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Racconti Erotici

16 Giugno – Vecchi racconti di ErosItalia

By 16 Maggio 2022No Comments

L’assenza del mio padrone si prolungherà per altri due mesi. Questa notizia mi ha gettata nello sconforto e sento il bisogno di uscire da questa casa troppo vuota. Fuori sento il rombo delle moto dei ragazzi del quartiere, forse gli stessi che mi fecero fare il gioco della professoressa. Vado in mansarda da dove posso vedere la strada oltre il giardino: sì sono proprio loro e con loro c’è anche il figlio del portiere: stanno giocando a calcio in strada. Mi metto una gonna e un top tanto per sembrare decente e mi avvio verso il cancello, lo apro “Salve ragazzi che ne dite di venire a giocare nel prato?” “Ehi ciao, certo che veniamo” Li faccio passare e mi metto a guardarli giocare. Il pallone viene calciato nella mia direzione, fermandosi a pochi centimetri da me. Un ragazzo viene a raccoglierlo “Che ne diresti di fare un altro gioco?” “E quale?” “Facciamo finta che sei una giornalista che viene a intervistare la nostra squadra negli spogliatoi” “Non male, andate nel seminterrato, c’è proprio uno stanzone che sembra fatto apposta” Si allontana chiamando a sé gli amici, che lo raggiungono immediatamente per poi dirigersi tutti assieme verso la porta che conduce al seminterrato. Mentre passano vicino a me li conto: sono 16 baldi giovani che stasera mi faranno dimenticare la solitudine. Lascio passare un po’ di tempo dopodiché li raggiungo. Busso alla porta: “Avanti”. Apro, sono quasi tutti completamente nudi “Buonasera, vorrei scrivere qualcosa sulla vostra squadra” “Volentieri entri” Passo fra di loro, al mio passaggio più di uno si sfrega a me facendomi sentire la consistenza della propria erezione. Mi siedo su una panca mentre tutti fanno cerchio attorno a me “Non ti scandalizzi vero se rimaniamo così?” “No no, state pure comodi” “E poi mi sa che ti piace vedere tutti questi cazzi, hai una faccia da porca” “Ehi, ma come…” “Dai, non scandalizzarti, volevo solo scherzare” Sorrido, mentre dietro sento il duro contatto con due cazzi che si sfregano sulla mia schiena, mi volto ma mentre faccio questo i ragazzi che sono davanti a me approfittano del momento di disattenzione per palparmi il seno “Avevi ragione Franco, sono proprio sodi e non porta neppure il reggiseno” “Fermi, adesso basta scherzare” “E guarda che cosce scommetto che non porta le mutandine. Le porti?” Mi alzo fingendo di essere contrariata “Che te ne frega?” e mi allontano. Faccio solo pochi passi prima che alcune mani mi sollevino la gonna mettendo alla luce la mia completa nudità “Avevo indovinato, non ha nulla sotto” Cerco di liberarmi della loro vicinanza ma ogni movimento che faccio mette una parte del mio corpo a contatto con uno di quei meravigliosi 16 membri. “Insomma che volete farmi?” “Tanto per cominciare spogliati, ché poi ti facciamo divertire” “Mai!!!!” “Sentito, non si vuole spogliare” Delle mani mi strappano di dosso il top e subito altre mani iniziano a stringere i seni “Lasciatemi stare!” “Vuole proprio fare la difficile la signorina” Vengo immobilizzata, mentre anche la gonna abbandona il mio corpo. Mi lasciano libera, completamente nuda di fronte a loro. Cerco di recitare bene la mia parte coprendomi pudicamente il corpo con le mani “Come vedi, se non fai come vogliamo, sappiamo servirci da soli” “Siete dei bastardi!” Due di loro si fanno vicini “Accarezza i nostri cazzi, stanno per scoppiare” “Lasciatemi in pace porci” I loro cazzi si strusciano sui miei fianchi facendomi aumentare ancora di più la voglia di abbandonare tutta la messa in scena, cerco di resistere per prolungare al massimo il mio ed il loro divertimento. Oramai sono in troppi a non poterne più, vedo infatti