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La scollatura di Veronica

By 15 Novembre 2007Aprile 20th, 2020No Comments

E’ sempre stato un piacere portare le pratiche nell’ufficio di Veronica.
Porta sempre aperta e, appena entri, la vedi lì, seduta alla sua piccola scrivania.
L’occhio corre subito sulla sua scollatura.
Ha un bel seno rotondo, sempre ben in mostra.
La scorsa primavera c’è stato un giorno che proprio che non riuscivo a distogliere lo sguardo. Aveva un maglietta leggera con uno scollo tondo, di quelli molti ampi, e i capezzoli sembravano perforare il tessuto. Secondo me, se ne è accorta.
In generale, però, preferisco quando indossa quelle giacche con lo scollo a V, e tu, in piedi, vedi lei, seduta, e dall’alto puoi apprezzare anche il centro del reggiseno, quel nastrino che solca il taglio e congiunge i due seni.

Martedì pomeriggio avevo fatto tardi. Non c’era più nessuno al lavoro. Ho percorso l’intero, lunghissimo corridoio, con le pratiche da depositare nell’ufficio di Veronica. La porta era chiusa e io l’ho aperta, senza bussare.

‘Non si bussa?’
Veronica era in piedi. Stava infilandosi la giacca del tailleur e un perfetto reggiseno traforato nero conteneva il suo petto.
‘Scusami, pensavo non ci fosse nessuno. Mi dispiace…. Anzi, a dire il vero, non mi dispiace proprio!’
Non so come mi era uscita l’ultima frase.
Veronica ha sorriso, rimanendo con la giacca aperta, e ha detto ‘Lo so cosa ti piace guardare. Il tuo occhio è sempre lì.’ ‘In effetti, se posso, guardo cose belle.’ ‘E, magari, ti piacerebbe toccarle.’ Sono rimasto un secondo di troppo in silenzio e lei ha aggiunto ‘E magari’ e ha infilato una mano nel solco tra i due seni ‘infilare qualcosa qui.’ ‘L’hai detto!’ ‘Bisogna vedere se se lo merita.’ E, dicendo questa frase, Veronica si è girata. Lasciandosi sfilare la giacca e sganciando il reggiseno è andata a sedersi dietro la scrivania. ‘Vieni qui e fammi vedere.’ Mi sono avvinato a lei. Seduta, ha armeggiato sui miei pantaloni e me l’ha sfilato fuori. ‘E’ proprio bello grosso.’ E la sua bocca si è avvicinata. Prima ho sentito la sua lingua percorrere la punta del mio cazzo, poi ho sentito le sue labbra racchiuderla e avanzare e indietreggiare. Quella sensazione piacevolissima, che ben conoscete, mi ha pervaso. Veronica si è fermata, ha proteso il suo seno in avanti e si è messa il mio cazzo fra i suoi seni. ‘Chiavami nelle tette!’ Le sue mani stringevano i suoi seni attorno al mio cazzo e io andavo su e giù. Non è durato molto prima che lei si staccasse leggermente e ricominciasse a lavorare di bocca. Stavo per schizzare, quando si è fermata.

‘E’ proprio bello grosso e lo voglio dentro.’ Veronica si è alzata e si è messa di spalle, a novanta gradi, con le mani sulla scrivania. Le ho sfilato un bel tanga, ho alzato la gonna e ho diretto il mio cazzo sulla sua figa. Con l’aiuto delle sua dita sono scivolato dentro. Era bagnatissima, un fiume in piena. ‘Dentro, più dentro, sbattimi!’ ‘Ti piace così grosso e così dentro!’ ‘Sbattimi come una troia!’ La tenevo ben stretta e la sbattevo con impeto, quando &egrave squillato il suo cellulare. Era lì, appoggiato sulla scrivania.

‘Aspetta, è mio marito.’

‘Ciao amore … Sei giù? …. Ho quasi finito, c’è un collega che deve venire. Anzi sto sentendo che sta per venire. Tra due minuti sono giù.’
Il doppio senso era evidentissimo per noi e, spegnendo il telefono, Veronica ha esclamato ‘A volte sono proprio una troia!’

‘Una gran troiona da sbattere!’ Ho esclamato io, ricominciando a fotterla.
‘Così, più dentro! Ce l’hai proprio grosso, mi fai impazzire!’
Non avrò dato più di una decina di colpi prima di inondarla del mio sperma.

Siamo rimasti due o tre attimi così, a respirare affannosamente. Poi scorrendo dal basso verso l’alto le mani sul suo corpo l’ho fatta alzare e stringersi a me. Le stringevo forte il seno e io respiravo sulla sua spalla.

‘Una gran bella scopata. Ce l’hai proprio grosso, come piace a me.’
‘Sei proprio una gran troia!’
‘Sì, mi piace! … Facciamo gli straordinari anche martedì prossimo?’
Noi, in questo ufficio, facciamo sempre due ore di straordinario il martedì.
‘Non so se riesco ad aspettare una settimana.’
‘Domenica mio marito va allo stadio.’
‘Vorrà dire che non sarà solo l’arbitro ad essere cornuto.’
‘Da me?’
‘Da te!’
‘Dammi il tuo numero di cellulare, ti faccio uno squillo appena esce.’
‘E quando arrivo voglio trovare una squillo con i fiocchi.’
Veronica si è sfilata, me lo ha accarezzato e ha detto ‘E io lo voglio trovare in gran forma, un centravanti da sfondamento.’

Ho allungato la mani sul suo seno e l’ho accarezzato, giocando con i capezzoli.
‘Hai proprio delle bette tette!’
‘Lo so!’

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