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Il triangolo visto da quattro posizioni

By 17 Febbraio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Per risparmiare qualche soldo Valeria mi ha prenotato un volo da New York con scalo a Londra.
E fra volo supplementare e le solite pratiche vuol dire impiegare quattro ore in più per tornare a casa.
Però almeno il viaggio lavoro-vacanza &egrave andato bene e quindi non sono arrabbiata più di tanto.
Il volo &egrave quasi vuoto,e come al solito non riesco a prendere sonno,quindi cerco qualcosa da leggere.
Per qualche assurdo motivo,in aeroporto ho comprato Vogue,e pensare che a me della moda proprio non interessa niente. Inizio a sfogliarlo tanto per passare il tempo quando una hostess di colore molto bella mi si avvicina.
“Scommetto che lei &egrave italiana ?”
“Si ma come ha fatto a capirlo ?”
“Da come si veste non &egrave certo inglese,sa io e la mia collega siamo due fans della moda italiana.”
Ci mettiamo a parlare e poco dopo arriva la sua collega,se possibile ancora più bella.
Scopro così che Adele e Tanya,questi sono i loro nomi,prenderanno la mia stessa coincidenza per Milano dove passeranno qualche giorno in concomitanza della settimana della moda.
E anche che il caso ha voluto che hanno preso alloggio nell’albergo che dista pochi metri dal mio appartamento.
Passiamo buona parte del volo a parlare di moda e devo dire che mi faccio una cultura,ne sanno non solo più di me,ma di tanti addetti ai lavori.
A Londra facciamo il check-in insieme,ormai siamo entrate in confidenza e il volo verso casa non &egrave certo la solita rottura.
Una volta a Malpensa prendo la macchina e andiamo verso casa e faccio caso a certi sguardi che si fanno fra loro,ma senza darci tanto peso, In fondo lavorano insieme ed &egrave quindi normale che ci sia un certo affiatamento.
Una volta arrivate rimaniamo d’accordo che dopo una doccia le passo a prendere per fare da Cicerone,le sfilate iniziano domani,ma la città &egrave già in subbuglio.
A casa mi faccio una bella doccia rigeneratrice e scelgo con cura cosa mettere,non voglio sfigurare con loro che di certo avranno dei bellissimi vestiti.
Alla fine scelgo un completo giacchina e gonna da abbinare ad un top,il tutto molto leggero,infilo un paio di sandali e vado da loro.
Arrivo davanti alla loro camera e busso,subito mi risponde una delle due.
“Chi &egrave ?”
“Sono Laura,posso entrare ?”
“Certo,un momento e siamo pronte.”
Entro e ho una visione celestiale.
Adele indossa un kimono in raso rosa aperto sul davanti e un microscopico perizoma bianco.
Rimango senza fiato,ma il respiro mi sembra mancare del tutto quando vedo Tanya arrivare completamente nuda.
Se con la divisa da hostess potevo immaginare come fossero,il vederle nude mi sconvolge.
Hanno corpi snelli e statuari allo stesso tempo,perfetti nelle forme e nelle dimensioni e non esitano a mostrarsi sicure del proprio fascino.
E’ Tanya a rompere l ghiaccio,visto che io non riesco a parlare.
“Ma come siamo eleganti,tu ci farai sfigurare.”
“Ma siete bellissime,qualunque cosa mettiate vi starà bene.”
E’ l’unica cosa che riesco a dire,anche se so che &egrave una stupidata,faccio ancora fatica a deglutire.
“Ma dai che sei bella anche tu non &egrave vero Adele ?”
“Certo Tanya,magari se si mette più comoda poi si dimostra più bella di noi.”
Subito non capisco quella frase equivoca,ma non ci vuole molto per comprendere quello che hanno in mente.
Mi mettono in mezzo a loro,Tanya davanti e Adele dietro.
La prima mi apre la giacca e subito la seconda me la toglie facendola cadere a terra,poi mi sfila il top,alzo le braccia quasi senza rendermi conto di quello che sta succedendo fino a che Tanya non mi bacia.
Come un automa apro la bocca e subito sento la sua lingua in cerca della mia mentre Adele continua a spogliarmi fino a lasciarmi nuda.
Sono in mezzo a due donne splendide,nude come me,con la voglia di farmi godere e non posso che abbandonarmi a loro.
Tanya mentre continua a succhiarmi la lingua porta una mano sul mio sesso ormai bagnato,ha un tocco leggero che mi eccita ancora di più,le sue dita giocano con la mia fica sfiorandone la parte esterna,quando io le vorrei sentire dentro.
Adele da dietro mi stringe i capezzoli duri per l’eccitazione,facendoseli passare fra indice e medio e mi morde i lobi delle orecchie facendomi sentire la lingua sulla parte che ha dentro la bocca.
Ad un certo punto ci baciamo tutte e tre insieme,ma più che le loro bocche &egrave l’odore che emanano a mandarmi in tilt.
Anche se sono appena uscite dalla doccia sanno di selvatico,non che sia un odore sgradevole,anzi la voglia di loro sale sempre di più.
