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Racconti Erotici

Diario d’infermiera

By 29 Gennaio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Marta, che oggi &egrave una attempata e tranquilla pensionata, ha avuto un passato
piuttosto ‘vivace’ che, grazie alla professione esercitata (infermiera), ha
avuto modo di coltivare nell’ambito ospedaliero (cliniche private) e in alcuni
studi medici privati.
Se leggerete il racconto dal titolo ‘appendicite’ potrete farvi una prima idea
del personaggio, che certamente aveva nel DNA un qualche componente che
la rendeva particolarmente ‘portata’ per il voyeurismo.
A differenza della stragrande maggioranza delle donne, che in realtà difficilmente
sono ‘vere’ appassionate ‘guardone’ (spesso si fingono tali per compiacenza ma
non apprezzano granché la cosa), Marta era (ed &egrave tuttora) molto attratta da
questo tipo di sessualità e predilige particolarmente la visione delle nudità maschili.
Va anche aggiunto che la nostra Marta ha spesso comportamenti sottilmente ma
perversamente sadici, peraltro non di natura fisica bensì prevalentemente cerebrale.
E la prima esperienza sessuale di Marta, che sarà lei stessa a descrivere nel suo
diario, &egrave in un certo senso li a dimostrarlo.
Ecco dunque come la nostra futura infermiera narra la vicenda.
Estate 1959, XXXX (periferia di YYYY).
Finite finalmente le scuole, sono costretta a trascorrere l’estate a casa: i miei
decidono, quell’anno, di non andare in villeggiatura, ma la cosa non mi disturba
più di tanto perché le mie compagne si trovano quasi tutte nelle stesse condizioni,
per cui ci riuniamo tutti i giorni per i soliti giochi di gruppo.
La zona &egrave davvero una sorta di grande parco naturale : il cemento ancora non la
fa da padrone, la vegetazione &egrave rigogliosa ed i prati accessibili a noi ragazzi sono
per nostra fortuna ancora tantissimi.
Il nostro gruppo di amici &egrave composto ovviamente in prevalenza da studenti, anche se
qualcuno già ha abbandonato gli studi ed iniziato a lavorare: pur non essendo più
giovanissimi, siamo quasi tutti ancora ingenui ed inesperti, anche perché alla fine
degli anni cinquanta questa &egrave, in linea di massima, la regola.
Quell’indimenticabile sabato pomeriggio di fine agosto (il cui ricordo, per
l’appunto, é ancora nitido), ci troviamo a giocare in otto: io, mio cugino Elio, du
e gemelle mie amiche (Carla e Rossella), Sergio, Mimmo, Renzo e Roberto.
Il gioco che viene scelto per quel pomeriggio
prevede che colui o colei che perde, debba fare una penitenza consistente nella ‘tortura del palo’.
Si tratta in sostanza, semplicemente, di lasciarsi addossare ad un grosso albero ed a lasciarvisi legare per il busto, rimanendo poi perfettamente
immobili e muti per un determinato numero di minuti.
E’ previsto il raddoppio della pena per chi si fosse mosso od avesse rotto il silenzio prima dello scadere dei dieci minuti.
Questa forma di penitenza, che in realtà mai prima avevamo sperimentato, &egrave proposta da Elio, il quale già si era premurato di procurarsi corde e
cordicelle utili allo scopo.
Primo a perdere ed a dover sottostare alla tortura &egrave uno dei ragazzini, Mimmo, che viene legato all’albero e poi puntualmente liberato (grazie al
fatto d’essere rimasto zitto ed immobile malgrado qualche maldestra provocazione dei compagni).
Poi a perdere é Sergio, un ragazzo che so essere segretamente innamorato di me.
Naturalmente nessuno subdora alcunché di anomalo, lui si addossa all’albero e si lascia legare : noto soltanto che Elio fa i nodi con una accuratezza davvero notevole, ma non do troppo peso alla cosa.
In pochi minuti, Sergio si ritrova immobilizzato molto saldamente e, a differenza di quanto era accaduto con Mimmo, anche i polsi gli vengono
legati dietro la schiena.
Il ragazzo si accinge a trascorrere così i dieci minuti di penitenza quando mio cugino Elio ci chiama tutti a raccolta facendoci più o meno questo discorso
‘ il nostro amico Sergio é bello che legato, non può proprio scappare o liberarsi, vogliamo divertirci un pò ? lasciarlo così senza fargli nulla non ha senso, cosa proponete ? su, datemi qualche idea ! ‘
Ricordo che Rossella, ingenuamente, propone di fargli il solletico, mentre i ragazzi propendono per azioni più violente, ma fini a se stesse e tutto
sommato piuttosto cretine (torcergli le braccia, imbavagliarlo)
A me, immediatamente, viene in mente un’idea che davvero, ripensandoci a posteriori, può certamente esser definita come perversa.
Bisogna sapere che io, malgrado non sia più una bambina, prima d’ora, non ho mai visto i pisellini dei maschietti ed immagino la cosa riferendomi a quelli visti sui bebé appena nati o per….sentito dire !
Quanto alla presenza, a casa, di Gianni, mio fratello più piccolo, devo dire che non ho mai avuto l’opportunità di vedere con i miei occhi cosa si nasconde tra le sue gambe : solo una volta, al mare, ho avuto una visione del tutto fugace,
imprecisa, parziale delle parti intime di mio fratello intento ad indossare il costume da bagno dopo essersi tolto le mutande, ma, ripeto, é stato un qualcosa di assolutamente insoddisfacente e confuso.
Dati questi precedenti, ecco che scatta in me l’idea : quale occasione migliore di questa per poter finalmente, impunemente, fare questa
‘scoperta’ ?!
E poi Sergio é un ragazzino piuttosto timido ed io, perfidamente, devo ammettere che il pensiero di vedere proprio lui beffato, umiliato, dileggiato, non mi dispiace davvero, anzi mi stuzzica parecchio….
Mi scopro a pensare tra me e me: chissà come reagirà, se soffrirà, se proverà vergogna….
Tanta é la smanìa che mi prende che non resisto e corro da mio cugino per dirgli in un orecchio: perché non lo spogliamo ?
Il mio suggerimento é volutamente vago, parlo di ‘spogliare’ in senso molto generale e senza precisare sino a che punto spingere la cosa: del resto, proprio non trovo il coraggio necessario per confessare a mio cugino quanto in realtà io desideri con tutta me stessa poter finalmente osservare da vicino un pisello (questo era il termine con cui io definivo il ‘coso’ dei maschietti)
Lui aderisce entusiasticamente all’idea, e subito informa gli altri,esclamando ad alta voce :
‘ Marta ha avuto un’idea magnifica !! sapete cosa facciamo ? lo spogliamo e lo lasciamo così, legato, in mutande, e poi vedremo’
A sentire queste parole, Sergio arrossice violentemente, poi diventa pallido pallido, si divincola, scalcia, poi, visti inutili questi tentativi,
cerca di convincere Elio e gli altri a liberarlo, implora, si dispera, é sull’orlo del pianto. ma (come in cuor mio spero…) Elio non desiste !
Anche se il povero Sergio neppur lontanamente può prevedere quali saranno gli sviluppi della faccenda, Il solo pensiero ha l’effetto di procurargli un nizio di erezione: io stessa non posso non notare che qualcosa sta cominciando a
deformargli il davanti dei calzoni ed io, pur non sapendo assolutamente nlla di questo tipo di reazioni, mi sento stranamente eccitata, direi euforica.
Intanto Elio gli si fa vicino e prende a slacciargli la cinghia dei calzoni, poi a sbottonarglieli, mentre noi ragazzine, poco distanti, ce ne stiamo a seguire la scena ridacchiando.
Elio però &egrave in evidente difficoltà perché Sergio tira calci e allora chiama a raccolta gli ltri: ‘venite a darmi una mano, su, almeno tenetegli ferme le
gambe’
Prime a farsi avanti siamo proprio noi ragazzine, che, un po’ a fatica, riusciamo però ad afferrare le gambe ed a tenergliele quasi ferme.
