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Racconti erotici sull'Incesto

Samanta.. c’è una novità..

By 25 Febbraio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Infilai la chiave nella toppa. La girai e aprii la porta. Tutto buio. Feci due passi con lo zainett in mano e.. dalla porta in fondo a destra la sentii. Lei.. e i suoi gemiti.. “Ahh.. ahh..” Le dita della mano si aprirono e lasciai scivolare la borsa in terra. Senti tremare leggermente le gambe. Lei era là, in camera sua, non sola. E godeva come una matta.. Stetti lì immobile, in mezzo al corridoio, come un cretino. E sentii il sangue gonfiarmi l’uccello.

Arrivato all’Università trovai un assistente che ci informava che il docente che avrebbe dovuto tenere il seminario durante l’intera mattinata non si sarebbe presentato e che la lezione sarebbe stata rimandata a data da destinarsi.

Ora ero lì in mezzo al corridoio, come un cretino. Con quel lamento nelle orecchie. Mia madre che credeva evidentemente di potersi godere liberamente la sua casa, il suo ancora giovane corpo e un po’ di tempo libero, si stava regalando un po’ di intimità.

Vidi con un po’ di sopresa che la situazione mi stava regalando una inaspettata e controversa emozione. Mia madre era una ancora una belllissima donna e, nel recente passato, ero convinto che si era concessa qualche distrazione coniugale, dato che il suo secondo marito troppo intento alla carriera lasciava molto tempo libero a quella procace quarantacinquenne.

Comunque io ero sempre lì, a due passi dalla porta, si imbambolato e con una strana pelle d’oca ma con l’intenzione di ripercorrere la strada a ritroso e concedere un paio d’ore di.. libertà e di intimità a mia madre. Quando.. Quando mi ricordai dello scherzetto che proprio lei mi aveva fatto giusto un anno prima, quando mi sottrasse alcune cassette porno dal mio cassetto privatissimo e quando poi una sera, nel quale il suo uomo passava la notte fuori città per lavoro, a tarda ora ero seduto sulla poltrona davanti alla tv in sala da pranzo e facevo un po’ di zapping lei entrò per bere un bicchiere d’acqua proprio mentre mi ero soffermato nei programmi erotici di annunci di servizi telefonici a pagamento e dopo aver sgranato un po’ gli occhi e essersi fatta una bella risata tornò in camera sua e ricomparve poco dopo con un sacchetto nel quale aveva infilato la mia collezione privata, si sedette affianco a me e me la porse. “dai sciocchino rimetti di là!” Mi costrinse a rimettere sui canali erotici e appoggiatasi comodamente sullo schienale si guardò per pochi minuti quelle scenette soft-porno. Il mio imbarazzo era alle stelle, lei invece si sentiva di comandare il gioco e tutt’altro a disagio finché non mi parve di sentire il suo respiro farsi un poco più profondo e capii che quei bellissimi corpi di donne che si toccavvano e si versavavano addosso liquidi colorati ed unguenti non lasciavano indifferenti neppure lei. A quel punto si alzò, per non perdere il controllo della situazione e “notte seghino! ti lascio ai tuoi filmini!” e con un’altra risata se ne andò sculettando nel suo leggero baby doll che amala pena riusciva a contenere la sua quinta e le sue stupende chiappe. Io rimasi lì per un po’, poi spensi e con la coda tra le gambe mi diressi verso la mia camera. Ma quando passai davanti alla sua di vidi una inequivocabile luce di televisione accesa da sotto la porta, segno che la ammmima se la stava tirando lei una.. seghina. Decisi dunque di pareggiare il conto..

Cominciai a camminare verso la sua porta, mi fermai davanti ad essa, mentre continuavo a sentire nitida la sua voce ansimare ed appoggiai la mano sulla maniglia. La ruotai lentamente con il cuore che ormai aveva accelerato decisamente i battiti, poi aprii. “Ciao mam..” Cazzo, non era sola. Sotto le lenzuola, completamente coperto si stagliava la figura sinuosa di un altro corpo inginocchiato tra le sue gambe. Lei aveva il viso sul cuscino rivolto verso la porta e aprii gli ochhi. Lanciando più un sospiro che un urlo che le rimase strozzato in gola dato che le era partito un orgasmo che sembrava violentissimo. La tipa tra le sue gambe manco si accorse che non erano più sole. Mi guardò con grande stupore mentre godeva, a tratti non riusciva atenere gli occhi aperti tanto era la vertigine che le percorreva il corpo, si mordeva il labbro inferiore, si aggrapava con le mani alle lenzuole, lasciando la sua quinta che anche se non sfidava più leggi fisiche era ancora straordinariamente possente, libera di muoversi al ritmo del suo piacere. Io ero ormai totalmente confuso riavvicinai la porta senza chiuderla del tutto. Dopo poco da sotto le lenzuolo comparve quella gran figa Samanta.. mia zia ovvero la sorella di mio padre, biondissima, trentacinque anni, due tette così ed una vita strettina; insomma un fisico da pornostar americana. Non si era acccorta veramente di nulla e con un sorrisoa trentacinque denti riemerse del tutto bacio in bocca mia madre e si appoggio alla spalliera del lettone “ehi cara.. perché.. non mi restituisci il favore?” Mia madre appena ripresa dal fulmine di piacere che le era passato in corpo si alzò, poso a gattoni dietro di lei e prima di affondare la sua faccia da maiala là in mezzo diede un occhiata verso la porta. Io feci appena in tempo a scostarmi. E le lasciai probabilmente il dubbio di avere avuto le travecole. Lasciai passare un minuto abbondante, infilai la mano impugnante il mio telefonino, registrai un filmino che già valutavo di alto valore di scambio e me ne andai lasciando le due donne in quella posa eccitante ed oscena.

