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Racconti Erotici

BIG BIG TITTS

By 2 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

BIG BIG TITTS

Il dottor F. entrò nel disimpegno a fianco dello studio con la faccia nera.
‘Stamani abbiamo rogne, Ragazzo…una vera rogna di quelle grosse come navi da crociera!’ disse guardandomi appena. Ero appoggiato alla finestra sorseggiando il caff&egrave macchiato. Fuori pioveva forte e gli scrosci dell’acqua cadevano picchiettando sul vetro. Sotto, venti piani sotto, scorgevo figure di uomini e donne che sotto gli ombrelli correvano per le strade della metropoli. Guardai il dottore senza parlare. ‘…ci sarà da penare…&egrave una donna insopportabile quella…una delle peggiori clienti che ho…una vera rompipalle…cerchiamo di sbrigarci..’ mi fissò, prese una tazza di caff&egrave e lo bevve in un sorso. Era un bell’uomo sulla cinquantina, ancora dall’aspetto elegante e giovanile,a nche se gli ultimi anni sembravano più lunghi per lui, almeno da come lo avevo conosciuto 48 mesi prima quando ero venuto in quello studio la prima volta dopo la laurea il master a W.
‘…anche se sarà facile…ho fatto spostare tutti gli altri appuntamenti a dopo pranzo….ho già il mal di testa…e questo tempo..che schifo!’ Indossava camice bianco su una camicia a righe rossa. Elegante. Profumava di bello e sicurezza. ‘…allora, sei pronto Ragazzo?’
‘Certo Dottor F.’
‘Bene. Fra 2 minuti nel mio studio!’
‘Bene, Dottore..’
Mi chiamava Ragazzo. Ero in quello studio da sei mesi e mi aveva sempre chiamato così. K., la segretaria mi aveva detto che chiamava tutti così i nuovi assunti. Imparava un nome solo dopo 2 anni di lavoro assieme. ‘Se mai ci arriverai ai due anni…di norma dopo 9 mesi manda via tutti..’ aveva aggiunto con un sorriso da stronza.
Continuava a piovere forte. Finii il caff&egrave e andai nello studio di Mr.F.
Accesi le luci e preparai la cartellina dalla paziente. Le note dicevano che aveva 47 anni, era alta 1,76, pesava 55 kg.e si era fatta operare dal dottor F.ben 5 volte. Seguiva una sfilza di medicine che prendeva abitualmente. La maggior parte sonniferi, antidepressivi, antidolorifici e calmanti.
Entrò il dottore.
‘Bene ragazzo, fai accomodore la cliente.’ e si sedette alla poltrona di pelle. Alzai il telefono interno e chiesi alla segretaria K.di far entrare Mrs.IIay, così era scritto sulla cartellina.
Entrarono due donne. Una bassa con impermeabile e gonna ampia. Volto rotondetto e occhi diavoleschi. Dietro di lei una donna alta, sui tacchi, foulard in testa, grossi occhiali da sole, impermeabile e jeans chiari. ‘Dottore..’ fece la donna bassa. Dietro di lei l’altra annui. Si guardava intorno intimorita, dietro gli occhialoni nascondeva qualcosa di distante. Una smorfia le solcò il volto. Allungò la mano verso il dottore e inciampò nella poltroncina. ‘Signora Iilay…Gloria…come state?’ fece il dottore, sorreggendo la paziente. Quella grugnì qualcosa. Non muoveva neppure le labbra. Labbra: oddio, due canotti enormi di plastica dura. Un lavoro fatto per durare. Opera del dottore stesso ipotizzai. La donna bassa fece accomodare la signora Iilay. Essa si tolse gli occhiali e li posò sul tavolino con un romore secco, fastidioso. Il dottore scosse la testa e abbassò lo sguardo. ‘Dottore.. – fece l’amica ‘ Gloria sta male…ha fortissimi dolori alla schiena e non dorme…vero,cara?’
Gloria annuì appena. La guardai. Oltre alle labbra gonfie aveva la faccia gonfia, grosse occhiaie e sguardo spento. I capelli erano appena pettinati. Lunghi, biondi, con la ricrescita nera al centro.
