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In campeggio cap 1

By 12 Settembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Simone. Ho 24 anni ed ormai apprezzo qualunque tipo di sesso. Ma una volta non ero così. Per spiegarvi come cambiò la mia vita sessuale ho proprio voglia di raccontarvi della prima volta che mi aprirono il culo.
Avevo 18 anni e poche esperienze alle spalle. Quell’estate i miei genitori mi avevano dato via libera per le vacanze e io ero partito alla ventura in motorino con un paio di amici (Mirco e Andrea) e una tenda da campeggio per l’isola d’Elba.Una sera Mirco e Andrea erano tornati prima di me dal mare e quindi quando tornai in tenda per racimolare la mia roba ed andare a farmi la doccia ero solo,

probabilmente quei due erano già andati al bar del campeggio per l’aperitivo, pensai. Dopo aver raccolto asciugamano e bagnoschiuma mi diressi nelle docce. Una volta lì entrai in una cabina e mi tolsi il costume, quindi iniziai a lavarmi tranquillamente.
Ricordo che le cabine doccia di quel campeggio erano molto pulite e senza porte, disposte una accanto all’altra lungo una parete dello stanzone. In quel momento nello stanzone c’ero solo io e mentre mi lavavo iniziai a pensare alle immagini di quelle vacanze, altri ragazzi conosciuti, la quantità di fighe in spiaggia durante la giornata e anche ai corpi dei miei amici che solitamente facevano la doccia con me. Da qualche giorno quella vicinanza intima infatti mi turbava un po’ perché di tanto in tanto mi scoprivo ad apprezzarli. Mentre mi stavo lavando il pene già semi-eretto per quei pensieri, sentii un rumore, e mi accorsi che non ero più solo là dentro. Era infatti entrato nel locale delle docce un alto ragazzone biondo sui 25 anni, quasi sicuramente un turista tedesco. Questo era completamente nudo tranne che per le ciabatte da spiaggia e mi stava osservando sorridendo con il l’asciugamano nel pugno destro e lo shampoo nell’altra mano.
Aveva un corpo statuario, i muscoli gli saettavano sul petto. Aveva gli occhi azzurri e i capelli biondi come il cespuglio di peli tra le gambe da cui pendeva un cazzo enorme. Lo guardai un secondo, gli sorrisi automaticamente e mi girai cercando di nascondere la mia erezione e di far finta di nulla anche se il mio cazzo era ancora più su di giri dopo quella visione. Lo sentii avvicinarsi da dietro. Poi sentii una mano sul culo. Sentivo la testa girare e il suo fiato sul collo.
Quasi automaticamente aprii leggermente le gambe mentre le sue mani iniziarono a massaggiarmi delicatamente ma con decisione le chiappe sotto il getto d’acqua della doccia. Mi baciò sul collo, facendomi venir meno e poi sentii la sua mani aggrapparsi al mio uccello ancora vergine e scappellarlo con decisione.
– Sii.
Riuscii a mormorare mentre il ragazzo taceva e appoggiava il suo cazzo enorme nel solco tra le natiche facendomi sentire quanto fosse in tiro. Intanto continuava a masturbarmi. Avevo perso la testa ed ero già alla sua mercé. Stavo quasi per venire, mugolando come un pazzo per quelle mani insaziabili quando di scatto si interruppe e mi fece girare verso di lui. Io obbedii in silenzio anche quando mi fece inginocchiare davanti la sua colonna di carne. Allora mi tuffai con il volto sul suo cazzo voglioso e bagnato dall’acqua della doccia. Era una stanga stupefacente e io ficcai la faccia sul suo pube iniziando a leccarlo tutto dalla base.
Quello iniziò a mugolare frasi incomprensibili in una lingua che mi sembrava tedesco. Ma ormai anche se avesse parlato italiano non avrei capito nulla tanto ero preso. Risalii con la lingua fin sul glande turgido e bagnato. Sentivo con gioia il sapore salmastro del mare, acqua sale e miste all’odore del suo arnese.
Lui mi appoggiò le mani tra i capelli e iniziò a spingere le mie labbra verso di sé per farmelo ingoiare. Lo prendevo in bocca un po’ per volta. Lui in piedi sopra di me mi dettava il ritmo con decisione e delicatezza mentre io eseguivo il mio compito con solerzia e piacere. Dopo un paio di minuti di va e vieni cominciavo davvero a prenderci gusto e iniziavo ad accelerare di tanto in tanto i movimenti e a farmelo entrare dentro fino in gola. Quello era impassibile quando alzai lo sguardo con il suo cazzo che mi scorreva sulle labbra, mi carezzava il capo e mi lasciava fare soddisfatto.
