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Racconti erotici sull'Incesto

Zia Lina vedova (in)consolabile e in..calore

By 11 Novembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Zia Lina ‘ vedova (in)consolabile e in’.calore.

Salve sono Roberto e questa &egrave una storia realmente accaduta anni fa. La racconto solo ora perché penso che a distanza di anni nessuno potrebbe ricondurla a me.
Vivo in un paese del Sud Italia, in un ambiente molto borghese e sono di ottima famiglia e relativa educazione. A quei tempi però, i miei ormoni selvaggi e indomabili, tipici dei miei 21 anni dell’epoca, dettavano legge nel mio fisico, bombardandolo di massicce dosi di testosterone, che dovevano necessariamente trovare sfogo.
A tal proposito, quando non c’era qualche ragazza un po’ ‘allegra’ – (per quei tempi) – che mi sparava una sega o mi faceva un pompino, provvedevo da solo a soddisfarmi.
Le mie fantasie però erano tutte indirizzate a donne più grandi di me o mature come si dice oggi.
La regina delle mie seghe era mia zia Lina.
La zia Lina all’epoca era una donna di 55 anni, molto piacente, ancora giovanile e bene in carne. Ai suoi tempi, e ancora adesso, faceva tirare il cazzo a molti quando la vedevano. Era una donna tipo le maggiorate anni 50, bocca carnosa, capelli color mogano, belle gambe, belle tette, e soprattutto un bel culo tondo e voluminoso, sostenuto da due cosce tornite, con una faccia da signora perbene ma che sotto sotto ti dava l’impressione di una gran troia. Si era sposata tardi, a circa 42 anni con un fratello di mia madre, più grande di lei di 12 anni, che aveva pensato sempre e solo al lavoro, e ad accumulare soldi. Io questo zio l’ho sempre avuto sui coglioni, sin da quando ero piccolo, proprio per quella sua tirchieria congenita e per quell’atteggiarsi a uomo vissuto, ma che poi non capiva un cazzo più di tanto. Non avevano avuto figli per problemi sorti durante la prima gravidanza di lei non terminata, e proprio perciò da quel momento cominciò fra loro una fase strana.
Strana perché mi ricordo che la zia quando veniva a casa nostra e mi vedeva, mi riempiva di coccole (abbracci, carezze e bacetti). Coccole che sono continuate anche quando ero già grandicello e anche fino a gioventù inoltrata, solo che si erano evolute in complimenti un po’ maliziosi del tipo: ‘Che bel ragazzone, chissà quante ragazze ti corrono dietro’ e così via.
Ma la cosa più bella era che quando eravamo soli i suoi complimenti erano molto più audaci, tipo: ‘Tu devi essere uno sciupafemmine, uno stallone, che darei per avere trent’anni di meno’.
Il fatto &egrave che io non mi vedevo così bello anche se ero molto prestante fisicamente, quindi cominciai a sospettare che la zia era attratta da me, e io man mano che crescevo non la vedevo più tanto come una zia, ma come una bella gnocca da inchiavardare, anche se matura – anzi meglio – perché come ho già detto, ero molto attratto dalla mature, specie se bbone come la zia.
La svolta venne quando lo zio morì.
Una settimana dopo i funerali la zia Lina, apparentemente molto affranta, chiese a mia madre se io potevo andare a stare con lei per un periodo di tempo, perché ancora non si era abituata a stare da sola, aveva paura la sera, e così via.
Mia madre, mossa dal bene che provava per il suo fratello defunto e da spirito pio e compassionevole, accolse di buon grado la richiesta di zia Lina, così mi trasferii a casa sua.
Io, per conto mio non ebbi nulla da ridire, in quanto quella nuova situazione poteva volgersi a mio favore, visto che la zia Lina cominciava a tirarmi non poco, specie ora che era vedova, e ripensando ai complimenti che mi rivolgeva quando eravamo soli.
Già i primi giorni di coabitazione, mi resi conto che la zia Lina aveva cambiato atteggiamento, si vestiva sì sempre di nero in segno di lutto, ma con vestiti più stretti, scarpe con i tacchi, un trucco leggero ma presente e un buon profumo molto discreto.
Si muoveva anche in modo sinuoso, a volte sculettando, a volte guardandomi in modo languido.
Insomma, l’impressione che mi dava era che non gliene fotteva più di tanto della morte del marito, anzi, si era tolta dalle palle un rompicoglioni sempre più petulante ultimamente.

