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Racconti Erotici

Le perle nere 3’ episodio – Vecchi racconti di ErosItalia

By 5 Giugno 2022No Comments

L’indomani mattina Giacomo si svegliò al dolce tocco di Fatma “La colazione mio signore” gli sussurrò lei avvolta in una splendida vestaglia, si rialzò e gli porse un vassoio colmo di vivande. Mangiarono sul letto, poi lei si alzò “Devo prepararmi ed anche tu devi fare lo stesso, il lavoro ci attende”. Quando furono pronti, lei gli si avvicinò baciandolo e gli porse un tintinnante mazzo di chiavi “La tua nuova casa mio signore, l’indirizzo è sulla targhetta”. “Questa sera ci vedremo lì e non in uno squallido Hotel”, Giacomo era incredulo e rimase immobile, ma lei si staccò rapida dirigendosi alla porta “Mi dai un passaggio sino in ufficio?” disse e lui si scosse uscendo con lei. Si stava dirigendo verso il posteggio, dove aveva lasciato la macchina, quando lei intervenne nuovamente con un sorriso. “La tua macchina non è lì Giacomo” disse e lo prese per un braccio, accompagnandolo, giunta vicina ad una fiammante e lussuosa BMW gli porse le chiavi. Giacomo si mise alla guida e giunsero a destinazione. “Lasciami le chiavi di casa tua e provvederò a far trasferire la tua roba” gli disse. Lui costernato gliele porse “Se ti va, vienimi a trovare in ufficio, quando vuoi, qualunque cosa tu voglia” disse maliziosamente e lo baciò rapida e vorace, poi si alzò e scese lasciandolo stupefatto al volante della BMW. La mattinata di Giacomo fu difficile dal momento che non riusciva a concentrarsi, che nella sua mente continuavano a scorrere le immagini del stupendo corpo di Fatma, ed il suo corpo fremeva nel ricordo delle sue mani, della sua bocca del suo sesso. In tarda mattinata non riuscì più a resistere e decise di metterla alla prova, si alzò e prese a caso dei documenti ed uscì dirigendosi da lei. Quando arrivò la segretaria si alzò di scatto, avvisò Fatma e poi lo fece entrare richiudendo la porta. “Ciao Giacomo” gli sorrise. Lui sentì mancare tutta la sua sicurezza e disse, “Scusami, mi avevi detto in qualunque momento, ma se ti disturbo, posso tornare dopo”. Lei gli si avvicinò e gli pose le dita sulle labbra tacitandolo. “Sei il mio signore, sono felice che tu sia venuto, lascia che te lo dimostri” lo prese e lo condusse al divano, lo fece sedere e prese ad armeggiare rapida con i pantaloni, mentre il pene di Giacomo s’inturgidiva. Quando fu libero da costrizioni svettò dai pantaloni, era ormai completamente eccitato, lei lo accarezzò mentre lo baciava, poi rapida si chinò ed il cazzo scomparve nella sua bocca, accolto dalle morbide labbra e dal frenetico frullare della tumida lingua. Giacomo gemette di piacere, lei continuò a pomparlo con decisione crescente, affondandoselo sempre più profondamente in gola, sino a che non scomparve tutto in lei e le sue morbide labbra lambirono i duri coglioni mentre la mano li accarezzava. Poi lentamente lo lasciò scendendo a succhiargli e leccargli lo scorto mentre la mano lo masturbava lentamente, risalì e prese a lambire teneramente il glande con la lingua. “Allora, cosa ti è piaciuto di più ieri sera, la mia fichetta o il mio culetto?” disse fissandolo per poi riprendere a leccargli il glande mentre attendeva una risposta. Lui non rispose “Dimmelo…” disse lei e prese a mordicchiargli teneramente il glande con i piccoli ma aguzzi dentini. Giacomo cedette e si lasciò sfuggire “Il culo… il tuo culo è fantastico” lei gli sorrise e tornò ad affondarsi profondamente il cazzo in gola, poi scivolò lungo il suo corpo risalendo a baciarlo.
