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Racconti erotici sull'Incesto

Ricordi di gioventù 3

By 22 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
https://raccontimilu.com/viewuser.php?uid=843

Per comprendere meglio il racconto leggete prima i capitoli precedenti
Cap 1
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=16825
Cap 2
https://raccontimilu.com/viewstory.php?sid=16846

Ricordi di gioventù 3

Dopo la doccia, mentre si osserva allo specchio della sua camera, la realtà di quello che era accaduto non poteva più essere nascosto. Era stata violentata dagli amici con cui era cresciuta. Durante la cena, era particolarmente taciturna, perché pensava al dolore profondo che sentiva a restare seduta, le dava enorme fastidio. Non era solo fisico il problema, si sentiva soprattutto avvilita. Con la forchetta ferma a mezz’aria, si rammarica che una volta ingoiato il boccone, avrebbe perso il gusto di sperma che aveva in bocca.

Mangia contro voglia e dopo cena, si chiude nella sua stanza con i pensieri e le sensazioni contrastanti che la turbano. Invece di raccontarlo ai suoi genitori o alla polizia, ha passato la notte in sogni che le hanno fatto rivivere la giornata. Una volta sveglia, ha allargato le gambe e, dopo una carezza sensuale che le ha dato i brividi, ha continuato fino a che non ha goduto.

I gemiti non sono passati inascoltati. Il fratello dopo aver fatto colazione, tornava in camera e ha sentito i gemiti e i sospiri. Quegli stessi rumori che aveva sentito nella camera dei suoi genitori. Dopo aver origliato con l’orecchio attaccato alla porta, con il cuore che batteva fortemente dalla paura, ha girato lentamente la maniglia. Lo spettacolo che si è aperto ai suoi occhi era incredibile. Sua sorella era lì davanti a lui che si masturbava oscenamente completamente nuda. Il cazzo ha avuto un guizzo che si ergeva dritto sotto ai boxer. Senza pensare ha sbottonato la patta e impugnato strettamente, ha iniziato a segarsi. Con la fronte appoggiata allo stipite della porta ha goduto riversando il suo bianco appiccicoso seme sulla porta e a terra senza mai perderla di vista.

Spossata, riflette che si era masturbata ben poche volte da quando aveva scoperto quel piacere solitario e raramente al mattino. ‘Forse è colpa dei sogni di questa notte.’ Si dice fra se, mentre ansima ancora. Sedutasi sul letto, si morde il labbro inferiore. Il contatto con le lenzuola con la figa nuda le procura un pizzicorio che non si capacita cosa possa essere. Ancora piacere o dolore…

Si alza e si accorge che è mezza nuda. Il reggiseno slacciato e le mutandine abbassate. Fra se, si chiede come sia stato possibile.
Incredulo per la visione che aveva assistito, si chiude in camera con il cazzo ancora duro. Quello che aveva assistito superava di gran lunga le sue sedute notturne. Pensava che quella notte aveva esagerato e invece… Il cazzo ha un guizzo pensando a quello che era accaduto. Il reggiseno che era stato sganciato, le mutandine abbassate, il naso che si inebria del suo forte odore di donna e la mano che non solo palpa i seni, ma è riuscito anche a baciarli. Infine come sempre la super sega che si è fatto sborrandole sul cuscino e sulla faccia.

Tutta sudata si reca in bagno e dopo una rapida doccia, torna in camera per rivestirsi. Si osserva il seno e nota che vi sono nuovi lividi. Lo sguardo cade sui capezzoli duri e pensa a quando veniva scopata alla pecorina. A quanto le è piaciuto farlo in quella posizione e alle sensazioni che provava con le tette che dondolavano libere. Inconsapevolmente stringe le gambe, pensando al piacere che riceveva quando i piccoli e impudici capezzoli sfregavano a terra nel bosco. Scuote la testa cercando di distogliere la voglia che aveva di masturbarsi ancora.

In cucina a fare colazione non riusciva a stare seduta. Le mutande le davano fastidio e il pizzicorio non dava segno di diminuire. Infastidita, si alza e si reca in bagno dove seduta sul bidé si lava con l’acqua fredda. Si osserva le labbra vaginali rosse e gonfie e fra i radi piccoli peli ricci, nota il cappuccio del clitoride che spuntava prominente. Non vuole masturbarsi, ma non riesce a dimenticare le sensazioni provate. Terminato di lavarsi si riveste, ma il risultato non è cambiato, il fastidioso prurito è rimasto. Tornata in camera si toglie le mutande ed indossa una minigonna.
‘Forse in questo modo, se circola aria si raffredda.’ Sorride a se stessa, mentre si guarda allo specchio con le guance rosse. Non era mai stata senza mutande in giro per casa e meno che mai quando era vestita. Tornata seduta, constata che non vi era segno di miglioramento e se ne rammarica.

Sorride, mentre sorseggia il latte. Non si ricorda di essere rimasta senza mutande così a lungo e quella sensazione che percepisce, la inebria. Fatte le faccende domestiche si mette sdraiata sul letto e con le gambe aperte, freme nel sentire l’aria accarezzarle la figa.

