Skip to main content
Racconti Erotici

Il Batterista

By 22 Agosto 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Il Batterista

Erano quasi le 4 del pomeriggio Moira aveva fretta. L’autobus non aspettava più di tanto, da quando aveva la macchina dal meccanico quello era il suo unico mezzo di trasporto. Il giorno non era bellissimo, ma poco importava; doveva vedersi con Elisa per un sano giro a base di shopping nel nuovo centro commerciale.
La prossima sarebbe stata la fermata giusta.
Una volta scesa si ritrovò a camminare velocemente verso casa della sua collega. Una volta arrivata suonò il campanello e fu quasi infastidita a vedere che ad aprirle era stato Alberto, il fratello gemello di Elisa.
‘Ciao! – disse Moira condendo il suo saluto con un sorriso non del tutto sincero ‘ tua sorella &egrave pronta?’
‘Ma guarda chi si vede!! La reduce del circo Orfei!!’ le rispose in tono sarcastico Alberto, prima che lei potesse parlare aggiunse ‘No, Elisa non c’&egrave &egrave dovuta uscire Anna aveva urgentemente bisogno di lei” disse osservandole il viso dal quale traspariva una piccola nota di insofferenza, sorridendo senza darle il tempo di replicare aggiunse: ”..Anna &egrave nostra cugina’.Elisa tornerà tra un minuto’.o un’ora..beh, non lo so! Comunque tornerà ‘..accomodati pure in sala’.se vuoi c’&egrave da leggere’io devo and” ma la sua voce si spense dietro la porta.
Moria si sentì in effetti un po’ tradita dall’improvviso semiabbandono della sua amica, non le garbava di restarsene lì da sola e poi in compagnia di Alberto che non le piaceva per niente. Spocchioso, arrogante, sempre con i capelli scompigliati’..no, decisamente non le piaceva!
Quasi con rassegnazione si sedette, prese un giornale, si mise a leggere usando l’unico svago che aveva a disposizione per aspettare l’amica.
Il pomeriggio scorreva tranquillo, ma ad un tratto un enorme frastuono provenne da dietro la porta, allarmata si alzò e si diresse a controllare, poteva essere successo qualcosa di brutto ad Alberto, agì in questo modo, anche se del ragazzo non le importava più di tanto!
Grande fu la sua sorpresa quando, una volta aperta la porta si trovò davanti il ragazzo seduto dietro ad una batteria, impegnatissimo a picchiare i tamburi, sui piatti, ma talmente concentrato che neppure si accorse del rumore che provocava allo strumento.
Moira rimase quasi inebetita ad osservarlo: era bravo, dannazione, doveva ammettere che era bravo, sapeva far vibrare le superfici che le bacchette toccavano quasi come se avessero un anima, non era un’esperta, ma gli sembrava di riconoscere seguendo il ritmo, canzoni degli U2 o dei Beatles’.
Alberto era totalmente immerso nella sua performance che non si accorse subito di lei, solo dopo 5 minuti abbondanti, alzando lo sguardo, la vide e si fermò.
‘Hai bisogno di qualcosa? Hai sete?’ le chiese togliendosi le cuffie.
‘No, tutto bene grazie, ho sentito un rumore, sai com’&egrave, sono venuta a vedere se era successo qualcosa!’ rispose lei quasi per scusarsi della presenza inaspettata.
”..rumore’.. – disse lui in maniera ironica ‘ ‘&egrave così che questo &egrave per voi altri: solo rumore!’
‘Beh, sai dall’altra stanza non avevo capito che stavi suonando’non sapevo che’insomma tua sorella non me l’ha mai detto’e quindi’.’
‘Non ti ha detto che suono la batteria? Normale, forse tutto sta nel fatto che non suono in nessun gruppo, io suono da solo, non accompagno nessuno”
Dal tono della voce di lui Moira capì che il discorso sembrava avere preso una strana piega.
