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Racconti Erotici

In discoteca – Vecchi racconti di ErosItalia

By 15 Maggio 2022No Comments

Ciao, sono sempre io, Elena. Spero abbiate apprezzato il racconto della mia iniziazione erotico-saffica. Io mi sono eccitata tantissimo a raccontarla. Mentre la scrivevo la rivivevo nella mia mente e mi sono ritrovata con la gonna alzata sopra la vita, le mutandine debitamente abbassate e la mia mano in mezzo alle cosce spalancate. Sono fatta così: da fuori sembro una tranquilla universitaria, una bella ragazza come tante, ma nascondo una grande voglia di vivere che mi porta a cercare di “succhiare” tutto dalla vita, cercare tutte quelle esperienze, pensare tutte quelle fantasie che la massa bigotta e perbenista etichetta come “da troia” o ninfomane. Venerdì scorso, ad esempio, in discoteca…beh, ve la racconto per bene: indossavo un paio di pantaloni a zampa d’elefante molto aderenti che mettono ben in mostra il mio generoso sederino fasciandolo come un paio di affettuose manine e una canottiera sopra l’ombelico, quand’ecco che mi metto a ballare con un ragazzo che conosco di vista, un amico di un’amica… Ballare? Diciamo strusciarmi contro ‘sto poveraccio che sembra non credere ai suoi occhi. La cosa mi intriga, mi cominciano a inturgidirsi i capezzoli, che spuntano indiscretamente sulla maglietta, poi mi giro e passo ripetutamente il culo sulla zona basso ventre del tipo, inarco la schiena avanti e indietro spingo tra le gambe muovendo bene il bacino in una danza erotica che mi fa impazzire… Sento il ragazzo diventare duro, durissimo! Se non avessimo indossato i vestiti mi avrebbe inculata! Non indossavo mutandine e lo sentivo spingere proprio nella fessurina, allargo un po’ le gambe per facilitargli la vita, lui mi prende per i fianchi e comincia a muovere e spingere più forte… Era partito completamente, avevo paura che qualcuno se ne accorgesse ma c’era una tale confusione, ma ad un certo punto sento un po’ umido, mi giro e noto una vistosa macchia sulla sua patta: era venuto lasciandomi così in sospeso, proprio adesso che cominciavo ad eccitarmi veramente! Nervosissima gli sussurro: “Segaiolo!” e me ne vado. Mi tremavano le gambe tanto ero eccitata, mi diressi allora verso una ragazza, su cui si facevano certi discorsi (tipo che l’aveva fatto con una sua amica ecc.) anche se era molto giovane, al massimo 17/18 anni. Comincio a ballarle di fronte e lei sorride, Ci avviciniamo, sempre più vicine e ad un certo punto i nostri capezzoli si sfiorano, anche se in mezzo c’è il cotone e la seta della sua camicetta. Esplode una tempesta erotica, non ci vedo più dalla voglia. Mi attacco a lei, non me ne frega più niente se gli altri ci vedono e dei loro discorsi. Con due mani sulla sua gonna la spingo contro di me, quasi che la vicinanza delle due fighette possa soddisfare il nostro desiderio. Ad un certo punto sento la sua lingua sul collo. In un attimo di lucidità le dico: “Aspetta!”
Corriamo in bagno, due amiche che si chiudono dentro non si nota neanche nella baraonda generale. La bacio, mi bacia, mi tuffo nelle labbra dell’altra. Le nostre lingue si toccano, si sfiorano. Come ero scatenata, praticamente le succhiavo la lingua. La spingo contro il muro e le apro la camicetta, le stringo i capezzoli tra le dita, li lecco. Lei è eccitatissima: si alza la gonna e si toglie, sarebbe meglio dire si strappa, le mutandine. Mi afferra una mano e la guida sulla sua figa e geme: “Non resisto! Fammi godere ti prego”
Mi inginocchio sotto di lei che intanto allarga le gambe per facilitarmi il dolce compito e la lecco tutta. Aiutandomi con le dita entro tutta dentro di lei, che cola il suo succo come una porcellina, il suo clitoride è durissimo, me lo infilo in bocca e lo succhio come un piccolo cazzo, lei è tutta sudata e i gemiti che emette sono fortissimi, muove convulsamente il bacino e le gambe, sento il suo orgasmo arrivare. Mi fermo, mi alzo e le dico: “Toccamela!”
Non se lo fa ripetere: mi apre i pantaloni e li abbassa. La bambina ci sa fare: due dita subito dentro, fino in fondo, col pollice stimola sapientemente il clitoride, mmm… le alzo la gonna sopra la vita, la sollevo un po’ contro la parete e la prendo così, come un uomo. Ho alcuni particolari ancora stampati nella memoria: le sue mutandine per terra accanto a noi, i miei pantaloni abbassati, la sua gonna alzata, i nostri bacini fanno avanti e indietro sempre più veloce. Con uno scatto le infilo anche un paio di dita nel sederino, inarca la schiena, geme, le piace. Chissà quante volte lo avrà fatto da sola! Le nostre lingue si muovono e si toccano in sincrono con le nostre fighe. La frizione delle due gattine è una dolce tortura: ci vuole poco per venire, ci asciughiamo l’un l’altra con le lingue, un’ultima deliziosa goduria. Ci rivestiamo e ci ributtiamo nella bolgia con tutti gli altri, che sono tutti all’oscuro del reciproco piacere che ci siamo regalate.
Spero di aver regalato un po’ di piacere anche a voi.

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