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Racconti Erotici

Gli affari – Vecchi racconti di ErosItalia

By 3 Giugno 2022No Comments

Io e Katia, mia moglie, abbiamo un piccolo negozio. Vendiamo scarpe, niente di speciale o di lussuoso, una piccola attività che, sino a qualche anno fa, ci consentiva di vivere bene, senza sfarzi ma dignitosamente. Negli ultimi anni però le cose si sono messe male, gli affari sono diminuiti, le spese aumentate e tutto ha iniziato a peggiorare. Si sa, salire è difficile, ma scendere è semplice, la situazione dopo un inizio non drammatico ha iniziato a precipitare sempre più rapidamente. Vi assicuro che non è facile vivere certe situazioni. Incominci a vedere nero, a perdere ogni speranza e pian piano ti manca anche la forza di reagire, la vita diventa insopportabile, i nostri rapporti tesi, noi angosciati ed irritabili. Una sera di tre mesi fa, verso l’ora di chiusura, stavo nel retro a riordinare, mentre mia moglie stava servendo un cliente. Ad un tratto, la sentii sbraitare e corsi di la. Il cliente si stava allontanando in tutta fretta, mentre lei lo ricopriva d’insulti. La presi tra le braccia, cercai di calmarla. Lentamente la sua tensione si allentò e io le chiesi cosa fosse successo “Quel porco, non aveva nessuna intenzione di comprare, voleva solo guardarmi le gambe, io facevo di tutto per impedirglielo, ma lui continuava ostentatamente” sibilò, incominciando ad irritarsi nuovamente “Calmati Katia, in fondo non è successo nulla di grave” cercai di dire io ma lei reagì ancor peggio, incominciando a prendersela con me. Decisi di soprassedere e la lasciai che inveiva ancora contro di me e contro il cliente, tornandomene nel retro. Dopo la chiusura tornammo a casa, non parlammo nemmeno a cena, poi lei andò subito a letto mentre io cercavo di distrarmi guardando la televisione. Quando andai a dormire lei era ancora sveglia, ma più calma. Volle fare all’amore e dopo, mentre ci rilassavamo, esordì “Sai, oggi ho sbagliato, avevi ragione, non era successo niente di grave” disse e io la lasciai parlare “Ma lo sai, sono tesa, nervosa, non mi ha irritato tanto il fatto che volesse guardarmi le gambe, in altri tempi anzi ne sarei stata lusingata, ma quando mi sono resa conto che non aveva intenzione di comprare, sono scoppiata, abbiamo tanto bisogno di clienti” disse e sentii che la sua voce stava rompendosi e lei era sul punto di piangere. Cercai di sdrammatizzare “Forse abbiamo sbagliato settore, forse faremmo affari migliori vendendo fugaci visioni delle tue splendide gambe anziché scarpe” ridacchiai in modo un poco forzato “Sì, e chissà che guadagni se io la mattina non indossassi le mutandine, potremmo cambiare anche il nome del negozio, qualche cosa del tipo Voyeur Scarpe, le scarpe del guardone” mi fece eco lei e ridemmo entrambi con maggior gusto. La mattina successiva Katia era particolarmente carina, ma io me ne accorgo solo ora ripensandoci: all’epoca le preoccupazioni non me lo fecero notare. Incominciai a notare qualche cosa di strano quando entrò il primo cliente uomo e lei fu particolarmente sollecita ad andargli incontro dicendomi un laconico “Me ne occupo io”. Chiese al cliente cosa desiderasse, con voce particolarmente calda, quasi civettuola, poi mi chiese di andare a prendere certi modelli nel retro, lo feci e quando rientrai, lei era sulla scala, intenta a prendere altri modelli sullo scaffale più alto. Sapevo che quei modelli non c’entravano nulla con la richiesta del cliente e la guardai interrogativo. Lei senza parlare mi fece una smorfia. Depositai le scatole vicino al cliente e tornai alla cassa, fingendo di occuparmi dei conti, ma osservando Katia. La vidi sedersi per far indossare una scarpa al