A volte succedevano strani episodi tra di noi; a volte la trovavo seduta sul divano con le gambe accavallate o larghe e la gonna molto più su del ginocchio e si intravedeva il reggicalze, a volte con la scusa di prendere qualcosa nel mobiletto sottostante il lavello in cucina, si piegava a 90′ e a gambe larghe e guardava con discrezione dietro a lei per vedere se sbirciavo, ecc.
Una mattina che ero in bagno notai che lei mi spiava da dietro la porta, perché notavo l’incostante ombra di luce sotto la porta, a quel punto mi alzai come se nulla fosse e come se lei non fosse lì, e misi in mostra il mio cazzone svettante, divenuto duro ed eretto pensando a quegli episodi e a lei che magari si sditalinava dietro la porta.
Ebbi conferma quando uscii perché la trovai poco distante dalla porta del bagno, agitata e rossa in viso, e da lì mi convinsi che la zia voleva cazzo, il mio cazzo.
Cominciò la mia strategia finalizzata a scoparmela da lì a qualche momento.
Le dissi ‘Ehilà zia, oggi sei particolarmente carina’;
‘Trovi? Adulatore. Però se lo dici tu ci credo e mi fa piacere’
‘Puoi crederci perché &egrave vero’
‘Grazie’
Anche lei non perse tempo e mi disse:
‘Anche tu non scherzi, specie sotto.’
‘Sotto? Che vuoi dire?’ chiesi ostentando finta ingenuità ma sapendo che si riferiva al mio bastone.
‘Niente, niente, lascia perdere. Mi aiuti a prendere una cosa nello stanzino?’
‘Certo, andiamo.’
Arrivati nello stanzino, salì sulla scala per andare su un ripiano alto di uno scaffale e disse: ‘Mi reggi la scala?’
‘Certo, sali tranquilla’
Quella mattina la zia aveva indossato una gonna ancora più corta, e quando fu in cima alla scala, allargò le gambe.
Aveva delle calze nere autoreggenti e una mutandina nera di ottima lingerie e da dove si intravedevano uscire un pò i peli della sua ficona. Io da sotto guardavo tutto e il mio cazzo cominciò a gonfiarsi a dismisura. Dopo avermi deliziato non poco, perché la porca temporeggiava apposta, sapendo che io ero sotto a guardare e lei diceva frasi sciocche tipo ‘Ma dov’&egrave?- possibile che non lo trovo? ‘ Eppure era qui.’ ecc. scese dalla scala, e dopo aver dato un’occhiata in modo discreto ai miei pantaloni rigonfi, disse ‘Forse deve essere qui sotto’ e si piegò a 90 gradi con me dietro e mi mise il culo contro il mio pacco come se niente fosse.
Io non mi spostai, complice lo spazio angusto dello stanzino, ma per me non era come se niente fosse, e cominciai a premere sempre di più contro il suo culo dicendo fra me e me ‘ Vuoi guerra? E guerra avrai, vediamo dove arrivi, troia!’.
La sua risposta non si fece attendere e mi disse: ‘Roberto! Che fai? Sei impazzito? Sono tua zia! Non ti vergogni?’
E io dissi ‘No! E a quanto pare neanche tu e sono sicuro che non ti dispiace. E poi &egrave vero che sono pazzo, ma di te, zietta, e il fatto che sei mia zia mi ingrifa come un animale!’
Lei fece un guizzo per rialzarsi ma dato il poco spazio a disposizione si raddrizzò solo un po’. Io dal canto mio premevo sempre di più contro il suo culo, la cinsi con le braccia e cominciai a toccarle le tette e a leccarle la guancia e il collo da dietro.
Lei a quel punto cominciò ad ansimare e a cedere dicendo: ‘Che Iddio ci perdoni. Aspetta, lasciami un attimo ora’.
Lo feci e lei girandosi verso di me mi mise una mano sui pantaloni come a soppesare il pacco che avevo in mezzo alle gambe e guardandomi negli occhi con uno sguardo tra l’attonita e l’infoiata, disse: ‘Mmmmm’.. che toro, seguimi porcone, vieni con me. Ora vedrai la tua zietta come ti combina!’.
‘Dici? Attenta, potrebbe essere il contrario, bella vaccona!’
Mi portò in camera da letto e disse:
‘Ora che abbiamo rotto il ghiaccio, mettiamoci comodi’ e cominciò a spogliarsi togliendosi le scarpe, la gonna, il golf, il reggiseno e le mutande. Restò solo con le autoreggenti e disse: ‘Avanti, vieni qui, fammi sentire che sapore hai’. Si inginocchiò e con una mano sul cazzo e l’altra sotto i coglioni, e cominciò un succulento e gustoso pompino.
Succhiava e leccava come un’affamata di cazzo, una vera esperta, e io mi dissi ‘&egrave fatta, &egrave mia’.

