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Racconti erotici sull'Incesto

Storie di famiglia

By 27 Giugno 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

La suocera

Dopo il matrimonio di Lino con Camilla, pochi mesi dopo la nascita loro primo figlio, la mamma di lei ovvero suocera di lui, Sofia, era rimasta vedova quindi inevitabilmente i rapporti tra di loro si infittirono con una frequentazione praticamente quotidiana, specialmente nei mesi estivi. Infatti, per far passare al loro bambino appena nato il mese d’agosto al fresco nella villa di famiglia in montagna, Lino e Camilla alternarono le loro ferie, facendone metà mese ciascuno, uno in ferie al fresco con pupo e suocera mentre l’altro andava al lavoro, vita da pendolare dal fresco della montagna alla città accaldata.
La frequentazione quotidiana fece conoscere a Lino ancor meglio la suocera da ogni punto di vista lasciandogli intuire che creatura incantevole dovesse essere stata da giovane se ancora oggi (siamo nel 1995) a cinquantanni suonati era una così bella donna, una che continuava a sprigionare fascino ed eros. Questo giudizio – purtroppo – era in parte viziato dal fatto che da un anno, cioè dopo la nascita del figlio, per vari problemi di sua moglie Camilla, la coppia non aveva ancora ripreso una regolare attività sessuale e quindii Lino era continuamente arrapato.
Questo cronico bisogno di sesso lo spingeva ad occhieggiare Sofia quando l’accappatoio lasciava intravedere un po’ delle sue abbondanti tette oppure le sue cosce carnose, a sbirciare mentre lei faceva il riposino pomeridiano discinta sul letto, ad apprezzarla quando al lago metteva il bikini più stretto.
Una mattina Lino si svegliò con dei forti dolori intestinali, preso dalla urgenza si precipitò in bagno aprendo di scatto la porta senza preoccuparsi di nulla e si trovò inaspettatamente davanti Sofia sotto la doccia con la tenda solo parzialmente tirata. Gli apparve così lo spettacolo di una chiappa burrosa della suocera poi, quando lei si girò sorpresa per quella intrusione lo deliziò mostrando una voluminosa tetta e un gran capezzolo indurito dall’acqua. La conseguenza inevitabile per Lino fu che, una volta rimasto solo al bagno e risolta l’urgenza, si dovette sparare immediatamente una piacevolissima sega!
Dopo Ferragosto avvenne il cambio dei turni delle ferie tra i due coniugi, quindi toccò a Camilla fare la pendolare verso il lavoro e a Lino starsene in ferie: relax, libri, tennis, pupo e ‘ suocera. Tra suocera e genero intanto era molto cresciuta una serena familiarità e persino una certa intimità.
Lui apprezzava sempre più quella vicinanza a partire dalla rilassata colazione insieme in giardino con lei che sorbiva lentamente il suo te in accappatoio, la cui cinta ogni giorno si allentava un po’ di più lasciandogli intravedere sempre più carne. Lino aspettava anche con impazienza il momento in cui lei gli chiedeva di spalmarle la crema solare sulla schiena col top del bikini slacciato, si deliziava a guardarla in sottoveste mentre faceva il sonnellino pomeridiano, apprezzava il contatto dei loro corpi quando allegramente si mettevano a cucinare insieme.
Lui sapeva con certezza che lei fingeva di non accorgersi ma in realtà lo lasciava sbirciare volentieri offrendogli ogni giorno panorami del suo corpo sempre più hot oltre a concedergli a contatti tra i corpi più intensi ed abbracci sempre più ‘affettuosi’. Anche i loro discorsi si facevano ogni giorno più intimi, lei arrivò a confessargli che sapeva bene dei problemi sessuali tra lui e la moglie, capiva quanto era dura l’astinenza avendola provata anche lei ‘ e ancora oggi lei sentiva molto la mancanza di rapporti sessuali con un uomo… Poi Sofia concluse quel discorso un po’ imbarazzante, con parole che suonavano ambigue, spiegandogli a bassa voce che lei avrebbe cercato di fare quanto era possibile per alleviare il suo bisogno di sesso e per questo si doveva fidare di una donna vissuta e di esperienza come lei.
Dopo pranzo era per Lino il momento più bello, solitamente Sofia, dopo aver sparecchiato, se ne andava in camera sua, addormentava il bambino quindi si preparava per il suo sonnellino mettendosi comoda ovvero spogliandosi fino a restare solo con gli slip e una sottovestina leggera. Sofia aveva preso l’abitudine di lasciare socchiusa la porta della sua camera col pretesto di far passare un po’ di brezza ‘ ma anche per lasciar sbirciare a Lino le sue cosce, le chiappe o i turgidi capezzoli. Lei oramai sapeva bene dell’interesse erotico di Lino per lei che lo portava anche a spiarla e, avendo capito che lui era molto interessato al suo corpo formoso, giocava a lasciargli intravedere ogni giorno un po’ di più, a stimolarlo ma senza eccedere.
Lino anche quel dopo pranzo, appena bevuto il suo solito caffè, andò in camera sua per la pennichella, passando in corridoio come al solito sbirciò un paio di minuti il corpo della suocera appisolata sul letto eccitandosi a puntino, poi raggiunta la propria camera si sistemò comodo sul suo letto a sfogliare uno di quei vecchi Playboy che aveva scovato in fondo all’ armadio. Mentre si faceva una bella sega in santa pace guardando le giovani tettone sulla rivista vintage degli anni ’70, immaginava sua suocera giovane con due tette sode e un culo da sballo come la playmate del poster di Playboy e seguendo quel conturbante pensiero si lasciava andare al piacere fino a sborrare.
Anche i giorni successivi continuarono agli stessi ritmi con Lino e la suocera sempre più affiatati, con lei che gongolava per le sue continue attenzioni oppure quando li scambiavano per marito e moglie. Lei lo ringraziava a modo suo per queste dimostrazioni di affetto mostrandogli un po’ più di tette dall’accapatoio o salendo le scale davanti a lui con quel vestitino corto, permettendogli di sbirciare le sue mutandine di volta in volta più osè fino a divenire solo un filo interdentale che valorizzava le sue chiappe esagerate.
Ma quando, un paio di giorni dopo, Lino tornò prima della pennichella a cercare i vecchi Playboy nell’armadio scoprì che tutto lo scatolone era sparito ma, mentre continuava a cercare, la suocera in sottoveste si affacciò sulla porta della camera :
‘Cercavi questi forse?’ disse mostrandogli alcuni dei vecchi Playboy.
Lino imbarazzatissimo le chiese:
‘Ma dove erano finiti? Stavano qui dentro l’armadio’
‘Ieri dopo averli ‘ ehm ‘diciamo così… sfogliati’ te li sei scordati sotto al letto e meno male che li ho trovati io e non tua moglie, così li ho messi al sicuro in camera mia, ma quando li vuoi basta che vieni a prenderli’ Intanto lei si avvicinò con un sorriso complice e proseguì:
‘Tu non sai quanto ci tengo a quella raccolta dei primi 3 anni di Playboy, quei giornali sono stati importanti per tenere uniti me e mio marito! Una medicina miracolosa che tanti anni fa ha risolto i nostri problemi di coppia e ripristinato tra noi una buona intesa sessuale ‘
‘ Chissà che storia ci sarà mai dietro a quelle riviste, mi fai diventare curioso, dai racconta’
Lei sospirò, si mise a sedere accanto a lui sul letto e cominciò a raccontargli che all’età di 19 anni lei era la più bella del suo paese, che poi aveva sposato ancora vergine la buonanima di suo marito, un funzionario della Provincia che l’aveva chiesta in sposa a suo padre. Gli parlò dei primi anni del loro matrimonio, della nascita dei figli, della noia del sesso coniugale ripetuto uguale per tanti anni, del marito molto più anziano di lei che perdeva colpi, dei suoi tanti ammiratori e delle altre tentazioni erotiche che potevano far scoppiare il loro matrimonio.
Lino nel frattempo era più interessato a guardarle le tettone in libertà sotto con la generosa scollatura della sottoveste, da quella posizione riusciva ad intravedere anche i capezzoli turgidi e le larghe aureole, intanto provava a sfiorarle ripetutamente le cosce col pretesto di prendere le riviste. Si stava proprio arrapando mentre studiava ogni altro pretesto per allungare le mani tra le sue cosce o per arrivare a baciarle le tette e i capezzoli.
Ma lei proseguì:
‘Quando oramai la nostra coppia era completamente in crisi e stavamo per cedere alle tentazioni abbandonandoci a qualche scappatella extraconiugale, esce in edicola il primo numero italiano di Playboy, così una sera quando entro in camera per mettermi a letto trovo mio marito che, invece della Gazzetta dello sport, legge una rivista patinata e colorata con tutti quei nudi di donne’
‘ E tu come hai reagito?’chiese Lino.
‘Da quella sera ogni volta trovavo mio marito a leggere Playboy era una festa, mi dicevo tra me e me ‘Evvai !!! Stasera mi diverto, facciamo sesso alla grande!’ ‘
‘Come, come? Fammi capire, tu eri contenta?’ Chiese Lino sorpreso.
‘ Quando arrivavo per stendermi sul letto, lui con una mano continuava a sfogliare le foto patinate delle biondone sulla rivista, con l’altra mano si massaggiava il membro sotto le coperte. A quel punto io mi avvicinavo a lui che smetteva di accarezzarsi il pisello e con la mano cominciava a toccarmi le tette commentando che le mie erano più belle e sode di quelle della rivista. Io allora gli prendevo il membro in mano e proseguivo lentamente la masturbazione. A quel punto mi giravo in una certa maniera…. ecco mettiti disteso sul letto e leggi un Playboy che ti faccio vedere la posizione’
Lino già eccitato dal racconto e gonfio sotto i pantalocini obbedì divertito mentre lei si sdraiava accovacciata di fianco con la bocca vicina al suo pacco e le gambe raccolte vicine alla testa di lui, quindi continuò:
‘ A questo punto di solito mio marito, buonanima, cominciava ad osservare i bei culi sulla rivista poi guardava e tastava il mio trovandolo più tondo e più sodo di quelli in foto. Dai Lino prova anche tu, fai proprio come avrebbe fatto lui… dai fammi provare ancora una volta quelle sensazioni ‘ dai fammi sentire le tue mani scivolare vogliose sul mio culo poi … poi ‘ fammi rivivere quei momenti ‘fai come faceva lui ‘ dai, dai … subito, non ti vergognare … ‘
‘ Ma io… io non so se ” balbettando appoggiò appena la mano su una chiappa poi si decise, mollò ogni timidezza e intensificò l’esplorazione, entrò con la mano tra le cosce e proseguì tra le chiappe, scavalcò il perizoma sino a raggiugere il buco del suo culo tutto ornato di peluria.
Lei comunque non ascoltò le perplessità di Lino, oramai era tutta presa a sfilargli i calzoncini per poter liberare il cazzo in via di erezione e goderselo tutto:
‘Ecco… così ‘ poi io glielo prendevo in bocca e… ehhhh ‘ ehhh ”
Si trovarono entrambi distesi di lato sul letto, scomposti e intrecciati, Sofia cominciò a spompinarlo mentre lui riuscì ad allargarle una coscia ed infilare la testa in mezzo perdendosi con la lingua tra la folta peluria che nascondeva l’apertura della sua fica slabbrata dagli anni, infine trovò il piccolo ma sensibilissimo clitoride ed il buco del culo da cui sporgeva appena una timida emorroide.
Oramai anche Lino aveva perso ogni freno inibitore, le sfilò il perizoma e la sottoveste poi cominciarono una selvaggia lotta di corpi, cercandosi vogliosamente, lasciandosi trasportare solo dalla passione. Liberatasi dagli abbracci lei si distese sul letto mostrando il suo corpo ancora arrapante sebbene non più sodo come a 20 anni, quindi allargò provocatoriamente le cosce e lo supplicò:
‘Dai subito … scopami forte come faceva lui … dai ficcamelo tutto … sfondami … fammi godere … lui da lassù ti ringrazia e ti benedice perchè mi stai facendo felice, ricordandomi quei momenti di passione con lui… mi stai facendo felice ‘ fallo anche per lui’. Lino, sebbene non avesse il cazzo ancora del tutto turgido, riusci ad infilarloi in qualche modo nella sua fica assai accogliente, cioè slabbrata, ma essendo poco lubrificata fu costretto per falo entrare aiutandosi con lo sputo.
Lei aveva chiaro il copione, voleva replicare e rivivere le scopate fatte col marito, le uniche che conosceva, per seguire quella sceneggiatura cambiò posizione e si mise a pecorina sul letto quindi lo supplicò di scoparla duramente sbattendola da dietro, proprio come faceva suo marito. Lui obbedì prontamente cercando di sfondarla col suo bel cazzone che infilato fa dietro sarebbe riuscito ad entrare sino in fondo, intanto la teneva sui fianchi così da poter affondare sempre di più tentando di farla urlare dal piacere e dal dolore. Accelerò il ritmo e anche la violenza dei colpi fino a quando non la sentì urlare dal piacere, a quel punto lei riprese fiato e lui rallentò, ma subito dopo lei ordinò:
‘E adesso mettimelo nel culo … dai presto ‘ fai come faceva lui, sborrami dentro il culo … questo era l’unico nostro anticoncezionale … fammi rivivere quei momenti … ma fai piano ti prego che c’hai il cazzo molto più grosso di quello della buonanima!’
Lino si mise subito in azione, preparò come poteva il suo buco del culo rugoso infilando prima una poi due dita, lei tremò tutta, ma lui trovando quel buco troppo asciutto si aiutò di nuovo con lo sputo quindi gli infilò tutta la cappella trafiggendola senza troppi indugi. Lei urlò di dolore gemendo poi di piacere, ma appena riprese fiato lui cominciò a montarla con violenza arrivando sempre più a fondo col turgido cazzone finalmente nella sua migliore erezione.
Lei lo implorò di venire subito, di sborrarle dentro, di fermare quei potenti colpi maglio che la stavano sfondando, Lino si concentrò per pochi secondi venendo mentre la penetrava con un ultimo scatto e iniettandole dentro ripetuti schizzi di sperma.
Immobili sul letto ci misero un bel po’ a riprendere fiato, poi trovarono le parole per descrivere quanto avevano goduto, che superba scopata si erano fatti nonostante più di 20 anni di differenza. Lei confessò che nemmeno il marito l’aveva fatta mai godere così tanto, che non si ricordava nemmeno quante volte Lino l’aveva fatta godere, che dopo tanti anni senza sesso non sperava più di farsi una bellissima scopata come quella, che non immaginava di ricevere un regalo così grande dalla vita. La moglie e l’amante

Lino si stava annoiando, non gli interessava proprio stare li a guardare quella partita del torneo notturno di calcetto ‘Scapoli vs ammogliati’ del residence marino ‘Le sirene’, il posto dove lui e Camilla stavano trascorrendo le ferie estive, per cui dopo solo mezz’ora decise di tornarsene a casa. Entrando dal cancelletto posteriore della sua villetta notò con sorpresa la luce della camera degli ospiti accesa nonostante fosse vuota quindi, temendo ci fossero dei ladri in casa, si avvicinò di soppiatto alla finestra per verificare.
Dalla finestra socchiusa sentì invece la voce di sua moglie come fosse al telefono ma, pur non riuscendo a capire le parole, lo colpì il tono di voce strano di lei, suadente quasi ansimante. Immaginandola al telefono con il suo amante di turno entrò in casa in punta di piedi per poterla spiare meglio così quando fu vicino alla porta aperta della stanza udì abbastanza bene il colloquio tra la moglie ed un uomo che parlava in vivavoce.
‘Mi manchi tanto ‘. non vedo l’ora di passare con te un pomeriggio al Baltic hotel ‘a me ora mi basterebbe anche un pompino in macchina ‘ voglio il tuo cazzo… lo voglio tanto …, fammelo vedere subito adesso! ‘ e tu girati a pecorina ‘ piegati, voglio vedere il tuo culo ‘ voglio ricordarmi quando te lo ho sfondato … si piegati fammi vedere la tua fica pelosa ”
Sconvolto da quei discorsi ma percorso da una fiammata di perversa eccitazione, Lino capì che era una videochiamata tra i due, quindi si avvicinò per sporgersi con un occhio dallo stipite e sbirciare quello che accadeva. Ancor più stravolto vide sua moglie a pecorina mostrare il culo al pc, che aveva sullo schermo un uomo che si masturbava mentre ansimava intensamente, arrapato come se stesse davvero scopando.
‘Dai così fammi venire … toccati anche tu lo sai che sborro solo dopo che sei venuta tu ‘ ti piace il mio culo ehhh? ‘ ma ora mi giro per vederti il cazzo sennò non vengo ‘ si dai, dai sto quasi per venire ‘ no dai resisti ancora un po’ così godiamo insieme ”
Lino avrebbe voluto godere subito di quella situazione, irrompendo per scoparsi con rabbia perversa la moglie infedele, sentiva il suo cazzo già duro e aveva voglia di sfondarla davanti a quello stronzo del suo amante ma si rendeva conto che la sua apparizione avrebbe rovinato tutto con la conseguenza di far svanire anche la sua turpe eccitazione, quindi decise di fare diversamente rovinando comunque l’orgasmo a quei due.
‘Cara, sei in casa, sono tornato prima perchè il torneo era proprio noioso, poi i miei amici non sono venuti’ disse a voce alta facendo finta di rientrare in quel momento, dirigendosi subito verso la cameretta dove la moglie nel frattempo si stava ricomponendo in fretta ed aveva tolto dallo schermo del pc la finestra di Skype.
‘Ma hai così caldo che stai con la camicetta aperta e le tette di fuori ? ‘ le disse Lino per provocarla notando subito sul pc la finestra di Skype era ancora attiva nonostante sullo schermo apparisse un gioco di carte. Così, pensando che l’amante di lei fosse ancora li a guardare, pensò di provocarlo rovinandogli la sega che si stava certamente sparando, cominciò quindi ad accarezzare voglioso le tette di lei, scendendo poi direttamente alla sua fica penetrandola con due dita, mentre intanto si esibiva davanti alla camera baciandole voluttuosamente da dietro il collo.
‘Ma hai già la fica tutta bagnata, bastano solo due mie carezze per farti arrapare? Sei proprio la solita troia! Sti giorni in vacanza poi sei diventata ancora più zoccola, hai sempre voglia di scopare e il mio cazzo non ti basta mai ‘ mmmhhh … stiamo scopando come ricci ‘ mmmhhh … sembriamo due ragazzini infoiati!’.
Lei, in imbarazzo sapendosi online con l’amante, provò a minimizzare:
‘ Ma no, che dici facciamo solo qualche scopatella ogni tanto… il minimo sindacale … tanto per non annoiarci ‘ io faccio solo il mio dovere di moglie… quando mi costringi tu non posso certo rifiutarmi …’
‘Ma dai lo so che ti vergogni ad ammettere che sei una troiona, che scopiamo alla grande. pensa se le tue amiche sapessero quello che facciamo e quanto sei puttana al letto con me ‘!’
‘Ma no, e poi tu sei sempre il solito stronzo altro che…’,
ma Lino continuò nella sua provocazione:
‘Dai ora spegni il pc e vieni su che stasera voglio continuare la scopata di ieri e sfondandoti anche il culo che sono almeno 3 giorni che non te lo infilo lì ”
Camilla sempre più a disagio rispose che non aveva ancora sonno e che voleva stare ancora un po’ a fare i solitari di carte al pc, quindi lui andasse pure a dormire, semmai più tardi lo raggiungeva. Lino capì che quella troia di sua moglie voleva ritornare su Skype dal suo amante, giustificarsi, spiegargli che non era vero che scopava come una troia con quel cornuto di suo marito, continuare ad eccitarsi e infine venire insieme a lui sditalinandosi.
Lino uscì, salì le scale dirigendosi verso la camera matrimoniale al piano di sopra, fece dei rumori come se stesse preparandosi per dormire quindi a voce molto alta in modo che sentisse anche l’amante online, le disse:
‘Camilla io non resisto, ho sonno, quella inculatona semmai ce la facciamo domattina al risveglio così ce l’ho più duro che per entrarti nel culo è meglio, per ora buona notte’,
e lei rispose:
‘Va bene caro, dormi sereno, buonanotte!
Dopo poco Lino si alzò, discese le scale in punta di piedi, avvicinò alla camera degli ospiti rimanendo dietro lo stipite per poter origliare e sbirciare quei due che intanto avevano già ripreso la loro videochiamata.
‘Ma no, non dargli retta a quel cornutone di mio marito, di sesso gli piace solo parlarne ma in realtà noi non scopiamo quasi mai ‘ non ci credo, chissà quante scopate vi state facendo voi due in questi giorni ‘ ma no, non credere ‘ una o due volte la settimana qui al mare, in città anche meno ‘ ma lascia stare questi discorsi e fammi eccitare, ripensiamo alle nostre scopatone in albergo…dai ho tanta voglia ‘ fammi venire subito dai’
Nel frattempo Lino mentre origliava dietro la porta si era tirato fuori il cazzo dai calzoncini da notte e aveva iniziato a masturbarsi ferocemente eccitato dalla moglie che intanto aveva ripreso a sditalinarsi guardando e parlando con il suo amante via Skype.
‘ Si, così, … adesso dimmi che ti piace scopare con me… si sei una grandissima troia la più grande zoccola che ho conosciuto ‘ e tu sei un gran porco che vuoi sempre leccarmi tutta anche il buco del culo … si ecco sto quasi per venire ‘ aspetta ancora qualche secondo è troppo bello così… si, va bene, ti aspetto ma veniamo insieme’
A Lino, che stava quasi per venire pure lui, venne un idea da vero bastardo: entrò nella stanza in modo da non essere inquadrato dalla telecamera del pc, fece segno con un dito alla moglie di stare zitta, lei vedendolo aveva fatto un salto di sorpresa e paura ma poi capì le intenzioni di quel cornutone e maialone che intanto, sempre con dei gesti la incitava a continuare con l’amante come se niente fosse.
‘Cosa è successo? Perchè ti sei fermata? ‘. Non ti preoccupare ho sentito dei rumori pensavo si fosse svegliato il cornuto, invece è tutto ok ‘ dai su fammi vedere il tuo cazzo in primo piano che ho tanta voglia ‘. si, si ma tu fatti entrare almeno tre dita nella fica ‘ si, si fino in fondo ‘ ecco la mia fica è bollente ‘ si. si sto quasi per venire ‘. anche il mio cazzo sta quasi per sborrare…si, si ”
Con uno scatto rapidissimo Lino sfilò la chiavetta USB della connessione dal pc e il collegamento si interruppe, Camilla sorpresa e imbufalita gli urlò ‘Sei un gran bastardo, un porco che gli piace guardare la moglie eccitarsi con l’amante, un maiale schifoso, un porco guardone… potevi farmi finire no, hai rovinato tutto stronzo!’.
Lino ancor più eccitato per quelle parole rabbiose della moglie le si avvicinò e gli infilò subito il suo cazzone in bocca quasi a volerla zittire, vincendo brutalmente le sue resistenze, poi forzatamente avviò il pompino strattonandola e tirandola per i capelli.
Lei dopo un po’ si liberò da quella presa dolorosa e sfilatosi il cazzone dalla bocca si alzò dalla sedia, abbracciò il marito ed iniziò a morderlo con rabbia sul collo e sulle spalle. Lino allora la sollevò dalle ascelle e lei, capita l’intenzione, allargò le gambe richiudendole dietro la sua schiena, posizionandosi in modo da far entrare il suo cazzo durissimo nella sua fica bollente mentre restava aggrappata a lui. Resistettero solo pochi attimi, per scopare in piedi sorreggendo lei mentre la penetrava richiedeva a Lino un maggior allenamento, per cui si arrese finendo per rotolare insieme sul tappeto.
Lino a quel punto la afferrò per i polsi e con gesti brutali le montò sopra con decisione, le afferrò rudemente le cosce alzandole sopra le sue spalle così da poterle sfondare con maggior violenza la fica. Camilla si sentì sfondare da quella penetrazione brutale, lanciò un urlo bestiale e lo abbracciò con tutta la sua forza piantandogli con rabbia le sue unghie nella schiena.
Dopo pochi violentissimi colpi Lino avvertì il tipico tremore di lei che preannunciava l’orgasmo, anche lui si sentiva vicino a sborrare quindi istintivamente cercò di sincronizzarsi con i sussulti di lei così da venire insieme come facevano tanti anni prima.
Con gli ultimi colpi di maglio brutali arrivò anche il caldo getto di sborra a riempirle la fica, poi lui si sollevò in modo da farle ciucciare la cappela ancora bagnata di sperma e infine caddero insieme sfiniti mentre dalla fica di lei sgocciolavano sperma e umori.
‘Sei proprio un grande bastardo, un perverso figlio di puttana ‘ ma stasera mi hai fatto davvero impazzire, ho goduto moltissimo prima su Skype poi con te’
‘Tutto merito tuo, troiona’ concluse Lino prima di addormentarsi sul tappeto. La sorella più grande