‘..beh..ecco…sappiamo quali sono i problemi di Gloria ‘ disse rivolto all’amica. Prese la cartellina e la scorse veloce. Sapeva cosa c’era scritto. Scosse ancora la testa – …cosa vogliamo dire ancora? Certo posso darvi dei tranquillanti più forti, delle pillole contro il dolore con la morfina… – e le guardò sconsolato, poi si voltò verso di me e mi fece un segno con lo sguardo – ..ma cosa servirebbe? Secondo me a niente…come vi dissi la volta scorsa..la mia diagnosi &egrave che occorre un’operazione…di riduzione..riduzione sostanziale…’
‘…ma dottore, lei sa che…’
‘Lo so, ma credetemi…non ci sono alternative…’
Gloria lo fissò, poi guardò l’amica e rimase muta.
Una lacrima scese sul suo volto gonfio e plasticoso.
‘….e quando…cio&egrave..se Gloria….’ fece la donna rivolta al dottore e a lei.
‘Oh, anche il prossimo mese…diciamo fra 25 giorni…. – e mi guardò.
‘Sì, Dottore…fra 20-25 giorni sarebbe sicuramente possibile..’
‘Bene Ragazzo…visto, Gloria? Ho disponibilità. Non preoccuparti. Andrà tutto bene’ disse con la voce calma da esperto.
La donna lo fissò. La lacrima scendeva ancora.
‘..non lo so…’ disse con il filo di voce.
‘Devi fartene una ragione…non sei più una ragazzina… – lei allora spalancò gli occhi e lo guardò di traverso, forse odiandolo – …sì, sei ancora una bella donna, credimi, lo giuro…ma gli anni passano e quella schiena non migliorerà. Te lo posso garantire….’
lei non disse niente. Le mani fragili toccavano gli occhiali, lo sguardo passava dal dottore all’amica.
‘Vogliamo dare un’occhiata?’ propose il dottore per porre fine all’imbarazzato silenzio.
‘..sì’ rispose l’amica. ‘Vieni cara..’
E l’aiutò ad alzarsi e a sedersi sul lettino. Le tolse il soprabito mentre lei fissava la parete. Appena tolto l’impermeabile due tette gigantesche, due palloni aerostatici comparvero nella stanza. Anche sotto la camicetta erano enormi. Big tits! Non sapevo cosa fare. Ero senza parole. Ne avevo viste di tette rifatte e grosse, ma quelle erano incredibili. La donna tolse a Gloria anche la camicetta e sotto le tette giganti, bianche erano tenute a malapena da un reggipetto aperto di lino rosso. La donna trafficò con la schiena di Gloria, quindi tolse anche il reggiseno e quella massa di carne cadde giù e rimbalzò. Due ciocce grandissime. Bianche e giganti troneggiavano nella stanza. Il dottore si alzò e scuotendo la testa andò da lei. Quel seno gigantesco, improbabile, enorme biancolatte, gonfio e imponente su un fisico piuttosto minuto era qualcosa di incredibile. Sebbene avessi visto vari seni rifatti e molto rifatti, ampliati nel volume, quello che avevo davanti era il più grande che avessi mai visto. La figura di Gloria era particolare: le gambe da modella, la vita stretta, le braccia magre e una testa piuttosto grande e poi, al centro della figura, quei due palloni di carne e chirurgia. Grosse. Enormi. Due tette che se fossero esplose ci avrebbero uccisi tutti quanti: io, il dottore e l’amica. Mr.F. Controllò prima la schiena della donna. Appena la sfiorò quella gemette di dolore e si contrasse. Il dottore gettò lo sguardo al cielo. Si capiva che era frustrato. La visita procedette lentamente, ogni tocco del dottore era una fitta per la donna, ogni gesto le toccava fatica. Rispondeva a monosillabi alla domande del dottore, spesso non lo faceva neppure e ci pensava l’amica. Il volto di Gloria era una maschera impassibile, nulla vibrava in lei, le labbra parevano di marmo, gli occhi erano nascosti, tutto aveva una fissità aliena, lontana, poco umana. Il dottor F.parlava e spiegava, cercava di convincerla a ridursi il seno per alleviare il peso che si ripercuoteva sulla schiena. Quando passò a controllare le tette le mani del dottore sembravano quelle di un bambino piccolo che come formichine attorno alla Luna palpavano piano e rapide. Guardavo la scena in disparte, dritto nella mia postura da assistente. Quelle tette di carne vellutata però riempivano la scena. Non potevo fare a meno di ammirarle. Gloria sembrava non sentire le mani del dottore sul suo seno. L’amica osservava attenta. Il respiro di Gloria era lento e trattenuto. Il seno si gonfiava appena ancora. Lo fissavo e il mio cazzo si induriva nei pantaloni. Lo sentivo spingere in basso e non potevo trattenermi. Quella donna aliena, quel seno gigante, mi eccitavano. Sentivo una voglia sorda e vigliacca salirmi in corpo. Provai a distrarmi leggendo le scritte su una confezione di aspirine. L’amica mi gettò uno sguardo antipatico. Quindi presi la cartellina della Signora IIly e me la misi sopra la cintura. Sentivo che il mio cazzo era diventato di marmo.