“Padrone mio sei un delizioso porco” gli sussurrò “Il mio tenero culetto è ancora dolorante dopo ieri sera, sarà meglio concedergli una breve tregua” disse lei continuando a masturbarlo ed a sorridergli. “Ma ogni desiderio del mio padrone è un ordine, quindi troveremo una soluzione” disse “Anzi, la soluzione forse sarà ancora più piacevole” terminò sfoderando il suo malizioso ed irresistibile sorriso. Lasciandolo sorpreso, Fatma si alzò e si avvicinò alla scrivania, accendendo l’interfono e disse qualche cosa alla segretaria che Giacomo ovviamente non comprese. Poi tornò da lui riprendendo a masturbarlo. Quando la porta si aprì Giacomo s’irrigidì ma lei lo baciò tranquillizzandolo. La giovane segretaria entrò richiudendo la porta, andando vicino a loro e fermandosi davanti a loro in atteggiamento umile e sottomesso “Ti piace Giacomo?” gli domandò Fatma masturbandolo con maggior decisione. Giacomo la guardò, era minuta ma ben fatta, non una bellezza come Fatma, ma sicuramente carina. Annuì incapace di rispondere “Allora, lei mi sostituirà per questa volta, vedrai, ha un culetto fantastico, sarà delizioso sfondarglielo” disse Fatma con voce roca, percependo la fitta d’eccitazione che Giacomo provò a sentire le sue parole. La donna si staccò da Giacomo, prese la giovane segretaria e la condusse vicino alla scrivania, la fece appoggiare, poi le sollevò la gonna, “Guardala Giacomo, non è eccitante” disse sorridendogli mentre accarezzava il bel culetto. Lentamente le sfilò le mutandine prendendo poi a giocare con le giovani natiche della ragazza. Le lunghe dita s’infilavano tra le sode carni, si spingevano ad accarezzare la vagina coperta da una sottile peluria scura, poi s’inginocchiò e tenendo divaricate le chiappe prese a leccarla stando attenta che Giacomo potesse vederla bene. Si staccò per un attimo e tornò con in mano il tubetto di crema lubrificante che Giacomo conosceva bene.
“Vieni qui” disse e quando lui le fu vicino imboccò il cazzo prendendo a succhiarlo mentre le abili dita prendevano a lubrificare la giovane, dapprima nel solco e sul tenero sfintere, poi le sue dita presero a penetrare nell’ano della giovane che gemette sommessamente. Prima un dito, coperto di crema affondò nelle carni sotto gli occhi eccitati di Giacomo, poi due ed infine tre lunghe ed affusolate dita penetrarono l’ano della giovane lavorandolo e preparandolo per l’eccitato Giacomo. Lo sguardo di Giacomo vagava estasiato dal viso di Fatma, intenta a spompinarlo, alle giovani e marmoree chiappe della segretaria, lui sentiva l’eccitazione crescere. Fatma si affondò un’ultima volta il cazzo in gola vellicandolo tutto con la tumida lingua, poi lo sfilò perfettamente insalivato.