cliente con un movimento insolito, che fece risalire un poco la gonna, scoprendo in parte le sue belle cosce. Esterrefatto la vidi continuare nel gioco, il cliente non si decideva ed io temevo che lei perdesse la pazienza, la vidi dire qualche cosa che non riuscii a capire. Poco dopo lui si decise e Katia trionfante venne alla cassa, fece lo scontrino e consegnò all’imbarazzato cliente la scatola. “Torni presto a trovarci, presto avremo novità interessanti e per i clienti affezionati, stimolanti incentivi e mi raccomando parli bene di noi ai suoi amici” cinguettò angelica. “Sei impazzita?” le dissi “Ieri sera per poco non assali un cliente che osava sbirciarti le gambe, oggi al primo cliente sei tu ad offrire uno spettacolino del genere?” Lei alzò le spalle “Però ha funzionato e anzi sono quasi certa che lo rivedremo spesso” disse “Brava, ne sei orgogliosa, e non pensi a me?” dissi io un poco irritato. Lei si strinse a me “Ma caro, abbiamo tanto bisogno di clienti e dopo tutto non ho fatto nulla che non capiti regolarmente d’estate, quando cammino per strada” mi rispose con voce vellutata. Io mi sciolsi un poco “E che cosa sarebbe questa storia degli incentivi per i clienti affezionati ” la incalzai comunque “Mah, per la verità non so, mi è venuta così per stuzzicare la sua fantasia” disse. La settimana scivolò via non molto diversa dalle precedenti, solo che Katia serviva regolarmente tutti i clienti maschi e mi parve anche che si divertisse. Verso il fine settimana notammo un piccolo incremento della clientela, soprattutto maschile. Nelle settimane successive, la tendenza si accentuò e Katia in alcune occasioni non riuscì a servire personalmente alcuni clienti, “Dovremo prendere delle ragazze, almeno una o due” mi disse una sera “Non possiamo permettercelo” dissi io “Io scommetto che potremo farlo, nella vita bisogna rischiare e poi prenderemo in prova delle ragazze giovani, non ci costerà molto” mi rispose sicura ed io mi ritrovai trascinato in un’avventura che al momento mi spaventava. Katia si occupò personalmente della scelta delle ragazze ed alla fine ne scelse due, di circa 20 anni, “L’età giusta” mi spiegò “Giovani, ma maliziose” alte, slanciate e con bellissime gambe. Fece fare nuove divise, eleganti e sobrie, ma studiate in modo da consentire di mostrare il desiderato. Dopo qualche settimana i miei timori furono fugati, le cose andavano meglio, la clientela stava diventando prevalentemente maschile. Katia fece anche realizzare delle tesserine per i clienti organizzando una raccolta a punti che dava diritto a premi fedeltà. Vi lascio immaginare di quale tipo. Con la tipica civetteria femminile si mise come primo premio: i clienti che completavano la tessera in meno di 3 mesi, avevano diritto ad essere serviti personalmente da lei. Quando il primo cliente si presentò con la tessera completata, Giovanna, una delle commesse, chiamò mia moglie, la quale rispose “Benissimo cara, dì al signore di attendere un attimo” poi andò nel retro e tornò pochi minuti dopo. Notai la divisa slacciata sul seno prosperoso ed intuii, ma lo potei constatare solo in seguito, che si era tolta le mutandine. La sera appena arrivato a casa le feci una scenata di gelosia. Lei mi lasciò sfogare, mi chiese scusa e fece la gattina coccolandomi. Mi fece sedere sul divano, andò a prendermi le ciabatte e si accucciò ai miei piedi e mentre mi sfilava le scarpe e mi metteva le ciabatte, mi diede un saggio del magnifico spettacolo che aveva offerto al cliente quel pomeriggio. Non potei fare a meno d’eccitarmi ed il membro teso iniziò a premere contro la stoffa dei pantaloni. Lei se ne accorse e ridacchiò “Pensa a quel poveraccio, anche lui era ridotto così oggi, ma tu sei più fortunato” disse