Skip to main content
Racconti Erotici

Dolcemente 1

By 18 Giugno 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Martina è un’allieva. Nonostante non sia più giovanissimo insegno a domicilio, nella scuola normale non trovo spazio. A Martina do ripetizioni di letteratura. Nonostante abbia appena compiuto 19 anni è una ragazza ancora casa e scuola. Niente ragazzi, niente casini, poche amicizie. D’altro canto ha un misterioso cinismo. Quando le faccio leggere dei testi per approfondire un argomento, soprattutto parlando del romanticismo, spesso capita di trovare brani pieni di passione, di trasporto, emotivo e fisico. Lei storce il naso, non sembra schifata, piuttosto incredula.
– Che c’è Marti, non ti convince? – No, secondo me sono tutte scemenze, l’amore di cui parlano io non l’ho mai visto. – E la passione? – Non so cos’è. – Beh spero che alla tua età tu lo scopra presto!
Martina mi guarda storto, come se non fosse roba per lei. Peccato. Perché senza saperlo è bellissima. Porta dei top che lasciano intravedere il seno e porterà almeno una terza abbondante o una quarta. Ha degli occhi chiarissimi e labbra carnose. E un po’ di carne distribuita qua e là che la rende morbida ma non robusta.
– Scusi Massimo, senta, la prossima settimana noi siamo via, Martina è in casa, le scoccia venire a farle lezione ugualmente? – A me? Se non crea problemi a voi, o a Martina, a me non ne crea. – No, si figuri, ormai è di famiglia.
La settimana successiva suono al campanello come sempre, lei mi accoglie con lo stesso sguardo sempre un po’ stupito. Ma oggi non andiamo in studio come sempre.
– Che succede Marti? – Dobbiamo salire di sopra, oggi dobbiamo scrivere un’analisi del testo, il computer è in camera.
La seguo lungo la scala, le sue natiche davanti a me mi fanno sobbalzare il cuore e mi manca il respiro. Non credo che lei se ne sia accorta. Entra in camera e accende il computer. Non avevo mai visto camera sua. È piccola e ordinata, semplice, niente poster, solo tanti libri ammassati ovunque. Il letto è leggermente sfatto.
– Scusa il disordine. Sono da sola oggi e non ho avuto tempo di sistemare, appena arrivata da scuola ho mangiato e mi son messa a studiare.
Apre un motore di ricerca e digita il nome dell’autore e del brano che dobbiamo Si siede sulla seggiola davanti al computer, e io con la scusa che non vedo bene mi siedo molto vicino a lei, abbastanza da toccare la sua gamba con la mia. Lei non si sposta, anzi, mentre stiamo leggendo il brano, e ci siamo un po’ curvati entrambi verso il computer, appoggia il braccio sul mio ginocchio, come per sbaglio, come non si fosse accorta che sta lì, o forse non se n’è davvero accorta. Sfioro il suo braccio con la mia mano e lei improvvisamente smette di
leggere il brano. Mi guarda intensamente.

– Cosa c’è Marti?
– Max. C’è una cosa che ti voglio chiedere.
– Certo dimmi, qualcosa ti preoccupa?
– Sì e no. Ho pensato a una cosa che mi hai detto la settimana scorsa.
– Che cosa?
– Secondo te sono bella?
– Certo, sei una bellissima ragazza.
– E perché allora non piaccio a nessuno?

Improvvisamente le si increspano le labbra e comincia a piangere. Le carezzo il viso e i capelli.

– Ma chi te l’ha detto Marti che non piaci a nessuno?
– Le mie amiche hanno tutte il ragazzo, io no. Perché dicono che sono troppo seria.
Dice con la voce un po’ rotta.
– Il fatto è che…
Scoppia a piangere più forte e dolorosamente. Le stringo le mani, come farebbe forse un fratello maggiore ma in questo momento quello che mi smuove dentro è tutt’altro.
– Che? Che succede Martina? Che cos’è che ti fa soffrire tanto?
– CHE SONO VERGINE!
– Oddio, e allora? Quale è il problema?
– Il problema sono i ragazzi. Pensano che siccome sono vergine sono imbranata, ma se nessuno vuole stare con me come faccio a imparare?
– Ma non c’è niente da imparare Marti. Il corpo sa come muoversi. Ma tu hai paura? Quando qualche ragazzo si è avvicinato a te hai provato a vedere se ti piaceva oppure sei scappata?
– Ci hanno provato, ma sono scappata perché non sono capaci, i maschi vogliono solo scopare e io…non so cosa voglio. Non so se voglio stare con un ragazzo, ma non voglio uno che mi stantuffi e mi faccia male.

