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Racconti erotici sull'Incesto

Sempre mio padre…

By 25 Dicembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Continuazione del racconto….Le sculacciate di mio padre.

Uscii quella sera vergognandomi di come ero conciata, ma con un perverso senso di piacere.
Solo io sapevo …io e mio padre ovviamente.

Mentre ero in piedi quell’affare che era nel mio culo scendeva leggermente, senza mai uscire poichè era tenuto lì dalla corda che vi passava sopra e dalla forza dei collant. Ma bastava quella sensazione di sentirlo uscire un po’ a stimolarmi lo sfintere ed allora mi sedevo per sentire che si conficcava di nuovo nella mia carne.
La serata tra amici trascorse lentissima ed io avevo solo voglia di andarme a casa. Mentre ero seduta cercavo di strusciarmi piano. Il clitoride poggiava contro i collant e cercava un po’ di sollievo.

Ero sempre distratta ripensando a quello che era accaduto a casa.

Quando rientrai, alle 12.45, trovai mio padre sul divano che guardava la TV. Mia madre era a letto che dormiva e mio fratello doveva ancora rientrare. Per lui non c’erano orari di rispettare, anche se mio padre era anche con lui molto severo e bastava un suo sguardo per farsi obbedire.
Mi ero chiesta più volte se anche a mio fratello era toccato lo stesso trattamento delle sculacciate. Spesso avevo avuto la sensazione che fosse gay, ma non ne avevo mai parlato con lui, che si dimostrava sempre molto riservato e timido anche con me.

Mio padre guardò l’orologio e mi disse: – Non avevo detto prima di mezzanotte!
Non capivo mai se era solo durezza recitata o se fosse arrabbiato davvero.

– Spogliati. Voglio vedere se non hai tolto niente della mia punizione
– Si papà. Non ho tolto nulla.
– Voglio controllare. Chiudi la porta

Chiusi la porta del soggiorno e feci cadere tutti gli indumenti a terra. Tolsi i collant e mi misi davanti a lui, completamente nuda e con profondo senso di vergogna. Anche se intimamente quella strana situazione mi eccitava.

Si alzò e mi condusse dietro al divanetto su cui era seduto.

– Girati

Mi girai appoggiando le mani sul divano

– Piegati ora

Lui mi slegò la corda che aveva lasciato dei segni rossissimi sulla mia pelle, andando ad incidere la carne e vidi anche le abrasioni provocate.

Ero piegata in avanti sul divano e lui lentamente estrasse quell’oggetto, buttando su un cuscino lì accanto. Era un coso di plastica nero, appuntito di un diametro di circa 2 o 3 cm alla base e con una specie di maniglia per poterlo maneggiare.
Era lungo circa 10 o 12 cm. Infilato nel mio culo sembrava essere più grosso.

Mio padre toccò l’ano, lo massaggiò piano, lo accarezzò e vi infilò dentro un dito che quasi non sentii, talmente lo sfintere era aperto.

– Mhhh…sei apertissima, è morbido ed aperto. Pronto.

Senza rendermene conto stavo contrendo la vagina e mi stavo strusciando sul divano.

Sentii qualcosa appoggiarsi all’entrata del mio ano e non era lo sfondatore anale perchè lo vedevo davanti a me. Capii che era il cazzo di mio padre.
Mi voleva sodomizzare. Lì…così, sul divano di casa, mentre mia madre dormiva nella loro camera coniugale.
Era tutto così assurdo.

Forse era parte della punizione; voleva intimorimi, ma poi avrebbe smesso. Pensai fosse così.

– No papà! Ti prego!
– Non ti farò troppo male, lo prometto. Ti ho aperto il culo con quell’affare proprio per questo piccola mia.
– Papà…non farlo! Ti prometto che non tornerò più a casa tardi! Ti prometto che farò la brava. Non farmi male.

– Non ti preoccupare, farà meno male delle sculacciate, te lo prometto.

Sentii la cappella che spingeva contro lo sfintere, allargandolo, dilatandolo.
A differenza dello sfondatore che era a punta e non mi aveva fatto male, la cappella del suo cazzo era ben più grande ed anche se l’aveva cosparsa con qualcosa di unto, spingeva dolorosamente per entrare.
– Mi fai male! mugulai piano
– Adesso passa piccola
Entrava piano con la cappella ed usciva.
Quel movimento di dava un gran fastidio. Sentito lo sfintere dilatarsi per poi chiudersi di nuovo.
Non era proprio doloroso, ma molto fastidioso.
Volevo che la smettesse.

