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Ballando con uno sconosciuto

By 2 Aprile 2013Agosto 12th, 2021No Comments

All’improvviso la sua mano fu sul mio culo.

Non era stato un gesto cauto, non era sceso piano dalla schiena. Semplicemente, mi afferro’ il culo. In mezzo alla pista da ballo, sentivo il suo fiato sul mio collo e gli occhi di tutti su di noi. Mi muovevo piano su miei tacchi alti, fingendo di non capire quel che stava succedendo. La musica era molto alta, quasi sguaiata, e gli sguardi dei maschi nel locale non lasciavano dubbi: si stavano eccitando. Mi e’ sempre piaciuto attirare l’attenzione, anche usando il mio corpo. Sono alta e ben slanciata, ho occhi scuri e capelli nerissimi, che porto lunghi acconciati in una bella treccia da cavallo. O forse dovrei dire da cavalla. Curo molto la mia pelle, che e’ morbida e scura come quella di una mulatta. Ho una terza di seno, portata con discrezione ma senza nasconderla. La cosa di cui sono pero’ più orgogliosa e’ il mio fondoschiena, ben scolpito da ore di palestra. Quel culo che quel bastardo eccitato mi stava palpando con grande piacere.

Ah, dimenticavo, ho 28 anni e sono una troia.

Non mi faccio pagare in cambio di sesso, intendiamoci. Non sono una prostituta, solo una troia, perche’ amo il sesso e lo cerco. Amo avere gli sguardi su di me, sul mio bel culo avvolto da gonne o pantaloni strettissimi. Adoro sentirmi scrutata, esplorata con lo sguardo, desiderata con volgarità e ossessione. Continuavo intanto a ballare, lentamente, con la mia gonna stretta e la mia camicia bianca sapientemente sbottonata. Un ballo tranquillo, ondeggiante, ammiccante. Avevo conosciuto questo sudicione pochi minuti prima al bar del locale. Gia’ avevo notato il suo desiderio verso il mio di dietro, e proprio per questo avevo accettato il suo impacciato invito a ballare. Ora era già un buon quarto d’ora che mi stringeva in mezzo alla pista, e sentivo il suo membro gia’ duro per l’eccitazione, mentre mi stringeva a se’ con le sue mani sudice e vogliose. Mi guardai attorno. Il locale non era pieno, era ormai tardi. Una bella ragazza bionda stava chiacchierando al bar, mentre un paio di coppiette ballavano tranquillamente accanto a noi. Alcuni bei maschiotti erano seduti, e ci guardavano. A pochi era sfuggito il mio bel sedere, che sentivo ammirato e desiderato più che mai. Il mio improbabile compagno di ballo mi sussurro’ qualche cosa all’orecchio, ma con la musica alta non riuscii a capire una parole. Sentivo che pero’ aveva un tono alquanto eccitato. “Cosa?” gli chiesi, e lui rispose, quasi gridando, “hai proprio un bel culo da troia!”. Istintivamente guardai mio marito.
Quel poverino. Seduto la’, con quello sguardo rassegnato, perso, avvilito. Ma anche lui eccitato. Io godo sempre mille volte di più quando lui mi guarda, quando lo vedo soffrire mentre qualche ragazzone si diverte con me. E anche quella sera sarebbe andata così.

Guardai ancora nel buio, tra le poltrone a lato della pista, e vidi che un signore in un angolo mi fissava e nella penombra muoveva continuamente la sua mano. Si stava forse masturbando? Cercai il suo sguardo, ma non guardava i miei occhi, mi fissava il culo, o meglio, fissava le mani del porco che me lo stringevano. Mio marito gli era seduto di fianco, imbarazzato, e sapevo benissimo che sapeva su cosa quell’omone stava fantasticando. Fu in quel momento che sentii la mano del mio compagno di ballo afferrare con molta forza il mio polso destro. Mi tiro’ a se’ con la stessa forza con cui si strattona una cagna per farle fare la cuccia, e mi disse nell’orecchio: “devo pisciare, vieni con me!” Il cuore prese a battermi più forte, in parte per il piacere che quella volgarità mi suscitava, in parte per la paura che cominciava ad insinuarsi in me.
Mi strattono’ ancora, accompagnandomi verso il bordo della pista. Una sua mano fissa sul mio culo, che certamente doveva sembrargli molto sodo e arrapante, visto che sotto la gonna attillata indossavo un tanga striminzito. L’altra sua mano continuava a stringermi il polso, spingendomi verso i bagni del locale. Camminava veloce, e un paio di volte stavo quasi per cadere dai miei tacchi meravigliosamente alti. Vidi con la coda dell’occhio che un paio di ragazzi si alzarono e si mossero velocemente nella nostra direzione. Cosa stava succedendo? Non vedevo più mio marito, e la cosa comincio’ un po’ a preoccuparmi.
Arrivati al bagno, lui mi spinse dentro, ovviamente in quello dei maschi. Un paio di ragazzotti finivano di pisciare e mi guardarono incuriosita. Un altro paio entrarono dietro di noi, un po’ affrettati. Evidentemente si trattava di quelli che ci avevano visto uscire dalla pista. Poco dopo entro’ anche mio marito, spintonato da un omone in chiaro stato di eccitazione. Chi mi teneva il polso mi spinse verso uno dei cessi ripetendo ad alta voce: “devo pisciare”. In quel momento mi sentii tirata con violenza verso il pavimento, e mi ritrovai in ginocchio con la faccia a pochi centimetri dall’orinatoio. Sentii grida eccitate venire da dietro di me, e frasi del tipo “ecco bravo, pisciale in faccia!”, “anche io voglio pisciarti addosso, puttana”, e in ultimo, ancora più ad alta voce, “proprio una bella troia tua moglie!”.

