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Incesto 2 – La finestra

By 22 Febbraio 2013Febbraio 6th, 2021No Comments

Carlo studiava di fronte alla finestra. Anna gli si avvicinò di spalle, lo abbracciò e mise la sua guancia accostata alla sua. I suoi seni lo premevano sul collo. A Carlo piacevano i gesti di affetto della madre, e gli piacque sentire il caldo del seno grosso di sua madre.
– Che studi?
– Anatomia, una rogna pazzesca.
– Oh, il mio ragazzo….
– Aspetta mamma, stai ancora un altro minuto così.
– Si amore di mamma – e lo baciò lasciandogli la traccia umida della sua saliva sul collo.
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Dopo la morte del padre erano rimasti soli, lui e sua madre Anna, una 52enne ancora bella, con una pelle da ragazza, un pò grossa nelle cosce e nei seni, ma il corpo ancora bello. Portava capelli a caschetto, bianco-argentati. Lei viveva per il suo ragazzo. Quando era accaduta la disgrazia, due anni prima, Carlo aveva 16 anni. Aveva avuto un trauma terribile e lei, per proteggerlo e fargli coraggio lo aveva fatto dormire vicino a lei. Si era così stabilita una confidenza del corpo che li legava con molto affetto.

Anna andò in cucina e distrattamente guardò di fronte……..e la vide.
Era Stefania, una sua conoscente. Viveva anche lei sola con suo figlio, era una bella donna, forse 55 anni, un po’ magra, coi seni pronunciati ed i capelli lunghissimi. Aveva lasciata la finestra aperta e girava per casa solo con una maglietta verde e gli slip bianchi. Anna rimase perplessa dal fatto che la donna girava per casa mezza nuda…. e con un ragazzo giovane in casa. Non aveva pudore per suo figlio? poi pensò che Carlo, se avesse sollevato lo sguardo dal libro, avrebbe potuto vederla…..

Il pomeriggio seguente Carlo studiava nella sua stanza. Anna era in cucina. Guardò la finestra di Stefania, era aperta, con le tende tirate, si vedeva la stanza. Ma poi la vide passare davanti e sedersi sulla poltrona davanti alla finestra. Si toccava e carezzava le belle cosce e si stava infilando delle calze. E le venne la curiosità di sapere de Carlo la stesse guardando.

Carlo era di spalle in piedi e lei capì: il ragazzo l’aveva vista e si era eccitato. Anna ebbe un moto di dispetto: pensò che fosse per gelosia di quella donna che provocava il suo ragazzo facendosi vedere dalla finestra…… quella troia. Se Carlo vedeva lei anche lei poteva vedere Carlo: lo faceva apposta, certo, e lei si sentiva gelosa del suo ragazzo.

Dalla cucina sentì Carlo che andava nel bagno; allora si avvicinò alla porta. Sentiva appena….si, si stava masturbando…e poi sentì i sospiri del suo orgasmo. Ebbe una vampata di dispetto. Che peccato che la forza di un ragazzo giovane si dovesse perdere in quel modo!
Si sentì stranamente delusa ma anche emozionata di sapere che Carlo era venuto. Non aveva mai pensato alla sua sessualità….. e c’era stato un attimo nel quale aveva avuto una pulsione, un desiderio di aiutarlo a venire. Non volle ricordare quell’attimo, si vergognava, ma quella sensazione rimase in lei.

Il pomeriggio successivo lei passò nella stanza di Carlo . Lui stava in piedi e lei si accorse che era rosso in viso ed eccitato. Guardò la finestra, gli sorrise e poi gli disse:
– Beh, allora, l’hai vista?
– Chi?
– La signora Stefania della finestra di fronte. E’ bella, vero? ha delle cosce bellissime ….
– Ma mamma”
– ma si, che male c’é a guardare il corpo di una bella donna? Alle donne piace essere guardate.
Carlo la guardò intensamente e poi disse:
– Piacerebbe anche a te, mamma?
Lei rimase perplessa, arrossì, ma poi rispose quasi bisbigliano:
– Si, certo.

Anna capì che qualcosa era cambiato.
Quella domanda…..quella domanda…..lui le aveva chiesto se anche lei……se anche lei avrebbe voluto farsi vedere………..da lui?
Ci ripensò a lungo nel letto. I ragazzi, quando maturano, la prima donna a cui pensano è….la mamma. Era una cosa quasi naturale….
Poi ricordò; lei gli faceva il bagno fino all’età di 14 anni ed aveva notato già allora che aveva il cazzo grosso quanto quello del padre, troppo grosso per un ragazzo della sua età. Ora era cresciuto, era un ragazzo bellissimo; chissà come era diventato? Era un ragazzo bello, era il suo ragazzo…e, senza avvedersene, continuò a pensare al corpo del figlio.,…..e mentre ci pensava passava le sue dita sul clito, sovrappensiero. Forse non gli bastavano più le ragazzine, desiderava un amore più intenso, un amore di donna…..’.si stava eccitando a pensarci. Carlo aveva pensato al suo corpo……perchè non poteva essere lei a darglielo? Perché non poteva essere lei a dargli l’amore completo, ad insegnargli il corpo della donna, i mille giochi della fantasia nell’amore? Che male poteva esserci a dar piacere a suo figlio, a dargli ciò che lui stava desiderando fino a masturbarsi? Che male poteva esserci a farlo godere nel suo corpo invece di masturbarsi da solo nel bagno?
Incesto. Si, era peccato solo pensarci, ma lei non voleva smettere di pensarci, di immaginare”

Quando Carlo uscì la mattina dopo si salutarono sulla porta. Lei lo baciò sulla guancia lasciandogli l’umido delle labbra. Lui accolse quel bacio lungo ed intenso tenendola per i fianchi. Poi la baciò sulle labbra, pianissimo ed Anna sentì il desiderio che era in quel bacio, si sentì fremere.

