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Racconti Erotici

Le neoassunta – Vecchi racconti di ErosItalia

By 16 Giugno 2022No Comments

Finalmente mi sono laureato ed ho cambiato lavoro, in una multinazionale di semiconduttori, buona paga, un lavoro interessante, un ambiente piacevole anche se sono quasi tutti uomini, a parte una giovane donna, una tesista appena arrivata che passerà circa sei mesi con noi. Si sta laureando, ha 25 anni circa, è poco appariscente ed ha un viso abbastanza anonimo anche se ha tutte le sue cose al posto giusto (non si trucca per niente e si veste molto sobriamente). Non dà confidenza con nessuno e parla poco con tutti, i colleghi l’hanno già bollata come una “figa passa”, terribile dispregiativo con cui noi maschi indichiamo una donna che non si bagna mai o lo fa a fatica e come tale manca di passionalità, non ha carica erotica, istinti animali: in una parola non fa sesso. A tutti ha fatto questo effetto tranne che a me, io uso un metodo di valutazione diverso dalla massa e mi vanto di leggere oltre alle apparenze e forse Milena ha solo qualche problema di comunicabilità. Sta arrivando l’estate, ho deciso di lavorare ad agosto e prendermi le ferie in un altro periodo dell’anno, è sempre stato il mio sogno passare l’estate in una città deserta, la cosa mi intriga, anche lei lavorerà qui, forse ci conosceremo meglio. È bastato comportarsi in maniera gentile e corretta per conquistarsi la sua fiducia, forse era solo terrorizzata all’idea di lavorare con tanti uomini in gran parte arrapati da astinenza cronica, è vero che la maggior parte di noi uomini non capisce proprio niente di donne, certo la ragazza resta ancora un enigma ma almeno mi saluta e spiccica qualche parola: vive ancora con i genitori, famiglia agiata con bella casa in centro, che l’ha mantenuta senza problemi agli studi, ora è in casa sola perché i genitori sono nella casa al mare e la sorella maggiore è sposata. Ragazzo? No neanche uno finora. Come mai? Boh, chi lo sa, forse la timidezza forse qualcos’altro. Intanto stasera si va in pizzeria. La birra media non è bastata ed ora stiamo sorseggiandone una piccola in attesa che ci portino il conto. Milena si è molto sciolta, intanto è venuta all’appuntamento con un vestito, per la prima volta da quando la conosco (di solito solo pantaloni); sì, uno di quei vestitoni stile hippie, leggeri, senza bottoni ma con degli spacchi laterali che oserei definire audaci visto il soggetto in questione. Certo stasera si vedono in giro ragazzine con minigonne, miniabiti, magliettine aderenti da sballo, ma in questo momento la mia immaginazione è tutta per lei. Si è parlato di tutto tranne che di lavoro: musica, vacanze, cazzate fatte con gli amici, la ragazza è competente e ormai parla a briglia sciolta, si dispiace di non aver goduto in pieno gli anni passati, di essersi negata parecchie cose chissà perché poi, ma è anche disposta a recuperare in parte il tempo perduto, ad esempio domani che non si lavora ci si potrebbe vedere, magari per andare a fare un giro in quel posto in campagna dove tu ed i tuoi amici vi rifugiavate a bere e parlare di donne e se poi ci fosse anche uno spinello da provare meglio ancora. Promesso! (Mica posso sputtanarmi subito così!) la riaccompagno a casa e poi in giro con l’auto per una Milano calda e semideserta, una volta devo aver sentito dire che in piazza Castello si trova di tutto, sarà vero? E come si farà? Certo al militare qualche volta ho provato, ma pensavano a tutto gli altri. Cammino con questi pensieri e vengo avvicinato da un ragazzo che mi offre proprio quello che sto cercando “Li vuoi già fatti e te li fai da te?” “Già fatti ci mancherebbe” “Quanti?” “Cinque possono bastare” “O.K. fanno cento” Cento? Mi starà fregando? Siamo in ballo, balliamo. Sono le sei di un sabato d’agosto e sto pedalando con la mia bicicletta verso un prato in aperta campagna a pochi chilometri da casa mia, sulla canna porto una lei meno loquace di ieri sera ma sempre decisa a rispettare il nostro programma, sono andato a prenderla in macchina alla fermata del