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13 – un incontro inaspettato

By 27 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Come quasi ogni sabato Fabri viene a prendermi sotto casa, non ha voglia di passare la serata in un club, preferirebbe andare a ballare in una discoteca, lo assecondo, anche a me piace ogni tanto variare luogo. Andiamo vicino Desenzano, una discoteca molto frequentata da trav e trans, è da un po’ che non torno in quel posto. Almeno un paio d’anni, l’ultima volta c’era stata, accompagnata dal mio amico Manuele, una serata di incontro con altre trav che arrivavano da Milano, dalla Liguria, dal Piemonte. Non amo molto quel posto, ma una volta ogni tanto va bene. Non c’è neanche molta fila all’ingresso. Trovo subito un paio di amiche che conosco, le saluto, mi soffermo a parlare con loro pochissimi minuti.Non ho voglia di stare in loro compagnia. Andiamo al bar ed ordiniamo da bere, beviamo, andiamo a ballare. Stanno modificando una saletta per trasformala in sala fumatori, non è ancora pronta, siamo costretti ad uscire in un giardino per fumare. Rientriamo dopo l’ennesima sigaretta. E’ quasi la una. Sento una voce familiare alle mie spalle
‘Ciao Julia, sei tu vero?’ mi volto, lo riconosco, è Stefano. Sono passati più di sei anni dall’ultima volta che ci siamo visti
‘Si Stefano sono io, come stai?’ intanto gli presento anche Fabri, li ci presenta Mary, una ragazza mora che è al suo fianco.
Le immagini del passato riaffiorano nella mia mente. L’avevo conosciuto in un’altra discoteca, che ora non esiste più, sempre del genere trav e trans, dove una volta alla settimana lavoravo come cubista. E’ più giovane di me di tre anni, una posizione finanziaria invidiabile, figlio del proprietario di una grande industria, sposato con due figli. Sono diventata la sua amante, lo sono stata per un anno e mezzo, ci vedevamo spesso, anche due o tre volte alla settimana. Con lui ho conosciuto moltissimi posti, di lusso, alberghi, ristoranti, locali. Ricordo purtroppo anche la sua gelosia, morbosa, che mi aveva portato a troncare ogni rapporto con lui.
‘Ti trovo in perfetta forma, sei bellissima’
‘Anche tu vedo, sempre il tuo capello lungo biondo’
‘Abbiamo un tavolo prenotato, perché non vi accomodate con noi” Guardo Fabri, nella speranza che lui qualche cosa di intelligente per declinare quell’invito. Non capisce il mio sguardo. Ringrazia Stefano ed accetta l’invito.
Li seguiamo e ci accomodiamo al tavolo riservato. Stefano non ha perso il vizio, deve sempre dare sfoggio di se, del suo status, ordina una bottiglia di champagne. Ne bevo una coppa, mi alzo e chiedo a Fabri di accompagnarmi a ballare. Vengono anche loro due. Mi avvicino a Fabri e gli sussurro in un orecchio di liberarci di loro il prima possibile
‘Perché Julia, mi sembrano simpatici come tipi, anche il tuo amico’
‘Fabri te lo spiego dopo’
Ci sediamo ancora un attimo con loro, per un’altra coppa di champagne. La scusa per liberarmi di lui la trovo io.
‘Stefano mi spiace, ma ora devo raggiungere alcune amiche di Milano che sono sedute al divano vicino all’ingresso’
‘Ok cara, magari ci vediamo dopo’ salutiamo sia lui che la sua amica.
Ci alziamo e andiamo per un attimo a sederci vicino alle amiche che avevo incontrato all’entrata. ‘Meglio la loro compagnia che quella di Stefano’ penso. Vado con Fabri nel giardino a fumarmi una sigaretta. Avevo raccontato, in precedenza a Fabri, della mia relazione con Stefano. Non si ricordava il nome. Capisce ora perché cerco di fuggire.
Fabri è in bagno, lo aspetto seduta insieme alle altre amiche. Stefano mi arriva alle spalle. Mi chiama a se per un attimo.
‘Julia mi dai il tuo numero di cellulare?’
‘Stefano, per favore, non iniziamo con le vecchie storie’
‘Credimi non ti romperò le scatole, ma mi ha fatto un piacere immenso rivederti e scoprire come sei diventata’
Gli detto il numero, non del mio cellulare abituale, un numero che uso raramente, che usavo in precedenza quando ho fatto una esperienza come ‘escort’.