‘Succhia, succhia puttanona, ti piace il cazzo vero?’
‘Sì, sì, non vedevo l’ora di succhiartelo per farti vedere di cosa sono capace, mmm’ slurp, slurp, slarp, mmmm”
‘Lo vedo troiona, ma ora per cominciare ti sborro in bocca, continua, continua, non ti fermare, ”’. Ahhhh”. Sììì’.. sborro’.. bevi, bevila tutta! ‘

A quel punto mi mise le sue mani dietro le natiche, come a spingerlo tutto in gola, per fare in modo che non si perdesse nulla e ritmando le spinte, come se la chiavassi in gola. Eh sì, zia Lina non era brava solo in cucina. Gli riversai dentro l’ugola un mare di sborra che non riuscì a bere neanche tutta, ma che gustò dopo raccogliendola con le dita e leccandosele.
Quando ebbi finito le mie violente bordate di sborra, lei mi disse:
‘Ma quanta ne fai? Sembri un cavallo, a momenti affogavo. Comunque &egrave buona, saporita come piace a me!’
‘ Mi fà piacere, bella porcona, ma ora fammi fare una spagnola tra le tue tettone zia, dài!’
Si sdraiò e disse:
‘Vieni piccolo, strizzale, succhiale, leccale, fammi quello che vuoi’
‘Dillo che lo facevi apposta a provocarmi, eh zia?’
‘Sì, sì,’. ti volevo tanto, ma non sapevo come!’.
Nel frattempo il mio cazzo aveva ripreso vigore tra le tettone di zia Lina e lei che a ogni affondo verso l’alto mi leccava la capocchia, con la sua lingua appuntita, il suo viso da troiona ancora un po’ impiastricciato di sborra, contribuiva a scatenare il porco che &egrave in me.

‘ E oggi mi avrai, ma spero solo che non te ne pentirai’ le dissi;
‘Che vuoi dire?’
‘Niente, niente, adesso fatti scopare, mettiti sul letto a cosce aperte, così ti farò gustare tutta la lunghezza del mio cazzo’
‘Oh sì, non vedo l’ora di essere trapanata, amore.’
‘Sì, esprimiti come una puttana, che mi fai arrapare ancora di più’;
‘Ma da oggi sarò la Tua puttana, amore, chiavami, chiavami’;

Le infilai il cazzo dentro in un sol colpo facendola sussultare un po’ dal dolore e un po’ dalla sorpresa.

‘Mmmm’. che bella fica, ancora abbastanza stretta’
‘ Ahi!! E’ stretta perché quel coglione di tuo zio non mi scopava più da molto tempo, ma tu sfondami, squartami, bel chiavone, ahhhhhh’ che bel cazzo, infilalo tutto, fino ai coglioni mmmmm”fottimi, sventrami’. di più, ‘. ancora’.. ancora!’
‘Sborro, sborro, ti sborro dentro’
‘Sìììììì’.., sììììì”. tutto dentro, allagami, godooooo’.. ohhhhhh”..’

E nell’attimo che venni lei mi cinse la schiena con le sue gambe a catenaccio per non far uscire nemmeno una goccia di sborra dalla sua fica avida.

