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L’addio di Paula – prima parte

By 4 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Sta arrivando la primavera anche se il tempo dice il contrario.
Paula arriva oggi pomeriggio e già sto sognando.
Sarà la decima volta che viene a Roma,ma che soprattutto viene da me.
In ufficio dice che va da una sua amica e loro non fanno storie,anzi sono contenti di risparmiare sull’alloggio.
Faccio le mie ore a scuola,ma non posso non pensarla e arrivato mezzogiorno saluto tutti di fretta e corro a casa. Mangio un panino e sono già sotto la doccia,questa &egrave l’occasione giusta per provare quel nuovo doccia-schiuma che ha un profumo meraviglioso,peccato che costi un leasing.
Non so perché ma mi metto elegante,o forse non voglio sfigurare di fianco a lei.
Arrivo all’aeroporto con largo anticipo,non riesco proprio a stare a casa senza far niente aspettando che si faccia più tardi.
Finalmente la vedo &egrave bellissima come sempre.
Indossa un completo chiaro giacca e pantalone che fa da contrasto al cappotto scuro,il trucco &egrave leggero ma esalta le forme del suo viso. E quelle scarpe nere col giusto tacco slanciano maggiormente le gambe lunghe e snelle.
Non posso che immaginare cosa porti sotto,ma di certo,&egrave all’altezza del resto,pizzi e raso in armonia fra loro.
Ora che si avvicina vedo che non porta le solite valigette,ma due grossi trolley colorati.
Come arriviamo a contatto la bacio sulle guance. Vorrei farlo sulla bocca,sentire il gusto delle labbra e quella lingua che gioca con la mia,ma non oso,so che si vergognerebbe e non voglio che ciò accada.
“Ciao Paula,che ci fai con quei bauli ?” – sono troppo curioso e lo sa.
“Ciao Marco,poi ti spiego,ora andiamo ho prenotato in un motel qui vicino.”
Mi sorride come solo lei sa fare,inebetendomi ogni volta.
“Come non andiamo da me ?”
“Non adesso,poi ti spiego,dovrebbe essere qui vicino,l’ho trovato su internet,ma calcolare le distanze non &egrave mai facile.”
Mi da il biglietto con l’indirizzo,sono pochi kilometri da qui,quindi prendo le valige e le porto fino alla macchina. Caricarle non &egrave facile,ho un’utilitaria,comoda da parcheggiare,ma con un vano di carico inesistente. Lei ride guardando i miei sforzi da impedito,ma alla fine riesco a farle entrare e ci dirigiamo al motel.
Durante il viaggio parliamo del più e del meno,arriviamo in poco tempo e lei va a sbrigare le solite burocrazie. Più che altro &egrave un residence,all’apparenza dev’essere un posto pulito e tranquillo,l’ideale per farsi gli affari propri senza avere troppi disturbi.
Quando torna ha una chiave in mano,dev’essere quella dell’appartamento,sale e mi dice di andare avanti fino a trovare il numero cinque. Saranno cento metri,ma meglio farli in macchina che a piedi con i due valigioni.
Come arriviamo lei si fionda dentro,mentre io scarico i mostri e li porto dentro.
“Allora ti piace ? Mi sembra tutto a posto.”
Chiudo la porta e mi avvicino a lei,la bacio con tutta la passione che ho dentro.
“Marco ti devo parlare.”
“Dopo.”
Non so cosa mi voglia dire e non m’importa,ora la voglio,la desidero troppo.
Le sfilo il cappotto e le apro la giacca e riprendo a baciarla.
Ora lei risponde alla mia richiesta e mi stringe a se.
Nonostante siamo uno contro l’altra,riusciamo a spogliarci a vicenda.
Le tolgo la giacca e la camicetta bianca e vedo finalmente il suo seno racchiuso da preziosi pizzi verdini. La bacio sul collo mentre lei litiga coi bottoni della mia camicia finché non ha la meglio.
Sento le sue mani sulla schiena nuda che disegnano cerchi e strisce.
Slaccio il reggiseno e senza toglierlo mi avvento con la bocca sui capezzoli piccoli e duri.
Li bacio,li lecco,li stringo piano coi denti,so che le piace e anch’io non posso farne a meno.
Mi prende la testa e la porta all’altezza della sua,ci baciamo di nuovo a lungo mentre le lingue si intrecciano una nell’altra.
Con le mani cerco la zip dei pantaloni,finalmente la trovo e l’abbasso. Porto le mani su quel culo assolutamente perfetto e lo stringo. E’ morbido quando lo accarezzo,per diventare un marmo quando si eccita perché le passo un dito in mezzo al solco.
