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Racconti erotici sull'Incesto

Sono diventato l’amante di mia figlia e della sua più cara e intima amica

By 20 Aprile 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Tutto è successo casualmente, un anno dopo la morte di mia moglie Francesca che aveva
Solamente 45 anni e che un brutto male se l’è portata via. Con lei ho passato una vita ses-
suale piena e senza alcun limite. Abbiamo anche provato lo scambio di coppia consen-
sualmente e con massimo giovamento per entrambi evitando così sortefugi e tradimenti
reciproci che tra copie insoddisfatte dopo un certo periodo di anni di matrimonio accadono.
Ne abbiamo fatto di cotte e di crude, ma in questo contesto non vado a raccontarvelo;
forse in seguito. Pensavo di aver fatto tutte le esperienze più strane che una persona pos-
sa pensare e desiderare, ma non era così. Mia moglie Francesca morendo mi ha lasciato da
solo, con una figlia che si chiama Adriana, nata dal nostro intenso amore; è poco più che adolescente, infatti ha solo 18 anni ma una corporatura snella e slanciata, capelli lunghi neri
come sua madre, ha preso molto da lei in tutti i sensi, una voglia di fare e una determinazione da persona più che adulta che gli invidio. I nostri rapporti erano stati sempre più che normali e discreti, insomma il rapporto che può intercorrere tra un padre e una figlia quotidianamente. Nulla andava a presagire ciò che a breve tempo sarebbe poi accaduto. Infatti un giorno e successo l’irreparabile, quello che mai avrei pensato e voluto che accadesse, dopo aver cenato assieme e aver guardato un po’ di Tv si è ritirata nella sua stanza che non è molto lontana dalla stanza da letto che prima condividevo con la mia povera moglie Francesca che non ho mai tradito e che come prima vi accenavo con cui ho passato delle indimenticabili notti d’amore, che come promesso, al più presto Vi andrò a raccontare. Casualmente mentre passavo davanti alla stanza di mia figlia Adriana dopo essere andato a far pipì, ho notato che la porta della sua cameretta al contrario di altre volte era rimasta socchiusa e si intravvedeva una luce leggermente soffusa, incuriosito mi sono fermato, e sbirciando dalla fessura della porta, mi si è presentata una situazione veramente imbarazzante, mia figlia era distesa mollemente sul suo lettino completamente nuda, come non avevo mai visto prima, neppure al mare; le gambe leggermente divaricate e sollevate sul letto, il fiore implume depilato si contraeva al tocco leggero delle sue dita il movimento era lento, ma incessante, quasi si sentiva impalpabile il profumo della sua pelle, impercettibile prima, ma poi più distinto il suo leggero ansimare, man mano a crescere con l’arrivo dell’orgasmo che sarebbe giunto a breve.
Avrei voluto allontanarmi, ma non ci riuscivo la situazione era davvero incredibile, ma non ne
sono stato capace, era troppo eccitante. Il mio membro non voleva saperne di starsene negli
slip, si era talmente indurito che fuoriusciva per una buona parte da esso, ho aperto il pigiama
è ho calato lo slip a mezza gamba liberando il mio pene che è svettato turgido in tutta la sua
lunghezza e vigore e ho cominciato a toccarlo leggermente e poi sempre più vigorosamente,
finalmente rilassata e appagata dal godimento mia figlia ha spento la luce, e io non volendo venire
in corridoio li per terra, cercando di non far rumore mi sono diretto verso la mia camera con
ancora gli slip calati cercando di non inciampare e cadere, mi sono disteso sul letto e con ancora
il membro duro e pensando a ciò che avevo appena visto ho schizzato in aria un mare di sper-
ma che mi è arrivato fino in faccia. Le sere seguenti più o meno alla stessa ora sono passato
davanti alla sua cameretta ma niente la porta era chiusa, e curioso ed eccitato pensavo a cosa
stesse facendo al di la di essa.
Finalmente dopo alcuni giorni la sorpresa, la porta era socchiusa e lei era li, bellissima non era
distesa sul suo letto come l’avevo vista la prima volta, ma sempre nuda, questa volta era seduta difronte al suo PC a gambe leggermente divaricate e con qualcosa in mano, di indefinito che te-
neva tra le sue delicate dita e che stava maneggiando con cura e maestria sul suo delicato fiore appena sbocciato, la cosa doveva essere molto piacevole da come la vedevo contorcersi e sma-
niare su se stessa, il godimento che stava avendo con quella masturbazione in videoconferenza
attraverso le immagini che riceveva e che a sua volta inviava doveva essere veramente al mas-
simo, vidi con chiarezza l’immagine della persona con cui era in comunicazione, era la sua amica Rosalba, che anche lei si stava toccando le parti intime e il seno prosperoso, probabilmente raccontando alcune situazioni piccanti avute con qualche loro amico si erano eccitate al punto tale
da riviverle mentalmente masturbandosi vicendevolmente come se fossero realmente li assieme
Sessualmente non so se mia figlia abbia avuto dei rapporti veri e propri con qualche suo coetaneo, se non qualche toccatina vicendevole alle proprie parti intime e sopratutto al suo piccolo seno acerbo appena accennato e sormontato da due capezzoli piccoli e turgidi, esperienze piacevoli che tutti da giovani abbiamo provato. Tutto questo proseguì nei giorni seguenti con situazioni più o meno simili e sempre con una sbrodolata finale in camera mia. Fino al giorno del fattaccio, che mai e poi mai avrei voluto accadesse; ero appena rientrato nella mia stanza ed ero disteso sul mio letto intento a masturbarmi beatamente e venire come al solito, quando ecco all’improvviso dischiusersi la porta della camera e apparirmi in tutta la sua bellezza mia figlia coperta solo da una leggera sottoveste rosa corta e trasparente che praticamente non nascondeva niente. Sono rimasto di sasso non mi aspettavo quell’intrusione imprevista, l’uccello si è ammosciato all’improvviso e imbaraz-
zato ho cercato di coprirlo. Con voce flebile mia figlia Adriana ha cominciato a parlare; ‘Papa da quanto tempo è che non fai l’amore con una donna dopo che la mamma è morta?’. E io con la voce un po’ roca ho risposto; ‘Da quando è morta mamma non ho più avuto rapporti con nessuna donna’, e lei rispose; ‘Me lo immaginavo’. L’ho capito sai da come mi osservavi, sbirciando dalla fessura della porta, incuriosito ed eccitato dalla situazione, fessura che ho lasciato appositamente, per vedere la tua reazione il tuo comportamento, tu non te sei mai accorto ma ogni volta che io spegnevo la luce dopo aver goduto copiosamente, aspettavo che arrivassi nella tua stanza e a mia volta ti sbirciavo dalla fessura della porta che non so se volontariamente o no lasciavi socchiusa e compiacendomi di me stessa per la reazione inaspettata che ero riuscita a provocare ai tuoi sensi da tempo repressi, mi toccavo la passerina fino a sbrodolarmi tutta lungo le gambe. Io risposi; ‘Sai io in cuor mio speravo che anche tu mi spiassi dalla porta che lasciavo appositamente socchiusa’ ma mai avrei pensato avessi il coraggio di entrare nella mia stanza come hai fatto’. Sai papà quel giorno che mi hai vista trasognante e quasi agonizzante dalla libidine la stavo provando davanti al PC con la Rosi parlando di te e la cosa ci ha eccitato da morire; ci ha fatto godere come non mai. Ora che mamma non c’è più, voglio sostituirla in tutto e per tutto anche sessualmente. A quel punto si è inginocchiata ai miei piedi e preso delicatamente il sesso tra le mani ha iniziato a far scorrere dolcemente le sue dita per tutta la sua lunghezza, improvvisamente ha cominciato a gonfiarsi di sangue ed ad animarsi, inturgidendosi all’inverosimile, a quel punto si è chinata con il capo su di me e con la sua piccola ma sapiente lingua a cominciato a farla frullare e scorrere dallo scroto fino alla sommità del glande, che era diventato sempre più paonazzo dall’eccitazione, di
quella situazione se ne era accorta mia figlia, che in un sol colpo se l’le ficcato in gola tutto fino alla radice, quasi al punto di soffocare, l’ha portato ad un punto di non più ritorno, poco dopo non riuscendo più a trattenere l’imminente orgasmo liberatorio, ho riversato in quella bocca calda e accogliente una valanga di seme caldo e asprigno, che per suo rammarico avrebbe voluto assaporare fino all’ultima goccia, (come una persona assetata che anela un goccio d’acqua in mezzo al deserto) ma tanta era tanta la quantità esplosa che tutto quello che era riuscito a contenere in gola e in bocca lo aveva inghiottito e deglutito avidamente il resto era caduto a terra . Poi con me disteso sul letto l’ho fatta acovacciare con la patatina implume sul mio viso e delicatamente ho cominciato a leccarla piano e man mano più velocemente poi din tanto in tanto interrompendo, (a mia moglie Francesca piaceva tanto questa tecnica, la adorava la faceva urlare dal godimento) fino a portarla ad un livello di eccitazione incredibile, smaniava si contorceva sembrava una puledra alla monta, d’un tratto un rantolo un urlo di godimento ha stretto le gambe tra la mia testa, un rivolo gelatinoso biancastro ha cominciato a sgorgare dalle labbra morbide del suo delicato fiore e io ne ho assaporato il suo nettare come aveva fatto lei stessa con me, in questa situazione nel frattempo l’uccello s’era inturgidito da solo e sono venuto ancora una volta, così da solo senza neppure essere sfiorato, con quel poco di seme che mi era rimasto ancora in corpo. Poi spossati e appagati ci siamo addormentati nel lettone insieme.
Che giornate incredibili ragazzi.

Paolo53.
Lo so che aspettavate con impazienza il continuo della storia, ora vi accontento.
Io e mia figlia non ci siamo spinti oltre a quello che abbiamo fatto, mi sembra già abbastanza.
La Rosi è l’unica che sa della nostra relazione, e dato che le due porcelline si erano parlate in
precedenza, Adriana mi ha fatto capire esplicitamente che non potendo avere un rapporto completo
con me, e dato che la Rosi stava cercando un adulto di una certa età che la potesse soddisfare a
pieno (avendo già avuto rapporti piuttosto deludenti con alcuni suoi coetanei) di comune accordo
avevano pensato a me. L’idea di farmi la sua amica mi attizzava parecchio e a quel preciso invi-
to non ho potuto rifiutare. Il solo pensiero di leccare la passerina e quelle magnifiche poppe che si ritrovava la Rosi, mi faceva già eccitare e mia figlia se ne era accorta immediatamente. All’imme-
diata comunicazione della risposta positiva, la Rosi rimase davvero entusiasta. Un giorno mente
Adriana era uscita per fare degli acquisti, ho sentito la porta d’ingresso chiudersi, pensavo fosse lei che era rientrata, non ci feci caso più di tanto; io ero li sdraiato sul letto intento a leggere un giorna-
le quando improvvisamente si spalancò la porta e una visione paradisiaca si presentò davanti ai miei occhi stupefatti, era Rosi completamente nuda come mamma l’ha fatta, con quelle gambe lunghe snelle con quelle poppe sode non piccole, ma da essere contenute in una mano, sormontate da due magnifici capezzoli turgidi da essere succhiati con avidità senza sosta, per non parlare del suo monte di venere che aveva appena accennato cui faceva corolla un dolce fiore con labbra piccole e un clitoride sovrastante molto accentuato, forse dall’eccitazione del momento, era proprio un bocciolo in fiore, una meraviglia della natura. Subito pensai come Rosi avesse fatto ad entrare in casa, poi giunsi alla conclusione che probabilmente Adriana le aveva dato le sue chiavi per farmi una sorpresa, come poi è effettivamente accaduto o ancora meglio ne avesse una copia sua persona-
le. Subito prese l’iniziativa, io ero un po’ impacciato e a disagio nel timore di far una brutta figura, ci pensò lei a farmi sciogliere come neve al sole e a tranquillizzarmi. Mi spogliò tutto con maestria, poi mi fece sdraiare sul letto, si mise a cavalcioni su di me con le gambe rivolte verso il mio viso
(insomma per capirci nella famosa posizione chiamata 69) avevamo praticamente i nostri sessi a
pochi centimetri dalle nostre bocche, che non attendevano altro che abbeverarsi a quelle due fonti
che palpitavano e pulsavano dal desiderio. Vicendevolmente cominciammo ad esplorarci, non ne potevano più di attendere, mentre le leccavo la passerina, contemporaneamente le stimolavo il
clitoride che era diventato lungo e duro (sembrava quasi un piccolo pene in miniatura) le labbra
del suo fiore si aprivano e schiudevano era in un lago di umori per l’eccitazione, e me ne accorsi non solo dal dolce afrore che scaturiva dal suo sesso ma anche dalle goccioline che scendevano sempre più copiose a cascata sul mio viso e che io raccoglievo con la lingua avidamente goccia dopo goccia assaporandole una ad una e io di volta in volta la ricambiavo con una slappata alla
topolina e lei per tutta risposta si inarcava e si contorceva non sapendo più contenere i conti-
nui orgasmi a catena che la stavano scuotendo in tutto il suo essere, sentivo il tremolio e il vibra-
re delle sue gambe sopra il mio corpo e le sue poppe dure come un sasso toccavano le mie gambe
ad ogni suo movimento, preso dalla bramosia infilai dapprima un dito nella sua passerina dilatata
poi due poi tre infine con un risucchio le infilai completamente la mano fino al polso e cominciai
ad esplorarla e a perlustrarla al suo interno poi serrai la mano e iniziai a stantuffarla piano e poi
sempre più velocememente si dimenava come una ossessa era al settimo cielo non voleva che smettessi quel servizietto che le avevo preparato, infine dovetti con sommo suo dispiacere estrar-
re da quella fichetta fradicia di umori la mano che era grondante dei suoi umori biancastri e li
gustai fino all’ultimo goccia e per finire la gratificai con un ulteriore leccata alla passerina. Lei d’altronde non era stata inoperosa anzi aveva dapprima cominciato a far scorrere la sua delicata manina su tutto il mio membro che non attendeva altro che essere stimolato a dovere, con quel tocco morbido e sapiente il mio sesso si inalberò di colpo e andò a cozzare sul suo dolce viso, era li a portata delle sue morbide labbra che non esitarono a chiudersi a ventosa su di esso, e cominciò dapprima a suggerlo e poi ad ingoiarlo centimetro dopo centimetro fino a sprofondarselo completamente in gola, tanto che mi sembrò di sentire il contatto delle sue tonsille, le venne di conseguenza come un senso di vomito ma che passo quasi subito come ebbe estratto completamente il mio membro dalla sua bocca, e subito dopo cominciò un movimento lento ma prolungato che voleva portarmi al culmine dell’eccitazione; entrambi gridavamo al cielo il nostro godimento lei sotto le mie inesorabili leccate e io al suo pompare sul mio uccello che giunto all’estremo delle possibilità di resistenza scaricò con violenza un lungo e prolungato fiotto di sperma che raggiunse in profondità la sua gola, ciò non la colse di sorpresa, ma non riuscendo a deglutire tutto quel nettare che le avevo donato, parte le era andato di traverso e la conseguenza era che stava quasi per soffocare, infatti cominciò a tossi persistentemente e a sputare ovunque il mio seme che fuoriusciva dalla sua bocca, finchè lo stimolo cesso e si rilassò su di me sulle mie gambe che erano tutte inzaccherate del mio sperma. Si scusò quasi implorante, ma non c’era niente da scusarsi anzi ero io che mi dovevo scusare con lei per l’imprudenza, perché avrei dovuto prevedere una cosa del genere ed evitare di venirle in bocca, ma nella foga della passione anche volendo non sarei ma riuscito ad estrarre il mio sesso da quella bocca vorace che lo tratteneva. Entrambi eravamo li distesi sul letto ancora con addosso il sapore dei nostri umori appena versati ed assaporati, ma Rosi non era ancora paga, questo era solo il preludio a quello che sarebbe successo in seguito, con le sole labbra ancora tumide dal desiderio mi fece inturgidire il membro come non mai e rigoglioso svettò nuovamente al cielo; finalmente era arrivato il momento tanto atteso da entrambi; non fummo così stupidi da farlo senza precauzioni, dalla tasca dei pantaloni che aveva raccolto a terra fuori dalla mia stanza da letto estrasse una bustina che conteneva un preservativo, ne strappo un lembo e in un battibaleno me lo incappucciò, si vedeva che era una maestra in quest’operazione, chissà quante volte l’aveva fatto con i suoi baldi corteggiatori. Prese con la mano il membro che era turgido all’inverosimile e piano piano a cavalcioni su di me lo indirizzò all’imboccatura della sua patatina, e vi si calò sopra piano piano per tutta la sua lunghezza, dopodiché cominciò ad inarcarsi a ondeggiare su e giù senza sosta, era davvero infoiata al massimo non l’avrebbe fermata nessuno, la sua vagina era come un guanto, delicata e morbida, si sentivano i muscoli interni che si contraevano e rilasciavano il mio membro, neppure con la mia povera moglie avevamo provato delle sensazioni così forti e mentre saliva e scendeva sul mio uccello, sentivo distintamente il suo ansimare il piacere che stava avanzando, una galoppata più intensa e veloce un urlo, quasi strozzato, il serrarsi di quelle morbide cosce snelle e slanciate e capii che era venuta, dal suo volto traspariva il sublime oblio che pervadeva in ogni sua recondita cellula nel suo giovane corpo e si accasciò quasi tramortita dal piacere sul mio petto villoso. Ancora trasognante per il piacere raggiunto, con parole flebili mi disse: ‘Sei stato fantastico non avevo mai provato un orgasmo così struggente e sconvolgente’ non pensavo si potesse arrivare ad apici così alti di godimento, e io di persona l’ho provato sulla mia pelle, ora ho capito finalmente che cosa può provare una donna quando fa l’amore con il suo compagno, che sia amante o marito quando riesce a ricevere il massimo del piacere, è una sensazione meravigliosa e questo lo dico io che sono solo poco più che una ragazzina e di ciò ti ringrazio. Adriana me lo aveva detto che eri davvero super, ma non pensavo a tali livelli, solo un’altra persona è riuscita a farmi godere così intensamente e con passione e farmi gridare di piacere come hai fatto tu, forse un dono di famiglia; tu sai bene di chi sto parlando e in cuor tuo penso tu lo avessi già intuito e capito, si è Adriana proprio tua figlia, ci frequentiamo da un pò di tempo e anche se a me piacciono soprattutto i rapporti etero, non disdegno anche rapporti con ragazze del mio stesso sesso, anche se non sono lesbica, facciamo all’amore insieme e ci gratifichiamo sessualmente a vicenda, e cerchiamo di soddisfare ogni nostro più recondito desiderio e tutto ciò è molto appagante per entrambe. Probabilmente ora avrai capito anche perché avevo le chiavi di casa, infatti spesso e volentieri arrivo prima io di Adriana che dopo essere uscita dall’università mi raggiunge velocemente a casa, una volta aperto l’uscio è sua abitudine cominciare a spogliarsi mentre cammina e lanciare in aria tutti i suoi indumenti fino a che ormai nuda entra nella sua stanza e mi trova a mio volta nuda distesa sul suo letto, in trepida attesa anelante di desiderio delle sue carezze delle sue attenzioni. Questo è successo sempre in orari in cui non eri presente in casa poiché eri al lavoro ed eravamo sicure di non essere sorprese in flagrante mentre ci trastullavamo beatamente e tranquillamente, avendo pure il tempo di rilassarci e di fare la doccia assieme.
