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Racconti erotici sull'Incesto

Sara la mia dolce sorella

By 22 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Al compimento del diciottesimo anno la cosa che più desideravo era il conseguimento della tanto sospirata patente di guida.

Come regalo di Compleanno espressi a mia madre questa mia aspirazione e dopo una piccola riunione famigliare con mio padre decisero di accontentarmi.

Dopo l’iscrizione e il conseguimento del foglio rosa, la fase pratica la cominciai con l’aiuto di mia sorella Sara le prime volte mi rivelai un vero disastro ma poi con la pazienza e la volontà cominciai ad avere più dimestichezza.

Per sicurezza nostra e degli altri automobilisti mia sorella scelse un zona con un traffico limitato alla periferia della città e dopo diverse lezioni di guida i suoi insegnamenti dettero i primi frutti, la mia guida risultò più lineare e disinvolta, riuscivo a svolgere tutte le manovre con fluidità e sicurezza.

Durante una di queste lezioni ci fermammo in un piccolo barettino vicino alla zona industriale dove servivano panini e bibite, l’intenzione era quella di fare un piccolo spuntino e poi rientrare a casa.

Scendemmo dall’auto e liberi dalla tensione della guida ci accendemmo una sigaretta prima di entrare, Sara con sguardo compiaciuto disse:

‘Fratellino sei cresciuto tanto nell’ultimo anno sei passato da pivellino rompipalle ad essere un bel ragazzo’
Arrossii per il complimento…. aggiungendo:

‘Anche tu sei una bellissima donna’

‘Hai la ragazza?’ la sua domanda mi colse di sorpresa.

‘No… ho un amica a cui voglio molto bene ma non è la mia ragazza…..e la ragazza di un mio amico’ Dicendo questo mi accorsi che il tono della mia voce era cambiato passando da una modulazione normale ad una quasi sospirata.

‘Oh! Povero pulcino sei innamorato’. vieni qui dalla Tua sorellina’ e mi bacio con tenerezza sulle labbra

Terminata la sigaretta entrammo nel piccolo ritrovo ed ordinammo… trovammo posto facilmente il locale era semivuoto fatta eccezione per un camionista e due ragazzotti che lanciarono occhiate di ammirazione in direzione di Sara….la cosa mi fece sorridere.

Appena terminate le nostre consumazioni il cellulare di mia sorella squillò, risalimmo in auto e raggiungemmo il suo posto di lavoro una delle dipendenti di Sara aveva chiamato per un problema in agenzia.

A questo punto sarebbe opportuno spiegare meglio chi era mia sorella…..

Mia sorella gestiva una grossa agenzia Viaggi molto conosciuta in città…..una donna come si direbbe ora in carriera, ventinovenne e con un matrimonio fallito alle spalle, ma nel complesso una donna di larghe vedute, moderna ed indipendente, la visione della vita per lei era solo in una direzione verso il successo

Sebbene fra lei e me ci fossero ben undici anni di differenza le nostre idee combaciavano su molti argomenti dai gusti musicali alle idee politiche e persino nello sport…. tutti e due tifosi della stessa squadra di calcio.

Il desiderio di avere un contatto più continuativo e diretto con lei aveva trovato sempre degli ostacoli…. pur abitando nella stessa città i suoi impegni di lavoro e i miei impegni scolastici risultavano determinanti nel condizionare la nostra frequentazione.

Stavo per salutarla ed avviarmi alla fermata dell’autobus quando mi chiese:
‘ Fratellino vuoi fermarti da me stasera?…. ti farebbe piacere passare la serata con me….. se vuoi avviso io la mamma’ accettai con gioia.

Sara mi consegnò le chiavi di scorta dell’appartamento che teneva in ufficio aggiungendo:
‘Marco io ho ancora delle pratiche da sbrigare in agenzia, tu a casa fai tutto quello che vuoi io…. ti raggiungo appena posso

Mia sorella abitava in una palazzina di recente costruzione appena fuori dal centro, lo stabile era silenziosissimo non c’era una cosa fuori posto, dai fiori all’ingresso alle scale pulitissime tutto era curato e in ordine la posta ben ordinata nelle buchette dava una forma di preziosità alla struttura e tutto era in sintonia con le persone che lo abitavano

L’ascensore si fermo al terzo piano. La porta d’ingresso dell’appartamento di Sara era quella centrale.

