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La vendetta della Lupa

By 6 Marzo 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Suoni alla mia porta. &egrave la prima volta che vieni a casa mia. Un anno di sesso e mai un’intromissione nelle nostre vite private.
Oggi ho deciso di svelarti chi sono.
Ti apro e leggo sul tuo volto lo sbigottimento più totale.
Già, &egrave strano vero? Niente trucco, niente tacchi, niente minigonne. Non sono figa, per niente! Ho deciso di non agghindarmi per te. Perché dovrei farlo? Non mi hai mai apprezzata. Sono sempre stata la tua ultima spiaggia. La tua tappabuchi: quando gli amici non c’erano, quando le altre fighette erano impegnate coi loro fidanzati, io servivo a soccorrere la tua noia. Bastava che componessi un numero di telefono ed io ero pronta: splendida, sorridente ed ebbra dell’illusione di essere felice.
Mi sono presa in giro da sola, autoconvincendomi che dal tuo cellulare partiva solo una chiamata, quella indirizzata a me e ci ho creduto per un anno intero, ci ho voluto credere, perché avevo bisogno di te! Perché ti amavo, perché riuscivo a sopportare anche la tua assenza così presente.
Mi telefonavi una volta al mese, quando andava bene. Ed io mollavo tutto: gli amici, le feste, la quiete domestica, tutto per una notte di sesso con te. Tutto per niente!
Un anno buttato via, in cui io facevo l’amore e tu ti svuotavi i coglioni.
Eri a conoscenza dei miei sentimenti, hai capito fin da subito quello che provavo, ma non ti sei mai curato di quanto dolore mi arrecassi.
In fondo tu ami la tua libertà, la tua spensieratezza ed io sono troppo cerebrale per uno come te.
Adori le sfide, le donne irraggiungibili, quelle degli altri: io sono sempre stata disponibile, troppo facile e immediata.
Non rappresentavo una vittoria, ma solo il palliativo alla monotonia delle tue serate.
Cazzo quanto sono stata ingenua!
E quanto ti ho amato. Avrei dato tutta me stessa per te. Per un tuo bacio sincero e non finalizzato. Per un po’ di te. Ma niente!
Sesso, se mi andava bene. Sesso violento, sesso sadomaso, sesso di gruppo. Ho fatto tutto questo per te, unicamente per te e non perché mi soddisfacesse. Ma forse credi ancora che sia scesa a tali compromessi per piacere personale? Beh, allora non hai proprio afferrato il concetto. La mia mente ha rimosso tutto ciò che mi doleva per ricordare solo te. Non voglio, non devo rammentare di chi fossero le mani dei tuoi amici che così avidamente si intrufolavano negli anfratti del mio corpo. Ho memorizzato solo le sequenze del nostro film. Nostro non ti piace? Eh già lo so, allora dico mio. Mio, piace di più anche a me!
Che cosa provi in questo momento? &egrave la prima volta che ti guardo fieramente negli occhi, &egrave la prima volta che ti trascino nella tana della Lupa. Ti spavento? No di certo. Ti conosco troppo bene, in fin dei conti sei così prevedibile. So che sei eccitato. Speri in una sorpresa. La sorpresa c’&egrave e come! Guardami: non ho i capelli sciolti e profumati. Sono due giorni che non li lavo e li ho legati in una coda che fa tanto stile college. Guardami: ho le occhiaie, non ho fatto la lampada, non ho il fondotinta, né un po’ di rimmel. Guardami: ho un’anonima magliettina bianca e sotto non porto il reggiseno. Nessuna vezzosità nella biancheria. Scordati il pizzo e il vedo non vedo. Guardami: ho un paio di pantaloni neri, quelli che uso in palestra. Informi, sgualciti e arrotolati fin sotto al ginocchio. Guardami: non ho neppure infilato gli infradito. Sono scalza, non ho fatto la pedicure, non ho lo smalto rosso che tanto ti eccita.
Ma come cazzo farai? Ora dovrai scoparti un cesso o come dici tu, un chiodo. Beh sì oggi sono un chiodo anch’io. Ne ho il diritto!
Entra. Guarda la mia casa: cosa ti aspettavi? Una villa? Ah già tu impazzisci, anzi no, dici che dai giù di testa, per tutte le Fighe/Settentrionali/Piene Di Soldi. Ahi ahi mister hai toppato! La Lupa ha nelle vene il sangue del meridione e la sua casa &egrave un normalissimo appartamento.
Vacilli, lo so. Non &egrave proprio quello che ti eri prospettato, ma cosa vuoi, d’altronde la vita della ‘puta’, termine con cui sovente ti definisci, riserva molte sorprese. Sai, per diventare una troia di lusso, caro mio, ci vogliono i numeri. Tu li hai? Vediamo! Ma poi sei così convinto di voler negoziare il tuo corpo? Mmmh io ho qualche dubbio. Ti ami troppo tesoro per accettare che qualcuno ti compri. Il gioco vuoi condurlo sempre tu e una puttana queste libertà non le ha. Viene pagata per ubbidire!
