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Vendette e Segreti di Famiglia

By 3 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

 

 

“Pronto Sig. Montefalco? Buonasera sono l’inquilino di via Rispoli. Ho problemi con la lavatrice. Si perde acqua ogni volta. Anche il forno non da segni di vita.. “

 

“Sig. Montefalco buongiorno, si ricorda della lavatrice e del forno? Si settimana scorsa avevo chiamato. Penso siano da cambiare, ma se vuole anticipo io il pagamento e poi me lo scala dall’affitto”.

 “Sig. Montefalco? sempre l’inquilino di via Rispoli. Guardi ho preso tutto come d’accordo ma l’affitto è arrivato con lo stesso importo… Come non vuol pagare la sua parte? Guardi che erano già difettosi quegli elettrodomestici.. si figuri se chiamo l’avvocato, non ho soldi per l’affitto quasi.. lo so che ci sono altri inquilini che aspettano questo appartamento.. va bene pagherò.. ok grazie.”

Da tre mesi la mia situazione è questa. Ho firmato un contratto di 4+4 anni per un bilocale in pieno centro Mantova a 2 passi dal lavoro. Tutto perfetto se non fosse per un proprietario di casa spilorcio e ricattatore. Se ne facessi un motivo d’orgoglio gli strapperei il contratto davanti alla faccia e perdendo la cauzione me ne andrei; ma visto che soldi e posizione sono per me un grosso problema stringo i denti e cerco di non pensarci.

Fino alla goccia che fa traboccare il vaso.

 

Ottobre sta lasciando spazio alla nebbia e alla pioggerella ghiacciata tipica di Novembre. Mantova, grazie ai tre laghi che la circondano, è un catino ideale per dei bei diluvi; grazie ad uno di questi mi sono trovato lavato da capo a piedi nel breve tragitto casa lavoro. Tanto bagnato che son dovuto tornare a casa per cambiarmi cercando di essere presentabile a lavoro. Appena inserisco le chiavi nella toppa mi accorgo che nel lato opposto ce ne sono altre già inserite. Apro la porta brandendo l’ombrello come una lancia e seguo i rumori che arrivano dalla stanza da letto.

All’urlo di “mani in alto stronzo” il signor Montefalco caccia un urlo quasi femminile e alzando le mani di scatto lascia cadere a terra una scatola piena di foto lettere e miei effetti personali.

“Ma che diavolo ci fa con le mie cose? Non conosce la parola privacy?”

Palesemente bordeaux in viso ed in completo imbarazzo esce di corsa da casa con un misero commento:

“Ho l’obbligo morale di sapere se gli  inquilini sono gente perbene” e se ne va sbattendo dietro di se la porta e dimenticandosi un grosso mazzo di chiavi.

“Obbligo morale? Ma chi si crede di essere: Batman? Questa me la deve pagare.. ad ogni costo.”

Passo 3 giorni a pensare ad una vendetta ma senza cavarne un ragno dal buco finche mi accorgo che il mazzo di chiavi dimenticato dal padrone di casa è ancora con me.

Quindici etichette colorate con scritto il nome della via indicano che il bastardo ha più case del Licthestein.

Chiamo al cellulare e non risponde, allora elenco alla mano cerco Montefalco e.. trovato..

“tuu.. tuu.. tuu.. Pronto?”

“Pronto sig. Montefalco?”

“No sono la signora Torri moglie del dott. Montefalco”

Sticazzi penso io, multiproprietario dottore e supereroe.. che culo averlo incontrato..

“Ah mi scusi. Suo marito non c’è?”

“no è via per lavoro e rientrerà solo domenica”

“Capisco.. senta suo marito ha per sbaglio lasciato il mazzo di chiavi a casa mia. se vuole in giornata ve le riconsegno.”

“No no assolutamente passerò tra 2 ore a recuperarle grazie.. tu tu tu..”

Alle 18 e 30, esattamente due ore dopo, suona il campanello; apro e mi trovo davanti la Signora Torri.

“Buonasera signora, prego si accomodi”.

“Grazie ma son di fretta; mi può dare le chiavi e dire com’è possibile che mio marito le abbia scordate qui?”

“Tenga, guardi diciamo che è dovuto uscire urgentemente.”

“Impossibile, è geloso di questo mazzo di chiavi”

“Signora senza offesa ma ho trovato il Dottore che ficcanasava dentro nei miei oggetti personali e appena ho chiesto il motivo di questa indagine è scappato.”

Dall’uscio di casa dov’era appollaiata scivolò dentro casa sedendosi sullo sgabello della cucina.

“L’ha fatto ancora.. E’ pazzo, non riusciamo più a fermarlo..” e così dicendo si sciolse in un pianto disperato.

Dopo 20 minuti ed una tazza di thè verde, la signora Torri mi spiegò che da quando suo marito ha ereditato 10 appartamenti da affittare, è subentrato un atteggiamento compulsivo nel suo modo di agire, individuando negli inquilini il nemico che vuole fregarlo e rubargli denaro.

