Skip to main content
Racconti erotici sull'Incesto

Zia Anna assapora il membro dello sconosciuto.

By 13 Gennaio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo il raptus improvviso che ci aveva portato a fare sesso in finestra, davanti ad uno sconosciuto non avevo ancora trovato il coraggio di tornare a visitare la zia Anna, ma il solo ripensare a quanto accaduto mi provocava erezioni marmoree all’istante e forte era la voglia di bissare, prima che le ferie finissero e fosse troppo tardi.

La zia intanto cercava di continuare a condurre regolarmente la sua vita, fatta della solita routine quotidiana di una pensionata. Nei giorni che seguirono al nostro incontro tuttavia aveva ripreso a masturbarsi come non le capitava da tempo. Ripensava anche lei a quanto accaduto e mentre era intenta a procurarsi piacere nel segreto della sua camera da letto, si domandava chi fosse mai quell’uomo che si era fermato ad osservarci. La eccitava pensare di essere ancora in grado di farlo venire duro ad un sconosciuto.

Mentre si toccava sempre più velocemente la clitoride, si scoprì desiderosa di stringere tra le mani quel pene duro, che aveva osservato dalla finestra. Lo aveva visto bene in viso, quel passante, mentre si segava e spiava la zia intenta a farsi scopare con foga da un ragazzo giovane (ovvero io, il nipote). Stava per venire al pensiero di quel membro duro, immaginò di chinarsi a prenderlo in bocca e in quell’istante un fiume di umori accompagnato da un gemito fuoriuscì dalla sua vagina.

Dopo una doccia rinfrescante, zia Anna usci e andò come d’abitudine al supermercato del quartiere. Entrando salutò i commessi che conosceva bene, vedendoli quasi ogni giorno, in una piccola città ci si conosce. Tra gli scaffali, mentre riempiva il carrello di prodotti, ebbe d’un tratto la sensazione di essere osservata. Giratasi, vide alle sue spalle un uomo immobile che la fissava. Dei brividi attraversarono la sua schiena. Il passante che qualche giorno prima si era masturbato sotto i suoi occhi era lì di fronte a lei. La zia provò imbarazzo, mentre l’uomo che restava immobile e non distoglieva lo sguardo da lei, si accorse di essere stato riconosciuto. La zia con fare maldestro, lascio cadere per un attimo gli occhi sul pacco dell’uomo, che sembrava gonfio. In quel momento lo sconosciuto si girò di scatto e si allontanò. La zia lo osservò mentre usciva dal supermercato, provando un misto di paura ed eccitazione al tempo stesso. La passera le si era bagnata! Scossa per l’accaduto, pagò in fretta e uscì con passo celere e le sportine una per mano.

Mentre era per la via di casa, costeggiata da verde e da villette, una macchina le si accostò rallentando. La zia riconobbe lo stesso uomo al volante. I due si fissarono nuovamente negli occhi, poi lei si accorse di qualcos’altro: l’uomo aveva la patta aperta ed il suo pene svettava fuori, in bella mostra. Il glande era turgido, nonostante l’età avanzata dell’uomo, non certo giovane. Le aprì lo sportello facendole cenno di salire a bordo. Zia Anna aveva smesso di pensare, e incurante del pericolo o di chi avrebbe potuto vederla, entrò in macchina. L’uomo accostò poco più avanti, azionando il dispositivo di segnalazione delle quattro frecce e lasciando la vettura in moto.

La zia non fiatava e osservava quell’individuo che da vicino le sembrava più vecchio e grezzo di quanto le fosse apparso visto da lontano. E portava la fede al dito. Altre macchine continuavano a passare lungo la strada e sorpassavano l’auto ferma a bordo strada. L’uomo era eccitatissimo e senza dire nulla, prese una mano della zia e la portò sulla sua rosea cappella accompagnandone inizialmente movimenti, giù e sù. ‘Non è questo che volevi? Coraggio allora, massaggia bene’. La zia eseguiva, scappellò più volte il pene dell’uomo e le piaceva sentirlo così duro nel pugno della sua mano. Lo sconosciuto intanto, aveva portato la mano destra tra le cosce della zia, sotto la sua gonna ed aveva guadagnato accesso alla sua fessura. ‘Sei fradicia, come pensavo. Sei una troia in calore, ed io ho ciò che fa per te, vieni qui’, così dicendo prese la zia per la nuca e le spinse il volto sul suo cazzo. ‘Non vuoi assaggiarlo? L’altro giorno non riuscivi a togliergli gli occhi di dosso, e ora che finalmente lo hai tra le mani, cosa fai, la santarellina e non ne approfitti ?’. La zia china sulle gambe dell’uomo era con il viso ad un passo dal suo membro, non lunghissimo ma duro e tutto nervoso, quasi scoppiasse d’eccitazione. Timidamente iniziò a dare dei piccoli baci a quell’asta, risalendo pian piano fino ad arrivare al glande.

L’uomo intanto, vista la posizione della zia, era riuscito, allungando il braccio, ad infilare un dito nella sua fica sempre più bagnata e la stantuffava così. Ogni tanto si portava la mano sul naso e in bocca per annusare ed assaporare gli umori di quella fica in piena. La zia prese coraggio ed iniziò a passare la sua lingua su tutto il glande per poi fermarsi a leccare il frenulo. L’uomo iniziò a gemere sempre più ed incrementava a sua volta il ritmo della sua mano, infilando e sfilando il dito dalla passera di zia Anna. La zia ansimava e presto i suoi sospiri si tramutarono in mugugni, aveva preso a succhiare avidamente il cazzo dell’uomo fino ad ingoiarlo tutto. “Brava troia, succhialo tutto, fino in gola, continua così, si…” lui assecondava il tutto muovendo il bacino a ritmo, mentre i vetri della macchina si stavano pian piano appannando. La testa della zia si muoveva forsennatamente su e giù e le labbra scorrevano lungo il pene di quell’uomo alla guida, di cui nemmeno conosceva il nome. Lei che per la prima volta si era concessa poco più che ventenne al marito, arrivando illibata al matrimonio, era ora seduta, a 65 anni, in una macchina nel bel mezzo di una strada non lontano da casa, piegata con la passera all’aria a succhiare il cazzo di uno sconosciuto.

L’eccitazione al pensiero di una simile situazione unita ai movimenti della mano dell’uomo che continuava a scoparla con le dita, la portò all’orgasmo. Venne e i suoi umori bagnarono il sedile dell’auto. A sua volta l’uomo non riuscì a trattenersi oltre e venne in un grido di piacere. La zia sentendolo rantolare stava per spostarsi, ma lui le bloccò la testa, “che fai ? te ne vuoi andare sul più bello ? tieni troia, bevilo tutto…ahhhh…ingoia che ti fa bene”, tenendola ferma per i capelli le rimpì la bocca di sperma. Mai nessuno le era venuto in bocca prima di allora.

Ancora scossa per l’accaduto, con le labbra e parte del viso sporchi di sperma, scese dall’auto, aggiustandosi alla buona la gonna, riprese le buste e si incamminò verso casa sperando che nessuno l’avesse vista.

La macchina, con i finestrini appannati, fece retromarcia, si girò e ripartì a razzo nella direzione opposta. Giunta a casa, approfittando dell’assenza del figlio Marco, si ripulì tutta. Aveva ancora il sapore di quell’uomo in bocca. Poi, sotto la doccia, ripensando a quanto accaduto, si masturbò nuovamente.

Leave a Reply