Non dovrei. Passano dieci anni fra noi, è adulta ma ancora è impaurita come un’adolescente. Ma quello che mi si muove dentro non posso fermarlo.

– Marti. Io…non sono un ragazzetto. Tu mi piaci. Non te l’ho mai detto. A me piacerebbe fare l’amore con te.

Martina ha smesso di piangere. È rimasta stupita. Forse voleva. Forse sperava ma non ci credeva. Forse cercava solo una spalla su cui piangere.

– Tu Max? Noi…?
Mi guarda, incredula, vuole, non vuole.
– Mamma e papà non tornano fino a sera, tu devi lavorare dopo?
– No, oggi è l’ultima lezione.
– Faresti piano?
– Sì Marti.
– E mi insegneresti qualche trucco?
– Non ci sono trucchi Marti. Posso insegnarti come mi piace essere toccato. Ti masturbi mai?
Arrossisce.
– S..sì…
– Allora anche tu puoi insegnare a me come ti piace essere toccata.
– Non lo so…non mi tocco mai..lo faccio…col cuscino…

Si fa silenzio. La guardo negli occhi a lungo. Poi le mie mani sfiorano le sue, risalgono lungo le braccia, le accarezzo il viso, poi la nuca. Ha un brivido. La bacio, la mia lingua vortica nella sua bocca e e la sua lingua si muove insieme alla mia. Dei brividi ci percorrono lungo a schiena. Senza staccarmi da lei la prendo per mano e la faccio alzare, poi la faccio sdraiare sul letto sfatto. Le alzo leggermente la maglietta, le accarezzo la pancia. Sento calore venire dai suoi leggings, tra le gambe. La mia mano esplora sotto la sua maglietta e arriva al reggiseno…non ce l’ha..i seni sono liberi sotto il top, con le mani accarezzo dolcemente il suo seno, poi alzo un po’ la maglietta e la bacio…sull’ombelico, sulla pancia, sui fianchi, sul seno…finalmente quelle tette meravigliose che avevo sempre spiato escono dal top e le lecco in ogni centimetro. Martina ansima, mugola.
– Max…Max…mi piace, aiuto…mi piace…
So cosa vuole. Vuole che la liberi in fretta di quell’eccitazione, che sta esplodendo. Le abbasso i leggings e insieme le mutandine e mi trovo davanti la sua dolcezza, paffuta, grondante, profumata, con tanti peli sul pube. Voglio assaggiarla, lecco lungo la sua fessura e Martina
sobbalza. Bevo i suoi umori, infilo la lingua dentro la fica, e la muovo dentro circolarmente, per bere tutto quelle che ha dentro, poi al passo al clitoride che non smette di produrre liquido, bevo e Martina accompagna col bacino il ritmo della mia lingua, sempre più veloce,
ancora, ancora, finché grida, e trema tutta. La bacio in bocca, le faccio sentire il suo sapore, lei mi stringe forte e ha dei sobbalzi. Piange.
– Oddio…oddio..grazie…
– Abbiamo appena cominciato Marti. Ora devi fare tu una cosa per me.
Mi levo i pantaloni e le mutande. Il mio cazzo e fradicio e eccitatissimo. Lei sta avendo gli ultimi spasimi dell’orgasmo e si mette seduta vicino a me.
– Cosa devo fare?
– Vuoi fare le cose bene?
– Sì.
– Allora prendilo delicatamente, infila in bocca solo la parte sopra, quella rossa, non sfiorarla coi denti, fa male, usa tanta saliva e leccalo lentamente. Quando sentirai che spruzzo non avere paura, tienilo in bocca per un istante, senti se ti piace, e poi ingoialo.
– Ok.
Martina mi lecca dolcemente la cappella, la sua lingua è calda, la sua bocca accogliente e bagnata, non resisto molto, e non voglio nemmeno, voglio donarle tutto. Dopo un paio di minuti vengo nella sua bocca e lei ingoia, felice. È rossa in viso, eccitata, le piace, è felice.
Martina è rossa in viso e bellissima. I suoi seni mi fanno impazzire, sono così belli morbidi e profumati che commuovono. Le accarezzo il viso, la bacio dolcemente, mi tolgo i vestiti sopra, ora siamo nudi sul suo letto, sdraiati entrambi. Lei non sa come muoversi, è imbarazzata, io la avvicino a me, la abbraccio, bacio il suo collo, la sua nuca.