La visita andò avanti ancora un po’. Il dottore era infastidito e frustrato. Parlò solo l’amica, Gloria annuiva o scuoteva la testa. I capelli biondi non pettinati, con la ricrescita al centro ondeggiavano lontani. Si rivestì aiutata dall’amica e il seno gigantesco fu coperto da camicia e soprabito. Il dottore mi disse che doveva andare di là a prendere una vecchia radiografia. Era una scusa per un altro caff&egrave e una sigaretta, lo faceva spesso: sarebbe rimasto via 12 minuti, non uno di più o di meno. Mi sedetti alla scrivania e cercai di non guardare le due donne. Cosa fare in quel tempo? Il cazzo era ancora duro nelle mutande. Le due donne si misero a parlare a bassa voce. Meglio, era l’amica che parlava, Gloria annuiva.
Feci finta di dover scrivere qualcosa sulla cartellina. Dopo qualche minuto chiesi se le due donne volevano un caff&egrave o dell’acqua. ‘Niente, grazie’ fece l’amica dura. Ma poi Gloria parlò: ‘Io gradirei un bicchier d’acqua, grazie.’ la sua voce era profonda ma con leggero tocco rosa, femminile da cantante folk, piacevole, mielata. ‘Subito, Signora.. – e presi il citofono ‘ Miss K.un bicchier d’acqua per la signora IIIy per favore..’
aspettammo che Miss.K.arrivasse. Gloria bevve lentamente senza quasi aprire le labbra, quei due canotti che aveva sul volto, granitici e rosa. Posò il bicchiere sul tavolo ed io ammirai rapito l’alone di rossetto sul vetro. Il cazzo mi puntava sotto. Ero eccitato da lei. Mi intrigava. Non capivo il perché e quel mistero mi eccitava ancora di più. Fissavo il biocchiere e la macchia di rossetto di Gloria quando quella si rivolse a me. ‘Lei &egrave dottore?’
‘..ehm…certo signora….
‘Come ti chiami?’ la sua voce bassa e profonda ma mielata era musica per le mie orecchie.
‘Robert, Signora…’
‘Chiamami pure Gloria.’
‘bene…Gloria..’
‘Sai chi sono?’
la fissai disorientato.
‘Lasciamo fare dottore….non importa niente…’ tagliò corto l’amica.
Mrs.F.rientrò nella stanza. L’odore di nicotina era distinto. Si sedette davanti a Gloria e tornarono a parlare dell’operazione.
La visita durò ancora molto. Poi l’amica e il dottore uscirono assieme. Gloria rimase seduta a guardarmi. Ero eccitato. Soli assieme. Io e lei. E il mio cazzo duro nelle mutande.
‘…no…non so chi &egrave lei Gloria…’
‘Non ha importanza. Lasciamo perdere.’
‘Ok. Ma so una cosa.’
‘..cosa?’
‘…che sei una bella donna, Gloria.’
lei mi guardò impassibile. Poi rientrarono il dottore e l’amica.
‘Allora siamo d’accordo, Gloria?’