Quando lo sentivo tutto dentro succhiavo come un ossesso e mentre il suo cazzo mi fuoriusciva dalla bocca vi lasciavo sopra sempre più saliva che si mischiava con l’acqua della doccia. Mentre mi muovevo così iniziai a carezzare d’un tratto con le mani le sue gambe risalendo fino alle chiappe toste di muscoli tesi che iniziavano a fremere per l’eccitazione. Lo sentii di colpo ancora più duro nella mia bocca, finché non iniziò a venire gettandomi in bocca fiotti di sperma caldo che io assaporavo e cercavo di mandare giù preso dalla smania. Non finiva più. Dopo una decina di sorsi da quella calda fontana mi arresi, non riuscivo a stargli dietro e iniziò a colarmi sperma dai lati della bocca trascinato dall’acqua che scorreva mentre cercavo ancora di ingoiare tutto quel liquido.
Quando lo tirò fuori senza una parola tutto lo sperma che ancora non avevo inghiottito mi colò giù sul petto. Lui allora si chinò e iniziò a massaggiarmi e a strizzarmi i capezzoli turgidi e bagnati mentre il suo seme per effetto dell’acqua calda della doccia mi scivolava su tutto il corpo.
Quasi d’istinto dopo pochi secondi mi girai sempre in ginocchio e quindi mi misi a carponi agitando le chiappe per lasciargli intendere quel che volevo. Quel magnifico toro da monta tedesco non attendeva altro e dopo aver tuffato la faccia sul mio culetto ancora vergine iniziò a leccarlo infilandomi la lingua sul fiorellino anale ancora chiuso. Fu una goduria nuova che non avevo mai provato. Sentivo la sua lingua calda che mi inumidiva l’ano e cercava di farsi strada dentro di me. Ma il forellino era stretto stretto data la mia verginità e quindi iniziò a versarci sopra e intorno un po’ di doccia-schiuma che aveva preso lì nella cabina.
Io ero eccitato come un forsennato e mentre mi sentivo massaggiare e insaponare le chiappe agitavo il sedere ed aprivo le gambe per favorire il massaggio. Dopo alcuni secondi sentii un dito premere sul culetto e iniziare a forzarmi l’ano con forza.
Ero talmente eccitato e impaurito! In quei momenti pensai per un attimo al casino che sarebbe potuto succedere se in quel momento fosse entrato qualcuno nelle docce e ci avesse beccati così, io inforcato e lui con le mani sul mio culetto aperto. Ma il pensiero di essere visto in una situazione così mi fece eccitare ancora di più mentre le sue mani mi facevano impazzire.
Sentii il suo dito entrare ed entrare sempre più a fondo nel mio retto portando con sé il sapone che un po’ bruciava ma favoriva la penetrazione. Per il dolore e il piacere quasi venni meno. Lui iniziò a rigirare il dito e poi prese a stantuffarmi un poco sempre sotto il getto d’acqua calda e il sapone che, sentivo, mi versava in quantità tra le chiappe. Allora mi penetrò con due dita e lì quasi svenni per il dolore iniziale di quel trattamento. Era in ginocchio anche lui ora, chino sul mio culo iniziò a schiaffeggiarmi le natiche mentre continuava ad aprirmi l’ano con forza sempre maggiore. Io sentendomi aprire così il culo ero eccitatissimo, con una mano mi presi il cazzo e iniziai a menarlo con foga venendo quasi subito. Intanto sentivo le pareti del culo accogliere con sempre maggior elasticità le sue dita che mi frugavano sempre più dentro. Mi sembrava di essere uno spiedino inforcato così, con il culo all’infuori proteso verso quelle mani che mi davano piacere. Sentii il cazzo diventarmi di nuovo duro. E ricominciai ad accarezzarlo mentre mugolavo e mi spingevo verso di lui. Dopo un paio di minuti le sue dita si fermarono lasciandomi il culo vuoto e inappagato.