métro e poi l’ho convinta a proseguire da casa mia in bicicletta. L’ultimo pezzo di strada è sterrato e sobbalziamo entrambi, lei è vestita con dei leggerissimi pantaloni lunghi a disegni fantasia, una spiritosa t-shirt e ai piedi le solite Superga, io differisco da lei solo per i jeans, corti ed un po’ strappati. I suoi capelli lisci sono a pochi centimetri dal mio viso e ne sento il profumo, con le braccia le sfioro i fianchi e questo mi basta a tenere alto il livello di eccitazione. Il posto è davvero bello, prato incolto, alberi intorno, ci sediamo in un angolo appartato. C’è un po’ di tensione, io apro il marsupio con tutto il nostro occorrente: un paio di Ceres a testa, ne apro subito due e cominciamo a bere, intanto accendo uno spinello e lo passo ad Milena, faccio lo stesso per me, fumo, tossisco, si vede che non sono tanto esperto, ma anche lei ha i suoi problemi, per ora facciamo del gran ridere. Finito lo spinello e la birra vengo assalito da un intenso torpore e prendo una grande decisione: mi devo spogliare, sento che lo devo fare, via la maglietta, mi sfilo i pantaloncini insieme agli slip e con le mani tolgo le scarpe senza neanche slacciarle. Completamente nudo e seduto su un prato ammiro il mio fisico, non c’è che dire, sono proprio ben fatto, gambe muscolose, torace scolpito e glabro e poi lo sguardo mi cade lì sul mio sesso, non ancora in erezione ma non più a riposo, barzotto come diciamo noi, con la pelle che si sta pian piano ritraendo lasciando scoprire una sommità rosa e turgida, tipico di quando inizio ad avere i pruriti. Lei è imbarazzata ma neanche tanto, guarda altrove ma è tranquilla, sa che non le succederà niente che non sia lei stessa a volere. Decido di non badare a lei, mi distendo e chiudo gli occhi, la testa mi gira un po’ .Quanto tempo sarà passato? Un ora, due? Più probabilmente un decina di minuti o giù di lì, deve essere stata questa leggera brezza a svegliarmi e subito mi rendo conto che qualcosa è successo, lo sento prima ancora di vederlo, ce l’ho duro, infatti così è, una stupenda asta si inalbera sopra il mio ventre, un cazzo in completa erezione, con tutta la pelle tesa, le vene in evidenza, la cappella ora è di un rosso vivo, sono quasi orgoglioso di lui, ma subito mi prende il panico, non sarà un po’ troppo per Milena? Ma intanto ho come la sensazione che le sorprese non siano finite e ne ho la conferma allargando il mio campo visivo, anche lei è completamente nuda, sdraiata appoggiata sui gomiti, i vestiti sono piegati ordinatamente di lato e così scopro che porta mutande bianche alte in vita ed un normalissimo reggiseno anch’esso bianco, certo niente di sexy, come è nel suo stile, intanto ha gli occhi socchiusi e ciò mi permette di squadrarla per bene, le spalle alte residuo di tanto nuoto, i seni medi e abbastanza sodi, coi capezzoli larghi e piatti, peccato, li preferisco piccoli e sporgenti, un po’ di pancetta, le gambe un po’ sovrappeso, soprattutto le cosce dove compaiono le prime tracce della cellulite (ah, la vita sedentaria dello studente secchione), è di carnagione molto pallida e ciò accentua la presenza di qualche peletto sulle gambe. La vista del triangolo di peli mi è impedita dalla posizione che tiene e così indugio sulle gambe, la metà alta del corpo non è niente male, quella bassa è un po’ troppo in carne, da qualche parte devo aver letto che le donne con questa asimmetria sono quelle che cercano di nascondere la propria sessualità, hanno paura che prenda il sopravvento sulla ragione che le guida. Sono eccitatissimo, trovo che anche nell’imperfezione si nasconda la bellezza o forse è una scusa che mi è sempre servita come alibi per il fatto che su 100 donne 95 le trovo sessualmente interessanti ed eroticamente stimolanti. Il movimento che faccio per tornare seduto l’ha destata ed ora siamo entrambi seduti all’indiana, io con le mani appoggiate dietro il corpo, teso in avanti per permettere alla mia verga di svettare verso Milena, lei ancora un po’ titubante con le mani che le nascondono il sesso, io non ho nessuna vergogna, tutte le mie turbe esibizioniste