Dopo questa confessione fatta a cuore aperto, quasi piangendo mi disse: ‘Spero che ciò che ti
ho detto non incrini e pregiudichi il nostro rapporto futuro’. Come avrei potuto arrabbiarmi
con una ragazzina così dolce e sincera; come risposta le ho carezzato la dolce e delicata pelle del suo viso, che sembrava di un angelo e senza dire alcuna parola le ho fatto capire non avrei posto alcun ostacolo al rapporto che si era venuto a creare tra loro e che entrambe potevano vivere pienamente questo sentimento e la loro sessualità senza alcun pudore e giudizio di alcuno. Dopo di che rivolgendo lo sguardo verso di me disse: Porca miseria ‘Ma tu non sei ancora venuto, ce l’hai tosto come una pietra, devo subito porvi rimedio’ non posso e non voglio essere egoista lasciandoti in questo condizioni. Ora voglio ricambiarti facendoti godere come non mai, come hai fatto con me. Questo complimento mi aveva fatto gongolare non poco, e felice di me stesso per essere riu-
scito a soddisfarla appieno, forse di più delle sue aspettative. Dopodiché mi ha detto, dai togliti quel coso dall’uccello, ora ti voglio dare una parte del mio corpo che non ho dato mai a nessuno, sem-
pre in attesa che qualcuno potesse usarlo bene con amore e dolcezza, ‘Il mio dolce e morbido culetto’.Allora dissi: ‘Non starai scherzando!, e Lei rispose ‘Il mio scopo principale l’ho raggiun-
to, ma dato l’enorme e struggente godimento che mi hai fatto provare voglio farti questo mio ulteriore dono. Questa tua richiesta Rosi mi coglie un po’ impreparato, sai neanche mia moglie mi
aveva fatto una richiesta così inaspettata ed esplicita, anche se nei nostri rapporti amorosi era sempre stata piuttosto disinibita. E così per rompere il ghiaccio senza imbarazzo Rosi mi disse:Hai della vaselina? O simile? Andai in bagno di corsa con l’uccello che duro quasi mi scoppiava e cercando spasmodicamente negli armadietti, finalmente lo trovai era un vecchio tubetto di vaselina filante per uso medico che mia moglie aveva usato a suo tempo per le mani, per fortuna non era scaduto. Rientrai nella mia camera lei era li spasmodica, che mi attendeva, prona in ginocchio sul letto con il sederino sporgente che non attendeva altro che essere violato, presi il tubetto di vaselina
ne schiacciai il contenuto un po’ sulle dita e poi con delicatezza piano piano in tutta la loro
lunghezza infilai nel buchino, prima un dito, poi due e infine tre, in modo da lubrificarlo ed allar-
garlo per bene, continuai così per un po’ per non procurarle dolore, infine vidi che era quasi ar-
rivato il momento tanto agoniato da entrambi; ora era bello dilatato, presi le dita ancora impregna- te dei suoi umori e di vaselina e mi spalmai il tutto sul membro poi per sicurezza aggiunsi altra
vaselina che avevo spremuto dal tubetto che ormai era quasi vuoto e lo spalmai con cura sulle crespature di quel piccolo orifizio vergine, comiciai ad infilarlo piano piano con moderazione senza fretta introducendomi in quel budello stretto, si sentiva che era vergine ed inviolato, arrivai fino in fondo, la sensazione era strana e molto gradevole cominciai piano ad estrarlo e rinfilarlo ritmica-
mente, improvvisamente un urlo (lo avranno sentito anche quelli dell’ultimo piano dove abito) lo estrassi immediatamente, pensando di averle procurato qualche lesione interna nell’intestino ma lei con un rimbrotto come di rimprovero mi rassicuro e mi tranquillizzò dicendo: ‘Ma dai scemo continua non hai capito che non era un urlo di dolore ma un grido di piacere’, rassicurato dalle sue parole e con più veemenza essendo ormai entrambi ben lubrificati gliel’ho schiaffato dentro tutto in un sol colpo lasciandola senza fiato e nel contempo mi esortava e mi incitava di farla completamen-
te sua a quel comando perentorio obbedii immediatamente e stantuffai a più non posso in quel sederino morbido e tondo che fremeva dal godimento sotto i colpi sempre più pressanti e ravvicinati, al culmine del piacere con un urlo che cercai di contenere il più possibile le scaricai nell’intestino un mare di lava calda e appiccicosa. In quel mentre entrò nella camera da letto mia figlia Adriana. ‘Ma bravi avete cominciato senza di me’. Ma subito dopo disse: ‘Avete fatto bene’
gli accordi con Rosi erano che io sarei intervenuta, solo a cose fatte; sono arrivata proprio al mo-
momento giusto .Lasciatemi almeno un contentino, Adriana dopo essersi spogliata in un battibaleno si distese sotto Rosi che era ancora in ginocchio con il membro ancora infilato nel suo culetto; fece un rumore di risucchio (come quando si stappa una bottiglia di un buon vino rosso) quando lo estrassi da quel buchino che faceva da tappo, nel bel mentre lo estraevo Rosi si aquattò e una colata bianca e fluente che emanava un afrore intenso dei nostri umori mescolati cominciò a fluire giù dal suo culetto ormai non più vergine, e Adriana li accolse con la bocca spalancata come un’assetata assaporandoli tutti finchè non finirono di sgorgare e con un colpetto di lingua quasi furtivo le ripulì il buchino ormai vuoto e sazio che ancora si contraeva per gli spasmi del piacere, poi con la lingua passo a slinguazzare la passerina di Rosi che era piena di umori per il recente orgasmo, facendola sobbalzare sul letto per quel ulteriore godimento che le stava procurando la mia Adriana, urlavano e si contorcevano come anguille, Adriana aveva il suo delicato viso e i suoi capelli pieni di sperma appiccicoso che subito Rosi con amore ripulì fino all’ultima goccia e con la bocca ancora piena di
sperma caldo si diedero un prolungato bacio saffico e nel contempo se lo scambiavaono nelle loro bocche e se lo contendevano avidamente.
Un giorno rientrando dal lavoro sentii dei mugolii provenire dalla camera di Adriana non esitai ad
entrare, ormai non cerano più segreti o tabù tra noi; non si meravigliarono più di tanto, anzi for-
se non aspettavano altro che io le sorprendessi insieme mentre si leccavano la passerina a vicen-
da, era uno vero spettacolo, uno sballo da far restar secco anche un santo, gli umori scendevano
a rivoli dai loro bei visi, dopo essermi spogliato velocemente mi sono avvicinato e mi sono
intruffalato tra di loro, dapprima ho leccato quelli che uscivano ancori copiosi dai loro giovani fiori e infine ho ripulito con la lingua i loro bei visi angelici. Poi dopo questa goduriosa operazione ovviamente la mia mazza era diventata come il marmo e in ginocchio una di fianco all’altra le due giovani Rosi e Adriana hanno cominciato a slinguazzarmi l’arnese in lungo e in largo fino a che sono venuto con un getto così potente che le ho completamente innondate di sperma fino ai capelli sembrava non fossi venuto da mesi e di ciò me ne sono compiaciuto, ancora ansimanti le due porcelline hanno continuato a leccarsi il nettare che inzaccherava quei loro visi dolci e innocenti,
finchè stanche e appagate sono crollate in un sonno profondo e ristoratore insieme a me, che avevo schizzato in aria l’ultimo goccio di sperma che mi era rimasto in corpo mentre le avevo osservate amoreggiare appassionatamente tra loro.
Questo rapporto penso continuerà perché questo è un amore vero, vicendevole, vissuto nella sua pienezza, e sapendo bene di aver consumato un rapporto incestuoso con la propria figlia e la sua amica, ma di averlo fatto senza patemi d’animo e rimorso alcuno perché entrambi eravamo consapevoli e coscienti di quello che si era fatto e delle rispettive conseguenze e responsabilità.
Vi auguro che questo racconto di vita vi sia piaciuto e che vi siate masturbati fino a venire copio-
samente, pensando di essere Voi i protagonisti di questa storia al posto nostro.
Spero al più presto di aggionarVi sugli sviluppi futuri.

Ciao da Paolo, Adriana e Rosalba.

L’iniziazione parte 1′

Come mia abitudine di sabato ero andato a fare la spesa in un grande centro commerciale della mia
città, giravo tra la scaffalature intento a cercare i vari prodotti che avevo in lista quando ecco in lon-
tananza scorsi un viso familiare di donna che stava venendo dalla mia parte, più si avvicinava e più
ero convinto fosse lei, erano passati più di venti anni ma la sua bellezza, il suo fisico e il suo porta-
mento non erano cambiati era proprio Laura, non mi mossi aspettai arrivasse vicino a me, i nostri sguardi si incrociarono, lei non ebbe esitazioni si avvicinò a me e senza indugi mi abbraccio e mi
baciò sulle guance, non era sola era accompagnata da un bel giovane alto circa 1,85, che poi seppi
essere suo figlio. Laura rivolgendosi a me disse ‘quanti anni sono passati, bei tempi quando erava-
mo più giovani’ io annui (Voi non lo sapete ma la signora l’ho conosciuta insieme a mia moglie
rispondendo ad un annuncio su internet riservato a coppie scambiste, anche lei e suo marito erano
della stessa città un cui abitavamo, sin dal primo incontro è stato un rapporto incrociato di fuoco,
ma di ciò ne parlerò in un prossimo racconto improntato solo su questo), parlammo del più e del
meno mentre continuavamo entrambi a far la spesa, seppi che si erano trasferiti a Novara per moti-
vi legati al lavoro del marito e che lo stesso non molti anni fa era morto in un incidente stradale la-
sciandola da sola con un figlio di 22 anni, mi disse a cuore aperto che aveva avuto rapporti saltuari solo con altri due uomini ma niente di serio, (finchè ci eravamo frequentati non cerano stati mai se-
segreti tra noi). Il tempo nel frattempo era trascorso veloce e si era fatta l’ora di chiusura dell’iper-
mercato ma prima di salutarci e baciarci ci siamo scambiati i numeri dei nostri cellulari, l’ho accom-
pagnata alla sua auto e mentre si allontanava pensavo tra me che non l’avrei mai più rivista.