I calzoni sono ormai completamente aperti sul davanti e, anche per forza di gravità, prendono a scendere, a scendere, finché la discesa si arresta
all’altezza delle ginocchia.
Poi, non so neanche come, Elio riesce a sfilare del tutto i calzoni, mentre subito dopo le due gemelline si ri-posizionano ai piedi del ragazzo per tenergli ferme le gambe.
Ormai solo le mutande coprono l’essenziale ! ed ora io, turbata, noto che il profilo del pene si delinea chiaramente, tendendo la stoffa delle
mutande, una sorta di boxer ‘ante litteram’, ovvero un calzoncino molto corto, con due soli bottoni sul davanti.
Elio torna vicinissimo alla vittima e, a bassa voce (ma non tanto bassa da non farsi udire dagli altri) gli fa : ‘ vedo che ti &egrave venuto duro ! cos’ &egrave ? &egrave
la vergogna che ti fa questo effetto ? benissimo, meglio così.. ci sarà da divertirsi di più.. E le ragazze vedranno e impareranno meglio, anche la ‘tua’ Marta, vedrai, sarà contenta !’
Elio allunga le mani e prende ad accarezzare, frizionare, toccare i genitali di Sergio pur attraverso la stoffa delle mutande, ed il overaccio
evidentemente si ritrova ancor più eccitato, poi, anche per umiliarlo al massimo, mio cugino commenta ad alta voce: ‘ce l’hai duro, si, però mi pare che tu ce l’abbia un pò piccolo…..non so…..vediamolo bene !’
‘No, non dire cretinate ‘ é la prima, debole, reazione di Sergio, che forse ancora spera che lo scherzo possa terminare lì.
Assolutamente incurante della supplica, Elio prende a sbottonare il primo bottone
Disorientato, annientato, ormai consapevole che Elio sarebbe andato avanti, il ragazzo stavolta reagisce con maggior vigore, riprendendo a dimenarsi e tentando comunque di convincerlo a desistere
‘ No, Elio, no, questo no, questo proprio no.. avevi detto che mi avresti lasciato in mutande !! no, non puoi farmi questo.. almeno non davanti alle
ragazze !! no ! nooooo ! ‘
Con una buona dose di perfidia, Elio finge di accogliere parzialmente la supplica e chiede a noi ragazze : ‘volete che prosegua o devo smettere ? ‘
Io non so davvero che pesci pigliare: se da una parte l’istinto mi spronerebbe a dirgli di proseguire, dall’altra ancora una volta mi ritrovo
inibita e non ho il coraggio di tradurre questo mio osceno desiderio in una palese richiesta.
Più o meno le stesse emozioni stanno vivendo anche le due gemelle, visto che anche loro non profferiscono parola.
‘ Bene, chi tace acconsente ‘ é il commento di Elio al nostro silenzio
Sergio si sente ormai perso, fa un estremo inutile tentativo di liberarsi, ma nel frattempo Elio ha sbottonato il secondo ed ultimo bottone e le
mutande del ragazzo, aprendosi e scendendo lentamente, scoprono un cespuglio pubico già abbastanza folto e subito dopo, finalmente, l’oggetto della mia morbosa curiosità: l’uccello !.
Il sesso del ragazzo ora svetta libero nell’aria, ballonzolando e lui chiude un attimo gli occhi, li riapre, getta uno sguardo verso i suoi genitali, sgomento si rende conto di quale sia la situazione in cui si trova…..poi, istintivamente, tenta di serrare le gambe, quasi a voler trattenere il membro tra le cosce come per nasconderlo ma,
naturalmente, l’ingenua manovra di difesa non sortisce l’effetto voluto e lui non può che rimanersene così, bello nudo, esposto, praticamente alla mercé del gruppetto, e soprattutto di noi ragazze, che nel frattempo ci
siamo avvicinate attorniando la vittima.
Io mi rendo conto di essere a mia volta paonazza in volto, ma non posso evitare di fissare con gli occhi sbarrati, stupefatta, il membro di Sergio, il primo che mi é dato vedere in vita mia, che ora sta curiosamente svettando nell’aria, preda di contrazioni nervose del tutto spontanee.
Per me, a digiuno della cosa, questo paletto di carne – che, giudicato a posteriori, era invece di dimensioni assolutamente modeste – sembra enorme, ma comunque bello e, devo ammetterlo, me ne sento attratta…..
Sergio sta davvero morendo di vergogna, anche se é eccitatissimo.
Probabilmente sta chiedendosi se é desto o se sta vivendo un sogno (o un incubo ?), quasi non si rende conto di quale sia la realtà..
Anch’io sono un pò frastornata, come intontita quando sento la voce i Elio che ci desta dal torpore : ‘ Ebbene, ragazze, state bene a vedere..
Ora glie lo prendo in mano e vi faccio vedere come si fa una sega..
Così (ridacchia) imparate per bene a farle ! sapete cos’&egrave una sega o no ? ‘
Io, che al momento conosco solo la sega da falegnami, rimango
interdetta ma ammetto subito la mia ignoranza con un flebile
‘no, non lo so’, tosto imitata dalle due mie compagne.
‘Semplice’ – &egrave la spiegazione di Elio – ‘ la sega &egrave il modo più facile per
far godere un ragazzo ‘
E prosegue: ‘ allora, ragazze, se volete vedere una dal vero come si fa,
comincio io a fargliela. voi guardate bene e imparate, d’accordo ? ‘
Né io né le due gemelle abbiamo l’ardire di profferire parola, ma Elio,
malgrado il nostro silenzio, pare seriamente intenzionato a passare dalle
parole ai fatti.
Sergio ha il cuore in gola, é sudato, teso, sembra star davvero male..
chiude per l’ennesima volta gli occhi, quasi che così facendo possa sottrarsi
alla indecente esibizione, poi tenta l’ultima carta ‘ no Elio, no ! mi hai
spogliato completamente davanti alle ragazze…ora basta.. smettila..
altrimenti mi metto a gridare.. ‘
Elio subito gli fa notare che se davvero si metterà a gridare potrà
sopraggiungere qualcuno (magari una donna, gli fa notare perfidamente.)
che altro non farà se non aggiungersi alla lista di coloro che lo hanno
visto nudo.. (mentre loro, gli ‘amici’, avranno tutto il tempo per darsela a
gambe levate.)
Effettivamente il ragionamento non fa una grinza e Sergio, ancora una
volta, si sente perso.
Detto fatto, Elio, probabilmente per dar modo a noi ragazze di vedere più
agevolemnte, si pone di lato al ragazzo ed impugna letteralmente il paletto
di carne palpitante iniziando a muovere la mano su e giù, su e giù, molto
lentamente.
‘ Ecco ragazze, questa &egrave una sega.. E chissà quante se ne &egrave fatte il nostro
Sergio magari pensando alla Lollo oppure a una di voi, o meglio alla
Marta. ‘
Manco a dirlo, per Sergio questa &egrave la prima volta che il membro gli viene
toccato da una mano che non sia la sua… e anche se si tratta di una mano maschile
il piacere che prova &egrave sicuramente centuplicato rispetto all’atto
‘solitario’.
C’&egrave poi da aggiungere che il fatto di essere costretto ad esibirsi lo umilia
, si, ma al tempo stesso gli da una carica erotica impagabile !
Ma l’azione di Elio, che si rende conto che Sergio é già vicino
all’orgasmo, si arresta dopo pochi su e giù….
Mentre la mano, pur sempre a contatto con l’uccello di Sergio, si é
immobilizzata, Elio aggiorna la situazione alle ragazze:
‘ ecco, ragazze, ci siamo quasi. Sergio sta già per godere. si dice
‘venire’ o ‘sborrare’, guardate bene, guardategli il pisello, il ‘cazzo’,
vedete quanto &egrave duro ? ora lo lascio andare.ecco.