– Basta, ti prego!

Quasi legggendomi nel pensiero, ma al contrario con un colpo di reni secco e deciso mi entrò nel culo.
– Ahhh
Cerchai di soffocare l’urlo per non svegliare mia madre, anche se aveva il sonno molto pesante.

Mio padre si fermò in quella posizione, quasi a volermi far riprendere fiato.
La sua cappella era grande, ma il suo cazzo doveva essere degno di tale cappella. Non avevo mai visto mio padre nudo e non sapevo come fosse il suo cazzo. Magari non era nemmeno tanto grande, ma il dolore che provai fu lancinante.

Lentamente esci e poi entrò nelle mie viscere e sussurò – Ti apro piccola mia, ti sfondo il culo
Fece piano questa volta e conficcò tutto il suo cazzo nella mia carne.
Quando arrivò in fondo mi disse – Contraiti ora
Iniziai a contrarre i muscoli anali, strusciandomi contro il divano.
Ad ogni contrazione sentivo il suo respiro diventare più affannoso.
Le sue mani mi trattenevano contro il suo cazzo, che riempiva dolorosamente il mio culo.

– Brava, così! contraiti
– Hai un culo meraviglioso

Ogni contrazione mi portava una scossa di piacere profonda, mentre il clitoride pulsava dolorosamente. Sentivo il suo cazzo contro ogni centimetro di parete interna e la sensazione mi faceva impazzire di piacere.
Lui rimaneva completamente fermo dentro di me ed io godevo di quelle contrazioni ritmiche.

Mi sentii travolgere da un’ondata di piacere immenso. Ogni muscolo si tese, quasi in uno spasmo. Non avevo mai provato nulla di lontanamente simile, ma lo riconobbi. Era il mio primo orgasmo.
– Ohhhh siiiiiiiiiiiiiiiii….godoooooooooooooooo!! Vengo papà! Vengoooooooo sussurrai
– Sì piccola…vieni! così! godi! si…vieni!

Non era ancora finito il mio orgasmo, che sentii mio padre stringermi ancora maggiormente contro a se
– Ti riempio piccola mia! Siiii…vengoooo! ti riempio il culo!

E lo sentii venire dentro di me. E piansi.
Troppe emozioni, troppo forti.

Rimase qualche istante dentro di me e poi uscì.
Mi stavo rialzando quando lui disse – E no signorina! pensi di cavartela così!
Riprese lo sfondatore anale e con un colpo secco lo infilò di nuovo nel mio culo, provocandomi un gran dolore e fastidio.
Rimise al suo posto anche la corda.

– Ora puoi andare a letto.
– Ma mi scappa la pipì!! come faccio con sta corda! – piagniucolai
– La tieni. Così impari a disubbidirmi.

Obbedii senza discutere ed in punta di piedi mi infilai a letto, ripensando a quello che era successo.
Il mio primo orgasmo.
Sentivo il mio culo pieno. Il suo sperma e lo sfondatore anale.
Volevo venire ancora. Ne volevo ancora! Una sensazione unica e stupenda e volevo godere ancora..ed ancora ed ancora!!!

Mi addormentai con quel pensiero.

La mattina dopo mi svegliai tardissimo. Ero mezza scoperta e mi ricoprii velocemente sperando che mio fratello, che era giù uscito, non mi avesse vista così conciata.
Mi alzai e mi misi i pantaloni della tuta per andare in bagno. Nel tragitto fui intercettata da mio padre che era un cucina.

– Sara
– Sì papà arrivo!
– Vieni qui per favore

Andai malvolentirei perchè avevo la vescica piena e dolorante.
Pensavo ci fosse mia madre in casa e temevo potesse accorgersi di qualcosa.

Mio padre era in cucina che preparava il pranzo.

– La mamma?
– Torna subito, è andata da tua nonna
– Vado in bagno papà o me la faccio addosso!!
– Aspetta! Tu fai quello che ti dico io. Abbassa la tuta

Mio padre mi guardò, felice di trovarmi nello stato in cui mi aveva relegato la sera prima
– Brava la mia piccola ubbidiente. Girati e poggia le mani sul tavolo che togliamo tutto.

