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In culo alla Regina

By 31 Ottobre 2017Marzo 4th, 2022No Comments
[Cosa c’entrano gli scacchi con l’erotismo? C’entrano, c’entrano eccome. Lo dimostra questo insolito racconto che narra di una “strana” finale di un torneo di scacchi, in cui una scorretta giocatrice si comporta da troia durante le partite…e anche dopo!]=================================================

Gli scacchi sono sempre stati la mia grande passione. Tant’è che sono arrivato quasi alla soglia del professionismo.
In questo periodo sto partecipando ad un torneo regionale. Non si tratta solo di un “gioco”, infatti al vincitore andrà un premio di 10.000 euro.

A questi livelli, a parità di valore tecnico tra giocatori, la differenza la fa la lucidità mentale durante una partita: vince quello che sa reggere la tensione fino in fondo. Basta un minimo calo di concentrazione, una mossa sbagliata, e sei fottuto.
Per questo motivo durante i tornei adotto una lista di accorgimenti per mantenere la mente lucida: cibo sano, yoga, testa sgombra da problemi personali, e soprattutto…NIENTE SESSO! Durante una partita, nulla distrae di più che il ripensare alle scopate recenti. Diecimila euro giustificano un temporaneo sacrificio della gnocca; mi rifarò dopo aver vinto il torneo.

Finora questo mio atteggiamento si è dimostrato vincente; infatti durante le qualificazioni per la finale sono stato un rullo compressore. Ho battuto tutti i migliori giocatori della regione, e mi sento in gran forma per vincere la Finalissima di domani.

Guardo il tabellone del torneo. In finale dovrò affrontare un tizio mai sentito prima, tal “R.Moretti“. Dev’essere un esordiente. Me lo mangerò crudo.

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LA PRIMA PARTITA
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Il giorno dopo mi presento nella sala dell’hotel dove si svolge il torneo.
Tra il pubblico sono presenti i giocatori eliminati e vari appassionati di scacchi.
La finale è prevista su DUE PARTITE, più una eventuale “bella” in caso di parità.

L’arbitro della gara mi chiama al tavolo di gioco al centro della sala.
– «Primo finalista: SAVERIO BROLLI!»
Mi accomodo al tavolino di fronte alla scacchiera. Mentre aspetto che l’arbitro introduca il mio sfidante, butto un’occhiata nel settore riservato agli altri giocatori, cercando di capire chi sia questo misterioso “R.Moretti“. Stranamente tra di loro non vedo nessuna faccia nuova, a parte una bella ragazza bruna vestita in modo sciantoso. Dev’essere la fidanzata di un giocatore o una soubrette del torneo.
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– «Secondo finalista: REGINA MORETTI!»
Al che, la ragazza esce dal pubblico e si siede al tavolino di fronte a me.
Oh questa poi: il mio avversario è una DONNA!

Non so come prendere la cosa. Bobby Fischer diceva che le donne sono intellettualmente inferiori, e che – parole sue – “sono negate per gli Scacchi; non c’è giocatrice al mondo alla quale non potrei dare un Cavallo di vantaggio e vincere lo stesso la partita“.
Ricordando queste parole, devo considerare due dati oggettivi:
1) Bobby Fischer è stato il più grande campione di scacchi di tutti i tempi.
2) Bobby Fischer era completamente fuori di testa.
Insomma, se da un lato mi conforta che il mio avversario sia una creatura “intellettualmente inferiore”, il fatto che sia comunque arrivata in finale è un dato da non prendere sottogamba. Non con 10.000 euro in palio.

Inizio io coi pezzi Bianchi. Apro con una Siciliana classica, poi provo un po’ di varianti d’attacco aggressive…ma lei me le para tutte.
Accidenti, è brava. Tecnicamente è ben preparata, nulla da dire. Ma negli scacchi, la tecnica non è tutto; come ho detto prima, la differenza tra un buon giocatore e un Campione sta nel rimanere concentrati fino all’ultimo, senza distrarsi. Sono certo che nelle fasi finali la mia autodisciplina prevarrà.