– Come stai Marti?
– È stato bello, è stato forte, tremo tutta, è stato bello sentirti godere.
– Anche per me è stato meraviglioso sentirti godere.

Mi alzo per aprire leggermente la finestra, le tende sono accostate, ma è giorno ed entra un po’ di brezza.

– Sei sicura Marti? Vuoi fare l’amore?
– Si Max, ho paurissima, ma voglio provare.

E la sento molto tesa. Cerco di stringerla, di baciare lentamente il suo corpo. Le accarezzo i seni e lentamente li bacio, poi lecco i suoi capezzoli, pianissimo, lei spalanca la bocca e ansima. Mentre le lecco le tette la mia mano accarezza la sua schiena, le natiche, ha un culo sodo e liscio. Il mio pene sfiora leggermente la sua pancia, poi la passerina leggermente bagnata, Martina ha un sussulto.

-Marti, voglio che respiri lentamente, il più lentamente possibile, ok?
– ok…

Il suo corpo piano piano si rilassa, le mie dita accarezzano le piccole labbra e entrano leggermente nella fica. Poi le faccio allargare piano le gambe e lentamente la penetro con la punta del pene, la sua eccitazione cresce e si bagna di più, riesco a entrare sempre più dentro di lei, fino a sentire che l’imene si apre e improvvisamente affondo interamente in lei. Ha un sussulto ma non sembra per il dolore dell’imene, più per l’emozione dell’essere qui ora.
Infilo un preservativo, e rientro lentamente in lei, mi sto muovendo pianissimo perché voglio che senta fino al più piccolo movimento, tiene gli occhi chiusi, e ansima.

– Marti, dammi le mani, mettiti seduta su di me senza sfilarti, e abbracciami…ora hai tu il ritmo, seguilo.

Lei non risponde ma fa come le ho chiesto e mi stringe, le nostre lingue si uniscono, diventano una cosa sola, sento che il suo bacino si muove sopra di me, che il suo corpo trema, e le scappa un gridolino di piacere. Intreccia le ginocchia dietro di me e affonda le unghie nella mia schiena. Sta piangendo di commozione e anche io. Poi ha uno scatto e mi getta sdraiato sul letto e mi cavalca. Dalla sua gola ormai escono suoni sempre più rochi e profondi, e i suoi fianchi sono un’onda che si frange ritmicamente si di me finché il suo corpo inizia a tremare.

-Max…Max…sto per venire, sto per venire..
– si tesoro vieni…

Grida, grida e mi infradicia dei suoi umori. Sento la sua vagina contrarsi intorno a me, mentre lei piange per l’orgasmo fortissimo ..

– Max vieni ti prego, vieni anche tu…

Il preservativo spesso mi rende insensibile il pene, ma stavolta sono preso dal cuore, non dal cazzo, l’orgasmo sento che sto per averlo nel petto. Le prendo le spalle e la faccio sdraiare, tengo le sue gambe sui miei avambracci e la penetro sempre più profondamente finché grido anche io, fortissimo, un orgasmo che mi scuote fin dentro all’anima. Ancora tremante esco da dentro di lei, sfilo il preservativo, ci mettiamo a 69 e lecchiamo gli ultimi umori di entrambi, finché non siamo dissetati.

Leave a Reply