Quel pomeriggio Anna vide Stefania che stava di nuovo con gli slip e la maglietta. Era bella, cosce bellissime, e lei capiva come Carlo si eccitasse a guardarla. Andò nella stanza del ragazzo, capì e disse:
– Vieni, Carlo, guardiamola insieme, ma senza farci vedere.
Anna lo prese per i fianchi e gli teneva il corpo a contatto. Videro Stefania che guardava la finestra di Carlo, quasi cercandolo. Poi si mise le mani dentro la maglietta dallo slargo delle braccia. Stava toccandosi i seni e si masturbava i capezzoli; si vedeva la maglietta sollevarsi quando li tirava.
Anna gli sussurrò:
– Hai capito come fa? Ti piace? Dai, non essere timido, dillo alla tua mamma. E’ bella vero? ti piacerebbe vederla tutta, toccarla…..ha belle cosce, vero?
– Ah, mamma…..
– Dai Carlo, non essere imbarazzato, è una cosa naturale, non devi vergognarti di parlarne con la tua mamma….e…. dimmi ……mmm….’ gli sussurrò Anna in un orecchio ‘ ti fa venire il pisellino duro duro?
Lo disse ridendo e poi per scherzo glielo strinse tra il pollice e l’indice sopra la patta. Poi lo abbracciò baciandolo sul collo.
– Mamma, non scherzare.
– Perché no? Non devi vergognarti di certe cose con la tua mamma. Sei un ragazzo sano, bello; è naturale che desideri’capito?’ma lei è una troia, lo fa apposta.

La mattina dopo si salutarono sulla porta. Lei lo baciò sul collo, con le labbra umide ed il ragazzo le mise le mani sotto le ascelle. Sentirsi toccare sotto le ascelle le diede un scossa di libidine. Carlo indugiò con le dita, gli piaceva il calore del corpo, gli piaceva toccare i peletti sotto le ascelle della madre.

Quel pomeriggio Anna osservò la finestra della dirimpettaia e vide che stava con suo figlio ma, ad un certo punto vide che lei lo baciava…..oddio!…nella bocca!!

‘Perché no?’ pensò ‘ Lei è più disinvolta di me e si gode il suo ragazzo giovane e forte. ah’quanti scrupoli stupidi….incesto…! Ma perché devono goderselo le altre, magari una stupida ragazzina che lo lascia deluso, ed io no? E’ mio, mi farebbe felice ed anche lui lo sarebbe. Che c’è di male a farsi il proprio figlio se anche lui si sente attirato, se anche lui lo desidera? Perché negargli il mio corpo? Perché non dargli ciò che è più naturale, l’amore di sua madre, tutto l’amore e il piacere che una madre può dare?’
Quando Carlo usci lei rimase poggiata contro il muro: cercava il suo clito sopra il vestito, era eccitata- Capiva dve voleva andare il suo desiderio, provava a resistere ma il desiderio era sempre più forte.
Quella sera Carlo tornò alle 19. Lei si vestì per la cena, mise una gonna larga ed una maglietta…ma poi….si tolse il reggiseno.
A tavola Carlo passò dietro di lei per sedersi e lei spinse il corpo in avanti….in modo che il peso dei seni nudi scostasse la maglietta e lui potesse vederli dalla scollatura. Si accorse che Carlo aveva indugiato a passarle dietro.
Si tirò la veste fino sulle cosce, all’altezza delle mutandine e durante la cena fece cadere il cavatappi; lo fece apposta, stava giocando con il suo desiderio. Carlo si abbassò a raccoglierlo e vide le sue cosce e lei…sapendo che il ragazzo la stava guardando, allargò le ginocchia e si spinse col corpo fino al bordo della sedia.

Quella sera passò a salutare Carlo che era già a letto. Aveva indosso una camicina di stoffa finissima e sotto…niente. Si sedette sul letto e prese il ragazzo poggiandogli la testa sul braccio…fece il modo che sentisse il suo capezzolo. Lei aveva capezzoli grossi: da ragazza aveva imparato a stimolarli e a forza di tirarli e torcerli le si erano allungati ed ingrossati. Carlo spostò leggermente la testa e sentì il capezzolo all’angolo delle sue labbra.
– Farai sogni cattivi stanotte? sognerai le cosce di Stefania? – disse Anna prendendolo in giro.
Ma lei vide l’effetto del contatto e del calore del suo corpo su quello del ragazzo. Il lenzuolo si sollevava un poco…e si sentì eccitata dal sapere che aveva fatto nascere un desiderio nel suo ragazzo. Alzandosi gli sfiorò con un dito il cazzo eretto sotto il lenzuolo

In camera sua si guadò allo specchio. Fece uscire i seni dalla camicia e li prese, li accarezzò, li spremette. Le cosce era ancora, belle, bianche e liscie. Si toccò la rotondità del ventre fino a incontrare i peli del pube, poi le grandi labbra. E decise, si tolse tutto e si guardò di nuovo…..e si distese nuda sul letto.

