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Racconti erotici sull'Incesto

Una mamma incinta

By 22 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero completamente imbambolata, ero incinta e tutto per una scopata non protetta, a 39 anni avvenuta in occasione di una festa sulla spiaggia con un ragazzo conosciuto poche ore prima.
Senza marito, con un figlio da poco diciottenne, ero riuscita ad incasinarmi la vita senza sapere il perché.

Percorsi il tragitto dal laboratorio analisi alla scuola dove insegnavo in trance con lo sguardo fisso al pezzo di carta che mi condannava a nuovi sacrifici e a un compito non semplice quello di spiegarlo a mio figlio.

Ero seduta sul divano da un tempo non quantificabile quando Luca fischiettando una canzoncina vedendomi seria mi si avvicinò:
-Mamma che c’è ?-
-Luca tua madre e una cretina-
-Mi mise un braccio sulle spalle e con voce preoccupata:
-dimmi che problema hai-
-Sono incinta, e la cosa più bella e che non so chi sia il padre-
Lo vidi sgranare gli occhi e dopo una breve pausa:
-Cavoli mamma ma con quanta gente scopi-
In un altra occasione il dialogo sarebbe terminato lì con un ceffone a mio figlio, invece mi voltai verso lui e con gli occhi gonfi di lacrime cominciai a piangere come una bambina.
Luca mi abbracciò e con dolcezza e delicatezza disse:
-Tranquilla mamma hai cresciuto me…. ora siamo in due e pensi che non ce la faremo a crescere lui o lei-
Provai in quel momento un sentimento di smisurato amore per il mio Luca, senza rendersene conto stava impersonando la figura dell’uomo di casa lo baciai sulle labbra come nostra consuetudine e senti la sua mano accarezzarmi i capelli con tenerezza.

Il ginecologo fu chiaro
-Signora deve stare riposata e calma comunque dal momento che me l’ha chiesto l’informo che il nascituro è una femmina-
Luca mi vide uscire dall’ambulatorio raggiante e quando seppe che avrebbe avuto una sorella si emozionò al punto di dire:
-Woww la chiameremo Michela e sono sicuro che sarà bellissima-

Passarono i giorni le settimane i mesi la mia gravidanza procedeva regolarmente, la rotondità della mia pancia cominciava a notarsi… lasciai i mie jeans attillati e le gonne corte per passare a vestiti più consoni alla situazione, il mio corpo era più femminile e seducente, non ero ingrassata, solo la pancia era cresciuta con una forma rotonda leggermente a punta, i seni erano diventati floridi ed i capezzoli si erano ingrossati ed inscuriti, soddisfatta e felice dell’immagine rifessa nello specchio mi rallegrai con me stessa.

Luca entrò in camera mia e mi sorprese mentre mi stavo osservando, istintivamente mi copri i seni e il pube:
-Luca non puoi entrare cosi all’improvviso in camera mia-
-Scusami mamma ma debbo uscire ti volevo avvisare-
Poi emettendo un fischio di ammirazione aggiunse:
-Però mamma sei proprio bella anche con la pancia sei anche più sexi-
L’esternazione di mio figlio mi fece arrossire, ma mi rese anche felice mi senti fiera e contenta della bimba che portavo in grembo.

Era il 25 di novembre il mio compleanno era alle porte ed ero nel mio quarto mese di gravidanza un fattorino suonò al campanello di casa e consegnò un mazzo di rose rosse il bigliettino diceva solo’auguri dal tuo LUCA’
Ero pronta!! la promessa che mi avrebbe portato fuori a cena con i soldi risparmiati dal lavoro estivo di bagnino era stata mantenuta.
Mi ero vestita con un grazioso completino chiaro acquistato alcuni giorni prima nel negozio Premaman sotto casa nostra.
Sebbene il locale fosse pieno il cameriere riuscì a trovarci un posticino appartato e tranquillo.
Luca era un perfetto cavaliere attento e premuroso ma soprattutto geloso delle persone che mi guardavano, capì in quel momento che mi sentiva sua, e mi posi una domanda ‘ero la sua mamma oppure per lui rappresentavo un qualcosa di più’ un brivido percorse la mia schiena.
Comunque passammo una bella serata.

