Skip to main content
Racconti Erotici

21 Giugno – Vecchi racconti di ErosItalia

By 16 Maggio 2022No Comments

Un altro giorno è trascorso con la consueta calma di quelle giornate che non hanno niente da offrirti. Sono le 21:00 quando in perfetto orario arrivo di fronte all’indirizzo che mi hanno dato i miei amici di colore. È un piano bar “Black jazz” c’è scritto sull’insegna. Entro, come indicato nel foglio sono vestita con un abito lungo con uno spacco laterale molto alto e dallo scollo molto profondo Le calze autoreggenti hanno, come ordinatomi, una cucitura sul dietro e inoltre calzo delle scarpe dal tacco 12 cm su cui muoversi senza ancheggiare vistosamente è pressoché impossibile. Il locale è semi-deserto, solo alcuni uomini stanno conversando al bancone del bar, appena mi vedono smettono di parlare e sento i loro sguardi seguirmi nel percorso che mi hanno indicato. Devo andare nei bagni ed è quello che faccio, devo truccarmi ed eccomi infatti di fronte al grande specchio, mentre do gli ultimi ritocchi al mio loO.K., attenta a tenere la gamba in modo che fuoriesca dallo spacco. Un uomo entra nel bagno e mi guarda. Poi, per niente turbato dalla mia presenza, si avvia di fronte a un orinatoio e standosene abbastanza distante fa uscire il cazzo dai pantaloni e inizia a pisciare: “Cosa c’è, ti piace vedere gli uomini pisciare?” Obbedendo a quanto scritto non avevo mai abbandonato con lo sguardo il membro dell’uomo sino dall’istante in cui era uscito dai suoi pantaloni e rimango in silenzio “Se ti piace ti accontento subito, vado a chiamare anche gli altri così potrai rifarti la vista” Lo vedo uscire, per fare il suo ingresso dopo pochi attimi con ben quattro altri uomini che lo seguono occupando l’intera parete di orinatoi e facendo svettare i loro cazzi quasi simultaneamente in modo che possa avere una panoramica completa “Visto che cosce? E come ci guarda la signora! Vuole vederli meglio?” Annuisco con un cenno del capo “Venga qui vicina a noi” Mi muovo verso di loro, mettendomi in mezzo fra i primi due che, imperterriti, continuano a pisciare “Puliscimelo” fa uno di loro appena finito “Voglio averlo bello pulito stasera” “Dai bella signora bianca, inginocchiati e pulisci il suo cazzo, ché se sarai brava ti daremo anche il nostro” Mi inginocchio prendendo il cazzo semieretto dall’uomo nelle mani e portandomelo lentamente verso la bocca, scappellandolo “Brava ed ora leccalo” Sento il suo sapore invadermi il palato. Ha un gusto gradevole. Gli altri si limitano a guardarmi mentre continuo ad assaporare il loro amico “Non voglio godere adesso, rallenta il ritmo troia, voglio solo gustarmi questo pompino” Mi limito a passare la lingua sulla sua cappella, sempre sotto gli sguardi sempre più eccitati degli altri, che mi diletto a guardare con voluttà. La nostra complicità viene interrotta dall’arrivo di un altro uomo “Ecco dove eravate finiti! Stavate dando il benvenuto alla signora bianca” “Sono arrivati tutti?” “Si e Behir ha già chiuso il locale, siamo pronti per la festa” “O.K. non facciamo aspettare gli amici” Mi ricompongo e assieme a questi uomini raggiungo la sala dove regna una calda atmosfera derivata da una luce soffusa e una dolce musica molto melodica. Il locale è pieno di fumo ed anche se la penombra non mi consente di vedere bene mi immagino che ci siano molte persone. “Puoi sederti vicino al pianista” mi dice uno degli uomini con la quale sono stata in bagno, vedo uno sgabello alto accanto al piano e mi ci siedo accavallando le gambe. La gonna scivola lasciandomi scoperta la coscia destra. Un