Poi sentì Carlo alzarsi. Ebbe un brivido, un batticuore.
Lui andò in bagno ed allora lei accese la lampada sul comodino. Voleva che lui la vedesse. E si girò in modo che i suoi piedi fossero verso la porta, a cosce larghe.

Carlo vide la luce accesa. Guardò attraverso la porta semiaperta, si fermò: era incantato a vedere sua madre , rimase immobile. E allora lei allargò di più le ginocchia e le piegò: ora gli faceva vedere la sua fica, i peli scuri tra le cosce. Il ragazzo si toccava: poi lo tirò fuori dal pigiama e cominciò a masturbarsi lentamente.
– Vieni, Carlo. Te lo fa la mamma.
Lei si alzò, lo baciò in bocca e lo toccò sul cazzo, carezzandolo con tutta la mano, scappellandolo dolcemente. E gli tolse il pigiama, lo prese per mano e lo portò nel letto.
– Vuoi farlo con la tua mamma? – gli chiese
Carlo non rispose, le toccava i peli e fino all’umido della fica. E allora lei lo guidò a mettersi tra le sue cosce.

– Facciamolo – disse – facciamolo davvero. Tu lo vuoi fare, vero? Qui, spingilo qui, fammi sentire come sei forte, chiava la tua mamma.

Stavano a tavola, era domenica.
– Allora, &egrave più bello il mio corpo o quello di Stefania?
– Mamma! Ma tu sei l’amore mio.
– Davvero? Allora dimostramelo.
– Come?
Anna si alzò, si sollevò la veste, non aveva mutandine. Mise sue dita nella fica e le accostò alle labbra di Carlo. Lui capì, le prese in bocca e le succhiò. Poi lei lo baciò in bocca.

-Carlo, adesso? ma sono le tre del pomeriggio.
– Vieni di là.
– No, stai diventando un vizioso che pensa sempre al sesso…….. perciò ti amo. Dai facciamolo qui, in piedi.
– Ma in piedi non entra tutto……
– Aspetto, mi giro, mettimelo da dietro….. mi dà più piacere.
Si sollevò la veste, si abbassò le mutandine e poggiò le mani sul tavolo.
– Lentamente, Carlo, chiavami lentamente, mi fai godere de mi chiavi lentamente. Mi lascerai eccitata, lo sai, non mi basti mai, ti vorrei sempre. Dai, chiava la tua mamma.

– Mamma, che bello farlo con te. Potevamo farlo da tanto tempo’..
– Tu ci pensavi? dimmelo. Ti sei mai masturbato pensando a me come hai fatto per Stefania?
– Si. Una volta ti ho visto mentre ti cambiavi…..le cosce…
– Mmmm, ….come ti piace di più? avanti, dimmelo.
– da dietro ti sento più stretta…..
– scemo, sono io che mi stringo per godere di più…e poi è bello anche per me, mi fa venire……dai, proviamo….
– Qui , tocca qui, questa piccola punta. E’ il clito e dà tanto piacere se lo tocchi, se lo baci. Sai che molte donne se lo toccano mentre sono penetrate? Si, si masturbarono il clito mentre il cazzo o le dita premono sul punto G. Devo insegnartelo. No, solo il medio, bagnalo in bocca e fallo entrare pianissimo; ti dico io quando ci sei. Qui, amore, qui, lo senti? Ricorda dov’èe, in alto, a metà del tuo dito, qui amore. Accarezzalo col polpastrello, struscia e premi sopra, sempre allo stesso modo, ahaaaa, così, così, aspetta, mi tocco anche il clito. Mmmmmm……..

Il pomeriggio passò stando nel letto a toccarsi, a baciarsi, a giocare con i loro corpi. Anna gli insegnava il corpo femminile, come eccitarle i capezzoli, come toccare la fica, i punti sensibili. Gli insegnava il piacere che poteva dargli anche il suo corpo di ragazzo, gli eccitava i capezzoli, succhiandoli, mordicchiandoli, gli carezzava le cosce.
– Impara come godono le donne, come farle godere. Voglio una cosa, amore mio, me la fai?
– Cosa?
– Una cosa che fa impazzire di piacere le donne. E’ bellissima, ma ci vuole amore per farla. Vuoi farmela?
– Si, te la faccio, dimmi.
-Vieni, mettiti in ginocchio sul tappeto vicino al letto.

Lei si mise sul bordo del letto ed allargò le cosce.
– Baciala, come se fosse la mia bocca. Succhiala, mettile la lingua dentro, ahhh… sei un tesoro. Il clito, adesso, giocaci con la lingua, succhialo, mordicchialo…..aspetta, mi apro…..siiii, così, succhialo, stringilo tra le labbra, forte, continua, ancora…ancora….non fermarti, continua
Anna ebbe un orgasmo fortissimo, era scossa dal piacere che la inondava, era felice, quel ragazzo la stordiva, aveva la sua stessa libidine.