Eravamo sazi ed un poco alticci, il tassista aprendomi la portiera vedendo il mio stato mi fece gli auguri lo ringraziammo ed entrammo nel cortile di casa faceva freddo e mi strinsi stretta stretta a mio figlio il tragitto era breve ma il brivido avuto prima al ristorante si ripresento e la certezza che non fosse un brivido di freddo l’ebbi quando mi si bagnarono le mutandine.

-Mamma guardiamo un poco la TV-
-Si Luca, non mi va di andare subito a letto-
Mi sedetti vicino a lui e mi appoggiai al suo corpo, Luca comincio ad accarezzarmi provai un senso di benessere e piacere quando la sua mano sollevo il maglioncino di cachemire e con un massaggio circolatorio accarezzo la rotondità della pancia.
Guardai il volto del mio tesoro era assorto nei suoi pensieri con aria scanzonata dissi:
-Cosa pensi amore-
-Mamma io ti voglio bene, ma sono tanto geloso-
La sensazione che stesse per dirmi qualcosa che lo tormentava mi balenò in testa:
-E allora cosa vuoi dire-
-Prima, al ristorante un uomo non ti toglieva gli occhi di dosso-
-Ma Luca non posso girare con un sacco in testa-
-Si però……non mi va che altre persone ti desiderino-
Lo disse come quando era piccolino facendo il broncio era talmente dolce che istintivamente lo baciai come facevo allora sulla bocca.

Avevo bisogno di queste tenerezze e quando Luca comincio a farmi alcune coccole mi senti rilassata e tranquilla mi sdraiai sul divano, la sua mano s’infilo sotto la maglia sfilandomela dalla testa le carezze sulla schiena erano delicate e molto piacevoli, emisi dei sospiri, accompagnati da alcuni gridolini di piacere.
Inavvertitamente facendo cosi lo incoraggiai ad ampliare il raggio d’azione della sua mano e la sua carezza arrivò a toccare l’inizio del mio fondo schiena le dita solcarono le natiche nel loro punto di divisione :
-Luca fai il bravo sono tua mamma ma sono anche una donna perciò-
-Ok mamma ho capito ma lo facevo senza malizia-
Lo disse guardandomi e sorridendo.
Ebbi un fremito quando la mano s’incuneo sotto le mutandine e le dita sfiorarono il solco anale con voce flebile sussurrai:
-Luca ma cosa diavolo stai facendo?-
Era così piacevole il suo tocco che pensai di controllarne la situazione, dopo avermi accarezzato la schiena la sua mano scivolo sul davanti concentrandosi nuovamente sulla pancia il movimento lento e mirato mi fece socchiudere gli occhi. Ed attesi quello che mi aspettavo accadesse ma del quale non ero altrettanto sicura che non che lo volessi.

Quando i polpastrelli oltrepassarono la leggera barriera degli slip per poi aprirsi un varco fra la bionda lanugine del pube il mio respiro cominciò a diventare affannoso pensavo di saper gestire la situazione ma non era cosi cercai di protestare ma nessun suono ebbe la forza di uscire dalla mia gola, sudavo e la mia mente non era più razionale Luca mi spogliò mi aprì le gambe e, mentre cercavo di valutare le sue intenzioni la sua lingua cominciò a leccarmi l’interno delle cosce con l’obiettivo prefissato ‘la vagina’.

Provai a protestare, ma quando la sua lingua frugo ogni anfratto della mia femminilità e cominciò a roteare sulle delicate pareti della mia passera, persi oltre all’amor proprio ogni ritegno.
-Mamma non dire nulla e una cosa stupenda meravigliosa-

E affondò nuovamente il suo volto nel mio inguine con delicatezza succhiò aspiro i miei umori titillandomi il clitoride fino a portarmi alla soglia del godimento. Era bravo, molto bravo, terribilmente bravo, ma non volli che le sue dita entrassero dentro me.

