Skip to main content

Eva – Capitolo 4 – Tara laschiava

By 1 Luglio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Tara continuava a lasciarmi messaggi nella segreteria telefonica, ma non li degnai di nessuna attenzione, volendo lasciarla crogiolare nel suo stesso brodo, fatto d’attesa e dalla paura di perdermi.
Sapevo che negarmi a lei almeno qualche giorno, era l’unico sistema per poterla poi portare al guinzaglio da Angelica, per usarla come nostra schiavetta e soddisfare così ogni nostro sghiribizzo sessuale.
Quando decisi di rispondere ad una sua chiamata la sua voce era un misto di ansia e paura, come se aspettasse qualche brutta notizia.
‘Eva come mai non mi hai chiamato, ti ho lasciato diversi messaggi.’ mi chiese con voce tremolante.
‘Avevo da fare.’ le risposi tagliando corto.
‘Non &egrave che eri con quella la ?’ mi domandò con una non velata punta di gelosia.
‘No ma sarebbero in ogni caso cazzi miei, non devo certo render conto a te con chi vado a letto. Ora dimmi cosa vuoi e fallo in fretta, ho molto lavoro da finire.’ le risposi in modo brusco.
‘Volevo vederti, tutto qui.’
Il timbro della sua voce era diventato tenue, tanto che sembrava più un’implorazione che una normale richiesta.
‘Vieni da me alle otto.’ le dissi quasi ordinandoglielo ‘Ma ti avverto, stasera ti porterò oltre i tuoi confini, ti farò vedere quanto sei troia dentro, e godrai del tuo essere puttana. Potrai andartene quando vuoi, questo &egrave sottinteso, ma in questo caso non mi rivedrai mai più, sono stata chiara ?’
‘Si si, allora a stasera.’
Chiusi la comunicazione senza neanche salutarla, e per alcuni minuti mi godetti il primo traguardo raggiunto, Tara era ormai nelle mie mani, e stava a me non lasciarmela sfuggire.