La faccio sedere sul letto per toglierle le scarpe e far cadere a terra i pantaloni lasciandola solo col perizoma di raso e le autoreggenti.
Come ho finito lei si gira a pancia sotto,non posso averla come una donna vera anche se per me lo &egrave,e mi offre quelle due cupole di carne.
Mi denudo in fretta per sdraiarmi sopra di lei,Paula gira la testa per cercare la mia bocca e io gliela offro volentieri.
“Prendimi.” – lo dice con un filo di voce quasi fosse una preghiera.
“Non ancora.”
Porto la bocca sulla sua schiena e inizio e leccarla scivolando verso il basso,ogni tanto mi fermo e risalgo un po’ per allungare l’arrivo al suo sedere.
Però non resisto molto al desiderio di arrivare a quel buchetto che mi aspetta.
La mia lingua ora &egrave in mezzo al fondoschiena,ma quando mi avvicino al centro del suo piacere mi allargo girandoci intorno,sfiorando i suoi genitali. Faccio cerchi sempre più stretti fino ad arrivare a quel bocciolo. Ha uno strano sapore,gradevole certo,ma non &egrave il suo naturale.
“Paula,hai il culo che sa di miele !” – le chiedo incuriosito.
“Sull’aereo non ho resistito.” – mi risponde strizzandomi l’occhio – “Così ho provveduto a lubrificarlo da sola con un olio al miele,ti piace ?”
“Di te mi piace tutto quello che fai.”
Riprendo a leccarlo mentre lei lo alza per facilitarmi l’operazione.
Le chiedo di tenerlo aperto con le sue mani,in modo da avere maggior libertà d’azione,e lei esegue.
Faccio entrare tutta la lingua in quel buchetto spalancato e la sento ansimare per il piacere.
Godimento che aumenta quando prendo a palparle piano i testicoli duri e gonfi.
Paula geme sempre più forte fino a che alcune gocce cadono sulla coperta.
Le sposto le mani per lasciare posto alle mie mentre mi avvicino col pene per penetrarla.
Lei le sposta in avanti per masturbarsi,le piace farlo e di solito non dico niente.
Questa volta però &egrave diverso,voglio fare cose nuove.
“Lascia stare le mani.” – le sussurro all’orecchio – “a quello penseremo dopo,fidati.”
Allora afferra la spalliera e piena di voglia mi dice di prenderla.
Punto la cappella allo sfintere e la faccio entrare lentamente fermandomi quando la vedo dentro.
Non &egrave un’operazione facile perché &egrave gonfia come una prugna,ma l’olio fa il suo dovere e Paula non sente troppo dolore. Quando sento che i muscoli che lo stringono incominciano a cedere prendo a far entrare il resto,sempre con molta calma,così come piace a tutti e due.
Dal nostro primo rapporto al villaggio abbiamo avuto modo di conoscerci sempre di più.
Lei ha paura del dolore o meglio della violenza. Ho imparato a trattarla coi guanti,così ho conquistato la sua fiducia e ogni volta sto ben attento a non farle male.
Ci metto tutto il tempo che ci vuole,tirando fuori quello che &egrave entrato quando sento che soffre troppo,ma alla fine sento i testicoli contro i suoi.
Paula alza le spalle al massimo in segno di piacere,stringendo la spalliera di ferro.
“Lo sento tutto,&egrave bellissimo,sei fantastico.”
“Si amore,voglio godere con te.”
L’ho chiamata amore per la prima volta,lei fa finta di nulla o forse &egrave troppo presa dal rapporto.
Comincio a farlo scivolare dentro e fuori senza aumentare troppo il ritmo,sono tanto eccitato che rischio di venirle dentro ogni volta che arrivo in fondo.
Cerco di pensare ad altro per prolungare il nostro piacere,ma ogni volta che abbasso lo sguardo e la vedo,l’orgasmo si avvicina sempre di più fino ad arrivare.
Sento lo sperma entrarle dentro,mi fermo un attimo per riprendere possesso del mio fisico,poi riprendo a spingere sempre più piano fino allo stremo.
Adesso mi fermo più a lungo senza che dica niente,sa che dopo la pulirò per bene e aspetta senza fretta.
Quando mi sento di nuovo in grado di fare qualcosa scivolo all’indietro e mi rituffo con la bocca in quel pozzo pieno di sapori. Sa di miele e del mo seme ed &egrave dolcissimo.
Finisco e si mette di lato aspettando la mia bocca,che non tarda a portare sulla sua quanto raccolto.