Entrai il buon gusto di mia sorella si notava subito, dall’arredamento raffinato, ai quadri, dai tessuti delle tende fino alle suppellettili in sintonia con i mobili….. tutto era dannatamente perfetto.
Gironzolai per la casa curiosando qua e là, per un paio d’ore guardai la televisione poi mi addormentai sul divano del soggiorno.

Fui svegliato da Sara.
‘Sveglia dormiglione, dai che ora mangiamo ti vanno delle crocchette’. Risposi affermativamente.

Mentre mia sorella preparava da mangiare feci la doccia dalla cucina disse:
‘Sono stata dalla mamma per dirle che stasera stavi da me….. lei e il papà ti salutano e ti mandano un bacione’

‘Ahh!! dimenticavo mi ha dato anche una maglia pulita e un pigiama per te, metto i tuoi indumenti qui sul tavolino vicino al telefono’

La sua voce sebbene smorzata dal rumore dell’acqua mi giunse chiaramente il timbro dolce e armonioso mi dava sensazioni particolari, probabilmente fra lei e il su ex compagno vi erano state divergenze ben più profonde ma io come fratello vedevo in lei una donna sensuale e tenera la donna che avrei voluto avere al mio fianco.

Andai in cucina e lei mi rimproverò per i capelli bagnati.
‘Sei proprio uno zuccone, ti prenderai un raffreddore con la testa cosi bagnata’. Accese l’asciugacapelli e cominciò a passare la sua mano fra i miei capelli per asciugarli.

Con la pancia si appoggiò allo schienale della sedia….istintivamente indietreggiai il capo ed appoggiai la testa sui seni di Sara la sensazione fu di estremo benessere la morbidezza del suo petto e delicatezza del massaggio mi turbò facendomi correre un brivido lungo la schiena.

Mangiammo e parlammo per un lungo periodo di me, dello studio, delle amicizie e delle mie aspirazioni poi il discorso si concentrò su di lei…. le porsi un infinità di domande la mia curiosità sulla sua vita la spronò a rispondermi con accuratezza e completezza anche a quelle più personali senza nascondermi nulla.

Era una donna che aveva quasi tutto dalla vita, le mancava però l’affetto di una persona accanto e me accorsi quando le chiesi se avesse un altro uomo, ci pensò sopra un attimo e sul volto una leggera ad ombratura rattristò la luce del viso.
‘Non ho una relazione fissa ogni tanto frequento un mio amico ma non è una cosa seria,’

Poi quasi a voler troncare il discorso disse.
‘Fratellino vado a fare una doccia’

Mentre parlavamo si tolse i jeans e la camicetta, rimanendo con le calze e la biancheria intima.
Con semplicità senza alcuna malizia me la ritrovai mezza nuda davanti agli occhi lasciandomi senza parole ed in piena confusione mentale… in quel momento pensieri poco fraterni frullarono dentro la mia testa.

Sara raccolse i suoi indumenti ed andò in bagno fischiettando un motivetto s’infilo sotto la doccia.

Sebbene ancora sotto l’influsso di quel momento cosi gradevole che aveva mandato in confusione il mio autocontrollo chiesi.

‘Sara dormo nel letto con te?’
Dal bagno la voce squillante di mia sorella rispose.
‘Certo dove vuoi dormire….. non aver paura non ti violento’ il tutto accompagnato da una sonora risata.

Le lenzuola sapevano di pulito con una leggera fragranza di lavanda.
‘da che parte mi metto?
‘Dove vuoi tu non ho preferenze’

Appoggiai la testa sul cuscino aspirando profondamente, ed il mio pensiero rincorse gli ultimi istanti memorizzati dal mio cervello quasi a voler cristallizzare le immagini che mi avevano turbato come in un flashback cinematografico, mettendo in ordine cronologico, l’armonia del suo corpo, il candore della pelle e la delicatezza delle sue forme.