L’ora dell’appuntamento arrivò senza che quasi mi rendessi conto del passare delle ore, immersa com’ero nei miei pensieri, e il suono del citofono mi riportò alla realtà.
‘Sono Tara.’
‘Entra &egrave aperto, sono nel mio studio.’
La vidi arrivare alla porta fasciata in un aderente abito verde, che oltre ad esaltarne le giunoniche forme, le lasciava scoperti solo i piedi, rendendola estremamente sensuale.
‘Togliti il vestito e avvicinati.’ fu il mio primo ordine.
Tara si sfilò l’abito molto velocemente, rimanendo con un bustino che faceva sembrar ancor più grosse le sue già notevoli tette, e un perizoma fin troppo ridotto.
‘Infilati sotto la scrivania e leccami le mutande.’
Lei non ebbe nessuna esitazione nell’inginocchiarsi e mettersi sotto il mio tavolo da lavoro, mentre a me bastò aprire le gambe per far risalire la mini, e lasciar scoperto il velatissimo slip che indossavo.
Sentii subito la sua lingua bagnarmi le mutandine, per cercare di rendere invisibile quella sottile stoffa che la divideva dal mio sesso. Tara la teneva quasi penzoloni come se dovesse leccare un gelato, rendendosi così ancor più sottomessa ai miei occhi.
‘Sei proprio una cagnetta incapace !’ le dissi quasi urlando ‘Non mi stai facendo godere per nulla !’
‘Ma Eva, hai ancora gli slip !’ mi ripose cercando di scusarsi.’
‘No &egrave che tu devi esser ben stimolata per rendere al meglio. Ora alzati e piegati in avanti sulla scrivania.’ le ordinai spingendo indietro la mia poltrona ‘Vediamo se con qualche scapaccione capisci cosa devi fare.’
La mia schiavetta si sistemò velocemente come da me richiesto, allargando quel tanto le gambe per renderla ancor più oscena. Le accarezzai il suo bel sedere apprezzandone le forme, poi senza alcun preavviso le mollai due ceffoni sulle natiche con entrambe le mani.
‘Ahi così mi fai male !’ cercò di protestare senza però muoversi di un dito.
‘Taci e pensa a tutte le volte che ti sei piegata in avanti solo per farti inculare dallo stronzo di turno. Però a te non basta prenderlo nel culo.’ le dissi a bassa voce mentre le accarezzavo nuovamente le chiappe ‘Non godi solo col cazzo, tu devi essere trattata come una schiava, provi più piacere nel dolore e nell’umiliazione che a farti riempire fica e culo.’
Continuai ad alternare ceffoni e carezze sul suo fondoschiena, mentre i suoi gemiti divenivano sempre meno sommessi.
Quando le feci ben entrare il filo del perizoma fra le grandi labbra, queste apparvero ancor più lucide dei suoi umori, e a quel punto decisi di fare un passo in avanti. Mi andai a sedere sulla mia poltrona, ordinando poi a Tara di mettersi sulle mie ginocchia, come una ragazzina che dev’essere punita per qualche marachella.
Impiegai non poco tempo a sistemarla per bene data la sua mole, ma una volta che ci riuscii comincia subito a sculacciarla con forza, colpendo soprattutto la parte inferiore delle natiche, che divennero di un bel rosso acceso.
‘Sai &egrave stata per me una fortuna che tu non abbia mai incontrato un uomo tanto perspicace da capire che razza di cagna sei.’ le dissi mentre la battevo ‘Saresti diventata una di quelle slave che si vantano di quante ne prendono con le altre decerebrate come loro.’
‘La mia fortuna sei tu.’ mi rispose stringendo i denti.
‘E io ti farò diventare una brava schiavetta brava a leccare fiche e culi. Perch&egrave avrai già capito che ti dividerò con Angelica, ed insieme ti useremo per il nostro piacere.’ le dissi sfiorandole la micia umida ‘Che sarà anche il tuo visto come sei bagnata.’
‘Dividimi con chi vuoi, ma non mi lasciare, senza di te mi sento persa.’
‘Basta che mi obbedirai sempre, ora rimettiti sulla scrivania come prima, ma togliti il bustino.’
Tara si alzò come una molla e si sganciò il corpetto, per poi piegarsi sulla scrivania con le gambe ben aperte.
Presi dalla mia borsa una grossa spazzola per capelli, e ripresi a batterla con quella, mentre con la mano libera le palpavo delicatamente un seno.
‘Con questa bambola di carne ci vuole bastone e carota.’ pensai fra me e me ‘Ma stai tranquilla che dopo ti sfonderò come non ti era mai successo.’
La colpii sulle natiche sino a farle diventare quasi viola, fermandomi solo ogni tanto per farle sentire il manico nulla passera, senza però mai penetrarla.
Ormai era ben chiaro quanto godesse nell’essere picchiata, anche se non in maniera violenta, non solo gemeva senza sosta, ma non mi chiese mai di smettere.
A quel punto volli però godere anch’io, e non solo col sapere che l’avevo piegata ad ogni mia volontà. Le infilai tutto il manico della spazzola nella fica facendola quasi venire, poi aprii un cassetto della scrivania, e tirai fuori un collare ed un guinzaglio.
‘Questo &egrave per ricordarti che sei la mia cagnetta.’ le dissi mettendole il collare ‘Ora seguimi in camera camminando a quattro zampe.’ conclusi agganciando il guinzaglio.
Vederla camminare gattoni, con quella spazzola che sembrava quasi una coda, mi fece un po’ ridere, ma non appena arrivammo alla mia camera tornai ad essere seria ed inflessibile.
‘Sdraiati al centro del letto.’ le ordinai mentre mi spogliavo, per poi dirigermi verso di lei tenendo la cintura del vestito in mano.
Mi andai a sedere poggiando pesantemente le natiche sulla sua pancia, per toglierle il fiato prima d’iniziare a frustarla, senza però metterci troppa forza, con la cinghia vicino a dov’era rimasta la spazzola.
‘Ora renditi utile.’ le dissi spostandomi all’indietro sino a metterle la passera praticamente sulla faccia ‘Leccami la fica e fammi godere.’
Lei non rispose neppure, ma iniziò a farmi sentire la sua lingua su tutto lo spacco, con lunghe e lente leccate come sapeva piacere a me.
Da quella posizione le sue grosse tette divennero un richiamo irresistibile, così le tirai prima i capezzoli, poi le colpii il seno con la cintura, lasciandole qualche bella striatura.
‘Scommetto che non vedi l’ora che t’inculi vero troia ?’ le domandai colpendola nuovamente sulla micia, ma questa volta con un po’ più di forza.