Lino, un ragazzetto di periferia negli anni ’70, non era certo un playboy ma piuttosto imbranato, magrolino, a 18 anni aveva avuto appena un paio di ragazze e solo con una aveva fatto sesso ‘ in qualche modo. Ultimo di una ‘covata’ di 3 figli aveva un fratello più grande che viveva lontano ed una sorella, 12 anni più di lui, che era ancora ‘zitella’ dopo la travagliata rottura con il suo fidanzato, lui, a poche settimane dalle nozze, l’aveva pizzicata che usciva da un motel con un altro.
In tutto il quartiere Laura – la sorella – era sempre stata oggetto dei desideri hot di tutti i ragazzi per il fisico da sballo e per la sua sfrontatezza ora, dopo le voci messe in giro dal suo ex per vendicarsi, era anche considerata da molti un po’ mignotta e per questo ancor più desiderata.
Quel sabato pomeriggio i genitori uscirono presto lasciando Lino e Laura nelle loro camere a leggere lui un Diabolik e lei la rivista femminile Amica. Poco dopo Lino udì lo scrosciare dell’acqua nella vasca da bagno quindi la porta della toilette chiudersi a chiave. Era l’occasione che aspettava, le altre due volte che l’aveva spiata dal buco della serratura del bagno l’aveva potuta ammirare solo di sfuggita, ancora in mutande e reggiseno, a causa della madre che gironzolava continuamente per casa. Stavolta, senza nessuno tra i piedi, se la sarebbe gustata con calma sperando di vederla completamente nuda, potersi arraparsi senza fretta guardandole il culo e le tette, finendo per deliziarsi con una strepitosa sega.
Quando piegandosi la vide attraverso il buco della chiave gli venne un colpo, lei era già li, un primo piano in mutande e reggiseno, poi quando Laura di spalle si slacciò il reggiseno Lino pregustò ansioso le tettone finora solo immaginate per averla vista al mare con quel bikini verde bagnato che lasciava trasparire i capezzoli . Quando lei continuando a spogliarsi si rigirò Lino quasi svenne, due tettone così belle le aveva viste solo nelle riviste di donne nude, ma quei capezzoli così grossi e sodi, le due aureole larghe e scure lo avevano avevano lasciato senza fiato tanto che la mano sinistra aveva automaticamente aperto la patta, tirato fuori il cazzo in via di erezione e subito cominciato a massaggiarlo.
Ma lo strip davanti alla vasca da bagno di sua sorella procedeva veloce, già si sfilava gli slip bianchi mostrando il vasto triangolo di peli neri incolti che copriva il suo monte di venere. Lino fece appena in tempo a fissare quell’immagine nella sua mente mentre perchè intanto Laura si girava poi si piegava per raccogliere gli slip caduti sul pavimento, regalando al ragazzo che spiava dal buco della serratura il meglio di se, la specialità che l’aveva resa famosa e ricordata nelle seghe di mezzo quartiere: il suo meraviglioso culo che in quella posa lasciava appena intravedere un po’ delle rosee labbra della vagina contornata di peluria.
Lino accelerò la sua sega spasmodicamente ma poi decise di controllarsi evitando di sborrare subito per potersi godere con calma tutto lo spettacolo sino alla fine. Di nuovo in piedi Laura andò verso la porta regalandogli nell’avanzare un primissimo piano della peluria che copriva la sua fica mentre intanto indossava l’accappatoio.
Una scatto della chiave, l’apertura istantanea della porta e Laura apparve davanti a lui in accappatoio verificando immediatamente i suoi sospetti: Lino la stava spiando e si stava masturbando. Lui sorpreso ed impaurito fuggì di corsa cercando rifugio nella sua cameretta ma Laura lo inseguì veloce come un razzo e sveltissima infilò un piede nella porta impedendogli di barricarsi dentro e chiudersi a chiave.
‘ Brutto zozzone segaiolo! Ma non ti vergogni? Non c’hai il minimo rispetto per tua sorella. Appena torna a casa mamma glielo dico subito e poi ci penserà lei a castigarti’ gli urlò Laura.
Lino, che nel frattempo sbirciava le tette tra le pieghe dell’accappatoio, passato il primo momento di paura riprese sicurezza di se e le rispose ostentando tranquillità:
‘Non credo che ti convenga fare la spia a mamma, non credo proprio che lo farai ”
‘ E perchè non dovrei farlo, brutto porco? ‘
‘ Perchè sennò io dico a mamma che scopi col ragionier Leonardi quello del palazzo di fronte. Sai come sarà contenta mamma quando saprà che scopi con gli uomini sposati!’
‘ Ma che dici! A bugiardo, te stai a inventa’ tutto’
‘No guarda che vi ho visto coi miei occhi e c’era anche il mio amico Roberto. Eravamo andati al prato qua dietro dove vanno tutte le coppiette perchè a Roberto gli avevano detto che la sua ex fidanzata ora stava con un ragazzo più grande ed andavano a scopare li sulla sua Fiat 128 bianca. All’ora del tramonto ci siamo nascosti in mezzo alla fratta della collinetta per vedere se tra le tante macchine delle coppiette che andavano e venivano c’era anche quella. Quando ne abbiamo vista una ci siamo avvicinati nascondendoci dietro ai cespugli e quando ho guardato dentro per vedere se c’era la ex di Roberto mi è preso un colpo perchè invece c’eri proprio tu mezza nuda che stavi a fa’ un pompino al Ragioniere. Me so’ vergognato e so’ scappato via, invece Roberto, che è rimasto ancora un po’ a guardarvi, m’ha detto che poi il Ragioniere ha sdraiato i sedili, tu ti sei spogliata del tutto, hai allargato e alzato le cosce posando i piedi sul cruscotto così lui ti si è scopata alla grande’
‘Oddio, ma allora ora lo sanno tutti, sono rovinata!’ disse Laura piagnucolante.
‘Non ti preoccupare al silenzio del mio amico ci penso io, ti puoi fidare. Quanto a me… dipende tutto da te… se adesso farai la brava con me…’
Laura era tornata in bagno, ora era distesa nella vasca e aveva ceduto al suo ricatto ed aveva accettato disgustata che Lino ‘la insaponasse’ con la spugna mentre con l’altra mano aveva ripreso a farsi una sega. Prima il ragazzo cominciò a strofinare le tette insistendo molto con le dita sui capezzoli duri poi, posata la spugna, proseguì a massaggiare con le mani tra le cosce fino a risalire a verso la fica insinuando le dita tra i peli.
Lei a quel punto si rilassò lasciando che Lino la penetrasse la fica con due dita quindi, con la sua stessa mano Laura lo guidò a trovare il clitoride insegnandogli ad accarezzarlo nel modo giusto. Lino era al settimo cielo, già stava godendo come non mai, poi lei si girò nella vasca regalandogli per alcuni minuti il suo culo da esplorare, tastare e massaggiare. Laura invece – ancora di cattivo umore per essere stata scoperta col Ragioniere – era oramai stanca di fare da nave scuola per il fratellino voleva stare da sola così, per togliersi di torno rapidamente il fratello, si inginocchiò nella vasca prese il modesto cazzetto del fratello e iniziò a masturbarlo, ma il ragazzetto non riuscì più a controllarsi così per la troppa eccitazione dopo solo pochi secondi sborrò inondandole spalle e pancia di sperma.
Nella sua cameretta, disteso sul suo letto Lino ancora tremante di emozione stava pensando e ripensando a quella straordinaria esperienza che non avrebbe mai dimenticato, a quel corpo da sballo, alla classe della sorella nelle cose di sesso, alla speranza di trovare anche lui una coetanea come lei. Mentre rimuginava a tutto questo ed aveva ripreso a massaggiarsi il cazzetto dai rumori delle porte realizzò che la sorella era uscita dal bagno per andare in camera sua a finire la toletta e poi rivestirsi.
Non riuscì a resistere alla tentazione, si precipitò nella camera della sorella e quando aprì la porta lei era con l’accappatoio aperto sul davanti che mostrava il boschetto di pelo sul pube.
‘ Adesso che altro vuoi? Vattene in camera tua dai che sono molto incazzata’ le disse imperiosa ed infastidita Laura
Ma lui cominciò a piagnucolare chiedendole di fargli un ultimo regalo ovvero di insegnargli i segreti del sesso, perchè lei che ci sapeva fare in quel campo quindi sarebbe stata la migliore maestra del mondo. Cercò di rassicurarla, le promise che gli sarebbe bastato una sola volta poi sarebbe sparito per sempre, seguirono altri giuramenti di ogni genere, promesse ed offerte . Alla fine dopo tanto insistere lei si mosse a compassione giustificandosi che doveva aiutare quel fratello imbranato, un segaiolo che a 18 anni suonati ancora non sapeva bene come si scopava. Rassegnata a soddisfare quell’insano desiderio mentre si sfilava l’accappatoio rimanendo meravigliosamente nuda gli disse:
‘ Ora ti faccio la prima ed unica mia lezione di sesso, ti insegno come si fa quello fatto bene, quello che fa divertire e appassionare sia te che la tua ragazza, il resto dovrai imparartelo da solo vivendo conquistando le donne e scopandotele, ma mi devi promettere che da oggi in poi non mi romperai più e tornerò ad essere solo tua sorella’
Arrapatissimo e di nuovo col cazzetto in via di erezione Lino a voce bassa avanzò una richiesta:
‘Cominciamo dai preliminari, insegnami bene come si fa ad eccitare alla grande una ragazza ‘come accarezzarla e baciarla ‘ dove e come toccarla … poi facciamo tutto il resto ‘ almeno le posizioni più importanti ‘ quelle che piacciono di più alle ragazzette …’
Dopo quella strepitosa ed indimenticabile lezione di eros il povero Lino si sentiva oramai un play boy, uno che delle donne conosceva ogni segreto, uno che le avrebbe fatto impazzire tutte vecchie e giovani, belle o brutte. Ora gli rimaneva però un solo piccolissimo problema: trovare la ragazza giusta, una disposta a dargliela, una pronta ad apprezzare la sua raffinata arte erotica. Quindi Lino si mise alla ricerca spasmodica di una fidanzatina incontrando le solite difficoltà, nel frattempo per perfezionare la sua tecnica erotica decise di prendere alcune ripetizioni. Così all’imbrunire quando aveva 10.000 lire in tasca si feceva accompagnare col motorino dal suo amico Roberto sul vialone dove battevano mignotte e travestiti, aspettava che Luana, la più tettona, scendesse dall’auto dell’ultimo cliente per poi andare dietro i cespugli su quel vecchio e sporco materasso abbandonato a ripassare le principali posizioni che gli aveva insegnato la sorella.
I Cugini

Lorella aveva litigato di brutto col suo ragazzo – un compagno di liceo – proprio alla vigilia di Natale quindi si convinse che non poteva andare alla festa di Capodanno della loro comitiva dove inevitabilmente avrebbe trovato lui e molti altri loro compagni del 4^ F. Parlò di questa situazione con la cugina più grande che la invitò alla festa di fine anno in una famosa e costosa discoteca insieme al gruppone di amici di suo fratello e del suo fidanzato, tutti ragazzoni adulti intorno ai 30 anni. Lei accettò volentieri, nonostante il disagio per la notevole differenza di età, contando di far crepare di invidia e di gelosia il suo ex quando lui avrebbe saputo che lei girava in locali prestigiosi insieme a quei ragazzi grandi su grossi suv e lussuose auto sportive.
Si stava proprio divertendo Lorella corteggiatissima da tutti quei ragazzoni fidanzati e non – in particolare da Paolo uno di 35 anni, separato – che apprezzano la sua vitalità, la sua simpatia ma soprattuto il suo bel culetto sodo. Invece Sara – sua cugina – aveva bevuto troppo ed alle 3 di mattina stava davvero male per cui voleva tornare a casa nonostante la discoteca fosse ancora affollatissima e in piena animazione.
Marco – il fidanzato di Sara – fortunatamente aveva bevuto poco e quindi alla guida del suo BMW X5 riportò a casa Sara sempre più indisposta mentre, stravaccati nei sedili posteriori, Lorella e il suo amato cuginone Andrea, entrambi allegramente sbronzi, ne approfittavano per accarezzarsi e sbaciucchiarsi sempre meno innocentemente. Lasciata a casa Sara i tre decisero di continuare a brindare al nuovo anno e a far casino a casa di Marco che viveva da solo in una villetta appena in periferia.
Ridevano a crepapelle i tre, sempre più affiatatati e sempre più brilli, la musica a canna, discorsi e battute quantomai sconce, abbracci e carezze tra i due ragazzoni e Lorella sempre più disinvolte ed ardite, fino a quando Andrea, il cugino, crollò a dormire sul divano.
Lorella andò in bagno e, mentre stava davanti al lavandino per rinfrescarsi, Marco aprì la porta, la guardò con un sorriso strano poi in silenzio avanzò lentamente verso di lei che perplessa non capiva ancora le sue intenzioni. Lui massiccio, palestratissimo e alto almeno 30 centimetri più di lei la abbracciò da dietro allungando subito una mano su una tetta mentre premeva col pacco strofinandosi su chiappe e schiena in modo provocatorio.
Lorella nonostante gradisse quelle attenzioni del fidanzato della cugina, pur essendo affascinata dal quel bel ragazzone ed eccitata per le sue avances hot, realizzando infine che lui era fermamente determinato a scoparsela sentì il dovere di opporre resistenza o perlomeno provare a fare qualche rimostranza. Ma la sua difesa per la verità risultò assai debole e poco credibile, sia per il troppo alcol bevuto, sia per l’abilità del ragazzone nel sollecitare ogni sua zona erogena ma soprattuto per la scarsa convinzione di lei nel ribellarsi.
‘No dai Marco, sei il fidanzato di Sara, non possiamo ‘ no smettila con quelle mani ‘ no, lì no ‘ no dai, se stai buono ti do un bacio e poi mi porti a casa eh?’
Ma il ragazzone non smetteva anzi, sicuro di se, continuando a tenerla saldamente incastrata tra il marmo del lavello e il suo corpo massiccio era già arrivato con le dita sul monte di venere e si preparava ad avanzare verso la sua fichetta.
Lei allora tentò un ultima disperata reazione fisica cercando di spostare senza successo la mano di Marco che oramai avanzava verso la labbra vaginali, poi provò a scansargli l’altra che le stava tormentando un capezzolo, tentando infine di divincolarsi tutta dal suo abbraccio potente col risultato di far rinserrare la morsa del ragazzone sul suo corpicino.
Quella maldestra lotta aveva ottenuto invece il risultato di accrescere la reciproca eccitazione e far accelerare la prepotente erezione di lui che ora Lorella sentiva distintamente premere sopra le sue chiappe fino sulla schiena.
Sfinita, lei comunicò la sua resa senza condizioni rilassandosi totalmente restando in balìa della sua stretta potente, facendo finalmente aderire il suo corpicino a quel possente abbraccio, offrendo le sue labbra ai baci di lui che avevano già raggiunto collo e orecchie.
Lorella poteva vedere riflessa nello specchio del bagno l’espressione del viso lui diventare sempre più stravolto fino a sembrare quasi feroce, notando la differenza col suo stesso dolce visetto che aveva cambiato espressione passando dalla sorpresa, alla rassegnazione ed infine all’eccitazione. Vedeva anche specchiarsi le sue tettine massaggiate dalle grandi ed esperte mani di lui almeno fin quando Marco non le staccò per aprirsi la patta ed estrarre il suo cazzone di dimensioni per lei allarmanti.
Senza ulteriori indugi lui da dietro le alzò la gonna e le abbassò il tanga rosso, si accertò ancora una volta con le dita che la vagina fosse bagnata, insistette nello sditalinarla qualche istante ancora sguazzando tra quei caldi umori mentre Lorella impazziva di piacere poi, a sorpresa glielo infilò senza nessun indugio nella sua piccola fichetta.
Era la prima volta che Lorella scopava con uno così grande: grande di età – uno molto esperto e navigato, di 12 anni più grande di lei -, grande di stazza – un gigante palestrato di 1 metro e 90 che pesava quasi il doppio di lei -, ma anche dotato di un grande cazzo – ora si sentiva la fica dolorante per quell’ enorme proboscite, niente a che vedere con tre cazzetti tranquilli che aveva conosciuto finora.
I sensi di colpa per il tradimento della cugina furono ben presto superati dal piacere di essere totalmente posseduta da quel gigante che l’avvolgeva tutta e la stordiva di piacere, che la penetrava con forza ma le accarezzava le tette delicatamente, che la teneva bloccata nella morsa del suo abbraccio ma le succhiava il collo con intensità e passione.
Sentì i suoi potenti colpi di maglio abbattersi dentro di lei sempre più furiosi e sempre più frequenti, cominciò a fremere e ad urlare, annunciando il prossimo arrivo dell’orgasmo, avvisò con smozzicati gridolini e dei sincopati ‘ …si adesso ‘ si eccomi sono tua ‘ si sfondami così ..’ il possente montone che la stava trombando. Lui entrò in sintonia con il delirio di lei, diede un paio di ultimi colpi micidiali alla fichetta oramai esausta, poi si fermò dentro inondandola di sperma mentre le mordeva il collo rabbiosamente.
Lorella era felice e sconvolta: alcol, stanchezza, sensi di colpa e quella stupenda e feroce scopata l’avevano distrutta ma saziata, era rimasta piegata col viso appoggiato sul marmo del lavello anche quando lui – dopo poche coccole – aveva sfilato il cazzone che già si stava ammosciando dalla sua fica dolorante ed era salito al piano di sopra per rinfrescarsi nel suo bagno personale.
Quando Lorella si rialzò per risistesemarsi si accorse con sorpresa del cugino che stava sulla porta a guardarla in silenzio, certamente aveva capito tutto e visto molto, se ne vergognò poi scoppiò a piangere e ancora con le tette di fuori andò ad abbracciarlo cercando consolazione e perdono per quello che aveva fatto.
‘ Non ti preoccupare per Sara, non avere rimorsi, sapessi quanto volte Marco l’ha tradita. Lei oramai ci è abituata e lo perdona in anticipo, gli basta solo non perderlo’
‘Si ma io ho cercato di resistere ma Marco è così grande forte ‘ e irresistibile per cui ho ceduto ‘ è stato bellissimo ma ora mi vergogno, mi perdonerai vero?’
‘Si Lorella stai tranquilla distenditi qui sul divano accanto a me, voglio perdonarti ‘ accarezzarti ‘ baciarti’
‘ Ma Andrea, non così… non baciarmi i capezzoli ‘ no dai… no li no ‘ togli le dita … ti prego … che non mi sono nemmeno lavata ancora e la patatina sarà piena di ogni cosa ”
Andrea si alzò per spogliarsi e lei senza dir niente fece lo stesso, oramai si era lasciata andare voleva vivere fino in fondo quella serata trasgressiva ed era pronta a fare di tutto, anche scoparsi il cugino a cui aveva sempre voluto bene, di cui era stata segretamente innamorata.
Una volta quando lei aveva 14 anni rimasero soli in casa di lui che all’epoca aveva già 25 anni. Dopo pochi baci e qualche resistenza iniziale di Lorella lui avrebbe certamente proseguito fino a sverginarla. Lei si era lasciata sfilare gli slip da lui che poi le aveva già aperto le cosce e messo in mano il suo cazzo invitandola a maneggiarlo. Oramai lui, molto esperto e deciso, le stava leccando la fichetta e se non fosse rientrata in anticipo a casa la zia a rovinare la festa quella sarebbe stata certamente la prima scopata di Lorella.
Ora Andrea era disteso sul divano e lei lo cavalcava, era la posizione che Lorella preferiva ma quella notte stava scatenandosi, montando come non mai. Andrea cercò di rallentarla per non venire subito ma lei in delirio proseguì ancor più furiosa e dopo poco lo sperma del cugino si mescolò con quello di Marco nella sua fica ancor più arrossata.
Lei si distese su di lui sfinita, per un po’ il suo cazzo rimase dentro di lei mentre entrambi ancora ansimavano di piacere.
In quei momenti di piacere si scambiarono baci e carezze, si confidarono a vicenda quanto erano stati innamorati l’uno dell’altro, di quante volte si erano masturbati ripensando a quando 4 anni prima avevano dovuto fermarsi poco prima di scopare. infine sfiniti si addormentarono sempre restando abbracciati e nudi.
Quando Lorella riaprì un occhio si rese conto che Marco rinfrescato, con le nudità appena coperte da un bel Kimono azzurro tenuto quasi aperto, li stava guardando con un bicchiere di liquore in mano, gli sorrise e gli tese una mano quasi a volerlo accarezzare. Lorella rimanendo nuda si alzò per andare in bagno e quando tornò accettò l’invito di Marco a sedersi sulle sue gambe mentre Andrea stava andando a sua volta rinfrescarsi.
Cominciarono effusioni e carezze, scherzi e baci fino a che un dito impertinente del ragazzone andò ad esplorare il suo buchetto del culo cercando di penetrarlo. Lei nel ritrarsi per evitare che il dito avanzasse dentro l’ano fece un imperdonabile errore:
‘ No Marco, no! Li no! Nel mio culetto non c’è ancora entrato nessuno per cui lascialo stare’
‘ Ah si? Interessante, molto interessante dovrò rimediare subito a questo imperdonabile ritardo nella tua educazione sessuale’
Lorella si rese conto dell’errore, ancor piu preoccupata per le dimensioni enormi del cazzo che avrebbe dovuto iniziarla al sesso anale.
‘Ma no Marco proprio no, non ci pensare. Poi proprio con te che ce l’hai così grosso, no eh!’
‘Aspetta, non aver paura che se lo prepariamo bene sarà bellissimo, fidati di uno esperto …’ si alzò per andare nello stanza accanto tornando poco dopo con un tubetto e un dildo di forma particolare.
Lui, vinte le sue deboli resistenze, la invitò a piegarsi porgendo il culetto di fuori appoggiando il pancino sul bracciolo del divano, iniziò a baciarla e leccarla tutta tra fica e buco del culo facendola eccitare di nuovo.
Nonostante lei lo invitasse a continuare con la lingua, lui cominciò con un dito prima poi con due a lubrificarle il culetto con l’olio per bambini, accompagnando inizialmente con l’altra sua mano lo sditalinamento di Lorella. Poi lubrificò anche il dildo che aveva la punta quasi conica così da favorire la progressiva dilatazione del buchetto ancora vergine.
Intanto Andrea era ritornato nel salone ed eccitato dalla loro azione aveva preso a guardarli con perverso piacere tanto che dopo pochi colpi con la mano il suo cazzo si risvegliò.
Lorella si godeva tutti quei preliminari di Marco accompagnati da carezze e baci ovunque e quando lui, dopo essersi lubrificato a sua volta il cazzo, oramai tornato ben duro, cominciò a penetrarla pian piano con la cappella lei provò un profondo piacere da quel contatto così delicato.
Ma all’improvviso, di scatto, lui entrò dentro di lei con almeno metà del suo cazzone provocando un urlo lancinante e una reazione quasi isterica di lei che lui contenne con la sua forza accompagnata da tanti dolci baci sul collo. Solo quando lei si fu ripresa da quel trauma lui cominciò a pomparla con progressione sia nella frequenza sia nell’intensità al punto che in Lorella dolore e piacere si mescolarono in un unico violento orgasmo sempre accompagnato dal suo furioso ditalino.
Anche lui fu travolto da quell’orgasmo irresistibile e brutale di lei così dopo un ultimo colpo violento rimase con quasi tutto il suo cazzone dentro il culo oramai completamente dilatato di lei inondandola di sborra.
Anche Andrea fu profondamente coivolto da quell’azione di eros potente e da quel momento di sesso brutale così intensificando la sua masturbazione sentì l’orgasmo avvicinarsi e prima di venire andò a sedersi accanto alla cugina che ancora gemeva di piacere e di dolore, gli avvicinò il cazzo alle labbra invitandola a succhiarglielo, un paio di pompate tra le labbra prima di sborrare riempiendole la bocca.
Ancora piegata sul bracciolo del divano con lo sperma che gli sgocciolava dal culo e dalle labbra Lorella viveva un estasi vicina allo stordimento trovando solo dopo una decina di minuti la forza per rialzarsi, vestirsi per farsi riaccompagnare a casa.
Lorella si rivide più volte con i due ragazzoni a cui si aggiunse anche Paolo, quello separato che l’aveva corteggiata a capodanno. Per una stagione fu a loro completa disposizione, sempre pronta a soddisfare ogni loro volere, conoscendo con loro quasi ogni aspetto del sesso incontrandoli da soli o insieme, nei posti e nei momenti più assurdi, cambiando molto nel carattere e maturando anche nell’aspetto fisico. Solo all’avvio del nuovo anno scolastico, quello del diploma di maturità, tornò a fidanzarsi con un coetaneo mettendo dietro le spalle quell’esperienza trasgressiva che l’aveva molto trasformata.
La badante

