Skip to main content

Lo sguardo (da troia)

By 4 Marzo 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Forse Lombroso aveva ragione: la faccia dice tanto di una persona. C’è chi ha la faccia da criminale, chi quella da scemo, chi quella da brava ragazza. E, rispettivamente, è un criminale, uno scemo, una brava ragazza. A me è capitata una faccia da troia. Ero troia quando la mia Barbie doveva rubare il Ken alle altre atteggiandosi da zoccola e vestendo poco: esattamente quello che faccio una decina di anni più tardi, giocando ogni giorno sul filo del rasoio per accontentare un ego smisurato che si placa temporaneamente solo appagando i miei appetiti. Ho la faccia da troia, non me ne vanto e non me ne dispiaccio, ne prendo atto. Qualsiasi strada avessi scelto per la mia vita, l’avrei avuta, e l’avrò per sempre. E gli uomini questo lo colgono subito. Ero troia da bambina e lo son stata da ragazzina, quando a tredici anni mi agghindavo e truccavo per provare a fumare davanti allo specchio nel modo più sexy possibile. Finivo due-tre sigarette, e poi mi toccavo furiosamente. Poi replicavo in compagnia, con i risultati che io volevo: avevo tutti gli occhi maschili addosso, da quelli del coetaneo a quelli del giornalaio, dell’impiegato che torna dal lavoro, del dirigente amico di mio papà. Quelle sigarette fumate in camera vestita come per uscire erano state un grande allenamento. Una dietro l’altra, inspirando con due tiri e soffiando poi qualche volta nervosamente qualche volta lentamente il fumo verso l’alto. Sarà per il mio modo da atteggiarmi, per le mie gonne corte e i miei tacchi, per il mio accavallare in continuazione le gambe, altro risultato frutto di tanti esercizi esattamente come per ancheggiare. Sì, lo sono sempre stata, troia. Quando l’ho preso per la prima volta in bocca, di mia iniziativa, fissandolo negli occhi come nei video, ad esempio, sorprendendolo. Quando ho messo la mano sul pacco di un mio compagno di classe mentre era interrogato dal posto solo per vedere come avrebbe perso la concentrazione. Quando ho istigato due ragazzi finchè non mi hanno scopata assieme in un pomeriggio-studio di primavera. Quando vado in discoteca e voglio competere, anzi, devo competere, e devo vincere. Quando, da poco, ho iniziato sempre più spesso a dimenticarmi volontariamente di portare le mutandine, cercando di farlo notare. Gli uomini a cui lo faccio notare guardano lì, e poi alzano gli occhi, vedendo la mia faccia da troia. Che si trucca in pubblico, che si specchia nelle vetrine dei negozi, che si umetta le labbra con la lingua mentre parla, e che quando lecca il gelato lo fa con la perizia di un pompino. Sono fatta così. Ho belle gambe che esibisco con abiti esageratamente corte, un bel sorriso, un fisico che piace a tutti. Ma è della mia faccia e del mio atteggiamento da troia che non riuscirei mai a fare a meno e di cui tutti gli uomini perdono la testa. Mi immaginano nell’attimo in cui gli schizzi del loro seme mi colpiscono in viso e io li fisso con sguardo sognante. Chi ha avuto la fortuna di provare sa di che sguardo parlo. Dello sguardo da troia che mi accompagnerà per sempre.

Deb

Leave a Reply