Skip to main content
Racconti Erotici

Il congresso

By 5 Novembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando era giunta l’ora della partenza per il convegno, l’aveva trovata stranamente euforica.
Era trascorso un anno da quel momento, da quel bacio profondo scambiato sulla terrazza dell’alto palazzo dei congressi, nella brezza leggera, con unico testimone lo splendido panorama del mare azzurro.
Molte parole erano state scambiate, provenienti dai capi opposti dell’Italia, ed ognuna di esse mostrava dapprima una strana affinità, poi, man mano che si liberavano dagli inutili orpelli, affiorava una strana elettricità tra i due, fatta di dolcezza, di comprensione e di affetto.
‘Si, deve senz’altro trattarsi di affetto’, continuava a ripetersi lei, ‘di stima lavorativa’, anche se quei ‘ti voglio bene’ emergevano sempre più spesso tra le righe delle conversazioni elettroniche che si scambiavano, e tra i messaggi scherzosi che correvano per il web.
Il lungo viaggio in auto era stato rallegrato dalla presenza di una collega amica, una sorella quasi, considerata la rara assonanza di pensieri che le aveva trovate impreparate l’anno precedente, ma che avevano curato con assiduità, tanto da ritrovarsi spesso con gli stessi termini contemporaneamente e a riderne fino alle lacrime, insieme opposte al resto del mondo.
Ora si trovava nuovamente in quella terrazza, dove lui l’aveva voluta portare, perché era lì dove tutto era nato. Occhi negli occhi,intensamente, mani nelle mani e poi intorno ai fianchi, nasi vicinissimi, aliti che sfiorano ed accarezzano, le labbra che si uniscono, e se prima poteva esserci qualche dubbio, la naturale spontaneità dei corpi è il segnale che la complicità era nata naturale, a dispetto di tutto il resto del mondo, delle vite complicate che avevano lasciato per una manciata di giorni, dei lavori, delle famiglie, e dello steso motivo per il quale si trovavano in quel luogo.
Il pranzo, il lavoro e parte del pomeriggio scivolano via lisci, con la consapevolezza del corpo dell’altro fisicamente adiacente, dopo tanto tempo lontano, ed una sensazione emozionante che cresce nella mente e nel cuore.
La cena, poi un sotterfugio per trascorrere la serata insieme, con la complicità dell’amica, e nonostante alloggino in diversi alberghi, questione che rende la scelta più decisa, come un solco tra quello che non è e quello che potrebbe essere, separato da tutto il resto del pianeta.
Lui ha sistemato tutto, in maniera delicata e rispettosa per lei, e glielo ha comunicato con dolcezza, lasciandole la scelta se attraversare o meno il baratro, se affidarsi.
Lei ha scelto, ma questa consapevolezza la innervosisce, è irrequieta, trema quasi mentre lui fa una battuta per scioglierle la tensione mentre salgono in camera sua, nell’albergo dove lei non dovrebbe essere.
Un lungo, dolcissimo abbraccio a coccolare, a tranquillizzare. Lui sa che per lei non è facile, il passato non le è stato tenero, lasciandola incapace di fidarsi. Le concede tempo, la bacia, la sfiora con affetto, le mostra le piccole stranezze della camera, le offre una serata al chiaro di luna in vista del mare, sulla terrazza.
Diversamente da come è stato per tutta la sua vita, lei sente di potersi affidare a lui e lentamente si rilassa, la bimba spaventata si rintana in fondo al cuore e lascia posto alla giovane donna libera, pronta per quella esperienza d’amore, come se da sempre conoscesse quel corpo, quella mente, quello sguardo un poco obliquo che lui è solito fare quando non pensa di essere osservato, quello che lei è riuscita a catturare in un’immagine che serberà per gli occhi e per il cuore anche dopo che si saranno separati, forse per sempre.
Entrambi sanno che queste sono le premesse, entrambi le hanno accettate, lasciando il futuro nella nebbia dei giorni che verranno, incerto ma immutabile, come lo sono le famiglie lasciate a casa.
