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Racconti di DominazioneRacconti erotici sull'Incesto

Solo a casa

By 10 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero appena tornato da un viaggio di lavoro, India ed Emirati Arabi. Avevo avuto qualche aspettativa di qualche avventura ma un pò la mancanza di tempo, un pò i Paesi non particolarmente adatti ero rimasto all’asciutto. Negli Emirati, poi, nemmeno qualche sito porno per rilassarmi con una sega la sera in albergo.
A casa ero solo, mia moglie era partita con i ragazzi al mare. Era metà mattina ma non ero ancora uscito per andare al lavoro: la sera ero tornato tardi ed ora me la prendevo con comodo. Appena fatta la doccia, ero nudo per casa alla ricerca dei vestiti puliti. Mentre scendevo le scale mi trovai di fronte mia suocera, venuta a prendere i vestiti da lavare ed assolutamente sorpresa di trovarmi di fronte, completamente nudo per giunta. Sorpreso a mia volta, non feci nemmeno l’atto di coprirmi ma continuai ad andare verso la camera. – Scusa non sapevo che eri in casa, sono passata a prendere la roba sporca – disse imbarazzata. – Vieni pure, sono qui in bagno – Non se lo fece ripetere ed entro in camera mia per passare in bagno. Non mi ero ancora rivestito, la notai darmi una bella squadrata. In effetti mi era venuto quasi subito duro, non proprio all’apice, ma insomma un pò tirava. In effetti io sono un porco, mi piaciono tutte le situazioni strane, e per quanto non abbia mai avuti attrazione per mia suocera, beh, era pur sempre una donna. In fondo nemmeno così male: belle tette (la figlia aveva presa da lei), bel culo un pò sovrappeso, gambe abbastanza dritte. Sono un competitivo, quando sento la sfida non riesco a sottrarmi. Mi diressi verso il bagno ancora nudo e mi sporsi dietro di lei per prendere un deodorante. Era chinata per svuotare il cestone, sentendomi dietro istintivamente si alzo chinandosi all’indietro per lasciarmi spazio, urtando il mio cazzo in tiro dal schiena giù verso il culo man mano che si alzava. Ancora più sorpresa avvampò, quasi presa alla sprovvista si piego indietro quasi venendomi contro. Non era un gesto voluto, ma ne approfittai: la cinsi con un braccio per non farla cadere stringendola a me, l’altra mano la misi sul seno, sempre con naturalezza. – Scusa, cosa fai? – – aspetta, ti aiuto – le dissi stringendola ancora di più. Intanto la mano sulle tette le strinse un pò. – Ma cosa fai? – – Lo chiedo a te, sei eccitata: è da tanto che non scopi? – una domanda così esplicita la destabilizzo: non se l’aspettava, rimase senza parole anche perchè aveva una certa soggezzione di me. – Cosa dici? sei matto? – – No, semplicemente vedo che sei interessata al mio cazzo, hai le tette dure dall’eccitazione: non preoccuparti, una rippassata te la dò e rimarra una cosa tra noi- Non le lasciai il tempo di riprendersi: tolsi la mano dalle tette la spinsi dalle scapole verso il WC, tenedola sempre per i fianchi facendola quindi piegare a 90′, quindi sempre premendo con la mano le alzai la gonna da casa che indossava, abbassate le mutande con un solo movimento le entrai nella figa. Fu talmente sorpresa che prima di iniziare a gridare, sentì il cazzo riempirla. Era (quasi) asciutta, quindi sentii un piacevole d’attrito, lei lanciò un mezzo urlo- Ah, smettiiilaa aah ahh no- ormai avevo preso il ritmo, stavo pompando con foga, la presi bene per i fianchi ed aumentai ancora il ritmo. – ah, noooo, ahhh, ohh – stava gemendo, ovviamente le piaceva. Durai non tantissimo, e le sborrai in figa. Continuai un pò il movimento attenuandolo, lei mi veniva dietro con il bacino, pur con le mani tra i capelli quasi a vergoganrsi. Poi la lasciai, mi staccai, le diedi un buffetto sul culo: – la prossima volta facciamo più comodi. Non ti preoccupare, non dico a nessuno quanto sei troia.