Ad un certo punto sento qualcosa che mi tocca le gambe. Ma che diav…? La tipa mi sta facendo piedino da sotto il tavolo! E dato che è coperto da un telo, l’arbitro non si avvede di nulla.
La guardo perplesso, ma lei fa finta di nulla, tenendo gli occhi sulla scacchiera.
Boh, forse non ha fatto apposta. Abbozzo e riprendo a giocare.

Passano un paio di minuti…e sento che mi appoggia la punta del piede in mezzo alle gambe, proprio sull’uccello!
Ho un sussulto e la guardo sorpreso. Lei si passa la lingua sulle labbra mandandomi un’occhiata lasciva.
Altro che “forse non ha fatto apposta“: questa sta proprio cercando di provocarmi! Ed anche se il regolamento proibisce gli atteggiamenti intimidatori fra giocatori, non posso dimostrare nulla.

Ad un certo punto si sbottona la camicetta. Un gesto in apparenza naturale…ma è inevitabile che l’occhio mi caschi sulla sua scollatura. È evidente che non porta il reggiseno. Ed ha anche due belle pere.
L’arbitro volta la testa…e in un attimo lei scosta un lembo della camicetta mostrandomi un seno nudo!
Nessun altro si è accorto di nulla, è stato solo un flash…ma è quanto basta per resettarmi il cervello: tutte le tattiche di gioco che stavo sviluppando mentalmente se ne vanno in malora in un secondo.

È ormai chiaro che la stronza sta cercando di innervosirmi per indurmi a fare delle mosse sbagliate.
Decido quindi di tenere gli occhi fissi sulla scacchiera. È allora che lei si appoggia coi gomiti sul tavolino mettendosi le mani davanti alla bocca, come se si stesse concentrando…ma intanto mi parla a bassa voce:
– «Stamattina mi sono masturbata con un vibratore nel culo e uno nella fica. Avresti dovuto vedermi, ho goduto come una troia!»
È un bisbiglio che solo io posso udire, quindi non posso neanche protestare con l’arbitro. E lei prosegue a mormorare oscenità:
– «Poco fa, in bagno mi sono fatta scopare a pecorina dal lavacessi. E tutti quelli che entravano li invitavo a pisciarmi in bocca!»
Non posso evitare di immaginare mentalmente le scene che mi sta descrivendo. Inizio a giocare male, e lei insiste implacabile:
– «Sai cosa mi piace tanto tanto tanto? Farmi inculare da dei negroni superdotati e dopo leccare i loro cazzi sporchi della mia stessa merda!»

Quelle visioni oscene mi deconcentrano, e così faccio una mossa sciagurata. Lei ne approfitta subito e mi prende una torre. Ormai è finita; non mi resta che abbandonare.
– «Partita 1 al Nero: vince REGINA MORETTI!», sancisce l’arbitro.
Dopo di che, la mia avversaria si alza dal tavolo e si allontana velocemente.

Io sono imbufalito per il suo comportamento. Cerco di andare a parlarle, ma lei si dilegua in un lampo. Deve aver previsto anche questo.
Rimango lì fermo nella sala come un coglione. Cazzo, non riesco ancora a crederci: battuto a scacchi da una donna! Bobby Fischer mi sputerebbe in faccia.

È allora che mi si avvicina il mio amico di scacchiera Goffredo.
– «Deh, Saverio, la Moretti ha battuto anche te, eh?», mi dice dandomi una pacca sulla spalla.
– «Oh, ciao, Goffredo…Ma senti, durante la partita si è comportata in modo strano…»
– «Non devi spiegarmi niente, fa così con tutti. Io ho giocato contro di lei nei quarti di finale, e ovviamente mi ha eliminato: è difficile non fare errori quando giochi a cazzo ritto per tutta la partita.»
– «Ma porco diavolo…Ci sono delle regole, non si può distrarre l’avversario!»
– «Sì, eticamente parlando è una giocatrice sleale…però non fa nulla contro il regolamento. Quindi non puoi fare altro che subire la sua tattica per distrarti.»
– «E cosa fa quando vede che le sue provocazioni non funzionano?»
Goffredo fa spallucce:
– «Non lo so. Nessuno è mai riuscito a contrastare la sua tattica.»
Ciò detto, fa un sorrisino ironico e mi lascia da solo.

