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La signora Festa

By 30 Settembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

La signora Festa una matura ed annoiata moglie si era messa a cercare una nuova casa. Era già un po’ di tempo che trovava tutti i difetti alla sua e tanto aveva detto e tanto aveva fatto che il marito, a cui la loro casa piaceva e che non era molto d’accordo, l’aveva lasciata fare fidando del fatto che la moglie non era un tipo facile d’accontentare.
Lei si era messa in moto come si fa di solito in questi casi, internet, i giornali di annunci, e qualche visita ad agenzie immobiliari, tra cui quella dove lavorava Matteo.
Matteo non era il titolare dell’agenzia, ma un collaboratore, il ragazzo di bottega, cioè accompagnava i clienti nelle visite e così fece anche con la signora Festa, una, due tre quattro ,innumerevoli volte. Le case che avevano visitato, per la signora, avevano tutte un difetto o erano piccole, o troppo grandi, o troppo fuori, troppo in centro e così via.
Però la signora non demordeva e spesso ritornava alla carica.
Quella sera Matteo ritornando in ufficio, dopo una visita con dei clienti, diede una controllata al planning degli appuntamenti per il giorno dopo e si trovò segnato: ore 14.30 Sig. Festa per viale Sabotino.
Spazientito esclamò a voce alta: ‘ Ancora ‘.
Il titolare dell’agenzia si avvicinò a Matteo ed indicando sul planning l’appuntamento si rivolse a Matteo sorridendo:

– Mi sa tanto che la festa vuole farla a te. ‘ disse giocando sul doppio significato del cognome della signora e proseguì
– Senti, ti devi decidere! Questa non comprerà mai casa, non gli interessa, quello che vuole sei tu. Falla contenta e scopatela. –
– Ma per favore’. avrà il doppio dei miei anni. Non ho bisogno di una nave scuola. –
– Ooh, il doppio dei tuoi anni’..ne avrà al massimo 45. ‘
– No, ne ha quasi 50 me l’ha detto lei.-
– Vedi che non sono il doppio dei tuoi? Beh, però ‘li porta proprio bene, gliene davo al massimo 45. Comunque 45 o 50, un giro si può fare e poi è come nel campo immobiliare”.non si finisce mai d’imparare. ‘

A Matteo non interessava proseguire questo tipo di conversazione, la troncò e cambiò discorso parlando di lavoro, anche perché il suo titolare era notoriamente un puttaniere e già un paio di volte erano scoppiati dei mezzi scandali per i suoi modi particolari di illustrare gli immobili alle clienti. A Matteo interessava imparare la professione per poi mettersi in proprio e non aveva nessun interesse all’arte del puttaniere.
Anche se quella convinzione del suo titolare gli si era ficcata li, in testa ed ad onor del vero anche lui trovava la Festa ancora una bella donna nonostante l’età.