‘Me ne torno di là, scusa, continua pure”
Moira si girò, fece per uscire, dietro di lei la voce di Alberto la raggiunse prima che potesse richiudere la porta alle sue spalle ”..oltre che suonare si potrebbe fare anche altre cose’.’
Livida in volto lei si girò, lui era sorridente, le parve che la stesse prendendo in giro, alzando la voce gli disse ‘Ma per chi mi hai preso???? Non voglio niente da te!!!’
‘Ehi, tranquilla’.che cosa hai capito??? Si possono fare altre cose, cose che sicuramente non ti mancherebbero di rispetto, se era questo a cui tu alludevi”
‘Io?? Non alludevo proprio a niente!!!’ La situazione era un po’ strana’.
Con voce bassa e calma lui le disse: ‘Senti, invece di aspettare in sala, non ti andrebbe di restare qua?…..ad ascoltarmi?…..Non sembra sai, ma con le bacchette si possono fare tante cose”Alberto sottolineò questa frase con uno sguardo molto particolare, poteva anche sembrare un provocatorio invito, il tono serio e ironico , ebbe il potere di fermarla.
A moira la musica piaceva tanto e forse’sì, sicuramente, era meglio aspettare ascoltando musica piuttosto che leggere i soliti giornaletti farciti di inutili gossip.
‘Stati pure comoda’.- Le disse lui ricominciando a rullare’.- Ti piace il mio stile?’
La musica, non troppo forte, risuonava nella stanza. Era un ritmo cadente, senza picchi improvvisi, dopo poco tempo, aveva già assunto un potere quasi ipnotico’.nell’atmosfera creata sottili fremiti della pelle rispondevano al suono che le orecchie sentivano.
‘Hai ‘.caldo? ‘ le chiese.
‘Un po”’
”.Togliti la giacca’.se vuoi’.’
Sembrava quasi che Alberto suadentemente le ordinasse le azioni da fare, Moira gli obbedì senza rendersene conto togliendosi l’indumento, si aprì un po’ la camicia sul collo’..si sentiva costretta negli abiti che portava”aveva voglia di distendersi’il ritmo era entrato in lei”
Quasi come se leggesse i suoi pensieri le suggerì ‘Sei stanca?….coricati pure se vuoi’io continuo’non ti dispiace vero?’ lo sguardo chiuse il discorso, strano sguardo’
Certo che non le dispiaceva era quasi una droga quel ritmo. Le entrava sottopelle raccontandole mille e più cose che le parole non sapevano neanche definire”chiuse gli occhi’.assaporava la musica. Alberto, dall’altro capo della stanza, dietro la batteria la osservava; con un rapido gesto, accese lo stereo.
La stessa musica da lui suonata si diffondeva ora con l’accompagnamento di altri strumenti. Era lieve, soffice, continua, con un idea di batteria non eccessiva che si rendeva permanente all’interno del suono. Poco alla volta Alberto diminuì i suoi gesti.
Moira non se ne accorse, la batteria del nastro occupava perfettamente il posto lasciato dal ragazzo. Lei era stesa, occhi chiusi, rilassata o ipnotizzata, rimaneva sul letto immobile’.morbida quasi fosse pasta da modellare’.
Nel suono la voce di Alberto si fondeva magicamente con le note”Te l’ho detto che con la musica si possono fare tante cose’.la musica si crea’si fa’..si ascolta ‘..la musica ti bacia”
Dopo quest’ultima parola Moira riaprì gli occhi, si rese conto per un attimo che il suo atteggiamento la stava mostrando estremamente disponibile all’uomo in camera con lei’..Ebbe paura!!!!…fece per alzarsi’. E lui, come un gatto le scivolò accanto sussurrandole all’orecchio”..non andare’..Moira’lasciati baciare’. dalla ‘musica..’
Il cervello della ragazza era stato assorbito’. dal momento, dalla musica, dalle luci non forti, da tutto quello che in quella stanza c’era, era una sensazione di Nirvana, come se gambe e braccia galleggiassero su nuvole’..era morbito tutto diventava elastico ed indefinito e lei’.lei stava bene così, dov’era e com’era..