fischio di approvazione mi fa capire che questa visione è di loro gradimento. Il pianista continua a suonare altri slow, un uomo si avvicina “Balli?” “Si grazie” Mi porta nel centro della sala dove un fascio di luce gialla disegna un cerchio nel buio. Mi stringe a se mentre una mano si posa sul sedere e l’altra prende ad accarezzarmi la schiena, poi lentamente, inizia a scendere sino a trovare l’orlo dello spacco. La mano penetra nello spacco ed inizia ad aprirlo spostandosi verso l’alto. Sento che le mie gambe sono messe sempre più in mostra “Adesso ti lascio sola, continua da te, vogliamo vederti, sappiamo che la cosa piace anche a te quindi datti da fare” Inizio a ballare da sola, facendo in modo che lo spacco mostri il più possibile delle mie gambe. Una voce proviene dalla penombra “Fai salire quella gonna” Le mie mani obbediscono a quel comando. Oramai le mie gambe sono completamente scoperte “Siediti così” Ritorno al mio posto. Di colpo viene fatto buio in sala, sento delle mani armeggiare con la mia gonna che viene sfilata, rimango con il solo pezzo superiore, un top molto scollato. Torna la luce e tutti sono al loro posto, senza che nessuno me lo chieda riprendo a passeggiare affinché possano vedermi bene tutti quanti, ma quanti saranno? Il non sapere il numero dei miei spettatori mi turba, come pure mi turba non sapere cosa hanno programmato per il resto della serata. Passo vicina al bancone del bar dove noto che tutti gli sgabelli sono occupati “Un Cointreau per favore” e mi appoggio al bancone in modo da sporgere in fuori il fondoschiena. Sono fra due uomini “Ce lo stai facendo venir duro” “Sono felice di piacervi” “Facci vedere meglio il culo troia, tira su quelle mutandine, falle entrare nel solco” “Come? Così?” “Esatto!” Prendo il bicchiere e continuo la mia passeggiata arrivando a dei tavoli. Delle mani sfiorano il mio corpo che prontamente tolgo dalla loro portata “La signora fa la preziosa” “Vedrai che dopo sarà molto più brava” Inizio a togliermi il top, ora ho solo la biancheria intima. Sento gli occhi di tutti i presenti posarsi sulla pelle. Mi fletto sulle ginocchia iniziando a slacciare il reggiseno. I seni finalmente liberi possono essere accarezzati dalle mie mani che stringendoli stretti fra loro li porgono agli sguardi dei presenti “È una grandissima troia, avevano ragione” “Quanto dobbiamo aspettare ancora? Voglio scoparmela” “Divertiamoci, non capita spesso di avere fra le mani una troia come questa” Dietro di me scende una specie di sipario: una tela bianca su cui poco dopo vengono proiettate delle diapositive. Riconosco subito le foto che mi hanno scattato quei tre meravigliosi porci durante il nostro incontro. “Commentale puttana” È la voce di Mo che mi incita a fare da commento sonoro a quelle immagini oscene che sono mostrate a tutti i presenti “Qui sono nuda a cosce aperte, mi avevano scopata divinamente, ero distrutta” “stasera lo sarai ancora di più” Un coro di risate sottolinea questo commento. Quando viene proiettata la foto che mi vede ricevere la loro pioggia dorata i commenti si sprecano e non devo neppure dire una parola “Ora vogliamo vederti nuda” Mi tolgo le mutandine iniziando a carezzarmi “Passa fra i tavoli, fatti vedere e non rifiutare niente” “Ho capito” Torno verso il bar. Appena arrivo un uomo prende i miei capezzoli fra le dita e inizia a torcerli strappandomi un lamento “Ti piace vero?” “Mhhhssiii” “Devo tirarli?” “Mhhh dai” “Chiedilo per favore” “Ti prego, stringimi i capezzoli, tirali, fammi sentire che puoi farci ciò che vuoi” Inizia a giocarci