-Mamma andiamo in camera da letto staremo meglio-
Approvai il suo consiglio e liberandomi degli ultimi indumenti rimastimi addosso percorsi le scale che conducevano al reparto notte e mi posizionai nel migliore dei modi (alla pecorina) per accogliere il suo pene, la punta del suo arnese si fece largo fra le natiche, muovendo il bacino detti una spinta di reni e lo sentii entrare dentro me.

‘Fai piano per favore” lo supplicai le sue spinte erano lievi e calibrate poi gradatamente aumentarono d’intensità fino a diventare un ritmo continuo regolare e cadenzato , le sue mani spaziavano per il mio corpo accarezzando i seni gonfi le dita stringevano i capezzoli provocandomi un piacere enorme, non pensavo che mio figlio fosse cosi portato per le pratiche sessuali, ero all’apice del piacere quando il corpo di Luca si tese e s’irrigidì contro la mia schiena riempiendomi la pancia del suo caldo seme…… venni godendo come mai mi era capitato lanciando un rantolo liberatorio, mormorando parole dolci e tenere all’indirizzo di mio figlio.

Stranamente non sentivo il peso di quello che era successo capivo che un rapporto con il proprio figlio agli occhi della quasi totalità delle persone sarebbe risultato aberrante ma a me sinceramente non importava nulla amavo mio figlio e il suo piacere dentro me era la prova che ne ero ricambiata.

Spossata mi gettai di lato sul letto e la faccia di Luca fece capolino dalle mie spalle gli sorrisi e ci baciammo languidamente.
-Mamma ti amo…… però non avremo fatto del male alla sorellina-
Furono le prime parole che uscirono dalla sua bocca e teneramente mi baciò il pancione.

I giorni passarono e cosi pure i mesi il nostro rapporto si consolidò al punto che dormivamo assieme e fino alla fine dell’ottavo mese continuammo la nostra routine sessuale alternandola a rapporti orali per non gravare troppo sul feto.

Nacque Melissa una bella bimba dagli occhi azzurri come il mare e fu il più bel regalo che avessi potuto fare a mio figlio, la mia vita e quella di Luca cambiò radicalmente, per evitare i commenti e le malelingue accettai il trasferimento in una scuola della Liguria ed andammo ad abitare in una casa singola sulle colline nei dintorni di La Spezia…… il seguito sarebbe superfluo dirlo…. l’importante è che ora viviamo una vita tranquilla e serena come una vera famiglia Madre, Figlio, (alla sera amante) e il nostro piccolo tesoro.

Racconto di Donatella.T Luca entrò dentro casa portando in braccio Melissa con grande cura la mise dentro il box e rivolgendosi a me disse:

-Mamma cosa ne dici se stasera usciamo andiamo fuori a cena poi facciamo un salto in discoteca, facciamo venire la signora Carla cosi siamo liberi di fare le ore piccole-

Lo guardai, ed ad alta voce ripetei:
-In discoteca? Ma Luca io sono vecchia ho quarantanni, tu sei un ragazzo da discoteca io al massimo sono una donna da ‘bingo’ e scoppiai in una fragorosa risata-

Lo scoramento comparve sul viso di Luca la mia risposta era stata un’autentica delusione, era rimasto triste in mezzo alla sala guardandomi senza dire nulla, la mia reazione in quel momento fu quella di avvicinarmi immediatamente a lui di baciarlo con tenerezza pregandolo di scusarmi, e per rimediare alla mia mancanza di tatto accettai la sua proposta.

Il pomeriggio lo passai correggendo i compiti dei miei alunni e quando Luca mi si avvicinò baciandomi sul collo capì che voleva dirmi qualcosa:

-Mamma stasera voglio vederti elegante e tirata-

Mi girai nella sua direzione e sorridendo gli chiesi:
-Come vuoi che mi vesta tesoro-

-Mamma mi piace moltissimo quando ti fai la coda di cavallo, poi quel vestito nero corto che mette in mostra le tue gambe lo trovo molto eccitante, ah!! dimenticavo voglio che ti metta le scarpe con il tacco altissimo quelle che usi quando esci con i tuoi amici-

Praticamente mi fece l’elenco completo del vestiario che avrei dovuto indossare mutandine e reggiseno compresi.