– Voglio darti tutto, tutto, anche quello che non ho mai voluto dare, neppure a tuo padre. Capisci?
-?
– Il culetto, lì sono ancora vergine. Voglio dartelo.

– Mamma, dicono che fa male….
– Si, le prime volte, ma poi…….mi devi sverginare. Vedrai, per te sarà bellissimo. I maschi hanno l’istinto di penetrare, il desiderio di entrare, allargare, forzare…..per te sarà una vera emozione. Voglio fartelo fare.

Lei gli stava manipolando il cazzo.
– Lo voglio duro duro. Ah, com’èbello!
Poi prese il gel e lo versò sul cazzo del figlio. Lo carezzava mentre glielo spalmava con movimenti veloci delle mani.
– Mamma, così mi fai venire….
Lei si mise il gel tra le natiche e si mise a 4 mani sul letto.
– Allora, amore, facciamolo entrare nel mio culetto. Se mi lamento, tu non pensarci, continua. Se esci perdo il coraggio di farlo. Facciamolo entrare pianissimo, voglio sentirlo come mi entra. Si, amore?
Carlo le andrò dietro stando in ginocchio sul letto. Lei gli prese il cazzo e lo portò al suo ano.
– Qui – disse – ci sei, spingi qui.
Carlo spinse un poco e lei sobbalzò.
– Mamma, ti fai male?
– Non pensarci, spingi.
Carlo diede un colpo di reni ed il gel fece entrare metà del glande. Lo sfintere resisteva alla pressione del cazzo.
– Ahaaaaa, Carloooo, spingi, spingi, non resisto.
E Carlo diede un colpo forte ed il glande entrò.
– Ahiaaaaaaaaaaaaaa, dio come brucia, ahhhhhhh
Ma Carlo non seppe controllarsi, diede un colpo fortissimo ed il cazzo entrò lacerando di più lo sfintere.
– Mmmmmmmmmmmmm….ahiaaaaaa, amore mio. Non fermarti adesso, mi fa troppo male.
Carlo, preso dalla libidine di quel piacere nuovo, la stava inculando con forza.
– Si, così, sbattimi, rompimi – disse Anna – rompimelo tutto, chiava forte e vieni, vienimi nel culo, amore mio.
Gli ultimi colpi furono terribili: il cazzo si spingeva fino nelle viscere, dilatava, forzava e lei cominciò a spingersi contro per aiutarlo a venire.
– Vedi, amore, comincia a piacermi. Avanti, dimmi quando stai per venire così te lo stringo nel culo.

