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Racconti Erotici

L’ONOREVOLE IPOCRITICA

By 11 Maggio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

La cena si era tenuta in una grande palestra appena fuori città. Sul campo di pallavolo erano stati apparecchiati tavoli con posate d’argento e file di bicchieri di cristallo prezioso. I camerieri erano più di 20 e le personalità illustri. Era una cena di finanziamento alla quale avrebbero partecipato assessori e vicesindaco,alti prelati e un onorevole. Serviva per finanziare il partito e ogni posto costava 1.200,00 euro. L’onorevole arrivò puntuale con la moglie alle 20,30. Sedette a fianco del Vescovo e del vicesindaco. La cena fu buona e le chiacchiere la tennero viva. Dopo il brindisi con champagne e mentre i camerieri servivano le fragole fresche con la panna montata,l’onorevole fu chiamato a parlare sul palco. Lunghi applausi lo scortarono dal suo tavolo al palco. Parlò a braccio per una mezzora. Prima accennò alla situazione politica nazionale,quindi al medio oriente ed infine affrontò il tema della crisi economica. La crisi che spaventava e mortificava il Paese. Ma c’era anche un’altra crisi ‘ disse l’onorevole facendosi ancora più serio e concentrato ‘ ‘ ‘la crisi di valori che attanaglia la nostra società ‘ e qui fece una pausa attirando l’attenzione del pubblico alle prese col caff&egrave e l’amaro ‘ &egrave possibile vedere ancora le nostre strade assediate dall’immondizia? E non mi riferisco a quella canonica di ciò che non ci serve più e gettiamo via,ma quella umana fatta di degrado,squallore,prostituzione,spaccio,violenza. Le nostre strade assediate da figure oscure,maligne che tentano i nostri figli e i nostri amici con droghe sempre più forti,che li lusingano con speranze di un mondo più facile e migliore dietro l’angolo,dentro una pastiglia,dentro una bustina,dentro un tiro di fumo. Noi siamo contro questo degrado. Non vogliamo che le nostre strade rimangano assediato da queste figure oscure,dalla prostituzione che porta migliaia di povere fanciulle dall’est europa,dall’asia,dall’africa a mercificare il loro corpo in vicoli stretti e sporchi o esporsi discinte e ambigue sui viali delle nostre città in faccia ai nostri bambini. Noi siamo contro questo degrado. Noi lottiamo per ripulirle le nostre strade,i nostri vicoli,i nostri vialI,le nostre città. Noi siamo contro questa umanità che nella sua devianza vuole imporci una ‘normalità’ che non &egrave tale. Noi abbiamo dei valori e non vogliamo che ce ne siano imposti altri,tantomeno se tutto si tratta ma non di valori. Di barbarie si stratta,di sconfitta,di scorciatoie verso il vuoto,verso la perdizione,verso una società frivola,gaia,meschina,povera. Noi siamo per le nostre tradizioni fatte di valori solidi come il ferro. Di famiglie fondate sull’amore fra un padre e una madre. Non ho difficoltà a ripeterlo: un padre e una madre. Dio, un padre,una madre &egrave ciò che ci serve. &egrave ciò che vogliamo. &egrave ciò che ci basta. Non cerchiamo scorciatoie noi,non vogliamo facili paradisi artificiali, non vogliamo sesso per sesso,ma amore per amore. Ecco ciò che vogliamo. Amore per amore.’ Gli applausi furono fortissimi e convinti. Quando scese dal palco l’onorevole strinse mani e tutti si complimentarono con lui. Tutti la pensavano come lui.