Ciò detto, ‘abbandona’ l’uccello del ragazzo, che si mostra interamente
ai presenti ed &egrave scosso da spasmi nervosi !!
Per qualche attimo cala il silenzio, poi Elio chiama in causa proprio me !
‘ cara Marta, hai voluto vederlo nudo ? te l’ho fatto vedere,
anche se non é un granché, un pò piccolo, ti é piaciuto ?
bene, ora però devi andare avanti, non puoi fermarti così, questa é
l’occasione giusta per imparare qualcosa, forza, prendiglielo in mano,
dai, forza, toccaglielo, coraggio, mica ti morde !’
Io, che assolutamente non avevo messo in preventivo null’altro se non
una ‘bella visione’ di un ragazzo nudo, mi schernisco, anche se il
mio cuore prende a battere all’impazzata e le tempie mi martellano…
Sergio, intanto, cerca ancora di convincerci a rinunciare a questa
ennesima umiliazione : ‘no, Marta, no’.,hai visto’.tutto’,
cosa vuoi di più ? ti prego’.., dai’.., non farlo’., non puoi farmi
una cosa del genere’.’
Mio cugino si rende conto che, si, sono indecisa, ma che basta poco
per convincermi, ed allora insiste ‘ dai, non fare la bambina, non dare
retta alle implorazioni di Sergio, se non fai come ti dico, attenta, racconto
tutto a tuo papà, gli riferisco che proprio tu mi hai suggerito di spogliare
un ragazzo per vedergli l’uccello ! ‘
Di fronte al terribile ricatto, ma anche perché ormai sono ansiosa di
poterlo davvero toccare, avvicino una mano sin quasi a sfiorarlo……..
e subito ritraggo la mano, poi ci ripenso e, istintivamente, impugno
letteralmente il paletto di carne palpitante che, ovviamente, si
protende nella mia direzione….
E’ una sensazionme inebriante: l’uccello di Sergio, rovente, é setoso,
morbido ma rigido.
Sento la mia voce che dice ‘ com’é caldo…. ‘
Il ragazzo, annientato, é paonazzo in volto e, a tratti, divarica le
gambe mormorando ancora, flebilmente..’ no’., così no’, no!’
Sono emozionatissima, mi sto bagnando tra le cosce; direi
che,inconsapevolmente, io goda maggiormente nel constatare quanto Sergio
stia intimamente soffrendo – e godendo – per colpa mia
Inesperta come sono, mi limito a toccarlo, ma tengo quasi ferma la mano.
Mio cugino interviene ancora una volta : ‘ devi muovere la mano su
e giù, su e giù, si, come ho fatto prima io, non troppo velocemente, é così
che si fa per fare una sega’
Accettando l’invito di mio cugino, cerco di imprimere alla mano
un movimento sussultorio certamente maldestro ma accettato con evidente
soddisfazione da Sergio, che mugola e si dimena e che, ormai partito per
la tangente, ha sostituito il ‘no’ con una serie di ‘ohh, si, ohh ‘
Bastano due o tre ‘su e giù’: il ragazzo é talmente sovraeccitato
(ricordiamoci che é la prima volta che viene ‘toccato’ da una mano femminile !)
che immediatamente uno spasmo contorce tutto il suo corpo, poi, irrefrenabile,
si scatena l’esplosione dello sperma.
Io lascio immediatamente la presa, quasi spaventata dall’evento che
evidentemente, non conoscendo, non prevedevo: mi tiro indietro velocemente,
al punto che solo qualche goccia di seme mi bagna le mani, ma, assieme
alle gemelle, assisto con enorme curiosità al miracolo che si sta compiendo
sotto i miei occhi !
Ormai l’eruzione é avviata ed io, istintivamente, mi sento orgogliosa
per averla provocata. L’orgasmo dura assai a lungo per cui ho la possibilità
di osservare bene e di apprendere! : dopo i primi schizzi, molto potenti,
il bianco liquido scorre lungo la verga, ancora rigida, poi
pian piano la fuoruscita rallenta e infine termina, lasciando il ragazzo
spossato, annientato dal piacere, dalla tensione nervosa e, mi piace pensarlo
e constatarlo, anche dalla vergogna.
Malgrado la magnifica e debilitante goduta, grazie anche alla giovane età,
l’uccello di Sergio conserva una apprezzabile rigidità, rimanendo ancora
simpaticamente appetibile.
E noi tre ragazze, superati i primi pudori, non ci facciamo scrupolo e
torniamo vicino all’albero cui il poveretto é sempre legato, per gustarci ancora
la visione di questi ancora poco conosciuti genitali maschili così
generosamente esibiti.
Elio, manco a dirlo, approfitta di questo stato di cose e ritarda il momento
della ‘liberazione’ lasciando Sergio ancora nella un po’ oscena ma per me invitante
posizione per parecchi minuti, mentre quest’ultimo, pur avendo ora le gambe libere,
é talmente esausto che non tenta neppure più di occultare le sue intimità….
Ancora una volta, la situazione in cui Sergio si trova &egrave per lui umiliante
ma al tempo stesso erotizzante, e ciò &egrave dimostrato dal fatto che l’erezione
inizia si a smorzarsi ma in misura lenta, quasi impercettibile.
Mentre noi continuiamo imperterrite ed impertinenti a guardare e ‘controllare’
le reazioni di questo sesso maschile, ce la ridiamo, rendendo ancora più
penosa la perdurante forzata esibizione..
Sergio, per di più, é seriamente preoccupato perché teme sopraggiunga
gente., e chiede invano Elio di liberarlo (‘dai, ora liberami’. potrebbe
venire qualcuno’.’)
Come volevasi dimostrare, queste preoccupazioni non si dimostrano
infondate e l’ agitazione del ragazzo aumenta vertiginosamente e palesemente
quando, in lontananza, si avverte un vociare di donna: si tratta senza
ombra di dubbio della mamma delle gemelle che richiama a casa le figlie..
Le gemelle, quasi spaurite, vorrebbero rispondere immediatamente ai richiami
materni e rientrare a casa, ma il solito Elio vuol prendere tempo, al punto
che Sergio corre il rischio di esser sorpreso anche dalla ancor giovane mamma
delle ragazzine in questa tenuta a dir poco sconveniente..
Questa constatazione ha su di me uno strano effetto: mi sento pervadere
da un indefinibile stato d’animo, mi rendo conto cio&egrave che davvero mi piacerebbe
se la mamma delle gemelle accorresse e vedesse il ragazzo nudo, eccitato
e legato’.
Cerco di chiarire a me stessa il motivo di questo desiderio: da un lato c’&egrave il
perfido sadico piacere che mi deriva dal sapere quanto il ragazzo stia provando
vergogna ed umiliazione, dall’altro mi piace immaginare che la situazione turbi
entrambi, la donna ma anche il ragazzo’..
Intanto, a conferma di quanto stavo rimuginando mentalmente, al solo pensiero
che un’altra donna possa vederlo nudo, ecco che l’ uccello di Sergio riprende
in pochi secondi le sue massime dimensioni, ed io ho dunque, in questa memorabile
giornata, la possibilità di assistere all’affascinante spettacolo dato dal progressivo
inturgidimento del membro maschile.
Intanto le due gemelle, incuranti del volere di Elio, dopo pochi
minuti scappano via per rientrare a casa, ed il ‘pericolo’ &egrave scongiurato.
A guardare le nudità del ragazzo rimango, un pò sfrontatamente, solo io,
che, da vera puttana in erba, non mi faccio scrupoli e continuo imperterrita a
dirigere i miei sguardi interessati sempre diretti ‘li’ tra le gambe del ragazzo che,
sentendo questi sguardi roventi su di se, mantiene a lungo l’erezione.
Poi, inevitabilmente, Elio pone fine allo spettacolo.
Conclusione: mai dimenticherò quel pomeriggio d’agosto…(che, sono certa, &egrave rimasto
ben impresso anche nella mente di Sergio !!!).