sono all’opera per accrescere ulteriormente la mia eccitazione, adesso spalanco le gambe così che il mio uccello punti diritto verso di lei in una inequivocabile dichiarazione di guerra. In questa posizione beviamo la seconda birra e fumiamo il secondo spinello, ma non mi sento tanto fuori, l’eccitazione è tale da coprire lo stordimento, sono lucidissimo e motivato. La ragazza ride e tra la bottiglia e la sigaretta si scompone un po’, quel tanto che basta per farmi vedere il suo tesoro nascosto, a tratti, una peluria nera e folta mi appare ed in mezzo ad essa l’occhio vigile vede anche due labbra di carne, rosee, ma allora si è eccitata anche lei, gli si è gonfiata, l’umido iniziale è diventato un vero e proprio bagnato, i peli infatti sono tutti appiccicati e qui non fa poi tanto caldo per giustificare tanto sudore, anzi fa quasi freschino! Ora è tornata a sdraiarsi in attesa che io accenda l’ultimo spinello da dividerci e così ne approfitto, mi sdraio proprio davanti alle sue gambe aperte, minchiaaa è aperta anche la figa, proprio così, la grandi labbra sono aperte ed in mezzo ristagna una bella dose di quel liquido denso che fa la gioia di tutti noi maschietti (la mia di sicuro), ce n’è così tanto che un rigagnolo è già sceso fino al buchetto del culo e, per sfregamento, entrambe le cosce riportano, al loro interno, una vasta zona lucida e bagnata. Per l’ultima fumata siamo seduti di fianco ed è d’obbligo sfiorarsi e toccarsi nel passarsi la sigaretta, credo che se me lo prende in mano vengo all’istante, lei ride di gusto e dice che una cosa del genere non se la sarebbe mai sognata, parla, ride, si muove a suo agio tutta nuda ma sento che manca ancora qualcosa, la scintilla, ecco la scintilla, come faceva quella canzone dei Doors? Com’n baby start my fire, non riesco a togliermela dalla mente, di scatto mi alzo in piedi e comincio a ballare cantando solo quella strofa. Beh, più che ballare mi dimeno in una oscena danza, compio movenze feline, salto, mi contorco, faccio sbatacchiare il mio uccello di qua e di là, coraggio baby accendi il mio fuoco, Milena resta per un po’ rapita dalla mia danza animalesca, poi si alza, mi viene incontro e mi segue nei gesti. La osservo, i seni sobbalzano, il culone va su e giù, vibra, sembriamo due ossessi nudi che dimenano furiosamente i loro corpi assatanati a poca distanza. Distanza che si riduce sempre più fino ad esaurirsi, prima con qualche tocco parziale, una mano, un braccio che toccano il corpo altrui, il mio uccello che si strofina contro di lei, poi siamo praticamente a contatto ma continuiamo a muoverci, sento che sono allo spasimo, ormai da qualche minuto sono prossimo a venire, sento che lo sperma è giunto ormai in cima all’asta ma mi trattengo e continuo, siamo entrambi sudati e stanchi, barcolliamo, cadiamo, lei sopra di me, a questo punto mi è impossibile resistere, ho delle violente contrazioni e vengo, sborro sulla pancia di lei che mi sta sopra, lei se ne accorge, cerca di non perdere la mia erezione, si assesta velocemente per avere tra le gambe il mio uccello ancora duro, e poi vi sfrega contro la sua fighetta, deve essere anche lei eccitatissima perché basta poco, si muove su e giù due o tre volte mentre io continuo ad eiaculare, poi con la mano fa qualcosa, si allarga le labbra e preme il mio membro proprio contro la sua clitoride, altri due o tre colpi e la sento accasciarsi sopra di me. È il momento della dolcezza ed io accarezzo teneramente tutto il corpo di Milena, splendida femmina. Durante gli ultimi attimi, anche se non ha parlato, non ha gemuto in maniera rumorosa, so che ha goduto in modo straordinario. È già un pezzo che non respiriamo più affannosamente, quando mi rendo conto che nella foga generale il mio seme abbondante ci ha sporcati entrambi dappertutto, abbiamo la pancia piena di chiazze seccate, i peli pubici raggrumati insieme dalla stessa sostanza e non abbiamo preso nessuna precauzione, ma sono contento, un orgasmo così e senza neanche una penetrazione credo di non averlo mai provato.

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