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Cri

By 20 Gennaio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Cristina ed io siamo molto diverse fisicamente, lei è una ragazza minuta, una bambolina alta 1,60m, bellissimi capelli biondi lunghi e lisci, occhi castani molto chiari, carnagione bianca-latte, 2 seni terza misura ottimamente proporzionati al suo corpo, magro ma generoso nelle forme, culminati da deliziosi capezzoli rosati.
Io sono alta quasi 15 cm più di lei e sono molto mediterranea nei colori: occhi e capelli neri, carnagione olivastra, un seno seconda misura che è ben armonizzato con la mia figura ed un sederino sodo frutto di dure ore di allenamento in palestra.
Conobbi Cristina poco più di 5 anni fa, io allora avevo 30 anni e lei 20, quando fu ricoverata nella clinica privata di riabilitazione dove lavoravo come fisioterapista.
A causa di una caduta aveva riportato lo schiacciamento di due vertebre lombari, senza danni permanenti al midollo per fortuna, ma ci vollero un paio di mesi di terapie prima che si rimettesse a posto.
Nei 2 mesi che trascorse in clinica Cristina ed io diventammo molto amiche, parlavamo di tutto durante le ore di fisioterapie ed io le dedicavo quanto più tempo potevo.
Mi parlò della sua vita, soprattutto della separazione dei genitori, del fatto che spesso rimaneva sola perché il padre, con cui viveva, era sempre in giro per il mondo a causa del suo lavoro, infatti anche durante la sua permanenza in clinica venne a trovarla appena un paio di volte, per non parlare poi della madre, una donna in pina crisi di mezza età perennemente insoddisfatta.
Uscita dalla clinica rimanemmo in contatto, ci sentivamo spesso al telefono e proprio durante una delle nostre conversazioni telefoniche mi chiese se potevo farle alcune sedute fisioterapiche per lenirle un forte dolore alla schiena causatole dal ritorno alla normale attività quotidiana; naturalmente io accettai e l’indomani, appena terminato il turno in ospedale, mi recai da lei come avevamo stabilito.
Arrivata sotto il palazzo dove abitava non ebbi nemmeno il tempo di citofonare che Cri,così la chiamo di solito, mi aprì.
Entrai in casa e ci salutammo un po’ più calorosamente del solito con baci sulle guance e un amichevole abbraccio; Ci sedemmo sul divano e chiacchierammo un po’ senza però parlare di cose impegnative ed arrivò quindi il momento di mettersi a lavoro.
Decidemmo che il posto migliore per la seduta era la sua camera da letto, dove immediatamente ci dirigemmo; appena entrati in camera squillò il telefono, Cri prese il cordless e rispose andando nella stanza accanto, lasciandomi sola nella sua stanza.
Rimasta sola mi misi ad osservare con attenzione la stanza di Cri: c’erano un paio di poster appesi alle pareti, uno di un bonazzo della tv e l’altro di Giorgia la sua cantante preferita, sul letto c’erano un paio di peluche, un orsetto ed una simpaticissima scimmia, sul comodino delle foto che la ritraevano in compagnia dei genitori ed accanto al comodino c’era uno di quegli affari che servono per riporre i completi maschili sul quale c’erano una camicia da notte ed un reggiseno. Istintivamente presi in mano il reggiseno e lo portai vicino al naso, aveva l’odore della dolce Cri e per un attimo rimasi estasiata da quel piacevole profumo di donna; proprio in quel momento Cri rientrò nella stanza, piangeva, buttò il telefono sul letto e mi abbracciò.
Mi disse singhiozzando che il padre per l’ennesima volta aveva disatteso la promessa di andarla a trovare per impegni di lavoro, io la strinsi forte a me dicendole istintivamente:
– tanto ci sono io che ti voglio bene.-
lei lentamente alzò lo sguardo verso di me e disse:
– davvero? –
– tanto -.
Ci guardammo negli occhi, trovando l’una nell’altra una luce diversa, le nostre bocche si avvicinavano l’una all’altra mentre gli occhi si chiudevano. Il contatto delle nostre labbra fu dolcissimo, quindi esse si dischiusero lasciando che le lingue si intrecciassero un legame più profondo.
I baci divennero sempre più appassionati e l’eccitazione montava in noi, ci sdraiammo sul letto senza mai disgiungere le nostre bocche, forse timorose che un distacco potesse spegnere quella fiamma che così violentemente si era accesa.
Poco dopo eravamo nude, i nostri corpi avvinghiati, le nostre lingue intrecciate e le mani cercavano di scoprire quanto più potevano dell’altra.
Cri era sopra di me, sentii la sua bocca abbandonare la mia, senza però mai lasciare il mio corpo, sentivo la sua lingua scorrere sul mio collo, poi sul petto e sui capezzoli che la sua bocca assaporava avidamente, sentii 10, 100, 1000 e più baci sul mio ventre fino a che giunse sulla mia fica pervasa dall’eccitazione, alzò lo sguardo verso di me, guardò il mio sesso che la chiamava ardentemente finché la sua bocca non vi si posò sopra e la lingua la penetrò.
Un brivido mi attraversò la schiena che si inarcò perché la fica si offrisse ancor più alla mia amante; le appoggiai le mani sul capo mentre lei mi penetrava nell’intimità finche venni donandole l’essenza della mia più profonda intimità.
La sua bocca impregnata del mio sapore tornò alla mia, e baciarla era per me come assaporarmi attraverso la mia Cri, volli perciò farle provare la medesima sensazione, cosicché si mise supina e potei saziare anche io la mia sete bevendo il nettare donatomi dal suo orgasmo.
Ora eravamo stese sul letto una di fronte all’altra, piccoli baci si alternavano a languidi sguardi, le mani frementi cercavano i sessi ancora vogliosi fino all’esplosione unisona dei nostri orgasmi.

p.s.: commenti e suggerimenti sono ben accetti

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