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Il mio nome è Gianni, e sono un ragazzo di 16 anni con un problema grosso, considerato da molti un dono.
Quando scrivo “grosso”, intendo nel vero senso della parola: soffro di un…chiamiamolo “disturbo” definito GASP (ovvero, sindrome da Genitali Abnormi e SovraProporzionati).
Viene chiamato anche macrofalosomia, e ne “soffriva” niente po’ po’ di meno che Napoleone ed alcune note porno star maschili (ovviamente).
Per cui, a causa o grazie a tale patologia, mi ritrovo con un pene enorme (circa 27 cm di lunghezza e largo 18), un fungo porcino come cappella e palle da tennis al posto dei coglioni, nonché una iperproduzione di sperma (il che mi consente, grazie anche al fatto che son multiorgasmico, di emettere una massiccia quantità di sperma per più volte di seguito (finora il mio record è di 7 volte in 15 minuti di masturbazione) per più volte al giorno (in genere 3 o 4).
Ho già scritto che soffro anche di priapismo? E che soffro di satiriasi? No? Ebbene, aggiungete anche questi all’equazione! Ed ecco a voi un ragazzo ancora in piena pubertà, sempre arrapato e con una terza gamba!
Ciò che non aiuta e che rende problematico ciò che in molti reputerebbero un dono divino ed un privilegio è la mia timidezza, la ferrea e bigotta casta educazione dei miei genitori (ferventi cristiani praticanti) e la continua presenza e visione di corpi femminili in casa (mia madre, le mie 2 sorelle gemelle e varie parenti ed amiche della chiesa spesso ospiti).
Ho sempre pensato che prima o poi sarei esploso…ed è ciò che avvenne una sera!
Ma prima di raccontarvi la vicenda, vi descrivo meglio i protagonisti del racconto.
Partiamo da me: ebbene, oltre ad un cazzo e a delle palle enormi, ho altro…come un volto e delle emozioni…
A parte gli scherzi, sono alto 180 cm con un fisico asciutto e longilineo, nonostante le schifezze o porcherie che mangio (come direbbe mia madre).
Sono castano, compresa la peluria che ha cominciato ad invadere il mio corpo e il mio viso (barbetta adolescenziale) fino a poco fa ancora imberbi.
Data la continua manipolazione e il continuo sfregamento dei miei genitali (mi masturbo dall’età di 13 anni parecchie volte al giorno), ho cominciato a raderli col Silk Epil di mia madre, lo stesso che lei usa per definire la peluria della sua micia: devo dire che al solo pensiero che tracce dei miei coglioni e del mio cazzo rimangano sul corpo e sulla figa di mia madre, mi eccito ogniqualvolta mi depilo lo scroto. Ultimamente ho incluso anche le natiche e il contorno anale: chissà se si è mai accorta del forte odore che emanava la testina? Eh eh eh!

A proposito di mia madre, ve la descrivo:
si chiama Maria, ha 38 anni, castana e formosa, con la sua 6° di seno ed alta 170 cm.
Ha i capelli lunghi e mossi ed una pelle dorata, costantemente abbronzata.
Ricorda molto la pornostar Sensual Jane.

Le mie 2 sorelle, Anna e Sara, necessitano di una sola presentazione in quanto, come già anticipato, gemelle: more e con occhi verdi, sono delle fanatiche dell’abbronzatura (mantenuta anche d’inverno grazie alle costanti lampade), sono rotondette nei punti giusti e già sviluppate in tutto e per tutto, considerando la loro età di 17 (ancora per pochi giorni, dato che raggiungeranno la maggiore età e me lo faranno pesare).
Stessa taglia di seno materno, stessa altezza e un bel culone african style, ma guai a prenderle per il culo per il loro culo, o ti faranno il culo…eheheh!
Per figurarvele, pensate alla pornostar Payton Preslee.
E poi viene mio padre, Bruno, il donatore dei geni che mi han reso “speciale”.
Un omone peloso di 190 cm con pancia pronunciata, ma comunque molto muscoloso grazie al lavoro di muratore/carpentiere.
Noi tutti lo chiamiamo affettuosamente “Mr Bear”.

