Skip to main content
Racconti erotici sull'IncestoTrio

The Hot Book

By 25 Settembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Lisa arrivò in cucina al momento sbagliato.
In meno di un minuto persi tutto… la ragazza, la casa, i soldi….
Comunque tanto valeva finire ciò che si era cominciato anche perch&egrave &egrave difficile ragionare quando si ha il cazzo duro come il marmo.
Così sforzandomi di non perdere vigore strinsi più forte i fianchi grassi di Agnese e continuai a pompare.
Sentivo che la vecchia maialona cercava in tutti i modi di sgusciare via ma la tenevo a me come in una morsa deciso a venirle dentro a tutti i costi.
‘Sei un bastardo!’ urlava Lisa agitandosi nel suo pigiamino azzurro.
E io a pompare mentre la cappella si gonfiava per lo spruzzo.
‘Porco schifoso, ma come ho fatto a mettermi con uno come te’.
Risposta: spruzzzzzz!.
Il culo di sua madre pieno di sperma, il mio cazzo ancora teso insoddisfatto, Lisa che mi fissava con disprezzo assoluto.
Agnese, la sua mamma troia che mi sbattevo da qualche mese mentre lei dormiva, scappò in bagno tutta nuda.
Uno spettacolo vedere ciondolare quelle grosse zucche della vecchia mentre si sforzava di correre via tra lacrime e sudore.
‘Copriti!’ esclamò Lisa.
Non ne avevo nessuna intenzione ‘Ho qualcosa che non hai mai visto tesoro?’.
‘Qualcosa che non voglio più vedere!’ scattò lei sforzandosi di non fissarmi l’uccello.
‘Non riesci a litigare da nuda?’
Ci riusciva benissimo invece infatti si strappò il pigiama con due colpi secchi e siccome sotto non aveva nulla…
Wow che bella, piccolina con la sua pelle bianco latte, le sue tettone che non erano esagerate ma essendo lei bassina quella terza sembrava una sesta.
Il suo pelo pubico biondo scuro e ricciuto mi ballava davanti e a me nonostante tutto venne duro.
‘Ecco sei felice adesso siamo nudi tutti e tre, tu io e quella vacca che si &egrave chiusa in bagno. E’ questo che ti fa godere…’.
In effetti si.
‘Che vuoi fare scoparmi? Vorresti entrarmi dentro ancora una volta bastardo? Se penso a quello che ho fatto per te, a quello che mi hai costretta a fare per soddisfare le tue voglie e tu… tu….’.
Credo si riferisse al sesso anale ma non ne sono certo.
Comunque la sberla arrivò subito dopo. Era meglio la scopata penso.
Se ne andò facendo sculettare quel delizioso panettoncino bianco e io rimasi nudo in cucina, senza colazione, senza soldi e senza fica.
Spiego velocemente la situazione: vivo con Lisa da circa un anno. Non siamo sposati, non ancora. Siccome sua madre possiede una grande casa che il marito le ha lasciato prima di morire ci &egrave sembrato naturale andare a viverci tutti insieme. La casa, che sarebbe meglio chiamare villa ha 14 stanze su tre piani ed &egrave già stata progettata per essere divisa da due famiglie. Il padre di Lisa credo ambisse a tenersi la figlia stretta intorno o forse ad affittare mezza casa per pagarsi le spese e vivere di rendita.
Non mi &egrave chiaro e non ho mai indagato a fondo.
Comunque il primo piano &egrave diventato casa nostra e il piano terra quello di Agnese. Diciamo che ho avuto la casa gratis.
Bhe proprio gratis no perch&egrave &egrave ovvio che il futuro genero (che sarei io) qualche spesa l’ha dovuta fare, uno per non mostrarsi troppo ‘a carico’ della vecchia e due per adattare la casa alle nostre esigenze di neo sposini.
Così siamo andati in un mobilificio, un bel mobilificio tengo a precisare, dove la roba &egrave bella e la si paga per quanto vale.
Una cucina laccata nera da 15 mila euro.
Un salotto in vera noce con divani di Alcantara 10 mila e rotti.
Camera da letto nera come la cucina con cabina armadio che ha richiesto l’ausilio di due muratori per tre giorni 16 mila euro.
E tanto che c’eravamo abbiamo rifatto i sanitari in bagno e trasformato la vecchia vasca in una moderna doccia pratica elegante e funzionale 9 mila euro.
Totale del divertimento 50 mila tondi e questo senza contare: l’imbianchino che ha rifatto tutti i muri secondo l’estro colorato della mia Lisa e che tanto che c’era ha imbiancato anche tutto l’appartamento di Agnese, i lampadari e relativa istallazione, l’impianto di riscaldamento da revisionare e la caldaia nuova.