Allora sentii la superficie calda e liscia della sua cappella poggiarsi al mio sfintere e iniziare a premere. Cercai di aprire l’ano contraendo i muscoli del culo per accoglierlo meglio, quando all’improvviso lui spinse con forza e iniziò a penetrarmi gemendo di piacere. Mi forzò con foga dapprima vedendo che il mio stretto canale faceva fatica ad accoglierlo. Ma dopo qualche minuto sentendomi nuovamente su di giri, prese un ritmo cadenzato e più regolare, e, sentendomi muovere le chiappe verso di lui per favorirne i movimenti continuò così per un po’. Io nei primi secondi avevo provato un leggero strappo all’inguine e avevo sentito il mio culo dilatarsi oltremisura facendomi vedere le stelle. Ma dopo poco mi ero abituato e avevo stretto lo sfintere attorno a quel cazzo poderoso che mi forzava. Avevo le chiappe e l’ano tutti aperti e mi sentivo il culo riempito da quel magnifico pezzo di carne calda che mi faceva godere da impazzire. Lui continuava a pomparmelo dentro e io a godere e a gemere.
Continuammo a scopare in questa maniera per un bel po’, credo una decina di minuti, mentre io venivo a ripetizione sotto l’acqua stimolato dai suoi colpi di cazzo. Quando alla fine stava per venire mi prese per i fianchi e iniziò ad attirarmi verso di s&egrave fottendomi ancor più selvaggiamente come se fossi un cane che veniva inculato. Io ne godevo ancor di più, mi sentivo una lurida troia affamata di cazzo, una vacca da monta che doveva essere riempita di sperma fino a scoppiarne. Una grandissima bacascia, questo mi sentivo e ne godevo mentre quel cazzo mi apriva al piacere anale. Quando alla fine venne per la seconda volta dentro di me lo sentii gemere e mentre percepivo i violenti fiotti di caldo sperma riversarsi nel mio culo venni nuovamente con il mio cazzo tra le mani schizzando ovunque ed eccitatissimo iniziai a contrarre ancor più vigorosamente lo sfintere attorno al suo membro palpitante, come a volergli fare un pompino col culo. Lui continuò a stantuffarmi mentre veniva dentro di me fino a che il suo ardore non si spense. Esausto si chinò sulla mia schiena e la baciò con delicatezza mentre estraeva il suo cazzone dal mio culo che grondava seme.
Subito dopo si rialzò e scomparve senza dirmi nulla. Nei giorni seguenti seppi poi che quella era stata l’ultima sera di vacanza per la sua comitiva.
Fu davvero un peccato non rivederlo più perché nelle docce in quella calda serata estiva quel ragazzo tedesco mi aveva fatto scoprire per la prima volta l’appagante sazietà di sentirmi sfondare il culo. Cap.2 Ritorno al collegio

Al ritorno dalle vacanze tornai a studiare nel mio collegio, ma ovviamente quella prima esperienza mi aveva radicalmente cambiato.
Spesso dopo le lezioni mi rinchiudevo nella mia cameretta a ripensare all’accaduto masturbandomi lentamente nel pomeriggio.
Oppure dopo le ore di palestra mi sorprendevo negli spogliatoi a fantasticare sui magnifici uccelli dei miei compagni di classe sbirciandoli di nascosto mentre si cambiavano.

Una sera come tante altre verso le 9 uscii dal casermone dove dormivo e mi diressi verso il solito parchetto dove ci ritrovavamo con alcuni compagni di corso per fare due chiacchere e fumare qualche sigaretta. Una volta arrivato notai subito che non cera il solito numero di persone presenti ma eravamo solo in 5; io, il mio compagno di banco Claudio, un ragazzino basso e magro, con i capelli a caschetto neri e un’aria malinconica e silenziosa, e tre ragazzi di una classe superiore, Francesco, Tommaso ed Enrico, tre adolescenti mori e ben piazzati tutti e tre della squadra di rugby della scuola che vedevamo ogni tanto, e che incrociavo ogni tanto dopo il corso di ginnastica negli spogliatoi.
Nella speranza che arrivasse altra gente incominciammo a scambiarci battute sui professori, come al solito, ma passata una buona mezz’ora dal mio arrivo ancora non si vedeva nessuno e i nostri discorsi si spostarono su argomenti molto più insoliti e personali.
