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Racconti Erotici

Gli amori di Antonella (prologo)

By 8 Settembre 2021No Comments

Quando ho conosciuto Antonella, presentata da alcuni amici, sono rimasto estasiato dalla sua bellezza. Aveva poco più di vent’anni, 1,70, occhi verdi, capelli rosso fuoco e un seno importante su di un fisico magro ma molto tonico, frutto forse di anni di nuoto a livello agonistico giovanile. Da ragazzina sembrava destinata a togliersi qualche soddisfazione in campo agonistico, ma poi, crescendo, quel seno ingombrante, i sacrifici che lo sport agonistico richiede e un crescente interesse per il genere maschile con una conseguente attenzione per il proprio aspetto fisico (troppi muscoli potevano nuocere alla sua femminilità) l’avevano convinta a mollare.
Mi ero perso nel suo sguardo, mentre il mio amico che si era reso conto delle mie attenzioni, se la rideva.
“Ti piace eh?” mi disse dopo che ci eravamo congedati da lei “Te la scoperesti, dimmi la verità”
“E chi non la scoperebbe? Ma sono sicuro che è troppo per me”
Il mio amico si mise a ridere e aggiunse: “Guarda che quella lì ce la siamo scopata un po’ tutti, se la corteggi un po’ la dà anche a te. Comunque il divertimento dura poco…dopo una settimana, dieci giorni se sei proprio bravo, quella ti scarica”
Cominciai a chiedere in giro su di lei. In effetti aveva una certa fama, si diceva che era stata con mezzo paese e anche con due tipi sposati molto più grandi di lei. Inoltre si diceva fosse solita avere rapporti con più maschi contemporaneamente…insomma una vera zoccola…uno scandalo in un paesino del centro Italia di trent’anni fa, roba che se la presentavi ai genitori venivi diseredato e cancellato dallo stato di famiglia all’istante.
C’era del vero in quello che si diceva, ma molte storie erano inventate e messe in giro da chi non era stato ritenuto degno di godere dei suoi favori.
Comunque fosse, la volevo, la desideravo ardentemente era diventato l’unico pensiero nelle mie sempre più frequenti sessioni di autoerotismo. Nel contempo cercavo di farmi notare da lei e devo dire ebbi subito la sensazione di non esserle indifferente.
Finalmente ebbi l’occasione di beccarla da sola (era con delle amiche, ma aveva appena mollato il ragazzo del momento…si era presentato ad un appuntamento insieme ad un amico dicendo di volerlo fare in tre).
Le offrii un drink, ballammo e poi ci mettemmo seduti a parlare un po’, ma la musica si mangiava le nostre voci, così decidemmo di uscire all’aperto. La discoteca aveva un giardino, era una bella serata e i raggi di luna che le illuminavano il volto la facevano ancora più bella e il suo sorriso mi paralizzava. Non sono mai stato timido con le donne, ma con lei mi sentivo il più imbranato del mondo. Misi il mio braccio a cingerle la vita e…dopo poco sentii le sue labbra che cercavano le mie. Fu un bacio appassionato, pensai che fosse fuori luogo…in fondo lei era solo una puttana che cercava uno che la scopasse a dovere e…anche io ero lì solo per quello…o no?
Come da copione nel tragitto verso casa (dato che mi ero offerto di accompagnarla) facemmo una sosta in una stradina di campagna appena fuori il paese e facemmo l’amore.
Vorrei dire che …la scopai ed è quello che mi sforzavo di pensare, ma non era così…quella sera l’ho amata e…ho firmato la mia condanna.
Il giorno successivo andai a trovarla a casa quando i genitori erano al lavoro. Aveva una minigonna cortissima di jeans e una T-shirt e mi accorsi che non portava il reggiseno. I suoi capezzoli turgidi avevano calamitato la mia attenzione. Sorrise e mi disse “Scusa, non voglio metterti a disagio però…odio i reggiseni, li porto il meno possibile anche al mare…mi sento prigioniera” Accidenti, faceva pure topless al mare…trent’anni fa! Ma la mia attenzione, dopo questa parentesi “mammaria” si era rivolta al suo lato B…Ca…(spita) che culo! Mentre ci baciavamo, la mia mano si era insinuata sotto la sua gonna e saggiava la tonicità dei suoi glutei.