Ripenso alla sua ultima frase e sibilo a denti stretti:
– «Nessuno è mai riuscito a contrastare la sua tattica…FINORA

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LA SECONDA PARTITA
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Nella serata che precede la seconda sfida, non mi concentro su schemi di gioco; mi dedico solo a scaricare la mia libido, in modo da rendermi insensibile alle provocazioni sessuali della mia avversaria.
In parole povere, mi masturbo come un dannato guardando film porno tutta la notte. Alla fine ho l’uccello quasi scorticato; sfido chiunque a farmelo rizzare di nuovo.

Quando l’indomani mi presento nella sala del torneo, devo avere l’aspetto di uno zombi. Se ne accorge anche Goffredo.
– «Saverio…Ma ti senti bene? Hai due occhiaie da spavento!»
– «Tutto okay, Goffredo; sono pronto per la gara.»

Poco dopo l’arbitro annuncia l’inizio della seconda partita. La troia è già lì che mi aspetta al tavolino di gioco.
Mi siedo anch’io…ma questa volta tengo la sedia un po’ distante dal tavolo. Assumo una postura all’apparenza goffa, che però mi consente di tenermi fuori dalla portata delle sue gambe.
Infatti lei cerca di nuovo di farmi piedino da sotto il banco, ma senza riuscire a raggiungermi. Nella “sfida parallela” siamo 1-0 per me.

Si sbottona quindi la camicetta, aspettando che la guardi per farmi vedere le tette di sfuggita. Ma io non alzo mai gli occhi dalla scacchiera. 2-0!

Inizia allora a bisbigliare nascondendosi la bocca con le mani:
– «Ieri sera ho festeggiato facendomi fare una doccia di sperma da un’intera squadra di calcio. Te la vedi la scena, con la mia faccia tutta ricoperta di sborra?»
Io porto le mani ai lati della testa come per concentrarmi…ma intanto mi metto i pollici nelle orecchie. Non sento nulla.
Siccome vede che non ho reazioni, lei rincara la dose:
– «L’altro giorno allo zoo ho fatto un pompino a un elefante mentre un dromedario me lo metteva nel culo. Immagina di essere stato lì a vedermi!»
So che mi sta sussurrando oscenità inaudite, quindi tengo le orecchie ben tappate.
– «Ho una fregna così slabbrata che non si vede il fondo. Vuoi provare a ficcarmi dentro un braccio fino al gomito?»
Niente; non muovo un muscolo.
– «Finocchio!», mormora stizzita.
Non sento ciò che dice, ma vedo che fa una smorfia di frustrazione. Mi compiaccio: ora tocca a lei innervosirsi per il mancato successo della sua strategia.

Infatti poco dopo commette un erroraccio in difesa, e subito irrompo coi miei pezzi.
È un attacco irresistibile; lei deve rassegnarsi a dichiarare la sconfitta.
– «Partita 2 al Nero: vince SAVERIO BROLLI! Il titolo di campione regionale è rimandato alla terza partita di domani», decreta l’arbitro.

Lei si alza dal tavolo, paonazza di rabbia. Abbandona in fretta la sala, ma stavolta non lo fa per evitare di essere redarguita dall’avversario: lo fa per frustrazione. Decisamente non ha molta classe nel perdere, la troia.

Io intanto gongolo. In fondo, Bobby Fischer aveva ragione: le donne sono intellettualmente inferiori. Possono spiazzarci per un attimo spostando il gioco su un terreno inaspettato, ma se noi uomini accettiamo la sfida di giocare su quel loro stesso terreno, non c’è proprio storia.