Qualche mese dopo quel torrido pomeriggio d’agosto, i miei decidono di iscrivermi ad un corso per infermiera, anche e soprattutto perché essi sanno che, una volta acquisita questa qualifica, mi sarebbe stato facile ottenere un posto in un ospedale cittadino, grazie all’amicizia della mia famiglia con un influente personaggio operante nell’ambito della Sanità pubblica.
Benché inizialmente non entusiasta all’idea, mi applico allo studio della materia e nel giro di due anni ottengo il sospirato diploma e, subito dopo, il posto di lavoro, sia pure con la qualifica di ‘ausiliaria’ e per un periodo di prova.
Dopo le prime noiose e faticose giornate di lavoro, durante le quali sono costretta ad occuparmi del riordino di oggetti e documenti negli uffici e negli sgabuzzini, vengo destinata allo studio radiologico, dove in definitiva sono l’assistente del radiologo titolare.
I primi due giorni trascorrono senza scossoni o traumi: le persone da sottoporre ai ‘raggi X’ sono poche e, per tutte, le zone interessate (ganbe, spalle, piedi’) non impongono particolari nudità. Unica eccezione, una signora, una graziosa quarantenne, che alla fine &egrave invitata a privarsi degli indumenti, ma che io riesco appena ad intravedere perché vengo chiamata in Direzione proprio quando la donna, ormai in reggiseno e mutandine, viene invitata a privarsi anche di questi due ultimi indumenti.
Ma, non avendo ancora coscienza delle mie inclinazioni, questo allontanamento, che pure mi preclude la visione di questo spogliarello femminile, non mi fa né caldo né freddo.
Il mio primo soggetto maschile ‘interessante’ entra nella mia vita d’infermiera il giorno dopo, quando io, inizialmente quasi senza rendermene conto, trasformo una banale ‘preparazione’ del paziente in un qualcosa di assolutamente piccante.
Anche se ho già raccontato l’episodio dal punto di vista del’.. malcapitato (si fa per dire), ne ripropongo la cronaca, vissuta dalla parte mia, cio&egrave di Marta.
Lunedì: la mattinata si presenta piuttosto tranquilla, con soli tre pazienti da sottoporre ai raggi, uno di prima mattina, altri due invece in tarda mattinata. Il ‘prof’ sbriga velocemente il primo, poi lascia lo studio avvertendomi: devo assentarmi, alle 11 sarò di ritorno, se dovessi tardare ti telefono (il prof mi da del ‘tu’, io invece, rispettosa, mi rivolgo a lui con il ‘lei’).
Alle 10 e mezza, mi giunge la telefonata del prof: ‘arriverò in ritardo, penso di essere li per mezzogiorno’ mi annuncia.
Alle 11 sento che qualcuno &egrave entrato nella sala d’attesa e mi affaccio sulla porta per vedere chi é.
Sorpresa: si tratta di Giorgio, uno dei ragazzi che giocava con me e gli altri compagni sino a due anni or sono, cioé sino a quando la compagnia si é sciolta perché quasi tutti i componenti, abbandonati gli studi, hanno cercato un impiego.
‘ Ciao, Giorgio, accomodati, che ci fai qui ? ‘ gli faccio.
‘ credo di dovermi far operare di appendicite ‘mi risponde . Consulto il librone degli appuntamenti e noto che Giorgio doveva effettivamente essere sottoposto ai raggi per penultimo, poi sarebbe seguita la signora Bianchi.
‘ Allora, dunque, vediamo, sei il penultimo della mattinata , poi c’é una donna., la signora Bianchi, che é già venuta ieri per i raggi ma dobbiamo ripeterli….. ‘
Incuriosito, Giorgio mi chede ‘ é forse quella signora, carina, che ho incrociato poc’anzi ? ‘
‘ Si, non so chi hai incontrato, però posso dirti che la signora Bianchi é carina e abbastanza giovane… ..avrà quarant’anni ma forse neanche ‘
Dopo questo breve colloquio, il discorso si sposta sugli ultimi due anni, durante i quali ci siamo persi di vista, ci raccontiamo un po’ di cose, io gli faccio presente che ho trovato questo lavoro dopo la frequentazione di un breve corso, che lui é praticamente il primo mio paziente di sesso maschile.
‘ devi avere un pò di pazienza perché il ‘prof’ é in ritardo, mi ha telefonato pochi minuti fa e mi ha detto di preparare coloro che devono essere sottoposti alle radiografie, in modo da accelerare poi al massimo le operazioni ‘
gli preannuncio. Per qualche minuto ancora parliamo del più o del meno, ed in me comincia a farsi strada l’idea’.
Vedere Giorgio mi ha fatto ricordare l’episodio di due anni prima, quello in cui avevamo ‘giocato’ con Sergio nei panni della vittima’. Giorgio quel giorno non era presente, però certamente aveva saputo di quanto era successo, visto che anche lui faceva parte del nostro gruppo’ Ecco che, scatta in me un folle desiderio, quello di costringere Giorgio alla nudità col pretesto dei raggi’.
L’occasione &egrave ghiotta, penso, lui non può sottrarsi, qualora fosse necessario io posso far conto sull’equivoco (il prof mi ha ordinato di preparare i pazienti, e io glie li preparo” anche se effettivamente non so se la nudità sia poi davvero indispensabile’ chissenefrega’ mica sono tenuta a saperlo’.).
Ed io posso in un certo senso rivivere l’episodio di due anni prima, che non ho più dimenticato e che, anzi, ha spesso accompagnato le mie fantasie quando mi sono masturbata (non sono fidanzata’.).
E poi mi pare che anche Giorgio sia caratterialmente assai simile a Sergio, ovvero piuttosto timido, riservato, inibito, tutte caratteristiche che, non so ancora bene il perché, ma cominciano a piacermi.
Si, ho deciso, rischio il tutto per tutto ma voglio proprio vedere dove riesco ad arrivare’.
‘Allora, Giorgio, vuoi cominciare a prepararti ? ‘ gli faccio
‘ si, cosa devo fare ? ‘ chiede lui già un pò ansioso
‘ devi spogliarti ‘ la butto giù, decisa
Mi scopro a pensare che Anche Giorgio, quasi certamente, sta riandando all’episodio di Sergio’ e che non può non sapere che fui io a lanciare l’idea di spogliare Sergio e soprattutto che fui sempre io a ‘toccarlo ‘ fino a farlo sborrare’. (si, ho pensato questo termine, proprio ‘sborrare’.. e nel pensarlo, naturalmente, la mia mente ha immediatamente associato l’immagine’. ed ora comincio a sentir crescere in me una strana sensazione di euforia’.) .
Intanto Giorgio, senza fiatare, esegue, togliendosi nell’ordine il golfino, la camicia, la maglietta, le scarpe, le calze e infine i pantaloni….
Ormai il ragazzo indossa soltanto lo slip….. e sicuramente comincia a sentirsi sottilmente turbato….
Prendo il coraggio a due mani, &egrave giunto il momento di impartire l’ordine’.

Cerco di assumere un’aria di sicurezza e di noncuranza (non so se ci riesco’. forse no’. nessuno lo saprà mai) e sento la mia voce che dice
‘ perché ti sei fermato ? mica ti ho detto di fermarti…. ! caro il mio Giorgio, i raggi vanno fatti da nudi….. ! ‘

Il più &egrave fatto.
Vediamo le reazioni’.
‘ ma io credevo…..il ‘prof’ non c’é ancora…. poi tu….. ‘
Devo assolutamente insistere, non posso tirarmi indietro proprio ora, mi faccio coraggio e insisto’.
‘ mi spiace, ma devi obbedirmi’.’
Proprio non riesco a trattenermi
‘ dai, togliti tutto….. su… fatti un pò vedere…. dovrò abituarmi a veder corpi nudi anche maschili, questo sarà il mio mestiere…… meglio se sei tu il primo…… facciamo finta che sia una prova per me…. per vedere come me la cavo….. dai….. coraggio…..via lo slip ! ‘
‘ no… dai…. mi vergogno….. ‘ ribatte Giorgio.