Il giorno successivo alle 16, che era l’ora convenuta, Matteo si trovava sotto il palazzo dove c’era la mansarda in vendita, in attesa della Signora Festa, che di lì a poco arrivò.
Matteo gentilissimo, come si conviene ad un buon venditore, aspettò che la signora parcheggiasse la macchina e quindi le andò incontro aprendole la portiera. La Festa lo salutò e scendendo dalla vettura la gonna del suo impeccabile tailleur scopri una buona parte delle sue belle gambe, che Matteo guardò con interesse.
La donna per niente imbarazzata, anzi lusingata da quello guardo, gli sorrise e porgendoli la mano:
– Signor Matteo, ci rivediamo un’altra volta, come sta? Sempre abbronzato, sempre in forma.-
– E’ sempre un piacere rivederla signora e lei è sempre è elegantissima.-
– Sempre carino.- squittì lei
Con l’ascensore salirono all’ultimo piano, sarà stato il discorso del capo la sera precedente, il profumo della signora Festa, l’ascensore piccolo che obbligava a stare quasi incollati; sta di fatto che Matteo cominciò a guardare la signora non solo come una cliente ma, soprattutto come una donna, una femmina. Lei al contempo non perse l’occasione per stare il più vicino possibile a lui e nemmeno quella di slacciare la giacca del tailleur e mettere in mostra che sotto al leggero top di seta non portava reggiseno e i capezzoli spuntavano dalla leggera stoffa, manovra che Matteo non perse ed apprezzò, convincendosi che il suo capo era nel giusto quando la sera prima gli aveva detto che la donna era scopabile anzi che era quello che aspettava. Purtroppo il palazzo non era sufficientemente alto per dargli tempo di studiare una strategia o di azzardare qualche mossa.
L’appartamento, arredato Ikea, era piccolo ma funzionale adatto ad un single con la zona notte in un piccolo soppalco nella parte più alta del sottotetto a cui si accedeva con una scala in legno ripida. Matteo dopo aver illustrato la parte bassa disse che la camera era sopra ed invito la Festa a salire prima di lui. Così facendo si mise nella posizione giusta per sbirciare ancora una volta le sue gambe. Operazione che riuscì perfettamente anche perché la donna consapevole di mettere mostra uno dei suoi pezzi pregiati lo assecondò.
Sembravano che giocassero al gatto e al topo. Chi era gatto? Chi era topo?
Nel soppalco, piccolissimo, c’era un letto ed un armadio e pochissimo altro spazio e lì scoppiò la scintilla, angusto com’era, era impossibile che due persone non venissero a contatto, si strusciassero e visti i preamboli finirono uno nelle braccia dell’altro.
Le mani di Matteo trovarono subito la pelle della schiena della donna che aveva incollato le sue labbra a quelle di lui.
– Non ci speravo più. Stavo per abbandonare.-
– Cosa non speravi più?-
– Non ci speravo più di riuscire ad arrivare a questo momento.-
– Bastava dirlo, bastava chiederlo.-
– Come no’..scusi signor Matteo, vuole fare l’amore con me? Così dovevo chiedere?-
– Più o meno.-
Il pallino era nelle mani della donna, che non perse tempo e liberò Matteo della giacca e della camicia e con la lingua cominciò a stuzzicare i suoi capezzoli. Lui era piacevolmente sorpreso da questa intraprendenza e lasciava fare limitandosi ad accarezzare la schiena della donna, nuda sotto il top.
Lei non perse tempo scendendo ad accarezzare il pacco, per poi slacciare i pantaloni e liberare il cazzo di lui dai boxer, restando piacevolmente sorpresa dalle dimensioni.
– E tu tenevi nascosto tutto questo ben di dio?-
Gli si inginocchiò davanti e cominciò a leccarlo per tutta la lunghezza, poi lo prese in bocca, era una maestra del pompino. Con la lingua solleticava il glande, con una mano accarezzava lo scroto, con l’altra accompagnava il movimento della bocca lungo cazzo.
In breve Matteo fu sul punto da esplodergli in bocca:
– Ti vengo in bocca-
– Aspetta controllati!!-
– Se non ti fermi ti sborro tutto in bocca.-
La donna si fermò ed alzandosi si sollevo la gonna fino in vita.
– Avrei dovuto mettermi la autoreggenti, ma ormai non ci speravo più.-
Si abbasso i collant e spostandosi le mutandine, prese la mano di lui e se la portò sulla figa depilata:
– Senti che voglia che ho. Lo voglio dentro, bello così, duro..-
Si girò e si piegò in avanti appoggiandosi alla sponda del letto:
– Mettimelo dentro’dai scopami’.. non resisto più scopami.-