Senza dire nulla Tanya scende con la lingua sul mio corpo,lasciando una scia di saliva,che dalla bocca passa attraverso il seno per arrivare alla passera.
Li si lancia in giochi unici,mi lecca da fuori le grandi labbra,poi passa in mezzo partendo dal basso e bevendo tutto ciò che trova,e non &egrave certo poco.
Adele mi mette un dito in bocca,io lo succhio per bene intuendo la fine che farà.
Non appena &egrave ricoperto di saliva lo fa scivolare in mezzo alle chiappe e inizia a toccarmi l’ano.
Il solo sentirlo premere sul buchetto mi fa quasi cadere,ma lei mi tiene ben stretta e capendo la mia voglia,lo fa scivolare piano dentro.
Non so chi delle due mi faccia più godere,la lingua di Tanya &egrave un serpente che morde la mia micia con sferzate di piacere,ma anche il dito di Adele basta e avanza per avere un grande orgasmo.
E questo non tarda ad arrivare,anzi non tardano visto che me ne fanno avere diversi,senza smettere mai di leccarmi e masturbarmi. Quando Tanya &egrave stanca si alza e baciandomi prende a masturbarmi con tre dita soffocando con la bocca le mie urla di piacere,e l’altra donna si abbassa per penetrarmi il buchetto con la lingua tenendolo aperto con le mani.
Mai due donne mi avevano così messo in mezzo fra loro e alla fine,dopo l’ennesimo apice del piacere le fermo entrambe per riprendere fiato.
Ma loro sono di un altro avviso,si alzano e mi spingono la testa verso i loro sessi.
Capisco che il minimo che possa fare &egrave ricambiare le attenzioni avute e inizio a baciare quelle due splendide fiche color ebano.
Non hanno solo un sapore dolce,ma sanno di sesso puro,i peli che le ricoprono sono pregni di gocce di piacere che lecco avidamente. Non potendo averle insieme nella mia bocca,mentre lecco una,masturbo l’altra mentre loro si baciano sensuali come non mai.
Il loro piacere che cola risalta ancora di più sulla pelle nera,non ne perdo una sola goccia,pregno com’&egrave di odori zuccherini che ricordano la canna.
Finisco con lo sfiorare i loro buchetti,sono entrambi ben stretti,ma le mie dita bagnate come sono,non fanno poi tanta fatica a violarli. Le sento gemere ancora più forte,anche se li soffocano a vicenda,i loro mugoli di piacere riempono la stanza e le mie orecchie. Le mie mani sembrano impazzite,entrano in loro a velocità sempre crescente,piene dei loro magnifici umori e della mia saliva.
Mi prendono la testa con le mani dirigendola verso colei che sente arrivare l’orgasmo.
Dopo che sono entrambe venute prendo un seno e lo struscio sul sesso di Tanya,poi con l’altro faccio lo stesso con Adele.
Quando mi alzo ho i capezzoli duri e bagnati,entrambe non si fanno pregare per prenderne uno a testa e pulirlo con la lingua.
Finiamo sul letto per fumare una sigaretta e riprendere fiato.
Facciamo un programma per la giornata,senza dire nulla per la sera,tutte e tre sappiamo che quello &egrave stato solo un antipasto di quello che faremo in quei tre giorni dedicati alla moda. Come mio solito in età giovanile,avevo avuto la brillante idea,di lasciare la scuola alla fine del quarto anno,così,una volta rinsavito e resomi conto della cazzata fatta,mi ritrovai a circa 24anni,a seguire presso un istituto che organizzava corsi di recupero per lavoratori,il corso dell’ultimo anno di studi per poter conseguire il diploma di geometra. Non &egrave che la cosa mi pesasse molto,in fondo a scuola ero sempre andato discretamente bene,per cui presi la cosa nella maniera giusta e presto mi feci benvolere dal corpo docente.
Giunti quasi alla fine dell’anno,una sera il vice preside dell’istituto,dopo le lezioni mi chiese di attenderlo un attimo, in quanto voleva parlarmi in privato,attesi con impazienza che si liberasse e quando finalmente arrivò,mi chiese se volevo andare alla gita scolastica a Parigi,organizzata dall’istituto per i ragazzi del corso normale. Aggiunse inoltre che mi avrebbe presentato a loro come un docente e che come tale avrei pagato solo il 50% della quota,incitandomi ad unirmi a loro,ringraziai per l’attenzione e chiaramente accettai.
La cosa non inizio sotto i migliori auspici,infatti,nel lungo viaggio in pullman verso la capitale francese,persi metà del mio budget giocando a poker,ma non mi demoralizzai per ciò,la comitiva era allegra,ed in più c’erano delle giovani professoresse molto carine,con le quali subito feci amicizia.
Finalmente giungemmo a Parigi,dopo i primi tre giorni,dedicati alle visite diciamo istituzionali,i ragazzi,chiesero insistentemente di essere accompagnati in discoteca,ed una volta ottenuta l’autorizzazione dal preside,a furor di popolo fui nominato capo delegazione. Non &egrave che la cosa mi piacesse molto,non amavo molto quel genere di locali e poi l’idea di dover controllare una trentina di scalmanati non &egrave che fosse molto allettante,ma giocoforza dovetti accettare unitamente ad alcuni docenti più giovani.