Puttana in erba come sono, istintivamente il mio sguardo corre subito a posarsi tra le gambe del ragazzo e subito nota che qualcosa si &egrave mosso, si sta rizzando’.
‘ vedo…. vedo…. ‘ commento guardando l’erezione che ormai tende lo slip, e subito aggiungo, perfida ‘ non vorrai che sia io a tirarteli giù….. come hanno fatto quella volta a Sergio, l’hai saputo, no ? ‘ credo che per te sarebbe un rimedio peggiore del male !…. però…. che strano effetto ti fa la vergogna….. in realtà anche Sergio ebbe una reazione simile’. chissà se succede così a tutti gli uomini….. te lo saprò dire tra qualche mese….. ma ora dai, che se poi arriva il ‘prof’ e non sei pronto s’arrabbia …….. ‘
Giorgio tergiversa ma ha l’ardire di chiedermi ‘ ma quella volta di Sergio sei stata tu a’..’
Non posso e non voglio negarlo: ‘ebbene si, lo confesso, anche se &egrave stato mio cugino ad avere in origine l’idea, io poi ho’.(non ho il coraggio di dire di più’, ancora non sono disinibita a sufficienza’) vabbeh, insomma’non farmelo ripetere, dai, che lo sai benissimo da solo’. ma ora qui stiamo facendo sul serio’. forza, dai, da bravo’
Giorgio si lascia convincere e, pur se stravolto dall’emozione, si abbassa lo slip usando una sola mano in modo da utilizzare l’altra per coprirsi, poi, scalciando, si libera definitivamente dell’ormai inutile indumento. I suoi genitali sono ovviamente prepotentemente eccitati, e le mani stentano a nasconderli del tutto.
Io raccolgo da terra lo slip che Giorgio si &egrave tolto per sistemarlo ordinatamente sulla sedia dove già si trovano gli altri indumenti, poi proseguo:
‘ Bravo… ora sdraiati sul lettino…….. ma a pancia in su, mi raccomando !!’
Per fare quanto gli suggerisco, Giorgio deve percorrere un breve tratto: la sua camminata é sicuramente impacciata, direi ridicola, anche perché fa di tutto per non togliere le mani da sopra il sesso….
Finalmente si sdraia e io, ormai lanciata, insisto……
‘ bene così… ora però me lo fai vedere per benino….. togli le mani di li… prendilo come un…. ordine ! ‘
Vinto, Giorgio obbedisce: ora il suo uccello, con annessi e connessi, non ha più alcun segreto neppure per me, che non mi esimo certo dallo squadrarlo, dal guardarlo e riguardarlo……
‘ Bellino…. non male….. posso farti una confidenza ?…. sai…. a te lo posso
dire….. malgrado i quasi venti anni che mi ritrovo sul groppone non &egrave
che ne abbia visti molti…. anzi……. ne ho visti soltanto alcuni in qualche disegno o fotografia
a scuola, all’istituto, ma dal vivo mai…….. no , cio&egrave, volevo dire’. solo quello di Sergio”
Ecco che mi scopro intenta a fare mentalmente il mio primo confronto tra due membri maschili eretti, quello di Sergio (che ovviamente ricordo come fosse ieri) e questo di Giorgio, che mi sembra sensibilmente più grosso e soprattutto più lungo’.
Immaginando di turbarlo ma al tempo stesso inorgoglirlo ed eccitarlo, non resisto e gli esterno il mio pensiero
‘ il tuo’. ehm’. uccello (non ho l’ardire di definirlo più volgarmente) mi sembra più’.. grande di quello di Sergio’ anche il suo però era bello da vedere, ed era duro forse più del tuo’. chissà, forse perché eravamo in tanti a guardarglielo’..maschi e femmine’. !!’
Lui mi risponde con un imbarazzato e striminzito ‘gr’.razie’.’
E, come avevo previsto, si eccita ulteriormente’ Il suo sesso, che pure era già ben ritto in verticale, sta tendendosi ulteriormente’.. ed io lo noto (eccome se lo noto !!) ma mi pare di cogliere che il ragazzo stia cercando in ogni modo di lottare contro questa enorme eccitazione che lo sta pervadendo, e allora intervengo verbalmente
‘vedo che ti sta ancora” crescendo’.. vuoi fare concorrenza a quello di Sergio ?’.bene’. mi fa piacere per te’si’. lasciati andare, guarda che a me non dispiace lo spettacolo !!’
Preso dall’emozione davvero libidinosamente forte procuratomi da queste parole, finalmente vince la vergogna, il pudore, l’imbarazzo e riesce a dirmi :
‘ va bene… dai….. guardatelo finché vuoi…… fanne ciò che vuoi…. io non mi muovo…… non mi copro…. finché non me lo dici tu… ! però se arriva qualcuno come facciamo… ? ‘
‘ beh, che tu sia nudo non sarebbe biasimevole….. però effettivamente…. così eccitato…… meglio se tieni a portata di mano questo lenzuolino verde con cui eventualmente potresti coprirti….. ‘ Dopo avergli porto il lenzuolino, che sistemo al suo fianco sul lettino, mi pongo a fianco del lettino su cui Sergio si trova sdraiato, nudo e con le braccia parallele al corpo, e mi avvicino sino quasi a sfiorare il suo braccio sinistro, che si trova più o meno all’altezza delle mie cosce……
Anche se giovane ed ancora ‘vergine’ (nel senso che ancora non ha avuto un vero rapporto sessuale con una donna) istintivamente il ragazzo muove il braccio e con la mano sfiora appena il mio camice ….. poi però si ritrae, forse rendendosi conto del luogo in cui ci troviamo……
Io sono ormai illanguidita e mi aspetto qualcosa da lui……
Questa sua indecisione mi delude, ma ho la forza sussurrare appena
‘ volevi…….. se vuoi……. io….. ‘
Le parole non avrebbero senso, ma la situazione e il modo in cui le ho dette non lasciano adito ad alcun dubbio….. e allora lui riprende lentamente a toccare….. ora la mano é semplicemente a contatto con la stoffa del camice, all’altezza delle cosce…. premo dolcemente….. mi prodiga una lenta carezza quasi circolare… poi , non accontentandosi di così poco….. cerca di insinuare la mano in una delle aperture del camice, tra un bottone e l’altro…..
Io non aspetto altro che questo gesto del ragazzo e, quasi sospirando, lo agevolo sbottonando io stessa due bottoni…… Ora l’apertura che si é delineate nel camice é di dimensioni adeguate….. lui scosta i lembi…… e gli appare un paio di cosce che immodestamente so essere davvero superbe….. e, più su, una visione della parte inferiore delle mutandine….. Giorgio non può dunque evitare di porre la sua mano a contatto con la pelle serica, vellutata, di queste gambe, di queste cosce….. Sale leggermente ed incontra il ventre nudo in quanto, sopra il camice indosso soltanto le mutandine ed il reggiseno….. fa un lento massaggio col palmo della mano sull’ombelico e… adiacenze… quindi ridiscende……
Giorgio mi sta accarezzando con delicatezza ‘. Io sto quasi tremando….. le mie gambe vacillano appena, ondeggiano un poco…..
Nessuno mi ha mai accarezzato tanto intimamente’.
Il viso del ragazzo é a pochi centimetri dalla mia fichetta…… di certo ne sente il profumo…. forse ne avverte il calore…. e l’umidore……… perché sono talmente eccitata che già mi si é inumidita…. si, anzi’ direi che &egrave fradicia !! Lui insiste ulteriormente negli sfioramenti delicati sulle cosce, all’interno…. ma quasi non ha l’ardire di toccarmi li, tra le gambe, che ora, guidata dall’istinto, ho leggermente dischiuse….. come per invitarlo ….