Mentre parlava lo sentivo molto eccitato perciò cercai di smorzare la sua enfasi, il perché era da ricercare nei rapporti incestuosi avuti nei mesi precedenti, queste esperienze mi avevano creato non pochi problemi a livello mentale, pertanto avevo messo un freno a queste pratiche ritenendole dannose per la sua e la mia stabilità emotiva, ma soprattutto perché ritenevo giusto che coltivasse un rapporto sentimentale con una ragazza della sua età.

Per lui era stata la classica mazzata e dopo i primi momenti di smarrimento si era adeguato a questa nuova situazione accettando di buon grado anche le mie uscite con altri uomini.

La signora Carla venne verso le otto di sera era una donna molto disponibile e non si preoccupò minimamente dell’orario che le prospettammo per il nostro ritorno.

-Mamma stasera sei bellissima-
-Grazie Luca se vuoi guidare tu ti cedo volentieri il volante-

Ero felice, una sera passata con mio figlio fece tornare alla mia mente ricordi dolci e tormentati, mi ritrovai a guardarlo mentre guidava procedendo in direzione di Lerici, era un ragazzo molto bello sensibile e dotato di un senso di responsabilità non indifferente, tutte qualità che mi fecero provare un piccolo brivido lungo la schiena ma la cosa più preoccupante fu quando mi accorsi di essermi bagnata le mutandine, vecchi ricordi e vecchie tentazioni per un attimo riapparvero ai miei occhi.

Il ristorante dove Luca mi portò era del padre di un suo amico perciò l’ambiente che trovammo fu quello di grande famigliarità mi sentivo perfettamente a mio agio mangiammo poi decidemmo di fare una passeggiata lungo via Roma.

La grande sicurezza in simbiosi con una inusuale ebrezza che pervadeva il mio corpo, mi permetteva di percepire gli occhi degli uomini puntati su di me, era una sensazione strana e bellissima.

-Mamma sai che moltissimi uomini ti stanno guardando-
-Si Luca, mi sono accorta che sono oggetto di sguardi vogliosi-

E risi felice di questa mia affermazione.

-Ci credo mamma, cosi vestita sei un pezzo di f…igliola-
Lo guardai e scoppiai a ridere:
-Luca stavi per dire un altra cosa-
-Si mamma stavo per dire che sei un pezzo di figa-

Poi con aria da finto rimprovero aggiunsi:
-Ma dai Luca, non si dicono queste cose alla propria mamma-
Ridemmo tutti e due con gusto a questo eccentrico gioco di parole.

-Cosa vogliamo fare? ora Luca sei tu che decidi-
Sentì la sua mano prendere la mia e condurmi verso l’auto

-Dai mamma vieni…..fidati di me-

Arrivammo a Forte dei Marmi verso la mezzanotte, il piano bar scelto dal mio “giovane cavaliere” era un locale molto alla moda, mio figlio dando fondo ai soldi guadagnati nel periodo estivo come bagnino volle portarmi nel locale più raffinato della cittadina toscana.

Ci sedemmo in un angolo appartato e subito mi sentì rapita dalla musica del pianista, brani lenti e dolcissimi riempirono l’atmosfera di ricordi estivi della mia passata gioventù.

Subentrò in me una calma inusuale e istintivamente appoggiai il capo sulla spalla di Luca mi senti stranamente vogliosa di coccole e parole dolci.

Luca mi guardo e disse:
-Mamma sei bellissima, sembri una ragazzina-

La sua bocca si appoggiò alla mia guancia e mi baciò.
La sensazione avuta precedentemente quando eravamo in auto si ripresentò nuovamente, le mutandine si inumidirono di secrezioni vaginali.