A quel punto m’informai presso la reception su dove andare e loro mi consigliarono la discoteca La Scala,sita in Rue de Rivoli,fu lì appunto che quella sera ci recammo.
Il locale era molto bello,si sviluppava su tre livelli,e la serata sembrava svolgersi in tutta tranquillità,anche se dato il periodo,erano molte le scolaresche che si trovavano lì ,ed unitamente alla nostra, nel locale c’erano almeno altre 5/6 scolaresche del napoletano,io mi trovavo sul terzo livello,che mi permetteva di avere il tutto sotto controllo. Quando sporgendomi dal parapetto,notai che tutti i ragazzi erano al piano terra,dove unendosi alle altre scolaresche,vi avevano praticamente trasferito la curva B del San Paolo,eravamo in piena epopea maradoniana,
Per paura che la situazione potesse fuggirmi di mano,mi recai anch’io al piano sottostante,dove trovai una situazione si chiassosa ma senza eccessivi pericoli ,una volta tranquillizzatomi,non potei fare a meno di notare le due splendide cubiste che si esibivano avvolte nelle sciarpe del Napoli. Ma una soprattutto attirò la mia attenzione,bionda,capelli lisci corti,viso angelico,stivali bianchi che le arrivavano quasi all’inguine,perizoma d’ordinanza e due tette favolose,che sembravano sfidare la forza di gravità,per quanto stavano su bene ed il sincronismo col quale ballonzolavano a ritmo di musica. Ne rimasi incantato,non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso,mentre man mano mi avvicinavo al cubo sul quale si trovava,nel fare questo,ebbi più volte l’impressione che i nostri sguardi s’incrociassero,finch&egrave mi posizionai alla base del cubo per ammirarla meglio. dopo alcuni minuti nei quali cercai e trovai il suo sguardo,lei mi butto la sciarpa che aveva in mano intorno al collo e mi tiro verso di lei,abbassandosi mi sfioro la fronte con le labbra in uno sfuggente bacio e nel frastuono generale,a gesti mi fece capire che il suo numero terminava tra dieci minuti,indicandomi l’ingresso dei camerini dove avrei dovuto attenderla.
Mi recai dove indicato con il cuore in subbuglio,in un attimo avevo perso tutta la mia lucidità,il tempo sembrava si fosse fermato,mentre mille pensieri mi attraversavano la mente,finalmente la vidi scendere e avviarsi verso di me,appena giunta mi sfioro le labbra in un tenero bacio. Entrammo nel suo camerino,purtroppo non capivo una sola parola di francese,ma per fortuna lei parlava anche in spagnolo,che in qualche modo riuscivo a comprendere in virtù di un mese di soggiorno in Spagna durante le ultime vacanze. Disse di chiamarsi Sylvie,si rivesti in fretta,dandomi giusto il tempo di avvisare i ragazzi che ritornavo in hotel per un malore,ed uscendo da una porta secondaria in men che non si dica mi ritrovai in un taxi,unito a lei in un lascivo bacio,che faceva presagire uno sviluppo di fuoco della serata.
Durante il tragitto,mi disse di abitare con un amica che faceva il suo stesso lavoro,aggiungendo che con lei divideva tutto ma proprio tutto,che sicuramente l’avremmo trovata in casa in quanto libera dal lavoro,oltre al fatto che sicuramente in lei avrei trovato qualcosa di particolare.
Dopo un breve peregrinare nella notte ,avvolti in quella magica atmosfera di sensualità che solo Parigi ha,giungemmo a destinazione,nell’angusto spazio dell’ascensore ci unimmo in un corpo solo,con la sua lingua che saettava nella mia bocca.
Bussammo alla porta,grande fu il mio stupore quando la porta si aprì,mostrandomi una donna bellissima,di sicura origine creola,cosa che ebbi modo di appurare poi,la sua pelle ambrata,non faceva altro che risaltare i lineamenti perfetti del suo viso,avvolto da una cascata di capelli ricci e neri,una bocca carnosa,due tette prorompenti mal contenute dalla leggera vestaglia che indossava,alta oltre il metro e ottanta,con un culo favoloso che potei ammirare nel momento in cui si girò per cederci il passo. Mi disse di chiamarsi Ainette,mi presentai a mia volta,parlava un italiano più che comprensibile,dati alcuni anni trascorsi in Italia e ne fui ben lieto.
Ci accomodammo insieme su un largo divano a sorseggiare un cognac,parlando del più e del meno,io ero seduto al centro,non sapendo a chi prestare attenzione tra la bionda e la mulatta al mio fianco,entrambi splendide,anche se Ainette aveva un non so che m’intrigava particolarmente,mentre la mia mente fantasticava su quello che sarebbe accaduto in seguito.