Pur restando al di sopra delle mutandine, cedrco l’adorata fessura con il dito medio, separando le grandi labbra attraverso il tessuto…. nessuno mi ha mai insegnato questi gesti, che tuttavia mi vengono spontanei, istintivi…
Sento che l’umidore aumenta, quasi trapassando il tessuto…. mentre dalla bocca mi esce un gemito quasi ininterrotto…. simile ad un lamento….. poi, lentamente, schiudo ulteriormente le gambe per rendere più agevoli le carezze…..
Giorgio mi guarda in viso e non può non vedermi stravolta, affannata, le labbra un pò aperte, le narici leggermente dilatate……..
Mi sento come in Paradiso….. getto uno sguardo all’ uccello del ragazzo e lo vedo veramente teso all’inverosimile…..
Le sue dita, inesperte ma comunque efficaci, continuano l’andirivieni un pò convulsamente, vagando avanti e indietro lungo lo spacco……… Sino a questo momento si &egrave limitato ad accarezzarmi sopra le mutandine ma ora, finalmente, si decide e scosto la mutandina dall’inguine…… e, forse per la prima volta in vita sua, ‘vede’ una fica dal vero……
Eccola li, a pochi centimetri dai suoi occhi spiritati…..: quel che scorge é in realtà soltanto un ciuffo di peli scuri (sono una mora naturale), poi le dita che penetrano un pochettino……
Eccolo che scosta maggiormente le mutandine, che tenta anche di rendere un pò meno aderenti tirandole letteralmente verso il basso…. e difatti ora tutto il mio sesso della ragazza gli é ben visibile…… la foresta di peli, le grandi labbra, le dita che la stanno masturbando….
La tensione é al culmine, io prendo ad ansimare, a dimenarmi, a rantolare, l’orgasmo é alle porte……… sto per godere, per godermi quello che &egrave il primo ditalino operato da una mano estranea !
Il ragazzo sta realizzando ciò che sta facendo ma non ha nemmeno il tempo di soffermarsi su questo pensiero che sente prorompere in lui l’ondata dell’orgasmo….. Stiamo rantolando entrambi….. stravolti dal piacere, Io me ne vengo irrorando le dita benefattrici mentre Giorgio, appene avverte che io sto raggiungendo il culmine del piacere, ha come una convulsione, il suo sesso ha alcuni guizzi, poi, improvvisamente, toglie le mani dalla mia ospitale passera bagnata e rovente e le porta a dar consolazione al suo uccello che, tutto solo, sta eruttando il primo getto di sperma……….
Il suo é però un orgasmo un pò strano, quasi incompleto….
Silenziosi, un pò vergognandoci, ci ricomponiamo : il lenzuolino viene utilizzato per togliere ogni traccia di liquido seminale, Io mi riassesto le mutandine e mi riabbottono il camice poi nascondo il lenzuolino intriso di sperma e glie ne porgo uno pulito, col quale, visto che il membro ora assomiglia ad una lumachina, lui si affretta ad occultare gli ormai quasi ridicoli genitali……
Io, comunque, penso bene di ‘ringraziarlo’ con un commento che forse in un altro momento lo avrebbe mandato in visibilio……. ‘ é stato bello……. peccato che non ho fatto in tempo a toccartelo’..a farti’. ci siamo capiti’. ‘
Giorgio &egrave come annientato,……….probabilmente vorrebbe dirmi che é stato bello lo stesso, che certo se lo avessi toccato per lui sarebbe stato il massimo, che comunque ci saranno altre occasioni……. ma invece, da imbranato, non riesce ad articolar parola…. però sta già tornando ad eccitarsi, il suo uccello sta ridestandosi e prende a sollevare leggermente il lenzuolino che lo ricopre: portento dell’età ma anche, suppongo, merito delle mie ultime parole e del fatto che la sborrata appena conclusa non é stata molto abbondante.
In questo momento ecco l’idea che scatta nella mente del ragazzo: di la in sala d’attesa c’é una donna, la signora Bianchi, che ha un fisico non disprezzabile….. e che tra poco dovrà sottoporsi ai raggi e spogliarsi…… e lui sinora mai ho goduto della visione, dal vero, di una donna nuda….. completamente nuda……che non sia la volta buona ? Giorgio si fa coraggio e si butta….
‘ Marta, scusa, cosa ne diresti se il ‘prof’ facesse i raggi alla signora Bianchi prima che a me ? lo ritieni fattibile ? ‘
‘ Si, certo, volendo… ma così tu dovresti aspettare una mezz’ora in più…. ‘
‘ Io aspetterei volentieri….. se tu trovassi il modo di farmi guardare quando la signora Bianchi si spoglia… ‘
‘ Sei bello matto….. cosa dici ?! sei un bel porcello anche tu, però, éh ??…… ma…. forse….. ora che ci penso, si, si potrebbe….. dallo sgabuzzino…. me lo hanno fatto riordinare proprio il primo giorno di lavoro…….. ma sei sicuro… ? ‘
Ormai eccitato all’idea, Giorgio non esita a confermare il suo entusiasmo, motivandolo ‘ certo che si ! tu almeno hai potuto vedere me, io non ho avuto modo di vedere te nuda completamente….. almeno fammi vedere questa signora Bianchi…. piuttosto, sei sicura che si spoglierà…… ? ‘
‘ si, ieri si é dovuta spogliare, e oggi dobbiamo rifarli tali e quali, per cui…. presumo di si…….. effettivamente… sei fortunato, ieri l’ho vista bene e ora che ci penso posso assicurarti che é davvero una bella donna…… allora d’accordo, facciamo così, io ti dico dove puoi sistemarti per vedere abbastanza bene bene quello che accade qui… poi, quando la donna sta rivestendosi ed il ‘prof’ va a lavarsi le mani tu scendi silenzioso e ti fai trovare nella saletta di attesa ……… però dobbiamo sbrigarci perché tra poco sarà quì il ‘prof’…’
Giorgio ha il cuore in gola….. si ri-mette lo slip in tutta fretta, poi lo accompagno, attraverso una stretta scala a chiocciola, in uno sgabuzzino buio, un ripostiglio angusto pieno di scatoloni contenenti un po’ di tutto, e gli faccio notare che dalla piccola finestrella può agevolmente vedere la saletta delle radiografie….. poi gli espongo il programma ‘ ora vado dalla signora e le dico che per un cambio di programma il paziente prenotato prima di lei giungerà in ritardo e che quindi può prepararsi…. se mi riesce, faccio in modo di farla spogliare completamente già subito, prima che arrivi il ‘prof’….’ e scappo via.
Il piano mi riesce perfettamente. Invito la signora a spogliarsi, e lei, ovviamente, lontana dall’immaginare che qualcuno ‘ me a parte ‘ possa vederla, non esita a farlo. In un baleno la donna ‘ una quarantenne formosa quanto basta e ancora ‘ben tenuta’ – si libera del pigiama, rimanendo in mutandine e reggiseno, un attimo dopo, spontaneamente, toglie anche il reggiseno.
Ne prorompe un seno davvero maestoso, due grandi tette turgide con i capezzoli ben pronunciati….la visione, penso, dev’essere uno schianto per uno come Giorgio che tette così le ha sicuramente sempre soltanto sognate oppure guardate sulle riviste porno…..La donna ora é in piedi, senza reggipetto, e attende che io dica qualcosa. ‘la prego, si tolga anche lo slip’ le suggerisco. Lei non fa una grinza e quando si china per abbassarsi lo slip, il seno ondeggia ed io, ancora una volta, non posso evitare di pensare come il ragazzo stia arrapandosi’La donna ora é completamente nuda, io posso vederle il triangolo del pelo del pube e lo stesso dev’essere per Giorgio….. la cosa mi manda in visibilio….. già immagino a quanto salirà l’eccitazione di Giorgio quando potrà vedere di più, magari la fessura un pò dilatata, le grandi labbra della fica……
Dietro mio invito, la signora si sdraia sul lettino e, inevitabilmente, i movimenti che deve compiere con le gambe consentono una visione più panoramica del basso ventre della donna…..