Lei si alzò e non disse niente.
**
Nei giorni seguenti non feci che pensare a Gloria. Vedevo le sue tette giganti e gonfie e bianche ovunque. In metropolitana. Al supermarket, a casa. Vedevo le tette di Gloria e il suo volto gommoso, le labbra giganti come marmi delle chiese. Gli occhi pesti e spenti. Mi masturbai su internete facendo una ricerca su Google Immagini e digitando il nome completo di Gloria. Apparve sorridente e vispante in varie pose, sempre con le sue mammelle giganti in primo piano. Mi masturbai furiosamente e dopo cercai informazioni su di lei. Era stata una pornostar per diversi anni, aveva 43 anni stando alla scheda ed era nata in Danimarca ma parlava bene spagnolo, inglese e francese. Aveva vari record per le sue tette: erano le più grandi. Aveva passato ben 11 interventi chirurgici per raggiungere quelle dimensioni. Negli ultimi anni era scomparsa dalle news. L’ultima notizia relativa a Gloria era del 2010. un incidente ad una convention di pornostar internazionali. Era stata sposata due volte e aveva una bambina di 10 anni.
A lavoro pensavo a lei.
Alle sue tette enormi.
Una volta chiesi al dottor F.informazioni su di lei mentre facevamo una pausa. Non rispose o comunque glissò velocemente, odiava Gloria IIly. La trovava una povera troia in disuso. ‘Una ex baldracca con due tette che le fanno cadere la schiena.’ disse finendo la sua barretta energetica.
Ma a me Gloria suscitava emozioni. Il suo squallore, la sua indifferenza, la sua alienazione data da una faccia bloccata dal botox. Le sue tette mi riempivano gli occhi.
Avvicinandosi la data dell’intervento a Gloria IIly, ebbi l’ardire di chiedere al dottore se dovevo chiamare la signora.
‘Sì…
ebbi un sussulto avevo l’occasione per parlare ancora con lei.
‘…ma non telfonare a lei, ma all’amica, &egrave lei che le fa da balia….fatti dare il numero dalla signora K:’
Che sfiga!
La sera mi masturbai ancora pensando a Gloria.
Contattai l’amica e l’intervento avvenne regolarmente.
Nel post operazione vidi Gloria solo una volta.
Pensavo meno a lei.
Mi vidi con un’amica dell’università. Andammo a cena fuori e finimmo a scopare in camera sua. Giocammo coi nostri corpi baciandoci e coprendoci di saliva. Le sue tettine erano piccole ma carine, ne succhiai i capezzoli e poi la presi prima da dietro spingendola con forza, sbattendo le mie palle sul suo culo sodo, quindi alla missionaria mentre lei mi mordeva l’orecchio fino a farlo sanguinare.
Tornai a casa e prima di andare a letto pensai a Gloria.
*
Una domenica sera, mentre guardavo una partita di tennis in tv, il mio cellulare squillò
‘Pronto..’ una voce roca, profonda, calda ma assente mi riempì l orecchio. Era lei?
‘…pronto, dottore?
‘Sì?’
‘Si ricorda di me? Sono Gloria.’
‘…ehm certo…a cosa devo?’
‘Senti, ho bisogno di aiuto. Sto male..
‘…cosa?’
‘…ho forti dolori al corpo e alla schiena. Hai degli antidolorifici forti? Non roba da ragazzine..sto male…porco…’
piangeva al telefono. Sentii tutto il suo dolore e la sua sofferenza umana.
‘…credo di sì…’ dissi pensando immediatamente alle sue enormi tette e al suo volto da bambola sexy.
‘…Oh,sei un Amore! Vieni a casa mia, prendi un taxi, pagherò io…portami quello che hai di più forte..mi raccomando…per i soldi…’
‘Non si preoccupi Signora..prima che lei stia bene….
‘…oh.. che dolce che sei dottore….vieni…corri….
piangeva.
Riattaccai e andai in bagno. Presi qualche flacone di quelli pesanti e chiamai un taxi. Gloria mi aveva mandato l’indirizzo via cellulare.