Dolcemente l’amore danza intorno a loro mentre i corpi si sfiorano, si penetrano, si trovano, finalmente liberi da abiti, da costrizioni fisiche o mentali, quella stanza diventa per loro il mondo intero, con una naturalezza sospetta, come se fossero le anime di due amanti reincarnatesi nei loro corpi. Dolcezza, rispetto, delicatezza e passione in un mix ben calibrato che inebria più dello spumante. Poi carezze, coccole, e dolci parole sussurrate fino a crollare per il sonno. Un sonno disturbato dalla continua necessità di contatto con l’altro, come a rendersi conto che è tutto reale, quasi il sogno fosse la vita che entrambi conducono via da lì.
Un sonno interrotto a metà della notte per lei, che resta immobile a guardarlo, non riesce più a chiudere gli occhi perché vuole imprimersi bene nella mente il volto di lui così rilassato, così vicino, così caldo.
Un riposo interrotto anche per lui, che nonostante il sonno ha percepito lo sguardo di lei e l’ha attirata a sé, ricominciando tutto daccapo.
Appena prima del giorno si alzano e scappano sulla spiaggia a godere di quell’alba che sorge sul mare, con il sottofondo delle pigre onde che si infrangono sulla battigia. Un momento di dolcezza e di pace, da serbare in fondo al cuore per i momenti tristi che sicuramente arriveranno; un momento di vicinanza tra due anime che sanno di non potersi rivedere più, mentre lui si fa taciturno, fino a farle pensare di aver rovinato tutto, di non essere ‘all’altezza’ come sempre pensa di sé stessa, eternamente insicura.
Una breve pausa di normalità, separati, la fase congressuale con gli impegni pubblici, un pranzo e un pomeriggio da trascorrere insieme quasi interamente, nascosti nella camera.
Lui con delicatezza legge la stanchezza sul volto di lei e tenta di costringerla a riposare, ignorando che la sua attesa di fianco a lei, leggendo il giornale, lascia poco spazio per il riposo e fa solamente crescere in lei la voglia di lui.
‘Ho voglia di te’ si decide a svelare lei dopo l’ennesimo rimprovero, ‘non posso farci niente’.
Le rivolge il suo sguardo, quello che a lei piace tanto, valutativo, la scruta a lungo in fondo agli occhi limpidi e legge la verità di ciò che lei afferma, mentre un’ombra di incertezza si insinua in lui, ed esplora le uniche possibilità che ha a disposizione: ‘lei ha bisogno di dormire o crollerà’ e ‘lei ha voglia di me e io di lei’.
Risolve la querelle lanciando il giornale con un lungo sospiro, mentre lei sorride felice, e l’amore si riaffaccia sui due amanti, lasciandoli esausti ad accarezzarsi dolcemente, finché lei, soddisfatta, finalmente scivola in un breve sonno ristoratore.
Al risveglio lo guarda e ne ha una sgradevole sensazione, lo sente freddo, distante, lui l’accompagna al suo albergo e poi a passeggiare in attesa che altri si uniscano alla loro cena, altri che non devono sapere, altri che appartengono alla vita di lui, facendole intendere che la serata avrà una conclusione completamente diversa da quella prevista, insieme.
‘Ma quale cena’ pensa lei, improvvisamente le si è chiuso lo stomaco, non riuscirebbe a mangiare nulla, troppo acuto è il senso di rifiuto che percepisce, troppo alta la sensazione di non utilizzare a pieno il poco tempo che è loro concesso, mentre la sua pessima autostima demolisce quel poco di sicurezza di sé che aveva conquistato.
Lui capisce tutto questo? Lo comprende quando le chiede di dividere il menù fisso troppo abbondante, come farebbero due persone intime, familiari? Così fanno, dopo un gioco di sguardi carico di intensità.
Le è sempre piaciuto dividere il cibo, lo considera intimo quanto dividere un letto.