Fin dai tempi della scuola media Nino aveva sempre invidiato i suoi due amici che avevano in casa una badante per accudire qualche familiare anziano o malato. Quei due compagni di classe gli raccontavano quotidianamente con molti particolari le loro esperienze arrapanti e le incredibili avventure erotiche. Uno gli raccontava sottovoce nel bagno della scuola come spiava indisturbato le chiappe della procace signora dell’est Europa che accudiva il nonno, di che fica spettacolare o che tette da affogarci dentro aveva ammirato, mentre il compagno di banco gli confessava della badante rumena che si lasciava toccare tra le gambe, che gli permetteva di tastarle il culo, addirittura disponibile a fargli un gran pompino in cambio di un regalino in denaro. Nino, nonostante le foto fatte col cellulare che loro gli mostravano diceva di non crederci, li accusava di essere dei gran bugiardi ma comunque rosicava invidioso, restando arrapato e senza fica .
Così quando, anni dopo, la mamma gli annunciò che avrebbero assunto una badante per il nonno che viveva da solo, Nino fu contento, certamente non solo perchè la signora russa avrebbe anche preparato a casa del nonno il pranzo per lui quando usciva da scuola, evitandogli di scaldarsi il pranzo e mangiare da solo quando i genitori erano al lavoro.
Già il primo giorno a pranzo a casa del nonno Nino studiò attentamente il fisico di Alina, una bella donna di quasi quaranta anni, bionda col tipico viso slavo, un bel corpo, grandi tette e appena un po’ di pancia. Durante la prima settimana la spiò con moderazione riuscendo solo a vedere prima le cosce sotto la gonna quando si piegava per risistemare il letto del nonno, poi una chiappa intravista dal buco della serratura del bagno. Quanto ai contatti si era arrischiato solo a strofinarsi al suo culo in cucina quando, col pretesto di prendere un bicchiere da un pensile alto, le si era appoggiato dietro scoprendo che aveva delle chiappe grandi e sode.
Via via col passare delle settimane era riuscito a vedere sempre di più sbirciando nella camera in cui lei si cambiava o fingendo di entrare sbadatamente nel bagno mentre lei faceva la doccia. Lei aveva capito l’interesse sessuale del ragazzo per il suo corpo, faceva finta di nulla ma in realtà giocava anche lei a sfuggire ai suoi sguardi per poi provocare di nuovo l’interesse pruriginoso del ragazzo magari aprendosi un bottone in più sulla scollatura.
Nino, che quell’anno aveva gli esami di maturità da perito tecnico, stava senza ragazza da tre mesi per cui pensava spesso al corpo di Alina mentre si masturbava così lei aveva ben presto notato che abitualmente il ragazzo si chiudeva in bagno per quasi mezzora dopopranzo prima di tornarsene nella casa dei genitori.
Una volta rientrando a casa del nonno a metà mattinata perchè a scuola c’era sciopero, sentì degli strani sospiri provenire dalla stanza da letto, si avvicinò e con gran sorpresa vide Alina col grembiule aperto, le tettone di fuori e le mutande calate che stava sparando lentamente una sega al vecchietto che a sua volta la accarezzava tra le cosce e le tastava le tette. Nino restò sconvolto, rimase a guardare quella scena fin tanto che Alina si accorse di qualcosa che si muoveva dietro la porta, lui vistosi scoperto si rifugiò in bagno dove si sparò immediatamente una grandissima sega.
Poco dopo, una volta che il nonno si fu addormentato, Nino ed Alina si ritrovarono insieme a tavola per il pranzo ma ci misero un po’ prima di superare l’imbarazzo per quanto accaduto e parlarne.
‘Non mi giudicare male Nino, ma tuo nonno mi chiede sempre di fare sesso, insiste per vedermi nuda e per farsi toccare. Io ogni tanto lo accontento così per qualche giorno poi sta tranquillo ‘ Cosa dovrei fare? Lasciarlo soffrire povero vecchio ‘ Lui è tanto buono con me…’
‘ Non ti preoccupare Alina, voi potete fare quello che volete, ma ti prego stai molto attenta che nonno ha il cuore deboluccio ”
‘Certo, certo faccio sempre tutto molto lentamente… Ma ora mi vergogno un po’ e ho paura che tu lo dici a tua madre… sai lei è donna religiosa e un po’ all’antica … magari mi licenzia ed io devo trovarmi un altro lavoro… che farai Nino, glielo dirai a tua madre?’
Nino capì che oramai teneva Alina in pugno, intuì che lei non era preoccupata di perdere il lavoro ma di perdere i regalini in denaro del nonno per quei servizi particolari, una cosa che avveniva spesso come gli avevano detto i suoi due amici esperti di badanti. Sicuro di poter chiedere oramai tutto ad Alina, Nino concluse:
‘ Ma no Alina, io so tenere un segreto, sarò una tomba. Poi io mi trovo molto bene con te, cucini bene, sei simpatica e ‘ anche una bella donna ‘ si mi piaci molto ‘ sono certo che sarai ancor più comprensiva con me …’ la tranquillizzò Nino con un sorrisetto malizioso.
Mentre Nino si alzava per andare verso di lei, Alina rimasta seduta a tavola continuò:
‘ E si ho capito cosa vuoi da me, me ne ero accorta sai, mi stai sempre intorno ‘ so che mi guardi quando mi spoglio, magari sei tu che smanetti le mie mutandine ‘ magari ti ci fai anche una sega … ma dimmi cosa ti piace di me ‘ anche tu mi piaci molto sai ‘ cosa posso fare per un bel ragazzone come te’
Lui si avvicinò da dietro, fece scivolare le sue mani sul grembiule di lei fino ad arrivare a massaggiare le sue tettone scoprendole ancora assai sode e piene, più di quanto pensasse.
Lei prima lo guidò in quel massaggio, poi si sbottonò il grembiule e tirò fuori le tettone dal reggiseno mandando in delirio il ragazzo che si concentrò a leccare e baciare i capezzoli duri e le larghe aureole..
Alina inizialmente voleva strappare a Nino solo la promessa del silenzio, ma poi le mani di quel bel ragazzo di 19 anni avevano risvegliato in lei, che non scopava da diverse settimane, anche altre intenzioni.
‘Meglio così ‘ ‘ pensò Alina scoprendosi molto attratta dal ragazzo ‘… posso prendere due piccioni con una sola fava, spennare il nonnetto e divertirmi con questo bel ragazzetto’
Alina si alzò in piedi si tolse il grembiule e si sfilò le mutande, abbracciò il ragazzo, che nel frattempo aveva fatto uscire il suo modesto cazzetto dalla patta, poi persi nei baci passionali inavvertitamente fecero cadere a terra un bicchiere che si frantumo in mille pezzi.
‘ Che succede Alina? ‘ urlò il nonno risvegliatosi di soprassalto.
‘Niente nonno dormi tranquillo e solo caduto un bicchiere’ disse lei e Nino aggiunse:
‘ Scusa nonno sono stato io’ fece Nino per non far incolpare Alina.
‘Va be’, state attenti e non fate casino che voglio dormire’
I due intanto avevano continuato a toccarsi, lei dopo aver massaggiato il cazzetto si inginocchiò e glielo prese in bocca riuscendo a farselo entrare tutto senza sforzo. Nino felice si lasciò sfuggire dei sospiri e delle incitazioni:
‘Dai dai, sei bravissima ancora un po’ poi voglio scoparti dai’
‘Stai zitto’ fece sottovoce lei ‘ se tuo nonno si sveglia e ci scopre siamo rovinati’
Allora lei in silenzio si appoggiò sul piano da lavoro della cucina, si tolse il grembiule e invitò il ragazzo a penetrarale la fica da dietro a pecorina. Lui non si fece pregare ma carico come era dopo pochi colpi sborrò riuscendo a sfilarsi appena in tempo venendole sulla schioena facendo scolare il suo sperma tra le abbondanti chiappe della badante.
‘ Scusa ero troppo carico sono venuto così presto cosicchè tu non hai sentito niente’ disse vergognandosi un po’
‘ Non fa niente la prossima volta ci organizziamo meglio e ci faremo delle scopate indimenticabili, come non ne hai mai fatte, te lo giuro’ le promise Alina.
‘Ma che è tutto sto casino?’ urlò il nonno che intanto si era risvegliato di nuovo ‘ che state combinando? Mi fate dormire si o no?’
‘Tutto a posto nonno, tranquillo, dormi sereno’ –
Il sabato sera Alina preparò tutto per bene nell’ appartamentino che divideva con una connazionale: cenetta, vino buono e poi tanta birra e vodka. Nino aveva avvisato i genitori che dormiva a casa di un amico per poter stare tutta la notte fino al mattino a scopare alla grande con Alina.
Lei gli fece toccare il paradiso, carico di eros, giovane, voglioso e incontenibile lui l’aveva montata almeno 4 volte attento stavolta a durare quanto serviva per assicurare ad Alina – anche lei scatenatissima – uno o più orgasmi per volta.
Lei aveva fatto provare il suo buco del culo al cazzetto di Nino – la sua prima volta – che ci aveva anche sborrato dentro con gran gusto, mentre a notte inoltrata quando erano ancora alla seconda botta lei, espertissima, glielo aveva imprigionato tra le tettone lasciando poi che gli riempisse la bocca di caldo sperma, stupendolo infine per la voluttà con cui aveva succhiato fino all’ultima goccia. Lui al risveglio si era molto impegnato per sbatterla di nuovo a pecorina la posizione che lei preferiva e che accompagnava sempre con un forsennato sditalinarsi, godendo in modo sguaiato e urlando frasi in russo .
Anche per Alina fu una nottata indimenticabile, da anni non scopava così tanto e con travolgente passione facendo passare in secondo piano il ricatto velato del ragazzo circa il mantenimento del segreto, che comunque giurò più volte di mantenere intenzionato a godersi la matura badante per molto tempo ancora.
Quando Nino tornò a casa all’ora di pranzo, sembrava uno straccio ma prima di chiudersi in camera sua e dormire tutto il pomeriggio provò a giustificarsi con i genitori preoccupati per il suo stato malconcio:
‘Oramai sono malato e fuori di testa,credo che dovrete trovare una badante anche per me ‘.’ Lo zio premuroso

Con sua nipote Silvia – figlia della sorella di sua moglie – Lino aveva sempre avuto un rapporto speciale dopo averla a lungo ospitata negli anni precedenti quando la famiglia di lei aveva avuto dei grossi problemi. In quei mesi difficili la ragazzina, che allora si avviava all’ adolescenza, lo aveva considerato un po’ papà e un po’ amico, restandone anche infatuata, bisognosa di molto affetto in quell’età complicata.
Per questo Lino fu subito d’accordo con la moglie nell’accettare di ospitarla di nuovo, stavolta ad Agosto nella loro villetta al mare, per permettere alla ragazza di stare in vacanza vicino al suo nuovo fidanzatino, un compagno di classe del 4^ Liceo i cui genitori avevano una casa per le vacanze li vicino.
‘ Zietto bello, fatti abbracciare, voglio darti un bacione per ringraziarti, lo sai che tu sei sempre il mio zio preferito’ furono le prime parole della nipote mentre Lino, che non la vedeva da due anni, constatò che seppur cresciuta e diventata ancora più donna, Silvia aveva ancora mantenuto quei lineamenti acerbi, adolescenziali, che a lui piacevano tanto.
Al termine della prima giornata insieme nella casa al mare, dopo cena Silvia tornò dopo quattro anni a sedersi sulle ginocchia dello zio proprio come faceva anni prima e come allora tornò a turbare l’equilibrio ormonale di Lino.
Era sempre stato duro per Lino resistere alle tentazioni più o meno innocenti di quella ragazzina che gli piazzava il culetto sul ginocchio, che si strusciava con le tettine acerbe o che lo sbaciucchiava ovunque.
Lui si ricordò, mentre lei si stava dondolando sul suo ginocchio, di una volta, anni prima, quando Silvia aveva esagerato nel fare le fusa accanto a lui, nell’accarezzarlo e nello strofinarsi col culetto, mettendolo a dura prova nel resistere dal saltarle addosso e sverginarla.
Così quella volta, appena la ragazzina uscì di casa Lino, rimasto solo con la moglie, la mise a pecorina senza darle alcuna spiegazioni e brutalmente se la scopò sul momento in cucina per scaricare l’eccessiva carica ormonale accumulata. La moglie allora non capì la ragione di tanto eros del marito ma apprezzò molto quella scopata così intensa ed inaspettata come non ne facevano da mesi.
Quella prima sera di vacanza stava succedendo di nuovo, ancora una volta lo stesso copione, con Lino che stava impazzendo nel contatto intimo con il corpo della nipote fin quando finalmente la ragazza si staccò da lui per andare all’ appuntamento col fidanzato, salutandolo con un bacione mentre gli annunciava:
‘Domani zietto dobbiamo parlare del concerto di Vasco che ci sarà qua vicino fra una settimana. Papà non vuole mandarmi ma stasera riprovo a convincerlo poi ti dico… forse mi servirà il tuo aiuto’
Alle 9 del mattino seguente Lino stava ancora dormendo quando la moglie lo salutò perchè, come al solito, voleva portare il bambino in spiaggia presto evitandogli le ore di sole più intenso. Lui si rigirò e riprese il sonno almeno fin quando non sentì il letto muoversi e una voce chiamarlo:
‘ Zio, zietto,… sono io Silvia … posso disturbarti?’ Lui si girò trovandosi subito a contatto della carne fresca e profumata della ragazza, già in bikini pronta per andare al mare, così istintivamente le baciò la coscia che intanto aveva preso ad accarezzare.
‘mmmmm… la mia dolce nipotina ‘. il mio tesoruccio che bel risveglio con te vicino …’
‘ Zietto! ma sei un vulcano sempre a pensare al sesso! Proprio fortunata la zia ad avere uno come te che ha sempre voglia’ disse con malizia lei fermando la mano dello zio già insinuata tra le cosce ed intenzionata ad arrivare fino alla fichetta.
‘Ma che dici Silvia? Io non faccio sesso quasi mai, poi con tua zia, figurati!’ si giustificò Lino.
‘E sei pure bugiardo zietto! Ieri sera verso mezzanotte sono tornata a casa solo per prendere una felpa e appena entrata ho sentito urla, mugolii, parolacce e sospiri provenire dalla vostra camera, La zia sembrava impazzita, diceva frasi irripetibili e tu ansimando le urlavi anche di peggio, ogni sorta di insulto. All’inizio sembrava un litigio ma dopo un po’ che vi spiavo ho capito…’
‘ Ma dai! E che dicevamo? Dimmelo che non mi ricordo più niente”
‘ Frasi tipo: ‘sei la mia troiona ‘ fammi godere porco… adesso ti sfondo il culo ‘ arrivi tardi quello me lo hanno già sfondato in tanti .. sei proprio una gran puttana ”
‘ Ah, allora hai sentito tutto! Bene ti rivelerò altri due segreti: primo segreto, mentre scopavo specialmente quando stavo per venire pensavo a te, al tuo culetto sulle mie ginocchia, alle tue tettine da accarezzare. Secondo segreto: ieri notte per strafare ho provato per la prima volta il Viagra e mi è venuto un pisello duro come mai prima, così tua zia è impazzita dal piacere e ha goduto a ripetizione proprio come una gran puttana ‘, si confidò Lino con il candore di chi non è ancora completamente sveglio, mentre intanto cercava di infilare la mano sotto le chiappette di lei..
‘ E bravo il mio zietto porcellone, pure col Viagra ‘ certo la tua esperienza erotica più il Viagra deve essere una cosa irresistibile per una donna ‘uhmmm… come invidio la zia’ rispose lei che intanto aveva preso ad accarezzare il petto peloso dello zietto che stava a letto solo con i pantaloncini.
In effetti Lino, che dalla notte appena finita era ancora sotto effetto Viagra, sentiva già una irresistibile erezione gonfiargli gli slip quindi, senza pensarci troppo, un po’ perchè ancora assonnato, un po’ perchè arrapato prese la mano della ragazzina e la portò sui calzoncini per fargli accarezzare quella verga oramai al suo massimo splendore.
‘ Ma zio che fai?… oddio questo è troppo’ è esagerato’ fu la prima reazione della ragazza che però non ritirò la mano ma anzi eseguì un docile il massaggio guidata dalla mano dello zio.
‘Senti come è duro, scommetto che nemmeno il tuo fidanzato ce l’ha così’
‘ E’ vero zietto il tuo sembra di marmo ‘ e poi il tuo è molto più grosso ‘ ma questo lo avevo scoperto già qualche anno fa ”
‘Qualche anno fa? E come hai fatto?’
‘Ti ricordi quando stavo a casa vostra 4 anni fa? Qualche volta venivi a darmi la buonanotte in cameretta, ti sedevi sul mio letto e mi raccontavi una storia per aiutarmi a dormire, mentre io ti accarezzavo in viso. Diverse volte è accaduto che siccome eri molto stanco ti sei addormentato prima di me mentre raccontavi qualcosa sdraiandoti accanto sul mio lettino. Io che ero innamoratissima di te e a quell’età volevo scoprire tutto sul sesso a quel punto cominciavo ad esplorare sotto i tuoi calzoncini e ”
‘… e io come reagivo? ‘
‘ A te zietto non appena io infilavo la mano sotto i tuoi slip cominciava addrizzartisi il cazzo, poi io delicatamente accarezzavo quel bel pisellone fino a che tu eccitato ti svegliavi e ancora assonnato te ne andavi in camera tua senza capire bene cosa fosse successo. Magari, così arrapato e con quel pisellone già duro una volta in camera tua facevi godere la zia fino a sfinirla, proprio come hai fatto ieri sera’ la zia se sapesse mi dovrebbe ringraziare tanto’ raccontò arrossendo in volto Silvia.
‘ Ehmm’ si ora ricordo qualcosa, … si, … poi sborravo sulle tette della zia pensando al tuo culetto ‘. ai tuoi piccoli capezzoli che si strusciavano sul mio petto … alla tua fichetta ancora vergine…’
‘ Ti confesserò anch’io un segreto zietto: mi sono fatta i miei primi ditalini pensando a te e al tuo cazzone che avevo accarezzato, allora desideravo tanto che tu mi scopassi invece ”
‘Invece che?’ domandò Lino incuriosito.
‘Invece mi sono innamorata di quel compagno di classe che poi mi ha sverginato, ma lui era un incapace, uno imbranato e veramente inesperto così non mi ha fatto mai godere finchè sono stata con lui”
Mentre parlavano Lino si era tirato fuori il cazzone da slip e calzoncini, mentre intanto stava riportando la mano della ragazza a massaggiarglielo alla grande, guidandola poi ad afferrare la verga per iniziare una delicatissima sega.
‘Ma zietto… cosa fai?… Ohh come è grande e duro! … Ma noi due non dovremmo,… forse ‘ io sono pure fidanzata e tu sposato ‘ tu sei mio zio e io ‘poi io ero venuta per chiederti di accompagnarmi al concerto di Vasco ‘ se no mio padre non mi manda ‘ poi magari se mi anticipavi i soldi del biglietto …’
‘Dai del concerto parliamo dopo ‘ adesso vieni qui e fatti baciare tutta ‘. magari fai anche tu lo stesso’
La testa della ragazza fu guidata dallo zio fino a baciargli il cazzone di conseguenza lei porto il culetto verso il viso dello zio che le sfilò gli slip del costume e cominciò ad esplorarla con la lingua mentre con un dito cominciava a penetrare nel buchetto del culo. Nonostante l’impegno della ragazza e la spinta della mano dello zio sulla nuca Silvia riuscì a farsi entrare nella sua bocca – piccola e poco avvezza a farlo scivolare fino in gola – solo la cappella, mentre teneva l’asta del cazzone saldamente nelle sue mani accennando ad una sega.
Lino invece aveva rintracciato il minuscolo clitoride di lei, lo stimolava delicatamente con la sua lingua che usava alternativamente anche per penetrare la piccola fichetta, attento ad intercettare le reazioni di piacere di lei così da poter regolare meglio l’azione della lingua sulla fica.
Ora voleva scoparsela, ma lasciò a lei l’iniziativa per trovare tempi e modi giusti per la penetrazione della piccola fichetta col suo cazzone.
Così Nino rimanendo disteso sul letto la invitò a cavalcare il pisellone che si alzava dritto e rigido come una asta da bandiera, reso quantomai turgido dal residuo effetto del Viagra nonchè per l’azione voluttuosa delle labbra di lei sulla cappella.
Lei salì a cavallo del corpo disteso dello zio afferrando il cazzone come un pomello di una sella americana poi sollevandosi ci finì sopra, lo appoggiò sulle labbra della sua fichetta e lentamente se ne fece entrare metà un po’ alla volta, cominciando contemporaneamente a montarlo lentamente.
Piaceva ad entrambi l’azione del cazzone che penetrava la piccola fichetta, un piacere che sapeva di giovane per lui, di puttanelle inesperte, invece un po’ doloroso per lei che comunque arrivò pian piano a farsi entrare quasi tutta l’asta dentro riuscendo così a trovare ben presto un primo orgasmo che gratificò molto anche lo zio.
Lino le fece riprendere fiato poi la ribaltò montandole sopra alla missionaria, cominciando subito a pomparla con decisione e brutalità, tra i sospiri profondi e gli acuti gridolini di lei.
Passo infine a finalizzare quella scopata, cercando con determinazione un orgasmo potente che voleva condividere con la ragazza, per questo alzò gambe della nipote portandole ad appoggiarsi sulle sue spalle così da poterla penetrare a fondo fino al dolore.
A quel punto intensificò la forza dei suoi colpi fin tanto che lei non cominciò ad urlare sguaiatamente e a tremare tutta preannunciando l’arrivo di un suo nuovo ed irresistibile orgasmo. Lui attese un solo attimo che lei si godesse per intero quel momento di estasi poi sfilò il cazzone dalla fica e velocemente glielo infilò in bocca proprio nel momento in cui provava il suo piacere intenso, di conseguenza le schizzò dentro il suo caldo caldo sperma che le arrivò in gola facendola tossire a lungo.
Ora stavano l’uno di fianco a l’altro, gustandosi fino in fondo quell’intenso orgasmo, lei intanto continuava ad ansimare, e pronunciare frasi smozzicate del tipo:
‘ Che bello zio ‘ che scopata ‘ ma quanto ce l’hai grosso, mi hai fatto anche male sai ‘ ma è stato bellissimo ‘ che gran cazzone che c’hai ‘ sei il migliore … ‘.
Quelle parole gratificavano molto Lino, orgoglioso che a quasi cinquant’anni aveva fatto godere come una pazza una di diciotto, anche se l’insistenza della nipotina su quegli elogi dopo in po’ gli sembrò eccessiva cominciando a suonargli falsa:
‘ Zio, zietto, allora tutto a posto eh! Ci accompagni tu al concerto di Vasco così papà mi ci lascia andare. Ehhmm, ‘ senti ‘. non è che potresti anticiparmi i soldi del biglietto ‘ oggi dovrei prenotare e sto un po’ a corto ” chiese Silvia facendo intanto mille moine ed accarezzando ovunque lo zio che ancora assaporava quella travolgente scopata.
‘Certo , non ti preoccupare… ma sono sempre il tuo zio preferito? ‘ a proposito quanto ti serve?’ rispose Lino
‘Sarebbero 130 euro, più i diritti di prenotazione eccetera fa 150 euro in tutto, sai sono rimasti solo i posti migliori e poi dovrei anticipare anche per il mio fidanzato che sta pure lui al verde. Anche questo sarà segreto tra me e te, vero zietto? … a mio padre diremo invece che i biglietti li ha comprati il mio fidanzato, eh?’ fece lei facendogli ancora una volta gli occhi da cerbiatta mentre gli massaggiava sensualmente i coglioni.
Lino intanto tirava fuori i soldi dal portafoglio e pensava tra se e se:
‘Finalmente ho capito dove voleva arrivare la mia nipote puttanella con le sue moine… si è fatta una bella scopata e ha rimediato pure i soldi per il biglietto per lei e per quel cornutone del fidanzato … ora capisco tutto ‘ mi è costata un po’ cara sta scopata… ma ne è valsa comunque la pena!’
Madre e figlia