A questo punto il ‘gioco’ si interrompe: giunge il ‘prof’, la paziente viene posizionata sulla pedana per le radiografie ‘ che si trova in un punto non visibile dallo sgabuzzino – e per Giorgio la visione termina.
Per nostra fortuna, una volta portata a termine le radiografie alla signora Bianchi, il ‘prof’ mi fa ‘c’&egrave ancora un paziente, vero ? bene, lo vada a chiamare e lo prepari, io intanto vado al bar a prendermi un caff&egrave ‘.
Appena il prof. lascia lo studio, Giorgio scende precipitosamente e mi raggiunge.
Il mio sguardo corre immediatamente ‘lì’ tra le gambe del ragazzo e constato che il suo membro dev’essere eretto allo spasimo, almeno a giudicare dalla enorme protuberanza che gli deforma lo slip.
‘ é stato bellissimo, però ora come faccio ? ‘ mi fa infatti
Ora occorre risolvere il problema di questa erezione inopportuna…… come fa a presentarsi al ‘prof’ in quelle condizioni ? che figura ci faremmo ? d’altronde mica può masturbarsi qui con il rischio che il prof lo sorprenda’
Ci penso, poi l’idea: ‘corro a dire al prof che se la prenda pure con calma perché tu sei in ritardo”
E così faccio. Corro al bar, espongo il supposto problema al prof. , il quale mi tranquillizza con un ‘bene, allora faccio un salto in banca’.
Mentre compio il breve tragitto per tornare nello studio, mi rendo conto che c’&egrave tutto il tempo perché Giorgio possa tornare alla normalità, però proprio non voglio perdermi l’occasione’ che &egrave troppo ghiotta’.se Giorgio &egrave ancora eccitato, penso tra me, voglio essere io a calmarlo, si, voglio proprio finalmente mettere in pratica le ‘nozioni’ acquisite due anni fa e’.. fare la mia prima sega !!!
Per mia (e sua !) fortuna, Giorgio &egrave sempre nelle stesse condizioni.
Mi avvicino e gli faccio, sottovoce e ridacchiando maliziosa: ora devi calmarti….. o vuoi che……. ti calmi io ? ‘
‘ Beh… certo….. io non osavo…… si….si si… ‘
Lesta come una ladra, gli sbottono i pantaloni (che subito gli scendono ai piedi) poi, senza neppure abbassargli lo slip, afferro l’uccello che si protende dall’apertura ….. non so bene come agire, i primi miei movimenti sono un po’ disordinati ma pian piano prendo più confidenza, d’altronde queste carezze sono istintive….. ora sto per tirargli fuori dallo slip anche i duri testicoli…..con una mano gli cingo lo scroto….con l’altra il pene…… Giorgio &egrave ora letteralmente nelle mie mani (é il caso di dirlo…..) ……. che ora operano entrambe attorno all’uccello…. lo circondano…. lo stuzzicano…. lo blandiscono leggere….. Giorgio ansima, i battiti del cuore sono accelerati al massimo, le tempie gli martellano, si agita, non riesce a restar fermo sulle gambe……
‘Marta, fra poco’..ci sono” mi avverte
Ora il suo uccello, impennato, é strapazzato dalle mie mani, che lo agitano su e giù, a destra e a sinistra…… queste manipolazioni sono ora probabilmente un pò maldestre, però l’orgasmo arriva comunque in fretta !!
Questa volta lo sperma che zampilla é davvero copioso: in più, l’eruzione dura un tempo davvero incredibilmente lungo…… e Giorgio gode… gode… gode…. mentre io, con l’espressione stralunata, guardo lo spettacolo che tanto sognavo, le mie mani a contatto col membro impazzito che ricevono una bella doccia di sperma ………..
La quantità di liquido seminale sgorgata é notevole: una parte é finita sul pavimento ma le mie mani sono quelle che ne hanno raccolto la porzione maggiore !!
Ora sì che Giorgio può sottoporsi ai raggi senza timore di erezioni inopportune …………. !
La ‘storia’ con Giorgio, che prometteva bene, non avrà, nell’immediato, gli sviluppi facilmente prevedibili, perché di lì a poco, il ragazzo dovrà seguire la famiglia, costretta a trasferirsi provvisoriamente in un’altra città.
Ma ritroverò Giorgio qualche tempo dopo.

Prosegue il diario di Marta, infermiera oggi in pensione.
Abbiamo lasciato la lettura alle prime giornate di professione, nei primi anni’60, quando Marta ‘ piuttosto giovane ‘ si ritrova a svolgere mansioni di ‘ausiliaria’ in un ospedale, nel caso specifico in sala di radiologia.
Uno dei suoi primi ‘pazienti’ &egrave un ex compagno di giochi, Giorgio, col quale subito può dar sfogo alle sue inclinazioni voyeuristiche: quasi fosse una ‘dominatrice’ di consumata esperienza, Marta impone al malcapitato di spogliarsi, traendo un immane piacere nel constatare il disagio, la vergogna ma anche l’eccitazione che la imposta nudità provoca nel ragazzo. I due, come ben sa chi ha letto questo capitolo del diario, finiscono comunque per godere entrambi, grazie a più o meno abili carezze reciproche.
Marta &egrave dunque sempre più consapevole di questi suoi particolari impulsi e desideri cerebro-sessuali.
E la vita in ospedale continua’..
Ecco dunque il prosieguo del diario-racconto della donna.
Dopo l’episodio di Giorgio, in ospedale segue un mese abbondante di ordinaria amministrazione, giornate durante le quali non accade nulla che sia per me di un particolare interesse: i pazienti si susseguono, uomini, donne, ragazzi (alcuni anche carini), ma, ripeto, nulla di eccitante.
Poi, un giorno, ecco che mi capita di dover dare assistenza ad un quasi cinquantenne praticamente cieco da entrambi gli occhi. Non ricordo più quale fosse l’esame cui l’uomo doveva sottoporsi, ma so soltanto che ‘ per mia somma fortuna ‘ si trattava di un esame radiologico che imponeva la nudità del paziente.
Ecco giunto il momento. In sala radiologia c’&egrave il prof in attesa e ci sono io, in un angolo, in attesa di eventuali disposizioni. Bussano alla porta.
‘Avanti’ fa il prof.
Fanno il loro ingresso nello studio due uomini: il paziente, che riconosco immediatamente come il cieco che attendevamo anche per il suo procede con cautela, ed il suo accompagnatore, un ausiliario-infermiere.
A svolgere tutte le operazioni di preparazione &egrave dunque questo ausiliario maschio, un ragazzone grande e grosso che conosco solo di vista.
Il paziente cieco &egrave invece un brizzolato e piacente cinquantenne, che io subito giudico’ appetibile, anche se (all’epoca) per me un ultraquaramntenne &egrave considerato ‘vecchio”
Non dovendo intervenire, nessuno mi rivolge la parola ed io assisto, muta ma interessata ed ansiosa, al susseguirsi degli avvenimenti.
Aiutato dall’infermiere, l’uomo si sbarazza dei vestiti, rimanendo in slip.
Anche se cerco di non darlo a vedere, quindi un po’ di nascosto, la mia un po’ malsana curiosità mi spinge a dirigere immediatamente il mio sguardo tra le gambe dell’uomo: la prima impressione &egrave che lo slip nasconda qualcosa di interessante’ si, perché mi par di notare che quanto &egrave celato dall’indumento sia un qualcosa di una bella consistenza’. Come sapete non &egrave che abbia ancora una grande dimestichezza con i genitali maschili, tuttavia ho bene impressi in mente i due uccelli (ancora non riesco a definirli ‘cazzi’, neppure quando ci penso tra me e me !!!) di Sergio e di Giorgio e ricordo bene che, specialmente in stato di riposo, essi avevano delle dimensioni assolutamente modeste. Questo invece, mi trovo a pensare, sembra già molto ma molto consistente’ che sia già in erezione ? la cosa non mi sembra troppo logica’. anche perché l’uomo ancora non sa che anch’io sono presente, quindi crede che a visitarlo e ad assisterlo siano due uomini’. Quindi ‘ &egrave il mio ovvio ragionamento ‘ perché mai dovrebbe essere eccitato ?