Anna sentì ancora bruciore quando Carlo tirò fuori il cazzo, e poi ancora quando lo sperma le toccò la ferita all’ano.
Andò in bagno a mettere acqua fredda sull’ano e Carlo la seguì. Lei gli mostrò le dita insanguinate.
– Mi hai rotta a sangue, amore mio…..ti è piaciuto?
– Oh, mamma, è bellissimo.
– Lo so. Sverginare affascina i maschi e tu sei il mio maschietto che ha rotto il culetto alla sua mamma. Anna la incontrò all’uscita del supermecato.
– Sei a piedi? Vieni, ho la macchina – disse Stefania.
La accompagnò fin sotto casa e si fermarono a parlare.
– Come va, Anna?
– Beh, sai…..senza un uomo…..siamo rimasti soli, io e Carlo.
– Lo so, ma il tuo è un bravo ragazzo, lo vedo sempre studiare dalla finestra.
– Già, …sai, anche lui ti vede, ti ammira molto.
Stefania arrossì :
– Sai,- Beh, ragazzi sono così, si sentono attratti dalle donne mature……
-si, èvero….soprattutto quando gli fanno vedere cosce molto belle…come le tue…..
Risero, si divertirono a quella battuta.
– Dai, Stefy, dillo; lo fai apposta a farti vedere dal mio ragazzo.
– Anna……beh, si. E’ un gioco che mi affascina…
ma poi a quale donna non piace essere guardata?….e poi da un ragazzo giovane e bello…..come il tuo? Piacerebbe anche a te, confessa, se lui guardasse le tue cosce….
– Stefy!
– E allora? lo so, è tuo figlio…ma è anche un uomo giovane, bello, forte. Avere un bel ragazzo intorno, a contatto, fa nascere pensieri……dai, confidati; qualche volta ti è venuto qualche pensiero? scommetto di si, è una tentazione continua….magari il desiderio di toccarlo un pò…..
– Stefy, ma…….
– Anna! non temere, stiamo parlando tra noi due. Fidati.
– Beh…si…a volte mi vengono strani pensieri…il desiderio di toccarlo …… anche a te col tuo ragazzo?
– Si…… e mi viene rabbia. Ma perchè il mio ragazzo se lo devono godere le altre ed io no?
– Stefy….ma…..
– Oh, al diavolo il peccato. Che male c’è?
– Ma tu…. ti fai vedere da lui? In casa stai sempre mezza nuda…sei sempre con gli slip…………….
– Anna…si…. mi faccio vedere….. tutta….hai capito?… tutta…. e mi piace da morire quando mi guarda……..
-….nuda?
– Si, certo. Vuoi sapere se gli faccio vedere la fica? Si, gliela lascio anche toccare. Perchè no? Ti scandalizzi?
– No, Stefy, no. Ti ho vista mentre lo baciavi in bocca…..ma tu…..ci fai l’amore?
– Si. L’ho svezzato io fin dalle prime volte che aveva l’erezione. Giocavamo col suo pisellino e mi venne la tentazione di…….sai, poco per volta, sempre più confidenza…..l’ho fatto venire io la prima volta….ma era un gioco. Glielo baciavo per gioco ma poi….sempre più intensamente…… gli ho insegnato il sesso, ogni cosa…..anche le più……
– Stefy…dio mio….tutto?
– Tutto quello che ti puoi immaginare…senza limiti….Anna, è bellissimo…..se tu non fossi così bloccata ci penseresti…a non sprecare un bel maschietto come tuo figlio…….. Perchèe devono averlo le altre? E’ tuo…….dimmi, non ti sei mai accorta se lui ti guarda?
– Credo un pò si. Forse si…..sai un volta mi cambiai il vestito davanti a lui….
– Raccontamelo.
– Stavo nella mia stanza, mi ero tolta il vestito e lui entrò. Rimase immobile a guardarmi…stavo con gli slip e reggiseno…….
– E tu?
– Gli sorrisi, ma non gli dissi di uscire. Sai erano slip sottili…credo che lui vedesse il nero dei peli sotto……
– …ma se sapessi, ti accorgessi che lui….capisci….ti negheresti?
– Non so….credo di no…..
– Brava. Che pensieri hai avuto? dai, dimmeli.
– Il suo….si, il cazzo. Sai, siamo molto in confidenza…col corpo….a volte, quando stiamo abbracciati…. mi accorgo…… della sua erezione…..
– Anna, se tu lo incoraggiassi, basterebbe pochissimo…..pensaci…..lo faresti felice.
– Beh….Stefy tu sei un’amica….se ti racconto qualcosa…ti prego….
– Mi fai eccitare, dai, racconta.
– Una volta stava teso, sai, gli esami. Lo feci dormire con me, per fargli compagnia…..sai come succede…il calore dei corpi, qualche lieve contatto….mi venne la tentazione di toccarglielo…Stefy, ha un cazzo molto grosso……e così lo toccai lievemente prima sul pigiama, avevo paura che si svegliasse…..ma poi infilai la mano nel pigiama…..a quel punto credo che lui fingesse di dormire….lui allungò una mano, toccò la mia coscia….poi risalì ed arrivò all’inguine….mi venne di allargare le cosce…volevo fargliela toccare……aveva il cazzo durissimo ed io cominciai a carezzarglielo….poi mi feci coraggio e lo strinsi, lo scappellai…..la sua mano era dentro l’orlo delle cosce degli slip….con un movimento li abbassai un poco e sentii il suo dito dentro…..lo menai più forte…poi mi tolsi gli slip ed alzai la camicia da notte, presi la sua mano e lo incoraggiavo a toccare la fica, i seni…..glielo fatto fare…nella fica.
– Anna, che bello. Ti sei fatta chiavare da tuo figlio? ma èèbellissimo. Com’è stato?
– L’ho guidato..con la mano….l’ho messo io dentro le labbra ….poi gli ho detto di spingere…….
– Ma allora anche tu chiavi con tuo figlio?
– Si, Stefy.
– Lo fate spesso?
– Ogni sera, ma a volte anche di mattina, prima che esca, lo facciamo in piedi, da dietro, gli piace molto.
Ma oramai non abbiamo inibizioni…capisci?
– Mi stai facendo eccitare. Dici che lui ha piacere a vedermi?
– Ah si. Lo ecciti molto.
– Tu non sei gelosa?
– Stefy, io voglio che lui sia felice. Se sogna di farlo con te……..perchè no? Io lo aiuterei.
– E glielo lasceresti fare con me?
– Si, perchè ? Tu lo faresti?
– Anna, si, si. Magari davanti a te, insieme.
Lo faremmo davvero felice. Oddio, sai che mi hai fatto pensare? che sogno!
– Dimmi Stefy.
– Insieme, potremmo farlo insieme tutti e quattro se tu…..si, se tu fai chiavare anche mio figlio. Pensa, avremmo due ragazzi giovani e beli per noi due, magari una di noi con tutti e due assieme. E’ una vita che sogno di farlo con due uomini……
– Ah, si….ce l’ho nei sogni da sempre…