“Ora mio signore sfondala mentre io ti guido” gli disse, la sua dolce mano lo portò ad appuntare il glande paonazzo allo sfintere della ragazza. Giacomo lo vide contrarsi mentre la giovane gemeva, Fatma le parlò e lui la vide rilassarsi, spinse lentamente ma con decisione gustandosi la vista delle giovani carni che si dilatavano offertagli da Fatma che teneva oscenamente dilatate le chiappe della segretaria. Lei prese ad incitarlo mentre la giovane gemeva sommessamente ed il cazzo affondava sempre più nello stretto budello eccitandolo all’inverosimile. Fatma prese a leccare l’asta che poco a poco affondava nella giovane e quando fu quasi completamente scomparsa prese a succhiargli i coglioni, smettendo solo per incitarlo. Giacomo prese la giovane per i fianchi inculandola con foga crescente, gemendo quando Fatma gli succhiava i coglioni. Il cazzo scorreva veloce e le chiappe della segretaria risuonavano oscenamente percosse dal pube di lui. Giacomo di tanto in tanto si soffermava completamente affondato nella giovane a gustare il ferreo abbraccio dei sodi muscoli della ragazza intorno al suo cazzo, il piacevole contatto con la serica pelle della giovane, l’abile bocca di Fatma che gli succhiava i coglioni. Poi riprendeva a stantuffare più eccitato di prima avvicinandosi sempre più all’orgasmo. Fatma se n’accorse e prese ad incitarlo “Sì mio signore, godi, godi, incula questa piccola puttana, sfondala tutta” e lui, per risposta alle sue parole, accentuò il ritmo dei colpi. “Ma signore, ti prego, non venirle dentro, vieni nella mia bocca, riempimela del tuo sperma come hai fatto ieri sera, voglio berti tutto” mugolò. Giacomo non resistette più. Con pochi colpi raggiunse l’orgasmo, sfilando il cazzo che fu subito accolto nella splendida bocca di Fatma dove lui gemendo scaricò il suo carico. Lo sperma schizzò violento dal glande eccitato colpendo ripetutamente il palato e la lingua di Fatma che subito prese ad ingoiare gemendo sommessamente. I getti si susseguirono ai getti per un tempo che a Giacomo stravolto dal piacere parve interminabile. Infine il suo sesso smise di contrarsi, mentre Fatma ingoiava l’ultima boccata e prendeva amorevolmente a succhiare e leccare il cazzo che andava ammosciandosi. Lei si rialzò leccandosi perversamente le braccia, riabbassò la gonna della segretaria che ancora stava distesa sulla scrivania e le disse qualche cosa, e la giovane si mosse uscendo dalla stanza. “Mio signore, hai gradito questo nuovo gioco che la tua schiava ti ha offerto?” e Giacomo annuì baciandola leggermente sulle labbra. “Torna al tuo posto allora, o chissà cosa penseranno i tuoi colleghi” gli sussurrò e Giacomo prese a ricomporsi “Sei fantastica Fatma” disse prima di uscire. Lei gli sorrise dolcemente mentre lui apriva la porta uscendo dalla stanza senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso. La sera Giacomo andò all’indirizzo indicatogli da Fatma, era un palazzo lussuoso, aprì il portone, prese l’ascensore e salì al 10 piano, le porte si aprirono e lui si ritrovò di fronte all’unica porta, introdusse la chiave ed aprì. L’appartamento era immenso ed arredato con straordinario lusso. Da pochi istanti stava ammirando lo straordinario ingresso, quando da una porta apparve una cameriera. “Ben arrivato signor Giacomo, la signora la attende in salotto” disse la giovane brunetta che con un meraviglioso sorriso gli prese la borsa “Mi segua, le mostro la strada”. Lui la seguì, percorsero un breve corridoio ed entrarono in un ampio salone che dava su di un immenso terrazzo panoramico sul quale, appoggiata alla ringhiera stava Fatma. La cameriera lo lasciò solo e lui raggiunse Fatma, lei sentì i suoi passi e si voltò andandogli incontro e salutandolo con un bacio “Ben venuto nella tua nuova casa, vieni te la mostro” disse prendendogli il braccio. L’attico era veramente immenso e lussuosissimo, numerosissime camere, bagni, una preziosa biblioteca e un’enorme sala da pranzo. Giacomo guardava estasiato ciò che lei gli mostrava, poi lei lo ricondusse nel salotto, dove la servitù aveva preparato due Martini ghiacciati. Si sedettero a bere sul divano “Ti piace?” domandò lei e lui annuì “Come potrebbe non piacermi, abituato come sono al mio appartamento di 50 mq, perennemente in disordine ed arredato come un qualunque campeggio” ridacchiò. “Sono contenta, tutto questo è solo per il tuo piacere, se non ti fosse piaciuto sarebbe stato inutile” rispose lei con un sorriso “Ti va di cenare?” domandò e lui si alzò e strettala tra le braccia la accompagnò alla sala da pranzo. Cenarono serviti da alcune cameriere e da un’impeccabile maggiordomo, poi tornarono in salotto a sorseggiare un delicato Cognac in preziosissimi bicchieri di cristallo.