Dopo un lasso di tempo incentrato alla cura del corpo si presentò in camera da letto indossando un pigiama rosa si distese sopra le coperte accarezzò dolcemente il mio viso mi diede un bacio sulla guancia prese un libro dal comodino e comincio a leggerlo.
‘Sara posso appoggiare la mia testa sulla tua spalla’

Lei mi guardò e rispose.
‘ Ma guarda il mio fratellino povero orsacchiotto ha bisogno di coccole’

Con una mossa impercettibile circondò la mia spalla e mi accolse fra le sue braccia.
Il mio capo si adattò magnificamente nell’incavo della sua ascella e mentre con una mano mi accarezzò nuovamente con fare materno mi riempì di bacetti le guance il naso e la bocca.

Dopo un oretta, Sara spense la luce con il proposito di dormire mettendosi di fianco, ed io assunsi la stessa posizione.

Inavvertitamente la mia gamba sfiorò le sue e per reazione involontaria lei si girò verso me appoggiando la sua mano sul mio petto, l’abbraccio susseguente cinse il mio busto, una sua mossa non voluta per effetto del dormiveglia mi portò ad azzardare un ulteriore contatto.

Mi stavo eccitando… il profumo del suo corpo agiva da stimolante alla mia libido agendo da propulsore al rischio calcolato di un ulteriore approfondimento. Il suo respiro cosi tenue e il corpo cosi indifeso e vulnerabile mi fecero avere una susseguente erezione

La mia mano s’appoggiò nella parte alta del bacino la leggera stoffa del pigiama era l’unica barriera che divideva le mie dita dalla sua pelle. Sollevai delicatamente il bordo dell’indumento e v’introdussi la mano.

Il calore che emanava il suo corpo esaltò la mia fantasia percorsi millimetricamente con estenuante lentezza la rotondità del gluteo, gustandomi i brividi di piacere che il mio cervello esalava in continuazione, improvvisamente un suo repentino movimento ruppe l’incantesimo di quel momento.
‘Marco cosa stai facendo…..’

La sua voce mi colse di sorpresa provai la sensazione di quando da piccolino rubavo le caramelle dalla scatola del soggiorno e venivo regolarmente scoperto da mia madre, la paura la vergogna e la certezza che quella azione avrebbe creato un solco divisorio fra di noi s’abbatté su di me.

‘Sara vuoi che vada via’. Furono le uniche parole che uscirono dalla mia bocca.

La tensione che si era creata era palpabile, per un interminabile attimo lei non disse nulla poi silenzio fu rotto dalla sua voce.

Il tono secco e perentorio che aveva interrotto la mia manipolazione mutò in uno più rilassato e più comprensivo.
‘Marco siamo fratello e sorella… non credo che sia una cosa giusta quella che tu mi stavi facendo.’

‘Scusami c’è stato un attimo di smarrimento…..so di aver fatto un’azione brutta perdonami’

Il suo volto era rilassato nessun rimprovero traspariva dalle sue parole, ne fui sorpreso e confuso.
‘Sai che ti voglio bene e per te farei tutto…. ed anche se non ho disdegnato le tue attenzioni la mia paura è che ci possa coinvolgere e portare ad una situazione pericolosa’

‘L’incesto è una cosa pericolosa e difficile da cancellare dalle nostre teste, può essere piacevole oppure dissacrante ma rimane dentro per sempre…..Mi capisci.’ E continuò su questa falsa riga ancora per diversi minuti.

Ero perplesso… il suo discorso risultava ambiguo…. non riuscivo ad afferrarne il concetto……dentro me la sensazione che anche lei desiderasse che tutto ciò avesse seguito si fece strada, ma il suo orgoglio le negava l’ammissione.

Forse la mia visione era sbagliata… ma la valutazione delle sue parole mi diedero un risultato ben chiaro di quello che passava per la sua testa, era un rimbrotto ed un esortazione a continuare…. dentro me pensai mal che vada mi caccerà da casa.

Ci guardammo negli occhi poi le nostre labbra si avvicinarono e si sfiorarono, la voglia di assaporare il frutto del sesso guidò i nostri istinti ad unirsi in un lungo bacio appassionato, le lingue s’intrecciarono in un balletto vorticoso il suo ultimo tentativo di resistere all’assalto fu debole quasi inesistente, le sue labbra calde e carnose erano invitanti, il suo corpo era scosso da leggeri tremiti di piacere e l’ultimo affondo porto le mie mani a cercare la sua epidermide sotto il pigiama.