– Facciamolo, Anna, che c’importa? pensaci…più ci pensi e più avrai voglia di provare…..
– Stefy, mi eccita pensarci. Ma tuo figlio…..
– Te lo porto io, sicuro. Dai Anna, facciamolo, che sogno!
– Si, Stefy. Mi hai fatto venire voglia. Ma come ci arriviamo?
– Per il mio ragazzo non ci sono problemi, lo convinco io. Col tuo? dovrebbe accettare che tu….
– Stefy, ci provo. Ma lui vuole farti, è già a metà strada. Solo che lui mi ama…….
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– ….e cosa ti ha risposto?????
– ah……….lei lo farebbe. Ma c’è suo figlio. Carlo, loro lo fanno come noi.
– Davvero?
– Si, me l’ha confidato. Il fatto è che…lei vorrebbe uno scambio….mi capisci?
– Mamma, e tu dovresti…?
– Si, ma solo se tu…..pensaci….mica sei geloso?
– Un pò si. Ma tu lo faresti?
– …..non mi dispiacerebbe provare per una volta.
-…. ma cambierebbe qualcosa tra noi….
-si…..diventeremmo complici dei nostri desideri…senza inibizioni…senza vergogna…senza falsi pudori……. pensa a quante cose posiamo fare insieme a loro….pensaci….avrai due donne…me e Stefania…….
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– Anna ha un figlio della tua età. E’ un bel ragazzo, vero? Potreste fare amicizia.
– Si…..non ci frequentiamo ma è gentile.
– Ti piace? ….. Anna è mia amica, è anche una bella donna. Credo che a lei piacciono i ragazzi, come me. Vorrebbe conoscerti……sai che anche lei ed il figlio….
– Ma davvero?!?
– Io e lei abbiamo gli stessi desideri.
– Quali? dimmi.
– Sai qual’è il sogno di ogni donna? Farlo con due uomini insieme. Credo che Anna lo desideri. Ma è un gioco, un’avventura. Vedrai, ti piacerà…… facciamo uno …scambio…..capisci?….che ne dici?…..allora, vieni? però..niente inibizioni, sentiti disposto a tutto .
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Dopo che Carlo fu uscito, Stefania andò a casa di Anna.
– Ciao, bellissima – le disse – a che punto sei?
– E’ quasi fatta. E tu?
– Si.
Si abbracciarono felici e Stefania la baciò in bocca.
– Stefy???
– Ma si, senza nessun pudore fra noi. Avevo voglia di baciarti. A volte si hanno delle pulsioni per un’altra donna. Mai provato?
– Il lesbo? no. Tu?
– Una volta, mia cognata.Ma sai Anna, non è brutto, anzi.
– Davvero? da come lo dici fai venire voglia di provare….

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Sulla porta Stefania la baciò sulle labbra. Anna sentiva piacere per quel bacio.
– Ecco, questo èAldo.
– Ciao Aldo, un bel ragazzo.
– Su, dai un bacio ad Anna.
Aldo la baciò sulla guancia ed Anna lo accarezzò sul viso ma gli fece sentire il suo seno sul braccio.
Aldo non era molto alto, ma era robusto, asciutto. Aveva capelli neri ricciuti e mani forti.
Stefania lo prese sulla spalla.
– Dai, vieni. Non essere così timido con Anna. Un altro bacio, su.
Anna gli prese il viso tra le mani e gli avvicinò le labbra. Il ragazzo capì, la baciò sulla e fu un bacio lungo, umido, durante il quale Aldo si pressava sui seni della donna. Poi anche Stefania lo baciò ma con la lingua nella bocca.
– Su – disse Stefania – rompiamo un pò il ghiaccio. Sapete cosa vogliamo fare, non siate inibiti.
Lei stava seduta accanto ad Anna sul divano. Chiamò il figlio che si mise in piedi davanti a loro.
– E’ bello il mio ragazzo, vero? Ma non sai fino a che punto.
Mentre parlava allungò le mani alla patta di Aldo e delicatamente cominciò ad aprire la cerniera.
– Ma mamma! – disse Aldo.
– E dai, non essere timido. Anna è un’amica.
Mise lei la mano nella patta e glielo tirò fuori; poi prese la mano di Anna e glielo mise sul palmo.
Anna era eccitatissima. Quel ragazzo aveva davvero un bel cazzo, più doppio di quello di Carlo. Lo sentì diventare duro e cominciò a fare scorrere la punta delle dita lungo l’asta. Era a pochi centimetri dalla sua bocca. Stefania le mise una mano dietro al collo e la spingeva pianissimo verso il cazzo. Lei capì, aprì le labbra e Stefania la spinse ancora per farglielo prendere in bocca.
Anna ebbe emozione a sentirlo in bocca; poi lo prese per l’asta e strofinava il glande sotto il palato. Aldo era elettrizzato da quella sensazione.

Stefania si alzò ed andò dietro Aldo, gli aprì la cintura, lo sbottonò e gli abbassò tutto. Poi prese la mano di Anna e la portò ai testicoli del figlio. Aldo teneva gli occhi chiusi per il piacere, spingeva il bacino in avanti mentre la madre gli carezzava le spalle e le natiche.

Ma ci volle parecchio perchè Aldo cominciasse ad avere l’orgasmo. Prese la testa di Anna tra le mani, stava venendo. Anna accennò di si e le venne in bocca.
Stefania le si avvicinò e le sussurrò:
– Dai, ingoiane un pò: &egrave sperma giovane, fresco.
Mentre glielo diceva le premeva la mano tra le cosce da sopra il vestito. Anna deglutì un poco sentendo il caldo liquido scenderle in gola. Ed allora Aldo la baciò in bocca, con lo sperma. E poi anche Stefania la baciò nella bocca con lo sperma del figlio.