‘Ti ho fatto uno squillo, quando vedi un numero 3338”, è il mio, memorizzalo’
‘Ok, ora scusami, torno dalle amiche, ciao’
E’ tornato anche Fabri dal bagno. Torniamo a ballare. Salutiamo anche le amiche. Andiamo a ballare e restiamo nel locale ancora per un’ora. Andiamo a casa mia, Fabri si ferma da me a dormire, mi scopa per un’ora almeno, come è solito fare, venendomi in bocca.
Mi sveglio, lui è sul mio terrazzo a fare qualche esercizio ginnico, all’aria aperta. Scendo le scale e vado in cucina a preparare la colazione per tutti e due. Aspetto che il caffé sia pronto, apro un cassetto e cerco il cellulare con il numero che ho dato la sera prima a Stefano. Sono curiosa e sicura che mi abbia già cercato. Lo accendo, il tempo di connettersi in rete, non mi sbagliavo. Uno, due, tre, quattro messaggi, un avviso dopo l’altro. Sono tutti e quattro suo. I primi tre sono avvisi di chiamata, ha provato a chiamarmi trovando spento. Il quarto un sms ‘Julia mi piacerebbe rivederti, dimmi quando sei disponibile’. Clikko il tasto di risposta ‘Non sono sola in casa, chiamami domani dopo le 20,30′ premo invio. Spengo il cellulare.
Fabri sta scendendo le scale. La colazione è pronta, bevo il mio caffé, solo quello e mi sistemo nel bagno. Passiamo tutto il pomeriggio insieme. Mi scopa ancora sul divano venendomi nell’intestino. Mi saluta e torna a casa sua.
E’ lunedì, riprende la vita regolare di tutti i giorni, il lavoro. Torno a casa, mi rilasso sul divano ed accendo di nuovo il cellulare, 20,31, squilla
‘Julia sono Stefano’
‘Ho riconosciuto il numero’ resto sempre abbastanza fredda nei suoi confronti
‘Mi piacerebbe invitarti a cena’
‘Non credo sia il caso’
‘Julia solo una cena’ insiste ma con garbo, senza inalberarsi
‘Va bene, ma solo una cena, nessun seguito’
Mi da appuntamento per il giovedì della stessa settimana. Non gli indico il mio indirizzo. Ci vedremo al casello dell’autostrada di Sirmione.
E’ giovedì, decido di vestirmi in maniera molto provocante, come a lui piaceva vedermi un tempo. Camicetta trasparente, reggiseno in pizzo a vista, una minigonna molto corta che non riusciva a coprirmi la fascia in silicone delle autoreggenti. Trucco molto pesante, come una prostituta. Arrivo all’appuntamento. Mi sta aspettando a bordo di una Porche Carrera 4 Cabrio, ha sempre avuto la passione delle auto. Salgo in macchina, accavallo le gambe, mi guarda come sono vestita. Cerca di appoggiarmi una sua mano sul ginocchio
‘Giù le mani Stefano’ lo allontano
‘Come sei diventata dura’ comunque sorride mentre mi parla
‘Non è colpa mia se sono diventata così’
Arriviamo al ristorante, molto elegante, uno di quelli che lui è abituato a frequentare. Il tavolo riservato è in un angolo, non troppo vicino agli altri. Ordina anche per me, ostriche, crostacei crudi, mi conosce, sa cosa mi piace e cosa no. Champagne.