La situazione in casa nei giorni seguenti fu un poco strana ma tutto sommato tranquilla. Mia madre veramente era assalita dal dubbio di cosa fosse successo e l’assenza di anomalie nel mio comportamento quotidiano nei suoi confronti doveva tenerla sulle spine senza rebderla né ansiosa di sapere né totalmente rilassata. Passò una settimana, quando si ripresentò creata da me ad arte, la situazione di un anno prima. Io con il telecomando in mano a vedere programmi erotici e lei che notte tempo si recava in cucina per bere un bicchiere di acqua. Questa volta, sgranò meno gli occhi e nessuna risata partì dalla sua bocca. Si limito a salutarmi e dirigersi verso il frigo della cucina. “Mamma me ne porti un bicchiere anche a me per cortesia?” Ora ero io che avevo il boccino e quando tornò con il bicchiere per me mi guardai bene dal cambiare canale. “Ma perché non tifermi? Non ti piacevono anche a te questi filmati?” “Si perché no, solo due minuti poi tirnoa dormire, tanto.. è tutta salute” ” ma certo e poi non ti imbarazzerò mica io giusto?” “certo tesoro” cercava di dissimulare la sua tensione e provava di interpretare bene la situazione per vedere di capire se era o meno sotto scacco. Successe però che la situazione era poco chiara anche a me, anzi era un bel po’ incasinata. Saranno state quelle fighe in tv, sarà stata l’ora e l’ennesima assenza di altri uomini per casa ma l’emozione che avevo provato qualche goirno avanit si estava trasformando in vera eccitazione e di tanto in tanto volgevo lo sguardo verso il corpo di mia madre, con il suo bel corpo racchiuso in quel perfetto due pezzi nero. Avevo la tensione alta, l’uccello duro e avevo voglia di sborrare. Non so dove, non so come ma sentivo il bisogno di scaricare l’eccitazione. In quel momento mia madre fece per alzarsi “beh io vado..” La afferrai per un polso. “no dai ancora un po’, ti prego..” “mah..” “ti prego dammi una mano” e così alzai il bacino e mi abbassai i boxer lasciando libero il mio uccello duro. Lei mi guardò negli occhi peoccupata e sorpresa. Io dovevo avere uno sguardo da pesce bollito. Capì che dovevo avere capito. Con una mano si passo i capelli dietro l’orecchio, poi chiuse gli occhi e si incurvo sul mio uccello. Lo prese tra le sue labbra e a me scappo un mugolio di vero piacere. Poi la guardai. Ochhi chiusi mi pompava l’uccello nelle luci del televisore. Era bellissima ma volevo di più. Con una pressione sulla fronte la allontanai dal mio uccello. Uccello che fece qualche fatica a mollarmi, da zoccola consumata, che conosceva quei movimenti a menadito. Poi tornata con il busto eretto io la guardai e gli indicai con un gesto del viso il reggiseno. Lei fu un automa non fcnessuna resistenza, Incrociò le braccia dietro la schiena lo slacciò lo fece cadere sul divano e torno ad inclinarsi sul mio coso. Con mio grande piacere. Le presi in mano latettona più vicina e comincia a palparla come fosse pongo. Lei mileccava l’asta, le palle poi tornava sul pezzo succhiandolo. Io ero vicino al traguardo finale non le dissi nulla. Probabilmente lei lo capì dai segni del mio corpo. Fatto sta che non fece una grinza. Rimase al suo posto e si prese in bocca un bel po’ del mio sperma che prontamente degluitì. Mi pulì l’uccello. SI rialzò si riallacciò il reggisenoe fece cenno di andare. “Mamma..” allungai la mano presi il telefonino e lascia partire il filmatino in cui lei si dava da fare con la cosina della zia. Lei se loguardò tutto poi mi fisso negli occhi appoggiando una mano sul mio cazzo mezzo moscio. e mi chiese “cosa voui fare?” “Intanto farmi cavalcare. Voglio vederti sul mio uccello pompare ed avere un orgasmo”. Lei si morse il labbro inferiore e non riuscii a trattenere un sospiro di godimento. Si alzò, mi prese per mano e ci dirigemmo verso camera sua, non facemmmo neppure due passi che il suo cellulare, che aveva l’abitudine di lasciare in cucina ricevette un messaggio. Lo prese e lo lesse. Poi si voltò verso di me con un sorriso sbarazzino. “é samanta, mi voleva giusto informare che non riesce a prendere sonno e che sistava trastullando un pochino la micina” “facci pure raggiungere dalla zietta che non vedo l’ora di dirle da quanto tempo è che le guardavo le tette di nascosto”. Ticominciammo a camminare verso la sua alcova, con una mano teneva me con l’altra richiamava il numero della sua complice di giochetti. “Samanta?.. c’è una novità..”

commenti vicolomiracoli@libero.it

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