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Aldo stava riposando sulla poltrona e Stefania disse:
– Anna, sei tutta eccitata. Non sei venuta. Aspettiamo che Aldo si riprenda, vieni, ti faccio una cosa.
Stavano sedute a fianco e Stefania le mise un braccio sulla spalla e la tirò a sé. Le fece mettere la testa sulle sue cosce e la fece distendere sul divano. Poi la baciò in bocca e la toccò sul vestito, in mezzo alle cosce.
– Stefy ?
– Lasciamelo fare, mi è venuto un desiderio. Ricordi, nessuna inibizione.
Le tirò su la gonna e le mise una mano nelle mutandine; mise il dito medio tra le labbra della sua fica e lo muoveva.
– Ti piace? – le chiese
– Si…continua.
Stefania continuò strusciando il dito sul clito, eccitandola.
– Toglitele, lasciami libera di toccarti.
Anna si tolse le mutandine.
– Allargati, apri le cosce.
amano si Stefania la faceva impazzire. La chiavava con due dita incrociate e col pollice le titillava il clito. La baciava sul collo, nella bocca, ogni tanto succhiava le sue dita bagnate dei umori dell’amica. Istintivamente Anna si toccava i seni, poi li scoprì e cominciò a masturbarsi i capezzoli,
– Dai Stefy, non fermarti, è bello
– No, amore, voglio farti venire. Abbiamo tempo prima che Aldo si riprenda. Ci sta guardando.
Aldo si era alzato, si era messo al lato del divano dalla parte dove Anna teneva i piedi.
– Ti piace che lui ci guardi?
– Si, mi eccita….oh Stefy, continua……
Ebbe dei sussulti molto forti mentre veniva, dei sospiri fortissimi; allargava le cosce per farsi penetrare di più e Aldo le carezzava le cosce mentre la madre le spingeva le dita dentro e le tormentava il clito.
– E’ bella, vero? – chiese ad Aldo – Tu sei pronto? Avanti, chiavala adesso e falla venire di nuovo.
La fece sedere ed Aldo si inginocchiò tra le sue cosce. La fica era stretta dopo l’orgasmo ed Anna sentì la pressione del grosso cazzo sulle labbra e lo sforzo di penetrazione. Ma la fica cedette perchè lei aveva ancora troppa voglia. Stefania la teneva per la spalla e la baciava in bocca.
– Lo senti Anna che bel cazzo ha? Aldo, chiavala come ti ho insegnato io, lentamente, tre colpi e ti fermi. Faglielo sentire mentre entra, fallo uscire tutto e glielo rimetti, così.
Ad Anna sembrava di annegare nella libidine. Vedeva il grande specchio del salotto, si vedeva con le cosce aperte e con quel ragazzo che la stava penetrando, e col l’amica che la baciava e le masturbava i capezzoli. Stava venendo di nuovo, ma era più forte di prima, un orgasmo lento e lunghissimo.
– Stefy, fallo venire nella mia fica, diglielo.
– Si, amore si, non temere.
Quando Aldo si alzò lei si vide nello specchio: era rimasta con le cosce aperte, si sentiva felice perchè si era sentita troia. Carlo era tornato. Lui aveva sentito ed aveva sbirciato dalla fessura della porta del salotto. Aveva visto mentre sua madre stava seduta a cosce aperte a farsi chiavare da Aldo con l’aiuto di Stefania. Ebbe una reazione inaspettata: invece di sentirsi indispettito…gli era piaciuto guardare….lo aveva eccitò.

– Allora, Carlo, non ti sei stancato di guardarmi dalla finestra?
– Sei una bella donna, lo sai. Ma tu lo facevi apposta.
– Si. Mi eccitava che tu mi guardassi, ma dalla finestra non potevo fare di più.
– E adesso? abbiamo un patto, vero?
Stefania non rispose; si tirò su la gonna per mostrargli le cosce….poi si alzò, gli sorrise…e si sfilò le mutandine. Si avvicinò tenendo la gonna sollevata, si vedeva il pube, i peletti morbidi: Carlo glieli sfiorò con la punta delle dita.
– E’ questo che avrei voluto farti vedere. Mi eccita che tu mi guardi.
Lo prese e lo baciò in bocca.
Carlo la spinse contro il muro e la fece girare. Lo tirò fuori durissimo. Lei capì. Si piegò e poggiò le mani contro il muro, Carlo le sollevò la gonna e la penetrò di forza.
– Così – disse lei – fammi sentire la tua forza, sbattimi, fammelo se.
Ma l’emozione ritardava l’orgasmo di Carlo. Venne prima lei lasciando colare sulle cosce i suoi umori, ma non era sazia:
– Ancora, Carlo, ancora, più forte.
Ebbe i secondo orgasmo mentre veniva anche Carlo, per lui fu bellissimo ma lei sembrava letteralmente impazzita. Lo prese, lo baciò con avidità.
– Sei un dio per come chiavi. Tua madre è stata brava ad insegnarti. Vedrai quante cose faremo insieme.