altri ragazzi che si stanno avvicinando, sono di nuovo circondata. Le loro mani iniziano a coprire tutto il mio corpo, è una sensazione struggente sentire tutto il corpo accarezzato contemporaneamente da tante mani ed allo stesso tempo sentire e vedere tante possenti erezioni “Piegati in avanti troia” Lo faccio. Sono troppo eccitati per prolungare i preliminari e infatti vengo brutalmente penetrata mentre uno di loro avvicina il suo cazzo alla mia bocca intimandomi di succhiarlo “Mhggggg” Solo pochi attimi e il loro piacere viene ospitato dalla mia bocca e dalla mia vagina. Subito dopo si mettono in fila “Vediamo se riesci a sbocchinarci tutti troia” Mi metto in ginocchio davanti al primo di quella lunga fila e inizio a prendere in bocca 14 cazzi di altrettanti baldi giovani desiderosi solo di scaricare il loro seme dentro di me “È una succhiacazzi nata” “Senti come lo succhia la puttana” “Ti piace prenderli in bocca vero porca?” “Guardate come si tocca la fica mentre li succhia è nata per il cazzo la maiala” Mi eccitano da morire con le loro sconcezze mentre ho la bocca sempre più impastata dal loro seme. Finisco il mio compito di bocchinara e li vedo finalmente tutti soddisfatti “Sei stata bravissima anche se non eravamo preparati per farti vivere una storia come piace a te, se vuoi domani sera ti prepariamo qualcosa di più divertente” “Vi aspetto” Mentre gli altri escono il figlio del portiere ed il biondino li salutano rimanendo con me “Credo che tu non abbia goduto come si deve” “Beh insomma, non molto” “Lo so, tu godi quando ti guardano, quando ti senti desiderata, vero porca?” “Oramai mi conosci no?” “Che ne dici di proseguire la serata assieme?” “Niente in contrario, sono sola soletta” “Bene, veniamo a prenderti fra un’ora: fatti trovare pronta” Escono confabulando fra loro. Un’ora dopo sono in attesa del loro arrivo Mi sono vestita con una gonna in pelle nera molto aderente con una zip sul davanti e una maglietta rossa abbastanza aperta da far risaltare il seno, naturalmente ho curato moltissimo la biancheria intima indossando un completo di pizzo nero e delle calze autoreggenti, sempre nere, con la riga sul dietro, il tutto completato da un paio di décolleté di pelle lucida nera dal tacco di 12 cm. Mi guardo nel grande specchio della camera. Mentre cammino noto con piacere il movimento invitante dei miei fianchi. Sono veramente soddisfatta di me stessa. Suonano, ma è ancora presto per i due ragazzi, vado al citofono: “Chi è?” “Mohamed bella signora, vuoi comprare qualcosa?” È uno di quei ragazzi di colore a cui il mio padrone mi aveva offerta per una intera serata “Sto per uscire, puoi venire domani mattina?” “Come vuoi signora” Finalmente ecco che arrivano, è il rumore delle loro moto ad annunciarli. Infatti dopo pochi attimi suonano il campanello “Sono pronta” “Prendi la macchina” “Va bene” Quando esco dal garage li trovo fuori ad aspettarmi “Dove andiamo?” “Abbiamo fissato con Piero il camionista” “Uhm, la cosa mi piace” “Vai al deposito della sua ditta, è vicino all’ingresso dell’autostrada” “Va bene” Arriviamo e i ragazzi chiedono di Piero. Ci indicano la piazzola dove sono parcheggiati dei camion e ci avviamo a piedi. Eccolo, lo vediamo venirci incontro “Salve, fra poco chiudono, ho fissato con dei miei colleghi, dobbiamo aspettare solo pochi minuti” Ci intratteniamo facendo quattro chiacchiere mentre gli impiegati iniziano a sfollare. “Bene, adesso possiamo entrare, dovrai aiutarci a mettere a posto il magazzino, stiamo facendo l’inventario” “Va bene, a patto che dopo mi offriate la cena” “Accordato” Entriamo nel grande magazzino, dentro ci sono tre uomini ad attenderci “È lei quella che ci deve aiutare?” “Si, vi presento Giovanna” Fatte le presentazioni con quei tre uomini quello più