Insomma avevo in banca circa 100 mila euro e alla fine della casa erano 40 mila scarsi.
Non che me ne preoccupassi. Quando mi ero messo con Lisa guadagnavo 100 mila l’anno quindi mi sarei rifatto in fretta. Invece a metà aprile avevo perso il lavoro. Giusto il tempo di pagare la casa e aprire un conto congiunto in banca da 20 mila euro con cui Lisa ed io avremmo messo via il denaro per il matrimonio e il viaggio di nozze.
Ora, giusto per la precisione faccio notare che un matrimonio decente e un bel viaggio si fanno con molto meno di venti mila euro se ci si sacrifica un po’ ma Lisa ed io ne avevamo preventivati 50 mila quindi avremmo diligentemente versato parte dei nostri stipendi ogni mese fino araggiungere la cifra necessaria.
Non voglio fare l’arrogante o il prepotente ma da quando avevamo aperto il conto Lisa ci aveva versato credo mille euro in tutto.
Non dovrei essere sarcastico ma nelle intenzioni dovevamo mettere via i soldi insieme ma 20 mila io e 1000 lei non sono proprio un rapporto equo mi pare. Dico queste cose perch&egrave Lisa ha sempre avuto questo modo di fare. Lei ce la fa da sola, lei farà la sua carriera, la sua scalata al successo. Spesso pareva quasi che non mi calcolasse quando faceva programmi e più io gli offrivo di mantenerla, di renderla felice, di non farle mancare nulla più lei mi allontanava.
Anzi in realtà lasciava che io facessi le cose senza chiedermelo e questo forse era ancora peggio perch&egrave mi sbattevo per vederla felice e lei al massimo mi faceva un sorrisetto felice.
Insomma era un po’ una stronzetta montata, una mezza fallita che faceva la supplente in una scuola di lingue a mille e qualcosa euro al mese senza nessuna speranza di avanzamento di carriera e si atteggiava come se la sua grande occasione fosse lì pronta a saltarle addosso.
A conti fatti con le sue forze la cucina da 15 mila euro sarebbe al massimo riuscita a vederla in vetrina.
Allora perch&egrave stavo con lei se era così stronza?
Semplice scopava da Dea.
Quindi ragionando con l’uccello mi ero quasi svuotato il conto in banca per arredarle la casa e ne avevo messi 20 mila su un conto a sua disposizione. Ciò che mi era rimasto lo avevo speso per sopravvivere negli ultimi sei mesi, mantenere la mia Porsche 911, fare qualche viaggetto con Lisa.
A conti fatti quando misi le valigie in macchina intasando il baule e il sedile del passeggero avevo meno di mille euro e nessuna novità all’orizzonte.
Lisa mi guardava dalla finestra impassibile, i venti mila sul conto congiunto se li sarebbe tenuti ovviamente e molto probabilmente spesi male col gusto di avermi tolto quasi tutto ciò che possedevo.
Non era tutta colpa sua, in fondo ero io ad aver perso il lavoro no?
Agnese non si fece neanche vedere, poteva almeno salutare visto quanto l’avevo fatta godere negli ultimi mesi. Vecchia troia ninfomane sempre aperta ogni volta che eravamo soli.
Ancora avevo in mente quella sera. Lisa era uscita a cena con le colleghe di lavoro festeggiavano un compleanno o qualche altra baggianata del genere, non &egrave importante.
Io e Agnese in salotto, quello bello che avevo pagato io, a guardare la tv,
A un certo punto &egrave come una distrazione lo sguardo mi cade fra le gambe di Agnese, spalancatissime.
Vedo il gancetto delle calze di nylon e la cosa lo ammetto mi mette una certa voglia. Così dopo un po’ guardo di nuovo e la gonna si &egrave alzata un altro po’.
O cavolo mi stà venendo duro.
Altra occhiata. La gonna &egrave sempre più alzata, troppo alzata. La vedo.
Cazzo agnese non ha le mutande. Incredibile a dirsi la vecchia non ha nulla sotto alla gonna e le vedo il pelo ricciuto.
Ora si che &egrave davvero duro.
La fisso ancora ed &egrave a quel punto che lei se ne accorge perch&egrave mi fissa.
Distolgo lo sguardo e torno a fissare la tv prima che capisca. Ma &egrave troppo tardi ha già capito tutto.
‘Non preoccuparti guardare non &egrave peccato’ dice.
Gelo. Ma devo risponderle?
‘Come scusa?’.
Sorride sotto ai suoi capelli argentei, ha sessantanni e li dimostra tutti. Ora le gambe le ha spalancate del tutto e me la mostra per bene. ‘Sono vedova &egrave sola se un uomo me la guarda mi fa solo piacere. Non preoccuparti’.
‘Mi &egrave caduto l’occhio’ le dico.