Il primo episodio scatenante, che ha dato il via al parossismo assoluto è avvenuto una sera in bagno con mia madre.
Il secondo, ma il più importante anche per estensione, la sera del diciottesimo compleanno delle mie sorelle.

Ma partiamo con ordine, col primo episodio.

Mi ero alzato in piena notte per andare a pisciare nel bagnetto dei miei, dato che era il più vicino; e siccome ero in piena erezione (avevo appena fatto un sogno erotico che vedeva protagoniste mia madre e le mie sorelle nel ricevimento a scuola insegnanti-genitori), non potevo centrare il water.
Così provvidi a segarmi per calmare il mio pitone.
Proprio all’acme della sega, la porta si aprì e, girandomi di scatto, partì una mitragliata di sperma verso mia madre, paralizzata davanti alla porta.
Fu centrata in pieno petto, collo e piedi.
Ed è ciò che fece scattare la scintilla! Scoprii allora che il mio sperma aveva una potentissima carica afrodisiaca che rendeva molto suscettibili e succubi coloro che lo annusavano e/o toccavano e e/o inghiottivano.
Mi accorsi che indossava solo una vestaglietta di seta ed era scalza.
Mi accorsi che nell’arco di circa 30 secondi il potere afrodisiaco del mio sperma cominciò ad abbattere le pudiche difese morali costruite in oltre 30 anni di bigottismo cattolico e famigliare.
Mi accorsi che con una fulminea mossa si slacciò la vestaglia e la fece cadere per terra.
Mi accorsi che sotto (per via del caldo opprimente di quest’estate e del condizionatore rotto) non indossava nulla.
Scoprii per la prima volta il sesso (peloso e cespuglioso) di mia madre e le sue fattezze finora celate, come il suo abbondante seno e il suo burroso culo.
E scoprii per la prima volta quanto poteva essere troia mia madre, se solo “incentivata”!
Adesso ero io in piedi e paralizzato, mentre mia madre cominciò a spalmarsi lo sperma posatosi sul petto sulla sua 6° di seno, soffermandosi sui capezzoli, anzi, capezzoloni: un’ areola mammaria scura e larga e una notevole protuberanza, quasi fosse un pollice che dà l’ok alla perversa manipolazione dello stesso o un cazzetto che vuole essere segato in cambio di latte, anziché di sperma.
Nel far questo, continuava a guardarmi fisso negli occhi con bramosia, passandosi ogni tanto la lingua lungo le sue perfette labbra.
Poi prese lo sperma finito sul collo e si portò le dita in bocca, cominciando a ciucciarsele con gusto: prima una, poi 2 ed infine forzando l’intera mano nella sua larga bocca emettendo perversi rumori di rigurgito e conati di vomito.
Io persi forza alle gambe, così piombai seduto sul water, ancora incredulo su quanto stesse avvenendo, tanto che mi diedi qualche schiaffo per capire se fossi desto o nel mezzo di un sogno.
Mia madre, intanto, spostò lo sguardo sul mio cazzone inalberato e, mettendosi a quattro zampe, prese a camminare come una cagna verso di me, passandosi nuovamente la lingua fra le labbra e cominciando a sbavare con lingua penzoloni, appunto come una cagna in calore.
Attese ad un passo da me, forze in attesa di una mia mossa o di un mio comando.
Fece un altro passo, arrivando a pochi centimetri dal mio cazzo: potevo sentire il calore del suo fiato.
Nel fare l’ultimo passo, un piede le slittò, e si accorse che dello sperma si era depositato abbondantemente sui suoi piedi.
Così, guardandomi con aria di sfida, si mise seduta di fronte a me e cominciò a ciucciarsi prima uno e poi l’altro piede.
Non contenta, si infilò interamente prima uno e poi l’altro piede in bocca, avendo gli stessi effetti corporei e sonori di quando lo fece con la mano.
Infine unì i 2 piedi congiungendoli ed inserendoli entrambi in bocca, mostrando anche la sua snodabilità.
Nell’aria si respirava un forte odore di umori maschili e femminili, nonché un’atmosfera carica di sessualità.
Così presi a masturbarmi godendomi lo spettacolo che mia madre stava concedendomi.