anziano, un tipo sui 45 anni, tarchiato, che si muove con fare deciso e autoritario fra quegli scaffali, mi porge uno spolverino “Cambiati o rischi di sporcarti” “Grazie” “Lo spogliatoio è a sinistra dopo quei cassoni verdi” mi indica un uomo sui 40, longilineo ma al tempo stesso muscoloso “Fa alla svelta, siamo in ritardo con l’inventario” mi sollecita il terzo, che avrà anche lui sui 40 anni, brizzolato, con un fisico atletico. Mi cambio velocemente, notando che allo spolverino, abbastanza corto, mancano gli ultimi quattro bottoni, rimanendo quindi ampiamente aperto sulle mie gambe. Anche lo scollo è profondo, tanto da far intravedere il reggiseno. “Eccomi, sono pronta” “Bene, possiamo iniziare, tu vai a quei cassoni lì vicino al bancone e inizia a contare quante scatole di cacciaviti ci sono” “Va bene” Mi curvo sui cassoni iniziando a lavorare “Sai che la tua amica ha veramente un bel culo” Lo spolverino, sollevandosi, deve scoprire generosamente quella parte del mio corpo. “Da qua invece si ha un’ottima visione del reggiseno, roba fine gente e quello che c’è dentro si presenta davvero super” È l’uomo dai capelli brizzolati che interviene nella conversazione degli uomini. Continuo a lavorare in silenzio, ascoltando tutti i loro commenti “Che ne dite di dare una sbirciatina anche alle cosce e alle mutandine?” “Sarebbe una buona idea” Sento rispondere dal biondino amico del figlio del portiere “Giovanna” “Si” “Sopra quello scaffale ci sono due scatole di cacciaviti controlla anche quelle” “Subito?” “Si, segna quante ne hai contate e vai sopra, voglio sapere di che colore sono quelli dello scaffale, mi sono scordato di elencarli” “Vado subito” Gli uomini, con una scusa, si avvicinano anche loro alla scala. Inizio a salire sulla lunga scala “Su che ripiano sono?” “Sull’ultimo ripiano” Arrivo in cima alla scala e scavalcando il gradino centrale metto un piede sul gradino della parte opposta a quella su cui sono salita. In questo modo le mie gambe sono ben aperte ai loro sguardi “Sono rossi” “Bene grazie” e rivolgendosi agli altri “Anche le cosce sono veramente super” “Prendine uno per catalogare la matricola” Lo prendo e inizio a scendere lentamente i gradini donando loro un discreto spettacolo “Guarda come lo tiene stretto, ti ricorda forse qualcosa?” “In un certo senso” rispondo sorridendo “Bene, eccolo catalogato, mettilo in quel raccoglitore sotto al bancone” Mi inginocchio verso il raccoglitore rimanendo con le ginocchia divaricate e abbassandone una verso il pavimento Si vede la fine della calza autoreggente con tutto il pizzo. “Mi sta facendo venire il cazzo duro” Mi piace questo gioco, è molto cerebrale anche se non spinto eccessivamente, ma io amo che le cose vadano per gradi e mi attendo un crescendo progressivo che mi eccita già al solo pensiero. “Andiamo di là adesso, devo controllare anche il reparto manutenzione automezzi” Entriamo in un’officina “Và a vedere se ci sono degli attrezzi nel forno della carrozzeria Giovanna, ci siamo dimenticati di controllare prima quando tu non c’eri ” “Vado” “Adesso ci divertiremo ragazzi vedrete che strip” Entro dentro al forno e inizio a controllare scrupolosamente. “Piero chiudi il portellone” Sento il rumore della serratura che scatta, mi volto e mi vedo prigioniera nel forno Mi avvicino all’uscita, ma non riesco ad aprire “Sono chiusa dentro” “Lo sappiamo bella è che vogliamo vederti nuda e questo credo sia un buon sistema per convincerti a spogliarti” Sorrido per l’ingegno che li ha spinti a tanto. Nel frattempo l’uomo dai capelli brizzolati si avvicina al forno e dopo poco sento il calore diffondersi nel locale “Allora, inizia a far caldo lì dentro?” Mi domanda sorridendo Piero “Un po’ ” Vedo una sedia dentro al forno e presala mi siedo di fronte