La serata finì tutto sommato presto. L’onorevole accompagnò a casa la moglie e si curò che i bambini dormissero nella cameretta di Pluto e Topolino. Si fece un caff&egrave e uscì con la sua Mercedes. Andò verso la periferia e lasciò l’auto in un parcheggio aperto tutta la notte. Fece pochi passi e arrivò ad una porta di un grande stabile.
‘Salve dottò,come andiamo stasera?fa caldo,&egrave?’
‘Buonasera, Vincenzo,come stai? Sì fa caldo,portiamo pazienza,l’estate finirà’ disse l’onorevole e allungò le 100 euro alla mano protesa del portiere che gli fece strada fino all’ascensore. Premette il secondo bottone e arrivò al piano. Nel corridoio nessuno. A rapide falcate arrivò al numero 28 e suonò. Gli aprì una ragazzina coi capelli lunghi e disse che Maria stava in camera da letto. L’onorevole dette 10 euro alla ragazzina e gli chiese se avesse fatto i compiti che fra poco sarebbe riniziata la scuola. Lei disse che i compiti li avrebbe fatti domani e si fece sparire la banconota fra il seno acerbo dentro la magliettina. L’onorevole andò in camera e trovò Maria distesa sul letto che lo attendeva con aria maliziosa.
‘Non sai che palle mi sono fatto stasera. E poi ‘ intanto prese a togliersi giacca,cravatta e camicia ‘ hanno voluto persino che facessi un discorso’devo smettere di andare a queste cene. Il risotto di mare era buono,ma la cernia,uno schifo,credimi’ma perché stai con il lenzuolo fino al collo?con sto caldo,toglitelo,no?’ e si levò scarpe,calzini e pantaloni,rimanendo in mutande a fissare Maria. Questi era una vecchia puttana di quasi 60 anni che l’onorevole conosceva da una vita. Maria La Linguona la chiamavano per via dei suoi bocchini fatti anche con la lingua che cacciava fuori per leccare le palle dei clienti. Maria tolse il lenzuolo e l’onorevole vide che sui seni flaccidi ed enormi della puttana ci stavano due lunghe strisce di coca,bianche e linvitanti. La coso lo eccitò,prese la sua cannuccia d’oro dalla tasca della giacca e con il cazzo già duro si avventò sulle strisce. Fece fuori prima l’una e poi l’altra. ‘Cazzo,Maria proprio buona sta coca, meglio dell’altra! E Sylia,Sylia dov’&egrave?’
‘Arriverà fra qualche minuto,rilassati,sei tutto sudato..’
‘No,sono tutto eccitato. Che ne dici se mentre aspettiamo ci facciamo una sveltina come ai bei tempi? Ti ricordi quando sono venuto in città dal paese? Senza una lira in tasca,una moglie già attaccata ai coglioni e poche idee’?’
‘Sì,mi ricordo eri più carino con tutti i capelli in testa..’
‘E tu avevi delle tette più sode di queste”
‘Sì,ma ti piacciono ancora?’
‘Certo e dopo due tiri così ancora di più. Mettimi il preservativo come sai fare tu e divertiamoci un po’!!’
Maria strappò la confezione dei durex e se ne mise uno in bocca. Poi indicò il cassetto e l’onorevole cacciò fuori 2 biglietti da 100 euro e ce li mise. Maria fece un cenno con la testa. ‘Vuoi anche quelli per Sylia,adesso? Ma quando arriva quella ragazza? &egrave sempre in ritardo”
Prese dal portafogli un pezzo da 500 e lo mise nel cassetto. Maria lo chiuse e si avventò sul cazzo dell’onorevole. Con la sua bocca fatata srotolò il preservativo sul pene eretto e prese a fare un pompino coi fiocchi. L’onorevole si arrapò come un ragazzino a sentire quella bocca così conosciuta ma così esperta e si trattenne per non venire. Allora chiese un altro colpo. Maria aprì il cassetto e l’onorevole aggiunse altri soldi. Maria lo strinse a sé e l’onorevole la penetrò. Iniziò a cavalcarla come ai vecchi tempi quand’era un giovanotto di belle speranze che muoveva i suoi primi passi come portaborse e gost writer della politica. Ne aveva fatta di strada pensava mentre cavalcava Maria,affondando i suoi colpi virili e sbattendo il petto sulle poppe enormi della puttana. ‘Quando viene Sylia?’ chiese mentre la scopava ancora. ‘Arriva, arriva,non preoccuparti”