I miei pensieri furono interrotti da Sylvie,che sfilandosi con classe il perizoma,decise che era il momento di passare all’azione
M’inginocchiai tra le sue gambe,ove trovai una fighetta accuratamente depilata,iniziai a baciarle l’interno cosce,le feci sentire la lingua nell’inguine,ritardando ciò che lei aspettava con ansia,poi dolcemente iniziai a percorrere la sua ferita dal basso verso l’altro,intrufolandomi lievemente tra le grandi labbra,dove assaggiai le prime gocce dei suoi umori. Continuai con calma,la sentivo dischiudersi sotto i colpi della mia lingua,raggiunsi le piccole labbra alle cui estremità,fece capolino il clito indurito, che iniziai a succhiare lievemente. La sentii mugolare,mentre alzando lo sguardo,vidi Ainette,che sfilatole le tette dalla camicia,si era attaccata con ingordigia ai suoi capezzoli,che vedevo duri e appuntiti scomparire nella carnosa bocca di lei.
Continuai a leccare e succhiare con estrema lentezza quel frutto succoso,ormai i suoi umori mi solcavano le guance unitamente alla mia saliva,aumentai il ritmo della mia lingua,sentendola contorcersi. Ma solo quando spostai le mie attenzioni orali sul buchetto posteriore,penetrandolo con decisione,mentre con le dita la sditalinavo,sentii gli schizzi del suo piacere colpirmi la fronte,mi attaccai a ventosa gustandomi fino in fondo il sapore di quel meraviglioso orgasmo,mentre i suoi rantoli veniva smorzati dalla lingua di Ainette,che introdottasi nella sua bocca quasi le faceva mancare il respiro.
Ebbi giusto il tempo di rifiatare che Ainette,aveva assunto la stessa posizione,dopo essersi a sua volta sfilata il perizoma,in attesa del medesimo trattamento riservato all’amica,cosa che con rinnovato piacere mi accingevo a fare,quando notai un sesso si depilato,ma di tipo maschile,ed anche di buone dimensioni,nonostante ancora non fosse al suo massimo splendore,sembrava un cilindro di cioccolato fondente.
Le feci capire che non era la mia specialità e lei non batte ciglio,anche perché Silvie,notato il mio imbarazzo,subito s’inginocchio prendendo la”mia posizione,e con perizia inizio a succhiare quel bastone color ebano,che vedevo crescere nella sua bocca. Allora mii alzai,posizionandomi alla destra di Ainette,la quale ben presto lo tirò fuori,sbottonandomi con abilità la patta,finch&egrave non vidi il mio cazzo sparire tra quelle carnose labbra. L’imboccava fino all’elsa,succhiando in un modo che non mi era mai capitato di provare,alternando lunghe linguate che percorrendo l’intera asta arrivavano allo scroto,sembrava trasmettermi in contemporanea le sensazioni che Silvie a sua volta le regalava.
Quando notò di avermi portato al massimo dell’erezione,scese dal divano,si sdraiò e invitò Silvie a stendersi su di lei nella classica posizione del sessantanove. Prese allora con veemenza a leccarle la figa,già fradicia e mi fece segno d’inginocchiarmi dietro di lei,riprese il mio cazzo in bocca e dopo un altro paio di slinguate,con la mano lo guidò all’ingresso,della porta dell’amore di Sylvie.
Mi basto solo inarcarmi per introdurlo fino alla base dentro di lei,che saluto il mio ingresso con un lungo sospiro,dopo essermi assestato al suo interno,iniziai a fotterla prima lentamente,poi con maggior vigore,prendendo il ritmo dei suoi rinculi.
Ainette intanto alternava la sua lingua dal clitoride alla base del mio cazzo,donandomi un piacere infinito,nel mentre veniva succhiato con ardore da Sylvie,ormai ci muovevamo all’unisono,si aveva l’impressione di essere un corpo unico,percorso dalle stesse sconvolgenti pulsioni.
Non so quando tempo trascorse,prima che con un violento rinculo Sylvie bloccasse il mio cazzo sulla testa del suo utero,inondandolo di secrezioni prodotte dal potente orgasmo da cui era scossa,secrezioni che abbondanti colavano sulla lingua di Ainette dopo essere scivolate lungo la mia asta.
A quel punto anch’io mollai gli ormeggi,e tiratolo fuori,fui dolcemente accolto dalla bocca della mulatta che bevve fino all’ultima goccia, l’enorme quantità di sperma che le riversai in gola,riservando a sua volta lo stesso trattamento alla bionda distesa sopra di essa,che mi sembro ben felice nel ricevere quella crema di cui ben conosceva il sapore.
Non ebbi nemmeno il tempo di riprendermi e finire la sigaretta che avevo acceso,che Sylvie volle dimostrarmi la sua abilita linguistica,riprendendo a far correre la lingua sui miei testicoli,tentando di ridare nuovo vigore al mio pene,ben coadiuvata in questo da Ainette,che intanto si dedicava con passione al mio buchetto,picchettandolo con l’appuntita lingua. Chiaramente ben presto riuscirono nel loro intento,anche per il fatto che la mia attenzione si era soffermata sullo splendido culo della mulatta,che non vedevo l’ora di profanare,ma sono certo che lei avesse il mio stesso pensiero,infatti poco dopo,inginocchiatasi sul divano,chiese alla bionda di lubrificarla,cosa le vidi fare con estremo piacere.