Bagnata com’era il cazzo, anche se grosso, gli entrò come una lama calda nel burro provocandogli un gemito di piacere:
– Aah che bello’ tutta mi riempie’ tutta.-
Matteo dopo quel pompino, cercò di resistere il più possibile, ma non ce ne fu bisogno perché la signora:
– Si,Si,Sii..così,cosììì’.dai,dai.daiii’. uuh che bellooo’ vengo, vengo, insieme, dai vieni anche tu, vienimi dentro’.ora,ora’.oraaaaa!-
Continuò a scoparla con forza, fino a quando non resistette più e la riempì di sborra. Fece per uscire da lei, ma la donna lo fermò:
– Aspetta, prendi la borsa.-
Lui, sempre con il cazzo dentro, riuscì ad arrivare alla borsa, che era lì per terra, gliela passò e lei estrasse dei fazzolettini con i quali si tamponò la figa grondante:
– Mi hai riempito, ma quanta ne avevi?-
Vedendo la Festa, sempre elegante, perfettina lì davanti a lui con la gonna arrotolata in vita, i collant e le mutandine alle caviglie e con una mano tra le gambe che cercava di pulirsi la passera, non poté fare a meno di sorridere.
– Tu ridi eh? Hai ragione. Non posso darti torto mi sono comportata come una troia.-
– No dai, non dire così. –
– Beh’una che si fa riempire da un quasi sconosciuto tu come la chiami? ‘
– Sconosciuto non direi, è quasi sei mesi che ci frequentiamo, che ci vediamo pressoché tutte le settimane-
– Già eeh’. sei mesi che ti faccio il filo e tu niente, ‘vede Signora qui c’è la cucina, lì la camera’ arrivederci e grazie. Ma tu lo sai che la prima volta che mi hai accompagnato a vedere un appartamento, quell’attico in centro’.ti ricordi?-
– Si, quello con il grande terrazzo.
– Proprio quello, sarà stato la tua voce, il tuo profumo, ma mi hai preso subito e quando ci siamo lasciati ero tutta bagnata.-
– Addirittura e chi sono’.. George Clooney? Non sarà stato che era un po’ che non scopavi?-
– Beh, mio marito fa quello che può, è molto più vecchio di me però non mi era mai successo di tornare a casa con le mutande bagnate-
– Senti, signora ‘mutandine bagnate’, a proposito come ti chiami? Per me sei la Signora Festa?-
– Giannina, ma tutti mi chiamano Gianna.
– Ecco si Gianna, questo è stato un bel antipasto ed ora mi hai fatto venire fame. –
Ormai si era quasi ricomposta, a parte il rossetto sbavato dal pompino:
– Il pomeriggio sono sempre libera, quando vuoi possiamo continuare il pranzo’..guarda che io sono golosa.-
Velocemente Matteo chiuse l’appartamento e ridiscesero in strada, Gianna lo salutò formalmente però aggiunse:
– Aspetto una tua telefonata.-
– Lasciami organizzare, ma non aspetterai a lungo” e ricordati le autoreggenti.-
le disse canzonandola per la sua affermazione sui collant.
– Qualche altra richiesta?-
– No, solo le autoreggenti, bastano solo quelle.-
Non gli ci volle molto a liberarsi un pomeriggio, inventò una scusa al suo capo, spostò un paio di appuntamenti e due giorni dopo aveva tutto il pomeriggio libero e chiamò subito la Festa.
– Gianna ciao, sono Matteo. Dopodomani?-
– Dopodomanii”. Va bene, dove e quando?-
– Dimmi tu, io non ho problemi.
Lei ci pensò un attimo e poi rispose:
– Al parcheggio del centro commerciale, alle 3?-
– O.K. siamo d’accordo alle 3, sai ho una fame. –
– Non preoccuparti che te la faccio passare la fame. Ci vediamo dopodomani”.senti, senti, al primo livello del parcheggio, non farmi cercare in tutto il silos.-
– Va bene, va bene’.non vedo l’ora di mangiarti.
– Ed io di farmi mangiare. Ciao, ciao. –
Ora gli restava un problema, dove l’avrebbe portata? Si ricordò che vicino alla discoteca dove andava abitualmente, avevano da poco aperto un motel, non il solito squallido motel, dall’esterno sembrava molto elegante. Cerco su internet e trovò il sito, le foto illustravano tutti i tipi di camere, non i soliti buchi, camere ampie ed arredate con gusto e c’erano anche delle suite a tema. Guardò i prezzi e gli venne un coccolone, dai 150 euro in su. In un primo momento pensò di trovare un’alternativa più economica, ma quella suite con un lettone bianco, grandissimo, specchi alle pareti e sul soffitto e la vasca idromassaggio matrimoniale era troppo allettante. Disse addio a 190 euro e la prenotò, poi c’era anche un’offerta lancio per tutto quel primo mese d’apertura offrivano anche stuzzichini ed una bottiglia di spumante.
– Per 190 euro è quasi un affare- pensò sorridendo.
