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Racconti erotici sull'Incesto

Storia d’amore e d’incesto (I)

By 30 Dicembre 2021No Comments

Questa è una storia (vera) incestuosa nata come un’aberrazione ma che è divenuta una storia d’amore e va avanti da anni. Sono figlio unico di un imprenditore del Nord Est di 48 anni che può vantare un’azienda con oltre duecento operai, un fatturato con sei zeri e numerose amanti perché è bello e soprattutto ricco. Mia madre si chiama Carmen, ha 47 anni ed è una bellissima donna matura. È originaria del sud America e mio padre l’ha conosciuta vent’anni fa durante un viaggio di lavoro a Caracas.

Lui è un ricco viziato che pensa solo a soddisfare i propri desideri, quando vede una cosa che gli piace la vuole a tutti i costi e non si arrende fino a quando non la ottiene. Così ha fatto con mia madre. Lei faceva la ragazza immagine nelle discoteche e la modella, lui l’ha incontrata durante una festa, se ne è innamorato e l’ha corteggiata fino a conquistarla, l’ha sposata e portata in Italia.

Quello stronzo però si è annoiato presto di lei e l’ha messa da parte per dedicarsi alle successive conquiste, tutte belle ragazze che assumeva come segretarie e finivano col diventare sue amanti. Mia madre ci ha sofferto molto perché era innamorata persa di lui e vedendosi declassata ha perso fiducia in sé stessa, nonostante sia ancora una bella donna molto appetibile si è sentita come una sfigata finendo per credersi una buona a nulla e valere ben poco.

“Sei stata buona solo a darmi un figlio, un erede a cui passare la mia ricchezza, per il resto non vali niente.” Le diceva sempre lui quando litigavano, cosa che succedeva di continuo, tutte le sere, fino a che non hanno divorziato.

Io sono cresciuto vedendo di mia madre solo gli aspetti negativi che mio padre sottolineava sempre e non perdevo occasione per mostrarle quanto fossi deluso da lei, questo la deprimeva oltremodo perché dopo il fallimento con mio padre ha riversato su di me tutto l’affetto e l’attaccamento di cui è capace. Ha pensato che riuscendo come madre si sarebbe riscattata dal fallimento come moglie e grazie ai soldi per il mantenimento, che le spettavano da mio padre, mi riempiva di regali e tollerava ogni mio capriccio.

Fin dall’elementari ero l’unico che potevo vantarmi di avere tutti i giochi che gli altri bambini potevano solo desiderare. Ero il più invidiato della scuola e tutti i miei compagni venivano a casa per giocare ai miei videogames. A mia madre faceva piacere perché mi vedeva contento e intanto lei si dedicava un po’ troppo al bere per affogare il suo senso di donna fallita, per dimostrare che poteva essere in grado provvedere a se stessa e a me ha anche provato diversi lavori, cameriera, commessa in vari negozi, segretaria, tutti lavori che la costringevano a dover sottostare a uomini che, puntualmente, finivano col molestarla, palparla e farla scappare via. Alla fine ci ha rinunciato, dimostrandosi capace solo di spendere i soldi dell’ex marito.

Gli anni sono passati e quando ho iniziato le superiori ho notato che i miei compagni non venivano più per giocare con me ma per guardare mia madre ed eccitarsi, visto che lei mette sempre vestiti aderenti, gonne corte, maglie scollate; tutti abiti normali, nulla di appariscente né provocante, però su di lei che ha un corpo sensuale e arrapante fanno un certo effetto ed è impossibile non guardarla e fare pensieri indecenti.

Anche io intorno ai 10 anni ho iniziato a notarla e soffermarmi di più sul suo aspetto fisico, ho iniziato a masturbarmi e sempre più prepotentemente è diventata lei la protagonista delle mie fantasie sessuali. All’età in cui i ragazzi hanno le prime fidanzatine o si mettono a corteggiare le studentesse io non frequentavo nessuna e restavo sempre in disparte. Ero molto timido ma soprattutto non sentivo la necessità di andare appresso alle ragazze, perché la mia bella procace mamma sudamericana dominava le mie fantasie e le voglie sessuali.

Col tempo l’interesse per i videogames è scemato mentre il mio pensiero fisso era il sesso, la mia occupazione preferita era passare le giornate guardando i porno su internet e sbirciare mamma dal buco della serratura smanettandomi l’uccello. Dal canto suo lei, ormai orfana dell’amore di mio padre, si era attaccata ancora più a me e nel tentativo di voler fare il genitore sempre presente aveva preso l’abitudine di passare i pomeriggi e le serate davanti ai videogiochi con me, cosa che io accettavo volentieri perché potevo guardarle le tette attraverso la scollatura, e le cosce attraverso lo spacco delle vestaglie.

Una cosa che ho scoperto eccitarmi molto era il rimproverarla e farla sentire una fallita, come avevo sempre visto fare da mio padre. Mia madre ha sempre avuto un carattere remissivo, un’indole da sottomessa; sia per via di mio nonno che di mio padre che hanno entrambi un carattere forte e dominante. Così, quando giochiamo alla playstation, io le faccio credere di arrabbiarmi davvero ogni volta che per colpa sua perdiamo una partita.

“Cazzo mamma sei una frana, mi deludi sempre! Ha ragione papà, sei una fallita!”

Quando la tratto così mi eccito nel vederle un velo di tristezza e mortificazione disegnarsi sul suo volto.

“Mamma ti perdono,” le dico dopo averla maltrattata, “Però la prossima volta devi impegnarti di più.” E lei si impegna così tanto per non deludermi che per giorni e giorni, quando sono rientrato da scuola, l’ho trovata davanti alla consolle tutta presa a studiare il videogioco con cui passavamo la serata.

Mi piace quando mi offre queste occasioni; mi dà la scusa per abbracciarla e sentire le sue morbide forme. Mi piace quando avvicino la faccia alla sua per scambiarci degli innocenti baci e sento il suo fiato che sa di alcool, l’eccitazione allora mi rende più intraprendente e faccio in modo che senta la mia erezione premerle oscenamente sul pube poi ci mettiamo sul divano e, per tutta la serata, faccio in modo che il gonfiore dei miei pantaloni le stia sott’occhio.

La sera in cui abbiamo finito un videogame, sconfiggendo il temibile mostro dell’ultimo livello, l’ho abbracciata e ne ho approfittato per affondare le mani sulle sue chiappe strette nei jeans elastici. Fingendo entusiasmo per aver vinto a un gioco, di cui invece non mi importava una sega, ho palpato mamma come un arrapato e lei se ne è accorta ma era così felice di aver contribuito alla vittoria che si è limitata a riderci sopra.

Più il tempo passa e più io e mamma cementifichiamo il nostro legame, lei diventa la mia migliore amica e una vera compagnia di giochi da adolescente. Smetto di frequentare gli amici, mentre di ragazze nemmeno se ne parla anche se lei un paio di volte ha toccato l’argomento. Mi ha chiesto perché non ho una ragazza, visto che sono nell’età giusta, io ho fatto il vago e ho risposto che non mi interessa averne, allora lei ha insistito, voleva sondare la mia psiche per capire perché questo mio rifiuto e ha detto che guardare di continuo i porno non era una buona soluzione, era in vena di una paternale ma quando mi sono alterato, rispondendole seccato che non erano cazzi suoi, si è subito zittita chiedendomi scusa e chinando la testa, vederla così remissiva e timorosa mi ha fatto tenerezza ma allo stesso tempo ho sentito uno spasmo tra le gambe, l’idea di esercitare potere su una bella donna mi ha eccitato…

Continua

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