Abbassai lo sguardo per non far capire al mio Luca cosa stava succedendo, ma lui fu molto lesto a cogliere al volo lo stato d’animo che provavo in quell’istante, la sua bocca s’incollò alla mia e mi baciò con trasporto.

Non mi opposi, accettai che le sue mani accarezzassero il mio seno poi istintivamente mi resi conto che quello non era il luogo più adatto per farsi coccolare dal proprio figlio, lo guardai intensamente e gli dissi:
-Tesoro non si può, facciamo i bravi ascoltiamo la musica, siamo in un locale pubblico Luca t’immagini cosa succederebbe se un pubblico ufficiale ci chiedesse i documenti?-

-Ma dai!!! mamma qui non c’è nessuno che s’interessi a noi-

-Comunque fermati Luca, già abbiamo oltrepassato i limiti che ci siamo imposti, ti sei scordato i discorsi fatti alcuni mesi fa-

La grande esuberanza di mio figlio subì uno stop imprevisto passai il resto della serata con la sensazione che Luca mi odiasse, solo quando la sua mano accarezzò la mia compresi che pur soffrendo lui aveva capito le circostanze che non permettevano di proseguire il nostro rapporto molto particolare.

Dopo un paio d’ore uscimmo dal locale, il mio equilibrio fisico messo a dura prova da diversi Mojito bevuti nell’arco della serata risultò deleterio alla mia stabilità, mi appoggiai a Luca ed entrai barcollando dentro l’abitacolo dell’autovettura.

Durante il tragitto di ritorno una mia esigenza fisiologica costrinse Mio figlio a cercare un posto appartato, lo individuammo in un boschetto non lontano della strada provinciale.

Ci addentrammo al suo interno espletai il mio bisogno corporeo e risali in auto Luca stava fumando una sigaretta e disse:
-Vuoi fare un tiro mamma-

L’odore ficcante e pungente mi fece sobbalzare sul sedile dell’auto.
-Ma Luca questa è marijuana-
-Si mamma e marijuana-

Iniziammo un dialogo con visioni opposte sull’utilizzo di queste sostanze e dopo un mio ennesimo invito dal dissuaderlo dal continuare queste esperienze provai un forte senso di preoccupazione.

-Luca tesoro mio la mia paura è che tu passi ad una fase successiva non voglio trovarmi un figlio drogato-
-Ma no mamma, dai!! sai da quanto tempo è che mi faccio le mie fumatine-

-Il fumo rilassa e poi sfogliando un tuo vecchio diario trovato in solaio ho letto che anche tu ne facevi uso quando eri più giovane-

Accidenti!!! mi ricordai che in solaio oltre ai miei diari vi erano anche alcune foto provocanti fatte assieme ad alcuni miei amici quando eravamo al liceo.

-Luca hai trovato anche altre cose-
Chiesi con aria indagatrice.

E lui con un aria furbetta aggiunse:
-Ti riferisci ad alcune foto dove sei nuda e fai sesso con alcuni tuoi compagni di scuola-

Mi sentì mancare il respiro
-Però eri molto carina mamma, ora sei una bella donna ma da giovane eri veramente una ragazza molto graziosa –

-C’è ne una dove i tuoi amici ti hanno ricoperta tutta di sborra-

Stavo male, ero in uno stato confusionale, sapevo che avrei dovuto eliminarle quelle maledette foto.
Ora ero lì davanti a mio figlio con il volto rosso dalla vergogna succube di un diciannovenne costantemente in calore.

Luca mi porse la sua sigaretta, in pieno marasma mentale volutamente accettai di aspirarne alcune boccate, mi sentì subito calma e rilassata, un flashback di ricordi riportarono alla luce i miei anni di studentessa momenti belli e spensierati, avventure vissute con gli amori di quel periodo e sensazioni indimenticabili volarono sulle ali del passato.