‘Ahhhh’.. che scopata fantastica, che toro da monta che sei, e chi ti molla più’.’
‘Neanche io ti mollo, bella maiala. Adesso mi riposo un po”
E mi riversai sul letto a fianco di lei, che nel frattempo, mi baciava il collo, il petto, mi accarezzava le gambe.
Dopo una mezz’ora di tutto ciò la troia mi fece capire che aveva ancora voglia. Mi leccava nell’orecchio, sul collo, mi accarezzava i coglioni e il cazzo che già dava segni di ripresa.
Disse falsamente sorpresa:
‘Ah, ma allora &egrave vero che ti piaccio, guarda come ce l’hai di nuovo duro, ma sei insaziabile!’
‘Mai come te zietta, anche tu ne hai di arretrati da recuperare!’
‘Hai ragione, ma a questo provvederai tu, vero?’
‘Ci puoi giurare! Adesso spompinami per bene che poi ti faccio un bel servizietto.’
‘Mmm.. non vedo l’ora!’
E riprese a succhiare con ingordigia.
‘Slurp, nglob, such, slarp.’
Quando fu di nuovo duro fino allo spasimo le dissi:
‘Ora girati, mettiti alla pecorina.’
Si mise come le dissi e protese il suo bel culone all’aria. Vista da dietro era uno spettacolo! Due belle coscione polpose e tornite, inguainate da calze nere autoreggenti, la sua fica, le sue chiappe e in mezzo a loro faceva bella mostra di sé il suo buchino chiuso. Mi chinai e le passai in modo veloce la lingua contro le labbra della fica grondanti ancora la sua e la mia sborra, poi passai al buco del culo leccandolo, poi insalivandolo e poi introducendo delicatamente prima un dito, poi due.
Andai avanti così per circa due minuti, la troia emetteva sospiri di goduria, socchiudeva gli occhi e si passava la lingua sulle labbra, si toccava le tette e martoriava i suoi capezzoli.
Mi posizionai dietro di lei, le strusciai la mia capocchiona sulla fica, per bagnarla un po’ e poi ci misi della saliva. Lei disse:
‘Ti prego, montami, sono pronta.’
La ficona umida e carnosa di zia Lina mi attendeva. Ma io volevo di più. L’avevo sempre sognato e desiderato. Puntai il cazzo al buco del culo.

‘Che fai? Che Vuoi fare? NO! Ti prego! Lì No! Sono vergine in culo, me lo spacchi!’
‘E’ quello che voglio, Troiona! Te l’avevo detto che ti saresti pentita di avermi provocato!’

Diedi un colpo di reni e la infilzai selvaggiamente e senza ritegno. Grande fu il dolore. Il mio cazzo scese inesorabile tra le sue chiappe, profanandole bestialmente il culo. Lei urlava, inveiva, cercava di divincolarsi, ma l’avevo messa sotto per bene e non aveva scampo. Quando se ne accorse era troppo tardi e suo malgrado si rassegnò ma non senza protestare.

‘Aaaaaaahhhhhhiiiiiiii!!! Bastardo! Stronzo! Porco! Porco! Ahi che male! Piano’. ohhh” &egrave grosso”’uuhhhh” com’&egrave duro! Piano!……Mi fai male!!!! Mi stai ammazzando!!!’
‘Sììì troiona, voglio incularti come una scrofa, ‘.tutto fino ai coglioni, ‘..tieni vacca’.. sporca puttana”baldracca”’.bagasciona”. rotta in culo, ”..resisti e oggi godrai come mai in vita tua’.lurida zoccola’
‘Ahhh sssssììì”insultami’..comincia a piacermi”. che porco’.. che maiale’.ancora!’.spingi!’.spingi!’..di più!’.tutto dentro!’. fammi sentire i coglioni contro le mie chiappe’. fammi sentire la tua vacca’..la tua puttana’. la tua schiava”.. aaaaahhhhh’ com’&egrave duro ‘. sei un animale’ ho il culo a pezzi’ a brandelli’ non ce la faccio più”ma non toglierlo’. ti prego’. continua’ aahhhhhhh.’
‘Ti divertivi a mettermi il culo in faccia eh vaccona? E oggi hai avuto quello che meritavi. Toh! Adesso ti sciacquo gli intestini, sto per sborrare”godo’.godo”. aaaahhhh.’
‘Anch’io godo’.. sto per venire di nuovo, bel porcone”. amore”. Ahhhhhh ”sssssssììììììì”’!’
Riversai nel suo culo la sborra che era rimasta nelle mie palle, e mi tolsi.
Lei era lì alla pecorina, stremata ma felice e soddisfatta, con il buco del culo ancora aperto, come una caverna dal quale fuoriusciva sangue e sborra insieme che le colava lungo l’interno delle sue cosce, ancora sotto choc per l’inculata selvaggia a cui l’avevo sottoposta, ma era l’unico modo per averla come volevo io, per lasciarle il segno per sempre.
Infatti, quando si riprese, mi ringraziò per questo, perché diversamente non avrebbe accettato di farsi sodomizzare da un cazzo come il mio.
Da quel momento iniziò tra di noi un lungo periodo di intesa e soddisfazione sessuale reciproca, e io stetti con lei per oltre quattro anni.
Inutile dire che furono i quattro anni più belli della mia gioventù, anche per quello che ne seguì.
Ma questa &egrave un’altra storia che vi racconterò in seguito.

P.S.: Se vi &egrave piaciuto o se volete esternare critiche o apprezzamenti, ramones16@libero.it

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