“Quanto durerà questo sogno?” le domandò lui dopo un lungo silenzio “Sogno??? Questo non è un sogno, è la pura realtà, fortunato mortale, finché tu lo vorrai tutto questo sarà tuo. Puoi fare ciò che vuoi di tutto quello che vedi in quest’appartamento” rispose lei sporgendosi e baciandolo teneramente su di una guancia. Lui la guardò ancora frastornato “Credo di essere un poco confuso, mi ritirerò a pensare un poco facendomi una bella doccia, e dopo avrò bisogno di qualche cosa di famigliare che mi aiuti a rilassarmi un poco. Che ne diresti di venirmi a trovare in quell’immenso letto che mi hai mostrato, diciamo tra un’oretta????” le disse. Lei modestamente chinò la testa con un sorriso casto ma intrigante “Il tuo volere è il mio volere mio signore” rispose. Giacomo la baciò e poi andò nella sua stanza.
Fatta la doccia si stese sul letto avvolto nell’accappatoio e si mise a leggere un libro, sino a che la porta non si aprì e comparve Fatma avvolta in una lussuosa vestaglia. Si avvicinò al letto e in piedi davanti a lui si tolse voluttuosamente la vestaglia, mostrandogli il suo perfetto corpo. Lui la attirò a se ed immerse il volto tra le sue cosce, premendo le labbra sulla sottile peluria del pube, aspirandone la fragranza mentre le sue mani accarezzavano le splendide natiche. Poco dopo la leccava freneticamente gustandone il calore, apprezzando il gusto delicato degli umori che iniziavano a sprigionarsi dalla sua vulva. Lei gli accarezzava i capelli mentre apriva leggermente le cosce per facilitargli il compito. Lui continuò sino a che lei non fremette mentre la sua lingua tormentava il clitoride eccitato. Giacomo si rilassò stendendosi e lei lo aiutò a togliersi l’accappatoio, chinandosi poi sul suo sesso per succhiarglielo e leccarglielo abilmente. Quando fu ben insalivato iniziò a pomparlo vigorosamente affondandosi profondamente il glande in gola sino ad ingoiarlo completamente. Eccitatissimo Giacomo la rovesciò sul letto e la penetrò, scopandola con foga, baciandole i seni prosperosi, tormentandole i duri capezzoli, mentre le sue mani vagavano indecise su ogni parte del suo splendido corpo. Lei, con inaspettata forza, lo rovesciò sulla schiena cavalcandolo e dando all’amplesso un ritmo frenetico. Lui la ammirava nella selvaggia bellezza di quella frenetica eccitazione. Incapace di controllarsi Giacomo si contrasse e gemette, scaricando il copioso frutto del suo piacere nel suo ventre. Lei fremette in un nuovo orgasmo sentendo le deliziose frustate che i copiosi getti di sperma le diedero all’utero. Si accasciò su di lui a sua volta gemente sotto le fitte di un orgasmo travolgente. Rimasero così alcuni minuti incapaci di riprendere fiato, poi lei lentamente si staccò da lui e si stese al suo fianco appoggiandogli la testa sul petto ed abbandonandosi tra le sue braccia. Dopo un lungo silenzio Fatma iniziò a parlare “Oggi ti ho osservato mentre inculavi la mia segretaria, eri incredibilmente scatenato, spiegami, che cosa ti ha acceso così?” domandò volgendosi verso di lui. Giacomo a quella domanda s’irrigidì imbarazzato e lei se n’accorse “Non devi fare così, io sono la tua schiava d’amore, con me puoi fare tutto, dire tutto, tra noi non devono esserci barriere. Io vivo per il tuo piacere, sono felice del tuo piacere e voglio donarti quanto più piacere mi è possibile. Per farlo debbo però conoscere il tuo animo, le tue passioni i tuoi desideri” disse dolcemente alternando baci al petto di Giacomo mentre le mani lo accarezzavano dolcemente, la tensione piano piano si allentò “Cosa vuoi sapere?” domandò lui rassegnato “Voglio sapere se ti