La cena scorre divertente, si parla di lavoro,si sorride per gli aneddoti buffi con i colleghi protagonisti, anche se un lieve senso di disagio continua a tormentarla, sente gli occhi di lui che la scrutano:
‘mi sta valutando, è pentito, possibile che io riesca sempre a rovinare tutto…’
Percepisce il calore del suo corpo quando la sfiora
‘mi fa impazzire, così vicino eppure così irraggiungibile, davvero ho capito male, davvero ho esagerato con l’intraprendenza?’
Considera quasi un sollievo l’idea di una passeggiata nel centro storico, tra i negozietti ancora aperti, che le offre la possibilità di respirare e calmarsi… E in qualche modo di chiarire intenzioni ed idee, riaccendendo la speranza di godere del reciproco calore, quella fiammella che sta diventando un incendio e che fin troppo presto dovrà essere estinto, dimenticato.
‘E’ un problema per te restare senza camicia questa notte?’ e le presenta la sua tattica per rimanere soli all’insaputa degli altri.
‘se sono con te non ho bisogno di niente altro su questa terra’ risponde lei, commuovendosi per la delicatezza ed il rispetto mostrati nei suoi confronti, sentimenti ai quali non e’ abituata, vivendo in una terra che per la fretta ha quasi dimenticato i valori antichi, al contrario di lui, proveniente dal sud più caldo e passionale.
Complici, attuano il loro piano, attendendo il ritiro del resto della comitiva, poi salgono nel loro angolo di mondo, dove possono essere cuore e spirito uniti.
Le viene in mente la canzone di Vasco Rossi, e respira piano per non far rumore, incerta sullo strano comportamento di lui, quasi timorosa, incapace di intenderlo chiaramente, chiedendo quasi il permesso per abbracciarlo, mentre lui la guarda senza parlare con uno sguardo intenso, i pensieri celati dietro quei profondi occhi scuri che scintillano.
‘Quanto è diverso quest’uomo dal tipo a cui sono abituata, quanta differenza può fare vivere in due regioni diverse, ai capi opposti della nazione, quanta parte di cultura crea questo solco che divide, che mi fa percepire un baratro tra te che mi guardi e ti trattieni ed io che ho bisogno del tuo abbraccio del contatto con il tuo corpo, dei tuoi baci, timorosa di aver compiuto qualche passo falso, e non avendo alcuna idea di quale sia’.
‘Sei chiara come un’alba, sei fresca come l’aria, diventi rossa se qualcuno ti guarda e sei fantastica quando sei assorta, nei tuoi problemi, nei tuoi pensieri’ ancora quella canzone sospesa nella mente di lei, mentre lui si avvicina e la stringe a sé, spegne la luce e la coccola, mentre anche lei accarezza con le mani quel fisico scolpito, tentando di imprimerselo nell’anima, per non dimenticare, per comprendere che non è un sogno, ma è pura realtà.
Eppure’ non una parola che chiarisca il mistero per cui la coccola ma non la prende, e dolcemente la invita a riposare, quel riposo a cui si è abbandonata per periodi troppo brevi, di cui entrambi hanno bisogno. Crollano esausti, ma il sonno non è pausa, è ricerca, di lei nuda che si avvicina a lui, di lui che si volta e poi si accerta che lei è ancora lì, la accarezza, la consola per il lieve raffreddore che l’ha colpita; un continuo movimento, tutta la notte, tanto da chiedersi se effettivamente abbiano dormito, tra lievi parole sussurrate ed abbracci.
Eccola lì, la notte diversa dal solito, dolcezza priva di passione, ed il mattino giunge inesorabile, ad illuminare gli ultimi momenti in cui possono restare insieme pelle a pelle, in cui le parole possono uscire attraverso i baci, quasi silenziose, tanta è la vicinanza.
‘Adesso sai cosa faccio? Mi vesto e vado via, torno al mio albergo, da sola, tu resti qui e fai finta che sia stato solo un sogno, oggi è un altro giorno e tutti e due abbiamo un’altra vita cui badare. Poi torniamo entrambi a casa e prometto di non cercarti anche se questa cosa è difficile.’ Dice lei.