*
il quartiere era anonimo nella periferia est della città. Elegante, pulito, ma come immerso nella nebbia per quanto ci fosse un sole splendente di inizio primavera. L’appartamento di Gloria era al sesto piano, l’ascensore portava dentro la casa, il portiere mi aveva fatto salire senza dire niente. Mi aprì in vestaglia. La faccia stravolta, le gambe magre e nude, scalza. Era spossata. ‘Sei..qui…oh bene!’ disse afferrando il sacchetto marrone delle medicine. Lo aprì.
‘…oh…grazie…grazie…c’&egrave tutto….ne avevo bisogno…non sai quanto…’
‘No, la capisco Signora…posso chiamrti Gloria?’
‘Sì, Gloria…’
‘L’importante &egrave che tu stia meglio, Gloria…’
‘..oh, che caro..’ e mi abbracciò. Per la prima volta sentii quel gonfiore di pelle e protesi(anche se sotto la vestaglia)delle sue tette sulle quali avevo tanto fantasticato sul mio corpo. Mi eccitai per quel caldo, massiccio, materno, sexy abbraccio. Mi tenne a sé. Odorava di donna ma anche di febbre, di stanchezza. Le consiglia le pillole per calmarla e per il dolore. L’accompagnai a letto. Lei mi tenne la mano e io le sentii il polso mentre lei ingoiava le pillole. Le rimboccai le coperte e la vidi crollare di schianto. Cadde nel sonno e sotto le coperte il grosso seno andava su e giu enorme e fuori norma.
Trascorse molte ore sedata e il giorno dopo stava molto meglio. Gloria mi ringraziò: ‘Che carino che sei stato Robert, veramente…un amore…’ e mi dette un casto bacio sulla fronte con le sue labbrone gigantesche, un tocco di carne e plastica che trovai eccitante. Mi dette anche dei soldi. ‘Non occorre’ – dissi, ma lei me li dette ugualmente ‘ occorre inveve che tu ti faccia l’operazione Gloria, per la schiena..’
‘Sì, la farò..’ disse lei.
Passarono un paio di mesi nei quali fui molto impegnato sul lavoro e in un master fuori città di due settimane. Pensai spesso a Gloria e le mandai dei messaggi al cellulare. Lei rispose ma era distante.
Incontrai una ragazza al master, Klarina, un’olandese simpatica con la quale mi fidanzai per qualche tempo. Passammo anche le vacanze assieme, ma poi Klarine tornò a Rotterdam e non la rividi più.
Di Gloria nessuna notizia, fino a quando un’infermiera mi disse che si era operata più di mese prima per la riduzione del seno: !Quanto chiesi e lei mi squadrò stupita. ‘2 o 3 taglie mi pare..’ rispose quella sorpresa dalla mia curiosità.
Quella sera, dopo un paio di pinte di birra e gin al pub decisi di chiamarla.
‘Ciao Gloria, come stai?’ chiesi e aggiunsi ‘Che piacere sentirti’.’ ‘Oh, dottorino, come va? Ma lo sai che ti ho pensato?”Veramente, quando?’ ‘Qualche giorno fa’.ho voglia di vederti’.che ne dici domani a casa mia?’
Certo! Domani…non vedo l’ora, ci prendiamo un th&egrave?’
‘Un bel th&egrave alle erbe…….’..’
*
L’indomani mi presentai a casa di Gloria, mi aprì in una mise da casa: kimono largo dorato, ciaaìbatte con la punta rossa, canottiera che conteneva il suo bel seno nuovo. Capelli biondi con ricrescita fermati sopra da una pinza rossa, labbra enormi e gonfio immobili coperte di lucidalabbra rosa. ‘Come stai?’ chiesi indicando la schiena.
‘Molto meglio adesso…’mi mostrò il seno.
‘Meraviglioso…un bel lavoro..’
Sì, sono contenta, qualche taglia in meno…ma sto bene anche così, vero”
‘Gloria, sei bellissima..’
‘Oh baby, vieni, siedi, prendi il tuo th&egrave, rilassati, parliamo..un poco..’
era più rilassata e sicura di sé.
‘lo sai che due giorni fa era il mio compleanno?’