Stavano ancora in salotto, era quasi sera. Carlo era seduto sul bracciolo della poltrona dove stava seduta sua madre. Stefania era seduta di fronte e Aldo sul divano.
– Facciamolo ancora, chi comincia? – chiese Anna. – ma facciamolo insieme, tutti e quattro.
Stefania capì. Si sollevò la maglietta e fece vedere i suoi seni. Poi guardò Carlo.
Carlo le si avvicinò, le prese entrambi i capezzoli con le dita e glieli tirava. Poi la baciò in bocca.
– Dobbiamo continuare quello dell’altro giorno. Spogliati, ti chiavo davanti a tuo figlio.
Carlo si spogliò anche lui, la mise a cosce larghe sulla poltrona.
– Aspetta – gli disse Stefania – voglio anche Aldo, insieme. Vieni Aldo, mettimelo tu il suo cazzo.
Aldo si avvicinò a Carlo, glielo pese in mano, lo carezzò dolcemente, poi lui si inginocchiò davanti a Stefania e Aldo portò il suo cazzo fino alle labbra della fica di sua madre. Restò lì a vedere come il cazzo entrava ed usciva, eccitato fino alo stordimento.
– Ti senti eccitato amore? – gli chiese Stefania – Vieni, alzati, nella bocca.
Continuarono così mentre Anna li guardava toccandosi. Poi Stefania si alzò e si mise sul tappeto. Aldo si spogliò e si mise anche lui disteso mentre la madre si metteva cavalcioni e si faceva entrare il cazzo del figlio.
– Vieni Carlo – disse – entrami anche tu, da dietro.
Carlo si inginocchiò dietro di lei a cavalcioni sul corpo di Aldo. Fu difficile farlo entrare.
– Muoviti solo tu, Carlo, altrimenti esce. Anna, vienici a vedere, avvicinati.
Anna si avvicinò, si inchinò e la baciò in bocca.
– Anna, è incredibile, è bellissimo.
I suoi umori stavano bagnando la pancia di Aldo, mentre Carlo la inculava lentamente per non farle uscire dalla fica il cazzo di Aldo. Lei ebbe un orgasmo fortissimo, si dibatteva e Carlo dovette finirla chiavandola nella fica.
I ragazzi non erano venuti, m andarono con lei in bagno a Lavarsi. Sul lavandino Aldo gli disse.
– Te lo faccio io?
Stefania restò a guardare mentre suo figlio lavava con amore il cazzo duro di Carlo.
– Lasciaglielo baciare – disse a Carlo – vedi come lo desidera?
– Oh, mamma…..
– Che male c’è che voi giocate anche tra di voi?

Anna era eccitatissima per quello che aveva visto. Si tolse le mutandine e rimase seduta sulla poltrona.
Stefania rientrando le si avvicinò, la baciò in bocca.
– Povera cara, ma adesso tocca a te.
– Stefy, fammelo fare da loro due insieme.
– Prima io -Ho voglia di leccartela, lasciamelo fare.
Le sollevò la gonna ed Anna divaricò le ginocchia. Stefania le prese il clito tra le labbra e glielo succhiò fortissimo. Poi cominciò apassarle la lingua nell’incavo tra le grandi e le piccole labbra, le succhio le piccole, fortissimo facendola ansimare di libidine, la penetrò col dito mentre le masturbava il clito e spesso si alzava a baciarla col sapore della sua fica. Aldo si avvicinò.
– Lo vuoi i suo cazzo?
– Li voglio insieme. Fammi chiavare da tutti e due nella fica.
Stefania capì e disse ad Aldo nell’orecchio.
– Solo dieci colpi e poi Carlo, poi ancora tu, continuate finchè non la sentire affannare di orgasmo.

Anna si dibatteva sulla poltrona sotto il martellate continuo dei cazzi dei ragazzi. Stefania la abbracciava sulla testa ed ogni tanto le sollevava il mento per baciarla. Ma i colpi dei cazzi erano continui. si sentiva sbattere tutte le viscere, squassare. Poi cominciò ad avere le prime convulsioni dell’orgasmo; i ragazzi non si fermavano, non cambiavano ritmo, e lei affannava, sempre più forte. Stefania doveva tenerla per le spalle per non farla muovere mentre continuava il martellamento della fica. Poi esplose, , torcendosi sulla poltrona mentre continuavano a chiavarla, senza fermarsi. Alla fine si acquietò.
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Al telefono.
– Allora, Anna, ti è piaciuto?
– Stefy, sono così felice! è stato bellissimo e poi……ho ancora dentro il piacere di sentirmi,,,troia.
– Ti ci voleva ed anche a me. Rifacciamolo quando vogliamo.
– Stefy, tu sai che alla fine li perderemo i ragazzi. Troveranno delle ragazze, la fica nuova……
– Si, Anna , lo so. Però gli abbiamo insegnato come essere felici. Che accadrà?
– Io non voglio rinunciarci. Troveremo insieme qualche altra possibilità.
– Però , per come vogliamo chiavare noi….potremmo farlo solo in un bordello. – e rise.
– E che ci importa Stefy? Lo cercheremo e lo faremo ancora, magari con uomini sconosciuti.
– Si, Anna si. Ma nel frattempo vediamoci anche io e te, da sole. A te piace ed anche a me.

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