“Ormai niente per lui è eccitante quanto indagare sugli affittuari, la sua famiglia non esiste più, le sue figlie lo incontrano solo una volta al mese ed io sono stata dimenticata totalmente.” E ricominciò a piangere.

La signora Torri è una donna di 62 anni, bionda e occhialuta, non molto alta e tendente al robusto. Anche se indossa un pesante maglione che arriva sotto le ginocchia, si percepiscono le forme prosperose del seno; non è la classica donna affascinante e provocante a qualsiasi età, anzi, l’espressione del viso e la poca cura nell’acconciatura e nel trucco le regalano purtroppo qualche anno in più di quelli effettivi.

“Signora non si preoccupi.. non ci saranno conseguenze per quello che è successo.”

“Magari ci fossero conseguenze! avrebbe bisogno di una lezione quel maniaco bastardo! Non mi merita, non merita le mie figlie.. Merita solo di morire di solitudine con i suoi fottuti soldi”..

Mentre sciacquavo le tazze ascoltavo meravigliato la rabbia della moglie..

“I miei genitori mi hanno gettato tra le sue braccia solo perchè era medico, non mi hanno mai voluta ascoltare quando gli dicevo che non lo amavo.. Mi ha messo subito in cinta ed è nata Monica, poi subito dopo è nata Pamela ed io sono stata messa da parte. Ora sono una vecchia da prendere e buttare nei rifiuti”.

“No non dica così signora Torri”

“Anna, chiamami Anna”.

“Anna, lei è ancora una donna bellissima ed affascinante. Anzi mi spiace solo di non poterla conoscere meglio per scoprire quanto è interessante ed intelligente”.

“Sarei una delusione su tutta la linea..”

“Guardi la invito a cena da me domani  se non ha impegni. L’ascolterò su qualunque tema lei voglia.”

“Accetto, non sapevo che un ragazzo di 26 anni potesse essere cosi galante con una vecchietta come me”

“E la smetta di definirsi vecchia!!!”

“Ok Luca, grazie di tutto.. A domani! alle 20”

Il venerdì a lavoro trascorse velocemente e prima di tornare a casa passai da un sushi bar per ordinare la cena.

Due bottiglie di vino bianco e un profiterole completarono il menù.

Ore 19:59..

Driiiin..

“Buonasera Anna, mi dia la giacca..”

“Grazie caro..”

“Ma stasera è bellissima, a saperlo l’avrei portata fuori a cena”

“Macché, si sta meglio qui da te..”

Accomodati al tavolo servii sushi sashimi e maki con salsa di soia, wasabi e bacchette.

“Ma io non le so usare” rise Anna.

“E’ facile, le insegno io!”

Le presi la mano e la istruii a dovere e dopo poca pratica iniziò a mangiare.

Divorammo tutto annaffiandoci la gola con del buon vino e mi feci raccontare tutte le figure da spilorcio di suo marito e dell’infanzia difficile di sua figlia Monica. Da come ho potuto capire la ragazza era parecchio insicura perché, usando un gergo da youporn, entrava nella categoria BBW.

Quando la bottiglia era ormai vuota portai il dessert.

“Ma come hai fatto ad indovinare il mio dolce preferito?”

“Magia!!!!” In realtà so per certo che donna depressa fa rima con profiterole al cioccolato..

“è da una vita che non lo mangio perché a casa siamo tutti sempre a dieta.. tutti tranne Pamela; non ne ha bisogno”.

“Ma che bisogno di dieta può avere una donna bella e prorompente come lei?”

“Ammaliatore, ti faccio vedere come mangiano i profiterole in Giappone”

e prendendone un pezzo con le bacchette se lo portò alla bocca..

Un morso nel mezzo del bignè fece fuoriuscire tutta l’abbondante panna dal lato sbagliato finendo irrimediabilmente sulla camicetta rossa di Anna.

“Oh mamma che sbrodolona che sono.. non sono più nemmeno capace di mangiare”.

Ridendo assieme a lei la condussi in bagno per ricomporsi.

“Caro non avresti una maglia da prestarmi perché mi si è bagnato tutto e non vorrei che la panna facesse odore una volta asciutta..”

Corsi a cercarne una, ma pensando al davanzale della mia ospite mi accorsi che l’unica adatta era la mia maglia da football dei New York Giants.

Bussai in bagno e mi apri coperta solo da un asciugamani tenuto stretto sotto le ascelle.

“Ma che maglia giovanile!”

Se avesse saputo che era l’unica per contenere i due meloni magari si sarebbe offesa..

E così tornammo a sederci sul divano per concludere la serata con un caffè.

Era quasi l’una di notte e iniziavo ad avere sonno. Cercando un pretesto per mandarla a casa non so come ci ritrovammo a parlare di sesso.

Le raccontai delle mie ultime 2 fidanzate e vista il crescere di confidenza le parlai dell’esperienza indimenticabile con le gemelle Mondello.

“Ma allora sei un maialino!” e scoppiò a ridere..