Il giorno fissato erano passate da poco le due e mezza, Matteo era già in posizione all’ingresso del parcheggio in modo da poter vedere Gianna quando sarebbe arrivata.
Era abbastanza nervoso, sarà stato perchè era la prima volta che se la faceva con una sposata, cercò di calmarsi giustificando la cosa con il fatto che era stata lei a provocare e che poi tutto sommato stava facendo un’opera di bene visto che si sentiva trascurata dal marito.
Tutto preso dai suoi pensieri non si accorse dell’arrivo della donna che fu costretta a ripassargli davanti e a dare un piccolo colpo di clacson. Lui la segui ed aspetto che parcheggiasse al vettura.
Prima di salire su quella di Matteo, lei si guardò intorno poi si diresse velocemente alla macchina e sali gettando sul sedile posteriore una sacca.
– Era molto che aspettavi e ti eri addormentato? Ti sono passata davanti due volte e tu non ti sei accorto?_
– Ti avevo vista stavo aspettando che parcheggiassi. ‘ mentì lui ‘ cosa ti sei portata hai intenzione di stare fuori casa tre giorni?-
– E’ una sorpresa dopo vedrai.-
– Che genere di sorpresa, devo preoccuparmi?-
– Aspetta abbi pazienza, è una sorpresa vedrai che ti piacerà.-
Lui la squadrò e lei gli sorrise:
– Hai intenzione di stare ancora molto qui fermo ai quattro venti?-
Matteo ingranò la marcia e si diresse all’uscita del silos.
Quando entrarono in camera Gianna si guardò intorno lo fissò:
– Abbiamo fatto le cose in grande.-
– Una bella donna, di classe ha bisogno di un posto adeguato.-
Lei continuò la perlustrazione della camera
– Vedi anch’io ti ho fatto una sorpresa, a proposito la tua?-
– Sei un curiosone.-
rispose la donna dandogli un buffetto sulla guancia, lo prese per mano portandolo verso il salottino e facendolo sedere, poi allontanandosi con un rapido gesto si slacciò lo spolverino e lo lasciò cadere a terra restando completamente nuda ad eccezione delle autoreggenti e delle scarpe.
– Uauhh!-
fece Matteo, contemplando il corpo maturo della donna facendo scorrere lo sguardo dai seni piccoli ma ancora sostenuti, il ventre appena accennato e poi giù sul pube depilato con lo spacco bene in vista.
– L’avevi detto tu che le autoreggenti potevano bastare.-
disse Gianna roteando su se stessa e mostrando anche un notevole lato B, quindi si diresse verso il letto.
– Viene cosa aspetti, non abbiamo molto tempo.-
lo invitò, accarezzandosi tra le gambe e guardandolo con due occhioni invitanti.
Lui non si fece pregare, si spogliò restando solo con quegli slip firmati che facevano bello il pacco e la raggiunse su letto.
Era una vera femmina da letto, Matteo l’ora successiva non le scorderà facilmente, sapeva come dare piacere ad un uomo, sapeva come adularlo:
– Come è bello, grande, senti come si gonfia, lo voglio in bocca. Uuh, buono, sa di maschio giovane, mi piace sentirlo vibrare in bocca, quando me lo metterai dentro mi riempirà tutta.-
Anche lui si diede da fare, gliela leccò per bene, aprendole le labbra e tittilandole il bottoncino fino a farle avere il primo orgasmo. Quindi la prese sopra di se e lei se lo fece scivolare dentro mugolando dal piacere.
Fu un susseguirsi di sopra, sotto e di fianco. Lei continuò ad incitarlo:
– Si, si continua così. Non ti fermare, scopamela tutta. Voglio godere, fammi godere.-
La fece venire altre due volte prima di svuotarsi in lei. Fece per uscire ma Gianna lo fermò:
– Stammi ancora dentro, mi piace sentirlo in questo modo bello morbido.-
Stettero così, lui sopra a lei, fino a quando la donna non si recò in bagno e al ritorno gli disse:
– Però ci sai fare con le donne, hai un pisellone fantastico, una scopata da segnare sul calendario, ci voleva proprio-
– Se vuoi possiamo ricominciare?-
– Mi vuoi morta? Ho una certa età io, la ginnastica da letto fa bene, però bisogna essere allenati ed io sono un po’ arrugginita.-
– Arrugginita’..non mi è sembrato, anzi sembravi in forma smagliante.-

– Scopare è come andare in bicicletta, quando hai imparato’.hai imparato. Però per fare il Giro d’Italia ci vuole allenamento-
– Il prossimo allenamento quando la facciamo?-
Lei si avvicino al letto , dove Matteo era ancora sdraiato ed accarezzandogli ‘il pisellone’:
– Presto, molto presto. Ora che ho trovato l’allenatore giusto voglio preparami al Giro. –
Detto questo prese la famosa sacca e tolse degli abiti e cominciò a rivestirsi.

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