‘Oh, non..io…auguri, Gloria..mi spiace non ho un regalo’.ma…ecco’..’ tirai fuori dalla giacca un anellino di plastica che mi aveva dato mia nipote la sera prima e lo consegnai a Gloria. Che carino disse e lo indosso.
‘Ho 44 anni. E tu baby?’
’26…da compiere…fra un paio di mesi.’ Bevemmo il th&egrave alle erbe e parlammo di lei. Di me.
Il pomeriggio volò via leggero fra chiacchiere e pasticcini. Gloria era una donna triste, ma aveva del vissuto ed era stata una pornostar, anche se mi aveva appena confessato che non faceva sesso da un anno e mezzo!
‘Senti Rob…si &egrave fatta sera, che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa al cinese all’angolo. Sono deliziosi. Ci metto un minuto a prepararmi…’
‘Sì, idea splendida Gloria, ma non occorre che ti cambi. Sei bellissima anche così, di sicuro sarai la donna più sexy e bella del locale…posso scommeterci…’
‘Che dolce che sei…’ mi baciò la fornte e sparì in camera.
Riemerse dopo trenta minuti.
Era uno schianto con una gonna di jeans strappata, una canottiera verde smeraldo e sotto le tette nuove, belle grosse, ma non fuori scala come prima, giubbotto di pelle nera, gambe nude, un paio di scarpe con una zeppa alta almeno 12 cm., i capelli biondi sciolti, il solito volto impassibile con quegli zigomi rifatti, gli occhioni scuri, il naso rifatto, la bocca larga, gigantesca, fumettistica, le labbra botox erano pitturate del verde smeraldo della canotta.
‘Gloria, mia cara, sei stupenda!’
lei mi abbracciò. Con quelle scarpe era alta almeno 10 cm più di me. Uscimmo e il ristorante cinese era proprio vicino, una passeggiata di 3 minuti sotto una pioggiarella leggera. Ci sedemmo appartati e ordinammo cocktail di gamberetti all’aglio e involtini primavera, birra ghiacciata per me e vino bianco per lei.
Parlammo ancora. Lei beveva e non mangiava granch&egrave anche se ordinava piatti leggendo dal menù col il bicchiere in mano e li occhiali da segretaria che le calvano sul naso.
‘Lo so…mi stanno male questi occhiali…ma non ci vedo più tanto bene…ho 44 anni lo sai!’
‘Invece ti danno un’aria sexy e compita.’
‘Compita? Che significa?’ ridemmo e le versai ancora da bere. A fine pasto Gloria era ubriaca. Parlava ad alta voce agitando le braccia nude davanti a sé. Raccontava di quando era una star amata dal pubblico. Delle feste a Los Angeles, Parigi, Stoccolma, dei Rolling Stones, ecc.
io le stavo dietro e ridevo e volevo solo scoparmela. Pagai la cena e la condussi a casa. In ascensore mi cadde fra le braccia svenuta da quanto era ubriaca.
Per fortuna si riprese subito: ‘Non bevevo così da anni…volevi ubriacarmi vero baby? Per scoparmi vero?’
‘Non vorrei mai approfittare di te Gloria, adesso ti metto a letto e me ne vado, almeno che tu non mi dica di restare..’
‘Resta dottorino, dove vai…vieni qua’.aiutami a spogliarmi…’
la spogliai e la misi a letto. Nuda sotto le coperte ed io fuori. Le baciai la fronte le le carazzai la testa.
‘…&egrave tutto a posto Gloria’.rilassati…’
‘Ok, ma tu non andartene’.rimani qui con me’.toccami la testa, così, dolce…bravo’.metti l’altra mano sotto il guanciale…così…bracvo…’
rimasi a massaggiarle la testa per vari minuti, poi lei si addormentò. Pensai di andarmene, ma rimasi nella stanza a leggere vecchie riviste degli anni 90.
Gloria si risvegliò dopo qualche ora di sonno.
‘Che dolce sei rimasto? Vieni qua allora…meriti un premio…’
andai da lei. Mi prese una mano e se la mise sul petto gigantesco anche dopo l’operazione. Era gonfio, massiccio, materno, caldo, carne, silicone sotto di essa, capezzoli duri e grossi come enormi chiodi mi sorridevano. Restammo così, lei con la mia mano sulle tette, mano che scompariva in quel tripudio di carne bianca come il latte, pelle e silicone, ed io che respiravo accanto a lei. Alla fine la baciai sulla bocca. Lei non l’aprì.
