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ELENA E GIOVANNA IN TRENO

By 26 Febbraio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Viaggio spesso , per lavoro , fra Roma e Milano.
Non so per quale contrattempo quel giorno fui costretta a prendere il treno anziche il solito
aereo. Dovevo essere a Roma il mattino dopo e decisi di prenotare
una poltrona .Non optai per la cuccetta, non c era tempo per dormire e sul
mio portatile avrei potuto lavorare durante il viaggio.
Mi accomodai in uno scompartimento semi nuovo e
completamente vuoto. Presi possesso con gioia del mio piccolo salottino e mi misi
perfettamente a mio agio , dopo aver sistemato borse e borsette in attesa della
partenza.
Pochi minuti prima del fischio del capostazione, una ragazza
apri la porta dello scompartimento e chiese se poteva sedersi.
Senza nascondere il mio lieve disappunto la invitai ad
accomodarsi : speravo gia di essere sola e invece dovetti far
posto alla signorina.
Effettivamente non era una compagna di viaggio sgradevole.
Giovanissima, alta e longilinea, lunghi capelli castani che
incorniciavano un visetto sensuale. Minigonna vertiginosa a maglietta molto
scollata lasciavano indovinare un fisico mozzafiato.
Si sedette di fronte a me con un sorriso e , dopo essersi
sistemata , si mise a leggere un
giornale.Ripresi ad occuparmi del mio pc , ma mi resi conto ben
presto che la signorina non leggeva il suo libro. In verita mi lanciava
sguardi di sottecchi e spiava ogni mia mossa.
Lusingata da tutte queste attenzioni , continuai a lavorare
ma pensai bene di accavallare le gambe in modo che si intravvedessero fino all elastico le mie
calze scure autoregggenti .
Se la ragazza voleva provarci non mi sarei certo tirata
indietro.E puntualmente la signorina attacco bottone.
Mi disse di chiamarsi Elena. Racconto che stava raggiungendo il suo ragazzo a Roma ed
altre amenita del genere.
Poi comincio a brontolare perche sentiva caldo.
Effettivamente l aria condizionata della carrozza era guasta e anche io mi
sentivo soffocare.
Con la scusa di cercare in valigia qualcosa per rinfrescarsi
si alzo e si struscio contro il
mio corpo.Io ero seduta proprio sotto la reticella che reggeva i suoi bagagli
-Mi scusi…ma non ce la faccio
Sali , senza
scarpe , sul sedile accanto al mio e mi offri , da sotto . lo spettacolo delle
sue gambe e del suo minuscolo perizoma. Indugio per parecchio tempo in questa
posizione sperando che io dessi una lunga occhiata a cio che dovevo vedere.Scese dal sedile e con un fazzolettino imbevuto di
detergente , prese a rinfrescarsi il viso , le braccia, i polsi.
Infilo la mano anche fra i seni …per mostrarmi che non
aveva il reggiseno , rinfresco le ascelle e ando avanti con questa pantomima con la chiarissima intenzione di farsi guardare e di mostrarsi a me.La lasciai fare per un poco e poi trovai l appiglio per
intavolare un altro tipo di conversazione.
Le chiesi se era innamorata del suo ragazzo, se avevano
deciso di sposarsi ..e poi ..come sappiamo fare noi donne, cominciai a spostare l argomento su domande
piu INTIME sorridendo e ridendo con lei.
Elena fu aperta e disponibile e mi disse che le piaceva molto
il sesso , era eterosessuale , ma spesso aveva avuto (ed aveva tuttora)
esperienze lesbo con una compagna di camera all universita e che la cosa le
piaceva tantissimo.
Aspettavo solo quella che era gia una certezza.
Le sorrisi e cambiai posto, mettendomi di fianco a lei.
Sorrise e , passando al tu mi mormoro qualcosa come: Cosa
mi farai ora, bella signora ? Ho
capito subito che sei una donna sensuale e calda e questa notte potremmo
giocare invece di annoiarci su questo stupido treno.
Le chiusi la bocca con un bacio , subito la mia lingua si
perse nella sua e lei rispose alle mie stimolazioni come una vera porca. Fammi
tutto cio che ti piace. Sono in calore.
Mi sussurro fra le labbra.
La spogliai piano , con dolcezza. Le tolsi la maglietta e
quasi venni nel vedere quei seni giovani e sodi , dai capezzoli bruni , grossi
e molto sporgenti.
Le tolsi anche la gonna dopo avere chiuso a chiave la porta dello scompartimento e
le sfilai il perizoma.Sorridendo Elena si sdraio sui tre sedili liberi a si
offri a me in tutto il suo splendore.