‘L’uomo &egrave uomo. E poi tu sei bello caldo ti sento la sera sai’.
‘Ci senti?’.
‘Dormo sotto di voi sento tutto’.
Porca penso.
Se la accarezza con una mano massaggiandosi la peluria ‘Ti piace?’.
‘Si cazzo se mi piace’.
‘E allora perch&egrave non la onori?’.
‘Cosa devo fare scusa?’.
Lei mi spiega ‘I miei due fratelli quando non avevano la morosa me la onoravano sempre. Andavamo dietro la casa al sicuro e tiravo su la gonna’.
‘E loro la onoravano?’.
‘Si con la mano. Un bell’onore no? Nessuna grana con le gravidanze perch&egrave se non lo infili non capita. Loro si soddisfavano e io me la godevo’.
‘Godevi col dito? Loro si segavano e tu col dito?’.
‘E’ già’ sorride lei.
Io al posto dei suoi fratelli me la sarei chiavata senza girarci tanto attorno.
Comunque voglia di sborrare ne ho davvero quindi senza esitazione me lo tiro fuori dai pantaloni.
‘Oilà ma cosa hai lì un serpente?’.
Stupisce sempre il mio anguillone rido io.
Inizio a segarmi. ‘Stai attento con quel coso che me la spacchi la Lisa con una trave così’.
‘Tranquilla so come usarlo’.
‘Si immagino immagino si vede che hai esperienza’ annuisce e intanto si sgrilletta.
Ma a me una sega non basta.
Mi siedo accanto a lei e le sbottono la camicetta, le faccio uscire le tettone dal vestito e le massaggio con calma.
‘Facciamo onore anche alle tette’ dico e lei che non ha nulla in contrario mi prende il cazzo in mano. Con una mano si masturba con l’altra mi sega.
‘Sai come farei onore io alla tua gnocca?’.
‘Come’ annuisce lei mentre sgrilletta sempre più forte.
‘Con la lingua. Ti onorerei con la lingua’.
La cosa la lascia basita. Tanto meglio perch&egrave prima che reagisca mi sono già chinato tra le sue gambe e gliela stò leccando.
Sono un asso con la lingua e mi faccio onore. Lei, che in seguito mi confesserà di non essersela mai fatta leccare, mi viene in bocca.
Da lì in poi &egrave mia succube. Ha goduto le &egrave piaciuto e vuole godere ancora.
La faccio scivolare sul divano e le monto sopra. Anni senza uccello le hanno ristretto la vulva e penetrarla &egrave quasi come sverginarla un’altra volta.
Me la chiavo per bene e le vengo dentro.
Sazio svuoto i coglioni nel suo intimo e poi resto a guardarla soddisfatto.
Mi sono chiavato la mia futura suocera…

A lei era piaciuto a m&egrave aveva dato soddisfazione e avevo già in mente altri bei giochini da fare con quelle grosse tettone e quel culone burroso quindi nessuno voleva fermarsi.
Complice il fatto che ero a casa da lavorare e che al mattino Lisa era a scuola nulla era più propizio.
Così mi alzavo presto, facevo colazione con Lisa e poi a piedi scendevo in paese a prendere il pane, le sigarette il giornale.
Bevevo un cappuccino al bar, leggevo un po’ e tornavo a casa verso le dieci. Agnese mi aspettava già mezza nuda, di solito con le calze perch&egrave aveva capito che mi arrapavano. Scopavamo per un oretta buona e lì di giorno in giorno la portai a fare quello che volevo venendole in bocca, sul seno, sugli occhiali e infine anche in culo.
Incularla presto divenne una normale fase conclusiva delle nostre scopate.
Verso mezzogiorno me ne andavo a fare la doccia e lei andava a preparare il pranzo per Lisa.
Al pomeriggio facevamo i bravi. Lei faceva la buona suocera che si occupa della casa, Lisa giocava alla maestrina correggendo compiti e io in panciolle mi divoravo una valanga di romanzi.
Per fortuna avevo ancora la voglia e la costanza di tenere allenato il mio fisico facendo delle lunghe corse a piedi dopo le cinque e avevo anche trovato una palestra dove andare almeno due volte a settimana. Diversamente visto e considerato che non facevo un cavolo tutto il giorno sarei anche ingrassato perdendo fiato e potenza.
E così mentre la situazione economica peggiorava io mi dilettavo a scopare la vecchia di giorno e Lisa di notte senza avere la più pallida idea di come uscire da quella situazione.
A ben guardare il fatto che Lisa avesse scoperto tutto costringendomi a smuovere la situazione e cambiando comunque le cose mi aveva tolto un peso dallo stomaco. Così senza troppi rimpianti ingranai la marcia e senza voltare ancora la testa indietro sparii per sempre.

Leave a Reply