Dato che la coca non lo faceva venire, l’onorevole ne fece un altro tiro e si distese sul letto a fianco di Maria. Si fumò una sigaretta e raccontò alla puttana dei guai con la moglie e di quel viceministro che gli stava facendo una guerra interna per cacciarlo dal partito. ‘Ma io quello lo distruggo,te lo giuro! Si crede chissà chi per aver leccato il culo giusto,ma io sono nel partito da 15 anni!! e lui da 6 mesi’puh! Lo schiaccio quel verme!’
Maria prese a masturbare l’onorevole mentre questi si infervorava sul modo in cui avrebbe messo i bastoni fra le ruote al giovane viceministro e quando il cazzo dell’uomo tornò duro si fece montare di nuovo. Proprio mentre scopavano ancora la porta si aprì e nell’ombra una figura profumata e luccicante si avvicinò al letto. ‘Sylia sei tu!? Finalmente! Ma quanto ci hai messo? Spicciati che voglio venire fra le cosce di questa troiona come ai vecchi tempi’.
‘Calmati,che ti fa male, rilassati che mi spiccio. Eccomi. Sono tutta tua!’ disse Sylia e si spogliò, i piccoli seni erano bagnati di profumo gentile. I capelli a caschetto di colore viola gli davano un’aria sbarazzina che però l’onorevole impegnato a chiavare Maria non coglieva. Sulle labbra un filo di rossetto. Si tolse il vestitino e le mutande e si avvicinò al letto. Ci salì. Toccò la schiena dell’onorevole facendolo vibrare di eccitazione. Lo graffiò con le unghie lunghe più volte. Scese con grazia e sensualità fino al culo. Infilò una mano nel solco e lo trovò bagnato di sudore. Con fare esperto raccolse il sudore sul dito medio e lo spalmò sull’ano dell’onorevole. La cosa lo eccitava perché il ritmo col quale scopava Maria aumentò. Il ditalino nel culo dell’onorevole fu più veloce e Sylia si prese il tempo per aprirlo e dare ritmo alla scopata. L’onorevole fatto di coca,eccitato,si sentì al settimo cielo. Chiavava Maria come quando aveva 30 anni e si sentiva potente e felice. ‘Sbrigati Sylia,sbrigati amore mio! Datti da fare pure tu,voglio riempire la figa di questa troia col mio seme,sbrigati!’ e Sylia si accomodò sul letto,fra le cosce il cazzo di 25 cm già si era indurito. Sentiva la voglia di essere posseduto che prudeva tutto l’animo dell’onorevole e si eccitò di brutto. Si mise il preservativo,un poco di gel sulla cappella e prese la mira. In due colpi fu dentro il colo dell’onorevole. Lo penetrò come faceva da mesi ormai. Quel culo di politico da televisione era più spanato di quello di una troia da viali. Si beccava quel pezzo di carne di 25 cm come nulla fosse,anzi Sylia sospettava che ne avrebbe retto anche uno più grosso o un braccio tanto era aperto. I colpi si intensificarono. L’onorevole scopava Maria ed era scopato da Sylia. Era un trenino di corpi,eccitazione,sudore e lussuria. Sylia era brava a scoparsi quei vecchi rottami si diceva e i soldi che ci guadagnava erano quanto serviva per mandare all’università le due sorelle in Brasile e pagare le cure della madre ammalata. A questo pensava mentre si fotteva il culo dell’onorevole che era scosso dai brividi e pensava invece che stava per venire,come quando era più giovane e Maria era ancora una puttana piacente e lui era in città da pochi mesi,solo come un cane,senza soldi se non quelli che gli mandava il padre dal paese del Sud e che lui sperperava in vino e puttane e affitto e adesso aveva messo il padre in una villa sul lago con 3 infermiere ogni giorno ad accudirlo. Al successo pensava l’onorevole mentre Sylia lo trapanava come una ragazzina in calore e sotto sentiva la figa slabbrata di Maria ancora calda e accogliente come una volta. E mentre il culo lo faceva impazzire e godere come un ragazzino venne nel preservativo con rabbia e pensò che anche quella sera sarebbe tornato a casa con il sedere e le narici in fiamme.

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