La realtà delle cose mi si parò improvvisamente davanti nel preciso istante in cui Luca infilando la mano sotto la gonna aveva cominciato a risalire la coscia verso l’inguine ricoperto dalle difese fittizie dei collant e delle mutandine,

Fu tutto un susseguirsi di tentativi atti a far cedere le mie difese, finché presa dalla stanchezza e dall’effetto del fumo decisi di lasciare che le cose prendessero la strada che desiderava mio figlio.

-Mamma le tue gambe sono bellissime sai quante volte ti ho spiato mentre ti cambiavi, e quante volte mi sono masturbato pensando a te-

Sorrisi e dissi:
-Si Luca non credere che non me ne sia mai accorta, che mi guardavi di nascosto, e so anche che tante volte le mutandine che mi cambiavo alla sera non le trovavo nel cestone della biancheria sporca il giorno dopo-

Luca sorridendo accennò con la testa in segno affermativo
-Bhe!! ero io che le prendevo mi piaceva annusare l’odore della tua….. dai ci siamo capiti-

-Amore puoi chiamarla con il suo nome al punto in cui siamo non credo che ci sia da vergognarsi più di nulla-
-Si hai ragione mamma mi piaceva l’odore della tua figa-

Lo senti armeggiare con la cerniera lampo del mio vestito, le sue mani sollevarono la mia gonna oltre la vita mettendo a nudo il mio inguine ricoperto dalle calze e dalgli slip azzurri di pizzo…….inzuppati di umori vaginali

-Mamma sei una troia e mi fai impazzire dalla felicità-

Le sue parole ebbero l’effetto di farmi scuotere da
quell’apatia artefatta, creata con lo scopo di evitare di arrivare a quel punto, convincendomi che sostanzialmente stavo facendo una cosa che desideravo anch’io.

Sentire il pene del proprio figlio dentro di se era una sensazione unica e meravigliosa amavo gli attimi della penetrazione sentire i colpi violenti che violavano l’antro che l’aveva generato ero li pronta al suo volere.

-mamma faresti tutto quello che voglio?-
-Si tesoro chiedimi tutto quello che vuoi-

La sua bocca si posiziono sul mio inguine ormai liberato dagli indumenti intimi e cominciò a leccarmi la vagina con ingordigia, il mio Luca era veramente bravo, dopo breve tempo il mio stato di eccitazione aveva raggiunto un livello tale che godevo emettendo suoni gutturali dal significato incomprensibile, le sue dita violarono l’ apertura anale e contemporaneamente la sua lingua tormentò il mio clitoride facendolo uscire dal suo cappuccio, la sensazione di goduria raggiunse l’apice quando allargandomi le gambe il suo pene si appoggiò alle labbra della vulva e con un colpo rapido e secco mi penetrò fino alla radice del suo membro, l’infelice posizione dovuta alla scomodità dei sedili dell’auto non permetteva di assumere tutte le varianti che avremmo voluto provare, sta di fatto che raggiunsi urlando il godimento fino a quel momento trattenuto a stento .

-Mamma voglio venirti dentro-

-No… Luca mi raccomando stai attento, altrimenti mettiti il preservativo, ultimamente per ordine del dottore ho smesso di prendere la pillola, ti prego amore fai attenzione-

Non feci in tempo a finire la frase che Luca inondò il mio utero di sperma.
-Nooo!!!! Luca, ma cosa diavolo hai combinato, accidenti cosa vuoi lasciarmi incinta-

-Scusami mamma perdonami-

Cercai di ripulirmi alla meglio e piuttosto alterata lo mandai a quel paese e l’invitai a riportarmi a casa.

Dopo diversi mesi da quella sera la paura di conseguenze disastrose ci fece riflettere sulle precauzioni da adottare in simili frangenti.
Fortunatamente non rimasi incinta e nonostante i nostri rapporti sessuali ora siano solo sporadici Luca ed io ci siamo ripromessi qualora si ripresentasse una situazione simile di salvaguardare noi stessi da situazioni che distruggerebbero le nostre vite e soprattutto l’amore che ci unisce l’uno all’altra da un vincolo madre/ figlio a volte discutibile ma comunque reale.

Racconto di Donatella.T

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