L’architetto Paolo Marotti, un importante dirigente dell’ assessorato ai Beni Culturali, dopo la separazione dalla moglie era andato a vivere in un quartiere tranquillo, sistemandosi in un appartamentino al primo piano di una vecchia palazzina. Era stato facile per lui entrare in buoni rapporti con tutti i condomini che lo consideravano ‘uno importante’ quindi stimato e riverito.
In particolare era entrato subito in sintonia con la bella e vistosa vicina, una signora sui quarant’anni che abitava nell’altro appartamento del suo pianerottolo insieme alla figlia adolescente, tutta sua madre sia nel fisico che nel vestire.
Paolo passava molto tempo a casa nei week end perchè la donna con cui da molti anni aveva una relazione era una sua collega sposata così normalmente lui poteva incontrarla e andarci a scopare solo nei giorni lavorativi.
Quando stava a casa da solo gli piaceva chiacchierare da un balcone all’altro con la affascinante e prosperosa vicina , la signora Sandra, ammirando – con l’occasione – più le sue ampie scollature sulle abbondanti tette che i suoi brillanti occhi verdi sempre pesantemente truccati.
Stando a casa i trovava il modo di salire le due rampe di scale fino al pianerottolo dietro la figlia della affascinante ed appariscente vicina – Luana una deliziosa ed arrapante moretta sui 18 anni, che solitamente vestiva minigonne ascellari – per ammirarne dal basso le meravigliose chiappette tonde a malapena coperte da minuscoli tanga.
Le due donne si erano accorte dell’interesse un po’ voyeur del simpatico ed arrapatissimo architetto così, essendo oramai in confidenza, giocavano scopertamente con lui a provocarlo scherzosamente, a mostrare per poi nascondere quando le loro cosce, quando le tette, quando le chiappe.
Lui stava al loro gioco e se ne fregava delle chiacchiere malevole dei vicini che dicevano che quelle due erano poco di buono, che avevano accumulato negozi ed appartamenti ‘frequentando’ uomini importanti o molto ricchi, in pratica facendo le escort di lusso. I più pettegoli gli avevano raccontato che Sandra portava con se nelle sue uscite serali la figlia vestita in modo provocante fin da quando aveva 14 anni, le vedevano salire insieme su grossi SUV e auto di lusso per tornare solo a tarda notte.
Un giorno Paolo era andato a bussare a casa di Sandra per chiederle una cipolla, lei lo fece entrare con un gran sorriso, poi nel consegnargli la cipolla lo trattenne tenendogli sensualmente e calorosamente le mani mentre gli chiedeva un appuntamento per poter avere dei consigli da uno competente come lui circa un immobile in centro da adibire a ristorante.
Due giorni dopo, Sandra gli aprì sorridendo e gli diede un bacetto sulla guancia come ad un vecchio amico, era vestita in modo semplice ma sexy, una canottierina attillata che valorizzava i capezzoli scolpiti in cima alle sue mitiche tettone, oltre ad un paio di leggins aderentissimi probabilmente senza slip. Sandro fu invitato con grandi sorrisi e affettuoso calore ad accomodarsi nella sala da pranzo arredata in stile veneziano sul cui tavolo erano disposte cartelline piene di documenti e planimetrie già aperte.
Mentre lui le guardava la fica, con le grandi labbra e il monte di venere ben evidenziati dalla stoffa elasticizzata dei suoi aderentissimi leggins bianchi, lei gli spiegava che voleva aprire un ristorante nelle antiche cantine di un edificio storico di pregio e per farlo doveva chiedere all’ Assessorato una speciale autorizzazione assai difficile da ottenere. Aveva anche saputo che quelle pratiche erano di competenza dell’architetto Marotti, cioè proprio di Paolo, giudicato da tutti un osso duro, impossibile da ammorbidire, incorruttibile e meticoloso.
Paolo nonostante fosse distratto dalla sensualità di Sandra capì subito che quella autorizzazione assai difficilmente poteva essere concessa, ma mentre cercava di spiegarlo alla procace e arrapante quarantenne lei gli si avvicinò cominciando prima ad accarezzarlo poi a strofinare le tettone su di lui dicendogli:
‘ Ma dai Paoletto … cerca di venirmi incontro … siamo amici noi, no? … vedrai non te ne pentirai ‘ ti darò tutto il mio affetto e non solo ‘ so che ti piace starmi vicino ‘ anche io ho molta simpatia per te ‘ dai senti il mio cuore come batte ‘ senti come sono emozionata a star vicina a te ”
Mentre il contatto con le sue tettone diventava più intenso, mentre le mani di lei gli accarezzavano dopo i capelli e il collo anche il petto, Paolo trovò la forza di alzarsi per provare ad interrompere l’assedio sensuale di Sandra a cui stava quasi per arrendersi. Ma una volta in piedi lei gli si parò davanti ancor più decisa chiudendolo in un angolo, costringendolo a lasciarsi andare alle sue carezze che presto arrivarono al suo pacco in via di erezione, mentre intanto guidava una mano di lui ad accarezzargli le chiappe. Paolo per un po’ si lasciò andare al piacere di quell’assalto poi trovò la forza di staccarsi, di ridarsi un contegno per dirle:
‘Sandra non ti preoccupare esaminerò bene le carte poi vedrò se la legge consente di autorizzare il tuo ristorante. Temo proprio di no, ma ti darò una risposta definitiva tra qualche giorno’
Sabato mattina verso mezzogiorno Paolo suonò il campanello e Sandra venne ad aprire vestita in modo ancor più arrapante dell’altra volta: minigonna a plissettata e top elasticizzato senza reggiseno, stavolta poi i bacetti di saluto furono quattro e il contatto con le tette già durante l’abbraccio intenso e prolungato. Lei lo fece accomodare sul divano, preparò una caraffa di Spritz – l’aperitivo preferito di Paolo – gliene servì subito un bicchierone accompagnandolo con qualche stuzzichino molto piccante.
Paolo, bevuto lo Spritz, affrontò subito il problema della autorizzazione, dopo una lunga e documentata introduzione concluse:
‘ Mi dispiace cara amica doverti dare questa brutta notizia ma se io autorizzassi il tuo ristorante rischierei di violare la legge e se la cosa finisse in un tribunale potrei anche essere condannato. Mi spiace Sandra ma proprio non me la sento ‘.’
Lei aveva previsto questa possibilità per cui aveva preparato ‘il piano B’ che – ne era certa – avrebbe fatto cambiare idea all’inflessibile ed incorruttibile dirigente, insensibile ad offerte in denaro o altri beni materiali.
Cominciò col servirgli un altro bicchierone di Spritz, poi si sedette accanto a lui sul divano e propose un brindisi:
‘Alla nostra affettuosa amicizia, cin cin !’.
Paolo si sentì sollevato credendo che Sandra avesse preso bene la cattiva notizia della mancata autorizzazione e rispose entusiasta al brindisi tracannando subito mezzo bicchiere. E lo Spritz stava già facendo effetto così quando lei cominciò a provocarlo sfottendolo sul fatto che lui la guardava arrapato ma non ci provava mai, così il clima tra loro da euforico per effetto dell’alcol diventò incandescente per via degli ormoni.
‘ Ti piace il mio top? Mi posso ancora permettere di stare senza reggiseno nonostante queste abbondanti tettone … senti come stanno su … come sono sode .. dai ‘non fare il timido…’ disse con voce sensuale Sandra che quando voleva sapeva essere proprio un gran mignotta.
Mentre lei lo invitava con queste ammiccanti parole, visto che Paolo rideva ma non reagiva, gli prese una mano e la guidò con decisione a massaggiare le sue tettone insistendo a lungo nel roteare intorno ai capezzoli. Lui ovviamente gradiva ma nonostante sentisse già qualcosa muoversi sotto la patta continuava a scherzare allegramente accettando ben volontieri l’offerta di un altro Spritz.
‘Ti piace la mia minigonna ehh! …vedo che non stacchi lo sguardo dalle mie cosce ‘senti che piacere da accarezzare ‘ dai non fare il timido ‘ lo so che ti piacciono ‘ lo so che non vedi l’ora che io o mia figlia saliamo le scale per guardare sotto le nostre gonne’ gli disse con disinvoltura Sandra brindando con lo Spritz e portandogli la mano tra le cosce.
Paolo sempre più eccitato, rosso in viso non solo per i troppi aperitivi, con la mano che risaliva tra le cosce di lei verso la fica, si stava lasciando andare quando d’un tratto si bloccò sconvolto:
‘ Ma… ma tu ‘ tu stai senza mutande ‘ oddio che fica calda che c’hai ‘ ma sei completamente rasata ‘ dio che bello… che paradiso’ balbettò l’architetto mentre lei gli aveva messo mano sulla patta dei pantaloni e dopo pochi massaggi già stava tirando giù la zip.
Lei si sfilò il top e la minigonna restando nuda in un attimo poi, dopo averlo spompinato un po’, lo convinse a sfilarsi i pantaloni e mutande e polo. Oramai nudi si abbracciarono toccandosi ovunque poi lei si mise in ginocchio per riprendere il pompino quando a sorpresa entrò nel salotto Luana, la figlia di Sandra, indossando solo un tanga minimale e un reggiseno trasparentissimo, continuando a smanettare ossessivamente il suo Iphone.
Girò più volte intorno a Paolo fotografadoli mentre la mamma lo spompinava , poi li filmò mentre invertivano i ruoli, ora dopo il pompino era lui a leccarle la fica scivolando sul clitoride e penetrando nella vagina.
La ragazzina a sua volta si sfilò il mini tanga e il reggiseno, si sedette sul divano accanto alla madre a cosce aperte invitando Paolo a leccargliela anche a lei. Mentre Paolo si impegnava nel cunnilingus con la ragazzina – il suo sogno da quando l’aveva conosciuta – la mamma riprese a scattare foto e fare filmini, registrando pure l’ansimare di Paolo, indugiando in un primo piano del suo cazzo viola diventato duro come il marmo.
Sandra con la sua esperienza si rese subito conto che Paolo dopo quel doppio trattamento stava avvicinandosi all’orgasmo e quindi era giunto il momento di farlo scopare, per cui gli chiese:
‘Paoletto, come possiamo farti felice ancora di più? ‘.come ci vuoi scopare? … siamo le tue geishe …vogliamo solo la tua felicità ‘ e lui ansimando e accarezzandole le spinse vicino ad un mobile affiancate, le piegò entrambe a 90 gradi e da dietro cominciò a far scivolare le dita nel solco delle loro chiappe fino a quando si fermò un po’ a tormentare entrambi i buchi dei loro due culi penetrandoli appena.
Sempre con le dita scese poi sulle due vagine trovandole già bagnate, pronte per ricevere il suo cazzo duro, così iniziò subito ad appoggiare e strofinare alternativamente sulle due fiche la capella violacea oramai così gonfia che sembrava volesse esplodere.
Prima di penetrarle Paolo si fermò un attimo per ammirare lo spettacolo di quei due strepitosi culi affiancati, quello acerbo e sodo della ragazzina, quello burruso e pieno della mamma. Poi, sempre da dietro, le abbracciò entrambe arrivando con la sua mano sinistra alla tettina soda della piccola e con la destra alla tettona di Sandra che massaggiò con gusto ed insistenza.
Solo a quel punto cominciò a penetrarle nella fica, iniziando dalla mamma, tenendo intanto una mano sulle chiappe dell’altra, poi cambiò infilandolo alla figlia, mentre intanto penetrava con due dita nel buco del culo della mamma.
Nonostante Paolo adorasse il culo burroso di Sandra, nonostante la superiore esperienza della donna matura nel seguire il ritmo della sua monta, la sua superiore classe nell’ assecondarlo nei movimenti esaltandoli con una leggera roteazione del bacino, la fica fresca della giovanissimai Luana era tutta un’altra cosa, saranno stati i desideri repressi o ancestrali dell’architetto fatto sta che scopare quella sorca così giovane riuscì a portarlo ben presto vicino all’orgasmo.
Prima di lasciarsi andare al piacere Paolo sfilò il suo cazzo dalla giovane fica, le invitò entrambe a girarsi poi ad accucciarsi per poter sborrare sui loro bei visi e quindi farselo succhiare da quelle bocche carnose. Loro, evidentemente abituate anche a questa situazioni, si disposero voluttuose a ricevere sulle labbra i suoi schizzi per poi scambiarsi lentamente lo sperma che scolava sui loro visi raccogliendolo con la lingua passandoselo sensualmente dalla bocca dell’una a quella dell’ altra e viceversa.
Stremato sul divano Paolo si godeva l’abbraccio e le coccole delle due, che intanto delicatamente e lentamente continuavano ad accarezzargli i coglioni fin quando lui trovò la forza per dire:
‘ Siete stupende … bellissime ma anche bravissime ‘ che gran scopata ‘ meravigliose ‘ e Sandra maliziosa prese la palla al balzo:
‘Ti è piaciuto ehhh… ci abbiamo messo l’anima per far divertire il nostro caro amico ‘ ora sono certa chiuderai un occhio sulla autorizzazione del ristorante ‘ magari quando ci porti il permesso firmato e approvato ci facciamo un altro giro come questo ‘ ci divertiamo di nuovo ‘ magari vediamo insieme le foto e i filmini che abbiamo fatto oggi ‘ così ti diamo memory card … te la tieni per ricordo … ed evitiamo che finisca in mani sbagliate ‘ sai che scandalo per uno importante come te”
Paolo per un volta superò le sue rigidità e il suo senso del dovere quindi capita anche l’antifona delle foto hard rispose a quelle loro promesse e alla velata di minaccia di fare scandalo assai furbescamente:
‘ Ma certo state tranquille… si così ci divertiamo ancora ‘ ma penso che ci vorranno diversi incontri per risolvere la vostra pratica ‘ è una cosa complicata ‘ dovremo impegnarci molto per la vostra sospirata autorizzazione ‘ serviranno almeno 4 o 5 incontri come questi direi ” La padrona di casa è incinta

La casa nuova finalmente era pronta così Nino stava già preparando il trasloco e predisponendo ogni altra cosa, compreso avvisare la padrona della casa in affitto cui avevano abitato finora per chiudere il contratto, constatare eventuali danni e farsi restituire la caparra.
La settimana successiva Mariella, la padrona di casa, si presentò puntuale insieme a suo padre all’appuntamento con Nino e sua moglie in quella casa già ingombra di pacchi e scatoloni. La sorpresa di Nino fu grande quando, nell’ aprire la porta, prima di riabbracciarla calorosamente, si accorse che Mariella era incinta, oramai con un gran pancione.
Lui e Mariella avevano familiarizzato subito, erano entrati in simpatia fin dal loro primo incontro 4 anni prima, già visitando quella casa vuota accompagnati solo dall’addetto dell’agenzia immobiliare, un feeling istintivo nonostante lei non avesse ancora 30 anni e Nino almeno 20 di più. In un paio di successivi incontri per definire il contratto entrarono in confidenza così quando scesero nel seminterrato per via di un guasto alla porta del box auto, in un corridoio buio lei gli prese la mano istintivamente come impaurita, cercando di farsi rassicurare da lui.
Nino si fermò in mezzo allo scuro del corridoio, l’abbraccio, la baciò sul collo, la accarezzò a lungo esplorando le morbide tette e il culetto ben fatto ma quando fece per baciarla in bocca lei si ritrasse e quel momento magico svanì.
Mariella era proprio bellina, bionda, piccola ma tutte curve, una bambolina che a Nino attizzava da impazzire, purtroppo se ne accorse pure sua moglie che da quel momento impedì qualsiasi successivo incontro tra loro due da soli.
Ora lei sedeva abbandonata sul divano, incinta al 7^ mese, più bella che mai, con le tette gonfie che si appoggiavano deliziosamente ai lati del pancione, con le labbra piene e quantomai sensuali, peccato solo per una vena di tristezza che le spegneva il viso e le dava un aria pensierosa.
Nino mentre la guardava se la immaginava nuda in posa per una foto da copertina di magazine importanti come le grandi dive apparse nude col pancione su Vanity Fair.
La discussione sulla restituzione della caparra tra il padre di lei e la moglie di lui andava malissimo, mentre Nino e Mariella continuavano a lanciarsi sguardi, a fare battutine e ad ammiccarsi, assai distanti dal litigio sulle questioni di soldi. In pratica il padre di Mariella accampando argomenti alquanto pretestuosi sosteneva che la caparra – circa 3000 euro – non andasse restituita mentre la moglie di Nino la pretendeva quasi per intero.
Per evitare il degenerare della discussione, Nino – che continuava a guardare incantato la bellezza di quella gravidanza – e Mariella – sempre più triste, quasi in lacrime – si accordarono infine di rinviare di alcuni giorni per approfondire il problema, far sbollire gli animi e cercare una soluzione.
Nino la richiamò già la mattina successiva di buon ora, le raccontò la verità ovvero che era rimasto colpito dalla tristezza dei suoi occhi in contrasto con la bellezza folgorante della sua gravidanza, le suggerì di rivedersi loro due da soli che un buon accordo sulla restituzione della caparra l’avrebbero certamente trovato.
Nino aprì e l’accolse con calore, la fece entrare nell’appartamento oramai quasi vuoto, poi chiusa la porta fece per darle un paio di bacetti di saluto ma lei invece si aggrappò a lui e lo abbracciò intensamente per cercare conforto.
Da poche parole e qualche sospiro Nino capì che Mariella era molto amareggiata e viveva una profonda crisi di coppia con il suo compagno che se ne era andato lasciandola sola proprio durante la gravidanza che lei avrebbe voluto piena di affetto e di passione. L’allontanamento del compagno aveva provocato a Mariella anche grossi problemi economici che rendevano per lei impossibile restituire i 3000 euro della caparra.
Per stemperare un po’ il clima Nino la rassicurò circa la restutuzione dei soldi e le propose intanto di andare a verificare le condizioni per poi riconsegnarle le chiavi del box auto. Quando furono di nuovo in quel corridoio stretto e poco illuminato in cui anni prima si erano scambiati un po’ di effusioni lei, che camminava davanti a Nino, cercò di nuovo la sua mano mentre con una voce carica di sentimento e nostalgia gli diceva:
‘ Nino ti ricordi di noi due qui qualche anno fa? Stavamo quasi per lasciarci andare ‘ che peccato però non aver colto l’attimo ” a quel punto Nino non si trattenne più e mentre l’abbracciava da dietro le disse:
‘ Lo coglieremo ora quell’attimo ”
Pur rimanendo uno dietro all’altra si baciarono in bocca mentre le mani di Nino esploravano sensualmente quelle tette meravigliose e quel pancione gonfio, lei con una mano lo guidava alla ricerca delle parti del suo corpo piu sensibili con l’altra gli accarezzava il suo pacco.
Fu facile per Nino sollevare l’ampia gonna del vestitino premaman ed esplorarle la fica ed il culo sotto gli slip, mentre aveva consegnato il suo cazzo liberato dalla patta dei jeans alla mano vogliosa di lei.
Mariella fu esplicita nella richiesta, incurante dei rischi di farsi beccare da qualche condomino proprio li mentre scopavano:
‘ Dai adesso ‘ ti voglio subito .. per anni ho fantasticato di noi che scopavamo qui ‘ quanti orgasmi pensando a noi a noi due qui da soli ‘ con la paura di essere beccati da qualche vecchio condomino ”
Lei si tolse gli slip, si appoggiò ad un muretto si piegò ed alzandosi la gonna lo invitò a prenderla a pecorina senza indugi o preamboli:
‘ Dai ora subito… fammi felice ‘ solo con te posso godere oramai ”
Lui si avvicinò da dietro e la penetrò piano temendo di farle male, ma lei ansimante lo incitò a non avere paura, voleva godere come da molti mesi non le accadeva più.
Così Nino dimenticò la prudenza penetrandola tutta e senza particolari attenzioni, lei ansimando lo incitava ancora fin quando non cominciò a tremare incontrollatamente preannunciando l’arrivo di un travolgente orgasmo che arrivò appeno dopo . Anche lui accelerò e stava quasi per venire quando udì dei rumori provenire da li vicino, erano le porte dell’ascensore che si stavano aprendo. Allora lui stimolato dalla paura di essere beccato le sborrò subito nella fica ma si ritrasse velocemente per ricomporsi.
Lei pure si risistemò alla bene e meglio, poi entrambi si incamminarono in fretta verso il garage per non essere beccati dall’ inquilino sceso dall’ascensore che stava raggiungendoli. Mentre i due aprivano il portellone del garage li salutò il dott. Damiani che li guardò sospettoso, così loro sentirono il dovere di giustificarsi farfugliando scuse confuse circa la riconsegna del box per fine locazione.
Dopo quello spavento ripresero fiato chiusi nel box rimanendo a lungo abbracciati poi risalirono in casa abbandonadosi ai baci di nuovo nell’ascensore, scambiandosi senza ritegno il sudore che oramai perlava le loro fronti e i loro corpi.
Appena dentro lui propose di riempire la grande Jacuzzi per rinfrescarsi insieme e continuare li dentro con calma quanto iniziato nel seminterrato. Nell’attesa che la vasca si riempisse si spogliarono nudi, lui la baciò ovunque insistendo sul pancione e suoi seni che ora si mostravano esagerati, contornati da aureole dilatate a dismisura e con due grossi capezzoli turgidi e scuri.
Una volta dentro la vasca, rinfrescati ed accarezzati dall’ acqua scrosciante, si inseguirono con le mani l’un l’altro, eccitandosi a ripensare quanto erano stati incoscienti a scopare nel corridoio dei box auto, al piacere subdolo provato nel sentir avvicinare il dott. Damiani, eccitati dalla sordida sensazione di essere scoperti e sputtanati.
Lui stando dapprima disteso accanto a lei dopo averle a lungo sditalinato la fica si alzò in piedi sulla vasca consentendole di sedersi appoggiata con la schiena al bordo per succhiargli prima i coglioni poi spompinarlo con voluttà.
Ora però entrambi volevano scopare e dopo qualche tentativo maldestro finalmente trovarono la posizione. Lei si mise di fianco godendosi pienamente il massaggio dell’acqua, lui si distese dietro sempre stando di lato ed iniziò una penetrazione delicata lubrificata insieme dagli umori della sua fica e dall’acqua tumultuosa.
Rimasero a lungo così, tutti presi in quella lenta scopata, compensando finalmente la fretta e la paura della loro perversa scopata nel corridoio del seminterrato.
Quando lei raggiunse l’orgasmo lui l’accompagnò continuando a titillargli un capezzolo baciandola sul collo, quindi passato quel momento di estasi di lei Nino si alzò, la invitò ad afferrargli il cazzo e a masturbarlo con entrambe le mani, appoggiando la cappella sulle labbra fino a farlo sborrare poi sulle sue deliziose tettone.
Mentre lei ora succhiava sulla cappella le ultime goccie di sborra, i fiotti di sperma schizzati sulle tettone ormai scendevano sul pancione intercettati dalla mano di Mariella che li spalmava delicatamente sul suo corpo come fosse una crema di bellezza.
Esausti, uno accanto all’altro, accarezzandosi delicatamente, si goderono a lungo le sensazioni di quella loro folle e trasgressiva mattinata d’amore ricordandosi solo mentre stavano uscendo dalla vasca della ragione di quel loro incontro, ovvero il problema della restituzione della caparra.
‘Credo proprio che avevi ragione tu e quindi non è necessaria la resistituzione della caparra ‘ anche se dovremo vederci ancora altre volte ‘ per approfondire piacevolmente la questione!’ concluse Nino.
La nipote inquieta