eccitava l’idea di sodomizzare una giovane sottomessa o cos’altro” disse lei continuando a fissarlo, lui scosse la testa continuando a pensare “No” disse infine “Non era quello, era l’idea di farlo con due donne, è una cosa che ho sempre fantasticato ma che prima di oggi avevo fatto solo nella casa di tuo padre. Poi il fatto che fossi tu a guidarmi, fare una cosa tanto perversa come sfondare quel culetto davanti ai tuoi occhi. È difficile spiegare, non credo tu possa capire” disse facendo un gesto vuoto con la mano “No mio signore, non ti preoccupare, capisco perfettamente”. Si ridistese sul suo petto, mentre la mano si portava a sfiorare leggermente il cazzo flaccido. Lui reagì con incredibile prontezza, “Vedrai mio signore che la tua schiava saprà fornirti sempre nuovi giochi, eccitanti quanto quello di oggi se non di più”. Fece una pausa, poi domandò a Giacomo “Ho notato che nella vostra azienda vi sono parecchi dirigenti donna. Alcune le ritengo decisamente carine, tu cosa ne pensi?” “Sono d’accordo” rispose lui “Chi è la tua preferita?” lo incalzò lei voltandosi a guardarlo, mentre la sua mano iniziava a masturbarlo “Ma non saprei, ce ne sono almeno 3 o 4 che trovo eccitanti, Ruggeri, Palmisano, Sinconi e Gordero, sì le considero belle donne” rispose lui rilassandosi “Descrivimele, dimmi cosa ti piace di loro” continuò Fatma aumentando il ritmo della mano “Giacomo gemette sommessamente, poi riprese “La Ruggeri è una deliziosa bambolina, piccola ma ben fatta, non saprei dirti nulla di particolare, è l’insieme ad attirarmi. La Palmisano non è bellissima, ma quello sguardo, quella bocca sensuale, sembrano fatte apposta per eccitarmi. La Sinconi invece ha le più belle tette e gambe che avessi mai visto prima di vedere le tue” disse lui e lei si chinò a baciarli il glande eccitato “Grazie per il complimento, ma continua” disse poi e Giacomo riprese il filo del discorso “Dove ero rimasto, ah si, resta la Gordero, “Miss Chiappe-che-parlano” la chiamano in ufficio. Lascio a te capire quale sia il suo punto di forza” lei annuì “Quindi avresti voglia di vedere la Palmisano chinata su di te intenta a farti un gustoso pompino, a succhiarti sino a sentire il tuo sperma schizzarle in gola per poterlo bere sino all’ultima goccia?” disse Fatma accelerando il ritmo della mano che divenne frenetico “Oppure scoparti furiosamente la Sinconi fissando estasiato le sue tette che sobbalzano elastiche nell’aria mentre le sue perfette cosce ti stringono la vita attirandoti ad affondare sempre più profondamente in lei. O violentare la piccola ed indifesa bambolina, la Ruggeri” Giacomo gemette sotto la spinta irresistibile della sua mano vellutata ma ferrea “Sì sì” “per non parlare del culo della Gordero, potresti affondare il tuo grosso cazzo in quello stretto forellino, sbattere violentemente il tuo pube contro quelle meravigliose chiappe, mentre io ti succhio i coglioni, pronta a bere ogni goccia del tuo sperma non appena il tuo cazzo fremente uscirà dal suo perfetto culetto” “Sarebbe fantastico…” gemette Giacomo e lei improvvisamente si chinò affondandosi il glande il bocca mentre il primo copioso getto di sperma gliela allagava subito ingoiato per lasciar spazio ai successivi sempre più ravvicinati e frenetici. Fatma continuò a lavorare il suo cazzo, succhiando ed ingoiando sino a che lui non si rilassò iniziando ad ammosciarsi. Lei si rialzò e si spinse a baciarlo “Dammi solo un poco di tempo e tutto questo si avvererà mio signore”. Lo lasciò solo mentre Giacomo esausto si abbandonava ad un sonno ristoratore.

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