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IN CULO A(LLA) REGINA
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La sera sono nella mia stanza dell’hotel, intenzionato a proseguire la mia “strategia preparatoria” alla finale di domani. Ovvero, massacrarmi di seghe per immunizzarmi alle avanches della mia avversaria.
Sono già in pigiama con l’uccello in mano davanti ad un film porno, quando sento bussare alla porta.
Vado ad aprire e quasi mi viene un colpo: È LEI! Ed è vestita in modo ancor più sexy del solito: blusa scollata, minigonna, calze di seta e tacchi altissimi.
– «MORETTI! Ha una bella faccia tosta a farsi vedere qui, sa?»
– «Diamoci pure del “Tu”, Saverio. Beh, non mi fai entrare?»
Il mio primo impulso sarebbe di sbatterle la porta in faccia…ma poi prevale il mio lato galante.

Si accomoda, e subito nota il porno sul mio portatile, che avevo dimenticato di spegnere.
– «Ah, è così che festeggi le vittorie? Un pochino squallido, mi pare…»
– «Ehm…È un po’ lunga da spiegare…e comunque sono affari miei. Beh, perché sei venuta qui?», le chiedo con tono ostile.
– «Pace, Saverio, pace. Hai tutte le ragioni per detestarmi; so bene che effetto fa la mia “strategia di gioco” su un maschio. Tu sei l’unico sul quale non ha funzionato, così penso di doverti una spiegazione.»
– «Bene. Allora dimmi perché non giochi lealmente, senza ricorrere a quei trucchi da troia per distrarre l’avversario.»
– «In verità, io non chiederei di meglio che sfidarsi alla pari…ma nel circuito degli scacchi, se sei donna ti trattano come una merda. Così mi prendo una rivincita sfruttando l’arte della Seduzione Femminile. Quindi il mio atteggiamento è in realtà indotto dallo snobismo di voi giocatori maschi.»
– «Questa è bella! Insomma, se tu ti comporti da zoccola sarebbe per colpa nostra?!»
– «Ti sembrerà strano, ma è proprio così. Per quale motivo voi giocatori maschi ci ritenete indegne di confrontarci alla pari davanti ad una scacchiera?»
– «Per tua informazione, Bobby Fischer diceva che…»
– «Sì, lo so cosa diceva Bobby Fischer sulle femmine. Ma quel borioso maschilista faceva come la volpe e l’uva: avendo problemi a relazionarsi con le donne, le disprezzava ritenendole indegne di lui.»
Cazzo. Questa sta denigrando il mio idolo. Se voleva farmi incazzare, ci sta riuscendo.

– «Veniamo al punto, Regina: cosa vuoi da me?»
– «Non sono qui per una questione che riguarda gli scacchi. Il fatto è che oggi non sono riuscita a sedurti, e questo mi ha fatto venire dei dubbi sulla mia femminilità. Ho forse qualcosa che non va? Non mi trovi attraente?»
Istintivamente, la squadro da capo a piedi. Alta, formosa, ben curata, una linea da modella…No, non ha proprio niente che non va.
– «Penso che faresti girare la testa a qualunque maschio normale…E nonostante ciò che diceva Fischer, hai anche un discreto cervello.»
Lei si scioglie lusingata.
– «Grazie. È raro che un maschio non mi giudichi solo come una vagina ambulante.»
– «Beh, certo però che se un maschio ti dovesse giudicare dalle cose che sussurri ai tuoi avversari durante le partite…», le dico con una punta di sarcasmo.
– «Oh, ma quello fa parte del mio “personaggio” quando gioco; nella vita reale non sono così troia…» (fa una pausa poi aggiunge:) «…Sono molto peggio!»