Solo in casa, la moglie a casa di parenti lontani, la figlia da tempo all’estero per lavoro, Lino era riuscito ad organizzarsi un week end di tutto sesso con Lea, una vecchia fiamma con cui ciclicamente tornava a scopare. Lei era una bella quarantenne, bisex, appena uscita malconcia da una lunga storia d’amore lesbo così ora si era scatenata scopandosi tutti gli uomini che le capitavano a tiro quasi volesse recuperare una prolungata carenza di cazzo.
Lino aveva organizzato tutto con cura a casa sua a partire dalla scelta musicale , mentre conscio dei suoi limiti fisici – oramai aveva 55 anni – si era procurato una confezione di Cialis, meglio del Viagra perchè durava tutto il weekend, almeno un giorno e mezzo di cazzo duro come il marmo, una cosa da far impazzire anche la donna più esigente.
Si erano già accomodati nell’ampio salone, sul tv una lunga play list di video musicali lounge molti dei quali con immagini allusive a rapporti lesbo così, già all primo flute di prosecco, si stavano già baciando sensualmente abbandonati sul divano.
Dopo una telefonata inaspettata Lea gli annunciò che doveva rinunciare alla nottata hot così Lino – un po’ deluso – decise di concentrare tutte le sue energie erotiche in quel pomeriggio, quindi, terminata la prima sofisticata e delicata scopata prolungatasi per oltre mezz’ora, appena dopo una breve pausa, avevano già ripreso a toccarsi teneramente e mentre sorseggiavano un altro prosecco e a lui gli stava di nuovo tornando duro.
Stavolta Lea prese l’iniziativa, aveva avvisato in anticipo Lino che gli avrebbe fatto provare qualcosa di insolito e di paradisiaco, per farlo si era organizzata portando con se una borsa misteriosa che ora stava appoggiata accanto al divano .
Lei lo guidò in un ballo sensuale sulle note di Buddha bar assai coinvolgenti, lo riempì di baci ovunque e pretese altrettanto da lui, lo fece distendere sul divano, estrasse dalla borsa una scatola contenente dildo di diverse dimensioni che lubrificò, ne consegnò uno a Lino quindi si distese sopra di lui a 69 con in mano il dildo più piccolo.
Lino, seppur inizialmente riluttante, accettò dopo una accurata preparazione fatta da Lea di essere penetrato nel suo culetto vergine con il dildo più piccolo mentre contemporaneamente lei gli faceva un pompino e lui all’altro capo del 69 la penetrava infiladole il grosso giocattolo nella fica e intanto le succhiava il clitoride. Mentre lui impazziva dal piacere costretto a trattenersi per non sborrare, Lea invece si lasciò andare di nuovo al piacere di tutte quelle sollecitazioni raggiungendo una seconda volta l’orgasmo.
Lei, oramai scatenatissima, riprese immediatamente l’iniziativa, voleva replicare con lui – per quanto possibile – alcuni i giochi erotici lesbo che faceva con la sua ex fidanzata, per questo lo fece mettere sdraiato sul divano, gambe all’aria ma con il culo rialzato appoggiato sul bracciolo del divano con l’intenzione di incularselo con lo ‘strap-on’ che aveva appena indossato.
Lino da quella scomoda posizione cominciò a masturbarsi godendo del dolore crescente provocato da lei che iniziava a penetrarlo nel buco del culo, affondando e stantuffando con ritmo crescente, spingendo sempre di più, incitandolo con frasi volgari a godere mentre glielo sfondava senza pietà.
Sebbene molto coinvolto in quella dolorosa ma piacevolissima inculata bisex, Lino con la coda dell’occhio notò qualcuno che li spiava accucciato sulla scala a chiocciola che portava al miniappartamento ricavato nel superattico..
Dopo la prima reazione di sorpresa, realizzò che a spiarli era la nipote Lara – venuta a studiare in città e ospitata nell’appartamentino al superattico lasciato libero dalla figlia-, così decise di far finta di niente, godersi a pieno quella inculata così trasgressiva e così travolgente, rimandando ai giorni seguenti il chiarimento con la giovane nipote guardona.
Mentre Lea lo faceva godere sempre più per quel grosso dildo che gli sfondava il culo, mentre lei spingeva dentro sempre più violentemente con lo strap-on, Paolo accelerò la sua sega fissando l’eccitatissima espressione del volto di Lea reso furioso e perfino truce da quello sforzo trasgressivo.
Prolungò per quanto possibile quel momento poi si lasciò andare arrivando ben presto a sborrare, schizzando sperma sulla sua pancia che poi la lingua di lei si incarico di raccogliere e gustare.
Lei dopo essersi sfilata dal culo martoriato di Lino, dopo aver succhiato tutta la sborra si slacciò lo strap-on e si abbandonò distesa a cosce aperte sul divano sparandosi un furioso ditalino, urlando insulti volgari alla sua ex fidanzata fino a raggiungere un orgasmo rabbioso.

Al termine della piacevole cenetta romantica con Lea, poco prima di alzarsi per riaccompagnarla a casa, Lino si ricordò del problema della nipote che li aveva spiati, provò ai risolvere con un sms ‘Fai colazione insieme a me domattina, cappuccino con panna e cornetti caldi?’ dopo poco arrivò la risposta di Sara: ‘ok 9,30’.
Il mattino dopo Sara scese puntuale la scala a chiocciola che dall’appartamentino all’attico scendeva in casa di Lino richiamata dal profumo di brioche appena sfornate che pervadeva la casa. Indossava una tshirt senza reggiseno che evidenziava i capezzoli e un paio di pantaloncini da notte praticamente trasparenti quindi inevitabilmente Lino ancora sotto effetto Cialis tornò ad arraparsi.
Mentre facevano colazione Lino affrontò subito la questione:
‘Ieri mi hai beccato in quella situazione particolare con la mia amica ‘ehmmm ‘ sono certo che sarai discreta con tutti ‘ non solo con mia moglie ‘ capisci che scandalo sarebbe…’
‘Stai sicuro zio, non ti preoccupare per il mio silenzio, contaci … invece sai che sono stata molto colpita da voi due che facevate sesso in quel modo sorprendente ‘ eravate molto eccitanti ‘ davvero bellissimi da vedere ‘ molto sexy … mi sono fermata a guardarvi a lungo ‘ sai ho fatto anche un video con l’Iphone ‘ poi magari lo vediamo insieme se vuoi ‘ magari mi togli anche qualche curiosità’.
Scaricato il filmato decisero di vederlo col pc collegato alla tv grande, seduti sullo stesso divano dove Lino e Lea avevano scopato alla grande. Ma Lino ora non stava ripensando alle scopate trasgressive del giorno prima, si era invece fissato a guardare tra le trasparenze dei calzoncini intravedendo la peluria e le labbra della fica della giovane nipote.
Sin dalle prime immagine malferme e lontane del filmato da cellulare Lea si era lasciata andare a valutazioni hot:
‘Che belli voi due che scopate ‘ zio sembri un macho esperto, quasi un attore di film porno ‘ poi lei è deliziosa vorrei essere io tra le sue braccia ‘ guarda come si gode il tuo cazzone quella ‘ lo sai che mi sono anche toccata molto pensando a voi due .’
Lino, a cui era già partita l’erezione, commentò:
‘ Hai ragione, si fa sempre un sesso speciale con Lea, sesso estremo e trasgressivo come solo una bisex sa fare ‘ ti piacerebbe ehhh ‘ si vede ‘ se vuoi magari te la faccio conoscere ‘ così proverai un super ditalino fatto dalle due mani e dalla sua lingua …’
‘Sai zio sono stanca delle solite scopate con i miei coetanei, me ne sono fatti tanti e oramai sembrano tutti uguali, invece con voi uomini maturi o con una bisex dovrebbe essere il paradiso…si vorrei provare con la tua amica, magari’
‘Ti farò conoscere la mia amica sono certo che vi divertirete, magari mi fate assistere anche a me che non lo ho mai fatto ‘ l’ ho chiesto a Lea tante volte ma mi ha detto che è difficilissimo per un uomo intrufolarsi in un coppia lesbo ‘ ma intanto puoi provare con me …’
Lino ora non resisteva più così cominciò ad accarezzare Lara tra le gambe insinuandosi facilmente sotto i calzoncini trasparenti, lei divaricò le cosce e lasciò che lo zio la sditalinasse delicatamente mentre continuavano a vedere il filmato da cellulare che ora mostrava Lea che si inculava Lino con lo strap-on.
Sara ora voleva scopare quindi chiese allo zio di mettere lo stesso video musicale del giorno prima, fece alzare in piedi lo zio, lo spogliò tra carezze baci, poi invitò Lino a fare altrettanto con lei.
Il bel cazzone di Lino – duro come non mai – ora veniva delicatamente succhiato dalla giovane che pretese poi di proseguire distesi ma a 69 dopo aver recuperato due spazzole in bagno da usare come dildo.
Stavano ripetendo il copione del giorno prima con maggiore passione ed intensità anche se privi della abilità e della esperienza di Lea. A Lino piaceva molto quella situazione trasgressiva con la giovanissima nipote, la sua freschezza e il suo slancio gli procuravano sensazioni molto più intense e coinvolgenti di quelle vissute il giorno prima con l’amica più esperta.
Dopo la prima scopata si ripresero lentamente, lui un po’ scarico di eros nonostante il pisellone mantenuto duro dal Cialis decise di modificare leggermente lo schema della seconda scopata con Lea per cui mise la ragazza sul divano nella stessa posizione in cui lui il giorno prima era stato rudemente inculato con lo strap-on da Lea.
Ora Sara stava sul divano a gambe all’aria, il culo rialzato sul bracciolo, si masturbava tra il clitoride e la fica con l’aiuto del manico di una spazzola, lui invece una volta lubrificatosi il cazzone si stava avvicinando minaccioso al piccolo buco del culo di lei.
Dopo aver preparato il giovane buchetto infilandoci un paio di dita ben lubrificate gli fece entrare senza sforzo la cappella e poi inaspettatamente la sfondò infilandoglielo brutalmente quasi tutto dentro. Lei lanciò un urlo ma contemporaneamente accelerò il suo ditalino infilandosi contemporaneamente tutto il manico di spazzola nella fica.
Lino continuò ad affondare il suo cazzo in quel piccolo e delizioso culetto godendo delle contrazione e degli spasmi di lei che oramai aveva cominciato ad urlare ed ansimare senza freni col risultato di far scatenare in Lino una brutalità inaspettata che sfogò affondando le unghia sulle cosce di lei mentre la sfondava senza pietà..
Appena lei annunciò l’arrivo del nuovo orgasmo intensificando i sussulti e gli spasmi anche lui si lasciò andare ad un piacere violento sborrandole nel culo dopo un ultimo e più feroce colpo di reni che la squarciò dentro.
Mentre lo sperma le colava dal suo culo dolorante, Lara ancora gemeva e sussultava di piacere, intanto lo zio si affiancava a lei sul divano accarezzandola teneramente mentre riprendeva fiato. Passarono ancora diversi minuti prima che i due riprendessero coscienza e realizzassero che dopo quella follia ora dovevano tornare a comportarsi come zio e nipote. L’amico di famiglia

Luglio si avvicinava e come ogni anno Nino sarebbe andato con sua madre nella loro casetta al mare nel paese materno. Nino in camera sua mentre si preparava per dormire, pregustava le prossime avventure insieme a Saro il suo grande amico che aveva un paio di anni più di lui, con cui era cresciuto, condiviso sport, passioni, amori e sesso.
Quando ripensava alla amicizia con Saro a Nino veniva sempre in mente quell’estate in cui di ritorno dal mare, distesi nella penombra della cameretta i due si erano scambiati confidenze e fantasie erotiche, poi con naturalezza avevano liberato il cazzo dal costume da bagno e cominciato a massaggiarselo. Saro, che aveva un cazzo davvero grande, gli propose di masturbarsi a vicenda, l’uno segando il cazzo dell’altro, Nino accettò un po’ titubante, infine prese in mano il cazzone di Saro duro come marmo ma solo dopo che l’altro aveva già iniziato a massaggiargli il suo.
Assorbita la prima scarica di emozioni dovuta a quella trasgressione, Nino chiese all’amico di raccontare a voce alta, in assoluta sincerità, le fantasie erotiche che accompagnavano quella masturbazione, poi lui avrebbe fatto altrettanto. Saro, dopo qualche esitazione, confesso che quella sega, come molte sue altre, era dedicata alla voglia repressa di scoparsi la mamma di Nino, alle sue tette traboccanti, al culone un po’ grasso ma tutto da sfondare. Nino sconvolto da quelle confessioni si eccitò fino quasi a sborrare, tremante per quei due tabù infranti in pochi minuti.
Quando toccò a lui raccontare la propria fantasia Nino trovò il coraggio di confessare all’amico che spesso si masturbava pensando a Paola, la sorella di Saro, a cui sognava di poter leccare la fica e il buco del culo fino a farla urlare dal piacere. Poco dopo i due sborrarono in un crescendo di oscenità su madre e sorella che terminò solo quando staccarono le mani intrise di sperma l’uno dal cazzo dell’altro.
Lo rifecero altre tre volte andando sempre un po’ oltre nella trasgressione, arrivando a prenderselo in bocca reciprocamente, giustificandosi ipocritamente con la necessità di capire cosa provassero le ragazze quando facevano i pompini.
Ma quando quel crescendo omosex arrivò vicino alla penetrazione del culo si fermarono impauriti dalla piega che stava prendendo quella esperienza e decisero di interrompere per sempre le loro attività omosessuali. Così ripresero a rimorchiare turiste e villeggianti fin quando Nino poco dopo si fidanzò per un paio di settimane con Paola la sorella di Saro.
Nino quell’ultima sera in città, mentre pensava alla prossima vacanza al mare, andando in bagno prima di mettersi a letto, sentì degli strani mugolii provenienti dalla camera matrimoniale dove da molti anni la mamma separata dormiva da sola. Incuriosito si avvicinò e dalla porta socchiusa prima origliò quei sospiri, poi trovò il modo anche di sbirciare non visto. Fu scosso nel vedere la mamma seduta sul lettone, il pc appoggiato sulle gambe che ogni tanto digitava qualcosa sulla tastiera interrompendo per massaggiarsi e scoprire le sue tettone gonfie. Nino assai turbato da quella vista concluse, cercando di tranquillizzarsi, che probabilmente la mamma stava chattando su facebook con un suo nuovo fidanzato.
Durante la notte, nei sogni agitati e poi al risveglio gli tornò alla mente quella scena tanto che per calmarsi di prima mattina fu costretto a masturbarsi pensando prima alla mamma che faceva sesso virtuale, poi trasgredito anche quel tabù fantasticò senza freni immaginando il corpo burroso della madre, sborrando mentre pensava di incularsela senza pietà.
Fece colazione da solo, la mamma era uscita per gli ultimi acquisti prima della partenza per il mare, così non resistette alla tentazione di aprire il pc della madre, per tuffarsi immediatamente su facebook rimasto su un account con un nome di donna diverso da quello vero della madre, quindi apri immediatamente la lista dei messaggi e della chat. Trovò subito uno scambio di allusioni e di richiami erotici espliciti con un uomo, anche lui con un nickname e una foto irriconoscibile. Comunque apprese che la mamma e il suo amante si davano appuntamento per dopodomani al mare dove finalmente si sarebbero lasciati andare senza tregua e senza pudori a tutte le posizioni erotiche su cui avevano fantasticato e goduto masturbandosi via webcam.
Una volta arrivati al loro paese di mare a Nino venne la curiosità morbosa di scoprire chi fosse mai l’amante misterioso della mamma, quello per cui lei si lasciava andare a voglie ed espressioni da vera troia, le più perverse e volgari che si potessero immaginare.
Chi era l’uomo a cui la madre aveva promesso di lasciarsi sfondare anche il culo? Chi era quel fortunato ‘stallone’ che lei in chat rassicurava avrebbe adeguatamente preparato il suo culo ‘per quella grossa penetrazione’ attenta anche ad una minuziosa pulizia ‘per accogliere il suo cazzone smisurato e prepotente’?.
Sorvegliò discretamente le mosse della mamma, spiò i suoi messaggi al cellulare fin quando scoprì che la madre aspettava l’amante per quella mattina dopo che lui fosse uscito per raggiungere gli amici in spiaggia. Allora Nino con disinvoltura organizzò tutto in modo da poter rientrare in casa inosservato mentre i due scopavano violentemente. Voleva spiarli non solo per soddisfare quella sua nuova perversione verso la mamma, ma anche per scoprire chi fosse quell’uomo fortunato che si godeva quel culo burroso e quelle tettone gonfie.
Dopo circa un’ora da quando era uscito salutando la mamma diretto verso la spiaggia, Nino era già di ritorno, rientrava in casa tramite la porta del box lasciata aperta e saliva le scale scalzo per non far rumore. Appena sul corridoio sentì subito quelle parole smozzicate interrotte da gridolini e man mano che si avvicinava alla camera della mamma distinse non solo le oscenità che si scambiavano ma anche il suono dell’impatto del corpo di lui sulle chiappone della mamma piegata a pecorina.
Mentre spiava quella feroce scopata Nino si era infilato la mano sotto i bermuda avviando una sega violenta che si interruppe bruscamente quando, per cambiare posizione, i due si girarono e lui riconobbe il suo amico Saro che ora stava scopando con irruenza la bocca della mamma disponibile, perversa e vogliosa.
Fuggì via sconvolto e iniziò a girovagare col motorino evitando di incontrare chiunque, rincasando solo per il pranzo, trovando la mamma felice e rilassata che notò subito qualcosa che non andava nel figliolo.
I tormenti di Nino non si placavano, nonostante le diverse seghe per sbollirli, la mamma più volte gli chiese cosa non andava ma Nino solo il mattino seguente svegliatosi prestissimo dopo una notte quasi insonne decise di confessare tutto alla mamma.
Andò allora nella sua camera da letto e le si distese accanto mentre lei si svegliava felice di sentire che il figlio aveva deciso finalmente di confessarle ciò che lo turbava così profondamente.
Nino, mentre cercava le parole per confessare tutto, mentre girava intorno al problema, si era avvicinato alla mamma infilandole la mano sotto la Tshirt che lei indossava per la notte accarezzandole la schiena. Lei, se pur perplessa per quelle carezze, si lasciava accarezzare, tutta presa ad incoraggiare il figlio a tirare fuori il rospo.
Finalmente lui raccontò ciò che aveva visto e sentito, le racconto che oltre alla gelosia gli scatenava una irresistibile voglia di scopare con lei, riuscendo a vincere ogni residuo tabù dopo essersi sparato troppe seghe. Lei rimase sconvolta, si raggomitolò su un lato scoppiando a piangere, lui per consolarla si appiccicò dietro di lei sentendo le sue chiappe aderire al suo cazzo mentre le mani avanzavano arrivando ad agguantare una tettona.
Passato lo shock la mamma tra sensi di colpa e vergogna si fece coraggio chiedendo a Nino come potesse aiutarlo a superare quei suoi turbamenti. Lui, che nel frattempo aveva abbandonato con la mano la tettona per dedicarsi ad accarezzare le chiappe cercando di aggirare le mutande, ci penso un attimo poi rispose:
‘Voglio rifare tutto quello che avete fatto con Saro’
La mamma sempre più confusa acconsentì, iniziando a togliersi magliettina e mutande girandosi per abbracciare senza ritegno il figlio, rivivendo così le sensazioni indimenticabili che le aveva fatto provare Saro.
Lui le montò sopra e, dopo aver ritrovato a fatica una discreta erezione grazie alle mani esperte della mamma, cominciò a montarla accolto dalle cosce aperte di lei che nel frattempo lo baciava sul collo. Poi Nino si lasciò andare proseguendo con tutte le posizioni che gli venivano in mente, incurante della mamma confusa ma comunque decisa ad assecondarlo in ogni sua voglia.
Quando si sentì pronto per sborrare decise di lanciare l’assalto finale al culo della madre, da sempre il più desiderato da lui come pure dal suo amico Saro. Per un po’ la mamma si difese dall’assalto, ricordandogli che a quell’ora del mattino avrebbe trovato il suo ano intasato e quindi sporco ma Nino non si ritirò e quindi la penetrò senza nemmeno lubrificare.
Incularsi sua madre fu una delizia sublime, il culo appena sollevato dal cuscino sulla pancia assicurava a Nino la migliore posizione per far entrare il suo giovane cazzo sottile e lungo in quel buco nascosto tra le morbide ed abbondanti chiappe.
Nino le sborrò dentro al culo tra rantoli e singulti di entrambi che, con quell’orgasmo, chiudevano in bellezza una esperienza complessa e alla lunga insostenibile per entrambi. Infatti appena riavutisi da quella inculata travolgente la mamma propose a Nino, che accettò senza riserve, di smettere quelle pratiche di sesso incestuoso e ricominciare una vita normale.
Inoltre come convenuto tra loro da quel giorno in poi mamma e figlio tennero il buon Saro educatamente lontano dalla loro vita. Che bello essere cornuto

I problemi di lavoro di Lino si facevano sempre più seri e lui sembrava angosciato dall’idea di perdere il posto di Responsabile delle Vendite a causa del forte calo di fatturato legato alla crisi economica ed ai tagli nella pubblica amministrazione. L’unica speranza di mantenere quell’incarico era sbloccare il mega contratto con la regione fermo da mesi nell’ufficio di Poggi il potente Direttore amministrativo con cui nel tempo aveva instaurato rapporti cordiali.
Uscendo dalla stanza di Poggi dopo un lungo colloquio Lino cercava di capire il senso dei discorsi tortuosi che gli aveva fatto. Non voleva essere ‘unto’ con regali o mazzette, non aveva obiezioni sulla correttezza formale e sostanziale del contratto ma quando ne sollecitava la firma il potente Direttore gli parlava di Camilla, la moglie di Lino, di quanto era bella, del suo fisico da sballo, della scollatura stupenda e della sua espressione da grande ‘. ‘passionale’.

‘Vedi Camilla il mio futuro è nelle mani di Poggi se lui non firma rapidamente il mega contratto sarò licenziato o trasferito, comunque dovrò ricominciare la mia carriera da capo’ si confidò Lino con la moglie una volta tornato a casa.
‘Ma perchè Poggi si è messo di traverso? Proprio lui? Faceva tanto l’amicone con noi, l’abbiamo invitato più volte a cena con quella vecchia arpìa della moglie. Non so se veniva da noi per la cena oppure per spogliarmi con gli occhi, guardarmi dentro la scollatura e provarci con me in tutti i modi.’ ribattè indispettita Camilla.
‘ Si in effetti il problema è proprio questo, mi chiede sempre di te, ti manda i saluti, racconta a tutti quanto sei bella e ben fatta … io credo che farebbe follie per una notte con te … lui è sempre arrapato ‘ un gran puttaniere…’ e nel concludere la frase il marito guardò la moglie con un ghigno particolare.
‘Non starai mica pensando che io mi debba sacrificare con quel vecchio porco?’ lo interrogò Camilla.
‘Beh, stiamo tutti e due sulla stessa barca, se rimango senza lavoro o se mi trasferiscono è un problema per entrambi, no?’
‘… e già … in effetti ‘ ma io mi vergogno ‘ poi Poggi è proprio viscido… ma se proprio devo ‘ ho capito per il bene della nostra famiglia mi dovrò sacrificare ‘devo fare la puttana … ma lo faccio perchè me lo chiedi tu …’ mugugnò pensierosa Camilla senza il coraggio di guardare negli occhi il marito.