Guardati attorno: non ho alzato le tapparelle. Penombra. No, non credere che voglia ricreare un ambientino romantico, ti mostro come vivo, come mi hai ridotto: una talpa! Non guardo fuori dalla finestra da giorni. Non so cosa vogliano dire le parole ‘luce’, ‘aria’, ‘sole’. Guardati attorno: scatolette di tonno e carne Simmenthal, vasetti di yogurt, bucce di banana annerite e carte di crackers. Questa &egrave la mia dieta. Non cucino niente. Ormai mangio solo cibi preconfezionati e lo faccio da mesi. Guardati attorno: libri sparsi ovunque e un PC portatile in standby, unici contatti con mondi differenti dal mio.
Cosa provi? Dimmelo! Schifo? Non mi offendo sai. Avanti parla. Cazzo fa qualcosa, non &egrave da te questo atteggiamento da rimbambito.
Ok ‘puta’ di marmo sdraiati. Qui sul pavimento ghiacciato. No, non sul tappeto persiano, troppo comodo.
E ora scopami! Scopami ho detto!
Ma cosa stai facendo? Mi baci? No! Te lo impedisco.
Cosa c’&egrave, non ti va in tiro? Strano, generalmente hai delle erezioni magistrali e durature.
Beh comunque vedi di sbrigarti, io non ho più tempo da buttar via con te. Quindi, o te ne vai o mi scopi!
Ecco, vedo che hai capito. Bravo, sbottonati la patta dei jeans e calateli assieme ai boxer. No no, non toglierteli completamente. Velocità, ecco il motto di oggi.
Ma che cazzo fai? Chi ti ha dato il permesso di infilarmi la mano sotto la maglia? Niente di niente!
Ora abbasso anch’io i miei pantaloni e le mutandine. Non mi hai mai visto con gli slip eh? Fa un certo effetto. Ti ho sempre riservato i più bei perizomi della mia collezione. Oggi no! Oggi mutande, ovvero comodità.
Perché sgrani gli occhi? Ah già, dimenticavo. Come dici? La mia figa? No tesoro, figa a lei non lo dici. Lei &egrave il mio frutto segreto. Ti fa strano che non sia depilata? Lo so, lo so! Tu adori scivolare con la lingua su vulve glabre, ma, punto numero uno, non me la devi leccare e bada bene, ho detto ‘non devi’, punto numero due oggi &egrave la Lupa a comandare e i peli restano lì dove sono.
Ora fai il tuo dovere e taci! Alt! Goldone! Cosa vuoi ancora? Ah giusto, con me non l’hai mai usato. Beh oggi sì e non chiedermi perché. Oggi comando io, la Lupa!
Stai sotto e io sopra. Tu ovviamente ti becchi il freddo e la durezza del pavimento. Non &egrave forse quello che mi hai regalato per un anno intero? Ma bada a quanto sono buona: io ti riservo queste sensazioni solo materialmente, attraverso delle semplici piastrelle e per pochi istanti. Leggi fra le righe la differenza che intercorre fra me e te. Leggila e non spaventarti di quanto tu faccia schifo!
Cosa? Sputo nel piatto dove ho mangiato? Già e se potessi ci vomiterei dentro.
Ok siamo in posizione. Ma che fai? Adesso ti metti a prendere delle iniziative? Stai fermo. Prima devo puntare il cronometro sul cellulare. Cinque minuti possono bastare. Cosa? Prima scopavamo due ore di fila? Vero, ma oggi &egrave un giorno diverso e cinque minuti bastano e avanzano, credimi!
Primo colpo: questo &egrave per tutte le volte che mi hai chiamata ‘schiavetta’, ‘troia’, ‘cagna’.
Secondo colpo: questo &egrave per tutte le volte che mi hai telefonato perché non sapevi che cazzo fare.
Terzo colpo: questo &egrave per tutto lo sperma che ha inondato le cavità del mio corpo.
Quarto colpo: questo &egrave per tutte le volte che mi hai sfasciato il culo.
Quinto colpo: questo &egrave per i tuoi amici che mi sono scopata.
Sesto colpo: questo &egrave per tutte le volte che mi hai legata.
Settimo colpo: questo &egrave per tutte le volte che mi hai bendata.
Ottavo colpo: questo &egrave per tutte le sberle che mi hai dato.
Nono colpo: questo &egrave per tutte le donne che hai trattato come me.
Decimo colpo: questo &egrave per avermi fatta innamorare di te.
Tempo scaduto. Mi alzo e tiro su slip e pantaloni. Forza alzati anche tu!
Tieni, cinquanta euro.
Non mi guardare così, prenditeli e vattene. Non dicevi di essere una ‘puta’?
Sappi accettare le conseguenze dei tuoi atteggiamenti ed ora esci da casa mia, esci dalla mia intimità, esci dalla mia vita. Io sono la Lupa e ho consumato la mia intima vendetta.

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