Appoggia una gamba sul bracciolo della poltrona, e quel movimento le fa alzare la gonna…rivelando che non porta le mutandine. Strabuzzo gli occhi incredulo.
– «Ah, allora non sei un finocchio, dopotutto. Magari sei solo un segaiolo represso che si consola coi porno. Vediamo un po’…»
Mi si siede di fianco, di fronte al film hard che sta ancora scorrendo sullo schermo. La scena mostra una donna intenta a succhiare un cazzo.
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– «Che ne pensi di quella tipa lì?», mi chiede a bruciapelo.
– «Uh?…Beh…Boh, mi sembra brava…», rispondo confuso.
– «Una dilettante. Vuoi vedere come si fa un pompino da vera esperta?»
Mi insinua una mano nei pantaloni del pigiama. Non mi viene da oppormi, e del resto non ho la minima voglia di farlo. Mi ero imposto una astinenza forzata per via del torneo, quindi adesso sono carico di energia sessuale che non vede l’ora di essere sfogata.
Mi estrae il cazzo, ammirandolo compiaciuta.
– «Wow, un attrezzo da equino…Ecco perché sei così bravo coi Cavalli
E subito dopo mi mostra cosa intendeva per “pompino da vera esperta“. Alterna lingua, labbra e mani con grande sapienza, dosando la pressione sui punti più sensibili dell’uccello, senza trascurare testicoli e perineo. Decisamente conosce il mestiere.

– «Uuuhh!…Come inizio non c’è male…», commento ammirato.
– «Vuoi vedere la mia, di “apertura”?»
Si mette di schiena sul divano e distende le gambe ai lati, eseguendo una spaccata perfetta. È snodata, la porca.
Poi si separa le grandi labbra con le mani, offrendomi una piena visuale della sua fica. È uno spettacolo infernale, invitante, irresistibile.
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Ci avvicino il naso, annusandola a pieni polmoni. Ha un odore particolarissimo: di fica, certo…ma con l’aggiunta di un’essenza tutta sua, personale. Chissà se anche il sapore corrisponde?
Affondo la lingua nel bocciolo e verifico. Eh sì: ha proprio un gusto unico!
– «Ow-Oh! Avanti, mio re, arrocca sull’ala di regina!»
Mi preme il viso contro la sua passera, impiastricciandomelo dei suoi umori. Inalo così una scarica di feromoni che mi fa impazzire l’uccello, ormai gonfio da scoppiare.
Glielo schiaffo dentro e inizio a fotterla di gran lena. Dalla sua espressione non c’è dubbio che le piaccia un casino.
– «Mmmmh!…Sì, bravo…Affonda con la tua torre nella colonna centrale!»
Buffo: continua a fare citazioni scacchistiche anche mentre scopa. Deformazione professionale, suppongo.

Si slaccia la blusa scoprendosi le tette. Gliele avevo già viste (purtroppo) durante la prima partita, ma adesso è tutta un’altra cosa.
Ha davvero due belle poppe, sode e ben proporzionate. Ci appoggio sopra le mani e la pompo come un indemoniato, finché raggiunge un orgasmo fenomenale.
– «Ahooohh!!…Dama in approdooohh!!…»
Sbrodola come una fontana. Appena mi ritraggo, Regina si infila due dita nella fessura e me le porge da succhiare.
– «Buona, vero? Dai, assaggiane ancora un po’…»
Non capisco perché insiste tanto a farmi gustare i suoi succhi…ma ovviamente a me va benissimo.

Quella prelibatezza mi dà alla testa. La rigiro a pecorina e tasto la resistenza del suo sfintere con un dito….allorché lei ha un moto di opposizione che non mi aspettavo.
– «Ehi, ehi, frena…Di “quello” non se ne parla proprio!»
Senti senti. Dopo tutte le volgarità sul “prenderlo in culo” che sussurrava durante le partite, adesso scopro che quello è proprio il suo punto debole. Buono a sapersi.
Sorrido maligno. Appoggio la cappella all’ingresso e spingo con forza. Lei ha un sussulto.
– «AHI!…Fai piano…»
Ma piano un cazzo! Te la sei cercata; così impari a dire sconcezze durante le partite. Adesso mi prendo una rivincita anche per conto di tutti quei giocatori che hanno perso per colpa dei suoi atteggiamenti da troia!