In una settimana Lino organizzò tutto, fece un accordo tra gentiluomini con Poggi – rapida ratifica del contratto in cambio di una nottata col corpo burroso di Camilla -, preparò la loro serata in modo discreto ed elegante: cenetta a due in un ristorantino appartato sulla spiaggia poi dopocena nella loro villetta al mare. Camilla, inizialmente contrariata, era divenuta col passare dei giorni via via più curiosa quasi eccitata per quella strana situazione, tanto che aveva già acquistato biancheria intima osè ed aveva scelto e provato più volte il suo vestito da sera con la scollatura ardita abbinato ad un trucco pesante che la faceva sembrare una vera troia.

Quello che non sapeva nessuno era che Lino, appassionato di tecnologie e guardone represso, aveva avuto da un collega di una ditta di Security un gioiellino tecnologico, due piccolissime telecamere di elevata definizione anche in ambienti poco illuminati complete di microfoni sensibilissimi che lui avrebbe piazzato nella villetta. Si eccitava tantissimo all’idea di spiare la moglie mentre scopava con quel porco del Direttore che sbavava per lei. Era già arrapato al solo pensiero di Camilla in balia delle turpi voglie di quel vecchio zozzone e sperava di vederla pienamente calata nell ruolo di puttana per una notte, fare o subire ogni perversa indecenza, anche quelle cose che loro due non avevano mai avuto il coraggio di fare.

Pregustava già quella sera, quando, solo davanti al pc nascosto nella casetta degli attrezzi nel giardino della villetta, si sarebbe sparato una strepitosa sega vedendo la moglie fare la troia con quel porco, realizzando finalmente la perversa voglia di diventare un vero cuckold. Si sarebbe lasciato andare ad uno sfrenata masturbazione mentre soffriva e godeva per la moglie abusata e trattata da zoccola, che sarebbe culminata in un orgasmo violento altro che la solita scopatella coniugale!
Aveva installato le due piccole telecamere con microfono nella camera da letto della villetta, una ben nascosta in alto sopra l’armadio, l’altra di lato incassata dietro il pannello dei comandi dell’antifurto, due angoli diversi di ripresa che inquadravano il lettone matrimoniale. Il tutto era stato da lui provato per tempo riscontrando una ottima qualità delle immagini e dei suoni ricevuti dal pc che aveva sistemato su una mensola tra il tagliaerba e gli attrezzi nella casetta di legno in giardino.

Finalmente arrivò quella sera, Lino salutandola raccomandò a Camilla di tenerlo aggiornato, qualche sms ogni tanto per rassicurarlo, le ricordò ancora una volta che il Direttore era pazzo per il suo corpo in particolare per le sue tette e che per farsi ammirare per bene era meglio tenere la luce sempre accesa, anche a letto mentre scopavano.
Mentre i due erano al ristorante, Lino giunse guardingo nella villetta, si nascose nella casetta in giardino davanti al pc acceso e nell’attesa del loro arrivo si rileggeva gli sms di Camilla. La moglie sembrava aver preso quella torbida situazione con allegria ed incoscienza, nei messaggini ironizzava sull’erotismo improbabile oltre che sui discorsi volgari e grossolani del vecchio Direttore, sul fatto che il porcone usava il Viagra o altre scemenze tipo ‘mi farei volentieri il cameriere che ci sta servendo invece di questo lurido porco’ e così via cazzeggiando.
Quando l’ultimo sms annunciò il prossimo arrivo nella villetta dei due amanti, Lino sentì una vera e propria scarica di adrenalina avviargli una irresistibile erezione che si completò quando sentì aprire il cancello. Una volta in casa sul pc di Lino arrivarono la voce euforica di Camilla , forse un po’ ubriaca, mentre il porcone si lasciava andare ad apprezzamenti pesanti che dall’ingresso arrivavano confusi ai microfoni in camera da letto.
‘Vieni qua bella ficona…fammi succhiare le tue tette burrose…’
‘… ehi ma quante mani hai?… sei proprio arrapato eh ! ‘Ora ci penso io a toglierti la fame …’
‘… che bel culo morbido…vorrei incularti subito qui, adesso…’
‘… fammi fare prima la pipi almeno…. poi una doccia …’
‘…siii voglio vederti pisciare,,, mi piace da impazzire vedere la fica spruzzare pipi… mi ricorda quando da ragazzino spiavo mia cugina pisciare nei campi e poi mi sparavo le prime seghe’
‘… sei proprio un gran porco … ma anche con tua moglie sei così zozzone?’
‘Mia moglie? Ma se con lei non facciamo sesso da anni, ora io scopo con Anika la mia puttanella rumena, una vera troia…mi costa un po’ cara ‘ ma lei si lascia fare tutto … anche pisciare in faccia …’
‘Sei proprio un maiale! Ti farò tante di quelle zozzerie che ti tolgo la voglia per sempre’
‘Si, tu sarai la mia troiona speciale stasera, insultiamoci, pisciamoci in faccia, schiaffeggiamoci, facciamo i maialoni, dai fammelo fare e fammelo anche tu, ti prego, siiiii!’
La conversazione tra ingresso e bagno andò avanti su quel tono sin quando si accesero le luci della camera da letto e sullo schermo del pc apparve Camilla che togliendosi l’accappatoio mostrò le sue tettone stupende subito assediate dalle mani vogliose del Direttore, di cui l’impietosa inquadratura dall’alto dell’armadio esagerava la pelata e la pancia.
Vedendo quelle immagini Lino, che aveva già il cazzo in mano, accelerò la sua sega appassionata, gustando pienamente il turpe tormento procuratogli dalla sua stessa gelosia, intanto si mordeva rabbiosamente le labbra e la lingua nel vedere Poggi che succhiava i capezzoli della moglie o le infilava un dito nella fica. Impazziva nel vedere la moglie interpretare con talento il ruolo della gran troia, quella che accettava ogni perversa voglia da quel vecchio puttaniere maniaco ma che ne inventava a sua volta di ancora più luride come fosse una esperta zoccola di strada.
Distesa sul letto a cosce aperte Camilla si allargava volgarmente la fica con le dita provocando il porcone a penetrarla: ‘Vieni a scoparmi maiale, entra nella mia fica aperta. Ma che c’è non ti si alza? Sei proprio un vecchio frocione … se non ti dai una mossa esco di casa nuda e mi scopo i primi marocchini che incontro… ‘
Ma nonostante tutte le volgari provocazioni di Camilla, dovettero attendere ancora qualche minuto prima che il Viagra facesse effetto cominciando ad indurire il cazzetto piuttosto modesto del Direttore. Nel frattempo il Direttore le aveva leccato laidamente il clitoride e la fica pretendendo poi che lei gli succhiasse voluttuosamente i suoi coglioni e contemporaneamente le infilasse un dito nel culo, spingendola infine ad improvvisare su di lui un massaggio prostatico di cui lei non aveva nessuna esperienza.
Finalmente arrivò la piena erezione, lui la penetrò iniziando subito a scoparsela alla missionaria, infilandole nella fica con uno scatto il misero cazzetto, avviando una rabbiosa penetrazione con l’effetto di far sbattere ritmicamente la sua pancia contro il suo monte di venere.
‘Sei solo una vecchia baldracca, una lurida zinnona’ una che si fa sborrare in faccia dai marocchini… ti piacciono i cazzi grossi degli africani che ti sfondano il culo…. lo so che ti piace fare i bocchini a tutti, troiona …’ e mentre la insultava ogni tanto le mollava qualche schiaffo in viso.
Camilla, senza freni e ancora sotto l’effetto dell’alcol, decise di vendicarsi, si liberò da sotto, girò il vecchio porco mettendolo disteso sotto di lei, gli salì sopra per cavalcarlo ruvidamente quindi ricominciò con gli insulti, poi passò a mollargli sberle, morsi e graffi.
‘Dove credi di andare con questo cazzetto così piccolo che neanche lo sento …’ e lui rispose:
‘Per forza sei sfondata come una vecchia baldracca…’
‘No quella che scopa con due negri per volta è quella sifilitica di tua moglie e oramai il tuo cazzetto gli fa schifo, vecchio merdoso…’ e Camilla cominciò ad affondare le unghia e a picchiarlo sempre più duro, infine accelerò la cavalcata finchè lui non riuscì più a trattenersi e le sborrò nella fica urlando affannato come un ossesso:
‘ Siii, che scoponaaaa che sei… che donna ‘una troiona … grande Camilla’. Lei col fiatone si staccò da lui e si distese esausta senza nemmeno provare a sditalinarsi per raggiungere l’orgasmo.

Lino aveva seguito la trucida scopata davanti al pc con crescente e perversa eccitazione, quando vide sullo schermo le scene della moglie picchiata che rispondeva con sberle e graffi, le luride offese sui cazzi dei marocchini, a quel punto non si trattenne più abbandonandosi ad un orgasmo irresistibile, di quelli che non provava da anni, tanto che la sborrata partita incontrollata schizzò sulla tastiera del pc e sulla mensola dove era appoggiato da dove sgocciolò sulle sue dita e sui pantaloni.

Ma quel porco di Poggi ce l’aveva ancora dritto – Santo Viagra – per cui, appena ripreso fiato, ricominciò a torturare Camilla, che stava distesa a cosce aperte a pancia in giù, ronzandole intorno alle chiappe e al buco del culo. Lei, capito dove voleva arrivare quel maiale, si alzò andò in bagno e prese un flacone di olio ed una spazzola per capelli. Tornò nella stessa posizione e ordinò al ‘lurido porco’ di ungerle delicatamente il buco del culo infilandole a fondo il dito medio oleato, poi prese il manico tondo della spazzola, lo lubrificò quindi gli ordinò di infilarglielo nel culo per dilatarlo. Il ‘maialone’ voglioso prese la spazzola e ldopo avergliela infilata assai rudemente iniziò a dilatarle il buco del culo mentre con l’altra mano si masturbava perdutamente il suo piccolo pisello.
Il ‘porcone’ interruppe la penetrazione con la spazzola lasciandole il manico infilato nel culo per dedicarsi alla lubrificazione del suo cazzetto, poi sollevò di poco le chiappe di Camilla con l’aiuto di un cuscino, posizionandola nel modo migliore per poi incularsela senza pietà. Sfilato il manico di spazzola la penetrò con inaspettata facilità entrando liscio nel culo oramai dilatato e lubrificato, quindi cominciò ansimando a sbatterla forte da dietro, intruppando con la sua ingombrante pancia nelle morbide chiappe di lei.
Camilla, mentre il porco continuava ad incularsela ansimando e urlando ogni volgarità, cominciava ad eccitarsi e le era venuta voglia del sesso che piaceva a lei, come quello che aveva fatto con i suoi amanti giovanissimi, le grandiose scopate con alcuni dei tanti ragazzi che le ronzavano intorno. Così per cercare il suo orgasmo prese la spazzola e si infilò il manico nella fica, alternandone l’azione di penetrazione con lo sditalinamento del clitoride, fantasticando di essere sfondata via via dai vari ragazzi giovani e focosi che aveva provato, scorrendo nella sua mente i loro volti i loro corpi e i loro cazzi, ripensando ai momenti ed alle intense sensazioni che aveva provato con loro.
L’affannata azione del maialone che la stava inculando oramai stava arrivando alla fine, lui dopo l’ultima accelerazione lanciò un grugnito poi le sborrò dentro il culo adagiandosi di peso sulla schiena della donna. Lei, tutta concentrata a masturbarsi intensificò lo sditalinamento che l’avrebbe portata a raggiungere poco dopo un orgasmo rabbioso e perverso quindi a sua volta emise un gridolino prolungato e poi tremante stramazzò distesa. Lui di conseguenza rotolò di lato quel tanto per gustarsi lo spettacolo dello sperma che sgocciolava dal buco del culo arrossato mentre si richiudeva.
Il marito di Camilla incollato davanti al pc, non abituato a sostenere una doppia sega ravvicinata dovette sforzarsi molto di più per riuscire a sborrare una seconda volta, accelerò furiosamente la masturbarzione concentrandosi sulle porcherie, sugli insulti e su ogni altra lurida volgarità con cui il Direttore strapazzava quella troina di sua moglie . Si sforzò molto per venire, ma l’orgasmo arrivò solo nel vederla sotto quel porco sudaticcio che stava sborrandole dentro il culo mentre lei ancora si masturbava rabbiosamente urlando nomi di uomini a lui sconosciuti ‘Marco siiii.., Raul più forte…dai di più …’.
Nel momento in cui dal cazzo di Lino partivano pochi e deboli schizzi di sborra che gli insozzavano di nuovo i calzoni e le mani, lei in quella villetta stava rantolando di un piacere aelvaggio prima di crollare esausta, dolorante sia nella fica sia nel culo, inconsapevole di star deliziando in quel modo il marito porco e cornuto diventato quella sera anche un guardone bavoso.
Tornando a casa Camilla evitò di ragionare in macchina col Direttore, il porco ritrovate le buone maniere mentre guidava continuava a complimentarsi con lei per la sua bellezza, per la sua bravura a letto e per la sua passionalità, prenotandosi per altri incontri che lui sperava di realizzare a breve. Lei invece in silenzio tracciava un primo bilancio della serata concludendo che in fondo non era andata male anzi si era pure divertita, che quel porcone , a modo suo, era pure simpatico e quelle sue perverse zozzerie meritavano un bis.

Con suo marito che era rincasato in città poco prima di lei, invece fece la vittima mentendo platealmente raccontando della nausea e del ribrezzo provato nel corso della serata, della vergogna nel fare la puttana con uno così.
‘Che schifo, che porco viscido il Direttore! Che brutto uomo antipatico, è solo un lurido puttaniere.’ Il marito , eccitatissimo, pretendeva di sapere tutti i dettagli della serata, eccitato dalla certezza che la moglie mentiva spudoratamente avendola vista divertirsi a fare la troiona, una scena del tutto diversa da quello che lui aveva visto sul pc. Lino ebbe quindi la prova definitiva di quanto morbosamente pensava da tempo ovvero che Camilla sotto sotto era una vera zoccolona, bastava darle l’occasione giusta per farle tirar fuori tutto il suo talento..
‘ Ma ti è piaciuto? Hai goduto? Che posizioni avete fatto, dai racconta sono curioso ‘ dai ti prego!’. Camilla stanca e assonnata voleva sfuggire alla morbosa invadenza del marito che disteso a letto al suo fianco già cominciava a masturbarsi di nuovo mentre tentava di strapparle altri dettagli pruriginosi nella speranza vana di concludere la serata con una furibonda e perversa scopata diversa dal solito.

Firmato il mega contratto come promesso il Direttore si complimentò molto con Lino per ‘le straordinarie qualità della moglie, una donna eccezionale, passionale ed intelligente’. Cominciò subito ad accennare ad un nuovo importante contratto che bisognava cominciare a preparare già ora per chiuderlo al più presto ‘ contando sempre sulla disponibilità della moglie. Lino capì l’antifona e disse che gli avrebbe fatto sapere molto presto, dopo averne parlato con lei.

La sera portò a cena la moglie nel loro ristorantino preferito con la scusa di festeggiare la crescita del fatturato delle vendite, poi una volta tornati a casa chiamò la moglie davanti al pc con voce suadente. Lei pensava che lui gli proponesse un pornazzo tanto per eccitarsi prima di andare a letto e farsi la consueta scopatella, così rimase di sasso quando riconobbe sullo schermo quel porco del Direttore e lei che si rotolavano sul letto della villatta al mare. Dopo un primo momento di rabbia in cui insultò volgarmente urlando contro il marito, anche lei cominciò ad eccitarsi nel rivedere tutte le porcate fatte nella villetta . Intanto Lino aveva preso a toccarle le tettone e si stava già tirando fuori il cazzo oramai arrapatissimo, tanto che a forza di toccarsi a vicend non riuscirono ad aspettare di andare a letto per scopare ma si avvinghiarono già sul divano in un furioso 69.

Al successivo appuntamento Lino accettò la proposta del Direttore – in cambio del nuovo contratto – di incontrare di nuovo la moglie ma stvolta ci sarebbe stato anche lui stesso nella villetta. Lui avrebbe solo guardato loro due scopare o fare tutte le loro luride porcate, al massimo avrebbe sborrato dentro la bocca o nel culo della moglie attento a non interferire le zozzerie che lui e la moglie si scambiavano e che a lui piacevano tanto.
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Da allora furono firmati molti contratti e nella villetta gli incontri a tre divennero sempre più frequenti in un crescendo di perversione a cui alla fine si aggiunse pure Anika, la puttanella del Direttore. Quelle torbide e furiose ammucchiate si interruppero solo due anni dopo col pensionamento di Poggi. Col nuovo Direttore succeduto a lui succeduto fu tutto più facile per Lino, a quello non interessava per niente il sesso ma chiedeva solo contanti per cui, una volta concordata la percentuale, le vendite della ditta di Lino segnarono un costante aumento di fatturato. Solo Camilla chiese ancora un paio di volte a Lino di organizzare una serata da maiali con Poggi e magari qualche altra troiona. Sara a 45 anni era ancora una bella donna, qualche rughetta e qualche chilo in più ma il suo splendore di donna matura le consentiva di avere una discreta platea di ammiratori più o meno espliciti che la facevano sentire costantemente desiderata e persino amata. Lei gradiva molto la loro corte, i complimenti ammiccanti e le tante attenzioni che le riservavano pur riuscendo comunque a mantenerli alla dovuta distanza con garbo e simpatia.
L’unico che poteva ottenere da lei qualcosa di più era Giovanni, l’uomo dei surgelati consegnati a domicilio, lui si struggeva per lei, la riempiva di attenzioni e di regali ma il massimo che aveva ottenuto erano un paio abbracci in cucina. Gli era capitato di trovarla sola in casa, così per due volte Giovanni aveva preso coraggio e mentre lei era girata verso il lavello dandogli le spalle, lui si era avvicinato da dietro cercando di baciarle il collo, poi le aveva palpato le mitiche tettone, quindi le aveva massaggiato le chiappe, lei lo aveva lasciato fare per qualche secondo poi lo aveva interrotto con fermezza accompagnata da un sorriso .
Ma una volta, dopo aver fatto al fratello di Sara un grosso piacere grazie a un suo parente pezzo grosso alla Regione, Giovanni riuscì ad ottenere di più: dopo i soliti approcci da dietro lei si lascio baciare sul collo, si sbottonò la scollatura del vestito, lasciò che lui le liberasse le tettone dal reggiseno lasciandogli gustare con le labbra i capezzoli grossi e turgidi. Sara si sedette su una sedia permettendo che lui rimasto in piedi estraesse il cazzo oramai quasi eretto, lei lo afferrò prima con le mani, quindi con la bocca, infine se lo imprigionò tra le tette facendo conoscere il paradiso al povero ed innamoratissimo Giovanni.
Per concludere e farlo venire lei accelerò l’azione della mano su quel cazzo indurito, portando la cappella a strusciare sui capezzoli, lasciando a Giovanni arrivato all’ orgasmo il piacere di gustarsi la vista della sua stessa sborrata inondare le fantastiche tettone.

Ma in quel periodo girava in casa di Sara anche un altro maschio: Andrea, un ex fidanzatino di sua figlia che a 17 anni ne aveva già cambiati altri due. Ma Andrea era diverso dagli altri non tanto perchè alto, carino ed educato ma soprattutto perchè a vent’anni era già molto sensibile ed assai maturo, forse proprio per questo con la figlia non aveva funzionato. Anche dopo la fine non traumatica del loro fidanzamento i due erano rimasti in amicizia e si frequentavano più di prima. Il ragazzo era ben accettato da Sara e Lino che conoscevano i suoi problemi con i genitori, ben sapendo che il ragazzo ricercava con loro quella serenità familiare che non trovava a casa sua.

Andrea era affascinato dalle donne mature e dimostrava una vera devozione per Sara, una ammirazione totale che lei, pur gradendo, cercava di frenare, reprimendo alcuni suoi slanci istintivi verso il giovane, per niente sicura di riuscire a controllare quanto anche lei provava per il ragazzo, una passione che non aveva il coraggio di confessare neanche a se stessa. Resisteva quindi in ogni modo a lasciarsi andare ai suoi sentimenti, terrorizzata dal rischio di infrangere il tabù della mamma che si innamora del fidanzato della figliola.

Si avvicinava di nuovo l’estate, Sara accaldata, sola in casa dopo un pranzo leggero decise di riposarsi al fresco per una mezz’oretta, una pennichella nella camera da letto matrimoniale in penombra, godendosi la brezza tra la finestra aperta ma con le persiane chiuse e la porta lasciata socchiusa tramite un incastro di ciabatte. Sonnecchiava beatamente distesa sul lettone con indosso solo un vestitino estivo, una sorta di maxi canottiera gialla che le arrivava sopra il ginocchio, mentre si era sfilata il reggiseno per stare più comoda.
Nel sonno percepì il rumore dell’arrivo a casa di Andrea e della figlia che fece anche capolino nella camera matrimoniale per verificare la presenza della madre, poi nel dormiveglia la sentì tornare nella sua cameretta per dare ad Andrea – esperto di informatica – indicazioni circa la sistemazione del software del suo nuovo computer.
Sentì la ragazza salutare il ragazzo dicendogli che lei sarebbe tornata dopo la lezione di danza entro un paio d’ore nella speranza di trovare il suo nuovo pc finalmente in ordine.

Sara stava riprendendo sonno quando senti un fruscio provenire dalla porta e girandosi con gli occhi socchiusi scoprì Andrea intento a sbirciare dentro la camera matrimoniale facendo appena capolino. Sebbene emozionata lei finse di continuare a dormire cambiando posizione mentre Andrea per paura di essere scoperto si era immediatamente ritirato tornando a trafficare col pc della figlia.
Sara, ancora col batticuore, era certa che Andrea sarebbe tornato dopo un po’ per continuare a spiarla, così decise di rimanere distesa ma cambiando posizione, fingendo di dormire con una mano sul volto per tenere d’occhio la porta di nascosto, predisponendo per il ragazzo un panorama ancora più hot, scoprendo una tetta, alzando il vestitino, sfilandosi le mutande così da mostrare il pube peloso e far intravedere le chiappe burrose.

Infatti dopo pochi minuti Andrea tornò ad affacciarsi alla porta stavolta con l’ Iphone in mano cominciando a fotografarla in tutti i modi, per intero o zoomando dalle sue cosce fino al monte di venere poi girando intorno al letto per riprendere in primo piano le grandi labbra vaginali racchiuse dalle chiappe burrose, per poi finire inquadrando la tettona e il capezzolo. Quando lui uscì dalla stanza Sara aveva il cuore in gola ed era davvero eccitata, pensava che se il ragazzo avesse provato ad accarezzarla lei si sarebbe lasciata andare ad ogni sua richiesta non riuscendo più a tenere a freno la sua passione per il giovane.

Oltre che eccitata era anche curiosa di sapere come aveva reagito il ragazzo, certa che lui fosse ben più sconvolto ed arrapato di lei, quindi si alzò dal letto , scalza ed in silenzio uscì dalla sua camera diretta verso quella della figlia. Entrando in punta di piedi vide Andrea di spalle seduto al pc, cuffiette alle orecchie con la musica a canna, mano destra al mouse per sfogliare sullo schermo le foto hot di lei sul letto appena scattate mentre con la mano sinistra si masturbava con calma.