I tre ragazzi di seconda presenti attaccarono subito un discorso sulle loro fantasie erotiche e tutte le porcate che volevano fare. Io e Claudio da pricipio non avevamo capito dove volevano andare a parare e ci limitavamo ad ascoltare quei discorsi arrapanti senza partecipare più di tanto alla conversazione. Dopo un po’ però iniziai ad eccitarmi non poco per i discorsi sempre più perversi (c’era chi raccontava le prime esperienze e chi descriveva attrici e attori di film porno) ed iniziai ad assecondare i discorsi ed a rispondere alle provocazioni varie su come immaginavamo i loro e i nostri cazzi che segretamente guardavo sotto le docce. A quel punto incominciò il degenero. I tre ragazzi a furia di parlare si erano infatti infoiati non poco, e dal parchetto ci proposero di spostarci a fare un giro nel profondo del parco.
Dai ragazzi andiamo in un punto un po’ più appartato.

Disse Enrico divertito con una mano sul pacco e scoppiò a ridere mentre si incamminava. Noi li seguimmo senza fiatare iniziando a presagire cosa stava per succedere.
Giunti nella macchia quasi senza parlare ci fecero inginocchiare, e io obbedii subito sotto lo sguardo stupito di Claudio che però subito mi imitò. Quindi i tre ragazzi in piedi si slacciarono le zip e tirarono fuori i loro cazzi già quasi in tiro e si misero a semicerchio attorno a noi due. Li osservai eccitatissimo non potendo credere che le mie fantasie più recondite si stavano pr realizzare così facilmente.
Francesco e Tommaso avevano un pene nella norma ma Enrico aveva qualche cosa di spaventoso, un fallo enorme in stato di semi-erezione (volevo assolutamente vederlo duro).
Quindi vedendo i loro membri che si indurivano ebbi un’erezione fulminante e mi voltai cominciando a slinguarmi con Claudio che dapprima sorpreso chiuse quasi subito gli occhi iniziando a ricambiarmi. La sua carne bianchissima e profumata i capelli a caschetto del mio compagno di banco erano più simili a quelli di una ragazzina che quelli di un maschio e lasciavano immaginare un corpicino androgino super sexy. Ero fuori di me. Subito prendemmo a toccarci ovunque attraverso i vestiti. A quel punto i membri dei tre ragazzi in piedi davanti a noi toccarono il cielo e anche loro iniziarono a palparsi i falli turgidi mentre ci guardavano. Erano spaventosamente duri. Incominciammo a spogliarci piano piano e ci avvicinammo a loro.
Eravamo tutti eccitatissimi e super infoiati, sentivo Claudio gemere e i ragazzi che ci incitavano
Forza cagnette che adesso vi facciamo divertire per bene! Disse Enrico.

Non capivo più niente, volevo solo prendere quei tre cazzi e sentirli dentro.
Mirai subito ad Enrico, aveva un cazzo troppo invitante, mi avvicinai camminando sulle ginocchia e incominciai a succhiarlo di prepotenza carezzandogli anche le palle mentre succhiavo la punta. Lui appoggiò le mani sulla mia testa iniziando a dettarmi il ritmo della pompa sussurrando
Sì sei una vera Troia Simone, anzi, d’ora in poi ti chiameremo Simona, Simona la troia!, Sei d’accordo con il tuo nuovo nome puttanella?
Io sollevai gli occhi distogliendoli per un attimo dal membro turgido del ragazzo che continuavo a tenere in bocca e annuii continuando a spompinarlo con un accenno di sorriso. Poi mi riconcentrai sul suo cazzo assaporandone il sapore mentre la verga mi scorreva in fondo fino in gola e poi risalii lentamente con la lingua fino a succhiare con avidità la sua cappella sempre più intrisa di liquidi prespermatici.
Brava Simona, vedrai che ci divertiremo un sacco insieme.
Poi si rivolse agli altri due,
Forza ragazzi queste due cagnette ci devono far agodere ancora parecchio! Diamoci dentro!
Tommaso allora mi si avvicinò alle spalle e iniziò a leccare delicatamente il mio sederino.
Forza puttanella mormorava
Mentre intanto eccitatissimo, appoggiava un dito sulla rosellina del mio ano sporgente.
Adesso te lo metto nel culo a pecora se fai la brava.