- Tornai in camera lasciandola così, sentii correre l’acqua del bidet. Prima che fosse uscita dal bagno, ero vestito, anche lei si era ripresa, si avvicinò per dirmi qualcosa, le sfiorai le labbra con un dico in segno di tacere – è il nostro segreto, non lo dirò a nessuno. Anche tu mi sei sempre piaciuta.- Le diedi un leggero bacio sulle labbra, allontanandomi poi senza voltarmi. Ovviamente non era vero niente, solo volevo farla sentire in colpa. Non aveva carattere, non si sarebbe ribellata. Due sere dopo tornando dal lavoro passai a casa dei suoceri con la scusa di prendere la roba pulita. Ero in giardino a parlare con il cornuto quando arrivò mia suocera. Vedendomi si irrigidì, non disse nulla ma scese subito in taverna. Facendo leva sull’ospitalità del suocero, feci in modo che mi invitasse a rimanere a cena. Ovviamente lei non aveva affatto piacere, ma non poteva rifiutare. Calcai la mano offrendomi di aiutarla a preparare, mentre mio suocero si era allontanato le misi una mano sul culo: – cosa fai, sei a casa mia – mi fulminò con rabbia e andò verso la cantina. Non potevo farla reagire, la curai quando entrò in bagno, entrai a mia volta che aveva le mutande in mano. – fuori! cosa vuoi? – Le andai addosso, le cinsi le braccia bloccandola con la destra, le strinsi luna chiappa con la sinistra, sovrastandola la guardai negli occhi: – Non fare la stronza o te lo metto nel culo prima che il cornuto se ne accorga – nel frattempo la ravanavo con il medio attorno al buco – Fai quello che dico o ti rovino. Adesso vieni di là contenta come una Pasqua, domani alle otto da me con i panni puliti – ormai avevo la falange nel suo culo, gli occhi con qualche lacrima. Le passai anulare e mignolo sulla figa, in effetti era un pò bagnata. – Ti piace, sei una vera troia, adesso vieni di là senza mutande, e guarda che controllo.- La lascia e tornai in taverna. Dopo poco ricomparve. C’era anche il suocero, lo stesso andai nel cuocivivande dov’era lei, separato dal tinello da un bancone. Le passai una mano sul fianco, giù fino all’orlo del vestito, poi su trascinando il vestito scoprendogli la coscia fino al fianco: non aveva le mutande, il bancone copriva al marito la sua chiappa scoperta. Le passai avanti la mano e indugia un pò sul cespuglio. Era bagnata. Stavo aspettando mia suocera fuori dalla stazione centrale. Era andata al mare da mia moglie, l’avevo indotta io per evitarmi di fare la vasca anche quel week end, e potermi fare meglio i cazzi miei. In effetti avevo scopato con la mia solita puttana in modo più che soddisfacente. Sali sulla mia macchina con una certa allegria, evidentemente soddisfatta del viaggio. Quando si tratta della mia famiglia non riesco ad essere troppo stronzo quindi parlammo un pò di come stavano giù al mare.
La riportai alla realtà mettendole una mano in mezzo alle cosce,- cosa fai? ancora con sta mania? – Frenai bruscamente, accostai, guardandola negli occhi dissi: – adesso ti togli le mutande, poi mi fai un pompino, smetti di rompere i coglioni e datti da fare -. Sollevò il bacino per sfilarsi le mutande, quindi si iniziò a trafficare con i miei pantaloni. Lo fece con naturalezza, intuivo un certo piacere. Era quasi sdraiata verso di me mentre io guidavo adagio. Imboccai il controviale e rallentai ancora, con la mano libera le alzai la gonna alla vita, in modo che i passanti le potessero vedere il culo mentre sfilavo per il viale. Fermi al semaforo un vecchietto con il cane si fermo appositamente per godersi lo spettacolo. Lei forse non se ne curava, non so se fosse consapevole di avere esposto così il culo. Mi stavo eccitando, arrivato in zona cimitero parcheggiai, abbassai lo schienale del sedile, mi misi le sue gambe sulle spalle e inizia a scoparla in figa. La sua figa è ancora abbastanza stretta, la tenevo per le chiappe su, giu, su, giu, mi stavo proprio godendo la scopata. E stava godendo anche lei. Raggiunse l’orgasmo prima di me, aumentai il ritmo con lei che strabuzzava gli occhi, le misi un dito nel culo e arrivai all’acme del mio movimento. Venni abbondantemente e lei ebbe il secondo orgasmo. – Da quanto non godevi così?