torturandomeli sempre più energicamente, alzando il mio livello di eccitazione “Vai da lui adesso” mi sospinge verso il suo vicino “Voltati” “Come desideri” “Allarga le cosce” Non faccio a tempo ad esaudire il suo desiderio che sento due dita penetrare con estrema facilità nella mia vagina super eccitata “Flettiti in avanti” Alla fine di questo movimento mi trovo davanti alla bocca un cazzo in erezione, senza farmelo ordinare inizio a succhiarlo, ma è troppo eccitato e non faccio a tempo neppure ad assaporarlo che già mi scarica il suo nettare in bocca. Un getto violento mi investe fuoriuscendo dalla mia bocca. Spalmo sul viso lo sperma uscito mentre l’uomo si allontana. Le dita abbandonano la vagina ma al loro posto sento entrare un grosso cazzo che mi riempie completamente “Ahhhh si, spingilo” Le sue bordate sono violente mentre con le mani afferra i capelli obbligandomi ad inarcare la schiena. In questa posizione sento profondamente la penetrazione a cui sono sottoposta “Muoviti puttana muoviti” “Siiiii voglio un cazzo in bocca” Non si fanno ripetere l’invito ed ecco che la mia bocca ospita di nuovo una bellissima erezione. “Accendete la luce” Non riesco a vedere niente sono troppo presa da quei due membri che mi stanno facendo godere moltissimo. Anche loro raggiungono l’orgasmo e quando si staccano da me posso finalmente vedere quanti sono gli uomini che si divertiranno con me: sono 12 meravigliosi uomini di colore. Tre hanno già goduto ma credo che non si accontenteranno di questo. “Sarai la nostra cameriera stasera” Il barman mi chiama “Vieni, ci sono da portare delle ordinazioni” Con lo sperma che mi bagna le cosce e il viso mi avvicino al bancone “Porta queste birre a quel tavolo” Mi avvio ma durante il mio cammino molte mani si divertono a giocare con il mio corpo. Arrivo finalmente a destinazione “Poggia pure sul tavolo” Lo faccio “Ed ora siediti sulle mie ginocchia” Vedo il suo pene uscire dai pantaloni e sedendomi faccio in modo che mi penetri “Lo vuoi sempre dentro vero?” “Siiiii” Mi muovo su quel cazzo freneticamente godendone la potenza. “Alzati e mettiti su quel tavolo” Mi scopano tutti. Sono solo un buco su cui scaricare le loro voglie e la cosa non mi eccita molto. Quando la serata volge al termine rimaniamo noi quattro: John Bill Mo ed io “Non mi sono divertita, ho goduto più con voi tre soli, vorrei rifarlo” “Volevamo far divertire anche i nostri amici. Sei stata brava, ti sei guadagnata un altro trattamento speciale” Mi danno un impermeabile, il vestito me lo riporteranno loro e chiamato un taxi mi accompagnano all’uscita. Prima dell’arrivo del taxi con un coltello fanno saltare tutti i bottoni, prontamente prendo i lembi dell’impermeabile facendo in modo che non si apra lasciandomi nuda in mezzo di strada. “Così anche il povero tassista avrà la sua razione di piacere” “Porci” Arriva l’auto, i tre mi salutano “Ci sentiamo domani” Nel salire i lembi dell’impermeabile si aprono facendo vedere al tassista che era voltato verso di me il mio corpo nudo. “Buonasera” “Buonasera” “Dove la porto?” Gli do l’indirizzo di casa. Partiamo, vedo i suoi occhi nello specchietto cercare di sbirciare dietro. È difficile rimanere coperta, come mi muovo metto a nudo una parte del mio corpo. Decido di non farci caso e dopo poco i lembi dell’impermeabile ricadono ai lati lasciando completamente scoperte le gambe. L’uomo guarda sempre più frequentemente dietro “Belle calze” “Ehm…grazie” Vedo che prende strade traverse per allungare il tragitto continuando sempre a prestare attenzione a ciò che ha dietro le