La sfondo con rabbia, incurante delle sue smorfie. Mi ingrifa l’idea di punirla con una pratica a cui non era preparata…eppure dopo un po’ noto che inizia a prenderci gusto. Credo che anche lei sia rimasta sorpresa da questa scoperta.
Inizia a ravanarsi la passera, ansimando forte.
– «Ohhh!…Ancora, ancora…Così, inchioda la regina!»
Non chiedo di meglio. La stantuffo senza pietà nel suo buco strettissimo, finché non raggiunge il suo primo, stupefacente orgasmo anale.
– «Ohw…Oh…Oh, ma che cos…O-O-O-OMMADONNAAAAAAHHH!!!»
Si contorce in maniera incontrollata per quasi un minuto. Sembra non aver mai provato un piacere così intenso. Alla faccia della “punizione”! (È proprio vero: le troie peggiori sono quelle che devono ancora scoprire di essere tali.)

Appena i suoi fremiti si placano, le estraggo il cazzo dalle budella e glielo sventolo davanti al naso.
– «Cos’è che mi sussurravi ieri, eh? Che ti piace succhiare i cazzi che ti hanno appena inculata?»
– «No, che schif…MMPFFHH!»
Glielo premo sulle labbra serrate, cercando di forzarglielo in bocca…poi però decido che non è il caso di infierire, e rilascio la presa. Al che, lei mi guarda per un secondo…e si avventa sul mio uccello di sua iniziativa!
Oh, questa poi. E con quanta foga me lo ciuccia! Fa un gran rumore di risucchi, “slursch“, “blosh“…non si trattiene per niente. (Maiala fino all’anima; è raro, in una donna intellettuale.)
Non ci mette molto a portarmi al massimo grado di eccitazione.
– «WHOAAAHHH!…SCACCO MATTO!», esclamo mentre annaffio di sborra il suo bel musetto. Che soddisfazione!
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La guardo mentre si gode i rivoli di sperma che le colano lungo la faccia, ad occhi chiusi. Una espressione estatica.
Diavolo; in questo momento mi sembra…bella. Non solo fisicamente, intendo proprio in tutti i sensi. Come donna, come amante, come ideale di Femminilità. E anche come avversaria.
Devo stare attento a questi pensieri; guai se domani dovessi avere la tentazione di concederle dei vantaggi. Lontano dalla scacchiera va bene tutto…ma quando si gioca, niente favori!

– «Allora; hai ancora dubbi di aver perso il tuo sex appeal?»
– «No. Grazie, Saverio; mi hai tolto un bel pensiero. E adesso voglio farti un regalo anch’io.»
Si passa due dita nella spacca e mi spalma i suoi umori sul naso, fin su per le narici. Una strana perversione, ma la lascio fare; adoro quel suo particolarissimo aroma.
– «Così ti ricorderai di me anche quando me ne sarò andata.»
E ci credo: con l’odore della sua fica impregnato nelle narici, non potrei scordarmi di lei neanche se volessi!

Si riveste e si appresta ad uscire.
– «A domani, allora. Ti prometto che stavolta giocherò lealmente: niente più provocazioni, sarà uno scontro di sola tecnica scacchistica.»
– «Ottimo, Regina. E che vinca il migliore», replico…e appena lei richiude la porta, aggiungo a bassa voce: «…cioè IO!»

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LA TERZA (e ultima) PARTITA
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L’indomani ci presentiamo nella sala del torneo per la Finale.
Anche se Regina ha detto che stavolta giocherà lealmente, sono pronto lo stesso a difendermi da ogni sua provocazione: starò distante dal tavolo, non la guarderò mai in faccia, e mi terrò pronto a tapparmi le orecchie.
Però pare che lei intenda mantenere la parola; nelle fasi iniziali della partita, tutto si svolge in modo normale. Non fa assolutamente nulla per cercare di distrarmi.

Alla 25° mossa mi trovo in leggero vantaggio. Lo sapevo che giocando in modo pulito la avrei stracciata.
Tocca a lei muovere un pedone, ed ho già previsto che glielo mangerò.
È allora che accade un fatto strano: lei prende il pedone, lo fa scomparire distrattamente sotto il tavolo per un secondo, e lo riporta sulla scacchiera.
Come previsto, glielo catturo…ma appena lo prendo in mano noto che è leggermente umidiccio. Che diavolo…?