Pensava ai ragazzi e voleva farlo di nuovo… Desiderava toccarsi nuovamente… Sognava di giocare a pallone, senza mutandine… Desiderava i loro cazzi… Si accarezza languidamente la figa e trema dalla voglia di masturbarsi. Si alza incredula. Non aveva mai fatto un atto del genere. Doveva scacciare dalla testa quei pensieri e appena le era possibile, affrontare a muso duro i ragazzi e vietare il ripetersi di altri incontri tipo nel bosco. Si alza dal letto fremendo, ma al contempo seriamente decisa di parlare agli amici.

Seduto sul divano a poltrire, la vede arrivare. Le sorride e al pensiero di quello che aveva visto al mattino, il cazzo risuscita inturgidendosi.
‘Cosa vuoi vedere?’ Le chiede.

Rimane esterrefatta nell’osservare il cazzo che si ingrossa sempre più. Non riesce a distogliere lo sguardo e se ne vergogna. Con le guance di fuoco, si siede senza guardare e fortunatamente si appoggia sul bracciolo della poltrona. Scivola di lato e si accomoda.
‘Fai tu.’ Risponde dopo aver fatto alcuni respiri profondi e cercando di concentrarsi alla televisione.

Sgrana gli occhi incredulo, la minigonna si è sollevata e come si è seduta, ha potuto vederle i peli della figa. Non poteva vedere bene, ma quella vista l’aveva eccitato a dismisura. Non si ricordava che avesse mai visto sua sorella senza intimo almeno una volta.
‘Hazzard…- Ingoia con fatica la saliva che non c’è.- è appena finito e fra poco… Iniziano i poliziotti americani, i Chips.’

Il telefilm inizia, ma la loro attenzione resta indirizzata verso i rispettivi genitali. Lei muove le gambe alternativamente sempre più nervosa e lui la copia. I piccoli peli ricciolini compaiono in piena vista distintamente, mentre il cazzo si intravede lungo la patta aperta dei boxer con la sua rosea pelle e le scure vene che lo contraddistinguono.

Quante volte avevano lottato e lei più grande aveva vinto immobilizzandolo a terra con i pubi a stretto contatto. Ora aveva voglia di rifarlo, strapparle i vestiti e infilarle il cazzo. Farle vedere come era cresciuto. Un’occhiata veloce e si accorge che il cazzo spunta dai boxer. Osserva lo sguardo della sorella indirizzato su di lui e malizioso le sorride…

Nota il suo sguardo e abbassa la vista con le guance che le bruciano e il cuore che batte impazzito. Esterrefatta vede come la mini si sia sollevata e pensa a ciò che potrebbe vedere il piccolo fratellino. Ferma le gambe e le lascia aperte. Lo guarda e sorride maliziosa a sua volta.

‘Posso…- Ingoia un grumo di saliva.- Posso vederti la figa?’ Come sia riuscito a dirle quelle parole non se ne capacita e un’improvvisa paura lo attanaglia alla gola per una possibile reazione contraria alla richiesta che le ha fatto.

Dopo alcuni secondi in cui ha dovuto digerire quelle parole senza distogliere lo sguardo dal cazzo, si alza.

Di riflesso il fratello, temendo di essere picchiato si mette seduto e il cazzo fuoriesce completamente restando in verticale con la grossa cappella e per buona parte della sua lunghezza.

‘Va bene, ma ti spogli nudo.’

Non poteva credere a quello che aveva appena sentito. Un sorriso si apre da parte, a parte, sulla faccia. Con pochi movimenti resta nudo, seduto davanti a lei.

Michelle si slaccia la mini e resta mezza nuda davanti a suo fratello. Fatti pochi passi, si inginocchia fra le sue gambe e incomincia a studiare il cazzo.

La vista parte dalla punta del cazzo e si interroga come mai, lui abbia parte della cappella coperta da un alone di carne. Osserva eccitata le vene e il sacchetto sottostante con la pelle raggrinzita. Le due palle le può vedere distintamente e con un sorrisetto incuriosita, si chiede che gusto possa avere il suo sperma. Accarezza la pelle, delicata e morbida ed infine le soppesa.
Impugna la dura e al contempo morbida asta del cazzo, ed in entrambi una scossa li scuote. Lui respira sempre più rapidamente e lei percepisce un pizzicorio che si dipana dalla figa.

Con il cazzo stretto nel suo pugno, abbassa la mano e la lucida cappella rosea compare per intero. Apre il pugno e inizia a leccarlo partendo dalla base della dura e calda asta e poi ridiscende. Soppesa le palle e si stupisce della morbidezza e come possa distintamente riconoscere al tatto le piccole palline interne. Lo impugna nuovamente e se lo dirige in bocca. Appoggia le labbra sulla calda cappella e succhia il cazzo facendolo sparire tutto in bocca. Lo percepisce tremare e mugolare e violenti schizzi di caldo sperma le si riversano in gola facendola quasi strozzare.