Io ero spaventata, ma anche eccitata. Mi sentivo in balia di quegli animali da monta, di fronte a mio marito, e la cosa mi eccitava, mi piaceva. Il tipo che mi teneva in posizione si slaccio’ i pantaloni e tiro’ fuori un uccellone già duro, e subito mi piscio’ addosso, in faccia e sulla camicia. Ebbi un conato di vomito, ma i miei capezzoli si indurirono istantaneamente sotto la camicia bagnata, facendo emettere grida di soddisfazione ai presenti.
Vidi subito un paio di cazzi uscire allo scoperto, mentre uno schiaffo mi colpi’ la faccia. Sentii dire “ora succhialo come una cagna” e “facci vedere quel gran culo che hai, troia!”. Mi ritrovai subito un paio di cazzi in tiro davanti alla faccia, mentre sentivo qualcuno alzarmi la gonna da dietro. Era una violenza di gruppo, nessuno li avrebbe più fermati, avevano anche chiuso la porta del bagno con una sedia. Eravamo soli, io, cinque maschi di varia età, tutti molto arrapati, e mio marito.

Il mio tanga nera sottilissimo a mala pena copriva il mio buchino e la mia fighetta, mentre le mie belle chiappe sode e abbronzate erano ora in tutta mostra in quel cesso puzzolente. Sentivo la figa bagnata ma provavo vergogna del mio essere cosi’ troia. Ecco, ora lo vedevo. Quel poveretto di mio marito era in ginocchio con quella sua faccia disperata, mentre uno di quelli gli diceva “menamelo tu il cazzo, così poi lo ficco in culo alla tua mogliettina!”. Mi accorsi di avere le braccia bloccate da un paio di queste bestie arrapate, e sentivo ansimare dietro di me. Ecco il primo schiaffo sul culo, sapevo che non sarebbe stato l’ultimo. Urla sempre piu’ eccitate dietro di me, mentre vedevo che tutti avevano ormai il cazzo di fuori e se lo menavano di gran lena. Ecco un secondo schiaffo ben assestato sul mio culo. Uno dei bastardi ebbe allora l’idea. Si sfilo’ la cintura ed ordino”tenete ferma questa cagna, che voglio farvi vedere come si frusta una troia di fronte a suo marito!’ Mi tirarono su in due, e mentre mi tenevano contro il muro, il bestione che aveva tuonato si piazzo’ dietro di me con il suo bell’uccello in tiro e comincio’ a colpirmi il culo e la schiena, ormai nuda. Tutti andarono in visibilio.

Io sentivo il dolore della cinghia sulla mia carne nuda, e solo dopo un po’ mi accorsi che uno di questi bastardi mi stava succhiando e mordendo le tette, schiaffeggiandole con la sua mano ogni volta che la cinghia mi colpiva il culo. Tutti si masturbavano alla grande, e con la coda dell’occhio vidi che mio marito stava ora succhiando un grossissimo uccello. Quando le frustate terminarono, sapevo cosa mi sarebbe aspettato. Lo sentii avvicinare da dietro, ansimante e in stato di grandissima eccitazione, come un cavallo da monta avvicina la propria puledra. Mi strappo’ con un solo gesto il tanga, e mi afferro’ con mani pesanti le anche. I miei muscoli si tesero in attesa del colpo in figa, che era peraltro pronta e bagnata’ ma sentii la sua grande cappella appoggiarsi con forza al buco del mio culo. Voleva incularmi subito, il maiale! Era probabilmente tutta la serata che lo aspettava. Con un colpo deciso mi penetro’ il culo, una, due, tre, mille volte. Ogni volta sentivo le sue luride palle battere contro le mie chiappe, e un dolore misto a godimento totale mi inondo’ il cervello. Venivo mentre quell’energumeno mi inculava di fronte a mio marito, costretto a succhiare un grosso cazzo.

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CARO LETTORE / CARA LETTRICE

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Mara

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