Le passo e ripasso più volte la lingua,tra il solco di quelle stupende natiche,non dimenticando però di slinguarmi l’uccello posizionato da me al suo fianco,quando penso di aver ben eseguito il suo compito,si scosto,posizionandosi davanti alla amica in modo da poter a sua volta essere leccata da lei,lasciando a la mia merce l’agognato anfratto.
Mi posizionai e piano usando tutta la dolcezza possibile,iniziai la mia risalita nell’intestino di lei,ben presto mi accorsi che le mie premure erano inutili,infatti appena appoggiai il glande sullo sfintere,fui in esso letteralmente risucchiato,e sentii le incitazioni di Ainette che chiedeva a gran voce di essere sodomizzata con vigore,cosa che non mi feci ripetere. Iniziai subito a dare dei gran colpi di reni in quel meraviglioso culo,ne i suoi rinculi erano da meno,solo i gemiti giungevano ovattati,in quanto comunque intenta a succhiare con voracità la fica di Sylvie,che a sua volta incitava entrambi ad aumentare,se possibile,il ritmo già di per se frenetico.
Nella stanza risuonavano ormai solo le grida,i sospiri ed i gemiti ora dell’uno,ora degli altri,impegnati alla spasimo a darsi e a donare piacere,piacere che ben presto sentii arrivare,unitamente all’alzarsi dei toni vocali emessi e che scaricai con densi fiotti di sborra nel culo di Ainette, che altrettanti ne ricevette nella bocca da Sylvie,la quale ci avverti del suo orgasmo con urlo e un sospiro come non ne avevo mai sentiti. Solo allora sentii il bisogno di ricambiare il piacere ricevuto,allungando una mano e iniziando a masturbare lentamente quel sesso che mai avrei pensato di impugnare,portandolo al piacere nella bocca di Sylvie,che certo non si lascio pregare per berlo con gusto.
Solo allora mi accorsi che dalle finestre,faceva capolino la luce del nuovo giorno,mi rivestii velocemente ed in modo altrettanto rapido le salutai,ringraziandole della splendida notte,ben sapendo che mai più le avrei riviste,corsi in strada fermai un taxi ed ormai esausto, riusci solo a sussurrare al tassista:Hotel Ibis,Parc du Bagnolet.


Un sabato di una fredda giornata invernale, partii di buon ora per Siena. Avevo voglia di fare un fine settimana in questa splendida città toscana. Mi alzai alle 7,30 del mattino,’ dopo una rilassante doccia e una rapida colazione caricai nella mia classe A una piccola valigia e un vestito per la sera e accesa l’ennesima sigaretta,partii direzione Siena. In autostrada mi godevo questo viaggio non correndo ma assaporando la visione dei paesetti che intravedevo guidando. Alle 11 arrivai’ nella città toscana, solito hotel nella contrada del liocorno. Salito in camera una rapida sciacquatina e sistemate le mie cose nell’armadio, scesi per passeggiare per le vie del posto, acquistare i quotidiani e che’ne so’a respirare quella fantastica aria toscana che ti’ pervade con quei profumi che ti riportano ricordi lontani, profumi di sughi toscani,profumi di sensazioni positive. La mattina di quel sabato fu però molto statica, non c’era granch&egrave di movimenti, poche straniere in giro e qualche stralunata coppietta. Visto che si era fatta l’una decisi di andare a pranzo( tanto già conoscevo la’trattoria di fiducia); entrai presi dei crostini toscani e prosciutto, poi uno spezzatino di cinghiale e un caff&egrave. Un po’ scoglionato tornai in albergo( premetto che quel giorno ero sempre arrapato, non so perch&egrave, ma lo ero) e alla reception vedo due ragazze che parlavano con il portiere. Non so cosa mi prese(dato che per carattere non sono invadente) ma con fare baldanzoso mi avvicinai verso di loro. Sentii che cercavano una stanza, ma non avendo prenotato e non essendo clienti abituali, la cosa era difficile quasi impossibile( in quel periodo a Siena c’era un grosso congresso farmaceutico). Le due ragazze erano un po’ alterate con il portiere dicevano di essere due farmaciste e che la loro azienda si era sbagliata con la prenotazione, quindi non avevano intenzione di lasciare l’albergo. Il portiere guardandomi disse che in realtà la mia camera era delle signore e per sbaglio l’avevo io( ecco perch&egrave nella mi stanza c’era un letto matrimoniale e un lettino). Io risposi che il problema non era mio, e guardando loro dissi che si doveva trovare un’altra soluzione. Una era mulatta occhi neri alta poco più di 1,70 con una gradevole seconda di seno, l’altra era bionda, un po’ più basa ma con una quarta di seno e un paio di jeans che evidenziavano il suo splendido culo. La mia testa non ragionava più ero ingrifato come un lupo della steppa,avevo i pantaloni che non contenevano la mia eccitazione( già prominente dall’inizio della mattina), ma cercando di calmarmi decisi di proporre loro un’idea. Dissi che potevamo dividere la stanza, io avrei dato loro il letto matrimoniale e con educazione e riservatezza mi sarei preso il’ letto singolo. Mi aspettavo un “come si permette”, invece la mulatta mi rispose