Tolse quindi la corda e lo sfondatore anale che gettà nel lavandino li accanto.
Mi abbassò la testa sino al tavolo ed io rimasi con il sedere bene esposto alla sua vista.

Il suo sperma ancora imprigionato nel mio culo dalla sera prima.
Ero ancora piena di lui.

– E bello aperto, bene.
Parlava più a se stesso che a me.

Intanto la mia pancia schiacchiata contro il tavolo della cucina mi manda segnali di dolore. Dovevo fare la pipì e la vescica era dolorosamente gonfia.
– Papà, ti prego! devo andare in bagno o la faccio qui. Mi scappa!!
– Tienila!

Lo vidi prendere un coltello e tagliare un pezzetto di burro che era li accanto. Lo sentii accarezzarmi il buchetto, che doveva essere effettivamente largo, con la mano che lentamente divenne scivolosa. Era freddo.Mi stava spalmando il burro sul culo.
Arrivò sino alla vagina ed io ebbi un sussulto.
Lo ammetto. Volevo che mi accarezzasse lì, che mi mettesse un dito dentro, che mi violasse.

Ma lui riprese ad accarezzarmi l’ano.
Lo massaggiava lentamente e ad ogni carezza io mi sentivo maggiormente schiacciata contro il tavolo. Anche la minima pressione mi provocava dolore perchè la vescica mi stava letteralmente scoppiando.
Taglià un altro pezzo di burro. Questa volta una fetta di circa 1 cm.
Sentii il freddo del burro ancora una volta appoggarsi sul mio sfintere e poi sentii mio padre che lo spingeva dentro.

– Papà! cosa fai????
Ero sconcertata, sorpresa e turbata.

Senza rispondermi, continuò ad inserire il burro nel mio culo sino a che non lo sentii sparire completamente dentro.

Il pensiero di avere un pezzo di burro ficcato dentro, e la sua sborra ancora intrappolata dentro di me, mi fece impazzire di eccitazione.
Cominciai a contrarmi e strusciarmi alla ricerca del piacere.
Volevo godere ancora come la sera prima.
Persi la testa.
Ero lì con il sedere esposto e con una voglia matta di venire

– Ti prego papà, inculami. Ti prego, fammi godere!

Lo sentii abbassarsi i pantaloni ed appoggiare la cappella sullo sfintere.
Entrò piano, scivolando dentro senza incontrare resistenza.
La temperatura interna delle mie viscere avevo già iniziato a sciogliere il burro e quel pensiero mi fece impazzire di desiderio.
La vescica mi mandava segnali di dolore, ma essendo così piena io sentivo molto di più il suo cazzo entrare dentro di me.
Mi sollevò leggermente, prese il cuscino della sedia lì accanto e me lo mise sotto al ventre. Il clitoride, appena sentì quel tessuto ruvido si gonfiò maggiomente, andando alla ricerca del piacere.

– Hai un culo bellissimo. Stretto e mordibissimo. Contraiti piccola mia.

Obbedii sentendo una fitta di piacere e di dolore che arrivava dalla vescica.

– Contraiti ancora…siii….così.

Mentre mi contraevo, stringendo i glutei ed i muscoli interni, lui entrava nel mio culo, sfondandolo sino in fondo e quando rilasciavo i muscoli lui usciva, per rientrare subito dopo, mentre mi contraevo di nuovo.

– Sei bravissima. Sei molto meglio di tua madre.
Non faceva male. Era semplicemente fantastico.

– Ohhh…siii papà…siii…mettimelo dentro tutto! Siii…cosìì…ti prego!

Lo sentivo entrare ed uscire ritmicamente, senza fretta, ma ad ogni affondo mi faceva sbattere contro il tavolo, stimolando il clitoride e la vescica piena.

Dopo una decina di affondi decisi, sentii l’orgasmo salire : – Vengoooooo….siiii…godo!!
Godoooo….
Urlai senza remore tutto il mio piacere, incurante di essere sentita da qualche vicino.

Mio padre mi incitava : Sì, piccola vieni! godi del tuo papà! gridò, mentre lo sentii nuovamente scaricare tutto il suo sperma nel mio culo.

Continua….

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