al portellone mentre il caldo si fa sempre più forte “Ti fai desiderare eh?” “Non è colpa mia se ancora non ho caldo” Intanto inizio ad accavallare le gambe facendo in modo che lo spolverino si apra al massimo “Guardate come si diverte ad eccitarci, dopo te ne accorgerai” “Cosa mi farete” “Lo saprai a tempo debito” Allargo le gambe, lo spolverino sempre aperto fa in modo che possano vedermi le mutandine di pizzo che sinceramente nascondono ben poco, ma oramai il caldo è veramente troppo e alzandomi inizio a sbottonare lo spolverino, che cade ai miei piedi. “Olè” sento il grido di ammirazione al di là del portellone, mi siedo nuovamente tenendo ancora una volta le gambe molto divaricate “Vi piaccio?” “Dai togli quelle mutandine” “Lo volete davvero?” “Non desideriamo altro che vederti” Spostò leggermente l’orlo mettendo a nudo la mia peluria “Va meglio così?” “Sei una troia spogliati” Inizio a sudare ma cerco di resistere e continuo a giocare con le mutandine infilando dentro la mia mano e cominciando a carezzarmi. Oramai però è impossibile continuare e tolgo il reggiseno “Olè” Nuovamente il loro grido sottolinea la caduta del mio indumento. Sono rimaste solo le mutandine ma ecco che invece di attendere che me le tolga aprono il portellone “E ora magari vorresti essere anche toccata vero?” “Si, carezzatemi i seni, maiali” Finalmente delle mani maschili si occupano del mio corpo rendendolo importante. Mi piace sentirmi preda di quelle mani “Fuori, andiamo fuori” Mi trascinano nell’officina sospingendomi verso un bancone su cui sono costretta a piegarmi in due. Le mutandine mi vengono tolte immediatamente mentre vedo il più vecchio andare verso un altro bancone, tornando con un grosso barattolo in mano “Ingrassiamo a dovere questa porca ché dopo ci divertiamo” Immerge due dita nel grasso e inizia a massaggiare il solco del sedere abbandonandolo solo per rifornirsi di grasso e stavolta non lo usa per spalmarlo ma lo introduce a forza nel mio culo. Sento le dita entrare con una facilità estrema ed iniziare a lubrificare l’interno del mio ano “Vediamo se sei unta bene” Sento tre dita entrare dentro, riuscire per entrare di nuovo, ritmicamente, poi dopo una breve pausa le dita diventano quattro “Stai tranquillo è abituata. Giovanna ti ricordi la gita nel bosco?” “Mh, siii” “Si è presa un ferro di 12 cm di diametro come se niente fosse” “Per ora prendi questo cazzo troia” e togliendo le dita mi penetra col suo membro. Piero, di fronte a me, si apre i pantaloni e subito ospito nella mia bocca il suo cazzo, mentre i due ragazzi iniziano a toccarsi e i due colleghi di Piero affidano i loro membri alle mie mani. “Le è rimasta la fica libera” “Prendi quel cacciavite, infilaglielo dentro” Il figlio del portiere esegue immediatamente, spingendo con forza tanto da farmi gemere. Ben presto le mie mani sono piene di sperma: i due uomini hanno goduto quasi subito ed anche Piero li segue di lì a poco, subito rimpiazzato dal biondino che è oramai vicino all’orgasmo e che scarica sul mio viso. Il figlio del portiere continua a divertirsi col cacciavite, ora ha preso a girarlo dentro la mia vagina facendo roteare il manico e donandomi dei brividi sempre più intensi che culminano con l’orgasmo che provo assieme all’uomo che mi sta inculando. “Ho ancora voglia” “Ti accontentiamo subito” Col cacciavite sempre dentro la fica mi fanno camminare sino ad un vecchio tornio, dove collegano la punta del cacciavite “Ed ora preparati a godere” Mi legano i polsi alle caviglie e queste ultime le tengono bloccate al banco del tornio. Non posso muovermi neppure di un millimetro. “Fallo partire al minimo di giri” Lentamente il tornio inizia a girare trascinando nel suo movimento anche il cacciavite che riprende a ruotare in me come