Naturalmente, penso, non ci vorranno molti minuti per scoprire l’arcano’.
Ma comincio a sentirmi turbata, stranamente eccitata, il respiro mi si accelera’.
Mentre &egrave in piedi sulla pedana, immobile, le braccia distese lungo il corpo, il paziente viene invitato a spogliarsi.
In un attimo l’uomo esegue e si abbassa lo slip, che poi depone a terra’
Non credo ai miei occhi ! ciò che mi &egrave dato di vedere &egrave un pene che, pur a riposo, fa quasi impressione per quanto &egrave grosso’.
I testicoli, poi, mi paiono in sintonia con il resto, cio&egrave taurini’.
Sono intontita, le labbra arse, un certo umidore si sta facendo strada laggiù’..
Mentre la visita prosegue, rimugino e prendo ad immaginare come quel manganello di carne dovrebbe diventare con l’erezione’..
Non mi ci vuol molto a realizzare un pensiero sconcio, lubrico, un po’ perverso’.. se l’uomo cieco sapesse che io, giovane donna, gli sto guardando l’uccello e tutti interi i genitali’ non dovrebbe o potrebbe eccitarsi ?
E poi, mi dico, chi mi potrebbe mai rimproverare per la mia intrusione verbale ?
L’essenziale &egrave che io manifesti in qualche modo la mia presenza, e far si che anche il paziente se ne renda conto’
E vedere cosa accade’.
Impagabile !
Ora sono davvero eccitata a morte, il pensiero quasi mi toglie il fiato per parlare.
Sono emozionatissima, sto per profferire la frase ‘posso essere utile anch’io ?’ ma mi fermo in tempo.. e se mi dicessero che posso (o devo) andarmene, addio spettacolo’.
No, questo no, proprio non voglio perdermelo’.
Piuttosto mi accontento di vederlo così, a riposo’.
Certo, non &egrave il massimo, mancando specialmente l’aspetto, come dire, sadico, quello che &egrave parte integrante della mia eccitazione, e cio&egrave il piacere di sapere che ‘l’uomo’ &egrave a disagio, un po’ umiliato, un po’ pudico e vergognoso, e che per questo suo stato d’animo va su di giri (come spero)
Scelgo di starmene zitta. Non voglio rischiare.
Aguzzo la vista per non perdermi nulla.
L’uomo, inconsapevole, se ne sta tranquillo, le braccia conserte.
Ed io non mi perdo un attimo.
Non mi sfugge quando, per un colpo di tosse, tutti gli’.. ammenicoli gli ballonzolano’.
Si, lo so, questo breve ‘flash’ per molti &egrave un qualcosa di ridicolo, ma non per me, non in quel frangente ed a quella età, acerba ed inesperta come sono: quel movimento, quel dondolare degli attributi maschili mi attrae, non posso negarlo’..
Non so cosa darei per poter impunemente avvicinarmi e, magari senza preavviso alcuno, tendere le mie mani, posarle su quegli attributi tanto agognati, e sentire l’uomo vibrare, percorso da una scossa all’avvertire questa presenza’..queste mani femminili’.ora delicate’ora decise’
Non mi &egrave dato tempo di proceder oltre con l’immaginazione.
La realtà impone di stare ben all’erta’.
A volte il corso degli eventi &egrave davvero curioso’.
Dunque, ricapitolando: avrei desiderato che l’uomo si turbasse e si eccitasse nel sentire una voce femminile, avevo però timore che, udendo a sua volta la mia voce e ‘ricordandosi’ che c’ero anch’io, il prof avrebbe potuto allontanarmi ‘. Ed ora che ti accade ? che nella sala radiologica irrompe un po’ rumorosamente l’infermiera-capo-sala, una bella donna sui trentacinque-quarant’anni dalla voce abbastanza sensuale e comunque tale da far pensare ad una femmina ancora giovane.
Faccio di tutto per non farmi scorgere ma, nello stesso tempo, per non defilarmi troppo al punto da non poter assistere all’eventuale spettacolo’.
Il paziente &egrave ora chiaramente in difficoltà, pone le sue mani a coprire i genitali, poi le toglie temendo di essere rimproverato (forse gli era stato detto di rimanere fermo, non ricordo), poi le ri-posiziona’. Dev’essere un supplizio per lui’..
Pur mostrando indifferenza (mai sapremo se l’indifferenza fosse voluta o forzata’) la capo-sala, a colloquio con il prof, getta di tanto in tanto occhiate in direzione del paziente’.
Il poveretto non può rendersi conto esattamente della posizione dell’intrusa, né se al momento lo sta guardando’ma sa che c’é”””’
probabilmente l’uomo immagina di si, o comunque la situazione lo turba’si’.ecco che ci siamo’.l’uomo ora ha posto le braccia lungo il tronco, forse si &egrave dichiarato vinto, forse non gli spiace esibrsi, forse semplicemente sa che &egrave inutile tentare goffamente di coprirsi, fatto sta che il suo sesso &egrave ora ben in vista, nulla me ne impedisce la visione’., si’.sta avvenendo quel che tanto agognavo’.l’uccello sta impennandosi’.

sto per assistere al prodigio che già tanto mi turba, mi eccita, mi attrae : quella che pure era un qualcosa di consistente, ora si anima ulteriormente, lentamente, comincia a vibrare, ad alzare la testa.. l’asta si gonfia poco a poco, si allunga, si indurisce, si erige, sta per diventare un bastone di carne dura.. tutto questo, sotto i miei occhi,
senza alcun aiuto, solo grazie alla libidine che pervade l’uomo nel sapersi guardato
Certamente ciò che sconvolge maggiormente l’uomo &egrave proprio la consapevolezza di esser ‘costretto’ ad esibire le sue intimità a una donna (e non sa che le donne sono due, di cui una particolarmente ghiotta !!!)
L’erezione procede costantemente.. in breve &egrave al massimo’..
L’uomo ormai preda dei sensi, ora ostenta questo suo notevole attributo’
L’uccello, testo quasi in verticale, ha assunto proporzioni sicuramente superiori alla media.
Io non ne sono del tutto consapevole, ma istintivamente la giudico eccezionale’ e poi, mi dico, i due che ho già visto erano ben misera cosa al confronto’. Che fossero entrambi poco dotati ? O sarà questo ad essere addirittura eccessivo ? certo che, penso, per prenderlo nella passera’..mah, forse meglio quello di Giorgio’..
La capo-sala, tossicchiando imbarazzata, lascia frettolosamente la sala.
Il prof, un po’ sornione, fa trascorrere qualche minuto’.
Il paziente, resosi conto che la donna ha lasciato la stanza, sta rilassandosi’. Il suo uccello sta ammosciandosi’.
Ora &egrave a riposo e , pur se sempre di abbondanti dimensioni, fa così meno impressione.
Tutto sembra volgere alla calma, alla normalità’.
Ma il prof si accorge della mia presenza’.
‘che ci fa lei li ?’ mi apostrofa
‘nessuno mi ha detto cosa fare’.’ rispondo
Manco a dirlo, immediatamente il mio sguardo va ai genitali del paziente’..
Si’ ecco che sta ridestandosi’.. &egrave chiaro che &egrave la presenza femminile a determinare la cosa’..
Purtroppo però non mi &egrave possibile assaporare nuovamente lo spettacolo.
Il prof mi liquida
‘E’ meglio che esca, altrimenti il nostro paziente”’ il prof non termina la frase, ma non ci vuol molto ad immaginare il prosieguo’.
Io, forzatamente, esco.
Solo allora mi rendo conto dello stato delle mie mutandine, fradice all’inverosimile’.
A sera, a casa, ho pensato lungamente a quell’uccello impennato, a quell’uomo turbato, eccitato’. E non ho contato gli orgasmi che mi sono procurata avendo nella mente la scena’..

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