Rapido e sottile Alberto riuscì a sfilarle la gonna, aiutato da una stoffa lenta, non fasciante attorno alla sua vita. A questo tocco Moira cominciò a respirare leggermente più forte’.cominciò a sentire su se un che di leggero, etereo, inesistente, ma continuamente sicuro nell’alito che lo guidava, sfiorava i suoi piedi, la linea della gambe, circumnavigava la pancia, passando sull’addome e sottolineando delicatamente il seno, per poi svanire tornando senza fretta sulle sue gambe.
La sensazione andava dall’alto al basso, dal basso verso l’alto, senza osare mai sul pube eppure il suo giro era come una confine di una zona di demarcata oltre la quale non fosse permesso proseguire.
La ragazza cominciò a sospirare sottolineando le curve magiche disegnate su di lei, schiuse gli occhi e rimase per un attimo stupita a vedere, non il ragazzo, già consapevole della sua presenza, bensì della bacchetta della batteria, artefice massima delle nuove sensazioni.
”Mah???’
‘Ssstsss’.. ‘ le disse mettendole un dito sulla bocca – lasciala viaggiare”’ sussurrò, Moira richiuse gli occhi.
Senza farsi scoprire, Alberto, diresse la bacchetta giù verso il pube, con dolce maniera, senza insistenza, quasi come stesse chiedendole il permesso.
Un minimo slip copriva la vulva di lei, il suo colore stava cambiando poco a poco, gli umori prodotti dalla vagina inumidivano il tessuto. L’azzurro iniziale stava diventando un blu quasi ceruleo. La bacchetta girava disegnando un cerchio sempre più stretto, sempre più piccolo: in un attimo di lucidità Moira capì: lei, come lui avrebbe voluto che fossero le sue corde più intime a suonare, questo le aveva svelato il desiderio nato in lei.
Senza falsa ritrosia con una mano si slacciò le corde che chiudevano il sacro tesoro, lasciando fluttuare all’aria, sotto i movimenti della bacchetta la leggera castana peluria pubica, ultima barriera del suo piccolo gioiello.
Con una leggera pressione dell’altra mano Alberto le chiese di divaricare le gambe, senza parole lo accontentò. La carnagione rosea si offriva ora ad un elemento sconosciuto fino a poche ore prima: la bacchetta cominciò a ‘conoscere’ i contorni delle grandi labbra scoprendole, seguendole, dall’inizio fino alla fine e poi sempre con eterea maniera riuscì a raggiungere il clitoride.
Un sospiro mozzato, più profondo degli altri, gli fece capire di aver raggiunto il traguardo della sua ricerca.
”’lasciala..’lasciala.. baciarti..’ sospirò rocamente.
Moira senza reticenza divaricò un po’ di più le gambe e lasciò che la bacchetta, prendesse possesso del suo sesso.
Giri strettissimi, quasi unici nel vortice di emozioni che scatenavano, sempre più corti sempre più vicini, finch&egrave la punta della bacchetta si ritrovò a picchiettare dolcemente e velocemente sulla punta del clitoride.
Ogni colpo era una fitta di immenso piacere per Moira che iniziava a contorcersi sotto l’inebriante sensazione che Alberto le stava scatenando. Lentamente il piacere cresceva sempre di più’continuamente.’sempre di più.
Senza guardare lei alzò le mani cercando lui, prese la sua testa la diresse verso il pube, la bacchetta continuava a colpire, a girare, a sfamare l’eros svegliatosi in lei.
Il ventre si alzava e si abbassava, lei non resisteva più, cercava l’uomo, lo voleva vicino a se, da poterlo toccare, ne aveva bisogno, ma nessuna lingua scendeva sul clitoride, solo la bacchetta continuava a muoversi masturbandola in una divina maniera.