“Beata gioventù.. Avessi avuto io la libertà di scelta mi sarei fatta scopare da mezza Mantova. Ora invece lascio indifferenti tutti gli uomini”

“No Anna come può pensare una cosa così brutta. Si fidi che noi uomini quando vediamo passare una bella donna con un davanzale come il suo la notiamo subito.” (in realtà noterei una donna con almeno 30anni in meno ma quella sera ero in versione San Francesco)

Mi prese la mano e se la portò sul seno poi avvicinandosi mi baciò lasciandomi di sasso..

La lingua vinse lo sbarramento dei miei denti e si avvinghiò alla mia.

Al primo momento di respiro provai a dire “Anna non è giusto nei confronti del Dottore”..

“Che vada a fare in culo mio marito”

e mise la mano sul mio pacco già in espansione..

“Allora faccio ancora effetto a qualcuno!!”.

Si fermò e con un unico movimento si sfilò la maglietta sportiva che le avevo prestato.

Due grossi seni bianchissimi si adagiarono fino quasi ad arrivare all’ombelico. I capezzoli grossi come un’albicocca e di color rosa scuro puntavano rigidi verso il basso. Il ventre bianco ed un po’ molle si allarga con due maniglie dell’amore che teneramente appoggiano sui fianchi.

Alzandosi si slaccia i jeans contenitivi e sfilandoseli elegantemente mi mostra le due gambe chiare abbondanti e con un filo di cellulite ma impreziosite da uno slip in pizzo rosso molto osé per la signora.

In completo imbarazzo ma alquanto eccitato dissi “Anna è splendida ma non mi deve dimostrare niente stasera.. e poi non posso correre rischi con suo marito e perdere l’appartamento”

Arrossita in volto ma decisa ed arrapata mi rispose a tono: “Per prima cosa non nominare più quella merda. Poi stanotte tu mi possiederai finche non ti dirò basta e vedrai che non te ne pentirai..” mentre lo diceva si tolse anche le mutande e me le gettò vicino.. Il monte di Venere culmina con un ciuffo di peli biondi e con due labbra vaginali rosso chiaro.

Non era la donna più sensuale del mondo, ma con quelle premesse e quella voglia mi distoglievano dalla vista l’età ed i difetti di Anna.

Non la lasciai raffreddare e la condussi in camera. Sdraiata sulla schiena le aprii le gambe e mi fiondai di faccia per leccarle la figa.

La prima lappata la fece scuotere dai brividi; poi premendomi la testa con la mano dimostrò quanto bene stavo lavorando.

Il gusto che sentivo in bocca era un misto tra umori sudore e quel retrogusto di piscio che mi indicava che l’aveva fatta prima. Il primo orgasmo non tardò ad arrivare e a mia sorpresa fu abbondantissimo.

Appena si ricompose io ero già nudo e con il membro sull’attenti; l’aiutai a mettersi seduta e senza tanti convenevoli glielo piazzai sotto il naso.

Con voracità inghiottì la punta e metà asta poi fermandosi disse:”Dio mio quant’è grosso.. non ne avevo mai visto uno così”.

Non ho mai avuto lamentele dalle donne che avevo soddisfatto prima di Anna ma esaltarne la grandezza quando è poco più della norma mi indicava che ne avesse visti solo pochi, piccoli e molli.

Lo prese con le mani e se lo portò all’inguine già pregno di umori: “vacci piano però.. non sono allenata..”

“Fidati”.. e con dolcezza la penetrai fino a sentirle la parete in fondo al .. Iniziò a piangere e urlare di piacere imprecando contro il marito e contro i suoi genitori cose irripetibili.

Dopo 10 minuti di stantuffare, prima davanti e poi a pecorina mi disse che non resisteva più. Aveva la vulva in fiamme ed io non ero ancora venuto. Il continuo dondolamento delle mammelle mi suggerì che una spagnola così non mi sarebbe più capitata. Dopo averle spiegato il neologismo, ovvero una sega con le tette, entusiasta si stese pancia in su e stringendosi il seno ai lati mi esegui una Spagnola da Kamasutra.

Le sborrai violentemente sul collo, sulla bocca e sugli occhiali. Spompato mi distesi sul letto di fianco a lei e la vidi leccare tutto il mio sperma.

“sei stato sublime.. mi hai ridato voglia di vivere..”

“Sei stata fantastica anche tu; ora fatti una doccia e riposa che domani mattina ti riaccompagno a casa.”

E cosi fece.

La sveglia non suonò ma il campanello si.

Anna dormiva ancora sotto il piumone nuda come la sera precedente. Io mi alzai di scatto indossando boxer e maglietta.

Una donna molto affascinante aspettava sul pianerottolo e aprendo la porta con la catenella inserita aprii..

“Salve ha bisogno?”

“Sono la figlia della signora Torri. So che ieri ha dormito da lei e mi ha chiesto di riportarla a casa.”

La voce profonda, ma quasi eccessivamente femminile della donna mi tuonò in testa.

“Ah beh si ok adesso ssssta dormendo.. Un attimo e arrivo!”

Corsi in preda al panico a svegliare la mia attempata amante.

“Anna si svegli.. C’è sua figlia alla porta.. ci ha scoperti.”