Ad un certo punto, appoggiandosi sui gomiti, stese leggermente le gambe e posò entrambi i piedi ancora bagnati della sua saliva e del mio sperma sul mio cazzo.
Prese prima a struciarli per tutta la sua lunghezza, ora accarezzando la cappella, ora i testicoli.
Poi, facendo presa su entrambi i lati del mio cazzo, cominciò a segarmelo.
Avere un paio di piedi ben curati e smaltati (di rosso) che ti segano, per di più materni, è meraviglioso, tanto che non ce la feci a resistere oltre il paio di minuti.
“Oh, sì…schizzami di nuovo su tutto il corpo” mi disse ansimando mia madre, cacciando poi fuori la lingua bavosa in attesa che qualche schizzo le si posasse sopra.
“Vengo, lurida cagna!” la apostrofai offensivamente.
Sborrai su tutto il suo corpo: piedi, gambe, figa (ben esposta), il ventre, il seno e la faccia.
Nuovamente prese a spalmarsela tutta ossessivamente: pareva tarantolata.
Tale spettacolo mi fece andare il sangue alla testa e al cazzo, così, ancora in piena erezione, mi alzai sovrastandola in tutto il mio metro e 80, la presi per capelli sollevandola quel tanto da portarla col viso sul mio cazzo, e cominciai a schiaffeggiarla con lo stesso.
“Tira fuori la lingua, troia!” e così fece, pienamente sottomessa.
Presi a sbatterglielo anche sulla lingua, per poi cacciarglielo dentro, nonostante la lingua ancora fuori dalla bocca.
Menomale che aveva una bella bocca larga da pompinara consumata (me l’aveva dimostrato poc’anzi infilandosi una mano), altrimenti l’avrei uccisa, eheheh!
Lacrime, bava e bile cominciarono a scorrerle abbondantemente, irrorandole anche il seno, la pancia e i peli della figona infiammata, figa che prese a masturbarsi a velocità supersonica, tirandosi e strappandosi, ognitanto, peli dell’abbondante foresta nera!
In bagno era tutto un gorgoglio “gagaga” e sciacquettio per via del bocchino e masturbazione selvaggi.
Questo mi mandò ancora più in “bestia”, e mi portò a riprenderla per capelli e, circondandole la gola col mio lungo cazzo, a strozzarla.
Poi, dato che emetteva singulti troppo rumorosi, lo usai come bavaglio per tutta la lunghezza orizzontale della bocca.
Ormai stanco e al culmine, la spinsi con un piede facendola distendere supina, mi adagiai seduto sul suo petto e seno e palle e cazzo ad altezza viso, e mi strusciai avanti e indietro sulla sua faccia, facendola alle volte finire anche il mio buco di culo.
Poi, tenendo una mano sulla gola e facendola diventare paonazza, le scaricai una smisurata quantità di sborra in faccia.
Sembrava non finire mai, così glielo infilai in bocca per farle scendere direttamente nell’esofago il prezioso liquido.
“Mmm, sì…ancora…ne voglio ancora! Ti prego…” continuava a ripetere in trance.
Così, dato che in principio ero venuto in bagno per un motivo ancora non soddisfatto, la ripresi per l’ennesima volta per i capelli e la trascinai verso il cesso.
Una volta posata la testa all’interno, le pisciai un litro di urina, che in parte bevve saettando e mulinando la lingua come una cagna che si abbevera, e in parte le fece lo shampoo ai suoi lunghi e stressati (per i continui tiraggi) capelli.
Io caddi esausto in ginocchio di fronte a mia madre per riprendere fiato, mentre mia madre se la stava menando di brutto: con 4 dita a taglio avanti e indietro all’interno della profonda e bagnata caverna, e con l’altra mano a strofinare velocemente il clitoride irto ed infiammato.
Venne con uno schizzo imperioso che mi colpì in pieno volto.
Assaggiai per la prima volta il miele di una donna, grazie all’impetuoso squirting di mia madre, e mi piacque da matti!
Il bagno era un macello! Mia madre pure!
Così andai di corsa a prendere un mocio per rimediare al disastro.
Quando rientrai in bagno, mia madre dormiva profondamente distesa sui vari liquami e con un sorriso sulle labbra!

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