Senza riflettere oltre Sara si avvicinò a lui, gli accarezzò delicatamente i capelli facendolo sobbalzare dalla sorpresa, lo rassicurò con carezze e parole dolcissime, afferrò le sue mani che tentavano di nascondere il cazzo turgido e far sparire le foto di lei dallo schermo vergognandosi molto per quanto aveva appena fatto. Lei da dietro appoggiò le sue tettone sulle sue spalle del ragazzo spingendo fino ad imprigionargli la nuca, poi lo accarezzò ancora in viso e sul petto, sfiorò le sue guance sulla capelli di lui poi si piegò verso la sua bocca finendo per perdersi in profondi ed appassionati baci.

Rimasero in quell’ estasi a lungo tra baci e carezze senza parlare, poi lei ruotò la sedia girevole dove lui era seduto, si inginocchiò di fronte, glielo prese in mano, cominciò a masturbarlo poi si portò il suo cazzo alla bocca ed infine lo affogò tra le sue tettone. Eccitatissima Sara si alzò e si mise a sedere sopra di lui ancora seduto che, mentre lei si infilava il cazzo nella fica bollente, le massaggiava le tettone tormentandole i capezzoli.
Lei comincio a cavalcarlo ‘ a smorzacandela’ ma non appena iniziò ad accelerare sentì lui fremere e sborrarle dentro non riuscendo più a trattenersi dalla troppa eccitazione. Dispiaciuto per quel orgasmo precoce il ragazzo si scusò ma lei continuò a baciarlo ed abbracciarlo ancora per un po’ lasciando il suo cazzo a mollo nella fica satura di umori e di sperma.

Si alzarono per andare verso i due bagni della casa a lavarsi e lei quando tornò si aprì l’accappatoio e ricominciò ad abbracciarlo e a baciarlo ovunque rimanendo sorpresa dai rapidi segnali di ripresa di erezione di quel giovane ed avido cazzo. Incoraggiò in ogni modo quel risveglio ma quando era ancora a metà lei non resistette più, aveva una incontenibile voglia di essere penetrata.
Sedendosi a cosce aperte sulla scrivania della figlia fece avvicinare il ragazzo quindi, aiutandolo con le sue mani esperte, riuscì ad infilarsi quel cazzo ancora non del tutto eretto dentro la sua fica vogliosa riuscendo con movimenti lenti ad avviare una sensuale scopata, facendo via via indurire come marmo il cazzo del giovane.
Ora erano entrambi di nuovo eccitati al massimo e lei voleva scopare senza freni, sentire il suo cazzo possederla senza limiti cercando con lui quell’ orgasmo che da tempo sognava di avere .

Sara si tolse l’accappatoio, si distese sul tappeto e lo invitò a salirgli sopra per montarla senza freni, ferocemente. Dopo i primi minuti di passione lei voleva avere ancora di più, sentirlo entrare tutto dentro di lei, così alzò le gambe portandole sulle spalle di lui in modo che il suo cazzo potesse sfondarla fino al dolore.
Lei cominciò a fremere annunciando un orgasmo travolgente, lui fece di tutto per assecondare riuscendo persino a sborrare appena dopo il suo orgasmo, quindi lo trattenne facendolo rimanere dentro la sua fica ancora pochi magici istanti.

Si ripresero a fatica poi iniziarono rapidamente a risistemarsi temendo il rientro della ragazza, così appena vestita Sara lo baciò a lungo poi uscì di casa per sbollire le troppe emozioni temendo di non riuscire a nascondere il suo turbamento e tradirsi con la figlia.
La colf

Stanco di quel Convegno, Rino uscì prima senza nemmeno attendere la Relazione Conclusiva, basta manager e CEO voleva stare tra persone normali, impiegando quel caldo venerdì pomeriggio per andare a trovare la madre anziana così da essere poi libero tutto week end per rimorchiare qualche nuova fichetta.

Nadir , la bella colf Capoverdiana, aprendo gli annunciò che la madre era uscita per fare la spesa e sarebbe tornata al massimo tra un oretta così lui decise di attenderla sistemandosi in quella che una volta era stata la sua cameretta per rilassarsi cazzeggiando un po’ al computer.

Realizzò con piacere che Nadir, dopo mesi di broncio, finalmente era tornata ad accoglierlo calorosamente, un bel sorrisone, denti bianchissimi sulla sua pelle caffelatte, una ritrovata dolcezza che lo aveva distratto perfino dal contemplare le sue tettone debordanti dal grembiule chiuso con appena tre bottoni per sfuggire al caldo.

Nadir, oltre ad aiutare nei lavori domestici, viveva da molto tempo in casa della mamma di Rino che oramai la considerava una di famiglia anche se continuava a chiamarla ‘la donna di servizio’. Per alcuni mesi, dopo la separazione, lui era tornato a casa della madre, in quel periodo con Nadir aveva avuto una relazione fatta di passione intensa e di eros senza freni sfociata in indimenticabili trasgressioni, finita dopo una lite furibonda che aveva lasciato in lei tanto rancore.

Mentre sedeva alla sua vecchia scrivania e sistemava il pc portatile, Rino ripensava a quando in piena notte era entrato per la prima volta nella cameretta di Nadir che aspettava il suo arrivo con impazienza per abbracciarlo e abbandonarsi alle sue voglie dopo troppi giorni di corteggiamento tenuti ben nascosti alla mamma di Rino, che faceva finta di non vedere ma invece aveva capito tutto. Rino si era infilato nel letto caldo di Nadir ed aveva subito cercato le sue tettone finora solo sfiorate, poi era sceso a esplorare il monte di venere e da lì direttamente le chiappe abbondanti, per cominciare subito dopo una impetuosa scopata come non ne faceva da tempo.

Lei aveva ora 36 anni con una figlia di 19, erano fuggite da una realtà familiare difficile, in Italia la sua bellezza appariscente aveva attratto molti uomini ma lei voleva sistemarsi con quello giusto, nell’attesa però non si faceva mancare niente. Con Rino c’era una profonda e reciproca attrazione sessuale, scopate no limits, ogni posizione ed ogni fantasia era ammessa ma erano entrambi coscienti che la loro relazione non poteva avere un futuro.

Rino oramai alternava le normali scopate con la sua amante ‘ufficiale’, una collega sposata con cui da anni aveva una relazione, con quelle travolgenti fatte con Nadir. Con lei stava progettando la loro prima ‘zozzeria’, una trasgressione alquanto pesante: una notte di sesso a tre, loro due e una connazionale di lei sposata con un vecchio italiano che, nonostante fosse incinta (senza sapere bene chi fosse il padre), non aveva perso la voglia irrefrenabile di scopare.

Nadir organizzò tutto alla perfezione, una scusa per il marito, un ‘regalino’ per vincere le perplessità dell’amica incinta, la cena in un ristorantino brasiliano sul mare vicino alla villetta di Rino dove dopocena loro tre si sarebbero lasciati andare a qualsiasi voglia e ad ogni posizione per tutta la notte.

Appena arrivati nella villetta, prepararono la Jacuzzi doppia, portarono Prosecco, Rum e bicchieri, un canale radio di musica soft, poi le due donne cominciarono a spogliarsi mentre Rino sembrava un bambino in una pasticceria, non sapeva proprio da dove cominciare. Una volta scivolatii in acqua tutti tre i corpi vogliosi, il pancione e le tette di Zaira balzarono subito al centro della attenzione mentre Nadir con la videocamera in mano riprendeva l’avanzata delle mani e della bocca di Rino sulle tante rotondità tornite, un trionfo di tette e culi.

Rino, che prudentemente aveva preso una pasticca di Viagra, dopo un po’ che Zaira cavalcava il suo cazzone tra gli spruzzi dell’idromassaggio mentre lui intanto gli accarezzava tette e pancione, già sentiva il bisogno irresistibile di sborrare. Allora lasciò Zaira e Nadir distese sulla vasca tra il gorgogliare dell’acqua mentre lui alzatosi in piedi prese a masturbarsi fino a riempire di sperma il viso delle due, colpendo con uno schizzo anche la videocamera. Loro apprezzarono e ricambiarono vogliose succhiandoglielo a turno fino ad asciugare anche l’ultima goccia di sborra.

Una volta a letto Rino si riebbe subito con una erezione altrettanto importante quindi le fece mettere entrambe pecorina, così prima con la videocamera esplorò tra le chiappe fino alla fica poi cominciò a penetrarle alternandole di tanto in tanto sino a portarle entrambe all’orgasmo. A quel punto si distese e Nadir prese a cavalcargli i cazzone mentre Zaira gli offriva la fica sulle labbra consentendo alle mani di lui di tornare a palpeggiare le tette appoggiate sul pancione e il culo burroso. Lui sborrò dentro la fica di Zaira che sembrò apprezzare con intense vibrazioni del suo corpo oramai stremato dal piacere.

Ma una trasgressione inconfessabile Rino la voleva fare con Paula la figlia di Nadir, fresca, esuberante, pelle di seta dal colore ambrata, corpo esile ma culo e tette assai sensuali, la giovane esotica lo faceva arrapare da matti. La ragazza viveva con una anziana signora, che l’aveva quasi adottata, in una villa sul mare ma veniva spesso in città a trovare la madre. Quando poteva Rino stava volentieri con loro a cena in casa della mamma o in pizzeria poi le portava in giro a divertirsi.
La piccola Paula aveva capito subito che Rino sbavava per lei così ogni tanto lo provocava, si appoggiava a lui con le tette o gli permetteva di strusciarsi sulle chiappe lasciandosi anche andare ad ammiccamenti e provocazioni verbali attenta a non farsi scoprire dalla madre di cui conosceva la passione infuocata per lui.

Rino insomma cercava da tempo l’occasione giusta per provarci con Paula così una domenica dopo il pranzo con mamma, Nadir e Paula fece scattare il suo piano annunciando che avrebbe trascorso il pomeriggio da alcuni amici vicini di casa della sua villetta al mare, non lontano dalla villa della signora con cui viveva la ragazza, nella speranza di rimanere solo con ledi col pretesto di darle un passaggio in macchina. Fu Nadir ad abboccare ingenuamente al suo amo per chiedergli di accompagnare la figlia visto che era di strada, evitandole così lo strazio dello scomodo viaggio in treno. Lui acconsentì ostentando indifferenza mentre sotto sotto già sentiva risvegliarsi il suo cazzone all’idea di poter finalmente accarezzare le fresche cosce di Paula.

Già sulla tangenziale i due, finalmente soli, si scambiavano bacetti e carezze, poi lei lasciò che la sua minigonna salisse a filo di fica scoprendo il perizoma rosso infine, dopo avergli accarezzato sensualmente la mano appoggiata sul cambio, finì per massaggiargli direttamente il pacco quando oramai erano in vista del mare. Non ci fu più bisogno di parlare, entrarono con l’auto dal cancello della villetta di Rino, scesero velocemente consapevoli del poco tempo a disposizione per cui si fermarono a scopare nel salotto a pianterreno avvinghiandosi subito arrapatissimi sul divano.

Rino senza svestirsi se lo tirò fuori che era oramai duro, lei fece in tempo solo a sfilarsi il perizoma rosso prima che lui ancora in piedi la sollevasse di peso, leggera ed elastica com’era, consentendogli di avvinghiarsi con le gambe chiuse sulla schiena mentre intanto con una rapida manovra di una mano lui trovò il modo di infilarle il cazzone nella fica già pronta e ben lubrificata. Ma dopo pochi minuti di quella scopata in piedi a Rino, forse troppo eccitato, già tremavano le gambe per cui rotolò dolcemente sul divano, con lei ancora avvinghiata, attento a non far uscire il pisellone dalla giovane fichetta.

Rino continuò a montarla alla missionaria distesa sul divano fin quando volendo aumentare la potenza della penetrazione lui le alzò le gambe fino a fargliele appoggiare sulle spalle. A quel punto aumentò il ritmo della scopata potendola penetrare a fondo, mettendoci tutta la forza di cui era capace, con scatti veloci e furiosi, con rabbia bestiale fino a farla urlare dal piacere.

Pochi secondi disteso per riprendere fiato poi Rino la piegò a pecorina con la pancia appoggiata sul bracciolo del divano e la infilò da dietro mentre con il dito medio le esplorava il buco del culo dopo aver massaggiato le chiappette sode. Rino riprese a sbatterla con violenza accelerando il ritmo fin quando urlando esausto non si lasciava andare ad una sborrata sulla schiena avendo prima goduto dei fremiti di lei che raggiungeva un altro intenso orgasmo. Lui si alzò rapidamente e si spostò verso la sua bocca che istintivamente accolse il cazzone ancora vibrante dal piacere e succhiò le ultime gocce di sperma.

Una volta ripartita la macchina verso casa della ragazza, lei si accorse di 6 chiamate senza risposta dalla madre e di 4 dalla signora che la ospitava, ma decise che era meglio rispondere dopo essersi ripresa da quella travolgente scopata, sbollire la carica erotica che ancora la pervadeva e solo una volta a casa provare a giustificare quel ritardo con calma. Prima di salutare Rino e scendere diretta al cancello della villa della signora Paula gli chiese un piccolo prestito, 200 euro per saldare dei debiti, glieli avrebbe ridati la prossima volta che si sarebbero trovati di nuovo da soli. Rino, nella speranza di scoparsela di nuovo quanto prima, accettò di buon grado quel ‘prestito’ ma poi le cose andarono diversamente.

Due ore dopo infatti a Rino arrivò la telefonata furibonda di Nadir che lo accusava di aver approfittato di quell’anima innocente della figlia, abusando di lei in ogni turpe modo come solo un porco come lui sapeva fare ed infine aver tentato di comprare il suo silenzio con 200 euro. Lui capì che la ragazzina aveva scaricato il ritardo su di lui e pur di discolparsi lo aveva ingiustamente accusato di tutte quelle infamie. A nulla servirono le sue giustificazioni tanto che Nadir giurò che non voleva avere niente a che fare con un lurido maiale come lui e che non la cercasse mai più.

Ora dopo molti mesi Rino ripensava tutta quella serie di stupende scopate fatte con Nadir alcune delle quali proprio in quella cameretta, intanto sovra pensiero si era slacciato la patta, tirato fuori il cazzo già in via di erezione e iniziato a massaggiarselo lentamente mentre, chiusa la casella di posta, sul pc aveva cercato un pornazzo di una mulatta con tettone da sogno che gli ricordava proprio Nadir, per accompagnare la sua masturbazione.

Eccitato dal pornazzo si rese conto in ritardo della porta lasciata socchiusa e di Nadir che stava spiando la sua sega, quando se ne accorse cercò frettolosamente di ricomporsi, balbettandole qualcosa confusamente cercando di giustificarsi.
‘Ma dai Rino, non ti vergognare! Lo sai che mi piace guardarti mentre ti masturbi. Fammi vedere invece cosa stai guardando sul pc ‘ahhh brutto maialone ‘ sei sempre il solito porco ehh’ disse con spontanea sensualità Nadir mentre entrava nella cameretta. Quando scoprì che il filmato porno aveva come protagonista una mulatta che le somigliava lei prosegui:
‘Vedo che ti piacciono ancora quelle come me ‘ allora mi pensi ogni tanto eh ‘ ti piaccio ancora …’
‘Sapessi quante volte ho ripensato a te … alle nostre follie ‘ a quelle meravigliose scopate ‘. al tuo culo da sfondare …’ rispose lui che intanto era tornato a maneggiarsi lentamente il cazzo mentre allungava l’altra mano cercando il culo abbondante di Nadir che si era accostata a lui per vedere il pornazzo. Una volta infilata la mano sotto il grembiule cominciò a risalire verso le chiappe e intanto aggiunse ansimante e sempre più arrapato:
‘ Ti penso sempre’ anche quando scopo con un altra’ nessuna mi ha più fatto godere così tanto ‘ ahh senti che culo che c’hai ‘ che bello è stato sfondartelo ‘ che gran troiona sai essere’ uhmm le tue tettone dentro cui affogare il mio cazzo ‘ la tua voglia insaziabile che non mi bastava più nemmeno il Viagra per farti dire basta’

La sua mano una volta raggiunto il culone sodo, ora stava provando ad aggirare il tanga per arrivare alla fica. Lei tentava di resistere, di bloccare quella eccitante avanzata cercando di allontanarsi per poi ritornare, girandosi di lato per poi serrare le gambe finendo per raggiungere il risultato contrario, insomma Rino era sempre di più arrapato.

‘ Ma dai Rino fermati ti prego ‘ se fai così non resisto lo sai ‘ no oddio il clitoride no ‘ vai subito al mio punto debole brutto maiale ehh’ sei il solito porco ‘ si, si dai così’ ma che mi fai dire, no, no fermati, basta … ora sono cambiata … sono fidanzata con un bravo ragazzo ‘ ho promesso di essergli fedele ‘ vogliamo sposarci lui è serio non un depravato come te ‘ provò confusamente a difendersi.

Raggiunte le labbra della fica Rino le penetrò col dito medio scoprendo che erano bagnate di abbondanti umori come lui aveva previsto mentre lei reagiva contorcendosi dal piacere al suo sditalinamento che andava prendendo un ritmo regolare, scivolando dal clitoride fin dentro la fica. A quel punto lui si alzò in piedi, si mise dietro di lei, le appoggiò il cazzone durissimo sulle chiappe tenendole il camice sollevato mentre continuava a masturbarla ruvidamente continuando a scivolare dal monte di venere fin dentro la vagina, penetrandola sempre più in profondità, sempre più velocemente sicuro di riuscire a farla impazzire dal piacere, come aveva fatto tante volte in passato.

Poco dopo puntuale ed inevitabile arrivò l’orgasmo di Nadir, lei serrò le cosce imprigionando la mano di Rino che con l’altra continuava a tormentare con insistenza un suo capezzolo oramai turgido, mentre lei, contorcendosi dal piacere, premeva con le chiappe sul suo pisellone facendolo impazzire.

Rino decise che ora toccava a lui godere scopandosela violentemente come tante volte aveva fatto, senza pietà, prendendola con ruvida forza come a lei piaceva tanto, per cui cercò di piegarla a pecorina sul letto per penetrarla da dietro per sfondarla come una troia. Lei, ripetendogli ossessivamente che era fidanzata, stavolta oppose una convinta resistenza, si divincolò bruscamente e fuggì mezza nuda cercando di rifugiarsi nella sua camera, prontamente inseguita da Rino col cazzo dritto fuori dai pantaloni, eccitatissimo da quel diniego inaspettato. Con una mossa rapida Rino infilò un piede nella porta per impedire a Nadir di chiudersi a chiave dentro la sua cameretta, poi entrato a forza le saltò addosso finendo per rotolare entrambi avvinghiati sul letto, lui sopra lei sotto.

Ma Nadir resisteva ancora con decisione e si divincolava seminuda, allora Rino per fermarla le salì cavalcioni sulla pancia cercando di bloccarle le mani che intanto lo colpivano con schiaffi e pugni. Appena fu immobilizzata lei si arrese con un sorriso carico di rabbia ma anche di passione lasciandosi andare alla propria eccitazione. Rino rimanendo a cavallo sopra di lei le infilò allora il cazzo tra le tettone e poi mollata la presa delle braccia di lei cominciò con le proprie mani a massaggiare premendo le tette sul cazzo. Solo allora lei intervenne con le sue mani ben più esperte trovando il modo di concludere alla grande quella sega spagnola fino farlo sborrare abbondantemente con lo sperma che schizzò abbondante irrorando con schizzi ripetuti il viso, il collo e le tette. Come avevano fatto decine di altre volte in passato, lei piegò la testa fino a prendergli in bocca il cazzone sgocciolante che lui gli porgeva così dar asciugarlo con voluttà, succhiando assetata ogni goccia di sborra rimasta.

Sconvolti ed ancora col fiatone dopo aver ritrovato le emozioni forti di una volta stavano ora distesi e avvinghiati girati di lato. Rino le ripeteva sottovoce che con lei il sesso era sempre meraviglioso e inaspettato anche senza penetrazione, mentre a lei erano venuti i sensi di colpa pensando al nuovo fidanzato a cui aveva giurato eterna fedeltà.
‘Mica abbiamo scopato vero?… solo qualche carezza ‘ forse un po’ ardite ma non è tradimento ‘ no, no …si un orgasmo forse ‘ ma solo per nostalgia ‘ una cosetta tra vecchi amici, mica non un tradimento’

Mentre si ricomponevano prima del rientro della mamma Rino le chiese:
‘ Come mai hai smesso di tenermi il muso?’
e lei candidamente rispose:
‘ Mia figlia mi ha finalmente raccontato la verità su quando te la sei scopata e cioè che lei ti provocava da tempo e tu ci hai provato di brutto. Niente forzature da parte tua ma solo le contraddizioni di una figlia in cerca della figura paterna che gli manca da sempre’.
Quindi dopo un sospiro, in uno slancio di sincerità, aggiunse:
‘Mi sa che mia figlia è diventata una gran troia, tutto sua madre’ e Rino esausto, sorrise ed annuì. L’amica della figlia

Lino solo a casa per quel week end, moglie e figlia a trovare i nonni lontani, la sua storica amante bloccata in una cerimonia con parenti e marito, decise di dedicarsi a copiare le tante videocassette e le vecchie foto salvandole sul suo nuovo pc, un lavoretto noioso che rimandava da anni. Così mentre armeggiava sul pc con quei vecchi video di compleanni di bambini, recite scolastiche, vacanze dimenticate e noiosi anniversari, dalla scatola di scarpe dove conservava le videocassette ne uscì fuori una senza etichetta che lo incuriosì.

Nel riprodurla scoprì che erano delle riprese con la sua telecamera che sua figlia intorno ai 14 anni aveva fatto in casa insieme alle amiche e ad altri ragazzini, giocando a chi faceva la scemenza più grande, una serie di smorfie, saluti, giochi e cazzeggi. Quasi in fondo trovò una cosa un po’ diversa, un vero e proprio spettacolino televisivo: la camera fissa inquadrava le tende del salone in penombra, poi quando il lampadario si accendeva partiva una musica da discoteca sparata a palla e tre ragazzine si scatenavano in un balletto tipo Veline. Al centro Martina, la più grande e già formata, brava, bella e maliziosa in hot pants e canottiera, ai lati sua figlia e la sua amica Silvietta, entrambe più imbranate ed infantili. Martina era l’unica con le curve già sviluppate due tettine che premevano sulla canottiera e un bel culetto che preannunciava la splendida ragazza che sarebbe poi diventata, provocante e sexy. Lino riguardò più volte con crescente e morboso interesse il video associando le immagini di quella adolescente con la Martina di oggi ovvero la conturbante e intrigante diciottenne che al bar dell’angolo frequentava con disinvoltura sfrontati ragazzoni a bordo di lussuosi Suv o potenti moto.

Uscito di casa per qualche acquisto tornando verso casa Lino, ancora in balia del morboso turbamento provocato da quel video, decise di passare davanti al bar dell’angolo sperando di incontrare Martina. La riconobbe da lontano, un gran bel culetto fasciato dai leggings, tettine e fianchi esaltati dalla magliettina leggera, nell’avvicinarsi lei lo salutò alzandosi dal tavolo dei ragazzoni perditempo per andargli incontro con un gran sorrisone per poi fermarsi a chiacchierare con lui. Lino la guardava con rinnovato interesse, vedeva la sensuale e sfrontata ragazza di oggi e non più l’allegra e maliziosa quattordicente con le tette appena sbocciate così la sua vogliosa attenzione non sfuggì alla smaliziata ragazza.

‘Grazie per tutti questi complimenti Lino … mi fai arrossire ‘ certo ne sono passati di anni da quando ero l’amichetta di tua figlia ” disse con maliziosa ingenuità Martina e Lino per giustificarsi rispose:
‘Stamattina mi sono messo a copiare vecchi filmini sul pc e ne ho trovato uno che non avevo mai visto dove tu, Silvietta e mia figlia intorno ai 14 anni ballavate imitando le veline, eravate bellissime mentre vi agitavate ammiccando come smaliziate show girl’
‘ Ma dai, sai come ero ridicola! ‘ chissà come mi vergognerei nel rivedermi …’ e Lino la interruppe:
‘ No in quel video sei stupenda, spigliata e intrigante, di una bellezza acerba ma già allora irresistibile’
‘ Allora me lo devi far vedere, anche io non ho mai visto quel video, sono curiosissima, magari me lo fai copiare anche’
‘Certo, vieni quando vuoi, se hai tempo e voglia oggi pomeriggio io sono a casa da solo che Camilla e la figliola sono dai nonni ‘ concluse Lino che poi, dopo un bacetto di saluto, si avviò verso casa ancora più turbato.

