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morire dal piacere

By 16 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Ma perché mai sono andato ad incasinarmi con questa storia?
Era la domanda che mi ponevo mentre scopavo quella ragazza, conosciuta qualche mese prima.
Tutto era iniziato nel mio bar, lei veniva spesso a prendere un caff&egrave e io non potevo fare a meno di ammirare quel corpo stupendo.
Alta 1,68, mora, occhi grigi, sempre vestita in modo provocante, anche quando non voleva esserlo emanava sensualità da tutti i pori.
Credevo non fosse sposata, non portava anelli né l’avevo mai vista con bambini sino a quel giorno.
Vestita con una gonna colorata che le copriva le ginocchia, piegandosi per parlare con un bambino aveva messo in mostra un perizoma da favola, sopra aveva una camicetta aperta che lasciava intravedere le sue forme abbondanti; ad occhio e croce avrei detto una terza e il viso, mio Dio, il suo viso era uno spettacolo, due labbra che sembravano scolpite tanto erano perfette e tutto il resto era aggraziato allo stesso modo.
Era estate e la sua pelle era abbronzata.
Le cadde il caff&egrave, notai una goccia di sudore che scivolava lentamente dal suo viso, io intervenni e cominciai a scherzare sul caldo e su gli effetti che produceva, soprattutto in quel giorno così afoso.
Ammirai il sudore sparirle sotto la camicetta e solo questo mi provocava un’eccitazione pazzesca, lei sorrideva e partecipava al mio gioco, mi raccontò di suo figlio, di come fosse sola da un mese perché suo marito era in Cina per lavoro e di come si stesse annoiando.
Presi la palla al balzo e dissi che io avrei saputo come fare a divertirla, lei mi rivolse uno sguardo malizioso e si toccò le labbra in modo molto provocante, io allora continuai e dissi che se il bambino poteva stare da solo per una mezz’ora, le avrei fatto vedere qualcosa di speciale nel garage del bar, una cosa veramente unica (mentre le dicevo questo pensavo al mio cazzo di 27 centimetri e gongolai); lei tranquillamente parlò con il suo piccolo e messasi d’accordo mi disse di farle strada.
Chiamai il ragazzo del bar e gli dissi che mi sarei assentato per un poco, di guardare il bar e il bambino della signora, poi mi avviai e lei mi seguì.
Mentre facevo strada, pensai a che culo avevo avuto quel giorno, ero solo, mia moglie era fuori, sarebbe tornata solo la sera e quella strafiga era lì che mi seguiva per assaporare il mio cazzo.
Arrivammo nel garage e come chiusi la porta le saltai addosso, era quello che si aspettava e la mia decisione le piacque, comincia a tirarle su la camicetta a liberare un seno florido e rigoglioso; senza perdere tempo andai sotto la gonna per farmi spazio, lei nel frattempo, sa quello che vuole, era scesa sui miei calzoni e mi aveva liberato il cazzo prendendolo in mano, quando lo vide, la sentii esclamare che, in effetti, era una bella sorpresa quello che aveva trovato e lo diceva mentre io le strappavo il perizoma, non avevo tempo di fare moine, volevo scoparla come un porco e volevo che lei fosse la mia troia per quella mezz’ora, lei non fece una piega, lanciò un piccolo gemito solo perché lo slip, strappandosi, le aveva rigato la pelle, poi si allargò sui miei fianchi con le cosce e mi disse:
‘E adesso fammi vedere cosa vali’
‘Te lo faccio vedere subito’ pensai dentro di me e appoggiando la cappella tra le sue labbra vaginali, mi spinsi forte dentro in lei.
Un sospiro di piacere fu l’unica resistenza che trovai, per il resto la sua figa ben lubrificata mi accolse con facilità facendomi capire che era ben avvezza ai cazzi di tutte le misure, ma non m’interessava, io ero lì per fare una sana scopata e dimostrarle che aveva trovato pane per i suoi denti.