quando lo spostava il figlio del portiere ma stavolta il movimento è continuo e costante. “Siii” “Guardate come le piace” Il figlio del portiere mi offre il suo cazzo da baciare ed io non mi faccio ripetere l’invito, iniziando a succhiarlo. “Dai porca, facci vedere come lo fai schizzare” Aumentano la velocità del tornio, vorrei gridare il mio piacere ma il cazzo che mi riempie la bocca me lo impedisce “Prendi l’imbuto” Sento il beccuccio dell’imbuto entrare nel mio culo. Avrò l’ennesimo clistere e ciò mi fa già impazzire. Guardando, per quanto mi è consentito vedere, scorgo l’uomo longilineo che porta una tanica con sopra scritto acqua distillata quasi piena e appena arrivato alle mie spalle sento qualcuno tenere l’imbuto, mentre inizia a sgorgare nel mio intestino l’acqua distillata. “Ti facciamo il pieno” “Mhggggg” Il figlio del portiere mi inonda il palato, inghiotto voluttuosamente il liquido denso mentre un altro orgasmo mi travolge. Il tornio inizia a diminuire i giri per poi fermarsi definitivamente. Mi slegano dal bancone obbligandomi però a tenere le caviglie legate con i polsi e continuando a versare acqua nell’imbuto. Mi sento gonfiare oltre misura e ricevo un leggero sollievo quando finalmente sfilano il cacciavite dalla mia fica, che sento bruciare a causa del prolungato attrito. “Chiedimi di scoparti maiala” “No non ce la faccio” “Chiedilo o altrimenti prenderai questo dentro la fica” Conosco quell’attrezzo è un ingrassatore e le sue dimensioni sono davvero notevoli. Penso che mi farebbe scoppiare le budella, piena come sono nell’intestino “Si ti prego, scopami” Il cazzo di Piero entra, provocandomi un nuovo violento bruciore e facendomi sentire ancor più piena, se questo fosse possibile. Mi scopa con violenza facendomi provare piacere e dolore allo stesso tempo. L’introduzione di acqua è terminata ma non il mio supplizio: mi viene messo il manico del cacciavite dentro il sedere bloccando così la possibilità di liberarmi. Piero esce da me “Ti goderò dopo troia, ora facci vedere come sei brava a camminare” Ogni passo che muovo, oltre che ad essere difficoltoso per la posizione a cui sono obbligata, mi dà uno spasmo intestinale notevole. “Liberatemi, non resisto” “Dove ti sei spogliata ci sono anche i bagni, vacci da sola, noi ti seguiamo” Credo di impazzire ma alla fine riesco ad arrivare in bagno “Ferma aspetta” Mi tolgono le calze e le scarpe, mi sospingono verso la doccia e lì mi tolgono il cacciavite e mi fanno adagiare sul pavimento legando le caviglie alla rubinetteria in modo che rimanga con il culo in aria “Adesso sei libera di fare ciò che vuoi” Non resisto più, devo liberarmi di tutta la massa d’acqua che ho in me. Dal mio culo inizia a zampillare un liquido marrone che va a colpire le mattonelle di fronte, con grande divertimento dei miei spettatori. Il getto inizia a diminuire e il liquido ricade sul mio corpo, lo sento scorrere sulla schiena e a volte, passando fra le mie cosce, viene a rivolare sino fra le mie tette, sono sporca di questo liquido odoroso che riempie di eccitazione gli uomini, tant’è che Piero, approfittando della posizione, inizia ad incularmi selvaggiamente dandomi della merdosa. Anche il suo seme si spande sul mio corpo ed il suo posto a turno viene preso da tutti gli altri che scaricano addosso a me il loro piacere. Sono sfinita, ho goduto come una pazza e accolgo con vero piacere il massaggio tonificante della doccia a cui dono il mio corpo non appena mi hanno liberata. Mi vesto e torno da quei 6 maschi che mi hanno donato un pomeriggio memorabile “Andiamo a cena” Le attenzioni che hanno per me durante tutto il resto della serata mi lusingano e una volta a casa mi addormento appagata fra le lenzuola.

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