Ero presa cosi bene nel mio nuovo ruolo da troia che non capivo che fine avesse fatto Claudio, poi girando lo sguardo lo vidi mezzo metro più a sinistra completamente nudo e in ginocchio intento a succhiare Francesco così forte che questo dopo qualche secondo iniziò ad urlare dal piacere. Lo vidi sborrargli in bocca a lungo mentre il mio compagno di banco si adoperava per ingoiare tutto il seme che gli riusciva. Un rigagnolo di seme fuoriusciva dalla sua bocca e cadde nel prato nella semioscurità.
Io ero eccitatissimo e mentre continuavo a succhiare Enrico che rimaneva duro e carico sentii il cazzo turgido di Tommaso penetrarmi lentamente l’ano strappandomi un gemito di piacere.
Sei proprio una zoccoletta mormorò Tommaso, Enrico questa non &egrave neanche vergine qua dietro. Aaahh tieni troia! Prendilo tutto.
E detto questo iniziò a pompare furiosamente il suo arnese nel mio culo. Io ero a pecorina sull’erba ed ormai mi ero denudato completamente, ero in ginocchio con il volto sul cazzo di Enrico che si era sdraiato e si era calato i pantaloni e i boxer. Ero intento nel finire il lavoro che avevo iniziato continuando a succhiare e con le chiappe all’infuori appoggiate sul ventre di Tommaso che pompava senza sosta rimbalzando sul mio sedere. Mi schiaffeggiava le chiappe leggermente mentre mi cavalcava con ritmo sempre più sostenuto
Forza troia adesso ti farcisco il culo per bene, lo sento che non aspetti altro.
Non aspettavo altro. Appena percepii la scarica di seme che si riversava nel mio didietro fui scosso da un furioso orgasmo anale e iniziai a schizzare a mia volta bianco sperma dal mio cazzo turgido.
A turno io e Claudia (come ormai ci avevano soprannominato e ci beavamo di farci chiamare) succhiammo i tre giovani membri facendoci schizzare sperma ovunque. Ce lo facemmo sbattere dentro da tutti. I tre erano infoiati come degli animali, ed io soprattutto avevo una gran voglia di essere sfondata dopo i mesi di astinenza forzata, loro vennero con violenza più di una volta dentro di me, sia nel mio culetto che nella mia bocca, ed io continuavo a spronarli sia a parole gridandogli cose come
più forte, sono la vostra cagna affamata di cazzo,
sia a gesti muovendo il culo su e giù mentre un altro cazzo mi penetrava la gola fino in fondo.
Durante la nostra fantastica orgia mi era quasi parso anche che un’ombra ci stesse spiando. Ma ormai ero arrivato all’apice dell’eccitazione e anche quella sensazione indistinta, quando la provai, mi eccitò ancor più furiosamente. Poi anche quella sensazione fu sommersa nel turbine di eccitazione che ci pervase. I tre maiali finirono in bellezza perché volevano dare spettacolo fino in fondo e ci volevano trattare da vere troie. Ci fecero mettere in ginocchio vicine e ci sborrarono in faccia e sui capezzoli quasi contemporaneamente.
– Prendetene ancora cagnette approfittatene finch&egrave ce né!
Disse Francesco sorridendo.
Grazie ragazzi!
Feci in tempo a dire mentre un fiotto di caldo seme mi imbrattava il volto. Ne sentivo il profumo ancor più forte nella penombra della notte.
Appena ci vennero addosso iniziai a leccare tutto il seme sul corpo di Claudio che si stava sciogliendo dal piacere accanto a me. Iniziammo a baciarci ed a strusciarci uno sull’altro sul prato completamente nudi com’eravamo finché anche noi iniziammo a venirci addosso a ripetizione uno sull’altro con i nostri falli ricoperti di seme. I ragazzi in piedi ormai rivestiti ci insultavano e ci chiamavano con nomignoli da zoccole mentre noi ci lasciammo andare sfiniti. Poi se ne andarono soddisfatti dandoci appuntamento per i giorni successivi durante le lezioni.
Ricordate, disse Enrico da stasera sarete le nostre cagne disse mentre sparivano tra gli alberi.
Per riprenderci dalla fatica e dalle forti sensazioni ci mettemmo un po’, ma dopo 15 minuti eravamo già vestite e pronte per tornare in collegio. Mentre ci affrettavamo verso il dormitorio (ormai si erano fatte quasi le dieci, ovvero l’ora del riposo) Claudio mi prese per mano e mi sorrise, ma non disse niente. Tornammo in silenzio nelle nostre camere.

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