. Il viso è rigato dalle lacrime. ‘Si, va bene. Ti succhio il cazzo se poi mi permettete di rivestirmi e andare a casa.’ Cerca di guardarlo alzando la testa, ma l’unica cosa che vede, sono le palle e il cazzo eretto di lui.
Nella sua fantasia, fin da piccola voleva sperimentare di baciare un cazzo, ma ora, in quel luogo e dopo tutti gli abusi subiti, voleva solo scappare da tutto e da tutti.

Roberto si spoglia completamente e Michelle osserva con piacere il duro cazzo e le pendule palle sottostanti. Timidamente lo impugna e una scossa l’ha percorsa per tutto il corpo. Con sommo piacere ha iniziato a succhiare il cazzo in quello che sapeva essere un pompino. Roberto non è durato a lungo. Era rimasto per tutto il tempo eccitato ad osservare lo spettacolo che si susseguiva su di lei con i suoi amici. Le ha messo le mani sulla nuca e quando ha iniziato a sborrare l’ha tenuta fortemente impedendole di muoversi mentre con un colpo del bacino, le ha infilato la cappella in fondo alla bocca. A sua volta Michelle, non sapendo cosa fare, ha ingoiato quanto ha potuto del caldo sperma pur cercando di divincolarsi e di soffocare i conati di vomito.

Dopo un tempo infinito, si è finalmente messa a sedere. Aveva le ginocchia che gli facevano male e li ha osservati. In bocca aveva il sapore inconfondibile del suo amico e guardandosi fra le gambe, poteva vedere chiaramente il bianco sperma colato all’interno delle cosce e i grumi sul pube.
‘Possiamo chiederti un piacere? ‘ Le chiede qualcuno fra di loro non riconoscendo la voce. – Ci faresti vedere come ti masturbi?’

Poteva rivestirsi e scappare, ma quella richiesta la lasciata perplessa. Li osserva tutti con calma, nella loro completa nudità con i loro cazzi che attirano la sua attenzione. Pensa qualche attimo alla proposta che gli è stata fatta e si rimette sdraiata. Inizia con il giocare con i seni come è abituata a fare da sola, titillando i capezzoli turgidi e senza dire nulla. Le piace eccitarsi in quel modo e ascolta le sensazioni che le turbinano nello stomaco e poco dopo, una mano scende lungo l’addome per soffermarsi sulla figa sensibile dove inizia a masturbarsi per la gioia degli occhi dei suoi amici.

‘è così che lo fai… Quando sei eccitata?’

Riconosce la voce, ma è come se le arrivasse da lontano. Annuisce sorridendo, senza fermare le mani e le dita.

‘Dai ragazzi, facciamole vedere come gradiamo lo spettacolo che ci sta offrendo.’ Dice Franco.
Ancora nudi, con i cazzi eccitati ed eretti, la circondano e iniziano a loro volta a masturbarsi per Michelle.

Chi prima, chi dopo, i ragazzi le hanno sborrato addosso, mentre lei a sua volta, gode sotto una pioggia di sperma calda che la erotizza ancor di più svuotandola da ogni forza residua.
Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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