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Le Lezioni di Matematica 2

By 16 Maggio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Non potevo credere a quello che era successo’mentre scendo le scale di corsa con ancora addosso i vestiti che mi ha prestato Andrea, il mio insegnante di ripetizioni, ripenso ad ogni dettaglio del nostro incontro: Quando in bagno l’ho invitato ad entrare voleva essere un gesto innocente, era per sbrigarmi, mi sentivo in imbarazzo ad averlo disturbato con la doccia.
Ma il suo sguardo su di me mi ha in qualche modo eccitato..mi sentivo desiderato come non mi era mai successo. Le ragazze della mia età non mi considerano molto..era la prima volta che mi facevano pompino..
La sua mano che mi carezzava, il suo sguardo. Si ho avuto una reazione ma stavo tentando di nasconderla.
Arrivo a casa e mi chiudo in camera.
Se lo scoprissero a scuola? e come potrebbero, nessuno dei miei compagni conosce Andrea.
E poi è lui che l’ha succhiato a me..io non l’ho nemmeno toccato..
La prossima volta farò finta di nulla. Anche lui si renderà conto che è stato un errore.
Per qualche giorno pensieri come questo mi passavano per la mente, ma con il passare del tempo la cosa andò a ridursi: la scuola e gli amici riuscirono inconsapevolmente a distrarmi.
In men che non si dica fu di nuovo mercoledì, il pomeriggio sarei dovuto andare a lezione.
Mentre sul tram mi dirigevo a casa di Andrea un pensiero si fece sempre più spazio: se lui avesse voluto rifarlo? Come avrei reagito? Avrei dovuto rimandare l’appuntamento e far passare più tempo? non tornare più? Mentre non riuscivo a dare risposta a queste domande mi ritrovai sotto casa del mio insegnante. Citofonai quasi automaticamente, anche se avrei voluto aspettare ancora qualche minuto. Il suono della sua voce che proveniva dall’apparecchio interruppe i miei pensieri.
Presi l’ascensore, quando arrivai al piano lui mi aspettava sulla porta: sembrava agitato ed imbarazzato. Visto? non avevo nulla di cui preoccuparmi, anche lui non voleva ripetere ciò che era successo. Spontaneamente sorrisi pervaso da un ritrovato entusiasmo. Cominciammo la lezione e raccontai ad Andrea del compito di geometria svolto in settimana.
Poi cominciammo a fare esercizi, come al solito alla scrivania. La lezione procedeva: un po’ sbagliavo e lui con calma mi spiegava, ma quando gli esercizi erano giusti si complimentava, come al solito con un ‘Bravo Giorgio’ o simili, ma accompagnati da attenzioni fisiche che non riuscivo a ricordare se erano un a sua abitudine o una novità. Nulla di esagerato: una pacca sulla spalla o un paterna mano sulla testa, ma non riuscivo a capire se l’episodio dell’ultima volta avesse in qualche modo condizionato i miei ricordi e la mia interpretazione di questi gesti.
La risposta arrivò poco dopo: Andrea dopo uno di questi gesti lasciò la sua mano sulla mia nuca, e cominciò un lento e leggero massaggio con le punte delle dita. Ero pietrificato. Non sapevo come reagire, fingevo di stare pensando alla soluzione di un problema ma in realtà era un modo per prendere tempo.
Le sue mani si continuavano a muovere, sfiorando la nuca coperta dai miei lunghi capelli, piano piano si sposto verso il collo dove si sporse fino a sotto la maglietta.
‘Non mi viene..’ balbettai, muovendomi all’indietro e girandomi verso di lui per interrompere la sua manovra.
Spostò allora la mano e guardandomi fisso negli occhi, iniziò a spiegarmi la soluzione.
Io non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo. Nel frattempo la sua mano si posò sulla mia coscia e cominciò a fare li il massaggio. Io immobile e confuso.Non sapevo cosa volessi che accadesse: prima di arrivare non avrei ripetuto l’esperienza ma la situazione mi stava eccitando. Il pompino ricevuto l’ultima volta era stato molto più intenso di qualsiasi altra esperienza avessi avuto, cioè solo seghe solitarie davanti ad un computer.
Intanto Andrea continuava a massaggiarmi spostandosi sempre più verso l’alto della mia coscia.
Beh se anche mi fa di nuovo un pompino? Diciamoci la verità, non mi dispiacerebbe affatto!
I muscoli tesi e contratti del mio corpo cominciano a rilassarsi, iniziai a godermi il contatto con le sue mani. Lui dovette percepire la mia reazione perché d’un tratto fu più intraprendente: la sua mano arrivò fino al pacco che cominciava ad indurirsi.
Nel mentre fingevo di scrivere la soluzione dell’esercizio. Poi sentii le sue labbra che mi baciavano il collo: mi girai verso di lui, i suoi baci seguirono il movimento fino ad arrivare alla mia bocca.
La sua lingua danzava con la mia in un groviglio di saliva.
Mi fece alzare e mi portò al divano senza smettere di limonare.
Mi abbassò i pantaloni e mi spinse in modo che mi sedessi sul divano. Ero con solo la maglietta addosso a gambe spalancate, lui si inginocchiò e cominciò a succhiarmi il cazzo come aveva fatto l’altra volta. Il mio cazzo saliva su e giù dentro la sua bocca: mi piaceva da impazzire! Dopo poco iniziai a sentire l’orgasmo che arrivava. Iniziai a mugolare e venni nella sua bocca. Non si fermò: la sua lingua sulla andava dalla cappella alla base della mia asta raccogliendo ogni goccia del mio liquido.