“mmmm.. tranquillo. Aprile la porta e dille che arrivo”.

Indossai dei pantaloncini e feci entrare la figlia.

Forse il torpore mattutino o lo spavento non mi avevano fatto focalizzare l’attenzione su di lei.

Una donna di forse 40 anni, alta 1,75cm, quasi quanto me, con gambe tornite e fasciate dentro un pantacollant blu che poco nasconde, un giubbotto bianco ed arioso sopra fa risaltare i lunghi e lisci capelli mori e un trucco quasi eccessivo: proprio un bell’esemplare.

Le offro un caffè nel silenzio totale, guardandola si intravede un velo di tristezza che si scontra con l’aspetto esuberante.

Finalmente la signora Anna è pronta per andare; “Andiamo Pamy, ma guida piano perché ieri sera ho fatto le montagne russe con il signorino”.

“Signora ma che dice? Non mi metta in cattiva luce.”

“Non ti preoccupare caro.. Dico tutto alle mie figlie e loro non dicono niente al padre.”

“Si ma queste sono cose personali.”

“Meglio.. vedrai, imparerai a conoscerci.. Anzi hai impegni stasera?”

“mmm no non penso”

“Perfetto allora aspettaci alle 19.00” e con un bacio in bocca mi lasciò sulla porta.

Cosa mi avrà voluto dire con ?

Mica voglio sposarla ed adottare le sue figlie di 15 anni più grandi di me. Mi sono cacciato in un guaio..

Aspettai con trepidante attesa l’orario stabilito e con una puntualità svizzera suonò il campanello.

Drriiin..

“Buonasera caro ti sono mancata? ahahaha.. Loro sono le mie adorate figlie Monica e Pamela.”

“Luca, piacere mio”

Le tre donne entrarono in casa, ultima Monica che portava una grossa vaschetta in alluminio per alimenti.

Delle magnifiche lasagne erano state preparate per l’occasione.

Inizialmente a tavola regnava un po’ d’imbarazzo poi Anna decise di raccontare la nostra notte di libido davanti a tutti.

Pamela ascoltava divertita ed eccitata mentre Monica rossa in viso guardava dritta nel piatto senza trapelare niente.

Sarei voluto sprofondare mentre descriveva a palmi le dimensioni del mio membro; descrizione che fece finalmente alzare lo sguardo di Monica.

Quest’ultima era accaldata sia dal racconto hot di sua madre, sia dalle lasagne bollenti ma soprattutto dalla felpa che ostinava a non togliersi.

Effettivamente Monica era abbondantemente sovrappeso, non so di precisione quando pesasse ma penso che lambisse gli 80kg.

Alta e robusta aveva sicuramente un seno enorme visto la forma delineata dalla felpa; il sederone era il doppio esatto di quello di sua sorella.

I lineamenti erano forse un po’ falsati dalle rotondità; un piercing al naso e i capelli a caschetto color viola melanzana ne completano la descrizione.

L’unico argomento di conversazione a tavola era il sesso. Solo e soltanto sesso, con Pamela e Anna che ne facevano da mattatrici.

“Anna ma ieri sera non diceva di esser quasi vergine?”

“Caro Luca, la parola può includere un mare di sfaccettature.” e risero tutte tre allegramente.

A fine pasto Anna mi prese per mano e mi portò in stanza.

“Mio caro Luca, ieri tu mi hai donato un’esperienza unica, l’hai fatto perché sei un ragazzo d’oro e speciale. Per sdebitarmi io voglio regalarti la cosa più preziosa che ho: il legame segreto che unisce me e le mie figlie e voglio renderti partecipe per una notte.”

“Anna non capisco.”

“Ora tutto ti apparirà più chiaro, ti chiedo solo di non giudicare prima di aver sentito tutta la storia”.

Si assentò pochi minuti e rientrò con un body di pizzo nero che ne conteneva i difetti e risaltava l’abbondantissimo seno. Seguita da Pamela, sempre in intimo ma color bianco, era statuaria, fisico mozzafiato e sguardo ammaliante, il seno era una 3a misura ma il reggiseno a balconcino lo faceva esplodere all’esterno.

Infine la boteriana Monica, costretta in un body simile a quello della mamma ma dalla taglia più grande.

 

Erano ferme davanti a me guardandomi, quando Anna iniziò il racconto.

“Monica fin da piccina è stata sempre robusta. Gli amichetti la prendevano in giro e lei soffriva per questo. Si è isolata sempre di più rifugiandosi nell’amore della sua famiglia.

Poi la mancanza totale di suo padre l’ha resa sempre più solitaria e taciturna finendo per preoccuparmi.

Temevo che commettesse sciocchezze e perciò sono dovuta intervenire.

Nel frattempo Pamela affrontava altre difficoltà lontano da me e da sua sorella. Pamela ha fatto un lungo viaggio che l’ha portata ad essere oggi questo splendore.”

Non riuscivo a comprendere cosa stesse dicendo riguardo sua figlia; più la guardavo e più mi sorgevano dubbi..