Mi guardò, mi sorrise e mi disse: “Vedo che apprezzi anche il lato posteriore…se ti va puoi provarlo…non sono certo vergine, anzi qui in paese lo sono in poche…danno via il culo per arrivare vergini al matrimonio. Non è il mio caso, io do quello che mi pare a chi mi piace…e tu mi piaci”
Ovviamente non me lo feci ripetere, la presi in ogni posizione e godetti come mai. Era bravissima e molto disinvolta e poteva dare lezione a molte che facevano del sesso un mestiere e che io ogni tanto (quando me lo potevo permettere) frequentavo. Avevo avuto qualche ragazza ma farsela dare era sempre stata una lotta dalla quale non sempre uscivi vincitore.
Continuammo a vederci quasi tutti i giorni e gli incontri erano sempre molto intensi e la mia gagliardia giovanile (avevo 25 anni) fu messa a dura prova. Però dovevo approfittare finché potevo, era già passata una settimana da quando stavamo insieme, forse il mio tempo stava per scadere.
Il secondo week-end insieme decisi di portarla al mare nel posto dove andavo io, ma lei non era mai stata e non la conoscevano…avrei fatto un figurone con i miei amici.
E così fu, scoprii di avere molti più amici di quanto pensassi, il nostro ombrellone era frequentatissimo, tutti mi venivano a salutare, anche persone con le quali avevo scambiato si e no tre parole. Qualcuno dice per il topless della mia ragazza, ma no, mi dicevo, è perché sono un tipo simpatico. Anche qualche amica mi venne a salutare, ma senza entusiasmo.
Comunque passammo una bellissima giornata, le offrii il pranzo al ristorante del bagno dove eravamo (dando fondo alle mie ultime risorse economiche, ma volevo chiudere in bellezza) ridemmo e scherzammo tutto il giorno, stavo benissimo con lei, tanto bene che al momento di tornare a casa mi resi conto che non avevamo fatto l’amore…eppure mi ero fatto dare dal bagnino la cabina più grande e comoda che avevano (lo conoscevo da anni, frequentavo quel bagno con i miei fin da quando ero bambino e, dato che eravamo in bassa stagione, non mi chiese nemmeno un supplemento). Avevo portato un materassino col quale ci eravamo avventurati in mare anche un po’ distanti dalla riva abbastanza inconsciamente visto che io avevo pochissima dimestichezza con il nuoto, riuscivo a stento a galleggiare ma…lei era una nuotatrice provetta.
Sul materassino e con qualche asciugamano saremmo stati comodi nella cabina…
Mi scusai con lei per questa gravissima “dimenticanza”. Mi guardò severa e mi disse: “Se volevo fare l’amore te lo avrei chiesto io, se non l’ho fatto è perché oggi mi andava così…è stato tutto perfetto”.
Passarono altre due settimane e continuavamo a frequentarci normalmente finché un giorno mi telefonò sul lavoro (lavoravo nell’azienda di mio padre) dato che a quell’epoca i cellulari erano una cosa per pochi e mi disse che doveva parlarmi urgentemente di una cosa importante. Certo non poteva dirmi che era incinta perché prendeva la pillola e poi aveva avuto le mestruazioni due settimane prima…insomma non c’erano dubbi…mi mollava.
Ero preparato, era stato bello, troppo bello forse, ma sapevo che sarebbe finita e potevo consolarmi del fatto che fosse durata più del solito, ma sentivo una morsa che mi attanagliava lo stomaco…saremmo rimasti almeno amici?