I respiri della femmina cambiavano in urli sempre più forti, la tortura continuava incessantemente, finch&egrave ad un certo momento, intuendo il punto del non ritorno il ragazzo soffiò delicatamente sul clitoride”.. per Moira si aprirono le porte del paradiso: contrazioni interne le fecero provare sensazioni al massimo del piacere, una tempesta di piacere si scatenò dentro di lei.
Stava godendo, era all’apice come non aveva mai provato prima’.’la musica’..la bacchetta’. la sapienza dell’autore di questa particolare rullata l’avevavo portata ad un limite davvero quanto mai fuori dal comune.
Moira sospirava, voleva assaporare il suo particolare piacere fino alla fine, senza perderne una goccia anche se si rendeva conto che poco alla volta stava scemando sempre di più.
Quasi rassegnata verso la fine, lei cominciò a pensare al momento appena passato come un ricordo tra i migliori da tenere per nella sua memoria”.ma all’improvviso quasi senza rendersene conto si ritrovò in un attimo piena di lui.
Lui che in un tempo indefinibile l’aveva suonata come uno strumento nuovo senza chiederle nulla, lui che l’aveva portata a godere come non le era mai capitato’lui che l’aveva invasa chiedendole senza parola di unirsi a lei nel piacere.
Lento nei movimenti di assaggio all’inizio. in breve tempo sempre di più veloci dentro lei.
Il piacere clitorideo appena provato si riaccese subito in lei, pronto ad unirsi al suo nascosto punto G.
La musica di sottofondo ora era stranamente più marcata, la batteria si sentiva padrona sopra gli altri strumenti, i colpi di Alberto, consciamente o no, la seguivano richiedendo la voglia, la necessità di assaporare il tutto in maniera davvero non definita.
I gemiti di lei si unirono a quelli di lui fino a concludersi all’unisono nell’ascesa finale , dell’orgasmo che travolse senza limiti.
Fu come un vortice per entrambi, che per un attimo li unì, facendoli sentire davvero una cosa sola.
Poi’poi la musica si spense..e loro si ritrovarono a guardarsi negli occhi chiedendosi l’un l’altro che cosa avessero mai fatto.
Moira si rese conto dell’assurdo amplesso a cui aveva partecipato, era imbarazzata come mai le era capitato: ”Ora’..ora io”non so ‘però’.’ balbettò cercando un’impossibile giustificazione, lui non l’ascoltò, si alzò dal letto, dandole le spalle.
Non la guardava mentre si avvicinava alla finestra, guardò fuori.
Dopo qualche secondo voltandosi le disse :”..abbiamo solo suonato assieme, questo abbiamo fatto” le sorrideva, cercava parole per tranquillizzarla, ma principalmente voleva tranquillizzare sé stesso.
Il rumore di chiave nella porta fece tornare Moira bruscamente alla realtà: in un attimo si rivestì, riordinò i capelli alla bene meglio per rendersi presentabile alla sua amica.
‘Sei già arrivata Moira?’
”Sì, sono qui ‘ rispose
‘Scusa sai, &egrave stato un contrattempo, spero non ti sia annoiata con quel rompiscatole di mio fratello, beh, vogliamo andare ora?’
‘Sì’..andiamo’ rispose, nascondendo un minimo dispiacere.
Si avviarono verso la porta, per un secondo Moira si voltò in direzione della camera di lui, ma non lo vide più, poi guardò l’amica e si rese conto dell’estrema somiglianza dei due fratelli.
Capì che nel prossimo futuro sarebbe stato un po’ difficile ridere, scherzare con Elisa, quando nel volto di lei ogni volta avrebbe rivisto Alberto, si assomigliavano davvero troppo!
Ogni volta che l’avrebbe guardata, immancabilmente avrebbe rivissuto l’amplesso vissuto con lui, così diverso dall’ordinario, il tutto per colpa non del batterista, ma della bacchetta.

gea

Leave a Reply