La voce così profonda ma effemminata, il trucco così esagerato e quell’apparire eccessivamente provocante mi accesero la lampadina.

Vuoi vedere che è il viaggio era a base di ormoni ed operazioni?

“Da quando sono nata..” Incalzò Pamela “mi sono sempre sentita a disagio con il mio corpo, ma non solo esteticamente come mia sorella, anche interiormente, mi sentivo ospite di un corpo non mio. A 18 anni con il supporto di mia madre ho iniziato una lunga serie di cure e pesanti interventi chirurgici che mi hanno portata ad essere finalmente quella che ora sono.”

“Noi tre insieme ci siamo aiutate nei momenti più bui” intervenne Anna “Per le mie figlie sono stata madre, padre, sorella e infine amante”.

“Come amante?” chiesi sbigottito.

“Si!” intervenne finalmente Monica, che ancora non aveva fatto sentire la sua voce. “Nostra madre non ci ha mai fatto sentire la mancanza di una figura maschile, insegnandoci l’amore tra donne. Abbiamo trovato il giusto equilibrio dopo gli interventi di Pamy, che l’hanno resa donna che soddisfa i bisogni di donna.”

“Perciò mi vuoi dire che li sotto hai ancora tutto?”

“Esattamente” rispose l’interessata “prima sentivo il bisogno di togliermi tutto, poi da quando ho iniziato a scoprire il corpo delle mie donne sentivo l’eccitazione crescere dentro me e anche fuori dal mio corpo si notava. Che ci posso fare, sono una transessuale bisex.. Diciamo che sono metrosexual come dicono a NY” e risero tutte e tre insieme.

Ero sconcertato. Nella vita ho sempre pensato che un trans lo si riconoscesse quasi subito, invece anche a trovarselo in lingerie davanti agli occhi mi sembrava ancora impossibile.

“Innanzitutto complimenti, mi ha colpito molto la vostra storia, però non capisco una cosa.. Io in tutto questo che c’entro?”

“Caro Luca, mi sembrava un atteggiamento egoista e poco materno l’aver goduto di tutta la tua forza ed esuberanza, inoltre non penso di averti soddisfatto a pieno perché sono vecchia e non reggo il tuo passo.”

“Hai fatto ringiovanire mamma di 20 anni.”

“Capisco.. però il problema è che io non sono gay, ne tanto meno bisex.. Non farò niente con quell’affare, nonostante tu Pamela sia splendida.”

“Non ti preoccupare che non voglio un altro buco da riempire, vorrei solo essere trattata da vera donna anch’io per una volta”.

La situazione che andava a delinearsi era totalmente nuova ed imprevista per me.

“Luca vedrai: sarà la notte più sconvolgente della tua e della nostra vita.”

Dopo tante parole Anna passò ai fatti.

Fece portare una sedia dalla cucina e la mise di fronte al letto dove io mi accomodai; mi sfilò la maglia e i pantaloni lasciandomi solo in boxer.

Monica e Pamela iniziarono a baciarsi dopo essersi stese sopra il letto.

Anna si mise alle mie spalle ed iniziò ad armeggiare nei miei boxer.

“Guarda come si amano, sono attratte l’una dall’altra, e impazziscono dall’idea di essere impalate da te.”

“Ma avrò l’occasione di scopare ancora con la dolce mamma?”

“Sono a tua completa disposizione” e mi baciò alla francese.

Appena Pamela slacciò il giunonico reggiseno di Monica, la mia erezione fu completa e, una volta notata da Anna, mi inizio un meraviglioso pompino con vista sulle sorelle.

Dopo qualche secondo di appannamento per il servizietto notai che l’altra coppia ci stava copiando.

Pamela aveva finalmente tirato fuori l’oggetto di tanto discutere e lo stava stantuffando nella bocca di sua sorella. Le dimensioni erano di massimo 12-13cm, inoltre era completamente glabro.

Faceva effetto vederlo associato ad un corpo così perfetto, non sembrava quasi autentico.

Intanto lei mi fissava divertita mentre si faceva spompinare da sua sorella e vedeva spompinare sua mamma.

Appena Anna prese fiato mi portò da Monica che stava a pecorina e continuava a lappare l’asta della sorella; “Coraggio” mi esortò la madre “falle provare cos’è un uomo” e lei stessa divaricò le grosse natiche togliendole le mutandone di pizzo, rendendo visibile la vagina umida, contornata di peluria nera e folta.

Appena puntai il glande Monica iniziò a tremare ma le confortevoli carezze di mamma Anna la calmarono e l’accompagnarono mentre io affondavo il colpo. A differenza di sua madre riuscii a infilarle il pene per intero e dopo i primi colpi un po’ aridi dilagò in un orgasmo che le bagnò anche le gambe.

Non riusciva a spompinare sua sorella  e ad essere scopata contemporaneamente cosicché Anna offrì la sua esperta vagina alla figlia transessuale.

Lo spettacolo era incredibilmente eccitante ed io ero quasi al limite dell’orgasmo; chiesi: “c’è qualche bella signora che è assetata??”

e Monica rispose: “Pamy, tu non hai mai provato il nettare degli dei.. coraggio”.