Ci incontrammo su una panchina del parco e mi apparse subito molto seria. le chiesi cosa fosse successo e mi rispose che doveva dirmi una cosa importante e che per lei non era facile. Come non era facile? Ormai ne aveva mollati talmente tanti…
Mi disse: “Ormai è un mese che ci frequentiamo, siamo stati benissimo insieme, forse troppo per cui devo dirti una cosa. Sai che io sono una ragazza molto chiacchierata e non sono certo la compagna che un genitore vorrebbe per suo figlio quindi qualunque cosa tu farai l’accetterò di buon grado. Io sono innamorata di te come non lo sono mai stata di nessuno per cui adesso ti dico: lasciami e non cercarmi più o tienimi con te per la vita. Se potrai dimenticare il mio passato ti prometto di amarti ed esserti fedele…puoi mettermi alla prova” “Ti do un po’ di tempo per pensarci, devo andare a Roma qualche giorno per un corso…vieni a prendermi alla stazione quando torno oppure non farti vedere mai più, mi provocherebbe dolore”
Mi chiese di non rispondere niente, mi disse quando sarebbe tornata, mi baciò dolcemente ma con passione e quindi se ne andò senza voltarsi.
Ero rimasto pietrificato. Fidanzarmi con lei, farla conoscere ai miei e magari sposarla…ti immagini le risate della gente? e poi…le corna sarebbero state inevitabili. Però non riuscivo a pensarla fuori dalla mia vita. Non riuscivo a dormire, cosa potevo fare?
Nell’ azienda di mio padre lavorava un signore anziano ormai in età di pensione che mi aveva visto nascere ed era lì fino da quando era nata l’azienda, era come uno di famiglia. Vide il mio turbamento e mi disse: “Ehi, la rossa con cui ti ho visto l’altro giorno deve averti mollato…dai vedrai che passerà, dice che ci toccano 7 donne a testa”. Questo delle 7 donne a testa è un luogo comune che avevo sentito dire più volte ma, sicuramente, senza fondamento.
Gli spiegai che il problema era esattamente il contrario. Lei si era innamorata di me e io di lei, ma il problema è che lei era una “molto chiacchierata”.
Mi guardò e mi chiese: “Tu sei sicuro di essere innamorato di lei?”
“Si” risposi” è la cosa più bella che mi sia capitata ma non vorrei dividerla con altri”
Lui mi guardò e, dall’alto della sua esperienza e dalla sua saggezza di uomo semplice mi disse: “Ragazzo, ricordati una cosa…è meglio mangiare un dolce in compagnia che una merda da soli!”
Due giorni dopo ero alla stazione su quel marciapiede scrutando in lontananza l’arrivo del treno…l’orologio sotto la pensilina andava maledettamente piano…e io ero arrivato troppo presto.
Finalmente arrivò e i viaggiatori cominciarono a scendere, il cuore si stringeva non riuscivo a vederla…forse era lei che ci aveva ripensato.
Alla fine i suoi capelli rossi scompigliati dal vento comparvero in lontananza, non prestava molta attenzione, sapeva che io non potevo esserci…finché mi vide vicino alle scale del sottopassaggio. Mollò la valigia e mi corse incontro, mi abbracciò e vidi due lacrimoni che le rigavano il viso col colore del rimmel. Non dicemmo niente, forse solo un timido ciao da parte mia, ci baciammo soltanto.
Dopo qualche mese la feci conoscere ai miei per la disperazione di mia madre che conosceva le dicerie della gente, ma che ebbe il buon cuore di risparmiare la cosa a mio padre che, dedito soprattutto alla famiglia e al lavoro, non frequentava luoghi di pettegolezzo.
Conobbi anche i suoi che mi accolsero a braccia aperte. Un fidanzato e un possibile marito per una figlia che gli aveva dato così tanti grattacapi era da trattare con ogni riguardo.
Devo dire che Antonella ebbe un comportamento sempre irreprensibile, le piaceva essere corteggiata, ma se qualcuno si prendeva delle libertà, sapeva come metterlo a posto.
Così due anni dopo ci sposammo con la benedizione di tutti, anche dei miei che nel frattempo avevano notato un sincero cambiamento e comunque tutti riconoscevano, al di la del suo turbolento passato sentimentale, il fatto che fosse una donna molto intelligente, rispettosa e disponibile con tutti.
Quello che avvenne poi lo scriverò se avrò la sensazione di non avervi annoiato con questo prologo che ritengo importante per capire il seguito degli eventi.

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