spalle. Mi ricordo che ho lasciato assieme al vestito e alla biancheria anche la borsa, fortunatamente le chiavi me le aveva date Mo e le tenevo strette in mano dentro la tasca dell’impermeabile. “Quando arriviamo la prego di attendermi, ho i soldi in casa” “Vuol dire che l’accompagnerò, non è per sfiducia ma delle volte i clienti entrano e non si vedono più uscire” “Va bene” “Deve essere uscita proprio di fretta stasera” “Perché?” “Vedo che oltre ai soldi ha dimenticato molte altre cose” dice sorridendo. Mi accorgo che può scorgere i seni fuoriuscire dall’impermeabile, decido quindi di metterlo al corrente “No, è che sono stata con quei miei amici e ho dovuto pagare pegno rimanendo in questo modo” “Sono davvero fortunati i suoi amici” “Beh anche lei ne trae i suoi vantaggi, o sbaglio” “Certo ma solo da dietro uno specchietto” Mi avvicino al sedile anteriore “Bisogna sapersi accontentare” “Già, a chi troppo e a chi poco” Siamo oramai vicini a casa, dobbiamo solo attraversare un parco dove normalmente si trovano le prostitute e poi dopo un breve viale siamo arrivati. Lungo il viale l’uomo rallenta per guardare le prostitute “Certo che a lei le donne non sono indifferenti” “No, stavo solo pensando che se lei scendesse vestita così le altre smetterebbero di lavorare” Mi aveva dato elegantemente della puttana. “Anche se questo è un posto abbastanza pericoloso, è frequentato da un sacco di guardoni” “Lo so, abito vicino” Non so perché ma la cosa che ci fossero dei guardoni in attesa di prede mi stuzzica “Si potrebbe fermare dopo lo slargo nel viale che porta all’anfiteatro?” “Veramente dovremmo girare prima” “Si lo so ma faccia come le ho detto” Al punto in cui dovremmo lasciare il parco prosegue, dirigendosi dove gli ho indicato, un altro viale alberato che porta sino all’ippodromo per poi proseguire solo come pista ciclabile sino all’anfiteatro. Di fronte all’ippodromo deve fare la rotonda e tornare indietro “Si fermi un attimo” “Qui?” “Si devo fare una cosa” Apro la portiera “Ehi ma dove va” “Devo uscire solo un attimo” “Mi dispiace ma la seguo” Scende e dopo aver chiuso la macchina mi segue. Entro nel viale ciclabile e dopo poco devio per un sentierino che porta addentrandosi nel parco, sino all’anfiteatro. Qui mi fermo “Ehm…dovrei fare pipì” “Ahh e non poteva aspettare di arrivare a casa, siamo quasi arrivati” “Non resistevo” “E proprio qui nel regno dei guardoni, boh…” Si mette appoggiato ad un albero “Faccia pure” Mi fletto sulle gambe, in questo modo l’impermeabile si apre completamente: sono nuda e inizio a dare sfogo al mio bisogno sotto gli occhi del tassista: Sulla destra sento dei rumori come dei passi che si avvicinano lentamente, continuo a far pipì incurante di chi può essere e dopo poco sento nell’oscurità il respiro di una o due persone. Anche il tassista se ne deve essere accorto “Allora ha finito? Andiamocene” Una voce da un cespuglio “Aspetta, faccela guardare ancora un po’ ” Il tassista mi guarda, come per sondare la mia reazione, io mi alzo e senza cercare minimamente di coprirmi passo di fronte al punto da dove proveniva la voce mostrandomi per poi correre verso il tassista “Andiamo, può essere pericoloso” “O.K. ” ritorniamo verso l’auto, seguiti a distanza da tre uomini “Ti piace davvero fatti guardare” “Si” “Allora quando siamo vicini alla macchina alza l’impermeabile, mostragli il culo e poi entra di corsa dentro che ce la filiamo” “Va bene” Mentre stridono le gomme il tassista ride divertito nel guardare le facce fra l’eccitato e il deluso dei tre uomini. “Sei una rizza cazzi” “Non sempre, a