che sarebbe stata una magnifica soluzione, anzi’ mi ringraziò per la gentilezza. Salimmo in’ camera, e lasciai loro il tempo di sistemarsi anzi lasciai loro anche metà dell’armadio. Tornai in camera dopo mezz’ora, ma’entrando’nella’stanza, sentii degli strani lamenti provenire dal’ bagno; allora piano piano mi avvicinai alla porta, era semi aperta, ed ebbi la più bella visione della mia vita, vidi loro due completamente nude chi’si” baciavano toccandosi, abbracciandosi, stringendosi le chiappe a vicenda; la neretta le lavava le tette e le succhiava delicatamente i capezzoli turgidi e color vinaccia, scendeva con lingua sulle cosce e con estrema dolcezza le mordeva il clitoride i peli ritornando sull’interno coscia e girando la lingua sul buco di culo alternando con veemenza i sapori, poi si misero a 69 e potei ammirare i loro culi in movimento, una dolcissima figura geometrica pervadeva i miei occhi, vedevo dal vivo cosa volesse dire fare l’amore veramente, percepivo il loro godimento, i loro sapori, come’fossero dolci ( e come a volte noi’ uomini siamo egoisti), poi si misero a fare l’amore vedevo le loro vagine strofinarsi e i loro visi in estasi, fino all’amplesso. Uscii di corsa, per rientrarvi dopo dieci minuti, loro vestite stavano parlottando, entrai salutandole. Dopo un po’ di tempo la bionda mi disse se lo spettacolo mi fosse piaciuto, io cadendo dalle nuvole risposi che non sapevo di cosa stesse parlando, ridemmo, allora Chiara ( la scura ) aggiunse che loro erano una coppia’ da tre anni e che schifano gli uomini perch&egrave usavano solo il cazzo. Io risposi che per me erano una bella coppia e che i fatti loro non era un mio problema, purtroppo i miei pantaloni tradivano la mia emozione avevo la patta gonfia come un grattacielo di New York. La sera mi invitarono a cenare con loro e bevendo del chianti ci raccontammo le nostre vite. Cinzia( la bionda) disse che ero un uomo diverso dagli altri e cio&egrave che in un rapporto saffico non vedevo l’aspetto materiale cosa che molti uomini fanno. Infatti per mia natura ogni sentimento e amore &egrave degno di rispetto e’ l’amore tra due donne e la congiunzione di due dolcezze. Dopo un cognac Chiara e Cinzia mi dissero apertamente:” Se ti dicessimo di voler fare l’amore con te, tu cosa faresti? Attenzione rispondi con sincerità e non da uomo porco che si eccita a’ vedere due donne che fanno sesso.” Risposi:” Ho voglia di fare l’amore e basta, e non perch&egrave siete lesbiche, ma perch&egrave mi piacete e niente altro, &egrave da quando vi ho visto che ho il cazzo di marmo.” Salimmo dopo un’ora in camera, quando Cinzia e Chiara iniziano’ a pomiciare con me le loro lingue pervadono il mio collo, le mie orecchie, mi strappano la camicia e iniziano e leccarmi i capezzoli e Chiara mi’ stringe una chiappa, avevo il cazzo come una proboscide, mentre faccio lingua a lingua con Cinzia Chiara mi sbottona piano piano la patta, fa fuoriuscire il mio cazzone ancora incappucciato e delicatamente se lo struscia sulle guance, lo bacia, lo morde e inizia a succhiarlo leccandomi l’asta e mordendo i coglioni già enormemente pieni di nettare. Scende giù anche Cinzia e continuano un bocchino a due lingue, non vi dico la gioia e lo sforzo di mente per non sborrare, volevo resistere al massimo,e’ resistere molto &egrave una cosa che mi riesce bene. Quindi le fermo e le dirigo verso il lettone, facendole mettere sdraiate di fronte’ a me con le cosce aperte, e incomincio a a leccarle entrambe alternandomi su una e su l’altra con lingua e dito e alzandole di poco le leccavo il buco del culo e a me piace tanto leccare il culo di una donna. Sentivo le loro mani tirarmi i capelli e la loro sborra femminile scendere sulla mia bocca, quella splendida colla bianca , quella dolcezza prelibata contribuiva a mantenere duro il mio cazzo. Poi ci intrecciammo nel letto e leccandoci ci toccavamo i culi le le tette’ mordevano il mio torace, fino a che Cinzia urlò che voleva il cazzo in figa ma scopando di lato. L’accontentai subito’ vedevo la mia asta entrare e uscire e le palle schiacciate Chiara intanto mi leccava il culo, sudore e gemiti rintronavano nella stanza, l’odore di sperma femminile era delizia per le mie narici. Lo tolsi da Cinzia e lo infilai nel culo di Chiara, ormai eravamo animali, Cinzia mi diede un dildo che prontamente le infilai nel suo culo .Oramai era una danza ritmica di spinte pelviche e di culi che roteavano, loro intanto si leccavano era un’opera d’arte i nostri corpi con i piedi facevo forza sul materasso per assestare al meglio i miei colpi. Cinzia si tolse il dildo e mi pisciò addosso cosa che fece anche Chiara, ormai ero al culmine e le due ragazze me lo presero in bocca sbocchinandomi con voracità fino a che sborrai copiosamente. Ci baciammo subito’ scambiandoci la sborra tanto era la mia; ancora a cazzo duro pisciai io sopra le loro fighe facendole nuovamente godere.