Pamela mi guardò in cerca di consenso , io tolsi la verga pregna di umori della boteriana ragazza e mi diressi verso lei puntandole il viso.

Smise ti trombare la mamma e si mise in ginocchio davanti a me.

Il seno rotondo e sodo nascondeva alla mia vista il suo pene e arrivata a portata estrasse la lingua e prima leccò i sapori della sorella e poi inghiotti quasi completamente l’asta.

Pochi ma decisi colpi di collo mi fecero eruttare un’abbondantissima quantità di seme: Pamela non se ne lasciò scappare nemmeno una goccia.

Le altre due familiari guardavano felici ed estasiate il trattamento da vera donna che stava ricevendo la figlia.

Mentre mi ripuliva l’asta vedevo che con l’altra mano si stava segando e così intervenne la mamma che con amore la spompinò fino a farle raggiungere l’orgasmo.

Raccolse tutto lo sperma della figlia sulla lingua e lo scambiò in un bacio  appassionato con Monica. Erano incredibilmente prive di freni inibitori, sintomo che l’atto incestuoso non era soltanto una triste soluzione per l’appagamento della mancanza di uomini nella loro vita, ma proprio si vedeva che c’era un attrazione fisica ed emotiva tra loro che ne aumentava esponenzialmente il desiderio e l’appetito sessuale.

Probabilmente per le figlie ero 25cm di carne e basta mentre per Anna significavo qualcosa di più.

Mentre si asciugavano e ripulivano dai loro umori mi allontanai un attimo.

Presi dal frigorifero due uova e montai i tuorli con abbondante zucchero e cacao e poi giù di un fiato: la merenda dei campioni mi diede ancora più slancio e più forza per impormi sulle mie tre donne.

Tornando in camera vidi che si stavano lavando i denti e le parti intime e dissi: “Signore mie ma non sarete già stanche?” ed Anna rispose “Ma noi ci siamo abituate che quando Pamy sborra il gioco è finito”.

“Allora insegnerò un trucco anche a Pamela”

Le porsi così la stessa merenda e le riportai in camera.

Presi Monica per la vita e con un mio sforzo nascosto la sollevai facendola sdraiare sulla schiena; i due grossi seni cadevano sui lati e tirandoli al centro per i capezzoli iniziai a far gemere quella grossa vacca da latte. Le presi le caviglie e sollevando con uno sforzo le cosciotte la feci appoggiare sul mio torace. La via per la sua figa era spianata e con un movimento lento e delicato la penetrai fino in fondo. Era incredibile come, anche con pochi colpi, Monica stesse orgasmando e sudando contemporaneamente. Era quasi in preda a convulsioni, le familiari assistevano estasiate e vedendo che l’asta di Pamela era tornata dura le dissi:

“Coraggio, scopa la bocca di tua sorella” e non esitò a mettersi a cavalcioni su di lei con il membro ad altezza bocca.

Avevo davanti agli occhi il culetto liscio e perfetto di una trans che spingeva il cazzo in gola alla sorella, a fianco la madre che assisteva eccitata a questo triangolo e sotto una grossa vagina sbrodolante di umori.

Troppi input mi arrivavano nel cervello che, annebbiato dalla libido, sputai sul dito e senza preavviso penetrai l’ano di Pamela.

Si voltò di scatto lanciandomi un’occhiata eccitata e capii che anche lei si meritava un po’ di cazzo.

Allungando le mani presi i suoi seni tondi e sodi e la tirai verso me; inarcando la schiena e girando il collo mi guardò e ci baciammo avidamente mentre le martoriavo i capezzoli turgidi e violacei.

Dimenticai che stavo baciando quello che vent’anni prima era un ragazzo, ero solo preso dalla voglia di sfondare quel grazioso culetto.

Prima però finii con Monica sborrandole sulla pancia e nell’ombelico; la raggiunsi e la baciai con amore e passione sentendo le sue lacrime scorrere sulle guanciotte.

Appena ripresi vigore afferrai Pamela per i fianchi e la posizionai in ginocchio appoggiata alla testa del letto, presi per i capelli Monica che insalivò la punta del mio cazzo e mi avvicinai al trans.

Dal basso spuntava il cazzetto glabro, le natiche perfette e sode erano imperlinate da gocce di sudore ed in mezzo l’orifizio ancora intonso sembrava respirasse e si muovesse ritmato. Mamma Anna portò della crema corpo molto oleosa e massaggiò le chiappe della figlia per poi masturbarle l’ano con il medio.

Prima di lasciarmela ci baciò entrambi “Che mamma premurosa e fantastica” pensai.

Puntai la cappella sull’ano e spinsi piano aiutato dalla lubrificazione; forse non era vergine ma sicuramente era il cazzo più grosso che avesse mai preso.

Faticammo un po’ per inserirlo tutto, Pamela soffriva ma si godeva ogni centimetro arrivando fino al cedimento dello sfintere; fu il segnale per iniziare a pompare come un martello pneumatico.