con voce roca. Come non succedeva da tanto tempo, la vidi allungare la sua mano, mi accarezzò il membro, poi mi slacciò freneticamente i pantaloni e li abbassò insieme alle mutande e si gettò famelica sul cazzo eccitato, ingoiandolo profondamente. Le sue morbide labbra mi cinsero l’asta massaggiandola, la sua tumida lingua frullò sul glande mentre le guance s’incavavano con potenti risucchi. Lei gemeva e pompava con foga, si scosciò e prese ad accarezzarsi oscenamente, offrendomi lo spettacolo eccitante della sua vagina che gradatamente si bagnava. Non resistetti a lungo e dopo qualche minuto iniziai a godere. Quando il mio cazzo sussultò, scaricandole in bocca il primo fiotto di caldo sperma, Katia se lo spinse profondamente in gola ed iniziò ad ingoiare freneticamente e poco dopo venne a sua volta mentre io le scaricavo in gola le ultime gocce di sborra. Lei mi salì a cavallo e mi baciò selvaggiamente, mentre strusciava la sua rosea vagina madida d’umori sul mio cazzo ormai semi flaccido. Quando si staccò mi prese il volto tra le mani “Ti è piaciuto?” mi domandò ed io annuii “Brutta puttanella, ti devi essere eccitata un sacco oggi pomeriggio” commentai tra lo scherzoso ed il risentito, il mio membro, massaggiato dalla sua vagina, incominciava a dare segni di risveglio. Lei continuò “È vero, se non ti amassi tanto, il pompino l’avrei fatto direttamente a lui oggi pomeriggio” mi rispose con voce roca per l’eccitazione. Avrei dovuto incazzarmi per una simile risposta ed invece mi eccitai ed il mio cazzo si erse nuovamente forte e potente. Lei rapida se lo affondò nel ventre con un gemito, si slacciò la divisa, scodellando le belle tette davanti alla mia bocca e io presi a succhiarle i rosei capezzoli, mentre lei iniziava ad imprimere ai suoi fianchi un dolce ritmo. “Ti piace la tua puttanella?” mi domandò ed io risposi con un mugolio e le succhiai con maggior decisione i capezzoli “Sì, lo sento che ti piace e so anche che oggi hai scoperto che ti piace vedermi fare la troia con un altro” continuò lei. Non sapevo dove volesse arrivare, ma non m’interessava, l’unica cosa che m’interessasse in quel momento era scoparla. Lei mi accarezzava i capelli e mi stringeva al suo seno, mentre si affondava completamente il mio membro eccitato nel ventre, “Ho parlato con Mary e Pia” che erano le due commesse ” e pur di essere confermate sono disposte a qualche lavoretto extra, così al completamento della seconda tessera, loro faranno al fortunato cliente una ricca sega con quelle loro manine da fata” mi disse sussurrandomi nell’orecchio. Mi eccitava ed incominciai a muovere il mio pube, unendomi a lei nei movimenti dell’amplesso. Lei continuò “Vorrei però mantenere il super premio per i nostri clienti più affezionati” disse quasi sussurrandomelo all’orecchio ed accentuando il ritmo dei fianchi “Cos’hai in mente?” domandai io senza smettere di scoparla “Il trattamento speciale, un bel pompino, mi piacerebbe tanto farlo, magari sapendo che tu mi guardi di nascosto” gemette e la sentii fremere in preda ad un orgasmo. Ero esterrefatto ed allo stesso tempo eccitato, per qualche istante rimasi in silenzio, poi risposi con un ruggito “Va bene, ma non voglio che tu beva il loro sperma, voglio invece che tu li faccia venire sul tuo viso, che te lo faccia ricoprire dalla loro sborra, da puttana quale sei” nella mia mente per un attimo mi immaginai la scena e per me fu troppo, ed iniziai nuovamente a scaricarle il mio seme riempiendole il ventre, mentre Katia gemeva in preda ad un nuovo orgasmo. Pochi mesi fa ero disperato e oggi sono felice, gli affari vanno a gonfie vele ed ho scoperto di avere una moglie deliziosamente troia……

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