E invece inaspettata la stessa sera una telefonata, era lei che mi chiedeva urgentemente di vedermi,
le dissi perché non me ne avesse parlato subito quando ci eravamo incontrati, ma mi rispose che non le era stato possibile data la presenza del figlio. Ci demmo appuntamento per il giorno successivo, che era poi domenica per le 11,00, nel parcheggio dove ci eravamo lasciati, giunse puntuale, mentre scese dall’auto allungando fuori le sue gambe lunghe e affusolate coperte da due paia di calze nere velate, lasciò che si aprisse lo spacco della gonna corta che indossava facendomi intravvedere un paio di mutandine bianche di pizzo. Lei salì nella mia auto come meta le proposi una località marittima lei con un cenno del capo assentì e partimmo il viaggio duro circa 1,30. Giunti sul posto
camminammo per un po’ sul lungo mare poi andammo a pranzo e tra un boccone e l’altro cominciò
a confidarsi con me, sai mi disse sto passando un periodo della mia vita molto complesso dopo la morte di mio marito e l’avere un figlio così grande non mi ha di certo agevolato le cose, gli avvenimenti si sono accavallati e le situazioni si sono sempre più complicate e ora non so più come venirne fuori. Dopo la morte di Giovanni mio marito, niente mi legava più alla città dove vivevamo
perciò decisi di ritornare nella città dove sono nata e a cui ero legata per tutti i bei ricordi di gioventù, ma non solo e per ritrovare se possibile tutti gli amici che avevo lasciato.
Tutto accadde una sera mentre stavo rincasando dopo essere stata ad una cena con alcuni di quei famosi amici che dopo anni avevo rincontrato così volentieri; casualmente mentre stavo andando verso la mia auto notai l’auto di mio figlio Roberto che era parcheggiata in una zona appartata buia;
incuriosita mi avvicinai senza farmi vedere, mentre ero intenta ad osservare mi accorsi di non essere l’unica ad essere interessata allo spettacolino, un giovane poco più avanti di me si era estratto il cazzo e osservando la coppia amoreggiare si stava masturbando tranquillamente non sapendo di essere osservato a sua volta, mi avvicinai piano piano senza far rumore e giunta dietro al ragazzo con destrezza dal didietro gli afferrai il membro lungo e duro appena lo ebbi in mano per la sorpresa ebbe un sobbalzo ma lasciò fare alle mie mani esperte che cominciarono a scorrere su e giù per tutta la lunghezza dell’asta, il lavoretto sembrava piacere parecchio mugolava e ansimava dal piacere nel frattempo dall’auto si sentivano distintamente provenire delle voci ‘Si dai scopami fammi tua e lui si zoccola te lo do tutto te lo faccio arrivare fino in gola’, l’auto sobbalzava sotto i colpi dell’amplesso, le urla di piacere si facevano sempre più distinte e ravvicinate finchè con un urlo lei disse sborrami in bocca porco e con un ultimo singulto venne urlando il suo godimento, si aprì il finestrino una ragazza si sporse e sputo sull’asfalto una gran quantità di sperma e un fazzolettino di carta impregnato di sperma con cui si era pulita il viso e la bocca volo fuori e cadde a terra. Nel medesimo istante che mio figlio e la ragazza vennero sentii il membro del giovane che tenevo tra le
mani pulsare sempre più e a contrarsi finchè con roco urlo di godimento trattenuto per non farsi sentire sprizzo ovunque una gran quantità di seme bianco e appiccicoso, attendemmo un po’ dopo
l’orgasmo e mi presentai, io sono Laura e lui a sua volta disse io sono Francesco.

Quell’esperienza imprevista così assurda e sconvolgente mi aveva eccitato a tal punto che avevo
le mutandine completamente fradice dei miei umori caldi. Solo dopo a mente lucida capii che
quella ragazza che mio figlio aveva appena scopato era una giovane prostituta, che mio figlio probabilmente frequentava abitudinariamente, in fretta e furia andai alla mia macchina e imboccai la strada di casa velocemente quel tanto per parcheggiare l’auto svestirmi e infilarmi a letto.
Non molto dopo rincasò mio figlio Roberto che aveva messo un po’ più di tempo perché aveva riac-
scompagnato la giovane, che per giunta era una gran pezzo di gnocca; mio figlio sapeva davvero
scegliere bene.. La sera seguente dopo avergli dato la buona notte gli chiesi se fosse uscito e mi disse:’Esco con i soliti amici’ facciamo tardi, io gli dissi guardo un po’ di TV e poi vado a letto.
Aspettai che uscisse appena sentii la macchina partire mi sfilai velocemente la sottoveste che mi ero
infilata sopra i vestiti mi misi le scarpe scesi velocemente le scale chiusi la porta e salii in macchina e mi diressi nello stesso posto della sera precedente, la macchina era sempre in quell’antro buio, io mi avvicinai forse imprudentemente troppo, la luce interna era accesa e li scorsi entrambi la ragazza non era la stessa del giorno prima ma era anche quella una bellissima figliola, dall’accento poteva
essere moldava o russa, anche questa imprecava e urlava il suo godimento, non resistetti da infilarmi una mano tra le mutandine e cominciai a titillarmi il clitoride che era diventato duro come non mai e
poi infilai dapprima un dito e poi due nella mia topina. Quando ecco all’improvviso sentii alzarmi la gonna e qualcosa di estramente duro e caldo appoggiarsi alla mia pelle ebbi un sobbalzo un fremito prima di paura poi di piacere sentii quella cosa entrare lentamente ma senza indugi dentro il mio sesso spalancato che oramai grondava di umori, mi tranquillizzai quando volgendo il capo in dietro riconobbi Francesco che ce la stava mettendo tutta per farmi godere e non gli fu difficile, mio figlio e la prostituta erano così intenti a scopare che non fecero neppure caso che vicino a loro due persone stavano facendo l’amore osservando le loro effusioni; i rinculi di Francesco si fecero sempre incalzanti e rapidi, sentivo il suo sesso ingrossarsi dentro di me all’inverosimile finchè non riuscendo più a contenere il suo godimento mi scaricò nella vagina un mare di lava calda, il piacere provato fu tanto che per trattenerci dovemmo metterci la mano, l’uno dell’altro, davanti alla bocca per non farci sentire, quando estrasse il membro il seme mi colò lungo le gambe impiastricciandomi le calze e le gambe, ci rilasammo un pò, poi ci demmo la buona notte con un lungo bacio e questa volta con un arrivederci a presto ovviamente dopo esserci scambiati i numeri dei nostri cellulari, nel frattempo sentii Roberto che ancora stava scopando che diceva:’Ti spacco tutta’ e lei ‘Si lo sento tutto dentro di me, mi riempie l’intestino’ capii che glielo aveva messo nel culo e sembrava piacerle parecchio e poco dopo sentii un urlo prima di Roberto e poi della giovane a cui doveva aver riempito l’intestino di sperma caldo.
Velocemente tornai a casa mi diedi una lavata veloce sotto la doccia per togliermi di dosso quel
appiccicaticcio che avevo sulle natiche tra le cosce e sulle gambe. Questo andazzo continuò per parecchi giorni, anche con la presenza complice di Francesco, ma la cosa non poteva continuare, le ragazze erano bellissime, una più bella dell’altra ma con le prostitute bisogna stare molto attenti si possono prendere delle gravi malattie e questo mi preoccupava non poco.
Dovevo escogitare qualcosa e l’idea ci venne di comune accordo con Francesco con cui avevo allacciato un rapporto un po’ più normale rispetto a quello che avevo avuto in precedenza con lui, frequentava la mia casa, ovviamente veniva a trovarmi quando non cera mio figlio così potevamo scopare indisturbati. L’idea era di impersonare il ruolo di una prostituta, in modo da adescarlo e far-
lo desistere nel frequentare le altre donnine che frequentava così assiduamente,il compito non era
poi così facile io sono abbastanza bella, ma non certamente al livello da poter competere con la fre-
schezza e gioventù di quelle ragazze, da par mio potevo però portare la mia grande esperienza di
donna vissuta nelle arti amatorie, capivo che questo rapporto se fosse andato in porto sarebbe stato
un rapporto davvero particolare, poiché io sapevo con chi avrei fatto l’amore mentre lui no, insomma un incesto indotto e condiviso inconsapevolmente, non è proprio normale che la propria madre si porti a letto il proprio figlio, ma che cosa non si farebbe per accontentarli e farli felici;
anche di fare la ‘Puttana, troia, baldracca, zoccola o in qualsiasi altro termine volgare la si voglia
chiamare’. Così deciso, un giorno io e Francesco siamo andati a far compere in vari negozi, dove-
vo comperare gli indumenti adatti per sembrare a tutti gli effetti una prostituta; dapprima dell’intimo
bianco molto trasparente e ridotto,mutandine quasi a perizoma e reggiseni a balconcino così ridotti e
bassi che lasciavano praticamente tre quarti di seno fuori; poi passammo al vestiario comprai un paio di gonne talmente corte da mozzare il fiato a chiunque, alcune camicette bianche super traspa-
renti, calze nere a collant già predisposte con lo spacco sul davanti e di dietro in modo da non dover-
le sfilare, scarpe nere con tacchi alti, borsetta nera e per finire occorreva il machiasc il tocco finale,
il trucco; il rossetto che doveva essere sensuale ‘Rosso’ lucida labbra, matita nera per il contorno,
ombretti vari e mascara e per finire ciglia finte, ma mancava ancora qualcosa di fondamentale quello
che mi avrebbe resa irriconoscibile alla vista di mio figlio la parrucca, una bella parrucca con capel-
li lunghi biondi a coprire i miei naturali castani a caschetto. L’occorrente ora c’era tutto andai a
casa di Francesco con gli acquisti appena fatti soprattutto su suo consiglio, gli uomini sanno che
cosa li può far eccitare. Mi tolsi gli indumenti che indossavo e cominciai a mettermi dapprima
un paio di slippini il reggiseno poi la camicetta e una gonna, mi misi la parrucca bionda e mi
truccai per bene, misi le ciglia finte, infilai le scarpe e presi la borsetta, ero pronta. Mi accinsi
allo specchio della camera da letto che è lungo e arriva fino a terra, quando mi specchiai non credetti ai miei occhi così conciata non mi ricoscevo più, chiamai Francesco, appena mi vide rimase senza fiato sbalordito e mi disse:’Sei uno schianto’, Roberto non può far a meno di notarti, sei troppo appariscente, io dissi: ‘Speriamo bene’. Ormai ero vestita di tutto punto erano circa le 10, 00 e dissi a Francesco dai voglio vedere se riesco ad accalappiare qualcuno salimmo ognuno nella
propria auto e ci dirigemmo nella zona prestabilita scesi dapprima io e poi Francesco, andai a
piazzarmi all’inizio della via prestabilita, (una via che Roberto non poteva non percorre con l’auto e
in una curva dove non avrebbe potuto non notarmi), una zona che era frequentata poco dalle prosti-
tute, dopo circa 10 minuti si fermò una spider con a bordo un signore sui 60 che mi chiese:’Bel-
la bionda quanto vuoi?’ e io sparai grosso 100 Euro e per tutta risposta mi disse ‘Ma va al diavolo
troia sei troppo cara’ e se andò, il primo ero riuscita a dissuaderlo, poco dopo si fermo una macchi-
na di grossa cilindrata si abbasso il finestrino e un bel giovane sui 40 anni mi chiese: ‘Quanto vuoi
bella signora’ sparai ancora grosso 150 Euro, ma questa volta inaspettatamente il tizio disse ‘Va be-
ne rispose’,questa risposta mi aveva colta impreparata e non sapevo più che fare, salii sulla sua uti-
litaria e ci allontanammo, mi disse: ‘Poco lontano c’è un piccolo Motel ti va bene, non mi va di
farlo in auto, pago tutto io’ io non potei far altro che accettare, ormai mi ero cacciata in una situazione da cui non potevo più districarmi, d’altronde era stata colpa mia e ora dovevo arrangiarmi da sola, ‘Vestita da troia lo ero’ , ora era il momento di far vedere quello che sapevo fare e se li
valevo in tutto e per tutto 150 Euro. La stanza del Motel era piccola ma accogliente e mi disse,
senti c’è in dotazione un DVD con dei filmini hard in dotazione ti va se ne scelgo uno da vedere
insieme per eccitarci a vicenda, ‘Ok dissi, come se fossi una puttana vissuta’. Lasciai cadere a
terra la gonna, tolsi la camicetta e il reggiseno che appena lo slacciai dal suo elastico balzo in avanti
in tutta la sua magnificenza ancora sodo e compatto’ Porto una quarta’, infine sfilai i collant e gli
slippini che praticamente ero inesistenti, ero li davanti a lui completamente nuda non per vantarmi
ma nonostante l’età sono ancora una bella signora piacente, dal pantalone del Signore che poi
disse chiamarsi Piergiorgio notai un certo rigonfiamento, dovevo avergli fatto un certo effetto;
mi inginocchiai davanti a lui gli slacciai la cintura e tirai giù la zip dei pantaloni che caddero
a terra gli sfilai prima un piede poi l’altro, gli sfilai la camicia e la maglietta della salute e restò
in piedi con un paio di boxer, si vedeva decisamente il turgore sotto il pantaloncino, cadde a ter-
ra anche quello, aveva un membro di tutto rispetto circa 20 cm e un diametro di 10 era già bello
scappellato e duro da essere preso in bocca, aspetta disse: ‘Devo attaccare il video’a già mi ero scordata, premette lo start dal telecomando e il filmato partì, cominciarono a scorrere le immagini dapprima il titolo che mi sembrava proprio a doc per l’occasione ‘Sesso in famiglia’, manco a far-
lo a posta, le immagini scorrevano ed erano un susseguirsi di scopate e pompini tra madre e figlio, padre e figlia, e tra figlio e figlia e anche tutti assieme un vero porcaio, sperma che schizzava a iosa sui corpi delle due donne, mentre guardavamo il filmato distesi sul letto lui si toccava il sesso e dissi:’Aspetta faccio io’ lo presi tra le mie lunghe dita affusolate e cominciai un vai e vieni dai testicoli fino alla sommità del glande che era ormai paonazzo, sentivo le sue membra vibrare per l’eccitazione e una leggera bava gli colava dalle labbra socchiuse e frementi per l’imminente orgasmo, ansimava e si contorceva dal piacere, resami conto che stava per venire mi chinai sul suo
ventre villoso e lo accolsi nelle mie fauci e lo aspirai, quello fu l’in che lo fece esplodere come un fuoco artificiale, mi schizzo in gola una quantità assurda di sperma, mai capitata una cosa del genere, quasi soffocavo, corsi in bagno e sputai il suo seme nel lavandino, mi lavai la bocca e la faccia che anch’essa si era imbrattata e gli chiesi:’Ma da quanto era che non venivi, ne avevi una bella scorta nei testicoli’ e lui disse: ‘Si era parecchio tempo che non li svuotavo’.