‘No, non complichiamo le cose…’
io provai di nuovo a baciarla, ma nulla quel fortino di labbra di botox era troppo grosso per le mie labbra.
Allora le tolsi la mano e le toccai la figa.
Non fece una mossa.
La figa era serrata.
Spinsi e la sentii secca.
‘Non mi eccito da tempo, baby…troppi farmaci…&egrave secca come un fiume senza acqua..’
‘Lasciami provare…stenditi…la mia lingua fa miracoli…’
dissi e la feci stendere a letto. Le toccai le caviglie e le gambe, risalii lento dandole piccoli baci sulle cosce. Profumava di buono.
Raggiunsi lento la collinetta della figa. Delipata e sexy.
Infilai la mia bocca nella collinetta ed iniziai a baciarla.
Baci lenti e delicati sulla figa.
Baciavo.
Niente. Gloria manco mi sentiva.
Baciai ancora più forte, schiusi le grandi labbra e infilai la lingua.
Niente.
Spinsi un pochino la lingua dentro, sempre baciando.
Niente.
Gloria pareva lontanissima.
Le guardai le grosse tette gonfie.
Il suo volto era nascosto ovviamenete.
Tornai a baciare e spingere la lingua.
Nulla, né un fremito né una scossa. Il suo sesso pareva senza vita. Toccai con le mani, nulla, spinsi dita e lingua nella sua figa, ma non una mossa.
Nulla, secca. Murata.
Persi fiducia. E la guardai. Stava piangendo. La faccia era sempre la stessa maschera, labbrone ferme, nasino rifatto, zigomi finti, occhi grossi, ma lunghe lacrime cadevano sotto gli occhi.
‘Non volevo, Gloria…perdonami’.’
‘No non &egrave colpa tua baby, ma i farmaci’..non pensare che…vieni qua…’
Si alzò e mi chiamò a sé. Mi spinse la testa fra le sue tette grosse e calde e la tenne lì cullandomi.
Rividi Gloria nel fine settimana. Uscimmo come una coppia, cena e poi cinema in un grosso village fuori la tangenziale est. Gloria era vestita con una gonna grigio elettrico con bande nere e canotta, giubbottino dello stesso colore che sprizzava bagliori ovunque, e poi quelle tette enormi anche dopo operazione che tutti gli uomini e le donne si voltavano a guardarla.
Sei bellissima, le dissi baciandole la bocca enorme pitturata di un rosa abbondante e carnoso. Lei mi restituì il bacio, ma senza aprire troppo la bocca.
Portava i capelli biondi raccolti dietro e sui tacchi era più alta di me, portava le sue fiere gambe da quarantenne con sfrontata bellezza e ovviamente eravamo al centro della scena. Tutti ci osservvano, commentavano, ridevano. Mangiammo una pizza e poi ci appartammo al cinema, al buio finalmente tranquilli in mezzo ad altra gente. Le misi le mani fra le cosce e lei mi lasciò fare, giocai toccandola e allungando la mano verso le sue mutandine. Lei apprezzava, il volto, illuminato dallo schermo, era di pietra come sempre, un blocco immobile, zigomi, naso, labbra giganti color rosa senza espressione neppure negli occhi, sembrava spenta, ma trovavo quella maschera così eccitante e così bella. Le sussurrai parole dolci all’orecchio baciandole il collo. Lei immobile nel suo fermoimmagine di plastica fissava lo schermo ma apprezzava i mie baci leggeri sul collo e lei mie mani rivolte al suo sesso. Ero giunto alle mutande e sentivo le labbra della sua figa gonfie. Forse qualcosa si muoveva. Il cinema era deserto, lei profumava di pornostar, di figa galattica caduta in disgrazia. Ma amavo le milf, le tardone, e il suo volto di plastica e pelle di culo, mi eccitava a morte.
Baciavo il suo collo e toccavo la sua figa, lei gradiva.