Vedevo il suo piccolo pene che spruzzava gocce di seme sul letto a dimostrazione dell’orgasmo, lei urlava in preda al piacere come una pazza ed io stavo per scoppiarle dentro: pochi colpi e riempii quel buco sfondato di sperma fumante.

Appena estrassi l’asta dal culo di Pamela  mi ritrovai Monica che me lo ripulì con amore premura e devozione; allo stesso tempo Anna si dedicò alla sborra che fuoriusciva sia dal pene che dal culo della figlia. Ero esausto: mi insaponarono e si lavarono a vicenda sotto la doccia, Monica cambiò velocemente le lenzuola e le coperte  pregne di umori e ci sdraiammo tutti e quattro nudi ed abbracciati sotto il piumone.

La domenica mattina se ne andarono presto per non far sospettare il marito che rientrava dal viaggio di lavoro ed io ripresi con la mia solita routine.

Ogni tanto passavano Pamela e soprattutto Monica per un ripassino, ma mai insieme, come se volessero godere di un trattamento privato.

Non vidi più Anna da quell’ epica sera e le notizie riguardanti arrivavano col contagocce finché, in un plumbeo giovedì pomeriggio di inizio dicembre, trovai fuori dal mio posto di lavoro le due sorelle.

“Ma che sorpresa ragazze.. che ci fate qui? Dai salite a casa per una cioccolata”

effettivamente sentivo anch’io la voglia di un altro triangolo incestuoso ma non fu quella l’occasione.

Appena accomodate Pamela esordì “Mamma finalmente si è separata da quella merda di nostro padre, ora viviamo vicino al castello di San Giorgio.”

“Ah sono proprio contento per voi. Vi meritate una vita serena..”

“Si si siamo felicissime per questo infatti abbiamo festeggiato sabato scorso: cena da 200€ a cranio e spogliarello quasi integrale solo per noi tre.”

“Apperò non vi siete proprio fatte mancare niente”

“Io avevo proposto di passar da te ma mamma ha detto che non dobbiamo disturbarti troppo” disse quasi scusandosi Monica.

“Effettivamente mamma è strana da quella notte”

“Cioè? spiegati..”

“Ogni vota che Moni ed io facciamo l’amore mamma gioca sempre con noi. Ma dopo quella fantastica notte ha detto che ormai è troppo vecchia e non regge più il nostro ritmo”.

“Ma come? Quando ho fatto sesso solo con lei mi sembrava una pantera insaziabile!”

“Lo so Luca! E’ sempre stata la prima a lanciarsi anche con noi”

“Io forse ho la spiegazione di questo” interruppe Monica “quando mi stavi scopando e poi Pamela me l’ha messo in bocca abbiamo escluso mamma, però vedevo che era soddisfatta, infatti ho notato qualche lacrima di felicità. Forse pensa che ormai lei è diventata superflua.”

“Non fa una piega il tuo discorso Moni”

“Allora sapete cosa dobbiamo fare signore mie? Organizzeremo domani la più eccitante e sconvolgente notte di sesso che vostra madre abbia mai vissuto”

“Interessante”

“Non dovete far altro che farle mangiare salato e farle assumere tanta acqua e liquidi due ore prima di venire qui. Poi Monica potresti portare il tuo giochino preferito no?”

“Certo!! allora a domani” e mi baciarono con passione.

Alle 20.58 suonarono alla porta puntuali..

“Ciao Luca tesoro”

“Anna! ma che piacere” e ci baciammo sulle guance con un affetto quasi materno e la feci accomodare togliendole il giaccone e lasciandola solo con la camicetta rosa;

Pamela e Monica nel frattempo si spostarono in camera spogliandosi completamente.

“Allora? ho saputo della separazione. Ti meriti una vita fatta di felicità”

“Si finalmente il mio incubo è finito. Ma non parliamo più di lui perché mi viene il volta-stomaco solo a nominarlo”

“Ma certo Anna, comunque mi sono abbastanza offeso a non ricevere mai una tua visita!”

“Beh ma le mie figlie ti hanno sollazzato a dovere, no?”

“Ma lo sai che ho un debole per te Anna”

“Ma no, io sono vecchia, largo hai giovani”

“Anna ma lo vuoi capire che solo averti qui, vicino a me, mi fa un effetto incredibile” e abbassai i pantaloni mostrandole un’eccezionale erezione.

All’unisono si presentarono in soggiorno le due figlie completamente nude, con pamela che presentava anch’ella una buona rigidità.

“Oddio cos’avete in mente, io non me la sento più, non sprecate tempo ed energie per me”

“Mamma ora basta con queste sciocchezze” e le due ragazze la raggiunsero, le strapparono letteralmente la camicia di dosso e slacciarono il grosso reggiseno contenitivo facendo sobbalzare le abbondanti mammelle. Alla vista dei capezzoli si fiondarono a ciucciarli e lo fecero fino a renderli turgidi e violacei; nel frattempo le ficcai prepotentemente la lingua in bocca e la baciai con foga e trasporto.