Senti dissi a Piergiorgio tu sei venuto ma quel filmino mi ha messo una certa eccitazione addosso
e dato che la stanza è a nostra disposizione per altre tre ore mettiamole a buon frutto. Gli dissi:
‘Distentiti e rilassati lascia a fare vedrai che ti sembrerà di essere in paradiso’, mentre ero intenta
a guardarmi in giro notai una cosa che prima non avevo visto una piccola telecamera puntata sul
letto che si spostava, zumava ad ogni piccolo movimento che facevo ‘Brutto porco hai acceso la
cam sin dal nostro arrivo che ha filmato tutto quello che abbiamo fatto’; ma non potevi dirmelo
subito mi sarei messa in bella mostra, rimase un po’ stupito e meravigliato di non aver ricevuto
degli improperi e delle insolenze; ora che so di essere filmata altro che filmino amatoriale ti fac-
cio vedere io, ancora frastornato dalla situazione non si era ancora reso conto che la protagonista
ora ero diventata io e lui il comprimario, cominciai a leccarlo partendo dai piedi fino alle orec-
chie, fino a poi ridiscendere verso il sesso, con un comando gli dissi ‘Girati porco maniaco met-
in ginocchio’ di scatto obbedendo si girò, ora per punizione mi leccherai la figa finchè non te
lo dirò io ‘Capito!’ io ero distesa con il bacino in fuori in una posizione come di offerta per la
sua bocca, poi al tocco delle sue labbra lo riabbassai, sentivo la sua lingua frullare e insinuarsi in ogni anfratto delle labbra carnose del mio sesso, poi coi denti afferro delicatamente il clitoride e cominciò a suggerlo, che meraviglia, le mie membra vibravano e scattavano ritmicamente sentivo il sangue montarmi alla testa e l’orgasmo che mi prendeva in ogni parte del mio corpo, i capezzoli ero diventati duri da farmi male, gli intimai’ Leccami i cappezzoli e toccami la figa’ i capezzoli obbedii immediatamente sentii la sua bocca suggere i miei capezzoli, dandogli un po’ di ristoro mentre con la mani si insinuò prima con un dito e poi con più dita nel mio fiore che era diventato un lago di umori, sentivo le sue dita sciacquettare al suo interno gli orgasmi si susseguivano a catena non potei a fare a meno di lanciare un urlo liberatorio di godimento quando con la sua bocca si mise a suggere gli umori gelatinosi che sgorgavano e colavano dalla mia vagina, nel frattempo per non rimanere inoperosa con la bocca e le mani gli mantenevo il cazzo in erezione anche se non ce ne sarebbe stato bisogno, da come lo sentivo ansimare e fremere dalla testa fino alla punta dei piedi.Bastardo ora che mi hai fatto godere con il tuo cazzo mi devi spaccare l’utero, gli presi la punta dell’uccello la puntai all’imboccatura della mia topa e dissi: ‘Ora scopami’ fammi vedere
la tua virilità, lo infilò in quel mare di broda calda che c’era nella mia figa e cominciò a stantuffare su e giù, su e giù, poi gli dissi sdraiati a pancia in su ora voglio comandare io le operazioni presi nuovamente quel glande paonazzo lo misi vicino all’apertura della figa e piano piano mi calai sul membro lungo e duro, lo sentii penetrarmi fino in fondo per tutta la sua lunghezza, lo sentivo tutto mio, sentivo ogni suo spasmo all’interno e con i muscoli vaginali lo stringevo e lo stimolavo dentro di me, poi al culmine della foia gli dissi e ora voglio che mi prendi dal dietro alla pecorina, non
ti piace così e disse ‘Moltissimo’ prese il cazzo e d’un colpo lo infilo dentro fino ai testicoli e
ricominciò a pomparmi e a pomparmi sempre più veloce e sbavando sul mio corpo urlava ‘Sei una trioa, sei una troia, ti spacco tutta’ e io ‘Si sono la tua puttana sfondami tutta’ con urlo di piacere venni e poco dopo mentre era vicino al culmine del piacere mi disse: ‘Posso venirti dentro’non ti
preoccupare puoi venirmi dentro, porto la spirare vaginale da tempo, rassicurato cacciò un urlo e mi scaricò tutta la sua lava nella passerina. Che sensazione di piacevole rilassatezza dopo essere venuti. Si accasciò sulla mia schiena esausto ma soddisfatto, poi ci abbracciamo e ci baciammo un po’, poi gli dissi pensi di aver speso bene i tuoi 150 euro, e lui alla grande se sapevo così te ne avrei offerti 200.Poi parlando mi disse sei una strana puttana, ne ho scopate altre ma con le altre c’è sempre stato
un rapporto molto staccato quasi anonimo tra chi da offre la prestazione e chi la riceve.
In poche parole per non dilungarmi gli spiegai che cosa era successo e in che situazione mi ero
andata a cacciare, disse:’Ma allora sei una mamma di famiglia’, propriamente una mamma che
si è sacrificata e che si sacriferà per suo figlio; gli chiesi: ‘Come si sono comportata in questa prova
generale’ rispose: ‘Troppo bene per essere una puttana, devi essere più distaccata meno partecipe
devi pensare di più al piacere del cliente e non al tuo, se no rischi di farti scoprire’ comunque per essere stata la prima volta che ti immedesimavi nei panni di una prostituta a tutti gli effetti, sei stata
davvero eccezionale, fantastica; grazie per i complimenti ecco tieni i tuoi 150 Euro te li restituisco
non voglio essere pagata per il piacere che ti ho donato mi sentirei davvero una puttana, fanne un
buon uso. Mi volle lasciare il suo numero telefonico perché gli avevo fatto una buona impressione
e io a mio volta gli lasciai il mio, mi diede un cinque con le mani e mi fece gli auguri per il futuro
prossimo dopo ovviamente avvermi riaccompagnato . Appena Francesco mi vide mi vide mi chiese preoccupato ‘Non ti avrà mica violentato quel tizio’ perché se è così vado la e gli spacco la faccia, non ti preoccupare ho solo scopato con lui mi sono immersa nel personaggio che devo interpretare, insomma gli feci capire che questo rapporto era stato casuale non voluto di proposito ma molto utile come scuola di insegnamento.
Come una puttana parte 2′

Tutto era pronto il piano poteva scattare, il giorno seguente dissi a Roberto che mi sarei assentata
da casa per alcuni giorni, trovai la scusa che la nonna anziana non stava bene e aveva bisogna di
assistenza, lui disse che non cera problema, che si sarebbe arrangiato lui per il mangiare e il resto.
Mi stabilii a casa di Francesco che fu ben felice di ospitarmi e collaborare per la buona riuscita del
piano. Fattasi sera circa le 11, 00 pronta di tutto punto, Francesco mi accompagnò nel punto presta-
bilito scesi dalla sua auto e mi appoggiai ad un palo della luce e aspettai una decina di minuti, fin-
chè in lontananza vidi la sua auto arrivare, aprii le gambe in modo da scostare lo spacco della gonna
che era già corta per poter far vedere lo slip bianco che era ridottissimo e praticamente tre quarti
del culetto nudo, mi notò subito; rallentò, accostò l’auto al ciglio della strada e fece scendere il
finestrino dell’auto prima che dicesse qualcosa gli dissi ‘Ciao bel maschione vuoi che ti faccia il
servizietto sono brava sai’ lui chiese che cosa fai, tutto quello che desideri; quanto vuoi per un
pompino, io risposi:’ 20 Euro normale e 25 euro se mi vuoi venire in bocca, e a sua volta disse:
‘Va bene normale ho pocchi soldi’ dai sali, mentre percorrevamo la strada, chiese:’Sei nuova di
qui non ti avevo mai vista prima’ e io: ‘Sì mi sono trasferita da poco in questa città’ e mi portò
con la macchina in quell’angolo oscuro che ormai conoscevo a memoria in cui era sua abitudine
portare le prostitute, nel frattempo Francesco che ci aveva seguito si era piazzato in posizione
strategica da buon guardone per gustarsi il mio primo appuntamento di sesso.
Roberto reclinò lo schienale e si distese indietro, da brava puttana gli slacciai la cintura e calai la
zip, avevo uno slip nero, non mi ricordavo di averglielo comprato io, glielo scesi mi si pose alla
vista un uccello non in erezione di circa 20cm capperi pensai non credevo avesse un cazzo così
sviluppato, era da parecchi ormai che faceva la doccia e il bagno da solo e non avevo avuto mai
l’occasione di vederlo completamente nudo, me lo ricordavo ancora con il pisellino piccolo quan-
do lo lavavo io; chissà che bestia esagerata sarebbe diventata in erezione. Senza esitazione lo af-
ferrai con la mano, un brivido mi percorse la schiena, mi chiesi ma che cosa sto facendo, pensai
di non farcela ebbi un esitazione che durò una frazione di secondo, e mi dissi:’E no non posso
mollare proprio adesso’presi coraggio e cominciai a far scorrere dapprima la mano su e giù lungo
quell’asta che sembrava non finire mai, sotto la mia stimolazione prese vigore e si inalberò;
crebbe senz’altro di altri otto, forse 10 cm. era diventato una cosa esagerata, ora capivo perché
le compagne con cui era stato spasimavano e urlavano di godimento quando erano con lui, non
è normale e facile far godere delle prostitute anche se sono ancora così giovani ed inesperte,
mi ricordai le parole di Piergiorgio ‘Prima di tutto devi accontentare il cliente dopo di che
se il cliente vuol farti godere non rifiutare mai obbedisci sempre, devi essere a sua competa di-
sposizione tu per lui sei come un oggetto da usare e poi buttare’. Se saprai accontentarlo ritor-
nerà da te senza indugi’. Calai il capo su quel membro caldo e turgido e cominciai a leccarlo
dai testicoli fino alla sommità del glande che di diametro non era meno di 10 cm, e li mi soffermai, lo avviluppai e lo infilai in bocca a fatica piano piano lo feci scorrere in gola, fino a toccare le
tonsille, mi facevano male le mascelle talmente era lungo e grosso, lo sentivo pulsare in gola,
sentivo ogni suo brivido e spasmo salirgli nel petto, ogni volta che salivo e scendevo con la
bocca su quell’asta interminabile era tutto un fremito sentivo le sue gambe che erano sotto il mio
seno,tremare dai piedi fino al capo che era riverso in dietro come i suoi occhi; senza che Roberto
mi stimolasse con le dita mi ero eccitata a dismisura tanto che avevo la passerina completamente
fradicia di umori così come quei ridottissimi slip che indossavo, credo proprio di avergli lordato
la tappezzeria del sedile in cui ero seduta, chissa quante altre volte lo avrà pulito o fatto pulire.
La sua fronter era imperlata di gocce di sudore che gli scendevano dal viso, sia per il caldo che
per l’eccitazione; sfrontatamente gli dissi: ‘Se mi vuoi venire in bocca ti faccio uno sconto, ti
faccio pagare solo 22 Euro, dato che sei un bel giovane ed anche il mio primo cliente, fece un
cenno di assenso con il capo, lo sentii ansimare sempre più velocemente e vidi la bava che gli
colava dagli angoli della bocca, tese le gambe sotto il cruscotto irrigidendole e con un urlo li-
beratorio mi riversò in gola un mare di sperma bianco e caldo, che strana sensazione ricevere
lo sperma in bocca del proprio figlio, aprii il finestrino e sputai il suo sperma dal finestrino co-
avevo visto fare alle altre prostitute, ma non tutto,una parte senza essera vista lo volli tenere in
bocca per assaporarlo e poi lo ingoiai era asprigno ma aveva un buon sapore, poi con un fazzo-
lettino mi asciugai il viso e la bocca che erano intrisi di sperma e con un altro ripulii il suo
membro e il petto che anch’essi erano impiastricciati, presi il tutto e lo cacciai diligentemente
fuori dal finestrino.Avevo le mandibole che mi dolevano un po’ per lo sforzo che avevo dovu-
to affrontare e soprattutto mi bruciavano gli angoli della bocca, ma il dolore passò in secondo
ordine tanto ero soddisfatta di me stessa, mi ero comporta davvero bene, come una vera putta-
na.. Disteso sul sedile giaceva Roberto ancora ansimante con il cuore che gli batteva ancora a
100,e man mano andava a rallentare e si beava di quella breve sensazione di rilassatezza e di
appagamento post orgasmo. Attese pochi minuti poi si rialzò si ricompose, tirò su gli slip e i
pantaloni che erano scesi lungo le gambe ed erano caduti a terra nella concitazione dell’orgasmo.
Prese il portafoglio dalla tasca posteriore e ne estrasse una banconota da 20 Euro, poi dal bor-
sellino della monete altri 2 Euro e mi li porse e mi disse: ‘Te li sei proprio meritati sei stata vera-
mente brava’. Presi i 20 Euro e li infilai nel reggiseno, gli riporsi indietro i 2 Euro dicendo, ‘Me
li darai un’altra volta se mi vorrai rivedere’. Accese il motore e mi riportò all’angolo della via
dove mi aveva caricato e se andò. Pochi minuti dopo arrivò Francesco che mi fece salire in auto,
ma prima di partire disse è andato tutto bene e !!!!!! E’ filato tutto liscio direi, non immagini quanto
mi sia arrapato e goduto a guardarvi, mi sono procurato un bel binocolo di quelli potenti e sono
salito in cima a un muricciolo non lontano ho messo a fuoco, l’immagine era così nitida e ravvi-
cinata che mi sembrava di essere all’interno dell’auto, ho persino visto lo sperma che ti rigava il
volto dopo che il porco ti è venuto in bocca e mentre sputavi lo sperma dal finestrino, scusa se ho
dato del porco a tuo figlio, ma anche tu porcellina non hai fatto a meno di trattenerti in bocca un
po’ del suo seme per assaporarlo, ho visto quell’impercettibile movimento dell’esofago quando
lo hai lasciato scivolare giù per la gola ingerendolo; com’era: ‘Forse un po’ meno asprigno del tuo
ma buono’; insomma a farla breve mi sono masturbato dall’inizio fino alla fine come se fossi li
anch’io con voi solo che al culmine del piacere mi sono sborrato tutto a dosso sui pantaloni nuovi,
così sono dovuto andare alla prima fontanella nei paraggi e con dei fazzolettini di carta e il fazzo-
letto da naso senza pantaloni ho cercato alla meno peggio di ripulirli, non vedi come sono bagna-
ti, mi chiese ‘Senti odore di sperma’ e io dissi: ‘Si un po” e lui rispose:’ Speriamo non si siano
rovinati mi dispiacerebbe’, per consolarlo gli dissi: ‘Dai se proprio si sono rovinati te ne compero
un paio nuovi’ allora ti sono piaciuta brutto maiale di un guardone ‘Lo sai che mi piaci quando
fai la troia’ ti piaceva guardarmi mentre lo succhiavo a mio figlio eeee!!!! Si da matti .