‘Forse per te è più facile pensarla così, per non stare male,io non voglio pensare che sia stato un sogno, ma che sia accaduto davvero, e non lascerò certo che tu scenda a quest’ora, da sola, ad affrontare la hall dell’albergo, non lo permetterei mai’, uomo d’onore, lui.
Acuto ed affilato come una lama quel senso di vuoto che la prende, quel dolore sordo che le si scioglie sul viso con lacrime trattenute, ‘da bimba grande e giudiziosa’, mentre pensa che ricorderà queste giornate come un regalo suo e solo suo da mantenere prezioso nel cuore.
Taciturno ed ombroso la accompagna alla fermata dell’autobus, tenendola abbracciata da dietro mentre il lungo mezzo si avvicina, non trovando parole per confortare lo sguardo triste di quegli occhi verdi, se non la promessa che l’avrebbe cercata prima della partenza.
Dall’autobus lei si asciuga le lacrime e l’ultimo sguardo è accompagnato da un sorriso dolcissimo, non vuole che il ricordo di lei sia di una donna con lacrime di dolore, ma con le labbra increspate di gioia, poi sliding doors le porte si chiudono, mentre un anziano la guarda piangere senza ritegno sul mezzo pubblico, piangere e ridere contemporaneamente per la battuta che avrebbe fatto lui ‘piangi perché non hai fatto il biglietto?’
Rientra di nascosto nel proprio hotel, dove l’amica la sta aspettando e le chiede come è andata, subito dispiaciuta immaginandosi l’evolversi della nottata dalle lacrime che scorrono copiose negli occhi di lei, e tentando di consolarla.
‘Non ti preoccupare, ora mi passa, devo solo razionalizzare, ma ci vuole un momento’ e viene interrotta da un beep sul telefono, un messaggio di lui ‘TI VOGLIO BENE ISPETTORE MIO E SOLO MIO ‘ dolcissimo’, letto immediatamente e seguito da un insulto, peraltro confermato dall’amica, al quale sceglie di non dare risposta, avendo promesso di non cercarlo più.
La lunga doccia lava via le lacrime, la tristezza e anche la stanchezza accumulata e la giornata si apre fresca ed assolata, si preparano le valige ed in breve si è pronti a partire per il centro congressi, quando squilla il telefono, è lui che la cerca, vuole sapere i suoi spostamenti per raggiungerla, vuole sapere se sta bene.
Professionale, risponde come fosse un qualsiasi collega della delegazione, erano quelli i patti, poi esce e isola il pensiero in un angolo, trasformandosi in robot efficiente e non pensante, come ha imparato molto tempo fa, per sopravvivere.
La raggiunge al centro congressi e la trascina fuori, con la scusa di invitarla a pranzo, separandola dal resto della comitiva. Lei ha bisogno di sapere se è stato tutto un gioco, se è rimasto deluso, se può essere possibile mai rivedersi, rimanere in contatto in qualche modo, perché sente che per lei è stato condiviso qualcosa di speciale, naturale, ed è assolutamente anormale che sia accaduto ciò così semplicemente, per quello che conosce della propria vita e del proprio carattere. Troppo facile per lui penetrare all’interno della sua corazza, smantellare tutte le difese che il resto del mondo non era riuscito a superare senza creare danni incalcolabili, una semplicità che sicuramente è indice di un trasporto fuori dal comune per terminare ignorandosi.
Il mare li calamita verso la passeggiata, verso lo sconfinato panorama che ci rende piccoli di fronte alla vastità e bellezza dell’universo.
Il silenzio della passeggiata ‘come è pesante questo silenzio’ pensa lei, che si sente gelata e distante da lui, come se un abisso fosse sceso quella mattina a dividerli. Tace e si arrovella pensando ad un modo dignitoso per fuggire e trovare un angolo solitario per liberarsi delle calde lacrime che sente prossime, per sfogare le emozioni troppo forti che la stanno divorando, la vicinanza del suo corpo scattante ed il silenzio carico di significati che non riesce a comprendere la fanno impazzire.