volte li metto anche K.O. ” Arriviamo a casa. Col telecomando apro il cancello, entriamo e una volta davanti alla porta d’ingresso mi tolgo l’impermeabile “Vieni, vado a prendere i soldi” “Che ne dici di un bel pagamento in natura? Sono curioso di vedere che tecnica usi per mettere K.O. ” Entriamo in casa. Accendo la luce “Allora che ne dici?” Mi volto e vedo che l’uomo si è già aperta la zip dei pantaloni, mettendo fuori il suo pene che, seppur non ancora eretto, è di notevoli dimensioni “Vale la pena di provarlo?” Senza rispondergli mi dirigo verso il seminterrato nella stanza ove i tre uomini di colore si erano trattenuti con me: voglio scioccarlo “Entra” Appena vede i vari strumenti che vi sono i suoi occhi si accendono di una luce radiosa “Non dirmi che oltre a trovare piacere nell’esibirti sei anche masochista?” “Amo tutto del sesso e cerco piacere nell’essere sottomessa al mio partner” “Ho sempre desiderato di trovare una come te e stasera così, senza che neppure lo pensassi, ecco che la trovo. Credimi, sono spiazzato” Mi dirigo verso un tavolo da dove sporgono dei legacci “Legami e prendimi” Mi piego sul tavolo offrendo i miei polsi e le mie caviglie alle corde, che iniziano a serrarsi intorno impedendomi ogni movimento “Ed ora scopami” “Non ti sono bastati quei tre negri?” “Non erano solo tre ma molti di più, però io voglio provare sensazioni forti” “Come questa?” Inizia a frustarmi con un gatto a nove code “Mhggg siiiii” “Ti accontento subito” Le strisce di cuoio iniziano a carezzarmi la pelle. Finalmente sento tornare in me quel piacere perverso di cui oramai sono diventata schiava. “Muovi quel culo puttana, fammi vedere che ti piace questo trattamento” Inizio a sculettare invocando i suoi colpi. Colpi che crescono in intensità sino a farmi urlare. Sento il suo pene farsi strada in me mentre la frusta ora si abbatte sulla mia schiena al ritmo delle sue bordate. Ma non vuol godere subito infatti si ritrae e si avvicina all’armadio “Vediamo quali sorprese ci sono qua dentro” Non so cosa prenderà, dalla mia posizione non posso vedere niente di ciò che sta facendo. “Vediamo come te la cavi con questo” Il mio ano viene aperto da un grosso dildo, mi sembra di riconoscere quello nero, è enorme, lo sento farsi strada dentro di me anche se con delicatezza ma con fermezza. Lo fa uscire “Leccalo troia lecca il succo del tuo culo, ci deve essere ancora il succo di coloro che ti hanno goduto” Lecco avidamente quel grosso cazzo finto dal sapore dolciastro, inebriandomene. Ancora pochi attimi e il vibratore è di nuovo dentro il mio ano, stavolta inizia a stantuffare dentro penetrando sempre più a fondo “Adesso ti do anche il mio cazzo, tanto sono sicuro che una troia come te è abituata a farsi prendere in tutti e due i buchi contemporaneamente” “Daiii siiiii” “Incitami troia o smetto” “No ti prego, fottimi, fotti questa puttana che senza neppure conoscerti si farà fare da te ciò che desideri. Sono una cagna in calore e per il cazzo farei di tutto Dammelo dammelo, più forte non fermarti ti prego” Ancora una volta la frusta si abbatte sul mio corpo, sto per arrivare all’orgasmo che mi appresto a vivere con il massimo del piacere finalmente usata come piace a me. Sento il suo cazzo gonfiarsi dentro la mia vagina, anche lui sta per godere. Raggiungiamo assieme l’orgasmo. “Sei favolosa, devo rivederti” “Sono qui, oramai sai dove abito, puoi venire a trovarmi quando vuoi” Liberata dai legacci lo accompagno alla porta salutandolo con un lungo bacio, grazie a lui la serata ha avuto un buon epilogo.

Leave a Reply