Ma se continui a parlarne così mi fai venire nei pantaloni, così li sistemo definitivamente. Hai
ragione scusami, il tempo era trascorso velocemente era mezzanotte e mezza passata e io dissi
ora andiamo a festeggiare, la notte è piccola tanto domani non devo andare a lavorare. Francesco
accese l’auto e ci dirigemmo in un vicino Pub, appena entrai nel locale i clienti mi squadrarono dai
piedi fino alla punta dei capelli, mi fecero praticamente una radiografia, non riuscivano a staccare
lo sguardo, evidente facevo ancora effetto nonostante la mia non più giovanissima età. Ci sedemmo
al primo tavolino libero che trovammo e ordinammo una bottiglia di spumante italiano il migliore
che avevano e piano piano chiacchierando del più e del meno ma non della serata trascorsa ce
la siamo scolata tutta e abbiamo fatto anche il bis. Siamo usciti dal locale barcollanti abbracciati
l’uno all’altro brilli fino alle ossa. Come avremmo fatto andare a casa in auto ‘Impossibile’ , di-
fianco al locale cera un prato per fortuna con l’erba rasata non da molto ci siamo stesi a terra lonta-
no dalla strada e con un plaid ci siamo coperti e ci siamo addormentati di schianto. Con il rumore
delle auto verso le 7, 00 ci siamo svegliati con un gran mal di testa e un cerchio alla testa, siamo
saliti in auto e mentre tornavamo a casa al primo Bar che abbiamo incontrato ci siamo fermati e
abbiamo preso un caffè lungo per ristabilirci un po’. Giunti a casa di Francesco ci siamo spoglia-
ti e ci siamo fatti la doccia assieme nell’eccitazione della cosa, massaggia qui massaggia la, il suo
cazzo era diventato un paracarro ed io mi ero eccitata a tal punto che con l’acqua che scrosciava
sui nostri corpi mi sono inginocchiata davanti a lui e con la bocca che ancora mi doleva glielo
preso tra le fauci e gli ho fatto un pompino lento, lento senza fretta; la figa grondava di acqua e di
umori ero pronta e lui lo capì e così in piedi mi alzò una gamba e mi introdusse il suo membro che
non è come quello di mio figlio ma che è di notevoli dimensioni anch’esso e cominciò a pomparmi,
poi mi fece girare a pecorina la sua posizione preferita e anche la mia e lo riaffondò nuovamente
nella vagina, e andammo avanti cosi per 5 o 6 minuti gemendo e urlando il nostro piacere finchè
disse: ‘ Sto venire non resisto più mi tolgo e ti vengo sul fondo schiena,’ma io gli dissi: ‘Non ti
preoccupare mi puoi venire dentro tranquillamente, porto da anni la spirale vaginale’ e con urlo
quasi simultaneo venimmo entrambi e mi scaricò nell’utero il suo seme caldo. Estrasse il suo caz-
zo dalla vagina e un mare di sperma colò sul piatto della doccia che l’acqua si portò via, presi poi
il bagno schiuma lo versai sulla spugna e lavai dapprima il corpo davanti e di dietro di Francesco
e poi a mia volta mi feci passare la spugna insaponata davanti e dietro e soprattutto sulla mia pas-
serina che in questo periodo non era mai stata così operosa se non quando ero stata ragazza.
Ci asciugammo a vicenda poi lui mi prese così tutta nuda tra le sue braccia e mi adagiò sul suo
letto si accovaccio vicino a me ed esausti per la nottata precedente e per la scopata appena fatta
ci addormentammo di botto. Ci svegliammo che erano quasi le 20,00, voglia di preparare da man-
giare non ce nera, così decidemmo di andare a mangiare una pizza. Il tempo trascorreva e si sta-
va facendo tardi tornammo a casa in fretta e furia perché dovevo prepararmi per la nottata incom-
bente mi vestii e mi truccai, quest’operazione mi portava via ogni volta circa un ora ma lo facevo
volentieri perché sapevo che era per un buon scopo. Ero pronta per la seconda nottata, mentre
salivo nell’auto di Francesco un ragazzino passando con il motorino mi disse: ‘A bella gnocca’;
allora piacevo davvero, facevo proprio così colpo da far impazzire anche i ragazzini !!!
Francesco mi portò nello stesso posto all’inizio della via e aspettai, questa volta meno della sera
precedente, Roberto si fermò subito con la macchina vicino a me, non mi chiese niente, mi disse
solo ‘Sali’, aprii la portiera dell’auto e salii accavallai le gambe facendo vedere tutte le mie gra-
zie vidi il pacco sotto i pantaloni ingrossarsi a dismisura. Ti porto in un Motel qui vicino si chiama
Motel delle Rose questa volta Francesco non avrebbe potuto bearsi del nostro rapporto peccato
per lui. Dissi si lo conosco già, mi va bene. Pagò la stanza al gestore che disse:’ La stanza n. 25
è libera’, nel percorrere il tratto di marciapiede che ci condusse alla stanza non vi dico le urla,
i gemiti di piacere e di godimento che uscivano da ognuna . Giunti alla stanza n.25 entrammo
erano tutte stanze uguali entrambe dotate di un piccolo servizio,DVD con filmini hard e soprattutto la famosa telecamera che non era nascosta ma ben visibile per l’uso personale dei clienti, che ama-
vano riprendere le loro effusioni amorose, immortalandole in filmini amatoriali.
Mi disse perentorio: ‘Spogliati, ma piano voglio bearmi del tuo corpo’e risposi: ‘Ma non sono un po’ troppo anziana per un ragazzo giovane come te’, nel frattempo mi ero tolto ogni capo di abbigliamento e lo avevo fatto cadere a terra, finchè rimasi completamente nuda davanti a lui, mi sentivo come un pesce fuor d’acqua mi vergognavo da morire farmi vedere così nuda davanti a mio figlio, non mi era mai capitato neppure per sbaglio di farmi vedere nuda per casa e così d’altronde per lui. Prassi che in molte famiglie è cosa normalissima.
Non dovevo a tutti i costi far trasparire il mio imbarazzo. Rompendo il silenzio che si era creato
Roberto disse: ‘Ora spogliami’, mi inginocchiai gli slacciai la cintura, gli tirai giù la zip e gli
tolsi i gins, questa volta non indossava nessun indumento intimo il suo membro si presentò subito
alla mia vista pendulo lungo riverso in giù, mi disse: ‘Mi metto nelle tue mani’ e gli dissi:’Vuoi
che metta su un filmino hard o che accenda la video camera per riprenderci e vederci sullo scher-
mo della TV, rispose:’Meglio la video camera’, sono d’accordo, l’accesi, gli dissi di mettersi co-
modo seduto, mi rimisi in ginocchio ai suoi piedi e mi sistemai in modo che la telecamera mi
riprendesse di fianco e non di dietro in modo che potesse vedere bene tutto in primo piano;
gli presi il membro tra le mani e cominciai piano piano a masturbarlo, con l’opera delle mie mani
sapienti ed esperte cominciò a prendere vigore e fare capolino, non ci volle molto perché si erges-
se al cielo in tutta la sua lunghezza e maestosità, sembrava il cazzo di un attore di film hard,
cominciai a leccargli il glande e poi tutto il resto dell’ asta e gli dissi’Non ti posso fare un
pompino come ieri perché ce l’hai troppo grosso,mi fanno male ancora le mascelle, guarda e gli
feci vedere la bocca,ho ancora i tagli ai lati per lo sforzo che ho fatto’ mi dispiace tanto, perchè
ieri non me lo hai detto subito, ti avrei impedito di farti del male, avrei goduto ugualmente an-
che con l’ausilio delle mani, sai tra tutte le puttane che ho frequentato ‘Scusa per il termine,
non volevo essere offensivo’ sei stata l’unica che è riuscita a farmi un pompino completo, fa-
cendomi anche sborrare in bocca, sei stata davvero grande, insuperabile. Ora distentiti sul letto,
obbedì il membro si ergeva in tutti i suoi 30 cm di lunghezza, non sapevo che fare, anche se
non avrei dovuto farlo, gli chiesi se gli andava di leccarmi la topolina e lui come risposta mi
disse:’Non vedevo l’ora che tu me lo chiedessi’mi mise a cavalcioni sul suo viso e lasciai che
la sua lingua si insinuasse tra le labbra del mio sesso e ne suggezze il nettare che ne scaturiva
copioso al suo interno, afferro il clitoride tra le labbra e lo strizzo piano piano era diventa-
to lungo e duro, come un piccolo pene in miniatura, mi chiese:’Posso continuare a succhiarti’
con un lungo mugolio che era come una risposta lo aspirò, mi inarcai e urlando’Gridai miale
mi stai facendo impazzire’ e gli spruzzai in bocca il mio seme gelatinoso, non come il suo ma
ugualmente abbondante che bevve fino all’ultima goccia, nel frattempo per non rimanere ino-
perosa con un braccio sporto all’indietro avevo continuato a massaggiarlo e a masturbarlo fin-
chè quasi all’unisono quando venni nella sua bocca, anche lui non trattenendo più l’orgasmo
imminente accentuato dal mio godimento tese le gambe come aveva fatto in macchina la sera
precedente e con un lungo gemito di piacere mi irrorò la mano con un potente getto di sperma
che giunse quasi fino al gomito. Dopo un po’ dopo essersi rilassato le membra mi disse:
‘Tieni questi sono 100 Euro te li sei meritati’ e io come risposta per rimediare al fatto di esser-
mi spinta oltre a quelli che erano i miei compiti di prostituta, chiedendogli di farmi godere
( anche se questo lo aveva ampiamente gratificato da come lo avevo sentito gemere e rantolare
per il piacere provato questo non giustificava il mio comportamento) dissi: ‘Abbiamo usato solo mezzora del nostro tempo è un peccato lasciare la stanza così presto, abbiamo ancora parecchio tempo a nostra disposizione e poi tu sei un così bel giovane. Disse: ‘Cosa vorresti dire con ciò che
saresti in grado di farmi godere ancora forse !!!!!. E come risposta dissi: ‘Scusa ma che puttana
sarei se lasciassi il mio cliente dopo una misera pugnetta non sono mica una puttanella qualunque
sono una puttana con una certa esperienza e con una certa reputazione. Come risposta disse ‘Non
volevo certo offenderti e sminuirti scusami, scusami non era assolutamente mia intenzione, per-
donami’ scuse accettate. Era tutto mio, nelle mie mani, dissi che vuoi che ti faccia: ‘Ogni tuo
ordine sarà esaudito sarò la tua schiava,’ la cosa lo stava eccitando parecchio era disteso sul let-
to a gambe larghe e lo cappii da come il suo cazzo si stava nuovamente animando ed ergendo.
Cominciai a masturbarlo dolcemente, bastò poco, e ora cosa vuoi che faccia: ‘Siediti sopra il mio
cazzo duro me lo hai fatto tornare duro come il marmo, non c’era mai riuscito nessuno in così
breve tempo’ sei in fenomeno, ‘Grazie’; aspetta disse: ‘Prima voglio darti una leccatina alla
topolina non voglio essere egoista ohhh grazie esclamai sua signoria facendo un po’ la spiri-
tosa; lo apprezzò molto’, mi piazzai con la passerina sopra la sua bocca e cominciò a leccarla
come un disperato come un assetato che aveva trovato una fonte d’acqua per abbeverarsi dopo
giorni di astinenza e arsura. Era davvero bravo ma non potevo dirglielo a parole, ma glielo feci
capire esplicitamente con i miei gemiti e il mio contorcermi ad ogni spasmo di goduria che
provavo sul suo viso che era intriso dei miei umori che gli colavano a dosso e che cercava di
suggere tutti ma senza riuscirci. Ecco ormai sei più che pronta disse e io: ‘Porgendogli un faz-
zolettino dissi: ‘Asciugati il viso’, anzi, aspetta, mi chinai sul suo viso e cominciai a leccare
le gocce del mio seme che gli ricoprivano alcuni tratti del viso, aveva un sapore strano non co-
me quello maschile,era la prima volta che gustavo il mio stesso godimento ed era gradevole,
poi con il fazzolettino che mi riporse indietro lo ripulii del tutto, ti è piaciuto questo fuori pro-
gramma della tua porcellina fece un mmmmmmm che mi fece capire che aveva gradito.
Mi rimisi sopra di lui con la patatina ancora grondante e umida di umori proprio sopra al suo
lungo e duro membro, lo afferrai con delicatezza e indirizzai la punta del glande tra le labbra
della mia topina che tenei aperta con le dita, mi calai giù piano, piano per assaporarlo un po’ al-
la volta centimetro, dopo centimetro, era una sensazione meravigliosa , sentivo il suo sesso ine-
sorabile penetrare nella mia passerina , ero così lungo è grosso che mi riempiva tutta, temevo
di farmi del male, ma così non fù, riuscii ad infilarlo tutto fino alla radice toccandogli i testico-
li e il ventre che era teso allo spasimo con il mio sederino tondo e ben fatto, poi risalii ancora
piano, piano;iniziai un sali e scendi che sembrava interminabile ma che mi portò all’ultimo ce-
lo ero in estasi, completamente persa ogni essenza del mio essere vibrava il suo sesso e il mio
pulsavano all’unisono sembravano una cosa unica e un orgasmo continuo mi pervadeva le mem-
bra, la mia topolina si era allargata a dismisura e sgorgava in continuazione il nettare divino del
mio estremo piacere, Roberto non da meno aveva un volto trasognante e perso nel vuoto e mugo-
lava si contorceva, scalciava le gambe sotto il mio corpo che lo sovrastava e con le mani strizza-
va e suggeva il mio seno e i capezzoli che erano diventati duri per la forte eccitazione a tal punto
che mi dolevano. Ad un certo punto disse: ‘Girati voglio prenderti dal dietro alla pecorina’ ubbi-
dendo mi girai e mi offrii nuovamente a lui. Prese tra le sue mani l’uccello e lo sprofondo nella
mia vagina che non fece alcuna difficoltà ad accoglierlo al suo interno, ero in un lago di umori
questa volta era lui che menava la danza a suo piacere lo infilava e lo estraeva in tutta la sua lun-
grezza per ritardare l’eiaculazione liberatoria, ansimava e sbavava, sentivo la sua saliva cadere
sul mio fondo schiena ed ero felice, poi preso da una foia e un desiderio irrefrenabile, mi chiese:
‘Vorrei venire nel tuo culo’ la cosa mi prese un po’ impreparata e glielo dissi: ‘Sai il mio culetto
è ancora vergine non l’ho mai dato a nessuno, anche se in molti me l’hanno chiesto con insisten-
za ma ho sempre rifiutato’ma sono talmente presa ed eccitata che non saprei negarti niente mio
padrone. Prese allora tre dita della sua mano le immerse nella passerina e le bagno del mio suc-
co bianco, estratte ancora grondanti le appoggiò al mio fondo schiena e cominciò dapprima ad
inserire un dito poi due e infine tre, non ebbe alcuna difficoltà e cominciò con un movimento ro-
tutorio ad allargarlo e a lubrificarlo, ero pronta prese il glande del suo cazzo e lo appoggiò al-
l’imboccatura del pertugio finora inviolato e fece dapprima entrare quello e poi piano il resto
il suo membro stava scivolando dentro di me senza problemi, sentii solo all’inizio un leggero
bruciore che fu sovrastato dal piacere, finchè sentii il suo ventre cozzare sul mio fondo schiena
capiii che era tutto dentro di me, avevo 30 cm di cazzo nell’intestino, ebbi quasi timore me lo aves-
se squarciato, ma non sentivo alcun dolore, perciò pericolo scongiurato, le mucose interne dello
sfintere si contraevano e si rilassavano intorno al suo membro, che per tutta risposta pulsava al-
l’impazzata, che sensazione piacevole ero tutta sua, avevo offerto così anche la mia ultima parte
del corpo quella più intima e fino ad allora inviolata, ma ero contenta , percepivo il suo orgasmo
salire sulla sommità del suo uccello;ritrasse il membro fuori completamente dal mio sederino per ritardare l’orgasmo incombente,attese qualche minuto e poi con un affondo lo rinfilò tutto in un sol colpo, lasciandomi senza fiato, cominciò ad accelerare sempre più, facendomi urlare a squarciagola,
ansimava e svavava su di me, mentre sentivo il suo membro che ingrossava sempre più dentro di me, era ormai prossimo all’eiaculazione, si tenne con le mani ai miei fianchi e con un ultimo grido
liberatorio unito al mio,scaricò un torrente di seme negli anfratti oscuri del mio intestino, dopodiché
si accasciò sul mio fondo schiena con il membro ancora immerso , stremato dalla fatica e dal piacere. Ripresosi sfilò il membro ormai flacido dal mio sedere, facendo così colare al suo esterno un mare di sperma che andò ad imbrattare ulteriormente le lenzuola del letto che lo erano già in precedenza dei miei succhi vaginali. Io ero ancora prona in ginocchio sul letto, in una condizione a
dir poco pietosa, il fondo schiena ricoperto di bava e sperma e le ginocchia che navigavano in un lago di seme gelatinoso,Roberto non lo era da meno, si abbassò su di me e con la lingua come un ca-
gnolino cominciò a leccarmi il buchino del culetto che ancora largo si contraeva dopo lo sforzo cui
era stato sottoposto, raccogliendo le ultime gocce di seme che ne sgorgava e dando di tanto in tanto
una lappata anche alla mi topina che era anch’essa fradicia di umori. Rivolgendosi a me disse sei
stata a dir poco favolosa ogni volta che stiamo insieme mi riservi sempre delle sorprese non finisci mai di stupirmi e io pensando tra me e me ‘ Ma tu non sai che sorpresa finale ti sto riservando’.