Aveva da poco ripreso a scannerizzare vecchie foto quando senti il campanello suonare, aprendo aperto si trovò davanti Martina sorridente che entrando lo salutò con il suo solito irrefrenabile slancio. Si accomodarono nello studio dove Lino la fece sedere davanti al pc mentre lui rimase in piedi dietro di lei approfittandone per sbirciare le sue tettine dall’alto sotto la magliettina. Un click del mouse e il video partì riportando entrambi con la memoria a 4 anni prima, con Martina scatenata che insegnava a delle ingenue ragazzine le mosse di danza più sexy.

Martina era molto coinvolta da quel viaggio nei ricordi, l’età in cui aveva scoperto di essere desiderata da tutti, allora le piaceva veder sbavare ragazzi ed adulti per le sue cosce o per le tettine acerbe, si ricordava bene che in quel periodo aveva provocato ripetutamente anche Lino.
‘Lino ti ricordi? Qualche anno fa io mi mettevo a sedere sulle tue ginocchia, tu invece cercavi di evitare e ti alzavi subito, eri sempre imbarazzatissimo vicino a me!’
‘E per forza’ rispose Lino ‘eri una ragazzina di 14 anni ma già abbastanza donna. Io non potevo certo cominciare ad accarezzarti e toccarti ovunque così preferivo alzarmi ed allontanarmi’
‘Ti confesso che lo facevo apposta, mi piaceva già allora provocare gli uomini adulti e poi mandarli in bianco, io ero sicura che anche tu come tutti gli altri non avresti resistito, credevo che mi saresti saltato addosso e invece hai tenuto duro’ disse Martina mentre accarezzava una mano di Lino.
‘E già, ma non sai quanto è stato difficile per me resistere”
‘Ma ora sono maggiorenne ‘ possiamo riprendere da dove abbiamo interrotto… dai fammi spazio che mi siedo sulle tue ginocchia’

Lino confuso e arrapato non si lasciò pregare, la fece sedere in modo che il culetto poggiasse direttamente sopra il suo pacco, la abbracciò alla vita cominciando subito ad accarezzarle il pancino. Lei si muoveva sinuosamente sopra di lui, si strusciava incoraggiando la mano di Lino ad avventurarsi sotto la magliettina ed arrivare alle tettine libere senza reggiseno. Nonostante i leggings Lino sentiva le chiappette sode di lei sopra il suo cazzo che si era già risvegliato mentre con l’altra mano esplorava tra le cosce e il monte di Venere.

‘Mi hai fatto venir voglia di ripetere oggi quel balletto da aspiranti veline, nel frattempo sono migliorata moltissimo, faccio spesso la cubista in discoteca e ho fatto già diversi provini per la tv’
‘Vuoi proprio farmi arrapare eh! Allora rifacciamo così: oggi registriamo un video simile a quello di qualche anno fa, ma tu dovrai recitare a fare la ragazzina piccola, comportarti come allora’.
Martina dopo aver cercato la stessa musica tra i loro vecchi cd, si tolse i leggings rimanendo in magliettina e perizoma, scalza sul tappeto davanti alla stessa tenda del salone pronta a scatenarsi non appena Lino finiva di sistemare la telecamera sul cavalletto, avviava la musica e accendeva la luce alta.

Ballava sensuale e provocante accarezzandosi le tettine, mostrandole ogni tanto alzando per pochi secondi la magliettina, si piegava ostentando il culo coperto solo da un perizoma microscopico e incitando Lino con i gesti di mani e lingua che mimavano ogni possibile oscenità.
Lino dopo essersi accarezzato ripetutamente il pacco non resisteva più, si spogliò completamente e si avvicinò cercando subito di appoggiare il cazzo tra le chiappe di lei. Oramai era appiccicato dietro di lei, il cazzo eretto compresso sulla schiena, con una mano racchiudeva la tettina rimasta acerba come anni prima, con l’altra mano esplorava tra le cosce e la fica che essendo completamente depilata lo aiutava nell’immaginare Martina ancora come una innocente adolescente. Seguendo quel sogno prese a baciarle le tettine, a succhiare i capezzoli poi scese ad insinuare la lingua tra le cosce e la fica.

‘Ecco, siii, sei ancora una ragazzina delle medie ingenua ma curiosa del sesso, ora io ti insegnerò come si fa l’amore come gli adulti’
‘ Si dai tu sarai lo ‘zio’ che insegna alla sua nipotina il sesso, dai ”
Lino cominciò a ripassare tutti i punti sensibili della ragazzina, prima con le mani poi con la bocca e la lingua, esplorando via via i capezzoli, la vagina, il clitoride e perfino il buco del culo. La ragazza rimasta in piedi piegandosi nel modo giusto ad ogni sua richiesta, partecipava con piacere a quel gioco, provocandolo ripetutamente con innocenti volgarità:
‘ Voglio farlo anch’io a te, ‘zio’ voglio leccarti il cazzo e i coglioni e poi infilarti i miei ditini nel buco del tuo culetto.’

Lui allora si allungò sul tappeto e la incoraggiò a stendersi facendola salire sopra di lui e quel 69 consentiva ad entrambi di regalarsi reciprocamente con le lingue un infinito piacere fino ad impazzire.
‘Ora ti insegnerò a fare l’amore come lo fanno i grandi’.’ fece stentoreo Lino.
‘ Nooo, quel tuo coso è troppo grande ‘zietto’ mi farai male, i miei amichetti di scuola ce l’hanno molto più piccolo, ho paura che mi sfondi, nooo’ rispose Martina imitando una voce infantile.
Ma Lino stette al gioco e ordinò:
‘Siediti sulla mia cappella poi fattelo entrare nella tua fichetta piano piano, un po’ alla volta ‘.’

Lei obbedì e un po’ alla volta se lo fece entrare tutto nella fichetta apparentemente adolescenziale ma in realtà già rotta ad ogni possibile penetrazione.
Dopo un po’ di quel dolce scopare a Lino scattò in mente un desiderio perverso, realizzò che aveva voglia di qualcosa più intenso, di più forte e di assai violento.
‘ Ora lo ‘zio’ vuole punire la nipotina puttanella che si fa scopare da tutti quelli del bar. Adesso lo ‘zio’ ti farà conoscere il sesso duro’
‘Nooo, ti prego,nooo, ‘zietto’ perdonami non scoperò più con nessuno te lo giuro, non mi punire, nooo …’ rispose Martina rimanendo nel ruolo di innocente adolescente.

Ma Lino invece si scatenò davvero, la stese sul tappeto le allargò le cosce brutalmente e la penetrò di scatto fino in fondo facendola urlare a squarciagola. Poi dopo averla trombata in quella posizione volle sfondarla del tutto alzandole le gambe sino a portarle sulle sue spalle così da far entrare il suo cazzone tutto dentro, violento ed inesorabile come un maglio.
Non ancora sazio si alzò per andare a recuperare in bagno dell’olio lubrificante iniziando subito a lavorare con quello intorno al buco del suo culetto che sembrava davvero piccolo come quello di una bambina. Martina quando lui infilò il secondo dito nel culo si divincolò cercò di fuggire urlando:

‘ Basta’.nooo non farlo ti prego…’zietto’ fermati …non sfondarmi il culo ”
Ma Lino sembrava un ossesso, prese un paio di cuscini del divano e la sbattè a forza sopra, piegata in modo da offrire il culetto a favore del suo cazzo ormai durissimo e ben lubrificato. Poi massaggiò ancora con le dita dilatandole per quanto possibile il buco del culo che penetrò senza preavviso facendola urlare a squarciagola più per dolore che per il piacere. Anche i successivi colpi violenti del suo cazzo furono inesorabili, mentre lui la sfondava senza pietà lei cercava di divincolarsi, urlava, ansimava non distinguendo più il confine tra il piacere e il dolore.

Quando Lino accellerò il ritmo e accentuò i colpi violenti che si infrangevano sulle chiappette il buco del culo di Martina era oramai del tutto sfondato e lei percepiva distintamente i fremiti che preannunciavano il prossimo arrivo dell’orgasmo di lui. Martina a sua volta cominciò a sditalinarsi la fica riuscendo a raggiungere l’orgasmo urlando come una forsennata subito dopo aver avvertito il calore dello sperma dentro il suo culo.

Lino in silenzio rimase alcuni secondi in estasi sopra di lei, poi rotolò di lato sul tappeto trascinando con se lo splendido corpo di Martina che ancora gemeva e ansimava. Dopo tanta travolgente e brutale passione, entrambi sfiniti ma felici, si concedevano ora un momento di dolcezza abbandonandosi alle carezze ed ai baci che suggellarono quella scopata violenta, irresistibile e perversa.

Nel rialzarsi si ricordarono della telecamera accesa che aveva ripreso tutto, lei si vergognò ed ebbe paura che quel video potesse finire in mani sbagliate per cui gli chiese di cancellarlo. Lino resistette, cercò di convincerla ma davanti alle sue legittime resistenze stava per arrendersi, quando provò un ultima volta a convincerla avanzandole una disperata proposta indecente:
‘Ma se io ti facessi un regalo per tenermi quel video? Facciamo 200 euro ? ”
Martina, sempre in bolletta, non se lo fece ripetere due volte accettando quell’offerta con un bacio stampato sulla sua bocca, però lui impose una condizione :
‘ Lo rivedremo insieme questo bel video appena possibile e poi lo ‘zietto’ ti darà ripetizioni sulle posizioni che non hai eseguito alla perfezione ”
Tra vicini

L”ultimo week end prima della riapertura delle scuole segnava la fine della stagione estiva nel complesso residenziale ‘I Gabbiani ‘, un centinaio di villette a schiera disposte ordinatamente in vialetti a raggiera a pochi metri dal mare. Moglie e figlia in visita ai nonni, Lapo era li da solo quel week end a predisporre la villetta per la chiusura autunnale, salutare gli amici e partecipare alla tradizionale cena di fine estate tra vicini. Di primo mattino era già al lavoro in giardino per smontare il gazebo quando la moglie gli telefonò ricordandogli, tra l’altro, di restituire ai vicini la prolunga elettrica avuta in prestito.

Quell’estate i rapporti amichevoli tra la famiglia di Lapo con i loro vicini, Ornella e Giancarlo, erano stati a dir poco complicati e, nonostante le apparenze, la situazione tra loro non si era ancora normalizzata. A Lapo Ornella era sempre piaciuta ma non se l’era sentita di provarci con una vicina sposata col rischio di rovinare i rapporti di amicizia e di buon vicinato. Al contrario Giancarlo, ritenuto un uomo affascinante, un intrigante sciupafemmine, all’ inizio dell’ estate aveva preso a corteggiare Paola, la moglie di Lapo, che sembrava proprio gradire le sue attenzioni. Pur avendo capito che tra i due la passione stava per esplodere Lapo faceva finta di niente perchè in quel periodo si faceva le ultime scopate con una giovane stagista prima del suo trasferimento al nord e non voleva avere complicazioni con la moglie.

Ma pochi giorni dopo, alla fine della partita a beach volley con gli amici ricevette un imbarazzante sms anonimo:
‘ Vai stasera alle 19 nella radura dietro la torre saracena se vuoi vedere quanto è troia tua moglie’. Incerto sul da farsi, infastidito ma anche perversamente eccitato da quella situazione, si interrogava su chi avesse fatto quella spiata e chi fosse l’amante della moglie. Concluse che probabilmente all’appuntamento con la moglie sarebbe andato proprio il bel Giancarlo, il vicino della villetta di fronte e la ‘spiona’ era quasi certamente Ornella, la moglie di Giancarlo, in preda a gelosia e voglia di vendetta. Decise comunque di seguire le indicazioni del messaggino, si sarebbe arrampicato per tempo in cima ai ruderi della torre attendendo ben nascosto l’eventuale arrivo della moglie col suo amante.

All’ora prevista arrivò Giancarlo poi, dopo 5 minuti Paola, la moglie di Lapo, entrambi risalirono le dune dalla spiaggia fino alla radura sotto la torre, per dare immediatamente libero sfogo alla loro passione con abbracci bollenti, baci profondi e mani che arrivarono presto ad accarezzare le parti più intime. Anche Lapo si stava eccitando perversamente a quello spettacolo arrivando ben presto a massaggiarsi il pacco da sopra i calzoncini accelerando quando la moglie si inginocchiò per cominciare a succhiare avidamente il cazzo di Giancarlo appena liberato dai bermuda.

Lei dopo poco distese il suo pareo sull’erba secca, si tolse il bikini e si sdraiò a cosce aperte offrendosi vogliosa al bel tenebroso che si accucciò in modo da leccarle prima i capezzoli e poi la fica. Lapo infoiato dalla gelosia perversa e da uno sconosciuto voyeurismo aveva cominciato a masturbarsi senza freni godendo nel vedere la moglie fremere e divincolarsi come una zoccola sotto gli irresistibili colpi di lingua di Giancarlo, indubbiamente molto abile nei preliminari.

Cambiarono posizione e lui si girò distendendosi sopra di lei iniziando un 69 travolgente con i sospiri e i rantoli chiaramente udibili anche dall’alto della merlatura della torre dove era nascosto Lapo. Poi si rigirò per penetrarla alla missionaria con le mani di lei avvinghiate alla sua schiena fin quasi a graffiarlo. Lapo stava masturbandosi alla grande oramai perso in una estasi perversa fin quando notò inaspettatamente che la coppia aveva difficoltà ad avviare la scopata tanto da fermarsi, staccarsi l’uno dall’altra ed infine rialzarsi per rivestirsi.

Lapo deluso interruppe la sua gustosa sega non capendo bene cosa fosse accaduto, se i due avessero avuto un rapidissimo orgasmo o se fossero stati disturbati o cosa altro ancora. Comunque prima la coppia e poi Lapo lasciarono la zona tornando con ostentata indifferenza nelle rispettive villette e alle loro normali attività. Solo quella notte quando si ritrovò vicino la moglie a Lapo venne un gran voglia di dar sfogo a quella sega rimasta a metà scaricando sulla moglie fedifraga tutta la sua violenta carica erotica. Lei all’inizio resistette ma poi forse per un tardivo senso di colpa si lasciò andare finendo per partecipare con passione a quella scopata, ricambiando i graffi, i morsi e gli insulti ricevuti da Lapo durante quelle loro violenta lotta erotica, travolgente e trasgressiva come poche altre prima di allora.

La moglie comunque da quel giorno smise di ronzare attorno a Giancarlo per cui Lapo rimosse l’episodio dedicando tutta la sua passione alle ultime scopate con la giovane stagista per godersela a fondo prima del suo trasferimento.

Passati due mesi quell’episodio gli tornò alla mente mentre stava suonando il campanello della villetta di fronte. Venne ad aprirgli Ornella che lo salutò con entusiasmo mentre era al telefono con una amica, un gran sorriso e l’ invito ad entrare mentre lei terminava la chiamata. Indossava un vestitino estivo leggero da casa con l’immancabile profondo decolté per esaltare il suo seno prorompente che ondeggiava morbidamente mentre si aggirava per la cucina.

Lapo faticò a staccare gli occhi da quel ben di dio, mentre realizzava che per la prima volta guardava arrapato le forme accentuate ed abbondanti di Ornella. Forse, stimolato dai ricordi dei rispettivi partner che scopavano sotto la torre, non la guardava più come la simpatica vicina e l’amica di famiglia, era come se solo ora si accorgesse che quelle tette strepitose e quel culone sodo meritavano una gran bella scopata.

Riattaccato il telefono Ornella fece accomodare Lapo in cucina, lo salutò con due baci sulle guance e spiegò subito che era sola in casa in quanto lei e il marito si stavano separando, lei si era stancata di lui, non lo capiva più ed era stanca del suo stile di vita. Muovendosi verso il frigo per offrirgli un prosecco Ornella si fermò di scatto per girarsi sorprendendo così Lapo incantato ad ammirare il suo culone agitarsi ben delineato sotto il vestitino leggero e provocatoriamente gli chiese:
‘Ti preparo un prosecco con qualche stuzzichino? Magari ti scuote un po’, mi sembri più imbambolato del solito!’.
Lapo era oramai in totale balìa dei sui ormoni per cui si lasciò sfuggire involontariamente una risposta temeraria:
‘Si grazie, lo berrò mentre mi godo lo spettacolo ‘.

Lei balbetto qualcosa dopo aver realizzato che lo spettacolo a cui si riferiva Lapo era il suo corpo, ma anche lui, resosi conto di aver esagerato nell’ardire bofonchiò qualche banalità tentando prima di minimizzare poi di cambiare discorso, ma oramai la frittata era fatta. Nel muoversi in cucina, mentre preparava l’aperitivo, all’inizio Ornella era un po’ impacciata per non alimentare la concupiscenza di lui che era evidentemente assai arrapato, poi però si lasciò andare ad una apparente naturalezza nei movimenti tanto che il suo ancheggiare divenne esagerato, una vera provocazione. Così, mentre si piegava per prendere i bicchieri, consentì a Lapo di ammirare senza fretta le cosce tornite lasciando intravedere le mutandine di cotone, poi piegandosi in avanti per apparecchiare il tavolinetto basso su cui servire le bevande gli regalò la visione del meglio della sua scollatura.

Ora brindavano a prosecco seduti uno accanto all’altro sul vecchio divano in vimini del soggiorno, ma dopo il primo sorso di bollicine passarono alcuni secondi in un silenzio imbarazzato che infine lei ruppe con una nuova incosciente provocazione:
‘Allora? ‘ Sto spettacolo? ‘ Ti è piaciuto? ‘ Ma fammi capire, come mai dopo anni che ci conosciamo solo adesso ti accorgi che ho un corpo da donna?’
Lui sulle prime rispose a monosillabi, impacciato e spaesato arrivando infine a domandarsi confuso a voce alta:
‘ In effetti, ‘ chissà perché solo oggi mi accorgo di tutto questo tuo ben di dio ‘ chissà ‘ e che eri sposata ‘ bohh? ‘ forse è perchè ‘poi … è successo qualcosa tra noi’ anzi tra i nostri coniugi ”
‘Meno male che ti sei accorto che tua moglie si era buttata tra le braccia di Giancarlo’
Colpito Lapo replicò piccato:
‘Ma tuo marito ci prova con tutte, chissà quante se ne è fatte’ e lei ribattè,
‘Tutto fumo e niente arrosto, a mio marito mi sa che le donne non interessano più, oramai gli piace qualcos’altro’ invece a tua moglie piacciono molto i maschietti eh …’

Mentre continuavano a parlare delle loro corna tra imbarazzi e allusioni si stavano entrambi eccitando, tanto che la mano di Lapo si era già pericolosamente avvicinata al paradiso burroso delle sue tettone mentre lei per fermarne l’avanzata, la bloccò a mezz’aria stringendola con tale forza come per stritolarla. I due, fermi ed in silenzio, si guardarono a lungo incerti, poi ancora una volta fu Ornella a rompere gli indugi accostando quelle loro mani unite al suo seno, strofinando e roteando lentamente intorno al capezzolo sopra il vestito e il reggiseno 5^ misura, sussurrando retoricamente:
‘ .. Allora ? ‘ Ti piace? ‘ mi sembra proprio di si ‘.’

Subito dopo le loro mani lasciarono la stretta e presero direzioni diverse fino ad avvinghiarsi in un abbraccio di fuoco che consentiva comunque a Lapo di proseguire l’esplorazione di quelle tette strepitose scavalcando finalmente il vestitino fino ad infilare le dita sotto le ampie coppe del reggiseno. Dalla bocca di lei, dopo un primo lungo bacio, le labbra di Lapo scesero sul collo quindi, dopo aver aperto la strada, arrivarono a perdersi nel paradiso tra le tette ed i capezzoli.

In preda entrambi delle rispettive violente eccitazioni continuarono a cercarsi sotto i vestiti fin quando lui, per liberare completamente il suo membro in via di erezione dalla zip dei jeans, si alzò in piedi davanti a lei che ne approfittò per afferrarglielo delicatamente per poi iniziare a massaggiarlo. La posizione seduta consentiva a Ornella di alternare nel carezzargli il cazzo la mano e la bocca per poi, infine, tentare di imprigionarglielo tra le abbondanti tette così da raggiungere una incontrollabile eccitazione che le stava bagnando le mutande di cotone, mentre lui completava una potente erezione.

Ora lui non resisteva più, voleva penetrarla subito, per cui la invito ad alzarsi, le sfilò le mutande di cotone, le sollevò il vestitino fino alla vita invitandola quindi a sedere a chiappe nude sul tavolo della cucina dove, dopo aver divaricato le cosce ed aver brevemente esplorato prima con le dita poi con la lingua la fica pelosa oramai stracarica di umidi umori, cercò il varco verso la vagina avanzando con la cappella turgida, iniziando a penetrarla prima delicatamente poi con crescente intensità e ritmo.

Pochi minuti di quell’azione incessante, sfinita sotto i colpi di maglio del cazzo violaceo oramai durissimo Ornella si lasciò andare ad un violento orgasmo iniziando a tremare tutta mentre tratteneva un urlo premendo forte le labbra sul petto di lui.
Dopo una breve tregua per farle riprendere fiato Lapo riprese a montarla piegandola a 90 gradi sul tavolo della cucina, per poi infilarla con decisione da dietro, iniziando immediatamente a sbatterla a ritmo incessante, quasi violento dei suoi colpi.

Intanto con le sue mani vogliose Lapo le massaggiava a lungo le chiappe, infilandole ripetutamente nel buchetto del culo prima una poi due ed infine tre dita contemporaneamente. Continuava intanto a scoparsela selvaggiamente accelerando ancora il ritmo, afferrandola per i fianchi, passando poi ad aggrapparsi alle morbide tette, finendo quindi per strapazzarla dolorosamente tirandola per i capelli. In quella nuova posizione la penetrazione si dimostrò per Ornella ben più devastante della precedente tanto che in pochi minuti le provocò un secondo ed ancor più violento orgasmo, i cui rantoli stavolta lei non riuscì proprio a trattenere.

Ora toccava a lui cercare il finale esplosivo alla sua passione, la riporto a sedere sul divano di vimini rimanendo lui in piedi di fronte così da offrirle di nuovo il suo cazzo duro a favore delle mani, del seno e della bocca. Lapo si lasciò andare affidandosi in quello sforzo conclusivo di nuovo all’ abilità dei suoi massaggi, alla sensualità delle sue labbra ed alla accoglienza delle sue tette generose . Il primo schizzo di sperma innaffiò un capezzolo poi la bocca, lei allora prese prontamente a succhiarglielo regalando a Lapo l’estasi intensa di un orgasmo sfrenato.
Pochi attimi per godere fino in fondo di quell’imprevisto uragano dei sensi poi iniziarono a ricomporsi per avviarsi verso l’ingresso senza dire una parola, fermandosi solo per un ultimo tenero bacio.

Vendetta era fatta con reciproca soddisfazione, i due si incontrarono per scopare ancora un paio di volte e lei in vena di confidenze intime confessò a Lapo che suo marito dopo diversi anni di vita sessuale tormentata oscillando tra etero e omosessualità oramai aveva scelto di vivere col suo nuovo compagno, abbandonando la famiglia e l’interesse verso le donne. A Lapo fu chiaro allora che la storia con sua moglie Ornella era servita a Giancarlo come disperato tentativo di non abbandonarsi alla omosessualità e che aver fatto cilecca mentre cercava di scoparsela sotto la Torre saracena era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso ‘ In compenso gli aveva regalato alcune strepitose scopate con Ornella rese ancora più sapide dal gusto perverso della vendetta di due cornuti o quasi.

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