Ci addormentammo appiccicati e abbracciati.
La mattina alle sei rifacemmo sesso fino all’ora di pranzo e così per tutti i restanti giorni, rimasi lì fino al mercoledì. Ci salutammo senza finte moine, ma con il rispetto che ci ha contraddistinto. Chiara mi disse che era la prima volta che avevano accettato un uomo, ma in me le aveva colpite la dolcezza mista all’esser selvaggio.
Io aggiunsi che il loro rapporto era così bello che quasi mi vergognavo di essermi anche se autorizzato ad intromettermi fra di loro.

Stasera riesco ad essere a casa prima del solito.
Meglio. Valentina da ieri sera mi sembrava particolarmente eccitata, anzi, direi proprio in calore.
Arrivo e, sul vialetto d’ingresso, c’&egrave la BMW di Jane, una collega inglese di Valentina.
Splendida, di origini caraibiche, color cioccolatino, un corpo da sballo, muscolatura lunga, pelle di velluto, capezzoli sempre duri, un culo alto che più alto non si può, profumo di femmina.
Staranno discutendo delle solite cose relative ai campionari della moda primavera estate.
Non suono, apro con le chiavi, butto la borsa sulla sedia in ingresso e vado verso il soggiorno: vuoto, non c’&egrave nessuno.
Sento però rumori in cucina…vista l’ora staranno facendo, magari, uno spuntino…
Mi affaccio sulla porta e per poco non mi viene un coccolone !!!
Valentina &egrave nuda, stesa sul bancone della cucina e Jane chinata fra le sue gambe, con solo un perizoma che si sta muovendo in maniera inequivocabile.
Resto di sale.
La scena &egrave di quelle che te lo fanno diventare duro in due secondi netti.
Avevo già notato come Jane guardasse Valentina e con lei ci avevo anche scherzato su, ma la mia donna mi aveva sempre confermato, e ne avevo le prove, di amare il buon vecchio caro cazzo.
Però, si sa, l’occasione fa l’uomo ladro o la donna curiosa.
Ed ora eccomi qui, sulla porta della cucina di casa mia con la mia donna che si sta facendo leccare la fica, o cos’altro, dalla sua amica.
Comunque, voglio proprio vedere, per noi maschietti vedere due donne che fanno sesso &egrave il massimo, una bianca una nera &egrave il massimo al quadrato, se poi una delle due &egrave la tua compagna.
Valentina &egrave già partita, sta gemendo come un’ossessa, Jane la sta masturbando ma non vedo bene.
Mi sposto, entro in cucina, ed urto lo sgabello.
Se ne accorge solo Valentina che mi guarda ma il suo viso &egrave stravolto dal piacere, non mi degna di un solo cenno e, a questo punto decido almeno di godermi lo spettacolo e mi sposto per vedere meglio:
Jane ha messo della marmellata di arance amare, la preferita di Valentina, sul clito della mia compagna e da lì se la sta gustando mentre dimena il culo a gambe larghe in modo molto più che osceno.
Anche i capezzoli di Vale sono coperti di marmellata e Jane, alterna le leccate di fica ad un assaggio di tette, mentre si accarezza la fica visibilmente bagnata.
Valentina &egrave già oltre il primo orgasmo, segno che le porcelline stanno godendo da un po’, gira la testa verso di me, lo sguardo &egrave perso nei meandri del piacere, in maniera quasi svogliata mi fa cenno di avvicinarmi.
Mi spoglio, ho il cazzo già duro, mi avvicino a Jane, ho sempre avuto voglia di accarezzarle il culo, ma ora oso di più, viso che ho la benedizione della mia donna.
Mi accuccio dietro la ragazza di colore, guardo il suo splendido culo, le sfilo il perizoma fradicio, tracce di bagnato attorno suo buchetto testimoniano che si &egrave già masturbata entrambe i buchi.
Odoro da lontano, il suo &egrave un odore selvaggio, forte, penetrante, l’odore primordiale della madre terra, odore di femmina in calore.
Ficco la testa tra le sue splendide gambe aperte e punto decisamente sull’ano.
Lei quasi non si scompone, anzi, spinge il culo indietro per offrirsi meglio, non mi guarda neanche, impegnata com’&egrave a far godere Vale.