Fummo costretti a fare una doccia veloce insieme, una volta ricomposti e resi presentabili ce ne an-
dammo non prima di aver spento la videocamera che aveva ripreso ogni attimo delle nostre più in-
time effusioni amorose e recuperato il DVD medesimo, Roberto mi disse stasera lo guardo, una di queste sere ti faccio sapere com’è venuto OK io annui e mi riaccompagnò dopo avermi pagato con
100 Euro che misi tra l’incavo del seno e con la mano mi salutò mentre si allontanava. Poco dopo mi
raggiunse Francesco che questa volta era rimasto a bocca asciutta perché non aveva potuto vedere
niente ma un bel raspone se l’era fatto ugualmente origliando e sbirciando alle porte delle stanze delle coppiette che stavano scopando come noi.
Aspettai con impazienza che arrivasse il giorno seguente, mi piazzai al solito posto aspettai 5 ,10,20
minuti nel frattempo altri clienti si erano fermati perché volevano abbordarmi ma io avevo sempre
alzato il prezzo facendoli desistere a malincuore, finchè dopo circa un ora lo vidi finalmente arrivare
parcheggio la macchina al ciglio della strada, non era solo era accompagnato da una bella ragazza
con capelli lunghi castani,minigonna vertiginosa e camicetta nera scollacciata senza reggiseno,
scesero entrambi e rivolgendosi a me Roberto mi disse: ‘E’ tutta colpa sua se siamo arrivati in ritar-
do gli ci è voluto più di un ora a prepararsi ‘ scusaci ancora, questa sera ti ho portato questa mia amica e compagna di lavoro a cui questo pomeriggio ho fatto vedere il filmino amatoriale che abbia-
mo girato insieme ed ne è rimasta davvero entusiasta, è venuto davvero bene e vorrebbe fare l’amore
con te sai a lei piacciono le donne, io l’ho solo accompagnata, io farò solo da spettatore, salite in macchina disse: ‘Oggi vi porto a casa mia, la mamma per qualche giorno ancora sarà assente così la
possiamo utilizzare a nostro piacimento.’ Prima di partire con il cellulare avvisai Francesco che sta-
vamo andando a casa mia e che li gli avrei preparato uno spettacolino degno di lui, gli dissi di munirsi di binocolo e piazzarsi sul terrazzo della casa di fronte che è separata da un piccolo giardino,
insomma la distanza di circa una ventina di metri, la casa era accessibile poiché la porta d’ingresso aveva ancora la serratura rotta dopo che alcuni giorni prima i ladri l’avevano forzata ed erano andati
a rubare in alcuni appartamenti dove sapevano che i suoi inquilini erano assenti.
Troverò la scusa che c’è molto caldo e lascerò la finestra completamente spalancata e con le luci
accese così dall’alto avrai visione ampia della mia stanza da letto ed essendo l’edificio di fronte il
più alto di tutti potrai fare quello che ti pare indisturbato, anche metterti nudo.
Giungemmo alla casa ci fece accomodare e ci chiese se volevamo qualcosa da bere io dissi ‘Un bic-
chiere di acqua fresca, gassata se c’è grazie’ che mi portò subito, la ragazza bevve invece un martini con il ghiaccio, cercai di muovermi nella mia casa con un po’ di imbarazzo, accomodatevi disse
Roberto accompagnandoci verso la stanza da letto, questa è la camera da letto di mia madre, mi faceva un certo che, entrarvi con altre persone e da estranea, disse: ‘Se viene malauguratamente a
a sapere che porto in casa sua e soprattutto nella sua camera da letto degli estrai mi uccide’hai pro-
prio ragione pensai tra me, se fosse successo in una altra occasione lo avrei fatto davvero, scherzavo,
ovviamente in senso metaforico, comunque lo avrei redarguito severamente.’
Roberto prima di sedersi sulla mia poltroncina preferita fece davvero le cose con garbo tolse completamente il copriletto e mise sul letto una specie di tovaglia cerata che lo ricopriva per tutta
la sua grandezza e sopra vi pose degli asciugamani grandi da mare sapeva che una qualunque piccola macchia mi avrebbe insospettito. La ragazza che si chiamava Clara venne verso di me mi
si avvinghiò addosso e cominciòo un lento bacio con lingua in bocca, come inizio non era male, mi
sfilò la gonna mi tolse la camicetta e infine la biancheria intima che caddero a terra poi si rivolse a
me e mi disse’Spogliami tu adesso’ e feci altrettanto, restammo nude una di fronte all’altra lei
disse: ‘Che bel corpo che hai’ non come il tuo dissi: ‘Hai un fisico da modella ‘ e rivolgen-
domi a lei gli dissi ‘Come mai ti piacciono le donne ‘ se non vuoi rispondere sei padronissima
di non farlo non ti voglio costringere, no non ho nessun problema a risponderti non ho niente da
nascondere; e cominciò a raccontare: Da ragazzina avevo avuto dei fidanzatini, ci eravamo dati
dei bacetti e ci eravamo scambiati anche qualche palpatina sopra e qualche volta anche sotto i
vestiti ma non ceravamo mai spinti oltre. Ero delle ragazzine più ambite e carine dell’istituto
che frequentavo, fui bocciata un anno perché avevo studiato poco, mi piaceva di più uscire con
i ragazzi che studiare. Avevo messo la testa un po’ a posto perché volevo finalmente uscire da
quella benedetta scuola stavo frequentano l’ultimo anno il 5, quando un pomeriggio come tut-
gli altri mentre tornavo a casa con il mio zainetto a tracolla, un furgoncino tipo Ducato mi si
accostò, sentii la portiera del mezzo scorrere e due o più braccia mi afferrarono e mi trascinaro-
no al suo interno incominciai ad urlare ma una mano mi tappo subito la bocca e mi disse: ‘Ti
tolgo la mano, ma al primo urlo che fai ti sgozzo come una gallina’, al suo interno cerano circa
sei sette ragazzi tutti con il viso coperti, chi con passa montagna altri con una calza nera scura
tali da renderli irriconoscibili, dissi: ‘Starò zitta ma non fatemi del male ‘ faro tutto quelle che
volete vi prego. Mi condussero in un casolare abbandonato mezzo diroccato in mezzo alla cam-
pagna la prima casa vicina distava un chilometro e mezzo, mi dissero qui poi gridare fin che ti
pare, tanto non ti può sentire nessuno. Al suo interno era predisposta per fare le schifezze più
impensate, cerano membri finti vibratori di ogni tipo, mascherine nere, frustini di ogni genere,
scatole di preservativi, non cerano letti ma solo dei gran materassi buttati a terra in questa
grande stanza alcuni di essi erano macchiati di sperma ancora di fresco.
Mi dissero siediti li spingendomi verso uno di quei materassi a terra, ora faremo un bel gioco
ti benderemo il viso con una fascia nera ci metteremo tutti nudi davanti a te siamo in otto e tu
con le mani dovrai dapprima toccarci e poi fare un pompino ad ognuno di noi fino a farci venire
ovviamente in faccia alla fine se indovinerai chi ha resistito di più a venire, ti liberemo, ma sa-
pevo già che la prova era improba, feci otto pompini a occhi bendati a quei maledetti porci e ne
ricevetti otto sborrate in faccia, sentivo il loro seme colarmi lungo il viso ed il collo per cadere
poi sul mio piccolo seno da maggiorenne avevo da poco compiuto diciotto anni mi facevo veramente schifo, non mi diedero neppure della carta per asciugarmi il corpo, soprattutto il viso,
sentivo l’odore acre dello sperma che mi si era seccato a dosso con il passare delle ore ero tutto
in prurito, presa da un senso di nausea vomitai a terra. Dissero: ‘Brutta troia come ti sei permessa
adesso pulirai a terra subito capito !!!! Io risposi siii lo farò subito, ok così va bene, presero un
sacco di segatua e la gettarono a terra e con una scopa e con una paletta raccolsi il tutto e lo get-
tai in un saccheto delle spazzature e poi gettarono con una bottiglia dell’acqua a terra e mi dissero
e ora con lo straccio pulisci a terra, presa dallo schifo a momenti vomitavo ancora, riuscii a fati-
ca a trattenermi. Le ore trascorrevano e non riuscivo ancora a capire perché fossi li, la mia fami-
glia non era una famiglia facoltosa, non potevano di sicuro chiedere un riscatto, forse avevano sba-
gliato persona. Li sentivo parlare tra di loro solo di sesso, mai nessun cenno a riscatti o denaro.
Li sentii ingozzarsi di cibo e bere a iosa vino e birra, i rutti si sentivano in tutta la stanza, ma di
cibo neanche l’ombra. Uno si avvicino a me e mi disse sono stato fortunato abbiamo fatto la conta
e tocca a me scoparti, gli dissi:’ No non puoi farlo sono vergine; ei avete sentito abbiamo trovato una verginella, quale onore, mi disse perentorio:’ Succhiami il cazzo puttana, mi prese la testa con
forza e me lo schiaffo in bocca dai su succhia, una volta duro lo estrasse e mi disse stenditi su quel
materasso indicandomene uno tra i tanti a terra mi disse stenditi e allarga bene le gambe, implorai
‘No ti prego non farlo’ ma non ci fu niente che lo convinse neppure il mio pianto a dirotto, cercai
di stringere le gambe, mi arrivano in faccia due man rovesci, fai la schizzinosa, mi prese con forza
le gambe e le divarico e tenendosi con una mano la punta del glande lo poggio all’imboccatura del
mio fiore e con un movimento perentorio del bacino penetrò in me, sentii un dolore lancinante al
basso ventre e un rivolo di sangue bagnò il materasso, ei ragazzi era proprio vergine.!!!!!!
Lo sentivo ansimare sopra il corpo mentre mi stava scopando, poi disse girati ora avrai l’onore di
prenderlo anche nel culo, no dissi quello no, non potete farmi questo, mi girai in ginocchio e con
un colpo solo mi penetrò con quel coso duro nel mio povero sederino, mi fece un male atroce, il
sangue mentre pompava in quello stretto pertugio fuori usciva copioso, prossimo all’orgasmo
con urlo mi scaricò tutto il suo seme nell’intestino, il sangue continuava a fuori uscire, ragazzi
disse:’Ho paura di aver combinato un guaio, credo di aver esagerato un po’, la ragazza ha una for-
ter emorragia interna devo avergli lesionato dei capillari il sangue non si ferma, dobbiamo sbaraz-
zarcene subito prima che ci muoia qui. Mi caricarono a forza nel furgone così com’ero mezza nu-
da e a una velocità sfrenata dopo una decina di minuti con una spinta mi scaricarono a terra non so
dove e persi i sensi. Mi risvegliai in un letto d’ospedale dopo non so quanto tempo, una mano di
un’infermiera me la teneva stretta appena aprii gli occhi mi chiese: ‘Come ti senti ‘, risposi male
‘Sia fisicamente che moralmente’, quei porci depravati mi hanno usato e poi lasciata quasi ago-
nizzante in mezzo alla campagna, e sono stata pure fortunata perché se non fosse capitato quell’im-
previsto chissà quanti altri giorni mi avrebbero seviziato, mi avrebbero costretto forse a fare la
puttana per strada o magari mi avrebbero venduta a qualche emiro arabo. Sai devi ringraziare un
contadino del posto che ti ha trovato sul suo campo di frumento, visto l’urgenza della situazione
ti ha caricato sulla sua auto e ti ha portato qui lui in tutta velocità, suonando il classon all’impaz-
zata fin alle porte del pronto soccorso. Se avesse aspettato l’arrivo dell’ambulanza saresti morta
tra le sue braccia. Come potrò mai ringraziarlo, e qui fuori nel corridoio, vuoi che lo faccia entra-
re, e stato fuori fino adesso voleva sincerarsi che ti fossi ripresa, ma sicuramente, entrò era un signore sui 50 anni si chiamava Alberto mi chiese: ‘Signorina come si sente’ adesso meglio grazie, non so come ringraziarla e disse ero molto preoccupato per la sua salute, l’ho trovata esanime a ter-
ra pensavo in primo momento fosse morta, poi mi sono abbassato e oscultando il cuore con l’orec-
chio ho sentito che batteva e mi sono detto deograzias è viva, e poi come sa l’ho condotta qui.