Cominciai a spingere avanti e indietro e poco dopo la sentii godere, mi guardò con occhi demoniaci e mi sentii quasi impaurito quando lei decise che era ora di cambiare posizione, mi prese e mi sbatt&egrave su un mezzo letto che usa il mio barista per riposarsi, poi cominciò a fare uno spegni candela come mai nessuna mi aveva fatto, mi accarezzava tutto il corpo e mi provocava delle sensazioni impossibili da descrivere, so solo che dopo qualche minuto io esplosi dentro la sua figa calda il mio sperma e lei, bramosa, lo ricevette.
Aspettò di farmi finire il mio piacere e poi uscendo scese con la lingua dal collo e piano mi lasciò la scia del suo sapore e arrivò al mio cazzo, pensai che adesso me lo avrebbe preso in bocca e mi avrebbe fatto un pompino e invece lei mi stupì, arrivò ai piedi e lì cominciò a leccarmi un dito alla volta.
Il mio piacere era infinito, mentre mi succhiava le dita lei m’infilò anche un dito nel culo e dopo poco diventarono due.
Erano due cose che nessuno mi aveva mai fatto e io cercai di reagire facendo in modo di farle capire che ero io a dettare le regole del gioco, ma la mia resistenza era effimera e ben presto fui in suo potere.
Dopo avermi sodomizzato con le dita e avermi succhiato le dita del piede per cinque minuti, lei piano salì e arrivò ai miei coglioni, anche lì cominciò a leccarmi tutto e a mordicchiarli, le scariche che provai erano straordinarie e ben presto mi trovai a pregarla di prenderlo in bocca e di farmi godere, lei invece fece tutto meno che spompinarmi e alla fine si rimise a cavalcioni su di me e ricominciò a scoparmi.
Per dieci minuti il mio cazzo fu solamente un pezzo di carne che le serviva a godere e, infatti, ci riuscì per tre volte.
Con quella pratica me lo aveva fatto indurire in un modo estremo e per la prima volta mi sentivo un Dio.
Lei finì di scoparmi poi appena ebbe goduto per l’ennesima volta, si alzò e si rivestì lasciandomi esterrefatto a guardarla.
‘Se ti &egrave piaciuto possiamo incontrarci ancora’
Se mi &egrave piaciuto?
Io ero stordito dal piacere provato, pur essendo stato lasciato lì come un deficiente e così iniziò la mia avventura con quel demone del sesso.
Ogni giorno che passava trovavo il modo di farmi scopare e ogni giorno di più trascuravo bar e famiglia.
Lei mi dava tutto e nello stesso tempo mi toglieva tutto, cominciai a dimagrire per stare dietro ai suoi ritmi, ogni volta lei mi concedeva qualcosa di più e io ogni volta mi sentivo più debole. Quando anche il suo culo fu violato dal mio cazzo, io pensai che sarebbe stata l’ultima volta, che ormai avevo avuto tutto da lei e invece mi ritrovai disperato ad agognare una sua telefonata, un suo respiro, mi ridussi a fare le cose più umilianti pur d’averla, ma quando ero tra le sue cosce o nella sua bocca io dimenticavo tutto e pensavo solo a godere.
Cominciai a chiudere il bar quando lei veniva e a scoparla sul tavolo, sulle sedie, per terra, ovunque, il mio cazzo la riempiva e lei si lasciava fare tutto, diventava sempre più bella mentre io piano mi spegnevo.
Il suo culo mi avvolgeva con quelle natiche perfette e mi stringeva nel momento del coito e io non sapevo più cosa fare.
Mi ritrovo qui a maledirmi per come mi sono fatto coinvolgere, eppure, appena lei mi guarda, io mi sento l’uomo più felice del mondo.
Le sue labbra mi uccidono piano portandomi via il mio sperma e senza forze la guardo nutrirsi di me, anche sapendo che il mio destino &egrave segnato e che ben presto non avrò più la forza di reagire mi lascio trasportare da quel corpo unico.

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