Solo allora, ripreso dall’orgasmo mi resi conto che mi aveva infilato un dito nel buchino che era ancora li.
Mi allontanai col bacino dal suo viso e dalla sua mano in modo tale da farlo uscire. Durante il pompino probabilmente avevo provato piacere ma ora mi disturbava.
Si sedette accanto a me e cominciò a baciarmi.
Sentivo il sapore del mio sperma nella sua bocca ma svanita l’eccitazione il pensiero che fosse un uomo non mi piaceva.
Non volevo interrompere il bacio, ero già scappato una volta; speravo finisse il prima possibile per potermi allontanare e andare a casa. Invece sentii la sua mano prendere la mia e portarla al suo pacco: non volevo. ‘No’non mi va..’ dissi timidamente allontanandomi dalle sue labbra e ritraendo la mano.
Lui mi guardò e mi incitò di provare, ‘finché non ci provi non puoi sapere se ti piace o no..’ disse mentre si abbassava i pantaloni e riportava la mia mano sul suo pene.
Sentivo il caldo e soffice della sua pelle sul mio palmo. Non era sgradevole come immaginavo. Il cuore mi batteva a mille. Accarezzavo il pisello ancora moscio di un altro uomo. Mi face togliere anche la maglietta lasciandomi così completamente nudo. Lo lasciai fare un po’ perché non sapevo come comportarmi ma anche perché quella situazione in fondo mi piaceva.
Ripresi a toccarlo, lo sentivo che cresceva sempre di più. Non era molto grosso, più largo del mio ma piuttosto tozzo, lungo non più di 12/13 cm.
Lo guardavo con attenzione mentre piano piano lo segavo.
‘Visto? è piacevole”
‘..Si..’ la mia voce tremava.
‘Vuoi provare a baciarlo?’ mi chiese.
Non risposi, ma cominciai a chinarmi verso di lui. Mi ritrovai davanti al suo cazzo.
A questa distanza ne percepivo l’odore acre.
Posi le mie labbra sull’asta e schioccai timidamente un bacio. Poi un altro poco più in la.
La mia mano nel frattempo accarezzava le sue palle, molto più pelose delle mie, come tutto il pacco.
Dei mugoli di piacere mi diedero coraggio per il bacio successivo, sempre più vicino alla cappella.
Nel frattempo lui prese a passare un dito intorno ai capezzoli facendo dei movimenti circolari sull’areola. Di tanto in tanto stringeva leggermente il capezzolo tra due dita.
Mi piaceva.
Il mio cazzo reagì alla situazione con un’erezione forse più tosta di quella di prima.
Il bacio successivo lo diedi proprio sulla punta: il sapore che fin ora avevo solo potuto intuire, si materializzò nella mia bocca. Nei fui contemporaneamente disgustato ed attratto.
Aprii le labbra e posai il suo pisello tra di esse. Piano piano affondai il suo cazzo nella mia gola. Non riuscivo a prenderlo tutto nonostante non fosse grosso.
Lui mi segava mentre sentivo dei gemiti di piacere.
Cominciai a spompinarlo. Mi piaceva. Mi piaceva fare i pompini.
Muovevo la testa su e giù. Sentivo il suo cazzo nel mia gola: con le labbra cingevo l’asta e succhiavo.
Sentivo che si muoveva sempre di più ed ansimava sempre più forte. ‘ Vengo..vengo” La sua voce rotta dal piacere mi avvisò.
Sentii improvvisamente del caldo, un denso liquido tiepido riempirmi la bocca. Il sapore era pressoché lo stesso del cazzo, ma più intenso e acre.
Mi rialzai convinto di andare a sputare in bagno. Ma lui mi intercettò immediatamente e mi bacio, così che il suo sperma finì nella sua bocca, poi nella mia di nuovo e così via. Molto colò sul mio e il sul suo viso. Mi piaceva.
Iniziai quasi istintivamente a masturbarmi mentre quel bacio continuava. Mi spinse ancora sul divano, pensavo che volessi farmi un altro pompino ma in un attimo prese entrambe le mie gambe e le appoggiò alle sue spalle, con le mani mi allargò le chiappe. Sentivo la sua lingua che carezzava il mio buchino, fui sorpreso dalla manovra ma era piacevole sentirlo li. Io continuavo a segarmi.
Piano piano la punta della lingua si fece largo ed entrò con quella. Preso dal piacere lo lasciai fare.
Poi prese a succhiarmi le palle che a causa del movimento che imponevo al mio pisello gli sbattevano in faccia.
Con il buchino bello lubrificato e dilatato dalla sua lingua non gli fu difficile infilarci un dito.
Sentii un po’ di bruciore ma poi un piacere nuovo.
Il mio orgasmo era vicino. ‘Vengo..’ questa volta fui in grado di dire.
Lui smise di leccarmi le palle e si mise vicino alla cappella con la bocca spalancata, pronto a ricevermi.
Sobria nella sua bocca tutto il mio piacere.
Venne vicino a me e riprendemmo a baciarci e condividere il mio sperma.

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