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Racconti Erotici

Mi ricordo sempre di te

By 22 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

La mano avanzava dolcemente sotto la vestaglia di seta di color rosa antico, stavo accarezzando ogni millimetro godendomi il momento.
Dopo settimane di corte spietata, luisa, aveva ceduto e, dietro qualche bicchiere di troppo, mi aveva seguita docile nel mio appartamento.
Tutto quello che avevo anelato per giorni e giorni, stava apparendo davanti a me.
Conoscevo tutto di lei, tutto quello che si poteva vedere, era scolpito nella mia memoria, tutto quello che speravo di vedere, stava diventando realtà.
Alzai cauto la vestaglia non portava calze e notai subito un piccolo neo all’altezza dell’inguine ancora prima di cercare lo slip nero che difendeva il nulla cosmico.
Abbronzata e glabra: si capiva dal mancato rigonfiamento dello slip.
Non avevo mai alzato la testa per non darle speranze di fuga, la volevo da troppo tempo e, se avessi visto nei suoi occhi qualche segno di paura, o timore, mi sarei fermato, quindi, la soluzione ottimale, era non dargli speranza ne tregua.
Ero troppo eccitato per ragionare da signore e troppo voglioso del suo fragile corpo.
I gemiti che sentivo, erano sempre più insistenti, come le mie mani, ormai, ero sotto le mutandine a giocare con le grandi labbra e subito dopo cominciai a cercare il suo piacere.
Era ancora in piedi con le gambe tremanti che barcollavano creando un ballo erotico del corpo assuefatto al mio piacere.
Sapeva di buono Luisa, sia sopra che sotto.
Le dita che erano state dentro il suo corpo, erano lascivamente bagnate e sapevano di miele con una punta di acre;. Lo assaporai, poi, ripetendo le stesse procedure lo feci assaggiare anche a lei e mimai un coito orale, sulle prime lei non reagì, era ancora troppo presa dall’erotismo che stava vivendo, fui io che dovetti dare un ritmo nella sua bocca, ma, fu il tempo della ragione a prevaricare sull’alcol.
Strinse il dito e cominciò a a farmi impazzire di desiderio, si mise in ginocchio e guardandomi dritto negli occhi, cominciò a succhiare il suo lecca lecca con quello sguardo drogato di sesso.
Si era completamente trasformata, improvvisamente, forse per lo stato avanzato del suo piacere o, perché consona della sua parte di donna, cominciò a cercare il mio sesso con bramosia, fece scivolare la mia cerniera e tirò fuori il suo piacere e, togliendomi il dito dalla sua bocca, si piegò per riempirsi diversamente.
Il primo affondo, mi fece capire che avrei avuto a che fare con una donna che conosceva la fine arte del pompino, ogni movimento a seguire, fu il seguito della sua esperienza e tutto fu perfetto, nei tempi e nei modi, le mani seguivano il corpo appropriandosi di ogni centimetro di pelle e fermandosi sui punti più erotici facendomi sobbalzare, mentre, la lingua, aiutata dalle labbra, compiva il miracolo.
Cercai di ricambiare nel modo migliore, ma, ormai, la guerra, era persa, ero in suo potere e ben presto la mia voce si fece più intensa, come il respiro.
Guardavo ammaliato i folti capelli muoversi irriverenti nell’aria, a seguire il volto, le labbra strette in una morsa senza pietà non mi diedero la possibilità di reagire e l’unica cosa che ricordo ancora bene, furono le mie mani che si posizionarono sopra la sua testa per assecondare e decidere i miei ultimi sussulti di ragione.
Sono passati molti anni da quell’esperienza sconvolgente.
Dopo di lei, ho avuto altre donne, anch’esse molto esperte ma, mai nessuna, &egrave riuscita a farmi perdere la testa come riuscì lei quel giorno.
Nel tempo, ho cercato di smettere di frequentarla, sopratutto dopo che mi sono sposato e lei qualche anno dopo, ha fatto la stessa cosa, ma, per quelle stranezze della vita, ogni tanto ci rincontriamo e io non posso fare a meno di ricordarle quanto amo il suo neo nascosto e quanto adoro quelle labbra così calde, così piene e lei, ogni volta, mi guarda, mi sorride e mi prende per mano e al primo angolo nascosto dagli occhi di Dio, mi riporta a quel giorno lontano…

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