Poi disse: ‘Posso darle un bacio signorina’ e risposi: ‘Certamente’ si abbasso su di me e mi die-
de un bacio sulla fronte’sai disse hai la stessa età di mia figlia Giovanna ma io non so neppure il
tuo nome mi chiamo Clara,: ‘Bel nome’ e salutandomi: ‘Quando starai bene vienimi a trovare,
mi farebbe davvero piacere, risposi,’Ci puoi scommettere’. Rimasi in ospedale per quasi due
settimane accudita da quella che era diventata ormai la mia infermiera personale, non vi ancora
detto il suo nome si chiama Fiorenza e ha 25 anni, mi coccolava e aveva un sacco di attenzioni per
me, a fine turno di notte non andava neppure a casa a dormire si sedeva nella poltrona vicina al
letto finchè una notte presa dal coraggio scostò le coperte del letto che mi coprivano e si vi infilò
sotto, risposi con voce flebile, ma che fai, ti voglio tenere stretta a me si avvinghio a me come una
sanguisuga, a quel contatto la sentii fremere dalla testa ai piedi, poi si scosto e disse: ‘Scusami non
dovevo’ e io ‘No continua sai mi stava piacendo’ rispose: ‘ Davvero’, questa volta però fu più intraprendente mi prese il viso tra le sue mani e cominciò a baciarmi la punta del naso, le labbra il lobo delle orecchie (neppure un ragazzo mi aveva mai baciato così bene), ero in estasi nel frattempo
con una mano mi aveva scostato le mutandine e piano paino con la mano aperta aveva iniziato a
massaggiarmi il monte di venere e di tanto intanto con il dito medio mi toccava quasi furtivamente
le labbra della mia topolina e il piccolo clitoride che era poco più su, sentendomi mugolare a quel
contatto si fece più audace e infilò le sue dita all’interno, ebbi un sobbalzo di sorpresa, si fermò per
un istante poi con la mia mano le presi il polso che era in mezzo alle mie cosce imprimendogli il
movimento che aveva interrotto, lei annui e continuò. Che dolce sensazione pervadeva il mio cor-
po, mi disse:’Aspetta, scese dal letto, chiuse la porta con la chiave, potrebbe entrare qualcuno al-
l’improvviso farsi trovare così assieme, avvinghiate sarebbe davvero imbarazzante e difficile da giustificare, tirò su completamente la coperta con le lenzuola e siaccovacciò sulle mie gambe distese
sul letto e disse:’Ti hanno fatto tanto male quei bruti’ adesso ci penso io a te, cominciò dapprima a baciarmi i piedi poi le gambe fino a salire sino all’inguine poi disse:’Alza il culetto bellissima ‘ co-sa che feci e con due dita mi sfilò le mutandine fino alle ginocchia, scese il capo tra le mie cosce e
con la lingua che saettava come quella di un serpente iniziò a leccarmi la patatina che sensazione su-
blime, dissi:’Che bello mi piace’ e lei: ‘Vuoi che continui’ siii non fermarti leccami tutta, fammi
godere voglio essere tutta tua, si fermo un istante e mi chiese ‘Te l’ha leccata mai nessuno la passe-
rina’ noooo mugolai nessun ragazzo, a maggior raggione nessuna ragazza noooo mugolai, di conse-
guenza non l’hai neanche mai leccata a nessuna ragazza noooo, su continua non farmi penare così
e continuando disse’:Ti piacerebbe leccare la mia fragolina morbida e dolce’ siiiiiiii daiiii, si girò
su stessa e mentre si girava si tolse il camice bianco e si sfilo le mutandine bianche e fece volare il
tutto a terra. Mi ritrovai la sua topina a pochi centimetri dalla bocca non sapevo che fare, visto un
po’ il mio impaccio disse’Fai quello che faccio io’ prese con le mani le mie gambe che erano piegate ad angolo e immerse il viso sulla mia patatina e ne aspiro il suo afrore, e io feci altrettanto
tenendo con le mani il suo culetto pieno e sodo, poi lasciandomi con le gambe completamente sco-
sciate senza più l’ausilio delle sue mani iniziò dapprima con un dito di una mano e due dell’altra a
stimolarmi dapprima l’esterno della vagina e poi l’interno e io da brava allieva feci altrettanto, gli
umori scendevano copiosi dai nostri fiori e fu allora che disse’Abbeveriamoci a queste fonti di
estrema delizia lei succhiò il mio nettare calando il capo, io invece allungai la lingua in su in tutta
la sua interezza e lasciai che il suo seme colasse su di essa, poi senza che mi dicesse niente le pro-
pinai una slinguazzata partendo dal basso fino all’alto che la fece sobbalzare e fremere sul letto.
Hai imparato presto mia allieva, e io dissi con un’insegnante così si impara bene e in fretta.
Io ero però incuriosita dal fatto per cui le piacessero le ragazze e le donne in genere e non i bei
ragazzi aitanti. Sai disse io vivo in una famiglia un po’ squinternata, un giorno mia madre men-
tre rincasava, becco mio padre in flagrante mentre stava trombando la mia migliore amica del
corso per infermiere professionali e lo cacciò d casa ma mia madre non fu da meno, un giorno
mentre tornavo dalla fine del turno di tirocinio da infermiera presso l’ospedale della mia città,
chiuso l’uscio di casa sentii dei mugolii delle urla inconfondibili di chi sta facendo sesso, pro-
venire dalla stanza da letto di mia mamma , si era portata sicuramente in camera un bel giova-
notto e si stava facendo scopare, beata lei, mi avvicinai alla porta e sentii distintamente queste
parole ‘Brutta puttana allora ti piaceva di più il cazzo di mio marito o ti piace di più la mia pas-
serina bagnata’ e come risposta senti una voce femminile dire, ‘La tua passerina’ cavolo dissi,
mia madre sta lesbicando con una donna mai me lo sarei aspettato. Aprii la porta di botto e vidi
la mia amica del cuore, Paola, sempre lei, mentre si stavano leccando la figa a vicenda, prese alla
sprovvista si alzarono di scatto cercando di ricomporsi un po’ alla meglio, e dissi:’Tu brutta troia
dai della puttana a Paola’ non ti vergogni di fare all’amore con una ragazza che ti potrebbe essere
figlia e per giunta con la stessa amica per cui hai cacciato papà di casa, ma questo è proprio il col-
mo. Chiusi sbattendo la porta,continuate pure, intanto questa casa è diventato un casino e me ne
andai nella mia stanza mi buttai sul letto e piansi a dirotto. Poco dopo insieme mi raggiunsero
mamma Luisa e Paola erano ancora in disabbie’ e mi dissero: ‘Cerca di capire cara, noi ci vo-
gliamo bene ci amiamo’ contente voi,tu non puoi immaginare quanto sia dolce e appagante l’amo-
re saffico;risposi ‘Non lo metto in dubbio’ nel frattempo una da una parte e una dall’altra avevano
cominciato piano a spogliarmi, ma che state facendo, mi tolsero dapprima le scarpe poi la gonna,
la camicetta e tutti gli indumenti intimi, rimasi completamente nuda, mia madre così nuda mi pre-
tra le sue braccia e mi portò nella sua camera da letto e mi mise nel mezzo del letto. E disse ora ti
faremo morire dal piacere, dissi: ‘Ma voi siete pazze’ che strane idee vi siete messe in testa.
Paola si piazzò con la sua topina sul mio viso e Luisa mia mamma tenendo le mie gambe che
scalciavano,cominciò a dar colpi di lingua sapienti sul mio clitoride e sulle labbra carnose della
mia patatina calda che non restarono indifferenti, sentii il sangue montarmi alla testa e la pas-
serina infracidirsi, no non poteva essere non ci volevo credere le due troie mi stavano facendo
davvero godere,il mio corpo fremeva alle leccate di mamma presa dalla libido, cominciai io
stessa a leccare la topolina di Paola la sentivo spingere ritmicamente il ventre verso il mio viso
sempre più veloce fino a che con un siiii continua cosiiiii dai che bello sei brava come tua ma-
dre, sto per venire a godoooooo e mi versò in bocca il suo godimento dal canto mio versai la
mia sbroda nella bocca di mamma, che bevve fino all’ultima goccia, dissi: ‘Sono stata brava
mamma’ sei stata superlativa d’ora in poi al diavolo gli uomini. E così dal quel giorno Paola
si è stabilita in casa con noi e ci siamo deliziati tutte e tre dell’amore saffico. Ora sono diploma-
ta e come vedi lavoro stabilmente in questo ospedale,mamma e Paola stanno ancora insieme,
ogni tanto le vado a trovare e non vi dico che cosa combiniamo assieme. Mentre io abito da so-
la in un mini appartamento, giunto il giorno delle mie dimissioni Fiorenza piangendo mi disse
Clara non mi lasciare, disse vuoi venire ad abitare insieme a me, lo so la casa non è un gran che ed è
piccolina e come risposta dissi non vedevo l’ora che me lo chiedessi, cosa aspettavi, la baciai
appassionatamente in bocca e accettai; tuttora viviamo insieme come una coppia sposata.
Alla fine di questo lungo racconto io e Roberto eravamo rimasti a bocca aperta senza parole
mai sentita una storia così intricata e incredibile al solo raccontarsi. Clara si avvicinò a me, mi
prese per la mano e mi accompagno verso il letto e su di esso mi fece sdraiare, poi anch’essa
si distese su di me e volse il suo bel culetto e la sua prugnetta sul mio viso e il suo sul mio fiore,
adesso ci siamo che faccio, mi dissi non ho mai fatto l’amore con una ragazza e per giunta così
attraente, Clara vide il mio imbarazzo trasparire e mi disse: ‘Fai quello che faccio io’ non ti
preoccupare, abbassò il capo e comincio a leccare la mia patatina morbida e con le dita sapienti
cominciò a sollecitare il grillettino che sotto la sua stimolazione era diventato duro come un pic-
colo pene, che sensazione piacevole ero tutta infervorata e il cuore mi batteva a 1000 nel petto,
si fermò e mi chiese:’Ti piace’ siiiiiiii com’è bello, vuoi che continui siiiiiii continua così,non
fermarti voglio godere tra le tue braccia,ora fai lo stesso con me, non avere timore lasciati trasportare dall’istinto primordiale,e dissi a me stessa, mi devo buttare a capofitto, senza pensarci, non sarà mica poi la fine del mondo leccare un bella fichetta, non sarà peggio di fare un pompino, l’ho fatto persino a mio figlio, allungai la lingua in su e cominciai a leccarla delicatamente e poi sempre più vigorosamente, il suo sederino sobbalzò sul mio viso,la sentii ansimare sommessamente, e disse: ‘Niente male per essere la prima volta’hai imparato bene e presto’ ora lasciati andare all’estasi del piacere. Nel frattempo Roberto non riuscendo a contenere l’eccitazione, vedendo le no-
stre evoluzioni sul lettone, si era sfilato i pantaloni e aveva cominciato a segarsi senza alcun ritegno
e senza vergogna davanti a noi. La stanza riecheggiava dei nostri gemiti di piacere, a cui si aggiun-
sero quelli di Roberto. Le nostre passerine sollecitate vicendevolmente a dovere stillavano di net-
tare dolce che entrambe provvedemmo a suggere con avidità , senza lasciarne neppure una goccia
sai mi disse Clara, con Fiorenza fu così anche per me la prima volta, ma poi presa dalla situazione
mi sciolsi come neve al sole,non riuscii più a frenarmi andai a briglia sciolta, facendo quello che il
mio istinto mi proponeva e fu il paradiso, i gemiti si fecero più sommessi e ravvicinati finchè con
un ultimo grido di piacere di noi donne stringemmo le gambe intorno ai capi immersi sulle nostre
topine raccogliendo l’ultimo orgasmo e Roberto anch’egli urlò il suo godimento zampillando a
terra tutta la sua essenza., noi ci accasciammo sul letto mentre Roberto ancora ansimante e stre-
mato stese le gambe avanti e appoggiò il capo indietro con gli occhi rivolti al cielo. Dopo un po’
si avvicinò al letto e ci accarezzò entrambe siete state davvero brave meglio di un filmino porno.
Incuriosito si avvicinò al comodino che era vicino al letto aprì il primo cassetto e rimase impietri-
to, al suo interno c’era un vibratore di 20 cm, un doppio fallo di circa 25 cm e per finire un membro
lungo e grosso di più di 30 cm, ‘Guarda guarda la troia con che cosa si sollazza’ la sorpresa era
stava davvero grande, ma la cosa non fini li aprì anche l’antina sottostante e li scoprì una svariata
serie di riviste pornografiche e DVD porno di ogni genere e specie, oramai il mio segreto era stato
svelato mai e poi mai avrebbe avuto il coraggio al mio presunto ritorno di rivelarmi quella scoperta e poi se anche se fosse stato come avrebbe giustificato la sua intrusione nella mia stanza e nelle mie cose più intime e personali. Poi facendo finta di niente dissi ironizzando: ‘Bella troia tua madre’ e Roberto, si è stato davvero un colpo basso non mi aspettavo che la mamma una personcina così di-
stinta e a bene fosse sotto sotto una gran zoccola. Poi presi per mano Clara e le dissi noi andiamo a
darci una rinfrescata in bagno, e li parlando sottovoce rivelai la mia identità a Clara e spiegai i mo-
tivi che mi avevano spinto a questo gesto, era davvero rimasta allibita e sconcerta non si aspettava
un finale così trilling e mi chise: ‘Ma come pensi di venirne fuori da questa situazione’ bella do-
manda non lo so, ‘Ti posso aiutare in qualche maniera’ , potrebbe darsi. Sentii Roberto che ci
chiamava e ci invitava a ritornare nella stanza, porcellino che sei ti è piaciuto guardarci mentre
ci carezzavamo e leccavamo le parti intime e lui siiiiiiiiii eravate bellissime ti piacerebbe veder-
ci ancora all’opera siiiiii mmmmmm sareste disposte a esibirvi ancora per me, se lo desideri tan-
to si, era ancora nudo e il suo cazzo all’idea si era rizzato in su, e noi eeeeeee maialino !!!!!!!!
Questa volta presi io l’iniziativa,questo spiazzò un po’ Clara che dopo la mia confessione pen-
sava mi sarei comportata diversamente nei suoi confronti, volli farle capire che il piacere che
mi aveva donato era stato reale non avevo finto gli orgasmi, che non ero così stronza, dissi a
a Roberto prendi quegli aggeggi che hai trovato nel cassetto del comodino mettili qui sul letto
disse:’Ma se mamma se ne accorge’ non ti preoccupare dopo li sterilizziamo e li rimettiamo al
loro posto dove li abbiamo trovati, vedrai non si accorgerà di nulla non temere, obbedì, poi con-
tinuando dissì: ‘Non c’è mica per caso anche qualcosa tipo un vasettino o un tubettino di vaseli-
na o simile la tua mamma ne deve far uso per forza per non farsi del male e provocarsi delle
fastidiose abrasioni vaginali e anali, io sapevo benissimo che cera, ecco l’ho trovato, capperi
avevi proprio ragione, porgimelo; tieni mi disse, grazie. Ora da brava studentessa mi rivolsi a
Clara, io eseguirò la lezione poi mi dirai se l’ho eseguita correttamente e mi darai il voto Ok.