Inizia a raccontarmi di quello che ha fatto negli ultimi sei anni, si è separato dalla moglie, è diventato vice-presidente della società, gli affari gli vanno ancora meglio che i passato. Mi chiede di me. Gli racconto di Fabri e del rapporto che ho con lui. Prova a farmi domande sul nostro passato insieme. Con tutta sincerità gli vomito addosso tutto ciò che non ero riuscita a dire qualche anno prima. Mi ascolta, in silenzio, inizia a capire, adesso come si era comportato con me. Ci siamo divertiti parecchio insieme, sono stata con lui e con i suoi amici, mi sono fatta scopare da tutti quelli che lui voleva. Lui poi tornava a casa della moglie, si scopava un paio di impiegate della sua azienda. Lui, io no, io non potevo. Diventava geloso. Non gli ho mai perdonato la sberla che mi ha rifilato quando ha scoperto che la sera prima mi ero fatta scopare da un mio amico. Per questo l’ho lasciato. Per quella sberla, per la sua gelosia, per la sua ossessione, per il suo modo di dare tutto per scontato ogni cosa che riguardava me. Convinto di avermi comprata grazie ai suoi regali e grazie alla vita che mi faceva condurre. Lui era il principe, libero di fare quello che voleva, io una delle puttanelle del suo harem, la preferita, ma sempre una puttana. Annuisce in silenzio, ascoltando a testa bassa, cerca di sdrammatizzare appena prendo il respiro dopo aver fatto la mia arringa
‘Però ti piaceva scopare con me’ sorride, ha accusato il colpo ma sorride
‘Non ho mai negato questo, si mi piaceva’
Ha ragione in questo, mi piaceva ed anche tanto. E’ stato il mio primo veramente dotato. Ricordo ancora il male che mi ha fatto la prima volta che mi ha inculata, per quanto grosso è il suo uccello.
Finiamo di cenare. Torniamo alla macchina
‘Ti va di venire a casa mia, adesso?’
‘No Stefano, sono uscita solo per parlare, non per altro’
Capisce. Mi accompagna alla macchina. Torno a casa.
Aspetta tre settimane prima di mandarmi un altro sms, un altro invito a cena. Forse ha capito che con me non deve insistere.
Vado all’appuntamento, vestita sempre che sembro una puttana. Altro ristorante di un certo livello. A cena parliamo del più del meno, non parliamo più del passato che abbiamo condiviso. Come abbiamo finito, senza aggiungere una parola, mi accompagna verso la mia macchina. Sto per scendere, gli sorrido
‘Portami a casa tua’
Non faccio in tempo a richiudere la portiera, è ripartito.
Arriviamo alla sua villa, a mezza collina, non lontana dal lago. L’avevo sempre vista da fuori, non c’ero mai entrata, abitava con la moglie tempo addietro. Parcheggia l’auto nel garage. Saliamo nell’appartamento.
‘Apro una bottiglia di champagne, ti va?’
‘Si, dov’è il bagno?’
Me lo indica, resto meravigliata dal lusso. Mi levo il vestito. Mi presento in sala con addosso solo l’intimo, il reggicalze, le calze, le scarpe. Mi guarda, non parla, mi fissa. Mi passa il calice
‘Julia sei veramente più bella di come ti ricordavo’
‘Tesoro sono passati un po’ di anni, ora ho molta più esperienza nel truccarmi, vestirmi, curarmi’ bevo
Si avvicina. Mi infila la lingua in bocca. Mi tocca. Cerco il suo cazzo, gli infilo la mano dentro i suoi jeans. Me lo ricordo bene, grosso, lungo duro. Con la sua lingua in bocca gli slaccio i pantaloni, mi aiuta a farli cadere. Mi inginocchio, prendo in bocca il suo magnifico palo di carne, dopo sei lunghi anni.
‘Sei migliorata anche nei pompini, che bocca’
‘Inculami adesso’
Mi metto a novanta gradi sul tappeto, mi monta da dietro, anche lui è migliorato. Mi sbatte a lungo, sta per venire, gli chiedo di venirmi in bocca. Ho preso la sua sborra dappertutto quando ero la sua amante. Ci rilassiamo una mezz’ora, bevendo ancora champagne. Scopiamo ancora facendomi ingoiare il suo sperma un’altra volta. E’ tardissimo, sono quasi le due di notte. Mi riaccompagna alla sua macchina.
‘Ci vediamo ancora vero Julia?’
‘Se hai capito che io non sono di tua proprietà, si, che io non sono più la tua amante, che io sono io e basta’
‘Ho capito Julia, non commetterò più lo stesso errore’
Stefano ora ha capito veramente, vive la sua vita e lascia a me vivere la mia. Ogni tanto mi arriva un suo messaggio, un suo invito a cena. Ci vediamo, scopiamo a casa sua, uno volta ogni due o tre mesi. Ha invitato un paio di volte anche qualche suo amico, che già mi avevano scopato quando lui ed io stavamo insieme. Non ha mai smesso di farmi dei regali. Vestiti ed intimo sono i suoi presenti preferiti.

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