‘Fammi ciò che vuoi, ma fammi godere.’ mi rispose proprio mentre la colpivo dall’altra parte della spazzola.
‘Allora mettiti a pecora, la posizione giusta per una puttana del tuo calibro.’
Mentre lei si metteva carponi, io presi dal mio cassetto preferito un plug e un frustino, e come si fu sistemata a dovere le infilai il cuneo anale nel buchetto, forzandolo sino a farlo entrare del tutto.
‘Sai avrei voluto essere l’uomo che ti ha inculata per primo.’ le dissi mentre la frustavo sul solco delle chiappe, facendo si che la paletta finisse fra il plug e la spazzola ‘Chissà come ha goduto sentendosi il cazzo risucchiato fra le tue chiappe, e come ti dev’essere piaciuto sentirti così troia per la prima volta, perch&egrave lo so che hai goduto anche tu non &egrave vero ?’
‘Si ma all’inizio ho sentito solo un gran dolore.’ mi rispose contorcendosi da quel misto di dolore e piacere che amava tanto ‘Poi però ho goduto con lui, tant’&egrave vero che dopo che mi ha sborrato dentro ha voluto che lo spompinassi per incularmi di nuovo.’
‘Sei proprio una gran puttana, ma su questo non avevo dubbi, e fra poco ti farcirò come merita una zoccola del tuo calibro. Proprio stamattina ho comprato un nuovo giochino che fa giusto al caso tuo.’
‘Ti prego prendilo e usalo su di me.’ m’implorò girando la testa.
‘Lo vuoi sul serio ?’ le domandai come se non sapessi affatto la risposta.
‘Si fallo anche se devi farmi male.’
Così mi alzai dal letto per tornare al mio piccolo sexy-shop, da dove tirai fuori uno strap-on dotato di due falli, sistemati uno sopra l’altro, per poi ungere quello superiore con del lubrificante.
Tornai da lei per sfilarle sia il plug che il manico della spazzola dai suoi bei buchi, per poterla finalmente scopare come desideravo sin dal momento in cui era entrata in casa.
Far entrate i due dildi fu abbastanza facile, la sua fica grondava d’umori e il buchetto posteriore era stato ben dilatato dal plug, quindi mi scatenai su di lei come una furia.
Tirandola per i capelli la fottevo mentre la frustavo con la cinghia le natiche, facendola urlare come una pazza, ma impedendole di godere sino in fondo.
‘Non provare ad avere un orgasmo o tolgo i dildi e uso le mani !’ le dissi minacciosa.
‘Ma Eva mi stai facendo godere troppo per trattenermi !’
‘Non m’importa un cazzo se ti piace, tu puoi venire solo se lo dico io !’
Quando vidi che non riusciva più a trattenersi mi fermai lasciandola insoddisfatta e vogliosa come non mai.
‘Eva ti prego fammi venire.’
‘Lo vuoi capire che sei solo una schiava ? Vuoi iniziare a obbedirmi ?’
‘Si farò tutto quello che vuoi, ma ti supplico non lasciarmi così…’
‘Accetti di diventare solo bocca fica e culo sia per me che per Angelica, di obbedire sempre ai nostri ordini senza obbiettare mai, e di godere quando ti sarà permesso ?’
‘Si si tutto quello che vuoi.’
Le feci mettere le mani sul testaletto in ferro, quindi le afferrai i fianchi e ripresi a scoparla con ancor più foga di prima. Sentivo le sue enormi tette sbattere ad ogni mio affondo, le natiche schiacciarsi contro il mio ventre ogni volta che affondavo in lei i due falli, facendola urlare di piacere.
Non mi fermai neanche quando la sentii arrivare all’orgasmo, anzi aumentai il ritmo quasi le volessi togliere l’aria che respirava, portandola in breve ad un nuovo picco del piacere, forse più tempestoso del primo.
A quel punto volle godere anch’io, anche per vedere se la schiavetta aveva compreso sino in fondo la lezione.
‘Ora vedi di dare un po’ di piacere alla tua signora.’ le dissi mentre mi toglievo lo strap-on per poi sdraiarmi sul letto ‘Inizia coll’adorare i miei piedi, ma rimanendo a pecora e lasciandomi i tuoi buchi a disposizione.’
Tara si girò mettendo il suo sontuoso culo a portata di mano, e allungandosi per arrivare a leccarmi i piedi, ed iniziare a succhiarmi le dita passandoci anche la lingua in mezzo.
Il vederla così sottomessa mi eccitò tantissimo, e ben presto avvicinai la sua bocca al mio monte di Venere, dove la sua lingua si trasformò in una frusta impazzita, capace di colpire ogni anfratto più nascosto, portandomi in paradiso. Ogni suo colpo di lingua era un passo in avanti su quella scalinata della quale all’inizio non vedevo la conclusione, ma che alla fine mi portò alla porta del piacere supremo, in un turbinio di fuochi d’artificio che illuminavano la lussuria più pura.
Quando mi ripresi la girai sul letto, sdraiandomi poi sopra di lei, e la baciai come non avevo mai fatto, in modo selvaggio, ma estremamente passionale. Sfregai la mia micia contro la sua facendo eccitare entrambe, mentre le nostre lingue s’intrecciavano.
Alla fine mi sdraiai al suo fianco, presi la sua mano e la portai sulla mia passera, per poi mettere la mia sopra la sua. Ci masturbammo così a vicenda senza mai smettere di baciarci, come due ragazzine alla prime esperienze saffiche, ma godendo come due donne che sanno bene cos’&egrave il piacere e come raggiungerlo.
Arrivammo insieme all’ultimo orgasmo della serata abbracciate l’un l’altra, senza più distinzioni di ruoli, ma a quel punto ero stanca e bisognosa di riposo.
‘Ora vattene, devo riposare, ma aspetta una mia chiamata. Quando ti telefonerò dovrai eseguire ogni mia direttiva senza alcuna obbiezione, ma tanto sai già quel che succederà.’ le dissi alzandomi dal letto e dirigendomi verso il bagno.
‘Si Eva, come vuoi tu.’ mi rispose cercando di riappropriarsi dei vuoi vestiti, per poi rivestirsi, ed andarsene senza dire più nulla.
Mi buttai sul letto e accesi una sigaretta, certamente la serata non avrebbe potuta andare meglio, avevo raggiunto il mio scopo e ben presto mi sarei divertita con Angelica ad usare quella troia di Tara ormai sottomessa alla mia volontà.
Mandai un mail alla mia amante prima d’addormentarmi, e senza aspettare la sua risposta, sapendo che sarebbe stata lei a chiamarmi, e che presto l’avrei avuta di nuovo fra le mie braccia.

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/

Leave a Reply