Ormai paonazza in viso non riusciva più ad imporre la propria volontà e dopo averla denudata e portata in stanza iniziai a leccarle la figa già piena di umori. Alternandoci a baciarla non le davamo tregua e non potendo trattenersi ed avvisarmi mi rovesciò il suo orgasmo dritto in bocca; non lo sputai, mi alzai e sotto il suo sguardo incredulo lo ingoiai. Poi senza lasciarla riposare mi misi davanti a lei e con le gambe spalancate la penetrai fino ai testicoli facendola finalmente urlare di piacere. Ma le urla durarono poco perché Pamela approfittò della bocca aperta di sua madre per infilarle tutto il suo cazzetto dritto in gola mentre Monica badava a lubrificare con vasellina per bene l’ano di Anna.

Sembravamo come quei pit stop da Formula 1, ognuno sapeva il suo compito e ci muovevamo senza intralciarci; certo, al posto di un automobile c’era il corpo sudato, penetrato e lubrificato di Anna però il paragone riesce perfettamente.

Appena Pamela tolse il pene dalla bocca di Anna quest’ultima urlò:

“Aspetta Luca devo urinare, lasciami andare!!!” non aspettavamo altro, l’afferrai con dolcezza ma decisione dalle ascelle e indirizzai il suo figone dilatato in direzione delle figlie che in ginocchio ed a bocca aperta aspettavano di gustarsi la pioggia dorata da loro madre.

“No no no non fatemi questo” implorava la donna, ma ignorandola Monica iniziò a smanettarle il clitoride ottenendo in premio una calda lunga e goduriosa pisciata mista agli umori che ora colavano sul viso sui seni e sul ventre delle due ragazze.

Anna stava per scoppiare in lacrime ma il mio bacio appassionato la interruppe nuovamente; giusto il tempo per Monica e Pamela di darsi una risciacquata e ricominciammo il trattamento completo.

Ovviamente disidratata Anna si scolò una birra fresca e appena posata la bottiglia e messa a pecorina, Monica le infilò un grosso dildo di 30cm verde fosforescente molto molle ed elastico dentro in figa oltre a due mollette per capezzoli che stuzzicarono la madre; Anna ebbe un sussulto non eccessivo perché ormai abituata al mio cazzo e ammortizzò la penetrazione. Io mi feci spompinare, nel frattempo Pamela si posizionò sopra la mamma e puntando il pene pieno di vasellina penetrò senza troppa difficoltà l’ano già stimolato di Anna.

Ciò nonostante avvertì un po’ di dolore ma dopo qualche colpo e con l’aggiunta di lubrificante, Pamela fu in grado di lavorarsi l’orifizio. Il pompino che mi stava regalando Anna era celestiale, inoltre la sua salivazione era incontrollabile, colava saliva dai lati della bocca.

“Inondami bastardo” furono le uniche parole che disse prima che il suo ordine venisse eseguito; un fiotto di sborra densa e bollente le riempì la bocca e la gola, poi togliendolo per farla deglutire vidi che continuavo a spruzzare.

Pamela bramava il mio pene e non mi feci pregare per farle ripulire l’asta dal mio sperma e dalla saliva di sua mamma.

Mi ci volle poco per riprendere vigore e mi sostituii alla figliola trans andando a posizionarmi proprio sull’imboccatura di quel buchetto allargato. Prima di puntarci la cappella ci sputai sopra per inumidirlo  e poi penetrai sfondando del tutto la debole resistenza dello sfintere di Anna, ormai era sverginata completamente, il dildo e il mio pene la riempivano totalmente. Ci trovavamo sul letto con Anna a quattro zampe penetrata da me nel culo, sua figlia Monica sdraiata di traverso sotto di lei le scopava la figa con il fallo gelatinoso ed infine Pamela si faceva lappare l’asta dalla mamma, ormai priva di freni inibitori.

La doppia penetrazione premeva la vescica ancora piena della sodomizzata che non tardò a cedere spruzzando piscio caldo sul mio ventre e sul viso della sottostante Monica. dopo quasi 10 minuti di inculata/scopata/spompinata, eravamo tutti al limite dell’eiaculazione ed esplodemmo insieme all’interno del corpo di Anna; quasi esausti ci sdraiammo vicini ma fu la stessa Anna che ci prese le mani e ci condusse in bagno. Si inginocchiò davanti a noi tre e prese i due cazzi con le mani e attirò a se la vagina gocciolante di Monica:

“Pisciatemi addosso, sono la vostra troia, la vostra cagna, siete i miei padroni” e l’accontentammo innaffiandole seni, gambe, la faccia con il trucco ormai sfatto e riempendole la bocca.

Le figlie la lavarono con amore e la caricarono in auto; io andai con loro perché casa mia era ridotta male ed infatti ingaggiammo un’impresa di pulizie per la mattina seguente.

Dormimmo fino tardi e l’indomani fui svegliato con una colazione da re. Le mie tre donne mi proposero di vivere con loro ma con garbo rifiutai.

Volevo la mia vendetta contro il signor Montefalco ma ottenni molto, molto di più.

 

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