Non avevo mai visto
un corpo cosi perfetto.
Le leccai il collo , scesi piano alle ascelle, volli
leccarla proprio sotto le ascelle, mi spostai su quei magnifici capezzoli ,
leccai a lungo il seno finche decisi di succhiare un capezzolo , ormai turgido
ed eccitato.Era come prendere il latte dalla mamma. Mi riempiva la bocca
quel magnifico pezzetto di carne scura.
Elena gemeva e mugolava in estasi.
La succhiai per un tempo infinito finche lei prese la mia testa fra le mani e la
spinse giu verso il ventre. Era completamente depilataé..con le mani scostai
dolcemente le labbra del suo sesso e cercai con gli occhi il clitoride.
Un cazzetto sporgente e di notevoli dimensioni mi venne
incontro, gonfio di voglia.Lo afferrai con le labbra e succhiai , come si succhia un bel
cazzo , fino a portarla all orgasmo.Era sudata ..la piccola troia , ed aveva goduto con la mia
lingua esperta e sapiente.Ora
tocca a te ‘ mi disse.FINALMENTE, pensai con lussuria.
Mi aiuto a spogliarmi ma volle lasciarmi le calze perche la
eccitavano.Mi guardo’a
lungo con cupidigia affermando che una donna della mia eta poteva essere
estremamente bella ed eccitante . Mi spinse a sedere sulla poltrona e mi chiese
di aprire le gambe e di masturbarmi.Lo feci con gioia e
le feci godere lo spettacolo del mio dito che sa stimolare il clitoride
con maestria fino a costringermi ad inarcarmi con violenza raggiungendo l orgasmo.Si tuffo ai miei piedi e si infilo fra le mie cosce
iniziando a leccare i miei succhi , il mio clitoride, le mie labbra gonfie e
rosse per il piacere. Si aiutava con due mani tenendomi spalancata e lascivamente
impotente di fronte a tutto questo godimento.
Mi fece alzare in piedi e , da terra, dove lei si trovava ,lecco
tutta la mia fica fino al culetto.Si soffermo a lungo sul buchetto rugoso , lo umidifico per
bene e vi infilo un meraviglioso
dito mentre con la lingua tornava a succhiarmi il clitoride e a leccarmi
tutta.
Improvvisamente si fermo. Gemetti per la delusione. Frugo
in modo forsennato dentro al suo beauty case e torno ad occuparsi di me.Ma nelle mani stringeva un gigantesco flacone , sembrava
lacca per capelli , o forse deodorante. Le chiesi che intenzioni avesse.
Voglio scoparti ‘ rispose maliziosa.
Prese della crema Nivea e inizio a spalmare con cura quell
oggetto enorme.
Ne avevo quasi paura. Non che mi faccia paura un cazzo
particolarmente grosso, anzi …
Ma mi
preoccupai : il giorno dopo non potevo permettermi di presentarmi alla
Convention con la fica sanguinante
o spaccata dai giochi di quella piccola furia.
Al contempo mi bagnavo alla sola idea di quell attrezzo che
mi avrebbe sfondata.
Il flacone aveva un diametro di almeno sette – otto
centimetri.E la circonferenza?Meglio non approfondire la misura di quel cazzo
improvvisato. Mi lecco ancora e ancora fino a farmi godere e quando capi
che ero pronta sentii il coso che forzava l apertura della mia fica.
Ma era stato sapientemente lubrificato e in un attimo mi
penetro.Uno spasimo involontario mi fece gemere. Lei intui che
poteva insistere e lo spinse dentro, quasi tutto.
Un piacere folle mi prese..Lei succhiava con ingordigia il
mio clitoride mentre mi scopava con quell oggetto spaventoso.
Avevo la fica in fiamme, il cervello fuso , il corpo galleggiava sopra di me
e giunsi all orgasmo perdendo ogni ritegno e gridando alla faccia degli altri
passeggeri che potevano sentirci.
La baciai a lungo , dopo , la accarezzai dolcemente e lei ,
la gattina , si fece coccolare.
Ci addormentammo per un pocoé.poi il controllore busso.
A Roma ci
scambiammo i numeri di telefono con la promessa di rivederci e , durante la
Convention , vi confesso , ebbi qualche problema nello stare seduta .
La fica pulsava ancora e faceva un pochino male , ma il
pensiero di quella nottata era la cosa peggiore da sopportare. Intendo dire
che non fui molto attenta ne concentrata sul lavoro di quella faticosissima
giornata di lavoro.OVVIAMENTE

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