Le lecco l’ano, ha un sapore forte, inebriante, le ficco dentro la lingua., geme ed inarca la schiena, si gira, abbandona la fica allagata di Valentina, mi prende per le mani e mi fa alzare in piedi:
“Ciao Mauro” dice con una voce resa roca dall’eccitazione.
Per un attimo si gira a guardare Vale che intanto si sta tormentando i capezzoli e poi mi bacia.
Si mischiano i sapori del culo di Jane, della fica di Valentina e della marmellata.
Un mix che consiglio a tutti, indipendentemente dal loro sesso.
La lingua di Jane &egrave un serpente, mi riempie la bocca, mi solletica le labbra, avevo sempre ipotizzato che le femmine di colore avessero qualcosa di animale, lei ne &egrave la conferma.
Le accarezzo i seni e focalizzo i suoi capezzoli: straordinari sono grossi come un pollice e lunghi, due piccoli cazzi duri, li stringo tra le dita, li tormento con i polpastrelli e intanto le appoggio il mio bastone sul ventre.
Jane viene, ma non &egrave un orgasmo, &egrave uno spettacolo della natura, allarga le gambe, spinge in fuori le ginocchia ed inarca il bacino, inizia un rantolo senza fine, liberatorio.
Valentina si sta masturbando come una forsennata, si &egrave infilata non so quante dita nella fica.
Anch’io non resisto, prendo Jane per i fianchi, le punto deciso il cazzo tra le grande labbra ed inizio ad entrare in quel paradiso, caldo, umido, torrido, come le foreste primordiali.
Lei di nuovo si inarca e mi accoglie, Valentina intanto si &egrave accucciata sotto di noi e sento che mia compagna mi lecca dall’ano fino alla parte di asta che non &egrave dentro Jane, per cui immagino che riservi lo stesso trattamento anche alla sua amica.
Comincio a spingere, Valentina si &egrave alzata e mi bacia e morde i capezzoli, lo sa che mi piace, per ciò insiste, poi si sposta dietro di me si incolla alla mia schiena ed accompagna le mie spinte:
“Così la scopo anch’io” mi sussurra all’orecchio mentre me lo lecca.
Sono talmente eccitato che arrivo rapidamente, svuoto il mio piacere nella fica di Jane che, quasi immediatamente si sfila da me mentre il mio cazzo ancora pulsa, si stende sul bancone e intima:
“Adesso leccatemela, insieme”
Ci tuffiamo sulla sua passera che sta colando sperma, io e Valentina, le nostre lingue mischiano quel miele fatto di me e della deliziosa creola.
Che non aspetta neanche un secondo a ritornare in azione.
“ Viene qui” dice Jane a Vale.
La mia donna ubbidisce, quasi sottomessa.
La piega sul bancone ed inizia a leccarle l’ano, sul bancone, oltre alla marmellata c’&egrave anche del burro, Jane ne prende un po’ con il dito e con quello lubrifica l’ano della mia compagna.
Scena celebre, vero Marlon?
Poi mi prende per il cazzo che intanto &egrave tornato duro da scoppiare e lo punta sul culo di Vale che mi dice:
“Ti voglio, ora, nel culo.”
Complice i burro entro senza fatica, so che a Vale piace, ma solo se &egrave particolarmente eccitata, e questa sera non lo &egrave in parte, lo &egrave infinitamente.
Jane si accuccia tra le sue gambe ed inizia una leccata di fica da antologia mentre non trascura di giocare con i capezzoli della mia compagna.
L’aria &egrave pregna dei nostri odori, su tutti quello di Jane, un odore di femmina in calore.
La ragazza mi afferra lo scroto ed inizia ad accompagnare le mie spinte dentro il culo di Vale.
Sempre di più, sempre più veloce, sempre più forte, sempre più in fondo.
Quando abbasso lo sguardo ho una visione celestiale.
Ha una mano, una mano intera, dentro la sua fica, non avevo mai visto niente del genere, ha il viso stravolto dal piacere, sta urlando frasi senza senso, al limite dell’osceno.
Quando sente che sto per venire mi afferra il cazzo, lo sfila dal culo di Vale e glielo infila nella fica.
Valentina urla di piacere, sta venendo a ripetizione, si tortura i capezzoli duri come ciliegie.
Vengo immediatamente, se nel culo c’&egrave una grossa presa muscolare alla base dell’asta ma poco stimolo sulla cappella, nella fica &egrave il contrario, questo brusco cambio di sensazioni mi fa sciogliere in un orgasmo che dura non so quanto.
Sento solo Jane ancora sotto di me, di noi, che sta leccando, tutto di me ed immagino anche di Vale che continua a godere come una vera porcellina.
Restiamo lì, a riprenderci, a tornare nel mondo reale.
Valentina &egrave la prima a reagire:
“Sentite, &egrave stato bellissimo, ma un po’ scomodo, che ne dite se andiamo in camera?”
Io e Jane la guardiamo, ci guardiamo, e scoppiamo a ridere mentre ci prendiamo per mano ed andiamo verso la zona notte.
Anche stasera non si cena.

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