Rispose ok, dissi: ‘Inginocchiati sul letto mettiti prona, puntellati con i gomiti disse: ‘Così’ fa-
cendomi vedere se la posizione era corretta’ si proprio così , dapprima presi il vibratore lo ac-
cesi lo leccai tutto, e mentre con una mano mi toccavo la micina, piano piano gli stimolavo la
fragolina, dentro e fuori la sua risposta fu un mmmmmmmmm di apprezzamento, gli sfilai il vibratore dal fiorellino gocciolava dei suoi umori lo leccai prima io poi glielo passai e gli dissi:
‘Senti come sono dolci i tuoi umori e lo lecco tutto,’ non avevo mai sentito il proprio sapore
era la prima volta, l’allieva aveva superato la maestra; disse:’Perché l’hai tolto stavo godendo
tanto sembrava un po’ delusa e imbronciata, allora presi il doppio fallo e gli dissi l’hai mai preso
contemporaneamente nella passerina e nel culetto, rispose: ‘No’ qualche volta da sola mi sono
trastullata la passerina con un cetriolo fino a godere ma niente di più, bene adesso sentirai che
sensazione si prova a essere penetrata contemporaneamente nei tuoi più intimi e segreti orifi-
zi da un doppio fallo vibrante, prima presi il vasetto di vaselina filante e lo spalmai per bene e
poi con due dita ne presi dell’altra ancora e la misi sul forellino del suo sederino, che aveva su-
bito quella bruttissima esperienza di violenza gratuita che l’aveva portata quasi sul baratro del-
la morte; mi disse:’Cara fai piano, sii dolce con me mi raccomando,da quando mi hanno ricu-
cito internamente dopo la violenza subita dandomi quasi una nuova verginità, non ho mai fatto
sesso anale ed ho paura di ricordare quel brutto momento e quel dolore lancinante che mi è ri-
masto impresso nella memoria, inoltre il mio culetto ha acquisito una maggiore sensibilità.
Non temere sarò delicatissima dissi:’Accessi il marchingegno che cominciò a vibrare nelle mie
mani lo appoggiai contemporaneamente sulla prugnetta e sul buchino del culetto e spingendo pia-
no piano cominciai l’introduzione simultanea la sentii irrigidirsi mentre era prona sul letto,
aaaaaaaa siiiiiii li sento entrambi entrare in me che strana sensazione, ho il culo e la vagina
pieni, sento un fremito che mi pervade dalla punta dei piedi alla testa, sono un tutta un brodo,
baciami tutta,nel frattempo avevo riacceso il vibratore e me l’ero cacciato tutto nella figa,
mi sono avvicinata a lei e le ho risucchiato la lingua come volessi risucchiargli l’anima ansimava
e si contorceva, gli asciugamani erano completamente intriso del nostro godimento, per fortuna che sotto c’era il panno cerato se no sarebbe stato proprio un vero guaio. E mentre il doppio fallo faceva il suo compito dentro Clara , preparavo la sorpresa finale il membro che io preferivo quando di notte presa dalla smania di essere penetrata lo ungevo tutto e poi come aveva detto mio figlio mi
sollazzavo da vera troia quell’aggeggio prima nelle figa e poi nel culo dopo averlo preventiva-
mente ben unto con la vaselina, poi con estremo disappunto di Clara le sfilai anche il doppio
fallo,ebbe un sussulto e imprecò no ridamello, abbi fede, ti ho mai deluso, risposi,presi il grosso
e lungo membro che avevo già preparato e cominciai a introdurlo nelle sua prugnetta, mentre lo
introducevo la sentivo mugolare aaaaa mmmmm siiiiii e ansimando quasi sensa un filo di voce
diceva, mamma mia com’è grosso non so se ce la faccio,dissi ‘Se ti fa troppo male te lo sfilo Ok’
ma continuava a scivolare al suo interno aaaaaaa che bello , mi stai facendo morire aaaaaa come
godoooooo e stato un crescere di piacere di volta in volta, cosa mi riservi desso disse:’No non dirmi che è quello che penso io’ siiiiii, ora te lo metto tutto nel culo,lo filai dalla vagina il membro era cosi intriso di umori che non cera neppure bisogno di ungerlo il suo di dietro era ancora bello dilatato e aperto e ancora pulsava per la recente penetrazione lo presi e lo introdussi tutto d’un fiato ebbe un sussulto, ma nessun grido dolore;aaaaaaaaa si lo sento tutto nel mio intestino che piacere e cominciai ad estrarlo e rinfilarlo,ti piace eeeeee siiiiii mi piace tanto sono la tua porcaaaaaa, allora ho eseguito bene la lezione iiiii per filo e per segno, hai superato la tua maestra, che voto mi dai dimmi. 10 e lo-de, guarda se potessi ti darei la laurea in arti amatorie, ti ringrazio tanto, mi lusinghi.
Nel frattempo Roberto, non credendo a quello che stava accadendo davanti ai suoi occhi, si stava
smanettando.Allora mi rivolsi a lui gli dissi dai vieni qui anche tu sul lettone non voglio che tu venga ancora da solo, vieni a prenderti anche tu il tuo dovuto compenso. Salii sul letto e si mise in
mezzo tra di noi e gli dissi’Dai aiutala a godere su ‘ prendi il membro e fallo andare su e giù vedrai che ti implorerà di leccarle prima il culo e poi la figa, ma non lo farà mai è lesbica, non ti preoccupare,lo farà,se lo dici tu, infatti dopo innumerevoli sussulti interni anali disse aaaaaaaaaaaaaa
vengoooooooo si estrasse il membro dall’ano dai su porco vuoi leccarmelo, dai lo so che stai morendodalla voglia brutto porco, depravato di un maschio, e lei, e tu cosa mi dai in cambio io ho solo il mio cazzo da offirirti allora disse:’:’Stenditi ora mi metto a 69 e poiché sono così arrapata ti concedo di leccarmi il culetto e poi la mia topolina, devo essere proprio pazza per chiederti questo, ma con un vero amico si può fare una strappo alla regola, dissi:’Cavolo avevi proprio ragione, sta sragionando, non è più in se’ avevo il suo bel culo a breve distanza lo afferrai con fermezza con le
mani e con la lingua cominciai a leccargli prima il buchino del sederino e poi la fighetta, che strana
sensazione sapere che stavo leccando il culetto e la passerina di una lesbica che non si era mai data a
nessun uomo, che enorme privilegio.Sentivo che il mio leccare stava facendo il suo effetto, siiiii leccamiiiii tutta siiiiiii succhiami il clitoride dai suuuuuu non farmi soffrire adesso ti accontento presi il suo grilletto tra i denti e lo strinsi siii bravo strizzalo bravoooo cosiiii fammi venireeeee, poi
lei afferrò con le mani il mio sesso e cominciò a segarmi, ma che fai, ti faccio godere, non sono mi-
ca un egoista,, si vede che sono inesperta in queste cose vero ma ci sto mettendo tutta la mia buona
volontà, poi chinò il capo afferrò il glande con le labbra, ebbi un fremito e iniziò a succhiarmi
l’uccello sai che per essere una lesbica sei davvero brava, ma dai mi disse non è vero si , si, non sto
scherzando su queste cose non scherzo mai, dai mi fai arrossire, il mio sesso era diventato duro tra le sue labbra e andava su e giù, ma davvero sono così brava, siiiiiii sei bravissimaaaaaaa e intanto continuavo a leccargli la prugnetta ma anche tu però non scherzi mica ohhhhhh comeeee belloooooo siiiiii che piacereeee sborrrooo e sentii un fiotto di nettare colpirmi la gola, cazzo avevo fatto godere una lesbica, incredibile, non ci credeva neppure lei. Ero anch’io ormai quasi giunto al capolinea e
dissi sto per venire mmmmm, ma continuava a succhiare, dai spostai mmmmm, insomma aveva ca-
pito o no !!!! al successivo mmmm cappii che era un assenso per venirle in bocca, aaasaa siiiii ven-
gooooo e gli scaricai un mare di lava calda nelle sue calde e accoglienti fauci e disse:’Buona e la ingoiò tutta’ sei stata superlativa ma anche tu però.Guardandoli mentre amoreggiavano io nel frattempo ero venuta minimo tre o quattro volte.Poi dissi vado in bagno, presi il telefono cellulare e chiamai il numero di telefono di casa, il telefono squillò e disse madonna chi sarà, disse fate silenzio, Roberto rispose, chi parla sono io mamma, gli chiesi come va li, tutto benne,si tutto bene, qualche problema, no no,sicuro, mi sembri un po’ titubante no è solo un po’ di stanchezza, senti io penso quasi sicuramente di essere di ritorno per sabato mattina, ormai la nonna si è ristabilita, mi raccomando fammi trovare la casa in ordine come l’ho lasciata ok, uscii dal bagno, dissi: ‘Chi era’era quella stronza di mia mamma che mi ha detto che torna venerdì,mi dissi grazie della stronza.
Ci ricomponemmo tutti e ripulimmo per bene la stanza, feci la lavatrice con tutti gli asciugamani in-
trisi di sperma e misi in ammollo nelle vasca da bagno il telo, poi presi i vari aggeggi che avevamo usato dapprima li lavai con il sapone lava mani per profumarli e poi li sterilizzai per ben con l’alcool
infine li riposi nel cassetto del mio comodino più o meno come erano stati trovati.
Poi riaccompagnò dapprima la sua amica Clara e poi me,ma prima di lasciarci, mi disse sai io avrei un desiderio da esporti non se tu sarai in grado o prima o poi ad esaudirlo, dai dimmi, mi piacerebbe fare una cosetta con te e altre due tue amiche pensi di riuscirci, devo sentire ti farò sapere se si può organizzare l’incontro e si allontanò, cazzo si è scordato di pagarmi. Nel frattempo si fermò vicino a me con la macchina Francesco, era mezzo inebetito, cazzo che spettacolo da non credere siete stati fantastici tutti e tre, mi sono spogliato completamente come mi avevi detto tu, infatti nessuno mi avrebbe potuto vedere, ho preso il binocolo e ho messo a fuoco e ho atteso, direi non molto, che ini-
ziaste,l’inquadratura era ottima mi sembrava di essere li in mezzo a voi e allungando la mano di po-
tervi toccare,non ho idea di quante volte sia venuto in cima a quel terrazzo, sta di fatto che la in cima
a terra c’è un enorme chiazza di sperma, allora brutto sporco guardone ti sei divertito eeeeeee si da
matti ti ringrazio tanto, se hai per caso qualche altro spettacolino in programma avvisami per tempo
mi raccomando. Salii nella sua auto e tornammo per l’ennesimo volta a casa una delle ultime sere
mi buttai sul letto vestita e tanta la stanchezza sia fisica che psicologica che mi addormentai di
schianto. Finalmente giunse l’agoniato sabato mattina del ritorno a casa, come niente bussai la por-
ta, Roberto mi venne ad aprire mamma ben tornata, come sta la nonna, dissi ‘Ora abbastanza bene’
feci finta di dare un’occhiata per vedere in che condizioni si presentava la casa e poi come ben sai
insieme a Roberto siamo andati a fare un po’ di scorta al supermercato dato che il frigorifero era
praticamente vuoto e li ci siamo incontrati.
Cosa ne pensi di questa storia Paolo sentirti e stato meglio che andare al cinema, ma dai non pren-
dermi in giro, ma dai stavo scherzando, dopo tutto una situazione meno intrigata della tua l’ho
avuta anch’io con mia figlia Adriana e la sua amica Rosi, ho soprattutto dei rapporti con la sua
amica Rosi, ma qualche volta le vado a trovare mentre lesbicano insieme e non mi rifiutano un
pompino in comunione facendosi sborrare in faccia sono davvero due troiette, haaaa e così an-
che tu ti sei macchiato di un rapporto incestuoso, ebbene sì, ma nessuno di noi se ne pentito.
Ma dai ritornando a noi, allora mi vuoi aiutare, ma scherzi, certo che ti aiuterò, se no a che cosa
servono gli amici. Pagai il conto del ristorante e riprendendo la strada di casa in macchina mi
chiese come pensi di aiutarmi, ci sto pensando e forse una mezza idea mi è balenata per la mente,
mi si è accesa come una lampadina. Parlando al ristorante mi hai detto che tuo figlio avrebbe palesato il desiderio di fare una cosetta con te e altre due ragazze, ricordo male, no è vero, ecco
stasera appena arrivo a casa racconto in breve la storia ad Adriana e Rosi e secondo me non avrò
alcuna difficoltà a convincerle ad immedesimarsi nella parte di due amiche puttanelle, sono tutte
due ben dotate e portate senza difficoltà ad interpretare la parte. Scusami Laura ma sono così in-
grifato che devo fermare l’auto ho il cazzo che mi scoppia, imboccai con l’auto un viottolo di cam-
pagna e spensi il motore, con tutti quei racconti mi sono eccitato da morire, e lei disse prendendo-
mi una mano e mettendosela sopra le mutandine, senti sono tutte bagnate, ciò vuol dire che mi sono
eccitata anch’io da morire, dai Paolo fammi assaggiare il tuo cazzo daiii su pensavo fossi rimasto
indifferente e che non avessi approfittato dell’occasione, tirai giù la lampo dei pantaloni e l’uccel-
scattò fuori come una molla, che bello duro ce l’hai è ancora bello tosto come lo ricordavo, si
chinò con il capo e cominciò a spompinarmi aaaaaa come sei brava come lo lecchiiii beneeeee
mmmm lo lecchi come una troia, alzò lo sguardo, e dissi:’Ma dai stavo scherzando non ti sarai
mica offesa’ e riprese a succhiare con più vigore cazooo come suchiiii beneeeeee, mmmmmm
nel frattempo la mia mano era rimasta serrata in mezzo alle sue gambe e insinuandomi ai lati del-
lo slip avevo cominciato a sditalinarla con maestria e mentre ogni tanto sia alzava a prender fia-
to la sentivo gemere di piacere, mmmm a siii continua sii mmmm mi fai impazzire e poi calava
la testa sul mio uccello, le dita della mano erano tutte impiastricciate del suo nettare che sgorgava
copioso dal suo fiore, e per non lasciare l’altra mano inoperosa le slacciai la camicetta e liberai
i suoi seni dalla morsa del reggiseno che esplose fuori in tutta sua magnificenza,con la lingua
leccai le sue grosse aureole scure sormontate al centro da prominenti capezzoli ormai diventati
duri per l’eccitazione, sentii qualche dentino infilarsi nella carne del membro, si alzò di scatto
scusa, scusa, ti ho fatto male non è successo niente di grave, sto per venire Laura non resisto più
gridai siiiiiii godooooo e le versai il mio sperma in bocca e avidamente lo ingurgitò tutto, e le
chiesi com’era? Buonissimo caro degno di te, poi spostai indietro il suo sedile mi acquattai davan-

ti a lei le sfilai gli slippini che erano completamente fradici e le allargai le gambe e cominciai
a leccarle il monte di venere poi il grilletto e tutta la prugnetta ad ogni leccata sobbalzava sul
sedile e l’auto ondeggiava haaaaaa maialino ti piace leccarmi la patatina e io siii mi piaceee
la trovi bella? Si bella carnosa e lei, daiii continua siiii cosiiii sto per venireeee aaaaaaaaa e
un mare del suo nettare mi irrorò il palato, le dissi ‘E stato davvero bello Laura’anche per
me Paolo, Laura mi disse:’Che ne diresti di incontrarci un’altra volta con più calma e pen-
sare solo a noi stessi, ma certamente ne sarei ben lieto, non vorrei perderti un’altra volta,
ci ricomponemmo e la riportai nel parcheggio doveva aveva lasciato la macchina e prima di
partire, aprii tutto il finestrino e mi disse vieni, avvicinai il capo e mi baciò con la sua boc-
ca sensuale mi succhiò la lingua con passione e io feci altrettanto, poi partendo mi disse mi
raccomando aspetto con ansia una tua telefonata il mio numero ce l’hai e si allontano, che
giornata memorabile.

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