‘Vieni, andiamo all’ombra in quel giardino’,la invita lui e si avvicinano alla cancellata, dove un manifesto pubblicitario la colpisce peggio di un pugno nello stomaco: ‘E’ AMORE’ recita proprio così quel dannato poster, e l’aria se ne va, costringendola ad un lungo sospiro per tentare di compensare la vertigine che l’ha improvvisamente presa, mentre vorrebbe allungare una mano per sorreggersi, ma si frena, costringendosi a muovere un piede dopo l’altro fino alla panchina. Si siedono affiancati, con lo sguardo davanti a sé, e un’insopportabile voglia di togliersi le scarpe la scioglie dal trance , si distende, la testa sulle gambe di lui, lo sguardo nei suoi occhi, un lunghissimo sguardo tra i due.
I suoi occhi parlano e comunicano il suo bisogno di rassicurazione, la sua ansia, la sua preoccupazione, il suo sentirsi rifiutata quasi, mentre lui la scruta in profondità, poi emette un lungo sospiro ed afferra il cellulare, ricercandovi qualcosa che lei non conosce e che le fa chiudere le palpebre perché non si veda il dolore, troppo difficile capire attraverso quel silenzio forzato quello che si agita, oltre i profondi occhi scuri e magnetici, nella mente di lui.
Finalmente lui smette la ricerca ed inizia a cantare sulla base musicale che ha trovato ‘Resta cu me’, vocaboli dolci che fluiscono svelando il profondo conflitto interiore che ha tormentato anche lui, e che sviluppano potente il calore necessario a sciogliere il gelo che le attanaglia il cuore, mentre le labbra, prima tirate, si distendono in un sorriso di piacere, assorbendo il significato di quella poesia.
‘Moro pè te
Vivo pè te
Vita d’ ‘a vita mia
nun me ‘mporta d’ ‘o passato
nun me ‘mporta e chi t’ha avuta
resta cu me”
La voce di lui la accarezza delicatamente, mentre le sussurra di esserle entrata dentro in quei pochi giorni di vicinanza, mentre le giura che, se si fossero conosciuti in altre circostanze di vita, a nulla sarebbero valsi i suoi tentativi di sottrarsi, l’avrebbe rapita per tenerla vicina per sempre, teneramente cullandola e amandola appassionatamente, sarebbe diventata la sua compagna di vita.
Le emozioni scelgono proprio quel momento per tramutarsi in lievi goccioline di commozione, che le rigano il viso quando lei invece vorrebbe gridare di felicità per il sentimento corrisposto e soltanto un ‘Grazie’ riesce a fuggire lieve dalle labbra mentre sulle guance le torna un po’ di colore e gli occhi scintillano di gioia.
Entrambi sanno che sarà difficile coltivare quel sentimento nato per caso ed improvvisamente; il forte abbraccio e il dolcissimo bacio che seguono sono darsi coraggio e confermare quello che ormai sanno, i loro corpi hanno scelto al di là di ogni dubbio e continueranno sempre a cercarsi, qualunque sia la distanza o l’ostacolo che li separa, mentre il futuro è una nebbia fumosa che solo un veggente può indovinare. Dovranno spostare questo periodo in un angolino della mente, per tornare alle loro case lontane e continuare la loro esistenza separati potendo attingere dolci pensieri dalla riserva segreta, sapendo che dall’altra parte dell’Italia è fuggita una parte importante di sé e che il solo ritrovarsi la potrà far ricongiungere temporaneamente.
Si lasciano con un bacio ed un lungo sguardo, sapendo che il telefono troppo spesso li attirerà verso quello spazio virtuale che è il loro cuore unito, e che forse, non si sa quando né come, il loro passo tornerà ad essere affiancato sullo stesso fazzoletto di terra, e allora come ora, istantaneamente, scoccheranno le scintille e il diviso ritornerà ad essere uno unico.

Leave a Reply