Quel cocktail pieno di sapori passa da una lingua all’altra,fino a quando non finisce,ma noi continuiamo a baciarci come due liceali.
Mi rendo conto che non &egrave ancora venuta totalmente e allungo la mano sul suo pene in piena erezione.
Normalmente la faccio venire con la mano e come la sente arrivare apre istintivamente le gambe.
Solo che oggi non mi voglio fermare a quel punto,mi abbasso per baciarlo mentre la mano scivola più in basso. Come lo porto alla bocca ne sento il sapore,c’&egrave ancora qualche goccia di prima e la porto via con la lingua prima di farla scendere per tutta l’asta.
Lei &egrave sorpresa,non se lo aspettava,ma adesso riprende a gemere forte.
Dopo averlo leccato tutto per bene,prendo in bocca la cappella e ci giro in torno con la lingua.
Un dito scivola appena dentro il suo buco posteriore e quello che succhio cresce fra le mie labbra.
Lo prendo in bocca per tutta la sua lunghezza e metto tutto il dito dentro con un movimento secco e deciso,se prima sono stato lento e delicato,ora vado di fretta quasi con rabbia.
Paula ora geme in preda al piacere più assoluto,lo fa a voce alta non badando a eventuali vicini che potrebbero sentirci.
Più aumento il ritmo con la bocca,più veloce vado col dito non vedendo l’ora che raggiunga l’orgasmo.
Lo fa con un urlo liberatore riempendomi la gola di sperma caldo.
Quando sento che il suo respiro si regolarizza porto quello che mi ha donato alla sua bocca per gustarlo insieme. Mi sdraio sopra di lei e riprendiamo a slinguarci teneramente.
Abbiamo appena finito e lei mi spinge in alto con le spalle e seria mi dice:
“Ora parliamo.”
le do un cenno affermativo con la testa e mi metto di fianco pronto a sentire quello che mi vuole dire.
“Allora Marco per prima cosa non mi interrompere,quello che devo dirti non &egrave facile per me e se mi fermo poi diventa tutto più difficile. Mi hai chiamato amore ed &egrave la prima volta che mi succede,ma questo non può cambiare le decisioni che ho preso,solo spero di non farti troppo male. Ho deciso di andare a vivere in California,mi hanno fatto una proposta che solo una pazza non accetterebbe,prima però mi farò operare per coronare il mio sogno di essere donna a tutti gli effetti e di esserlo per tutti,me per prima .”
Prende fiato,ne ha bisogno,mentre io inizio a piangere senza riuscire a nasconderlo.
“Marco non fare così mi fai sentire in colpa.” – cerca di consolarmi,ma &egrave un’impresa impossibile – “Vedrai che quando mi sarò sistemata potrai venire a trovarmi,e se vuoi,ti aiuterò a trovare un lavoro. Uno con la tua testa non può insegnare tutta la vita,non saresti felice,e in America chi ha le tue capacità non rimane a spasso,lo sai anche tu.”
Sono distrutto,pensavo di aver trovato l’amore con la A maiuscola e invece lei mi lascia.
Rimaniamo a lungo in silenzio,poi Paula mi accarezza il viso e dolcemente mi chiede se la odio.
“Non potrei mai farlo,se &egrave la tua scelta a me va bene,non posso non volere la tua felicità.”
Mi fa male dirlo,ma in fondo &egrave la verità,come posso pretendere che viva di sotterfugi quando può fare quello che più desidera.
Mi sorride e mi da un casto bacio sulla fronte.
Senti io parto lunedì mattina,abbiamo quattro giorni solo per noi,non vedo perché buttarli via.”
“Hai ragione e penso tu abbia in mente qualcosa,non &egrave vero ?”
“Si,ma &egrave una sorpresa,ora rivestiamoci perché fra un po’ abbiamo un appuntamento.”
“Dove ?”
Lei mi strizza l’occhio.
“E se te lo dica che sorpresa &egrave ? Dai rivestiti che facciamo tardi.”
Ci rimettiamo i nostri abiti e usciamo dalla stanza.
Una volta arrivati alla macchina le chiedo dove vuole andare.
Dalla borsa tira fuori un biglietto da visita,non &egrave lontano,ma vedo che &egrave un centro estetico.
“Non vorrai perdere delle ore a farti bella ?” – le dico scherzando.
“Non &egrave per me stupidino,ora vai.”
Metto la prima e parto,il custode ci lascia con un sorriso dove cela male un po’ d’invidia verso di me.

A presto la seconda parte

Chiunque voglia contattarmi per curiosità critiche o commenti &egrave libero di farlo.
Il mio indirizzo &egrave
blacklussury@gmail.com

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