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Racconti Erotici

From my astral travels, January 29th, 1935.

By 5 Febbraio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

From my astral travels, January 29th, 1935.

C’era una volta una cara giovane, che aveva i capelli verdi, come i prati di primavera, il volto suo era diafano e rifletteva l’avvenenza, nonché la perfezione di una statua greca.
Ella si esprimeva con la voce del pensiero, volava sopra le case e i palazzi antichi, nessuno mai l’avrebbe vista invecchiare. Si diceva che fosse morta nel 1777, quando la carrozza dei ricchi baroni *** era precipitata da una scarpata, con lei all’interno. L’incidente era stato triste e terribile… I vetri s’erano rotti, il sangue di tre giovani donne bionde aveva macchiato i cocci, i divanetti e tutti gli abiti dei presenti; s’era udito un grido disperato, qualcuno aveva pianto, pianto, pianto!
Poi era arrivata la morte, che aveva portato tutti via con sé.
La cara giovane dai capelli del colore dei prati era nata in Frisia e, dal giorno dell’incidente, viveva soltanto nella dimensione del pensiero e dell’immenso. Il suo nome d’arte era Elizabeth Love, gliel’avevano dato le stelle, poco dopo la sua morte.
Di quando in quando, ella amava mostrarsi ai mortali. Appariva tutta avvolta in una sorta di nuvola di vapori cerulei, turchini e di perla… Per l’occasione, portava indosso il suo lungo manto nero, dai ricami d’oro, che metteva in risalto l’incantesimo dei suoi capelli e della sua pelle bianchissima e faceva scintillare gli occhi suoi, che erano verdi. Allora, profetizzava agli umani le vicende del futuro, talvolta piangeva insieme a loro… Erano i suoi fratelli, sì, i suoi fratelli… A volte, li abbracciava per consolarli.
Poi se ne andava, spiccando il volo verso i suoi mondi lontani, sereni, felici, che forse nessuno, sulla terra, avrebbe mai potuto immaginare.
Dovete sapere che in una regione sperduta dell’Indocina viveva uno sciamano, amico dei cormorani, dei fiumi e delle fronde. Egli era nato in un giorno di tempesta, pieno di lampi, tuoni e nuvole nere, che correvano, s’inseguivano e muggivano, da un capo all’altro del cielo.
Lo sciamano viveva in una capanna di paglia e un bel giorno ricevette la chiamata dal mondo degli spiriti, from the spirit world. Fu Elizabeth Love ad annunziargliela… Ella gli si mostrò in tutto il suo splendore, si lasciò accarezzare e baciare da lui, che era assai giovane e portava sul volto una maschera di legno, scolpita a mano da artigiani del luogo.
– Sono venuta a chiamarti, ad annunziare i tuoi poteri magici, la tua chiamata al mondo spirituale… Dovrai venire con me, nelle dimensioni del pensiero e dell’immenso, ogni volta che ti chiamerò… Potrai venire anche solo se lo vorrai…
La voce di Elizabeth era dolce e suadente, ad un tempo. I due erano racchiusi in una sorta di nuvola dorata, illuminata da fiamme rossastre.
– Ma se rifiuterai la chiamata – aggiunse lei, mentre i suoi lunghi capelli verdi sfavillavano – il vento della tempesta si abbatterà su di te, distruggerà la tua capanna, gli spiriti del Male non ti concederanno pace e ti faranno soffrire, soffrire, soffrire!
E gli mostrò quegli spiriti, allora incatenati in una pietra nera, ma pronti a travolgerlo, nel caso di un suo rifiuto.
– Ricordati, amico mio, rifiutare sarebbe male, significherebbe non amare…
Così gli sussurrò lei, in un orecchio, prima di concedergli uno dei suoi dolci baci sulla bocca e di lasciarlo.
La capanna dello sciamano rimase intatta, nel cuore verde della giungla, tra le foglie, i fiori e le piante della vegetazione tropicale. S’udivano i versi e i canti degli uccelli e delle scimmie, tutt’intorno. Erano voci magiche, che celavano qualcosa di vago e misterioso a un tempo.
Lo sciamano credette di discernere la vita umana, come in un lampo: era l’aprirsi e il chiudersi di una palpebra, l’apparire e lo svanire di una pupilla, sotto le ciglia. Pareva un solo istante, nell’immensità dell’universo.
Il nostro protagonista accettò la sua chiamata al mondo spirituale. Elizabeth gli promise che lo avrebbe fatto suo, suo, suo… Di quando in quando, ella gli affidava una missione da compiere ed egli la eseguiva, ricevendo sempre in cambio un bacio d’amore da quella giovane donna. Si trattava di salvare i più deboli dalle malvagità, aiutare i coraggiosi, i poveri e gli afflitti. Le forze del Bene e dell’Amore erano destinate a prevalere su quelle del Male, così come i morbidi capelli del colore dei prati della nostra bella erano destinati a sfavillare forte nel buio e nella notte. Sembrava fossero fatti di stelle.
Lo sciamano cominciò a guarire la gente del suo villaggio e quella dei villaggi vicini. Lo faceva ponendo le mani sopra le loro fronti, i loro occhi, i loro volti, spesso segnati dalle sofferenze e dagli affanni.
Le guarigioni avvenivano come per miracolo, sotto le palme verdi, i ligustri esotici, le piante lussureggianti della foresta tropicale, che pullulavano di vita e di prosperità.
L’amore ardeva affettuoso nelle mani dello sciamano, che lo donava a chiunque incontrasse lungo il suo cammino. Accadeva che giovani uomini e giovani donne amoreggiassero fraternamente in sua presenza, chiamandosi per nome o dandosi un caro appellativo sincero.
Quando cadeva in estasi, il nostro stregone mascherato si distendeva nell’amaca che teneva nella sua capanna, delirava appassionatamente, sudava e proferiva al vento i nomi degli spiriti con i quali entrava in contatto. Al ritorno dal suo viaggio, aveva spesso sulle labbra una profezia, che proferiva a gran voce dinanzi al popolo e si avverava sempre.
Una volta, aveva predetto la pioggia e subito dopo c’era stato un temporale. In seguito, aveva annunziato stormi di pappagalli variopinti in volo, che s’erano visti. Poi aveva profetizzato gli aquiloni, dai colori dell’arcobaleno. Tutti li avevano ammirati, lassù nel cielo.
Elizabeth Love non faceva che apparire in sogno al suo dolce amico, al suo vezzeggiato messaggero. In quelle occasioni li avvolgeva una nuvola stellata, mentre lei stringeva il suo caro tra le braccia e gli parlava affettuosamente, mormorandogli:
– Ti amo, sciamano del mio cuore!
– Ma… Da dove vieni? Da quale meraviglioso mondo giungi, perché possa esservi tanta dolcezza nelle tue parole?
Così le rispondeva lui, con queste domande. L’altra gli rispondeva con i suoi baci e le sue carezze fraterne.
I loro colloqui proseguivano con delle reciproche dichiarazioni d’amore, con lei che gli sussurrava negli orecchi le formule magiche, di cui il suo compagno si sarebbe servito nei giorni venturi.
– Amico mio, che l’amore sia con te!
Era con queste parole che l’essere dai capelli del colore dei prati si congedava da colui che amava con tutta se stessa.

Kisses, from my astral travels.

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