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La matura, un sogno che si realizza

By 7 Ottobre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Come al solito ero arrivato in netto anticipo alla stazione. Ma non conoscendo bene Cesena, non sapevo di quanto tempo avessi bisogno per arrivare alla ferrovia e prendere il treno per Milano. Giornata bella, fresca e solare. Decido quindi di aspettare il treno fuori, seduto sulle fioriere vicino al parcheggio dei taxi.
Poco oltre, una decina di metri, noto di spalle una donna, una mulatta intenta ad armeggiare con la sua scollatura. Si gira ma non riesco a far finta di nulla e continuo a guardare, se ne accorge, incrociamo gli sguardi e un po’ imbarazzati ci sorridiamo. Una bella donna, probabilmente sulla quarantina e dotata di un bel seno grande e tondo. Se ne stà li tranquilla a sistemarsi il reggiseno affondando le mani tra le tette. L’orologio della stazione mi ricorda però che il tempo &egrave volato e il treno sta arrivando.
Salito a bordo trovo finalmente un paio di posti liberi, sistemo le mie cose e mi siedo. Stanco, un po’ accaldato per la corsa, mi addormento come un sasso per essere risvegliato ormai a Parma dal controllore. Il posto affianco a me &egrave occupato. Consegnando il biglietto mi accorgo che la mia vicina &egrave proprio la signora che avevo visto a Cesena, a confermarlo &egrave la scollatura e la vista di quelle magnifiche tettone. Ci sorridiamo ancora e iniziamo a parlare. Con mio grande stupore mi dice:
‘Quando hai consegnato il biglietto e mi hai visto hai fatto la stessa faccia ammirata di Cesena. Ho notato che mi hai riconosciuto’.
Visto l’attacco deciso, persa la naturale diffidenza passo subito al tu ‘Bhe, non &egrave stato difficile riconoscerti. Scusa per prima ma sono andato proprio in fissa’.
‘Guarda che non mi spiace per nulla, sei un bel ragazzo e certe attenzioni fanno proprio piacere’.
Nei kilometri fino a Milano parliamo di noi, della nostra vita. Scopriamo che lavora per un negozio vicino casa mia, dove si stà recando per ritirare del materiale, e che poi sarebbe partita quasi subito per le vacanze. Con qualche sacrificio economico era riuscita a programmare una settimana di mare in Costa Azzurra. Prima di arrivare in stazione mi invita ad andarla a trovare in negozio il giorno dopo, verso le 18, in modo che potesse terminare l’inventario, chiudere il negozio e bere poi qualcosa assieme.
Il giorno dopo, ore 18.02, ero davanti alle vetrine a bussare sui vetri visto che per il pubblico era già chiuso. Del negozio avevo già sentito parlare, era specializzato in calzature sexy e abbigliamento da cubista, una specie di paradiso per un amante come me dei tacchi alti. Finalmente Elene viene ad aprirmi, con il suo solito sorrisone e la scollatura invitante. Non riuscivo però a tenere più a bada le mani. Aveva un top più scollato di quello del giorno prima, una minigonna nera, dei sandali trasparenti altissimi e due cavigliere piene di ciondoli. Troppo. Vestita così andiamo a prendere un aperitivo nel bar davanti al negozio dove ovviamente lei non passa inosservata. E’ tutto un sottile gioco di sguardi, di inviti e di provocazioni nei miei confronti. Non posso non farmi audace e l’eccitazione monta di conseguenza. Rialzandomi dalla sedia la mia erezione &egrave chiaramente visibile e ad Elene non sfugge. Rientriamo nel negozio, la seguo nel magazzino, talmente vicino che quando si ferma sbatto contro il suo sedere. E’ tutto pronto.
Lei si gira, mi guarda e maliziosa dice ‘finalmente, ora fammi vedere di cosa sei capace e se ti meriti la mia attenzione. Ti dico subito che sarai capace saprò offrirti molto’. Non mi servivano certo quelle parole per eccitarmi ancor di più. Si siede sul bancone aprendo le gambe brunite, tra le cosce nulla, solo la nuda pelle liscia. Mi inginocchio leccandola accuratamente. Ha un clitoride particolarmente grande e sensibile e dopo pochi colpi di lingua &egrave già bagnata. Adoro quel sapore, adoro far godere una donna con la sola lingua. Il succo corre giù per le gambe, con la lingua seguo quella striscia arrivando ai suoi piedi, alle sue zeppe e quei tacchi altissimi e affilati come il ghiaccio. Sbottono i miei pantaloni restando in boxer. Le sue mani iniziano a toccare il mio cazzo mentre io mi concentro sui suoi meloni, belli, maturi e decisamente prosperosi malgrado l’età. Si accovaccia, lo tira fuori, lo tocca e mi guarda con un misto di stupore e felicità. Avevo depilato il mio sesso appena prima di uscire, era morbido, liscio e sembrava persino più grande. Non avevo trascurato nemmeno le palle e l’ano, tutto era di un bel rosa chiaro. Il mio cazzo, diciassette centimetri di cui sono sempre stato orgoglioso, sparisce in un sol colpo nella sua bocca lasciandomi senza fiato. Mi sembra di sentire le pareti della sua gola ad ogni colpo. Spompinandomi con una mano scivola verso il mio ano cercando l’ingresso. Una sensazione che avevo già provato con la mia ragazza e che trovo estremamente piacevole. Non trova ostacolo e infila tutto il suo indice. Pochi colpi, sente il pulsare delle mie vene, estrae il cazzo dalla bocca e mi permette di annaffiarle il seno. Due settimane di astinenza, un’eccitazione pazzesca, un fiume di sborra che le sbatte sulle tette, alcuni fiotti in gola e altri addirittura sui capelli.
‘Molto bene, non mi ero sbagliata su di te. Ora ti farò alcune domande e se le risposte mi convinceranno dovrai subito andare a casa a fare le valige’.

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