- – Così non ho mai goduto!! – rispose in un lampo di sincerità. No, così non andava bene. Non volevo un amante attempata, volevo una schiava. Mi ricomposi e mi diressi verso l’inceneritore, noto luogo di travestiti. C’erano 3 o 4 travoni sul marciapiede, con le tette siliconate, gambe lunghe e bel culo sodo. Uno era chino, mutande a mezza coscia, dal grosso cazzo stava uscendo un abbondante getto di piscia. Notai che stava guardando la scena. ‘ Così grosso adesso, pensa quando è in tiro! ‘ Scostò lo sguardo e mi parve arrossire. Mi diressi verso il fondo del parcheggio, illuminato dalla luce fioca di un lampione. C’erano 2 TIR parcheggiati, non vedevo se c’era dentro qualcuno. ‘ Cosa vuoi fare qui?- – Vorrei divertirmi un po’, magari facciamo anche divertire qualcun altro, cosa ne dici? ‘ Non mi rispose, né in senso positivo né negativo. Scesi e girando attorno alla macchina le apri la sua portiera. Le presi la mano e lei scese. ‘ conviene che ti togli la gonna, se non vuoi rovinarla ‘ Il suo senso pratico ebbe subito la meglio, e la sfilò subito. Non portava le mutande, non se le era rimessa dopo la scopata di prima. La camicia le arrivava poco sotto la curvatura dei glutei, davanti i lembi permettevano di vedere la folta peluria. Si avvicinò un trans che si proponeva. Non sembrava troppo stupido della presenza di una donna. – Facciamo che lei ti fa un bel pompino ‘ Il travone alzò le spalle con indifferenza, ma si avvicinò, e tirò fuori un manico non indifferente. Le diedi una pacca sul sedere spingendola verso quel cazzone ‘ No dai, ho schifo – – Non offendere la signora, maleducata ‘ La feci piegare a novanta, spingendola fino a quando la bocca fu proprio davanti al cazzo, che si stava ingrossando ‘ Dai bella signora, fammi un bel servizietto ‘ la sfotte il travone. Mise le mani all’altezza del pube del trans anche per non cadere in avanti, quindi lo prese in bocca e inizio il pompino. Le sollevai bene la camicia in modo che il culo fosse totalmente esposto. Un bel culone bianco che risaltava nell’abbronzatura, con un po’ di cellulite che anziché infastidire metteva in risalto la naturalezza della donna in opposizione alla plastica dei travoni. Vidi che si avvicinava nella penombra un tizio tarchiato, in canottiera, pantaloni corti e ciabatte. Poteva essere un autista. Si stava godendo lo spettacolo, massaggiandosi il cazzo sotto i pantaloni. Mi avvicinai ‘ Sono 50Euro per farci un giro – – Con 30 mi faccio puttane e travoni ‘ mi rispose con forte accento meridionale- – Lei non è né puttana né travona – – d’accordo, per 50 culo e fica ‘ Alzai le spalle, lui se lo tiro fuori, niente di che, si avvicinò da dietro, la prese sui fianchi e glielo caccio dentro tutto in un colpo. Lei fu sorpresa, aprì la bocca e mollo il travone, che si trovò a sorreggerla mentre da dietro il camionista la stantufava. ‘ Ah, piano, piano,Ahh.. – – Dai bella trioia, sei bella stretta, mi fai godere ‘ con una mano le stava ravanando il seno, con l’altra la teneva solidamente al fianco. ‘Ahi, mi fai male, piano, ah’ – Il camionista aumentò l’intensità, iniziò a grugnire, si irrigidì e probabilmente le venne dentro. Rallentò e anche lei riprese fiato, poi si scostò e ancora il travone la sostenne per non farla cadere. ‘ Le è venuto dentro, il porco – mi disse il travone. ‘ Beh, ormai in cinta non rimane più ‘ risposi. Si tirò su un po’, aveva la camicia aperta davanti che mostrava le tettone piuttosto cadenti sopra il reggiseno, il pelo bagnato dalla sborra. Si appoggiò al cofano della macchina, il travone le passò delle salviettine umidificate. Nel frattempo arrivò un altro camionista, poco più giovane e prestante del primo. ‘ Lui è quello che le fa il culo ‘ mi disse il suo capo. ‘ Fammi vedere i soldi ‘ Mi diede i 50 Euro, il nuovo si avvicinò a lei e la fece chinare per il pompino di rito. ‘ Ti conviene insalivare bene ‘ Non oppose resistenza, lo prese subito in bocca e inizio a ciucciarlo. Dopo poco la fece rialzare, la fece sdraiare di pancia sul cofano, le piegò di lato una gamba per esporre bene i buchi. Si vedeva una peluria molto folta tra fica e culo, tutto imbrattata di umori e sborra. Iniziò a massaggiare indugiando sia in fica che attorno al buco. Sembra che gradisse, teneva gli occhi socchiusi e un mezzo sorriso sulle labbra. Si avvicinò con il pene, prima sfiorò la vagina, lasciando un po’ il glante tra le grandi labbra, poi aprì bene le chiappe mostrando bene il buco, lei si ridestò presagendo e lanciò un urlo lancinante mentre il glante entrava ‘ Stronzo, noooo, nooo, lì sono vergine, mi fai male ‘ la reazione lo galvanizzò, la penetrò fino in fondo, quindi dietro fin quasi a uscire e ancora dentro. Prima un ritmo lento, colpi profondi ritmati con dalle grida di lei in sottofondo, poi via via aumentando il ritmo e diminuendo l’intensità. Non durò moltissimo, ma dovette essere veramente appagante da quanto strabuzzò gli occhi quando gli sborrò dentro. La lasciò così, piegata sul cofano con entrambi i buchi che colavano. Se ne andarono tutti sghignazzando. Anche a me era venuto veramente duro vedendo la scena. Chiamai il travone, ancora con il cazzo bello duro, glielo menai un po’, poi lo feci sdraiare sull’erba, mi sfilai i pantaloni e mi misi sulla sua bocca per farmi leccare il culo, sempre menandoglielo con le mani. Quindi mi spostai sopra il suo cazzone e mi sedetti sopra prendendolo nel culo. Inizia a montarlo su e giù sentendolo tutto fino all’intestino. Non lo avevo mai preso nel culo, mi fece piuttosto male, ma stavo scoprendo veramente un nuovo mondo. Tornai poi verso la macchina. Lei si era ritirata nell’abitacolo, non so se mi aveva visto. Tornammo a casa senza proferire parola. La scaricai sul corsello della villetta, lei si allontanò indolenzita, con le gambe piuttosto aperte, si era nel frattempo rimesso la gonna e sistemato la camicia.
La sera successiva, dopo il lavoro, passai da lei. Era sola in casa, si muoveva ancora con un po’ di fatica. ‘ Come va? – – Mi fa ancora un gran male il culo, poi ieri sera ho pure dovuto accontentarlo ‘ mi disse indicando il posto dove di solito si sedeva il marito. ‘ gli si è rizzato stavolta? ‘ accennavo a qualche confidenza che sapevo aveva fatto a mia moglie. ‘ Eh, fin troppo. Comunque ha fatto piuttosto in fretta. Tu piuttosto?- Vidi un sorriso malizioso, mi aveva visto con il travone. Le girai attorno, alzai il ridicolo prendisole che portava in casa, la rovescia sul tavolo, e iniziai a scoparla in fica. ‘ Noooo, dai, arriva qualcuno’- Non me ne curai, volevo dimostrarle che la possedevo. Continuai a pomparla e le venni dentro. ‘ Ti ricordi cosa ti ho detto? Quando ci sono io non devi portare mutande ‘ E le tirai due sberle belle forti sulle chiappone. ‘ Adesso ti ordino di non dargliela più al cornuto, capito? – -D’accordo ‘
Due giorni dopo era sabato, ero ancora a casa solo. La feci venire da me con una scusa, arrivò che io ero già nudo. Senza dire una parola iniziò a farmi un pompino. La feci alzare e le sollevai la gonna. Niente mutandine. Inizia a scoparla sul letto, in diverse posizioni, compresa la missionaria. Ci concedemmo un oretta in cui venni 2 o 3 volte (avevo preso qualche pasticca per aiutarmi). Lei era visibilmente soddisfatte. ‘ Ti ha più cercato il cornuto? – – Stamattina, ma non gliela ho data – – Se vuoi che ti scopi ancora non devi darla a nessuno – – Certo ‘
Qualche giorno dopo tornò mia moglie. Continuai a scopare la suocera ancora per qualche tempo, poi lasciai perdere. Seppi poi che si era fatta un amante, un vicino di casa di qualche anno più giovane.

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