Mi mise le mani sulla testa e mi spinse a baciarle anche le spalle, tolse il giubbottino glitterato e mi offrì la spalla nuda.
Baciai
leccai.
Toccavo la sua figa da fuori le mutandine e sentivo che riceveva piacere. Non come la volta prima. Reagiva. Intensificai i miei baci sul collo e Gloria mosse le labbra giganti appena, un sospiro di piacere carnale, di passione. Mi spinse a sé e mi baciò sulla bocca.
Le sue labbra erano grosse, massicce, carnose e dure, cio&egrave morbide e dure al contempo, era strano, la sua lingua sapeva di donna, di donna matura.
La sua figa rispondeva ai miei tocchi e si stava bagnando.
Poi Gloria si fermò: ‘Non qui, andiamo via!’
e fu così che ci ritrovammo nel parcheggio del village che le leccavo la figa entrambi distesi dietro la sua Wolkvagen cabrio color blue elettrico starters come mi aveva detto. Le leccai la figa, coperti solo dai finestrini, dalla condensa dei nostri fiati caldi ed eccitati e una coperta. Ero con la faccia nel sesso di Gloria che si era aperta a me e si beccava la mia lingua vorace nella sua figa depilata.
‘wuuuu Bob’.piccolo goodboy’.non godevo così d annnnnniiiiiiiii hhh ssììììììììì babyyyy…sììììììììììì c0sìììììììì ohhhsììììmygooooddddd’…sì Rob…leccaaaaaaa…bravoooo…sìììììì
Gloria era eccitata e la sua figa pulsava umori e passione, alla fine venne feroce nella mia bocca assieme ad alcune gocce di piscia.
Mi baciò furiosa in bocca.
‘Oh baby, non sai come mi hai reso felice stasera…non godevo da anni’.’
era nuda dietro la macchina, caldo e sudore, e sesso a gocce pesanti ci accomunava. Le sue tettone gonfie erano offerte a me, ma ero stremato per la cavalcata, mi faceva male la lingua, avevo in bocca il sapore della sua figa e della sua urina.
Lei mi cinse a sé e ci baciammo.
Poi lei prese il mio cazzo in mano e lo ingoiò in bocca. Sparì subito fra quelle enormi labbra color rosa. Scomparso, mangiato. Poi risalì con la bocca e sentii un brivido alla schiena, al collo, un brivido di piacere. Gloria giocò con la cappella, la leccò e mordicchiò, la pomiciò e poi ringhiottì il mio cazzo teso dentro la bocca. Le grosse labbra rosa coprirono tutto il mio cazzo.
Che bello!
Si vedeva che era stata una pornostar ed adesso me la godevo io!
Mi sistemai meglio nell’auto e mi godetti il pompino di una pornostar!
Lei inghiottiva il mio cazzo duro e se lo giocava in bocca, era dolce e calda e sapeva succhiarlo alla grande.
Mi godevo quel pompino esperto e vedevo le sue labbra di rossetto che si mangiavano letteralmente il cazzo, quando tornava su con la bocca e sputava il cazzo poi ne prendeva subito in bocca la cappella e la leccava e baciava. Blow-job di classe. Era magnifico. Gloria capì che stavo per venire e mi ficcò un dito in culo, senza dire niente.
Urlai di dolore.
Lei rise e ficcò ancora il dito.
Shhhhhh…………’.mi fece e poi ringhiottii il mio uccello e riprese il pompino magnifico di prima ma con un dito nel mio culo, ero troppo eccitato e quel dito mi piaceva inoltre, tanto che venni presto nella sua bocca. Lei sorrise con lo sperma che le colava da labbro inferiore gonfio come una canotto da solo. Gli occhi erano spenti ma sembrava felice.
‘Oh baby…come sei venuto…e quanto’…vieni qua..’ e mi attirò a sé e mi baciò restituendomi un poco dello sperma prodotto dal mio uccello.
Lo accolsi e lo buttai giù e anche Gloria fece altrettanto con quello che era rimasto.
Ci rivestimmo e tornammo al suo appartammo. Dormii da lei e il giorno dopo andai al lavoro.

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