All’improvviso mi arriva alle narici un aroma inconfondibile: odore di FICA! Ma un odore di fica particolare, unico, familiare. E proviene proprio da quel pedone.
Oh cristo…Se l’era ficcato nella passera!!
Quell’afrore mi riporta immancabilmente con la testa alla scopata di ieri sera. Non posso evitare di pensarci.

Questo non l’avevo previsto: ero pronto a difendermi da piedini, frasi oscene, tette sventolate…ma NON da una fragranza nell’aria!
Adesso capisco perché era venuta da me ieri sera: per farmi conoscere il suo odore intimo, in modo che ORA mi potesse confondere le idee. E io ci sono cascato in pieno.

E lei va avanti così: ogni pezzo che muove lo fa scomparire per un attimo sotto il tavolo, per poi riportarlo sulla scacchiera. E se glielo catturo, devo per forza portarmelo sotto il naso, aumentando l’odore di passera che mi intasa le narici. Il cazzo mi sta scoppiando nei pantaloni, e credo che la cosa si noti anche dal pubblico. È assai imbarazzante.

Mi sforzo di rimanere concentrato sulla partita, ma continuo a rivedere immagini della scopata di ieri, che si sovrappongono ai miei schemi di gioco: “Adesso muovo il cavallo, che le va nel culo, e lei di sicuro risponderà muovendo su e giù la bocca sulla mia torre, finché non sborra su quella pompinara della regina…» CAZZO! Ma a che cose sto pensando?! Non è possibile giocare a scacchi in questo stato mentale.

E infatti comincio a fare mosse sbagliate. Lei recupera lo svantaggio e si posiziona per l’attacco decisivo.
Mi ritrovo scoperto in Difesa. Ora ha a disposizione una mossa devastante con la sua regina…che sposta usando solo il dito medio. Il messaggio di quel gesto è chiaro: ce l’ho nel culo.

Forse a mente lucida sarei riuscito a imbastire una reazione, ma l’odore dei pezzi che ho sotto il naso continua a richiamarmi alla mente immagini della scopata di stanotte. Proprio come aveva pianificato questa femmina diabolica.
Cerco di resistere, ma ormai la partita è segnata. Devo abbandonare.
– «Partita 3 al Bianco: vince il torneo REGINA MORETTI!», sentenzia l’arbitro.

Questa volta lei non cerca di sgattaiolare via. Anzi, mi guarda tronfia e maligna.
– «Spiacente, caro…ma 10.000 euro valgono bene un po’ di bruciore di culo.»
Poi se ne va a godersi le complimentazioni dei presenti…e ad incassare l’assegno della vincita.

Io me ne rimango al tavolo a contemplare quei pezzi al gusto di fica.
Istintivamente prendo un alfiere e mi metto a ciucciarmelo.
– «Sei impazzito, Saverio? Ti mangi i pezzi?», mi chiede perplesso Goffredo, avvicinandosi.
– «Eh?…Ah, non farci caso, Goffredo; è una cosa mia…»
– «Ma come hai fatto a perdere? Eppure stavolta lei ha giocato in modo pulito: non ha fatto nulla per cercare di distrarti.»
– «Già. Stavolta mi sono fregato da solo, proprio come il cane di mustafa’…»
– «Cioè?…»
– «…quello che ce l’aveva in culo e diceva che stava a scopa’.»
– «Boh, te chi ti capisce è bravo», commenta lui perplesso mentre si allontana.

Eh, sì. La troia mi ha dato scacco matto in due mosse. La prima quando si è fatta fottere da me. Non mi ero accorto che era una trappola. Mentre io lo mettevo in culo a lei, lei si preparava a metterlo in culo a me. E anche a Bobby Fischer. Il grande maestro si sbagliava: le donne ci sono superiori in tutto; quello che gli manca in facoltà intellettuali, lo compensano in malizia. In un modo o nell’altro, vincono sempre loro.

Beh, pazienza; stavolta è andata così. Il bello degli scacchi è che si impara sempre qualcosa da chi ci rifila una batosta. E che ci si può prendere una rivincita in futuro.

Arrivederci al prossimo torneo, Regina. Non vedo l’ora!

[FINE]

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