Percorsi la morbidezza del ventre di Sara giocherellando con il dito dentro la fessura dell’ombelico, le dita s’insinuarono sotto la parte superiore del pigiama ed accarezzarono il seno le sue mammelle sode libere dalla costrizione del reggiseno si mostrarono in tutta la loro compattezza, i capezzoli turgidi e scuri furono un richiamo irresistibile per la mia bocca, le mie labbra s’incollarono a quella parte anatomica la baciarono, la succhiarono, la morsicarono lasciandole scie di saliva sulla delicata pelle.

I suoi occhi socchiusi e la bocca leggermente aperta lasciava capire quanto le piacesse quello che le stavo facendo, quando la punta della lingua centellinando ogni millimetro della pancia s’insinuò dentro la fonte del piacere i suoi sussulti diventarono gemiti di godimento, il sapore salato della vagina lasciò un gusto particolare al mio palato e la soddisfazione che provai in quel momento raggiunse punte elevatissime essere a contatto con il sesso di mia sorella godere della parte più segreta e più intima del suo corpo mi diede una spinta e una voglia incredibile a violare il tabù dell’incesto.

Con decisione affondai il volto fra le sue gambe quasi a voler fare tuttuno dei nostri corpi le secrezioni vaginali m’inondarono la bocca mi entrarono in gola, deglutì il suo piacere come si trattasse di ambrosia, mentre il cespuglio dorato all’ingresso della fessura mi solleticò il mento.

Finora lei era rimasta succube delle mie brame ma improvvisamente capovolse la situazione e prese l’iniziativa con autorità, con un rapido capovolgimento delle posizioni si collocò all’altezza del mio pene e con voracità l’ingoiò, cominciarono una serie di stimolazioni a carico dello scroto e con estrema maestria porto i miei sensi al limite del sostenibile, i testicoli in particolar modo furono l’oggetto principale delle sue attenzioni per un tempo indescrivibilmente lungo e che comunque a me sembrò sempre troppo corto.

L’intensità della sua azione aveva portato il mio pene ad una consistenza ed a una durezza granitica, mi dolevano i testicoli e la cappella arrossata richiedeva immediatamente un trattamento calmante che solo la parte più delicata e più desiderata del suo corpo poteva attenuare.

La fessura schiuse le sue pareti al passaggio del mio cazzo, il canale vaginale ormai traboccante di umori caldi e vischiosi si contraeva per poi rilassarsi in una successione continuativa sempre maggiore stimolando il mio pene pulsante in un massaggio altamente piacevole.

Il corpo di Sara s’inarcava assumendo la classica posizione ad arco per meglio ricevere quello che le stavo donando, la sua voce flebile ed eccitata sussurrò.
‘Amore mio non avrei mai pensato di fare quello che sto facendo… grazie Tesoro’

La cadenza ritmica dei miei affondi diventò più rapida e i nostri inguini incontrandosi emettevano rumori sordi e cupi, mentre i gemiti di piacere di mia sorella si erano trasformati in ansimi di di lussuria accompagnate da parole e frasi prive di ogni remora, le sue gambe prima spalancate si attorcigliarono ai mie lombi in una morsa dolorosa….però dolcemente sopportabile.

‘ Si amore cosi bravo fammi godere, ti sento benissimo, come e grosso il tuo cazzo Ohhh!!! Marco puoi sborrarmi dentro se vuoi non aver paura vai tranquillo.’

Le venni dentro la pancia con un urlo di liberazione, uno sfogo animalesco che riempi tutta la stanza.
Il mio seme riempì ogni angolo dell’utero e travalicò dal suo sesso uscendo in un rivolo fra le sue gambe per poi depositarsi sul candido lenzuolo.

Esaurita la nostra spinta sessuale ci addormentammo uno fra le braccia dell’altro, non prima di esserci colmati di effusioni e parole dolci…. era l’inizio di un rapporto che ci portò ad una relazione nascosta intensa e meravigliosa.

L’aver fatto all’amore portò i nostri pensieri ad elaborare una teoria che cancellò il Tabù dell’incesto impostaci da una società bigotta e retrograda, capimmo che l’amore non poteva conoscere ostacoli e divieti di alcun genere e lo vivemmo………. e lo viviamo intensamente.

Capitolo unico N’21 dalla serie i racconti dell’incesto

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