Dopo un urlo di piacere, come i nervi e i muscoli si rilassano, resta piacevolmente incredulo. Sua sorella lo aveva fatto godere è tutto il suo seme era sparito nella sua bocca.
‘Lo hai… Ingoiato tutto?’

Senza rispondere, mugola la risposta con accenni della testa e continua a succhiare e a solleticare il cazzo con la lingua. Dopo un tempo infinito, sente il fratello gemere ancora e irrigidirsi nuovamente. Poco dopo nuovi caldi schizzi di sperma le si riversano sulla lingua. Quando distacca la bocca dalla cappella, si passa la lingua sulle labbra per assaporare il gusto. Riflette che è un poco salato e non era poi tanto rispetto alla volta precedente. A vista d’occhio, il cazzo inizia a smosciarsi e dal meato sgorgano ancora stille di bianco umido sperma mentre osserva interessata la guaina di pelle avvolgere la cappella.

è lei ora seduta a gambe aperte sul divano. Si passa una mano lungo il taglio della figa pettinandosi i peli e pregustando il piacere che da li a poco avrebbe sentito.

Il fratello resta a lungo a controllare e a riempirsi gli occhi della meravigliosa figa della sorella. Per lui era la prima volta che ne vedeva una da così vicino. Ora aveva la possibilità di toccarla, di esplorarla. L’accarezza titubante. Si compiace del velo pubico che attornia le labbra della figa e dischiuse queste, osserva come fosse bagnata e come risalta il rosso della carne interna dal candore della pelle. Inserisce il dito medio fino a che le nocche spingono sulle labbra vaginali. Lo estrae e osserva il dito umido degli umori vaginali.

‘Assaggialo. è buono.’

Le parole della sorella lo riportano alla realtà. Era come se fosse entrato in stato di trance e dopo averne annusato il dito, lo lappa pregustandone il gusto. Non sente nulla di strano e lo inserisce nuovamente dentro la figa mentre la sorella geme.

Il dito ora accompagnato da un secondo entra ed esce in lei mentre sempre più eccitata, si accarezza i seni e si masturba i capezzoli dandosi sempre maggior stimolo ed eccitazione.
‘Dai… Leccamela. Ti prego.’

Lui si china e posata la bocca, inizia a muovere la lingua in modo confuso. Le scosse che Michelle riceve sono tali, che resta in un stato di totale eccitazione perenne. Pensa che sta per raggiungere l’orgasmo quando lui gli lecca il clitoride, ma poi, quando si ritrae per leccare altrove grugnisce di rabbia e voglia. Sfinita dal gioco e dalla passione, gli solleva la testa osservando come sulla faccia e sul mento risalti l’umido della sua ciprigna.
‘Fratellino… Se vuoi ti permetto di infilare il tuo cosino li dentro.’

Sorride voglioso a quella aspettativa. Non avrebbe mai pensato di perdere la sua verginità con la sorella. Da un’ultimo sguardo alla figa e alle labbra vaginali che luccicano della sua bava e degli umori di lei e resta interdetto nel guardarla mentre si spoglia.

Lei si porta in mezzo alla stanza e mentre i vestiti cadono a terra, osserva il cazzo rigido del fratello e il suo sguardo attonito ed eccitato. Nota come gli guarda le tette e con fare voluttuoso se le accarezza. Si pone a terra mettendosi alla pecorina offrendogli il sedere e voltando la testa lo guarda.
‘Promettimi di non venirmi dentro.’

Eccitato per lo spettacolo, inizia a sfregare in modo confuso il cazzo lungo il taglio del sedere per poi guidarlo verso l’ingresso della figa. Il caldo umido antro l’avvolge facendolo impazzire di piacere esattamente come la sorella che inizia a godere delle sensazioni di caldo e al contempo duro e morbido cazzo dentro di lei.

Il piccolo e inesperto fratello capisce presto che se la prende per i fianchi, le spinte sono date con maggior regolarità e forza. Le palle dondolano al ritmo della scopata come le tette e oltre agli schiaffi dati dai due corpi che si amano, echeggiano per la casa solo i loro rantoli di godimento e piacere.
Lei nella sua testa, continuava a ripetere sempre più in modo flebile.
‘Non… Godere… Dentro… Non… Godere… Dentro…’

L’orgasmo le esplode con ondate di piacere che si dipanano per tutto il corpo. Ha l’impressione che sia tutto il corpo a godere e non solo la figa. Le ondate di caldo che si riversano dentro lei la fanno impazzire e urlare incontrollatamente, mentre il fratello continua a spingere il suo cazzo contro l’utero sempre più forte.
Spossati, senza più forze e con il fiato corto, si allungano in avanti e lui si sdraia su di lei con il cazzo ancora turgido nella figa.

Lentamente come questo si rimpicciolisce, esce e una lunga bava bianca cola dalla figa solleticandole il clitoride e facendola tremare di voluttuoso piacere la sorella.

Quasi all’unisono voltano lo sguardo e dopo essersi scambiati un sorriso, si baciano come due teneri amanti mentre sui loro corpi luccicano gocce di sudore osservati con bramosia da una terza persona eccitata per lo spettacolo che ha assistito.

Maxtaxi

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Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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